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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Dic 23 2009

WordPress 2.9: supporto allo standard oEmbed

Posted by Antonio Troise
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Oggi ho upgradato il mio sito alla nuova versione 2.9 di WordPress con la oramai classica operazione indolore di aggiornamento automatico (una vera manna dal cielo). Tra le novità rilevanti, troviamo la possibilità di aggiornare 10 plugin in un solo passaggio (invece di dover fare vari clic per ognuno di essi), un utile e veloce editor di immagini incorporato che permette di ritagliare, modificare, ruotare invertire e scalare le proprie immagini e la funzionalità di mettere in un ”cestino” i propri post cancellati (in modo da poterli recuperare in un secondo momento), eliminando anche i fastidiosi messaggi di conferma che apparivano ad ogni cancellazione.

Infine, cosa molto utile, è stata aggiunta la funzione di inclusione automatica dei video, semplicemente incollando la URL del video su una sola riga e magicamente questa verrà trasformata nel corretto codice di embed. I siti supportati sono: YouTube, Daily Motion, Blip.tv, Flickr, Hulu, Viddler, Qik, Revision3, Scribd, Google Video, Photobucket, PollDaddy e WordPress.tv.
Per chi non lo sapesse, questa funzionalità è nota col nome di oEmbed, il formato aperto di incorporamento automatico dei video. Infatti, in genere è necessario copiare il codice per l’incorporamento di un video di YouTube dal video stesso e incollarlo nel proprio sito web/blog. Se il sito web supporta oEmbed, però, è possibile incollare l’URL del video anziché l’intero codice per l’incorporamento. Il video verrà comunque visualizzato come incorporato nella pagina.
Quindi, se prima occorreva scrivere il seguente codice per visualizzare un video sul proprio sito:


ora, con oEmbed è possibile semplicemente incollare l’URL del video nel proprio blog:



Come vedete, oltre a risparmiare codice html, ne risente positivamente la pulizia del codice.

Per testare questa nuova funzionalità offerta da WordPress 2.9, eccovi un video affascinante che ci fa capire quanto siamo piccoli nell’universo (da mettere i brividi):

Tag:Video, Wordpress, youtube
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Giu 4 2009

Peters Vs Mercatore: quando le cartine geografiche che conosciamo sono sbagliate. Alla ricerca della migliore rappresentazione dei continenti del nostro pianeta

Posted by Antonio Troise
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Oggi inizierò questo articolo con una domanda: tra Europa e Sud America, quale delle due ha la superficie più ampia? Se non avete una buona memoria vi metto a disposizione una cartina geografica da consultare, di quelle che avete sempre visto nei libri di scuola:

Peters Vs Mercatore - 1

La risposta, ovviamente, è Sud America che ha una superficie quasi 2 volte più estesa del nostro vecchio continente!

Peters Vs Mercatore - 2

Come, la vostra risposta non è stata questa? La cartina sembra dire tutt’altro? Vi starete domandando se vi ho messo una cartina finta o se vi abbia dato una risposta volutamente errata, inventandomi i dati? Tranquilli, nessuno vi sta prendendo in giro, o almeno non volutamente. Quella che vi ho mostrato è semplicemente la classica carta geografica presente nei libri, nelle riviste, negli atlanti, nei giornali di tutto il mondo e perfino su Google Maps, ed è chiamata Carta di Mercatore. E’ sicuramente una bella cartina, ma come ogni mappa di proiezione che tenta di rappresentare una superficie curva su un foglio piano, la forma della mappa stessa altro non è che una distorsione della reale forma della superficie terrestre; nel nostro caso, la distorsione influenza le proporzioni dei continenti, tanto che siete stati tratti in inganno facilmente. Ma nonostante questo oramai fa parte del nostro immaginario collettivo, poiché si è trasformata in una proiezione mentale standard per il mondo occidentale.

Ora un altra curiosità: dove è posizionata la Germania? Se ci fate caso è esattamente al centro della cartina geografica. Vi siete mai chiesti come mai? E’ quella la sua reale posizione sul globo terrestre? Ebbene, se vi dicessi di no, forse ora non vi stupireste più di tanto, soprattutto quando vi farò notare che la Carta Mercatore è stata disegnata nel 1569 da Gerard De Kremer (nome in seguito latinizzato in Gerardus Mercator), un cartografo tedesco (fiammingo di nascita ma di famiglia di origine tedesca, tanto che visse gran parte della sua vita in Germania), che ovviamente ha messo il proprio paese al centro del mondo! Ma se la Germania è esattamente al centro, l’Equatore che, per definizione (“L’equatore è la circonferenza massima della superficie di un corpo celeste perpendicolare all’asse di rotazione e quindi equidistante dai poli“), doveva essere al centro, è, per forza di cose, spostato molto più in basso!

Peters Vs Mercatore - 3

Ora, dopo avervi, smontato il mito della cartina geografica come visione reale del mondo, devo proporvi anche una soluzione, offrendovi una proiezione che meglio si adatti alla reale conformazione, posizione e dimensione dei continenti. Come potete verificare voi stessi, siccome la terra è una sfera (o quasi), la più grande sfida per i cartografi è sempre stata poterla rappresentare in una superficie piana. Esistono infatti centinaia proiezioni diverse, ciascuna con i propri vantaggi e difetti. Per diversi anni sono state sviluppate diverse proiezioni ed anche se qualcuna ha avuto più successo delle altre, tutte contengono errori e deformazioni. Su WIkipedia, ho trovato questa cartina che, rispettando maggiormente le varie proporzioni e posizione, mostra comunque una terra leggermente curva ai poli

Peters Vs Mercatore - 5

in cui la riga celeste sta ad indicare l’Equatore mentre le due righe blu scuro stanno ad indicare i due tropici (Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno).

E’ a questo punto che, nel 1973, entra in scena Arno Peters, uno storico e cartografo tedesco, sensibile dell’equità economica e politica per tutte le popolazioni mondiali, che, vedendo che ogni proiezione porta con sè delle inevitabili discrepanze rispetto alla realtà, propose una nuova proiezione cartografica della terra, in contrapposizione a quella, più utilizzata, di Mercatore, denominata appunto “Carta di Peters“, in cui vengono rispettate le proporzioni tra le superifci dei continenti, ponendo, in tal modo, sullo stesso piano paesi industrializzati con quelli del Terzo Mondo.
Ecco, infine, come si vedrebbe il mondo con la Carta di Peters:

Peters Vs Mercatore - 4

La Carta di Mercatore

La proiezione di Mercatore è una proiezione cartografica conforme e cilindrica. Essa è diventata la proiezione cartografica più usata per le mappe nautiche per la sua proprietà di rappresentare linee di costante angolo di rotta (linee lossodromiche) con segmenti rettilinei. Mentre la scala delle distanze è costante in ogni direzione attorno ad ogni punto, conservando allora gli angoli e le forme di piccoli oggetti (il che rende la proiezione conforme), la proiezione di Mercatore distorce sempre più la dimensione e le forme degli oggetti estesi passando dall’equatore ai poli, in corrispondenza dei quali la scala della mappa aumenta a valori infiniti.

Carta Mercatore

Come in ogni proiezione cilindrica, paralleli e meridiani sono rappresentati da linee rette perpendicolari tra loro. Realizzando questo, l’inevitabile distorsione est-ovest della mappa, che aumenta con la distanza dall’equatore, è accompagnata da una identica distorsione nord-sud, tale che in ogni punto di posizione, la scala delle distanze est-ovest è la stessa della scala nord-sud, rendendo la proiezione conforme. Una mappa di Mercatore pertanto non può mai coprire pienamente le aree in prossimità dei poli, in quanto qui la scala delle distanze assume valori infiniti. Essendo una proiezione conforme, gli angoli sono preservati a partire da ogni posizione, mentre la scala delle distanze varia da punto a punto, distorcendo la forma degli oggetti geografici. In particolare, le aree prossime ai poli ne sono più affette, rendendo una immagine del pianeta tanto più distorta quanto più ci si avvicini ai poli. In pratica, a latitudini maggiori di 70° nord o sud, la proiezione di Mercatore è praticamente inutilizzabile!

