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Interessante la proposta fatta all’ICANN di creare un nuovo dominio internazionali del tipo: .safe o .sure o .bank. Questo al fine di ridurre drasticamente (ma non risolvere totalmente) il problema del phishing dei siti bancari. Infatti, se la concessione dei nomi a dominio con estensione .safe (o .sure o .bank) fosse rigidamente controllata e concessa solo a istituzioni finanziarie e bancarie certificate e autenticate, allora sapere che la propria banca ha solo un estensione .safe, molti meno utenti cadrebbero nell’inganno di cliccare su link fasulli.
Secondo Zeus News, le stime più recenti (Nielsen/NetRatings, quarto trimestre 2006), sono 8 milioni gli italiani che visitano regolarmente siti di banking, il 10% in più rispetto al 2005. Analogo trend di crescita registrano anche gli altri paesi europei.
Purtroppo però crescono di pari passo anche le frodi online, come testimonia un recentissimo rapporto del centro contro i crimini informatici dell’FBI, secondo il quale nel 2006 sarebbero state in totale 207.492 le denunce per frodi online nel mondo, con una perdita di 198,4 milioni di dollari: la più alta mai registrata fino a oggi.
Credo che l’idea sia semplice, ma se serve per proteggere gli interessi dell’utente finale, allora ben venga la creazione di questo nuovo dominio! Di solito le richieste di nuove estensioni di dominio vengono vagliate attentamente dall’ICANN ma questa, credo, non dovrebbe incontrare molte difficoltà. L’unico problema sarebbe cambiare, magari nel giro di un anno, tutti i domini degli istituti bancari e finanziari. Ma credo che valga realmente la pena. Speriamo bene!
Mah… la vedo dura. Anche il dominio .xxx poteva essere una cosa utile per filtrare comodamente il porno dal web invece di obbligare la gente ad installare miliardi di software di “parental control” o configurare i firewall in maniere sempre più complicate.
Eppure, anche quella richiesta è saltata… la cosa più buffa è che erano proprio i commercianti di porno che non volevano un dominio tutto loro: ci sono così tanti interessi dietro…
Chissà come andrà a finire per i .safe, staremo a vedere.
Ciao,
P|xeL
Credo che la cosa sia diversa: mentre per i domini .xxx i commercianti non volevano perché sarebbero stati ghettizzati e nessuno avrebbe corso il rischio di cadere per scaglio in un sito del genere, qui sia le banche che gli utenti dovrebbero avere gli stessi interessi e vantaggi.
Reputo che safe e xxx abbiano ovvi utilizzi differenti e che quindi sia corretta l’interpretazione di Antonio.
Sarebbe intelligente passare questa proprosta, provare costerebbe davvero poco per gli istituti di credito, ma per la sicurezza dell’utente finale sarebbe un passo da gigante, a patto di diffondere correttamente la notizia.