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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Gen 28 2009

Cronaca di una morte annunciata… dal declino di Microsoft all’ascesa di Apple: il mio punto di vista

Posted by Antonio Troise
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Oggi ho letto una intervista al programmatore e saggista Paul Graham che, ha messo in luce alcuni argomenti interessanti sul rapporto con Microsoft. C’è da dire che queste valutazioni sono sicuramente di parte, dato che Paul è un utilizzatore dei prodotti della Mela da diversi anni, ma non per questo alcune sue speculazioni, non mi hanno fatto riflettere.

Il primo punto interessante è stata l’affermazione, per molti scontata, che:

Microsoft abbia perso rilevanza nel corso degli anni. Perché ha perso smalto e appeal, oltre che mercato. Una volta, dice Graham, era il Mac il computer da regalare ai nonni, perché le piattaforme “toste” erano altre. Oggi è Windows, mentre ancora più di Linux è il Mac ad avere la piattaforma più “sexy” e intrigante per chi voglia usarla creativamente e al 100%, sia in ambito professionale che in ambito softwaristico.

In effetti, quando ero ancora studente, l‘unico punto di riferimento per noi giovani programmatori ed elettronici era il mondo Microsoft, con il suo DOS e il suo Windows 3.11/Windows 95. Francamente avevo solo lontanamente sentito parlare di un altro mondo come quello Apple, ma nessuno dei miei amici, conoscenti o professore ne parlava mai.
Oggi, sembra, invece, che la cosa si sia capovolta: tutti hanno un PC Windows, con i suoi pregi e difetti, mentre adesso il vero status symbol cui fregiarsi è possedere un Mac o un iPhone. Sia perché sono prodotti “più costosi” della norma dei PC o dei telefonini, sia perché in effetti sono oramai universalmente riconosciuti come prodotti differenti, stabili e più potenti, oltre che avere un design elegante e inconfondibile.

Il secondo punto è:

Microsoft è morta nel 2005, più o meno. L’anno dopo la quotazione di Google, avvenuta nell’agosto 2005, piuttosto invece quando l’azienda di Mountain View ha lanciato Gmail come servizio totale. A ucciderla è stato l’inizio del cloud computing, cioè dei servizi attraverso il web che hanno reso indifferente l’uso di questo piuttosto che di quell’altro tipo di computer, basta che abbia un browser compatibile. Il desktop di Microsoft è morto per colpa di Ajax, la tecnologia delle pagine web 2.0, che per ironia della sorte sono in parte state create proprio da Microsoft dato che la X di Ajax è il XMLHttpRequest che permette di far funzionare la pagina come una vera e propria applicazione dal punto di vista della comunicazione con il server e che venne creato da Microsoft per avere una versione web di Outlook che funzionasse come quella applicativa da installare.

Su questo punto penso si potrebbe discutere per ore: oramai molte applicazioni che prima erano solo desktop, si sono spostate sul web, con la nascita della famosa Era del Web 2.0. Si può fare tutto sul web, dalla piattaforma di Office (Google Docs) a Photoshop (Adobe Photoshop Express) e decine di aziende hanno costruito e stanno costruendo la loro infrastruttura IT (comprensiva di server, programmi per la gestione, posta elettronica aziendale) in completo outsourcing facendo mashups di applicazioni e servizi offerti via Internet con la modalità d’uso Web 2.0 che prevede zero installazioni e zero server in azienda.
Ovviamente il Web 2.0 si è potuto evolvere solo perché la banda larga ha iniziato a prendere piede in tutto il mondo e ne è stata quindi la sua naturale evoluzioni tecnologica.

L’ultimo punto, infine, tratta argomenti fin troppo opinabili:

“Sono felice che Microsoft sia morta”, continua Graham. “Era come Nerone o Commodo: un tiranno malvagio nel modo in cui lo possono essere solo quelli che ereditano il potere. Perché bisogna ricordarsi che il monopolio di Microsoft non è cominciato con Microsoft. L’ha ottenuto invece da Ibm. Il mondo del software per le aziende è stato un monopolio a partire dagli anni cinquanta fino al 2005. Praticamente per tutta la sua esistenza. Uno dei motivi per cui il web 2.0 ha così tanta euforia dietro a sé è che per la prima volta, consciamente o no, si capisce che potrebbe finalmente essere finita questa epoca del monopolio“.

