Ricordate la storia di Muslix64, quell’hacker che affermava di esser riuscito a craccare il codice AACS (ottenendo le cosiddette “volume key”) che serve per proteggere i nuovi dvd ad alta definizione dalla pirateria e di farne il backup (sprotetto) su hard disk?
Ebbene, pare che le cose siano andate avanti in maniera del tutto inaspettata e siamo entrati in una era in cui gli user-generated content iniziano a far sentire il loro peso e ad influenzare le persone.
Innanzitutto provate a mettere su Google, come chiave di ricerca, la seguente sequenza di caratteri esadecimali “09 f9 11 02 9d 74 e3 5b d8 41 56 c5 63 56 88 c0”, corrispondente al numero decimale 13256278887989457651018865901401704640.
Ebbene avrete un risultato strabiliante: 1.370.000 pagine riportano questo strano numero. Ma di cosa si tratta?
Facciamo un rapido passo indietro e torniamo all’epoca in cui un certo Muslix64 utilizzò una tecnica sopraffina per far leva su una poco accorta implementazione dell’algoritmo di crittografia da parte di un software per la visione sul computer degli Hd-Dvd, che manteneva nella Ram in chiaro le chiavi di crittografia. La notizia fece il giro del mondo in pochi minuti: anni di sviluppo per creare la chiave di protezione AACS erano andati in fumo! Dopo lo scalpore suscitato da quella notizia, però, Muslix64 ha preferito tornare nell’ombra, ma nel frattempo altri hacker si sono fatti avanti, proseguendo il lavoro di Muslix64.
Come Arzenami che riuscì a trovare il modo di recuperare la “processing key”, utilizzata non solo per la crittografia degli Hd-Dvd ma anche per i film ad alta definizione in formato Blu-ray.
Infine, un altro hacker, dal nome ATARI Vampire, ha completato l’opera, riuscendo a estrapolare la processing key dalla Memoria del computer. Questa chiave di fatto è un passepartout, un grimaldello universale in pochi bit che permette di aggirare gli algoritmi e gli standard industriali alla base di AACS, costati anni di sviluppo e lavoro.
Come se non bastasse esiste un quarto metodo per copiare i film ad alta definizione, questa volta sotto forma di un vero e proprio software (AnyDVD HD), che senza troppi fronzoli aggira le protezioni AACS.
A causa di questa sequenza di codici esadecimali, sul Web è scoppiata quella che può essere definita una vera e propria rivolta, che ha portato a una rapidissima diffusione su centinaia di migliaia di siti, blog e Forum, della chiave in questione. Rivolta cominciata sul noto portale di social networking Digg, sul quale gli utenti della comunità, sentendosi vittime di censura, hanno deciso di ribellarsi, diffondendo e replicando la chiave migliaia di volte; addirittura qualcuno ha messo in musica la chiave, pubblicando su YouTube il brano “Oh Nine, Eff Nine” ispirandosi ai primi caratteri del codice. Qui, però, voglio pubblicare una versione migliore del video che mostra anche delle immagini emblematiche (il video originale mostra uno schermo nero e si sente solo la canzone)
Come vedete due grandi strumenti della rivoluzione del Web 2.0, DIGG e YOUTUBE, sono stati utilizzati dal POPOLO DELLA RETE per far valere i propri diritti contro la RIAA. Insomma, nasce un nuovo mezzo di espressione che, dopo la stampa di Gutenberg, permette a chiunque di diffondere la propria libertà di pensiero.
Tutto comincia con un post pubblicato sulla Home page di Digg contenente il famigerato codice esadecimale necessario al crack degli Hd-Dvd, fatto che ha innescato la reazione immediata della RIAA (Recording Industry Association of America) equivalente alla nostra SIAE. A seguito del post, la RIAA ha inviato a Digg quello che è denominato “Cease and Desist“, ovvero un’ingiunzione a rimuovere tutti i link contenenti la chiave esadecimale e a non proseguire nella pubblicazione di altri collegamenti simili. I responsabili di Digg hanno subito censurato la notizia, e la cosa ha mandato gli utenti del sito di social networking su tutte le furie. I post contenente la chiave si sono rapidamente moltiplicati, e dopo numerosi tentativi da parte di Digg di bloccare la rivolta, Kevin Rose, fondatore di Digg, ha deciso di arrendersi e di cessare il filtro dei messaggi. Non solo: si è addirittura schierato dalla parte della sua comunità, pubblicando un post sul proprio blog intitolato con la sequenza esadecimale.
“Dopo aver letto centinaia di storie e migliaia di commenti all’accaduto, la situazione ci è apparsa chiara. Preferite che Digg crolli combattendo, piuttosto che vederlo inchinarsi al volere di un’azienda più grande e potente. Vi ascoltiamo, tanto che abbiamo deciso di bloccare l’azione di censura: non elimineremo i post o i commenti contenenti il codice, qualunque sia la conseguenza. Se perderemo, che cavolo, almeno saremo morti provando a combattere. Digg continua. Kevin”.
Jay Adelson , l’amministratore delegato di Digg, ha successivamente minimizzato il problema, dichiarando di che nessuna denuncia per l’accaduto è stata ricevuta da Digg. Secondo Adelson, inoltre, le voci circolate in Rete sulla possibile morte del sito sarebbero delle esagerazioni.
Intanto leggo che nel frattempo qualcuno ha anche registrato un dominio: https://www.09f911029d74e35bd84156c5635688c0.ws/. Credo proprio che il popolo della rete stia dando il meglio di sè!
[via pc più facile]
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