Queste proprietà, però, rende la proiezione di Mercatore particolarmente adatta alla navigazione marica: rotte e puntamenti sono misurare mediante rosa dei venti e goniometro, e le corrispondenti direzioni sono facilmente trasferite da punto a punto della mappa con l’aiuto di un regolo parallelo o un paio di squadrette di navigazione.

Distorsioni della Carta di Mercatore

La sfericità della Terra rende difficile rappresentarne l’intera superficie su un’unica cartina (detta appunto “plani-sfero“). La proiezione di Mercatore, dovendo rappresentare una superficie curva su un foglio piano, ha il problema di esagerare le dimensioni delle aree lontane dall’equatore. Ecco una rappresentazione dell’effetto di distorsione delle aree della Carta di Mercatore.

Distorsione della Carta di Mercatore

Da qui si evince, per esempio, che:

  • la Groenlandia è rappresenta con un’area equivalente a quella dell’intero territorio dell’Africa, quando in realtà l’area di quest’ultima è approssimativamente 14 volte quella della Groenlandia.
  • l’Alaska è rappresentata con un’area simile se non superiore a quella del Brasile, quando l’area del Brasile è in realtà più di 5 volte quella dell’Alaska.
  • la Finlandia è rappresenta avente una estensione Nord-Sud più grande di quella dell’India, quando nella realtà è vero il contrario.

Su Peters Map trovate altri esempi con le relative cartine geografiche.

Benché la proiezione di Mercatore è ancora di uso comune per i naviganti, dovuto alle sue proprietà uniche, i cartografi sono d’accordo nel ritenere che essa non è adatta ad una rappresentazione globale dell’intero pianeta, dovuta ai suoi effetti di distorsione delle aree. In conseguenze di tali critiche, i moderni atlanti geografici non usano più la proiezione di Mercatore per le mappe dell’intero pianeta e per aree distanti dall’equatore, preferendo altre proiezioni cilindriche o qualche forma di proiezione sinusoidali (area uguale). In generale si può dire che le proiezioni cilindriche siano efficaci per rappresentare le zone comprese tra i Tropici, le coniche per le latitudini medie e le prospettiche invece per le latitudini alte. La proiezione di Mercatore, invece, è ancora comunque comunemente usata per aree vicino all’equatore dove la distorsione è minima.

La Carta di Mercatore e Google Maps

Pensate che, però, perfino Google Maps (ma anche Virtual Earth di Microsoft), attualmente, non è immune da errori ed usa una proiezione di Mercatore per le sue immagini (in particolare usa la Mercatore Sferica, mentre ha usato una proiezione equirettangolare fino a 22 Luglio 2005). Infatti, nonostante la sua distorsione di scala relativa, la Mercatore si adatta bene per una mappa del mondo interattiva che può essere spostata e scalata senza cuciture di giunzione su mappe locali.

Mercatore su Google Maps

La Carta di Peters

Visto che la la Carta di Mercatore, è stata concepita essenzialmente per agevolare il tracciamento di rotte sulla superficie terrestre e che, per le sue modalità di costruzione, non mantiene le effettive proporzioni tra le superfici dei vari continenti, la Carta di Peters, invece, è stata realizzata per mantenere tali proporzioni, attraverso una scomposizione del mondo in 100 parti orizzontali e 100 verticali per un rapporto di scala di 1:635.500.000 (ossia un centimetro quadrato equivale a 63.500 km quadrati di superficie reale) e a una rappresentazione che mantiene sempre ortogonali, su un piano a due dimensioni, i meridiani e i paralleli, a scapito però della precisione nella rappresentazione delle distanze verticali. In particolare, la Carta di Peters mantiene corretto il rapporto della distanza di qualsiasi punto dall’equatore.

Carta di Peters

Le ragioni di Arno Peters

Quando in Germania nel 1974 Arno Peters convocò la conferenza stampa per annunciare al mondo la sua nuova rappresentazione del mondo (la proiezione ancora nota come Carta di Peters) il dibattito esplose.

Inizialmente, poiché la proiezione di Peters mostrò più esattamente le dimensioni dei paesi in via di sviluppo, le organizzazioni caritatevoli gli diedero il loro sostegno, tanto che taluni avevano avuto anche l’ardire di richiedere il divieto di usare, con tutti i mezzi a disposizione, la proiezione di Mercatore, poiché, oltre ad essere antiquato e inesatto nel rappresentare le masse continentali del mondo, si credeva che fosse un simbolo superato del colonialismo.

Era l’epoca delle grandi scoperte geografiche: l’Europa intraprendeva vasti commerci con le Indie e con il Nuovo Mondo, a proprio vantaggio, ma a svantaggio delle popolazioni africane, americane e asiatiche, che si trovarono a subire pesanti processi di colonizzazione e sfruttamento. Il disegno del mondo realizzato da Mercatore sacrifica l’esattezza delle superfici a vantaggio della precisione degli angoli, e quindi della distanza delle rotte: pone quindi sulla carta l’idea dell’Europa come centro economico e politico del pianeta, tanto che riesce a dare, involontariamente, una immagine del mondo totalmente falsata: i continenti dell’emisfero Nord (Boreale) appaiono molto più grandi di quelli dell’emisfero Sud (Australe). Ad esempio, l’Europa sembra più vasta dell’America Latina, che invece ha una superficie più che doppia; la Scandinavia sembra più grande dell’India, che in realtà è tre volte più estesa. Ne consegue che la rappresentazione del mondo che siamo abituati a vedere fa sembrare più importanti i paesi in cui prevale la razza bianca: si tratta, in sostanza, di una visione “eurocentrica”. Ed era proprio questo che Peters credeva: che questo errore aveva condotto molti nel mondo sviluppato ad ignorare le lotte e i problemi di grandi nazioni vicino all’Equatore.

Peters, quindi, affermava che la sua mappa per ‘aree equivalenti’ – in cui cioè i paesi del mondo sono raffigurati mantenendo i loro reciproci rapporti di superficie, quindi la loro corretta proporzione equivalente – rendeva giustizia ai paesi del mondo (e in particolare a quelli del continente africano), in quanto ne rappresentava la superficie in modo accurato, contrariamente a quanto facesse la proiezione di Mercatore. In questo modo si evidenziava il ruolo importante che il Sud del mondo svolge nell’economia del pianeta e, indirettamente, si afferma che tutte le culture e tutti i popoli hanno pari dignità ed importanza.

A sostegno di queste tesi, c’era anche chi azzardò a proporre una carta di Peters con un altro punto di vista: capovolta! Una mappa in cui l’Australia si trovava in alto a nord e l’Europa in basso a sud, capovolgendo di fatto la posizione dei poli. Chi dice che il Polo Nord deve stare per forza in alto? Ecco come vedevano loro il mondo:

Upside down map

Questa mostrata non è la versione upside down map di una proiezione di Peters ma una proiezione Van der Grinten che comunque rende l’idea. Ho comunque estratto da un fotogramma di un episodio di The West Wing (vedi l’ultimo paragrafo) la carta di Peters capovolta:

Carta di Peters capovolta

Gli errori di Arno Peters

Tuttavia, i sostenitori della cartografia di Peters, avevano in parte torto, in quanto non consideravano il periodo storico in cui fu creata la Carta di Mercatore e il motivo per cui fu realizzata. Quello che Peters e i suoi sostenitori, volevano ignorare è che la proiezione di Mercatore era stata concepita, essenzialmente, come strumento di navigazione dei marinai europei, agevolando, di fatto, il tracciamento delle rotte sulla superficie terrestre. Quindi, poiché la proiezione è stata realizzata per essere usata dai navigatori europei, era logico e molto più sensato mostrare l’Europa più grande di quello che realmente era. In pratica, questa scelta, non era una dichiarazione politica ma semplicemente una decisione presa per facilità di uso.