Riflessioni personali

In definitiva, non credo che Microsoft sia morta, ma forse è rimasta per troppo tempo ferma, crogiolandosi sui successi del passato. Forse ha saputo investire male le sue ricerche, forse ha a capo una classe dirigenziale non all’altezza, forse credeva di possedere il monopolio ma poi lo ha perso per troppa sicumera. Resta il fatto che Microsoft sta assistendo ad una involuzione dell’utente medio che ora guarda altrove, alle alternative, tanto da lasciare il mondo di Windows e affini come l’ultima spiaggia sui cui approdare.

Io non ho nulla contro l’azienda di Bill Gates, per anni l’ho seguita e ammirata (ricordo quando lessi tutto di un fiato il libro di Bill Gates “La strada che porta a domani“), ho programmato sulla sua piattaforma a partire dal atavico Visual Basic 4, ho usato con soddisfazione Windows 2000 e, un po’ meno, Windows XP, ho installato a tutti i miei amici e colleghi tutte le patch per far funzionare a dovere il sistema operativo di casa Redmond (le portavo sempre con me sui floppy disk), ma ad un certo punto è stato naturale cambiare, guardare al di là, perché notavo una sorta di staticità nel mondo Microsoft. Qualche anno fa avevo intenzione di programmare per la piattaforma Windows Mobile, ma alla fine ho desistito in quanto non vi era una soluzione univoca. Windows .NET rendeva le mie applicazioni sempre più complesse e incompatibili con le vecchie versioni realizzate. Windows Vista imponeva limiti e restrizioni inutili e quanto mai pesanti.

Passare ad Apple è stata una prova, e sono passato dal Macbook Pro all’iPod Touch: una scelta migliore dopo l’altra che mi lasciano quella sensazione di poter sempre contare su un futuro migliore. Ho iniziato a programmare per l’iPhone con l’SDK che mette a disposizione gratuitamente la Apple e tutto risulta chiaro e delineato (unico scoglio imparare bene Objective-C e Cocoa Touch), uso il mio portatile come mai ho usato tutti i portatili Asus, Acer, Compaq e Toshiba che ho avuto in precedenza. Molte applicazioni per il mondo Mac sono migliori di tante altre per Windows. Vi è una sorta di organicità e coerenza che rende usare i prodotti della mela un vero piacere. E la semplicità insita in ogni cosa, non è indice di superficialità o carenza.
Proprio ieri ho installato una applicazione per iPhone/iPod Touch di nome Wanted, una applicazione presente in App Store (per ora gratuita) che consente di creare, con pochi semplici passaggi, dei veri e propri manifesti stile “Ricercato” (appunto Wanted) con le foto presenti su iPhone e con la possibilità di aggiungere oggetti come cappelli, baffi, pistole, trecce e stelle da sceriffo. In tre minuti ho scaricato l’app, l’ho aperta, preso una foto, realizzato il mio fotomontaggio, salvata l’immagine, aperto un’altra applicazione gratuita HP Print, che ha rilevato la mia stampante di rete e ha stampato su carta 10×15 il mio wanted personalizzato. Una semplicità disarmante che mi ha colpito. Una semplicità che Apple è riuscita a trasferire anche sui prodotti di terze parti grazie ad un SDK davvero rivoluzionario. Dalla mia esperienza (ma potrei sbagliarmi) non esiste nessun altro prodotto che è in grado di dare una esperienza così concreta e user friendly come quello che possono offrire i prodotti di Cupertino (anche se a volte taluni prodotti dimostrano ancora di seguire qualche ferma ostinazione e i dettami di una semplice convinzione personale di chi li realizza, piuttosto che seguire le richieste degli utenti).

Questa non voleva essere un elogio a Apple, ma una disamina neanche troppo approfondita (sarebbero troppi gli argomenti da trattare e troppo vasti i temi da affrontare), una serie di riflessioni a braccio, sul mondo Apple e Microsoft, partendo da degli spunti di riflessione sulle idee di Paul Graham. Spero di non avervi annoiato.

Tag:Apple, bill-gates, Google, iPhone, microsoft, Web 2.0, Windows
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Gen 15 2009

L’importanza della frequenza di aggiornamento del monitor CRT per la salute dei nostri occhi: come evitare lo sfarfallio dello schermo

Posted by Antonio Troise
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La frequenza di aggiornamento dello schermo è uno di quegli argomenti da molti sottovalutato ma in realtà è un elemento essenziale per la salute di chi siede davanti ad un monitor, soprattutto per la salute dei nostri occhi! Io ritengo che una delle cose che bisognerebbe sempre insegnare a chi lavora, per 10 minuti come per 8 ore, davanti ad un monitor CRT (ovvero quelli a tubo catodico, mentre quelli LCD non soffrono di questo problema) è di impostare correttamente la frequenza di refresh (la frequenza con la quale viene ridisegnata l’immagine sullo schermo). Mi è capitato più volte di vedere persone che lavoravano su monitor da 22”, 24′ e 30”, magari anche a risoluzione elevate (1280 × 1024 o 1600 × 1200), ma con una frequenza di refresh impostata di default a 60HZ! Una errata impostazione della frequenza di refresh può produrre un fastidioso sfarfallio dello schermo, che spesso può essere causa di mal di testa e affaticamento degli occhi. Il fenomeno è possibile riscontrarlo anche quando avviamo alcuni videogiochi che sono in grado di settare in modo arbitrario il refresh-rate e/o la risoluzione.

