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Qual è la forma di Internet? O meglio, qual è la forma – la topologia, per dirla in termini matematici – del traffico dei dati e delle comunicazioni che viaggiano su Internet? Se lo è chiesto Shai Carmi in un suo articolo del PNAS, non per un semplice e mero gioco intellettuale ma per analizzare l’efficienza delle rete.
In realtà, il problema è molto complesso visto che si sta analizzando una struttura in continua evoluzione in grado di mettere a dura prova le capacità di rappresentazione.
La conclusione a cui i ricercatori sono arrivati è che non c’è nessun oggetto fisico che gli assomigli: non ha una struttura a strati, come una cipolla, né intrecciata come un piatto di spaghetti, e neppure a spicchi come un agrume. L’immagine, frutto del lavoro dei fisici dell’Università di Tel Aviv, Israele, rappresenta il rendering matematico delle interconnessioni tra doppini, centraline, fibre, rotte internazionali e i vari network di ISP e provider che forniscono accesso alla Rete.
Essi hanno infatti scoperto che Internet consiste di un nucleo (colorato di rosso) estremamente piccolo, un vero e prorio cluster super-massivo, denso e straordinariamente connesso dalla banda e dalle capacità computazionali superiori, costituito da appena 100 grandi nodi circa, fra i quali le reti gestite dal colosso americano AT&T WorldNet e il mainframe di Google.
La regione che circonda questo nucleo, invece, è una struttura sostanzialmente frattale che hanno chiamato la componente connessa “dei pari” (peer-connected component), a cui segue infine una estrema periferia debolmente connessa (colorata in viola) in cui vi sono appunto i piccoli gestori di connettività che offrono a tutti noi la possibilità di navigare, o scaricare la posta.
Come si può notare, se le informazioni provenienti dalla periferia devono attraversare il nucleo per raggiungere gli altri nodi, per evitare la congestione del nucleo e quindi possibili difficoltà e blocchi del traffico nella rete, secondo gli autori sarebbe necessario trovare il modo di instradare le comunicazioni attraverso la componente connessa “dei pari”.
Il risultato più interessante è stata la scoperta che con soli quattro link è possibile arrivare da qualsiasi punto della componente connessa “dei pari” a qualsiasi altra, senza passare dal nucleo.
Anche se lo studio, ad ogni modo, non fornisce alcuna soluzione miracolosa all’attuale congestione di internet, limitandosi semplicemente a fotografare lo stato dei fatti, il modello rappresentato costituisce, però, il primo vero tentativo di dare un volto concreto alla Rete, abbandonando così l’idea mitica degli anni ’90 che vedeva internet come un’autostrada!