La Carta di Peters continua ad avere grandi sostenitori e accaniti detrattori. Tra i detrattori troviamo chi voleva togliere la paternità della proiezione ad “aree equivalenti” ad Arno Peters, in quanto, era essenzialmente la stessa mappa inventata nel 1855 da un cartografo chiamato James la Gall. In effetti, molti riconobbero questa somiglianza e da qualche anno la proiezione di Peters viene più giustamente definita la proiezione di “Gall-Peters” (su Wikipedia trovate in inglese una esaustiva trattazione a riguardo).

Oggi la polemica è oramai sfumata, in quanto entrambe le proiezioni sono difettose ed entrambe sono cadute in disuso sostituite da proiezioni più precise: nelle aule di scuola, oggi, probabilmente vedrete, appese alle pareti, le proiezioni di Robinson (proiezione modificata utile nel rappresentare l’intero globo)

Proiezione Robinson

o la proiezione di Winkel Tripel.

Proiezione di Winkel Tripel

Infatti, anche se per nobili fini, allo scopo dare una visione del mondo socialmente meno ingiusta, la carta di Peters, come qualsiasi altra proiezione, contiene errori e deformazioni, e, probabilmente, è la dimostrazione che anche la carta di Peters è frutto di una manipolazione politica! Ciò lo si può intuire se si considera il contesto storico in cui visse Arno Peters: erano gli anni sessanta e settanta del novecento: gli anni della contestazione, del pacifismo, della guerra in Vietnam e degli oppositori delle grandi potenze; l’opinione pubblica era stanca della guerra fredda, del clima di terrore, era in atto la terza ondata di decolonizzazione. Si può, quindi, dire che Peters abbia creato la carta giusta al momento giusto, perché con la sua carta riflette perfettamente quella situazione, la sua proiezione è l’immagine di quella situazione, è la rivincita dei vinti!

Il merito della Carta di Peters

Vale, però, la pena ricordare che la cartografia di Peters ha avuto l’indubbio merito di aver spiegato in maniera semplice e visuale ad un pubblico di non-geografi o cartografi, come ogni carta geografica sia l’inevitabile frutto di scelte e compromessi. Non esiste una proiezione migliore di un’altra, nessuna lo è in senso assoluto, poiché dipende da cosa uno ritiene importante rappresentare.

Con la cartografia di Peters, anche l’uomo comune ha appreso che le nostre conoscenze geografiche si basano sul lavoro fatto secoli fa da dei cartografi, che rappresentarono il mondo come quando era dominato degli europei nel 1500. Ancora oggi le carte geografiche sono lo specchio di una dominazione che è già terminata molti anni fa. L’esempio più eclatante di questo tipo di dominazione compare nei termini utilizzati dagli europei in cartografia. L’espressione “medio oriente” fu coniata dagli europei per riferirsi alla penisola arabica. Questa terminologia riflette una visione eurocentrica, che considera l’Europa come il punto di riferimento centrale per il resto del mondo. E’ stato a partire dall’Europa che si è deciso cosa era il nord, il sud, l’est e l’ovest ed anche le distanze: vicino oriente, medio oriente, estremo oriente. L’influenza europea è tanto forte che ancora ai nostri giorni si utilizzano queste espressioni.

The West Wing

Spero che non vi siate annoiati nella lettura di questo articolo. Se siete arrivati a leggere fin qui, allora vi meritate un premio. In una puntata della serie televisiva The West Wing (in particolare nell’episodio 16 della Stagione 2 dal titolo “Alto tradimento”) vi è una simpatica scenetta dove lo staff del Presidente degli Stati Uniti, nel giorno dedicato al ricordo del grosso blocco di formaggio di Andrew Jackson (quando per un giorno aprì le porte della Casa Bianca al popolo) incontra un gruppo di Cartografi che propongono al Presidente di cambiare tutte le cartine di Mercalli con quella più consona di Peters. In questi due video troverete, sintetizzati, tutti gli argomenti che vi ho trattato, dalla visione eurocentrica, alla pari dignità dei continenti fino all’assurda richiesta di capovolgere tutte le cartine! Su Youtube trovai solo una versione inglese, ma fortunatamente sono riuscito a reperire anche l’episodio in italiano (includendo una versione più lunga della scenetta) e l’ho caricato su Youtube. Buona visione!

Parte 1

Parte 2

UPDATE

Dopo 7 anni dall’uscita di questo articolo è uscito un sito che mostra in maniera davvero semplice (con la potenza di html5), con un semplice drag e drop delle nazioni, le vere dimensioni degli stati. Il sito si chiama True Size Map, una mappa interattiva che ti permette di cliccare su una nazione e di trasportarla all’interno della mappa di Mercatone per vederne la vera proporzione in confronto alle altre nazioni.

Avreste mai pensato che l’Italia è di gran lunga più grande della Gran Bretagna? Guardando la mappa interattiva, sembra proprio di sì.

Mercatore_Italia_Inghilterra

Se guardiamo la cartina dell’Europa, sembra sempre che l’Italia sia un’appendice trascurabile in confronto alla grandezza di Germania, Francia o Spagna. Poi, basta spostare il nostro paese nei paesi vicini per vedere che in realtà siamo un bel po’ più grandi di quanto credevamo.

Mercatore_Italia_Europa

E pensavate mai che l’Italia non è poi tanto piccola rispetto alla Groenlandia?

Mercatore_Italia_Groenlandia

Infine ecco le dimensioni dei 10 paesi più grandi del mondo come apparirebbero sulle cartine di Mercatore se fossero alla stessa latitudine: infatti, forse, l’unico modo per capire le reali dimensioni degli stati è porli tutti sulla linea dell’Equatore.

Mercatore_Paesi_Grandi_Equatore

Il sito True Size Map è, come detto dai suoi creatori, ispirato, oltre da un episodio di The West Wing, anche dalla infografica di Kai Krause intitolata “The True Size of Africa“, sempre nella speranza che gli insegnanti mostrino ai loro studenti le reali dimensioni degli stati del mondo.

Le Reali Dimensioni dell'Africa

UPDATE 2

Il designer giapponese Hajime Narukawa ha realizzato un planisfero chiamato AuthaGraph World Map che ha vinto anche il prestigioso premio Good Design Award 2016. Il designer tenta di correggere questi problemi, ed è stato recentemente premiato per la sua rappresentazione apparentemente anomala, ma a quanto pare molto corretta, della disposizione e delle dimensioni dei vari territori del mondo.
Su AuthaGraph, i continenti non sono allineati, ma inclinati in modo da fornire una rappresentazione più accurata delle distanze tra di loro. Attraverso questo nuovo metodo si evitano errori madornali come quello che in alcune mappe vede la Groenlandia grande quanto l’Africa, che in realtà misura 14 volte tanto.
La AuthaGraph World Map, che si vende per 30 euro, è probabilmente la mappa del mondo più proporzionata che possiate comprare. La cosa fantastica è che la mappa è progetta per piegarsi e trasformarsi in una rappresentazione sferica del nostro pianeta; una specie di origami scientifico a tema geografico.
“AuthaGraph”, si legge sul sito del Goog Design Award, “rappresenta fedelmente tutti gli oceani e i continenti compreso l’Antartico. Questi si inseriscono nella cornice rettangolare senza interruzioni. La mappa si può suddividere senza evidenti linee di divisione. Quindi la mappa del mondo AuthaGraph offre una prospettiva precisa del nostro pianeta”.
via Tomshw

UPDATE 3

Altri esempi di questo tipo li trovate sulle mappe realizzate da Business Insider. Per esempio, per coprire la superficie dell’Alaska servirebbe se volte l’Italia. La Russia è il doppio degli Stati Uniti come estensione.O anche l’Africa è il doppio della Russia.