La salute degli occhiQuesto sfarfallio è molto fastidioso e per chi, come me, è abituato a settare sempre la massima frequenza di aggiornamento del proprio monitor, si accorge subito di una impostazione errata del refresh video (quando anni fa usavo le prime distribuzioni Linux mi capitava di non trovare i driver corretti per la mia scheda video ed ero obbligato a lavorare a frequenze basse che dopo 5 minuti mi facevano lacrimare gli occhi!). Ma per chi invece, come spesso si incontrano nei posti di lavoro, dove l’alfabetizzazione informatica si riduce solo a come usare Outlook e Word, è abituato a lavorare da sempre con frequenze basse, sarà normale vedere il proprio monitor produrre dello sfarfallio delle immagini e giù a critiche che lavorare tutto il giorno su un monitor a fine giornata stanca gli occhi! Io credo che, invece, una delle cose importanti da insegnare nei posti di lavoro, sia anche come evitare questo problema!

Il comportamento di default di Windows e le cause del problema

In parte credo che il problema sia da imputarsi alle impostazioni di default di Windows perché imposta alla frequenza più bassa il refresh del monitor, nonostante possa gestire tranquillamente quelle più alte. Inoltre, l’opzione di settaggio della frequenza di aggiornamento del monitor è nascosta tra le varie opzioni avanzate dello schermo, e, mentre quella di impostazione della risoluzione dello schermo è facilmente individuabile, quella per il refresh del monitor, non lo è altrettanto (indice, forse, di una scarsa usabilità del sistema operativo di casa Microsoft); probabilmente il motivo di questa scelta è che si considera, a torto, il settaggio del refresh dello schermo come una impostazione avanzata del sistema e se si imposta una frequenza troppo alta c’è il rischio che il monitor si possa rompere, ma francamente non mi è mai capitato che l’autorilevazione della frequenza di Windows sbagliasse, soprattutto se si lascia abilitata l’opzione “Nascondi modalità non visualizzabili con questo monitor“.

In generale vale la regola che maggiore è la risoluzione, maggiore dovrebbe essere la frequenza di aggiornamento. Per cui, ogni volta cambiate risoluzione dello schermo, è necessario anche modificare la frequenza di aggiornamento del monitor. E credo che sia anche questa una delle cause di molti problemi nei posti di lavoro: alla prima installazione, il tecnico preposto setta la risoluzione e la frequenza migliore, poi quando se ne va, l’operatore, come è logico che sia, inizia ad impostare la propria risoluzione preferita ed ecco che avviene il fattaccio e la frequenza di refresh si imposta automaticamente su quella più bassa!

Come impostare la frequenza di refresh del monitor CRT

Se è Windows, in parte, a generare questi problemi, sul sito della Microsoft esistono anche delle ottime guide su come Regolare lo sfarfallio del monitor, come Modificare la risoluzione dello schermo e come Ottenere la visualizzazione ottimale sui monitor LCD e CRT. Inoltre, se disponete di un monitor LCD, forse vi sarà utile anche consultare la guida sull’uso di ClearType per aumentare la leggibilità del testo.

In pratica, però, per modificare la frequenza di aggiornamento dello schermo, basta fare clic sul pulsante Start, scegliere Pannello di controllo, e cliccare sull’icona Schermo che vi porterà direttamente sulla scheda Impostazioni dello schermo, che è la stessa finestra da dove siete soliti modificare la risoluzione dello schermo (oppure, più semplicemente, fare click col tasto destro del mouse sul Desktop e selezionate la voce Proprietà dal menu contestuale che si aprirà; quindi andare nella scheda Impostazioni). Ora dovrete cliccare sul tasto “Avanzate” presente in basso a destra. Dalla finestra che si aprirà, selezionare la scheda “Monitor” e da qui sarà possibile selezionare, da un menu a tendina, una nuova frequenza di aggiornamento.

Refresh Monitor

Per la regolazione del monitor occorrerà qualche istante. Per mantenere le modifiche, fare clic su Applica. Se non si applicano le modifiche entro quindici secondi, verrà ripristinata la frequenza di aggiornamento originale (le modifiche apportate alla frequenza di aggiornamento riguardano tutti gli utenti che accedono al computer). Di solito, per evitare lo sfarfallio, è sufficiente impostare la frequenza più alta tra quelle disponibili nel menu a tendina, ma potete provare voi stessi fino a che frequenza il fastidioso fenomeno non di presenta.

Come impostare la frequenza di refresh del monitor LCD

Altro discorso vale invece per i monitor LCD per i quali esiste hanno una risoluzione nativa fissa; in sostanza, la visualizzazione ottimale si ottiene solo con una determinata impostazione. Per esempio, nel caso di monitor da 17″ questa risoluzione di norma è di 1.280 x 1.024 pixel; con un valore diverso lo schermo deve interpolare l’immagine e si ha una forte perdita della qualità.
Conviene quindi usare sempre la risoluzione nativa. Con questi monitor, inoltre, conviene di solito impostare nelle Proprietà dello schermo di Windows la frequenza di refresh al valore di 60 Hz. In questo modo il convertitore A/D (analogico/digitale) del monitor ha più tempo per riconoscere i singoli pixel e convertirli in segnali. Con certi modelli, però, si è verificato che con l’impostazione a 75 Hz funziona meglio la calibrazione automatica. E’ preferibile dunque provare gradualmente le varie frequenze orizzontali, attivando poi ogni volta la funzione di calibrazione automatica.

Tag:computer, crt, frequenza, lcd, leggibilità, monitor, occhio, refresh, risoluzione, salute, usabilità, Windows
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Nov 26 2008

IEEE 1667: in arrivo lo standard di autenticazione delle porte USB per impedire la copia non autorizzata dei dati sensibili sui dischi esterni USB

Posted by Antonio Troise
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Il nuovo standard IEEE 1667, in corso di standardizzazione presso l’”Institute of Electrical and Electronics Engineers” (IEEE) (l’autorità che si occupa delle certificazioni in campo elettronico ed elettrico), è la nuova tecnologia che farà storcere il naso a molti ma che darà maggiore sicurezza alle aziende che potranno così godere di una maggiore riservatezza dei loro dati. Nato con l’obiettivo di bloccare la visualizzazione di dispositivi USB da parte del sistema, il suo scopo ultimo sarà quello di impedire la copia di dati presenti sul computer su dispositivi removibili come hard disk esterni e pennette USB.

In realtà la richiesta di questo nuovo standard arriva direttamente da tutte quelle aziende che, purtroppo, sono state toccate dal furto di dati sensibili e che guardano con sospetto ai numerosi, economici e sempre più capienti dispositivi USB come ad una fonte possibile di dispersione se non furto di dati ed informazioni riservate.

Uno standard che mette d’accordo tutti

Con l’adozione dello standard IEEE 1667, l’unico modo per far vedere al computer un dispositivo sarà di passare per un processo di autenticazione e di convalidazione, salvo altre impostazioni decise dalle aziende, che potranno decidere quali dispositivi potrete collegare al vostro PC aziendale e in assenza delle quali non saranno in grado di essere visti dal sistema. In pratica si potranno completamente bloccare le porte USB senza ricorrere a metodi empirici come sistemi proprietari o configurazioni particolari che disabilitano le porte USB, ma solo con sistemi non standardizzati che obbligano ad acquistare software aggiuntivi o a seguire procedure complesse.

Il nuovo formato, infatti, non è dipendente da una piattaforma e potrà funzionare su differenti sistemi operativi, chiaramente previo supporto. Microsoft, tra i grandi promotori dello standard, dovrebbe integrare il supporto IEEE 1667 in Windows 7, nella speranza che, come accade su molte configurazioni su Windows Vista, questa autenticazione non sia solo di intralcio agli utenti.

Per maggiori dettagli tecnici sullo standard IEEE 1667, potete leggere questo articolo di Computer.org: Authentication in Transient Storage Device Attachments.