UPDATE 4

Nel 2018, finalmente anche per Google Maps la Terra non è più piatta. Il nuovo aggiornamento cambia la prospettiva tramite cui osservare il mondo, che oggi appare finalmente come un globo. 3D Globe, questo il nome, non è ancora disponibile per la versione mobile dell’applicazione ma, grazie a WebGL, funziona correttamente con tutti i principali browser. La novità è stata introdotta per mostrare, con maggiore precisione, le differenze esistenti tra i vari territori che apparivano falsate. Con lo zoom, ora, le grandezze appariranno più fedeli alla realtà e racconteranno con più esattezza le caratteristiche del nostro pianeta.
E così paesi come la Groenlandia appariranno con le giuste prospettive e dimensioni.

Tag:equatore, europa, mappa, mappe, mercatore, peters, Peters Map, Video, youtube
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Mar 27 2009

YouTube Mobile Application: è uscito il client ufficiale per Symbian S60 e Windows Mobile! Ecco la guida passo passo su come installarlo su uno smartphone con Windows Mobile 6

Posted by Antonio Troise
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Finalmente Youtube ha rilasciato gratuitamente un client per Windows Mobile 6.x e Symbian S60 3rd Edition (qui la lista dei dispositivi Nokia supportati) per permettere di accedere a YouTube da quasi tutti i palmari e smartphone in commercio. Se fino a poco tempo fa era possibile farlo nativamente solo da un iPhone/iPod Touch o da un HTC Touch Diamond (tanto che su xda-developers erano riusciti ad estrarre dalla ROM HTC l’applicazione per metterla a disposizione, più o meno legalmente, su tutti i dispositivi con Windows Mobile) o attraverso qualche piccolo tip, ora la nuova versione 2.0.2 dell’applicativo ufficiale YouTube Mobile Application amplierà lo spettro di clienti rendendo fruibile il portale di video praticamente a quasi tutti i dispositivi mobili avanzati esistenti in commercio (con pieno supporto agli schermi ad alta risoluzione VGA e simili), offrendo una migliore qualità video, velocizzando lo streaming grazie alla ottimizzazione per le reti mobili Wi-Fi o 3G, rendendo di fatto meno complicato vedere i video di YouTube sul proprio telefonino.

Già qualche mese fa, YouTube aveva comunicato di aver reso disponibile all’indirizzo m.youtube.com/ il supporto ad Adobe Flash Lite 3 (supportato, al momento, solo dai cellulari più recenti), ma l’apertura del portale a due delle principali piattaforme mobili sul mercato, è un evento rivoluzionario sul fronte accessibilità e ci ricorda quanto Google abbia la volontà di offrire la migliore esperienza di fruizione di YouTube su qualsiasi dispositivo, computer, televisore o telefono cellulare. In quest’ottica rientra anche YouTube TV, il servizio che permette di visualizzare i video e gestire i comandi direttamente dal telecomando della nostra console WII o Playstation 3, simulabile dal proprio browser Safari (abilitando il menu Sviluppo -> User Agent -> Altro…) o Firefox (installando il plugin User Agent Switcher) impostando uno dei due seguenti User Agent:

Mozilla/5.0 (PLAYSTATION 3; 2.00)
oppure
Opera/9.23 (Nintendo Wii; U; ; 1038-58; Wii Internet Channel/1.0; en)

Tornando a YouTube Mobile Application, c’è però da dire che, purtroppo l’applicazione non è per ora disponibile per l’Italia ma soltanto per Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti; è comunque possibile scaricarla ugualmente collegandosi dal browser del proprio device mobile all’indirizzo http://m.youtube.com e cambiando la propria lingua predefinita in Inglese, in attesa di un rilascio in lingua italiana.

Come installare YouTube Mobile Application su Windows Mobile

Aprire dal browser del proprio smartphone la pagina: http://m.youtube.com

YouTube Mobile Application - 01

Verrà mostrata la versione di Youtube ottimizzata per i dispositivi mobili. Sotto al campo di ricerca troverete un link da cliccare: “Guarda Youtube sul tuo cellulare“:

YouTube Mobile Application - 2

Almeno finché non verrà rilasciato da Google una versione per l’Italia, al momento, dopo aver cliccato sul link sopra indicato verrà mostrata questa pagina che ci avverte che non è disponibile la versione per il nostro dispositivo.

YouTube Mobile Application - 3

In realtà questa schermata potrebbe trarre in inganno chiunque perché non si dice che non è disponibile una versione per la lingua italiana dell’applicativo (e ovviamente anche il conseguente supporto alla localizzazione italiana di YouTube.it) ma sembra quasi che la versione del nostro sistema operativo non sia supportata. Sarà, invece, sufficiente cliccare sul link in basso: “Cambia lingua” per accedere alla seguente schermata:

YouTube Mobile Application - 4

dove basterà cliccare sul link “English” per essere rediretti verso la seguente pagina per il download automatico dell’applicativo.

YouTube Mobile Application - 5

Dopo qualche secondo di attesa si aprirà a popup un messaggio che vi chiederà conferma del download in corso.

YouTube Mobile Application - 6

Cliccando sul tasto “Salva con nome…” potrete decidere dove salvare il file (che altro non è che un file .CAB installabile su tutti i terminali con Windows Mobile)

YouTube Mobile Application - 7

Essendo un file .CAB si aprirà automaticamente la schermata di istallazione dell’applicativo (altrimenti basterà posizionarsi sulla cartella in cui si è salvata l’installazione dell’applicativo e fare doppio click sul file .cab) che chiederà dove installarlo (sul Dispositivo o sulla Scheda di Memoria): a voi la scelta in base alle vostre esigenze e allo spazio libero a disposizione sulla periferica.

YouTube Mobile Application - 8

Dopo che ha effettuato la copia dei file nella directory di destinazione desiderata, l’installazione sarà portata a termine in pochi secondi.

YouTube Mobile Application - 9

Ora sarà sufficiente andare nella cartella Programmi del proprio dispositivo mobile, dove troverete l’icona dell’applicazione appena installata:

YouTube Mobile Application - 10

Quando si lancerà per la prima volta l’applicazione YouTube Mobile Application verrà chiesto di selezionare la propria regione di appartenenza: selezionate United Kingdom o United States

YouTube Mobile Application - 11

e vi verranno mostrati, in inglese, i termini e le condizioni da accettare prima di poter proseguire.

YouTube Mobile Application - 12

Infine, vi verrà mostrata una ultima schermata di avviso che vi avvertirà che se non accediamo con connessione wireless, dal momento che lo streaming consuma un gran quantità di dati, prima di usarlo è necessario avere un abbonamento flat per il proprio terminale mobile, altrimenti si rischia di spendere molte decine di euro per visionare qualche minuto di filmato.

YouTube Mobile Application - 13

Finalmente ora potrete accedere alla schermata principale dell’applicativo YouTube Mobile Application dove potrete trovare un campo per ricercare i video, con lo storico delle parole chiave già immesse, oppure potrete selezionare i contenuti più visti, quelli che hanno ricevuto maggior gradimento e gli ultimi caricati.

YouTube Mobile Application - 14

Simpatica la visualizzazione a scorrimento laterale delle anteprime dei video ricercati (a mo’ di CoverFlow semplificato). Una volta scelto il video, si accede alla pagina che lo descrive brevemente

YouTube Mobile Application - 15

e dal quale è possibile lanciare la visualizzazione, che va automaticamente a schermo intero e in modalità landscape, con prevenzione dello spegnimento del dispositivo durante il playback.