Tag:drive_usb, hard-disk, IEEE, IEEE 1667, microsoft, security, sicurezza, standardizzazione, usb, Windows
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Nov 24 2008

Taskbar Repair Tool Plus: quando nella taskbar di Windows XP non vengono più mostrate le finestre ridotte ad icona

Posted by Antonio Troise
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Vi è mai capitato, sul vostro PC Windows, di iconizzare una o più finestre e di non riuscire più a ritrovarle nella barra delle applicazioni? Devo dire che è alquanto sconfortante cercare le finestre iconizzate perché ogni vostro tentativo risulterà vano. Anche se provate a riavviare il PC o a giocare con le opzioni della taskbar, il risultato sarà sempre lo stesso: ogniqualvolta iconizzate una qualsiasi finestra, questa sparirà e non sarà possibile recuperarla, se non con la combinazione di tasti Alt+Tab, per scorrere tra le diverse applicazioni aperte (perché il processo resta comunque attivo). Non sono riuscito a capire quale sia la causa che genera questo comportamento anomalo di Windows, ma sembra che sia un problema abbastanza frequente, tanto che uno sviluppatore indipendente ha realizzato appositamente il tool Taskbar Repair Tool Plus!, che tra le varie funzionalità e tweaks che risolvono alcune problematiche con la barre delle applicazioni, la traybar e l’avvio veloce, ha anche la possibilità di ripristinare la visualizzazioni delle icone dei programmi minimizzati.
Nonostante richieda una registrazione di $5 per attivare alcune particolari funzionalità avanzate, per risolvere il nostro problema, possiamo benissimo procedere senza alcuna registrazione.

Procedura

Sarà, infatti, sufficiente scaricare da qui il programma (che non richiede installazione) e, una volta aperto,

Taskbar Repair Tool Plus!

basterà scegliere, dal primo menu “Taskbar Problems“, la voce “Minimized Programs Missing”

Taskbar Repair Tool Plus!

e cliccare sul tasto “Repair“.

Quindi, verrà visualizzato una richiesta di autorizzazione al restart del processo Windows Shell, che impiegherà alcuni secondi e non richiederà alcun logoff o reboot del sistema:

Taskbar Repair Tool Plus!

Cliccando sul tasto OK, la barra delle applicazioni sparirà per qualche secondo, dopodiché, come per magia, riappariranno tutte le finestre iconizzate!

Per i più curiosi, potete dare un occhiata al codice Visual Basic Script utilizzato per ripristinare la Taskbar: xp_taskbar_desktop_fixall.vbs. Come vedete, vengono modificate diverse chiavi di registro di Windows, tra cui:

HKCU\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Group Policy Objects\LocalUser\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\Explorer\

HKLM\Software\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\Winlogon\Shell

HKCU\Software\Microsoft\Internet Explorer\Explorer Bars\{32683183-48a0-441b-a342-7c2a440a9478}\

Se non siete esperti, non modificate a mano le chiave del registro di configurazione di Windows, ma eseguite direttamente questo programma, e in pochi secondi avrete ripristinato il vostro sistema.

Tag:explorer, icone, regedit, taskbar, Windows
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Nov 7 2008

Come trasformare il proprio portatile in un Hotspot Wi-Fi per collegare il vostro iPod Touch o iPhone ad internet senza spese

Posted by Antonio Troise
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Uno dei problemi maggiori per chi possiede un iPod Touch (e in parte anche per chi ha un iPhone e non ha un abbonamento Flat per il 3G) è che, in mancanza di una rete Wi-Fi, è impossibile navigare e usare i vari applicativi che hanno bisogno di un accesso diretto alla rete. Inoltre, a differenza degli smartphone con Windows Mobile (e il suo Active Sync), anche se si collega il proprio iPod Touch, attraverso il suo cavo USB, al proprio Mac/PC connesso ad internet (via cavo se, evidentemente non si ha una connessione Wi-Fi) non è possibile sfruttare la condivisione delle rete ma si può solamente sincronizzarlo con iTunes. Inoltre, se non si ha una rete Wi-Fi, è anche impossibile inviare documenti, o foto al proprio iPod Touch/iPhone (per usarlo come un vero e proprio hard disk esterno) attraverso applicazioni come AirSharing, Discover o Files Lite.
In poche parole, senza Wi-Fi, il proprio iPod Touch risulta un prodotto menomato.

Scegliere un laptop hotspot o un router Wi-Fi

Oggi, quindi, vi voglio spiegare dettagliatamente come trasformare il proprio Mac o PC in un hotspot Wi-Fi senza dover spendere dei soldi per acquistare un router wireless. Ovviamente il proprio computer dovrà avere anche una scheda wireless (integrata o esterna): se dovesse mancare, dovete valutare se acquistarne una o, a questo punto, puntare direttamente sull’acquisto di un router wireless. Considerate, però, che se avete bisogno di di questa funzionalità, per esempio, solo a casa, allora mi sento di consigliarvi l’acquisto di un router Wi-Fi; se, invece, siete soliti portare con voi sempre il vostro fidato portatile e volete essere certi di poter navigare, scaricare aggiornamenti e applicativi da iTunes Store, e sfruttare al meglio le decine di applicazioni che avete installato sul vostro iPod Touch, allora la scelta migliore è quella di leggere questa guida e configurare un vero hotspot in 2 minuti sul vostro portatile.

Configurare il proprio Mac come Hotspot Wi-Fi

Aprire “Preferenze di Sistema” e cliccare sull’icona “Condivisione“.

Laptop Hotspot 1

Si aprirà la seguente schermata:

Laptop Hotspot 2

nella lista dei servizi da attivare, in fondo, troverete la voce “Condivisione Internet” che selezionerete. Quindi alla voce “Condividi la tua connessione da” selezionate, dal menu a tendina, l’interfaccia che volete condividere. Nel nostro caso “Ethernet“.
Infine, alla voce “Ai computer che usano” selezionate, dalla lista delle porte, la voce “Airport” (che altro non è che il Wi-Fi):

Laptop Hotspot 3

Ora non ci resta che configurare i parametri della connessione Wi-Fi, in particolare il nome della network (che coincide con il nome dell’hotspot che il vostro iPod, o qualunque altro dispositivo wireless, vedrà disponibile) e che tipo di cifratura usare.
In particolare, cliccate sul tasto “Opzioni Airport…” e, nella finestra che apparirà, inserite il “Nome network” (nel nostro caso “zen-wifi” ma è un esempio, potete scegliere, qualunque altro nome di vostra fantasia), lasciate il “Canale” in “Automatico” e abilitare la voce “Abilita criptatura (utilizzando WEP)“, altrimenti chiunque potrebbe accedere alla vostra rete wireless condivisa. Quindi inserite una password di vostra scelta, facendo attenzione che, per una chiave WEP a 40 bit, è sufficiente una password di 5 caratteri, mentre una chiave WEP a 128 bit, richiede una password di almeno 13 caratteri.

Laptop Hotspot 4

E’ noto che la protezione WEP è da tempo obsoleta poichè non offre il massimo della sicurezza sulla cifratura; se, però, impostate la chiave a 128 bit e la password non è troppo banale (su WEP Key Generator potrete trovare un generatore di chiavi WEP a diverse cifrature), allora sicuramente costituirà un primo ostacolo per i navigatori occasionali che si dilettano con il wardriving.

A questo punto non resta che abilitare la condivisione internet, spuntando la voce “Condivisione internet” dalla lista dei servizi del pannello delle “Condivisioni“.

Dopo aver confermato l’attivazione del servizio:

Laptop Hotspot 5

finalmente abbiamo attivato il nostro Hotspot Wi-Fi sul nostro Macbook!

Laptop Hotspot 6

Vi accorgerete dell’attivazione di un hostspot sul vostro portatile perchè, nella barra dei menu in alto, comparirà la seguente icona:

Laptop Hotspot 7

Ora ovunque siate (ovviamente solo laddove potete accedere ad una collegamento internet via cavo), potete attivare la vostra personale rete Wi-Fi, in modo da poter utilizzare il vostro iPod Touch o iPhone, ma anche il vostro smartphone Symbian o Windows Mobile, senza spendere soldi con una connessione 2G/3G o con un abbonamento Wi-Fi pubblico.

Configurare il proprio PC Windows come Hotspot Wi-Fi

Per Windows il ragionamento è analogo. Vi invito, però, a vedere un video creato da CNET TV dal titolo: “Make your laptop a hotspot” in cui verrà spiegato passo passo, come configurare un hotspot sul proprio portatile con Vista e con Mac OS X.

Purtroppo la spiegazione illustrata per i Mac, nella seconda parte del video, è solo per Mac OS X Tiger (anche se molto simile a quella per Leopard): è per questo che deciso di spiegarla, altrettanto dettagliatamente, in questo mio articolo.

Tag:condivisione, hotspot, iPhone, ipod-touch, itunes, mac, Mac os x, password, smartphone, symbian, Video, wep, wi-fi, Windows, windows-mobile, wireless
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Nov 3 2008

La psicologia del risparmio: analogie tra l’ardita scommessa di Codeweavers e l’isterismo di massa all’apertura del nuovo Trony della Romanina a Roma

Posted by Antonio Troise
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CodeWeavers è la software house che ha sviluppato CrossOver, un tool basato su W.I.N.E., che serve ad eseguire software Windows su sistemi Mac e Linux, senza la necessità di virtualizzare il sistema operativo di Redmond con programmi tipo VMware Fusion o Parallels, o usando Boot Camp.