YouTube Mobile Application - 16

Come potete notare il player mostra la barra di scorrimento del video, permette la visione a pieno schermo con un doppio click ed assomiglia molto a quello che si visualizza dal browser del proprio pc.

Suggerimenti per migliorare l’applicazione

Al momento, le uniche pecche di YouTube Mobile Application sono, oltre al mancato supporto ufficiale per l’italiano (che ci costringe, per eseguire l’installazione sui nostri device, di accontentarsi della versione inglese del programma e di non poter accedere alla versione localizzata di Youtube.it), anche la mancanza della possibilità di loggarsi con il proprio account in modo da accedere ai servizi più avanzati del noto portale, e l’impossibilità di accedere ai Canali di Youtube. Si sente anche molto la mancanza di un link per scaricare i video in modo da poterli guardarli offline (qui trovate un modo alternativo per farlo con il sito MobyTube) e l’impossibilità di visualizzare i suggerimenti ai video simili.
Google, comunque, ha garantito che saranno a breve disponibili diversi aggiornamenti dell’applicativo, che saranno notificati automaticamente dal programma.

Tag:browser, cellulare, coverflow, firefox, flash, Google, Htc, Mobile, nokia, safari, smartphone, streaming, symbian, tv, Video, wi-fi, wireless, youtube
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Set 24 2008

VLC 0.9.2 ora è in grado di riprodurre i video di Youtube, Google Video e Daily Motion inserendo direttamente la sua URL senza aprire la finestra del browser

Posted by Antonio Troise
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Con la nuova versione 0.9.2 di VLC, tra le innumerevoli novità (che potete trovare qui), come, tra tutte, l’introduzione di una nuova interfaccia per Windows, Mac e Linux (grazie alle librerie QT) e l’integrazione con Last.fm, è presente anche una interessante caratteristica: la possibilità di riprodurre i video di YouTube, Google Video e di Daily Motion semplicemente inserendo l’ URL del filmato dal menu “Media -> Apri Rete”.

Infatti, dopo aver risolto i precedenti problemi di freeze della release 0.8 nella riproduzione di un video in format flash .FLV, soprattutto quando si tentava l’avanzamento rapido o la riproduzione da un determinato punto o quando si tentava di visualizzare il filmato in modalità full screen, ora il player multimediale open source è in grado di riprodurli direttamente online senza prima dover scaricare il file FLV relativo, e senza aprire una finestra del browser.
Quindi, se volete vedere un video, come, per esempio, Kiwi!, basterà copiare la url relativa:

http://it.youtube.com/watch?v=sdUUx5FdySs

nel campo testuale del menu Apri Rete

VLC legge Youtube

e il filmato verrà riprodotto in streaming:

VLC legge Youtube

Se volete vedere in azione la nuova versione di VLC, prima di installarlo, allora guardate questo video che riassume tutte le novità di questo lettore multimediale open source:


VLC media player 0.9.2 – Grishenko from Antoine Cellerier on Vimeo.
Tag:kiwi, last.fm, streaming, Video, vlc, youtube
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Set 12 2008

Quando la musica copia se stessa: similitudine tra i brani dei Coldplay e di Alizee, e l’uso di GarageBand per comporre i brani di Usher, degli Oasis e di Max Pezzali

Posted by Antonio Troise
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Quando per la prima volta ascoltai alla radio l’ultima canzone dei Coldplay “Viva La Vida” venni colto da uno strano senso di déjà vu che mi tormentò per un paio di giorni finché non capii che il mio cervello stava inconsciamente associando quella canzone con una, forse meno famosa, di una cantante francese: “J’en ai marre” di Alizée del 2003.
Andai subito a verificare nella mia libreria musicale se il fatto aveva un qualche consistenza e trovai che avevo ragione. Non parlo di una cover ma di una consistente assonanza musicale: gli strumenti musicali e il tempo sono diversi, ma la melodia iniziale e qualche parte centrale dei brani si somigliano notevolmente. Cercando informazioni su Google ho scoperto di non essere stato l’unico a notare questa somiglianza e su Youtube ho trovato dapprima un confronto 1 a 1 dei due brani:

poi un merge dei due brani tanto simili che possono essere sovrapposti tanto da creare una terza melodia molto carina da ascoltare:

Usher e GarageBand

Se questo è un caso lampante di similitudine musicale, ve ne è un altro che mi ha stupito. Recentemente molti hanno criticato il cantante R&B statunitense Usher per il suo ultimo singolo “Love in This Club“. Il brano ha avuto un discreto successo e al suo debutto il singolo è subito giunto alla vetta della classifica Billboard Hot 100. Per quanto mi riguarda la parte della canzone che maggiormente mi colpisce è quella iniziale, elettronica, con una melodica molto orecchiabile e che si ripete per tutto il brano. Ebbene, sembra proprio che sia questa parte ad essere quella più criticata perché qualcuno è riuscito a scoprire che è possibile ricreare la stessa melodia usando Garage Band per Mac OS X (o con Logic Pro), con soli 4 campionamenti presenti nel pacchetto “Remix Tools Jam Pack” (al modico prezzo di 99 euro).

Il fatto particolare è che è strano vedere un cantante famoso usare strumenti così comuni per comporre musica e riuscire a vendere milioni di album con soli 99$ di spesa, se si esclude il costo del Mac. Ma forse, sarebbe più giusto ammettere, che oramai tutti noi abbiamo a disposizione potenti strumenti professionali. Certo è che ha un gusto particolare riuscire a ricreare un brano in quattro semplici passi. Ho sempre pensato che molte canzoni siano frutto della mente creativa del compositore che si mette sul pianoforte, abbassa la testa e con le dita prova e riprova a pigiare i tasti bianchi e neri fino a quando non trovo una melodia orecchiabile. Ma, forse, a conti fatti, quello che risulta essere più grave è che sia possibile copiare e incollare dei campionamenti per creare una melodia di successo. Dove è finita la creatività e l’ingegno umano?

Gli Oasis e GarageBand

Intanto, a confermare le mie preoccupazioni, è recente la notizia che dietro al nuovo album degli Oasis vi sarebbe GarageBand, anche se credo che questa volta si tratti solamente di una sapiente trovata pubblicitaria pro-Apple! Noel Gallagher ha, infatti, spiegato durante una intervista che per registrare le versioni demo del prossimo album del gruppo, Dig Out Your Soul, è bastato usare un Mac con GarageBand. Pur avendo in casa un piccolo studio di registrazione, i demo sono stati registrati con GarageBand nella stanza da letto.

Max Pezzali e GarageBand

Una volta, in una intervista a Max Pezzali lessi che lui di solito componeva manualmente le sue canzoni ma, talvolta, quando viaggiava in treno, accendeva il suo Macbook (ebbene si anche lui ha un Mac!), apriva GarageBand, e si metteva a giocare con le varie tracce e campionamenti ed ha ammesso che qualche volta gli hanno dato qualche spunto per qualche canzone nuova.

Nuove strade da percorrere

Insomma, io credo che il computer sia un ottimo strumento per ampliare le proprie percezioni e capacità, per velocizzare il proprio lavoro e, talvolta, per aumentare la propria creatività. Ma deve essere solo questo: un supporto per aiutare il compositore e non il mezzo esclusivo per il suo lavoro.

C’è addirittura chi arriva a pensare che, invece di insegnare nelle scuole medie, a suonare il flauto dolce, “dove non si capiva dove fossero le note e cosa fosse l’armonia“, forse sarebbe stato interessante sperimentare l’insegnamento di GarageBand direttamente nelle scuole “per insegnare ad ascoltare la musica in modo attivo, senza tabù, e stimolando la creatività che a 10-12 anni non dovrebbe essere stata ancora del tutto massacrata“. Idea interessante, sempre nella speranza che non diventino tutti dei piccoli Usher in erba!