L’ardita scommessa di CodeWeavers

Nel Luglio 2008 la software house, per pubblicizzare il proprio prodotto, indisse un’iniziativa singolare, il “Great American Lame Duck Presidential Challenge“, promettendo che avrebbe regalato per un giorno, Crossover Linux Pro e Crossover Mac Pro (i software di punta dell’azienda che normalmente costano dai 37 ai 64 dollari), se il Presidente Bush, prima della fine del proprio mandato, fosse riuscito a raggiungere almeno uno degli obbiettivi d’interesse nazionale prefissati dall’azienda.
Fra questi obiettivi da raggiungere c’era anche l’abbassamento del prezzo della benzina, che sarebbe dovuto calare di almeno un dollaro, da 3.79$ a 2,79$ il gallone.

Ebbene, contro ogni previsione, a causa dell’andamento dell’economia mondiale e senza alcun intervento di Bush, il prezzo è sceso sotto i 2,79 dollari al gallone (almeno nel Minnesota dove ha sede la società) e CodeWeavers, mantenendo la sua promessa, il 28 Ottobre 2008 ha quindi reso disponibile una form tramite cui ottenere il proprio seriale.

Come era facile attendersi, il giorno in cui fu indetto il Giveaway Day, il sito è stato ovviamente preso d’assalto e, per l’intenso traffico, è risultato irraggiungibile per gran parte della giornata (in seguito è stata allestita una pagina temporanea per continuare la promozione).

I risultati sono ora sotto gli occhi di tutti: in sole 24 ore sono state regalate qualcosa come 750.000 licenze che sono costate quasi 45 milioni di dollari!
Ma ciò, ovviamente, ha prodotto anche un aumento del 400% della base di utilizzatori e potenziali clienti di ulteriori upgrade.

Ciò a fatto si che la Codeweavers è stata costretta a cancellare tutte le altre scommesse (se il costo delle case fosse sceso, se la disoccupazione fosse diminuita o se Bin Laden fosse stato catturato) per scongiurare altri fatali Giveaway Day.

Ovviamente la cifra di 45 milioni di dollari di mancato fatturato è del tutto teorica perché credo che tra gli oltre 750.000 utenti, pochissimi avrebbero realmente acquistato la licenza ufficiale.

Io, per esempio, ho provato le demo di Crossover, anche l’ultima 7.1, ma non sono mai stato soddisfatto in quanto supporta troppe poche applicazione. Per cui non ho ritenuto vantaggioso prendere la licenza di un prodotto che, al momento, considero immaturo. Ma tanti altri, invece, si sono prodigati nel download per il solo motivo di avere una versione gratuita di un software a pagamento, anche se poi non sapevano che farsene. Sono venuto a conoscenza di alcuni utenti Windows che si sono affrettati a scaricarsi la licenza, scoprendo poi che i programmi funzionavano solo in ambiente Linux o Mac OS X.

L’isterismo di massa all’apertura del nuovo Trony della Romanina a Roma

Questa corsa all’oro mi ha fatto venire in mente una scena che mi rimarrà in mente per molto tempo: l’isterismo di massa all’apertura del nuovo Trony presso il centro commerciale Domus della Romanina a Roma. L’evento di ordinaria follia è accaduto, sarà un caso, esattamente il giorno dopo il Giveway Day della Codeweavers, ovvero il 29 Ottobre 2008.

Io ho avuto la sfortunata idea di farci un salto il primo giorno di apertura. Ho visto scene che mai avrei immaginato: gente che, in attesa anche dalla sera prima, scavalcava i cancelli per essere tra i primi ad entrare, porte a vetri rotte pochi secondi dopo l’apertura del centro commerciale, signore con le mani insanguinate perché spinte dalla folla delirante verso quelle porte di vetro rotte. E ancora folli corse per accaparrarsi l’ultimo pezzo superscontato, sia di ragazzini, che di anziani con in mano la macchinetta del caffè scontata di 80 euro. Quindi 2-3 ore di fila per pagare alla cassa il proprio bottino. Ho visto gente che aveva riempito, letteralmente, intere buste con i prodotti scontati e, anche, chi voleva portarsi a casa il televisore LCD di esposizione perché erano finiti quelli in promozione.