Altre similitudini

Quando ho ordinato la mia libreria iTunes mi sono accorto che molte canzoni erano simili ad altre. Così ho iniziato a popolare una playlist dedicata a queste coincidenze sonore, che non ha certo l’ardire di essere esaustiva e completa.
E’ così che mi sono accorto che sono simili:

Maroon 5 – If You Only Knew

Yael Naim – New Soul

Regina Spektor – Fidelity

Mouline Rouge – Closing Credits – Bolero

Sixpence None the Richer – Kiss Me

The Ting Tings – Great DJ

Coldplay – Viva La Vida

Alizee – J’en ai marre

Questa è solo una selezione di una mia raccolta che non vuole colpevolizzare nessuno ma solo far notare che la musica, a volte, si ripete, in forme, tempi e strumenti diversi, ma le melodie orecchiabili che il cervello umano è in grado di apprezzare sono limitate. Per cui, se è già molto facile ricalcare le orme di altre canzoni quando si tenta di inventarne una nuova, pensate cosa succederebbe se tutti gli artisti utilizzassero gli stessi identici campionamenti per produrre musica!

Tag:cover, garageband, itunes, mp3, Musica, plagio, remix, Video, youtube
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Ago 14 2008

Le Olimpiadi di Adobe Flash Vs Microsoft Silverlight. Tutti i siti per vedere le Olimpiadi divisi per tecnologia compreso il nuovo portale Eurovisionsports.tv per vedere 12 canali in streaming col veloce Flash

Posted by Antonio Troise
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Quest’anno credo passerà alla storia per aver dato ai navigatori di tutto il mondo la possibilità di assistere gratuitamente e in diretta alle Olimpiadi. Ma credo passerà alla storia anche come la prima battaglia tra due piattaforme tecnologiche: SilverLight della Microsoft (insieme a fratello maggiore Windows Media Video), scelta dai broadcaster Nbc e Rai Sport, e Adobe Flash utilizzata da Youtube, di Yalp di Alice Telecom Italia e dal nuovo servizio di streaming video che ho scoperto fa poco: Eurovisionsports.

Adobe Flash Vs Microsoft Silverlight

Se, infatti, la piattaforma messa a disposizione da Microsoft, consente di raggiungere una buona qualità video solo in presenza di connessioni a banda larga, quella Flash della Adobe, invece, si rivela molto efficace, con ottime immagini video, anche in presenza di una connessione internet lenta. Ma se il servizio offerto da Youtube, probabilmente a causa delle numerose dispute legali, si è rivelato, parziale, non in diretta e circoscritto solo a determinate aree del mondo che non hanno comprato i diritti delle Olimpiadi, e quello di Yalp di Alice Telecom Italia, offre solo un numero ristretto di eventi, il portale di Eurovisionsports.tv

Eurovisionsports.tv

Eurovisionsports Eurovisionsports.tv si è rivelato davvero eccezionale: 12 canali live, senza commentatori in italiano, ovviamente, e molto spesso anche senza commenti internazionali (insomma sembra di essere davvero Pechino a seguire le Olimpiadi), che grazie alla tecnologia Flash è molto più veloce di tanti altri servizi che spesso vengo subissati da richieste di connessioni tanto da farli collassare.
Le trasmissioni si vedono benissimo, peccato che non si possano mettere a tutto schermo. Peccato, inoltre, che dei 12 canali non mostri mai un anteprima di quello che sta trasmettendo (come invece accade per il portale di Rai Sport che è in grado di visualizzare anteprime live dei suoi 6 canali), costringendo l’utente, quindi, a cliccare su tutti i canali prima di trovare quello che si vuole guardare.
C’è una comoda guida EPG che, in base all’evento, ci dice in quale Channel andare a guardare, ma risulta un po’ complicato e poco intuitivo andarsi a scorrere tutti gli eventi, anche perché tutti gli orari di inizio trasmissione sono indicati in GMT: essendo noi, con l’ora legale, GMT+2, agli orari indicati dovremmo aggiungere 2 ore!

Una cosa particolare del servizio è che, come scritto, dopo 20 minuti lo streaming si interromperà automaticamente e, dopodicché, occorrerà ripremere Play. Purtroppo sembra che funzioni solo con Internet Explorer e con Macromedia Flash 7.0.25.

Tutti i siti dove vedere le Olimpiadi in streaming

Ricapitolando, quindi, ecco dove vedere le Olimpiadi in streaming su internet:

  • NBC Olympics on the Go
  • Yalp di Alice Telecom Italia
  • Eurovisionsports
  • Rai Sport (scarica la playlist per vedere in streaming i canali Rai con VLC o Windows Media Player)
Tag:adobe, flash, microsoft, olimpiadi, rai, silverlight, streaming, tv, vlc, windows media player, wmv, youtube
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Ago 5 2008

Youtube trasmetterà le Olimpiadi ai 77 paesi che non hanno acquistato i diritti televisivi. Come vedere i giochi olimpici sul portale Rai, sul iPhone e su Windows Vista

Posted by Antonio Troise
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Olimpiadi Beijing 2008 Se in Italia e in molti altri paesi europei e del Nord America, le Olimpiadi verranno trasmesse regolarmente sulle televisioni nazionali dai grandi network locali che hanno acquistato i diritti televisivi, nel resto del mondo, e in particolare in 77 Paesi tra i quali l’India, la Corea del Sud e la Nigeria, il servizio verrà, per la prima volta, offerto da Youtube, ovviamente solo su piattaforma PC anziché televisiva.

Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, quindi, la famosa manifestazione avrà un proprio canale televisivo per il quale produrre e gestire i propri contenuti. E tutto grazie a Youtube, che, a partire dal 6 Agosto 2008 (i Giochi iniziano l’8 Agosto ma dal 6 saranno trasmesse le anteprime legate al grande evento sportivo del 2008) e per tutti i 17 gironi dei Giochi Olimpici, trasmetterà video servizi con durata massiama di 10 minuti, per un totale di 3 ore al giorno al massimo, preparati dallo stesso Comitato Olimpico Internazionale (che useranno i video della Rete Olympic Broadcasting Services) all’indirizzo youtube.com/beijing2008.

Ma la particolarità è che, a poter approfittare di questo evento, saranno solo i Paesi in cui nessuna televisione ha acquistato i diritti delle Olimpiadi, proprio per non andare contro ai grandi network televisivi che hanno comprato l’esclusiva della diretta. Il tutto sarà garantito da un sofisticato sistema di filtraggio messo in atto da Google che analizzerà l’area di provenienza degli utenti per bloccare tutti quelli che provengono dall’Europa e dal Nord America. Infine, per evitare di cadere nelle già numerose cause legali per violazioni di copyright sugli spezzoni televisivi presenti su Youtube, i suoi tecnici dovranno rimuovere tutti i video delle Olimpiadi catturati dalla televisione e diffuse senza autorizzazione.

Il numero degli spettatori di YouTube, però, a detta di molti, potrebbe tuttavia essere relativamente ridotto, ovvero attorno ai 200 milioni di persone, visto che la maggior parte dei 77 Paesi raggiunti dal servizio ha un’estensione territoriale piuttosto limitata. La Cina, inoltre, paese ospitante delle Olimpiadi, non permetterà ai propri abitanti di utilizzare il contenuto di YouTube: i suoi 180 milioni di utenti video Internet si rivolgeranno a un’altra fonte online, ovvero CCTV.com, la divisione Internet della China Central Television.

Insomma, se da un lato il fatto che Youtube possa a trasmettere, nei paesi che non possano permetterselo, il più grande evento mondiale del tutto gratuitamente, è una grande opportunità oltre che un segno dei tempi che cambiano, visto che ora per la prima volta la copertura dei Giochi sarà globale e completa sul fronte online. Il fatto, però, che in Italia il canale beijing2008 di Youtube non potrà essere visto, è un po’ un peccato anche perchè, se stavate pensate che con qualche proxy si poteva risolvere la situazione, dovete sapere che la maggior parte è situata in America che, tra gli altri, è proprio uno degli stati a cui è preclusa la visione del canale. Bisognerà quindi andare a puntare qualche proxy orientale facente parte della lista dei 77 candidati.

In realtà, però, vi sono altri modi per vedere le Olimpiadi 2008.

Vedere le Olimpiadi su Windows Vista

Si chiama NBC Olympics on the Go il servizio che dovrebbe partire in contemporanea con le Olimpiadi di Pechino 2008 e che consentirà proprio la visione su Internet, gratis e in streaming, degli eventi sportivi che avranno luogo in Cina. Da un’iniziativa congiunta di NBC, Microsoft e del team che gestisce l’organizzazione che permetterà all’utente, grazie alla tecnologia Silverlight di Microsoft, di scegliere il canale in base allo sport ma solo a partire da 12 ore dopo che l’evento abbia avuto luogo. Inoltre i video saranno scaricabili, tuttavia solo per la durata dei giochi.

La nota dolente è che i video saranno visibili solo sui sistemi operativi Windows Vista Ultimate e Home Premium. L’intenzione di Microsoft appare sin troppo evidente: premiare chi è passato a Vista, peraltro solo a quelle due versioni, e spingere chi ancora usa XP ad aggiornare il proprio sistema all’ultimo OS di casa Redmond. A ciò si aggiunge anche il tentativo di invogliare al download di Silverlight, rivale storico di Flash.

Vedere le Olimpiadi online con la Rai

La Rai ha comprato i diritti delle Olimpiadi 2008 e, fortunatamente, le metterò a disposizione su tutte le piattaforme: terrestre, digitale, satellite, internet e, inoltre, sulla telefonia mobile! La principale novità Rai per Pechino è l’Olimpiade non stop sul web con un’offerta senza precedenti: sullo speciale sito Pechino2008.rai.it, realizzato da RaiSport in collaborazione con RaiNet, sarà possibile seguire tutte le gare della rete olimpica Rai2 e anche quelle in onda su RaiSport Più. Inoltre, in esclusiva per il web rai, saranno online 6 flussi video con audio e grafica internazionale che permetteranno di vivere 24 ore su 24 gli eventi olimpici, con dirette in streaming trasmesse dai singoli campi gara. Nel menu è possibile trovare anche i video degli highlights e clip on demand. Infine, si potranno trovare anche nomi, numeri, statistiche e video clip d’archivio delle edizioni precedenti.

Vedere le Olimpiadi sull’iPhone

In teoria, Rainet, la società che gestisce il portale Rai.it, aveva anche avuto l’idea di rendere disponibile la visione delle Olimpiadi, anche su iPhone, tramite l’installazione di un applicativo a parte. L’annuncio dell’operazione doveva arrivare per fine Luglio, ma ancora non è stato confermato nulla. Quel che è certo è che dopo i Giochi Olimpici, il sistema verrà applicato anche a Rainews 24 e Televideo Rai.

UPDATE: E’ possibile vedere le Olimpiadi in diretta anche sul sito Yalp di Alice Telecom Italia che ha predisposto un canale dedicato alle Olimpiadi 2008.

Tag:download, flash, gratis, Internet, iPhone, microsoft, Mobile, olimpiadi, rai, silverlight, streaming, televisione, tv, Video, web, windows-vista, youtube
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Giu 19 2008

Arriva Rai4: una televisione che prende spunto dal web

Posted by Antonio Troise
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Dal 14 Luglio 2008 sul digitale terrestre arriva un nuovo canale, Rai4, indirizzato esclusivamente ad un target tra i 15 e i 35 anni con una programmazione giovanile e con qualche idea presa direttamente dal web.
Che sia un caso che il giorno di nascita di questa nuova televisione sia proprio l’anniversario della presa della Bastiglia e con essa della Rivoluzione Francese o una cosa voluta, sta di fatto che a sentire i dirigenti Rai4 (ancora non si sa se sarà questo il suo nome definitivo) dovrebbe essere la nuova realtà televisiva che prende spunto a pieni mani dalla realtà di internet, dei blog e del web 2.0, della User-Generated Content, di Youtube e di Myspace.

Quindi, oltre ad una programmazione classica, fatta di serie cult americane, cartoni animati, programmi musicali e di film (tipo la programmazione di Italia1, che prosegue idealmente il target di RaiGulp, che ha una fascia prescolare sino ai teenager di 14 anni), Rai4 dovrebbe andare anche un po’ oltre, sperimentando un terreno nuovo e diverso da quello delle televisioni generaliste. Forse prendendo spunto dal canale di Telecom Italia, QOOB, l’obiettivo principale di Rai4 è quello di trasformare gli spettatori in autori, capaci di interagire e contribuire a creare quello che va in onda. Un pubblico che sceglie e che abbia gli strumenti per farlo, intervenendo su ciò che va o non va in onda, proponendo il proprio materiale. Un po’ come avviene nelle serie americane in cui i forum, i blog e le petizioni online, riescono ad esercitare una pressione tale da modificare certi sviluppi narrativi, anticipare o posticipare la fine di alcuni personaggi, o addirittura far ricominciare una serie che era stata terminata precocemente (come nel caso di Jericho).

E se non doveste bastarvi, sappiate che a Gennaio 2009, è prevista la nascita di Rai5, anche se ora non si conoscono bene tutti i dettagli.

Come avete intuito, Rai4 vuole essere costruita con gli stessi elementi di collaborazione proprio del web, speriamo solo che, come solitamente è accaduto in passato, la televisione non cannibalizzi le idee genuine, prima facendole proprio, quindi espandendole all’ennesima potenza (sfruttando la potenza delle trasmissioni broadcast via etere) per poi sviscerarle della loro anima vitale.

Tag:dtt, rai, televisione, web, Web 2.0, youtube
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Giu 5 2008

42, il numero che contiene il tutto: dai tunnel gravitazionali a Douglas Adams passando per Lost

Posted by Antonio Troise
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Pare che questo numero, frutto della fervida immaginazione del celebre scrittore di fantascienza Douglas Adams, ricorra più spesso di quello che si possa immaginare. Se è vero che Google risponda con “42” alla domanda “answer to life the universe and everything” (”la risposta alla vita, all’universo e ad ogni altra cosa”), allora forse c’è una ragione in più che avvalorerebbe questa ipotesi del numero che contiene il tutto.

Se il 42 è presente anche nella misteriosa serie numerica di Lost (i cui numeri possono essere ricavati risolvendo “Il Polinomio di Shaw-Basho” e se trasformate in coordinate potete trovare una piccola isola sperduta nell’oceano Atlantico), è anche vero che questo numero ricorre laddove nessuno prima era riuscito nemmeno ad immaginare.
A ricordarcelo è stato Giavasan:

Immaginate, in linea del tutto ipotetica, di riuscire a scavare un lunghissimo tunnel che da un estremo della superficie terrestre arriva al suo esatto opposto attraversando il centro del pianeta.
Una navicella creata per scivolare in un tunnel di questo tipo non avrebbe bisogno di alcuna propulsione: la prima metà del viaggio sarebbe garantita dall’attrazione gravitazionale, mentre la seconda metà, superato il centro della terra, consisterebbe in una progressiva frenata che la farebbe emergere a velocità zero all’altro estremo della superficie.
A queste condizioni la durata del viaggio è facilmente calcolabile: 42 minuti.

Immaginate ora di collegare con un simile tunnel gravitazionale due città europee, situate quindi sullo stesso lato di un emisfero terrestre. Anche se il centro del pianeta non viene attraversato, il tunnel riuscirebbe ancora a fornire tutta l’energia necessaria al viaggio perché si stenderebbe interamente al di sotto della superficie terrestre.
Certo, la velocità prodotta dall’attrazione gravitazionale sarebbe minore rispetto al viaggio nord-sud dell’esempio precedente, ma, guarda caso, lo è anche la distanza. E indovinate un po’ qual è il risultato di questo controbilanciamento?

“Qualsiasi sia la coppia di città considerate, il tempo impiegato per attraversare il tunnel gravitazionale che le collega è sempre pari a 42 minuti.”

E’ questo ciò che afferma un video di un documentario di History Channel’s – The Universe, Gravity – che è possibile guardare anche su Youtube:

Nonostante l’argomento, come trattato nel documentario, sembra avere un che di sensazionalistico che sembra svalutarne le basi, pare che, in realtà, nel 1965 il matematico Paul Cooper teorizzò, in un esperimento ideale (come i famosi Gedankenexperimenten tanto cari ad Einstein e sulle cui basi è nata la teoria della relatività), che la maniera più veloce ed efficiente di effettuare un viaggio attraverso i continenti sia proprio quello di attraversare direttamente la terra sfruttando (nel caso di assenza di attrito dell’aria e se la Terra fosse una sfera perfetta), appunto, la caduta libera e la conseguente decelerazione gravitazionale. Il tempo, ovviamente, impiegato sarebbe stato di 42 minuti sia se si passasse dal centro della terra sia se si viaggiasse lontani dal nucleo (ma sempre nelle profondità del nostro pianeta).

In realtà, però, come si legge da un articolo del Time, se si effettuano i calcoli più precisamente, si scopre che il tempo impiegato è precisamente di 42,2 minuti Altri dettagli matematici è possibile trovarli qui, dove il tutto viene riportato ad una equazione di un oscillatore lineare.

E’ anche vero però che, se qualcuno pensa che tutto ciò sia la dimostrazione implicita alla geniale e creativa mente di Douglas Adams, deve ricredersi, perché nel 1993, a più di 10 anni dalla pubblicazione della Guida Galattica per Autostoppisti, e dopo centinaia di teorie più o meno fantascientifiche sull’origine del 42, sul newsgroup alt.fan.douglas-adams, l’autore mise chiarezza nel mistero con una breve risposta:

“La risposta è molto semplice. Era uno scherzo. Doveva essere un numero, un normale, piccolo numero, e io scelsi quello. Rappresentazioni binarie, calcoli in base tredici, monaci tibetani sono solo un completo nonsense. Mi sedetti alla scrivania, fissai il giardino e pensai “42 funzionerà”. Lo scrissi a macchina. Fine della storia. “

Certo, forse ora starete pensando che lo scrittore di fantascienza possa essere entrato in empatia con la natura stessa che gli ha comunicato, in una sorta di messaggio onirico, il numero del tutto, o che forse Douglas, avesse letto l’articolo del matematico Paul Cooper, e che più o meno consapevolmente, ne fosse stato influenzato durante la stesura del suo romanzo.

Qualsiasi sia la risposta, resta il fatto che, in definitiva, lo scopo di questo articolo di instillarvi nuovi dubbi e nuove domande è stato pienamente assolto!

Tag:42, documentario, fantascienza, natura, scienza, velocità, Video, youtube
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Mar 21 2008

Il collasso di Internet nel 2011 e Internet Traffic Report: come monitorare lo stato di salute del web e la qualità del traffico internet nel mondo

Posted by Antonio Troise
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Ieri avevo scritto del probabile collasso (o perlomeno dell’auspicabile forte congestionamento) della Rete entro il 2011. Un allarme lanciato già qualche mese fa ma che ha fatto il giro del mondo nuovamente perché Cisco ha fissato anche una data del crash delle comunicazioni aziendali: il 2011.

Ovviamente non si tratta di semplici profezie apocalittiche bensì di timori circostanziati e fondati dai numeri che potete verificare anche voi stessi. L’improvvisa accelerata del traffico web è dovuta, tra le altre cose, al radicale cambiamento dell’uso del web negli ultimi anni: la famosa era della Youtube Generation, sta stravolgendo le carte in tavola, perché contrassegnata da un universo di giovani e non che considerano ormai il terminale informatico un vero e proprio televisore, dove visionare programmi, clip musicali, video amatoriali.

Monitorare lo stato di salute del web

Ebbene se siete rimasti impressionati da quei dati, allora forse potrà interessarvi anche questo sito: Internet Traffic Report, un sito che vi aggiorna costantemente sulla qualità, da 0 a 100, del flusso di pacchetti del traffico Web (qui potrete monitorare l’Europa) attraverso dei grafici e tabelle molto esplicativi che illustrano la situazione nei diversi continenti, con la possibilità di scendere nel dettaglio fino a rintracciare i vari nodi monitorati, compresi quelli italiani.

Aggiornato ogni 5 minuti segnala anche la dispersione dei pacchetti in rete, primo sintomo di disfunzione del web.

Addirittura è possibile trovare un Widget da installare sulla propria Homepage iGoogle per monitorare con una icona l’indicazione del livello di traffico online: un modo semplice per sapere se aspettarsi collegamenti lenti o veloci su certe dorsali piuttosto che altre.

Analisi dei dati e il mistero Iran
Internet Traffic Report

Nel momento in cui scrivo, l’indice mondiale è pari a 78 ed ha un trend in calo; il picco ovviamente, è presente nel Nord America (con un indice corrente di 89) e mentre in Asia vi è il valore più basso (con un indice di 55, ma questo è anche diretta conseguenza della non raggiungibilità del router iraniano). L’Italia si pone tra gli stati con il miglior rate, con un indice di 82.

Il concetto è che se un continente ha un valore numerico superiore a 80, in quell’area del mondo Internet ha prestazioni ottimali per performance, packet loss e response time minimali. Grazie alla sua granularità sarà possibile scendere sino al singolo router per capire dove risiede il collo di bottiglia. Ma questo, sebbene affascinante, ha anche degli inconvenienti.
Infatti, se provate a controllare l’Asia, vi allarmerete scoprendo che l’Internet Traffic Report segnala connettività zero specificamente per l’Iran. In realtà, dato che l’ITR, come spiegano anche le sue FAQ, si basa su un ping inviato a un elenco specifico di router (che è solo un campione ristretto di quelli effettivamente esistenti), i dati riguardanti l’Iran si riferiscono ad un singolo router (in particolare il router1.iust.ac.ir) e quindi non sono molto indicativi delle condizioni delle comunicazioni in tutto il paese.

Un nuovo incubo

Altrettanto interessante è la pagina degli eventi: qui vengono segnati tutti quegli eventi mondiali che hanno avuto un profondo effetto sul traffico internet globale. Peccato che siano fermi al 2003 ma da questa pagina è evidente che le paure dell’uomo moderno ora rispecchiano la realtà in cui vive: quello che la rete mondiale Internet possa di colpo bloccarsi. Come vedete una società basata sulle tecnologie è più fragile di quanto possa sembrare. Basta ricordare il panico che attraversa paesi come Stati Uniti e l’Italia quando vengono colpiti da black out energetici.

Insomma come una sorta di sismografo del web, forse questo tool potrà divenire davvero utile fra 3 anni quando, a causa del probabile congestionamento del Web, saremo costretti a consultarlo frequentemente, oppure (come mi auspico) resterà solo uno dei tanti siti per gli specialisti. Staremo a vedere!

Tag:traffico web, widget, youtube
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