Ma quello che più mi ha colpito è vedere come la gente potesse essere presa dal raptus del cieco acquisto: ho visto gente che, una volta terminata la Xbox 360 Arcade in promozione a 99 euro, prendeva in tutta corsa, senza neanche informarsi, la Xbox 360 normale che costava 239 euro (saggiamente posizionata dagli inservienti Trony affianco a quelle scontate). Ho visto anche gente che, siccome non potevano comprare due prodotti dello stesso tipo in promozione (dato l’esiguo numero disponibile), li abbandonava nei dintorni delle casse, e persone che le afferavano senza neanche domandarsi quanto costavano e se erano, effettivamente in offerta. Ho visto gente chiedere alla cassa e alle persone in fila se qualcuno avesse lasciato qualsiasi cosa, dal navigatore satellitare al cellulare. Ho visto gente afferrare dagli espositori quanta più roba poteva, senza minimamente controllare il prezzo.

L’idea di poter comprare merce a prezzi stracciati (fino all’esaurimento di questi prodotti) ha attirato migliaia di persone sin dalla sera prima. Alle cinque del mattino erano un centinaio in fila e alle nove, come le cavallette, erano oltre cinquemila, a fine serata più di quattordicimila.

Ora, dopo aver visto queste scene, non mi meraviglio che vi sia stato un afflusso di oltre 750.000 persone per un software gratuito che solo un piccolissima parte userà realmente!

Tag:benzina, CrossOver, mac, prezzo, risparmio, Trony, Windows
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Ott 6 2008

Tips Mac: VNC client e server integrati in Mac OS X Leopard e Mocha VNC per iPhone/iPod Touch

Posted by Antonio Troise
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Qualche giorno fa ho avuto la necessità di raggiungere, con la condivisione schermo, un PC con Windows XP. Essendoci installata, però, la versione Home di XP, non ho potuto usare il protocollo RDP preinstallato solo sulle versioni Professional (nel qual caso avrei usato come client Mac l’avanzato e veloce Remote Desktop Connection 2.0), e ho dovuto, quindi, installare un server VNC dedicato. Tra le varie soluzioni open source di condivisione schermo avevo deciso di adottare l’ottimo server VNC TightVNC, perché è ottimizzato per connessioni lente.

Così, nel ricercare un buon client VNC freeware per Mac OS X, sono andato a spulciare su varie directory come MacUpdate e VersionTracker. Tra quelli consigliati ho provato Chicken of the VNC, a detta di molti uno dei migliori client per il mondo Mac. Ma i risultati non sono stati dei più soddisfacenti: nonostante fossi in un rete lan privata, quindi a velocità teorica minima di almeno 10 MB/s, il feedback era insoddisfacente e le risposte ai comandi tornavano al client molto lentamente. Infatti, sebbene l’invio fosse rapido ed immediato, sullo schermo condiviso impiegava parecchi secondi a visualizzare il cambiamento, cosa che rendeva ingestibile il server Windows. E’ sufficiente pensare che, se sul client muovevo il mouse da una parte all’altra dello schermo, sul PC effettivamente vedevo il cursore spostarsi dopo una frazione di secondo, ma sul mio schermo questo ci metteva dai 5 ai 10 secondi, e più tempo restavo connesso al server, più lentamente rispondeva il sistema.
Per risolvere il problema ho provato anche ad aprire la porta 5900 sul mio firewall (quella di default per i server VNC) pensando fosse un problema di NAT del mio router ma i risultati non sono migliorati. Il bello è che se usavo un client VNC per Windows, come quello incluso in TightVNC, tutto funzionava molto velocemente. Era evidente, quindi, che esisteva qualche sorta di incompatibilità software tra il mio client Mac e il server per Windows.

VNC client integrato in Mac OS X

Screen Sharing Mac OS X Leopard Così mi sono messo alla ricerca di una alternativa più veloce dei normali clienti per Mac OS X che si trovavano in giro e mi sono imbattutto, in una soluzione quantomeno inaspettata. Infatti, forse non tutti sanno che su Mac OS X 10.5 Leopard è presente una soluzione integrata alla condivisione schermo con VNC sia come client che come server e questa è risultata essere la migliore in assoluto.

Infatti, per quanto riguarda il client, nella nella directory “/System/Library/CoreServices” (o nella versione italiana “/Sistema/Libreria/CoreServices/”) è presente l’applicazione “Screen Sharing.app” (o nella versione italiana “Condivisione Schermo.app”) che è possibile richiamare direttamente. Oppure è possibile lanciare l’applicazione da “Connessione al server…” del Finder (oppure anche dalla barra degli indirizzi di Safari) scrivendo il seguente indirizzo:

vnc://192.168.0.2

che non farà altro che aprire l’applicativo di “Condivisione Schermo”. Il valore 192.168.0.2 è un ipotetico indirizzo di classe C di una rete locale e deve essere sostituito con l’indirizzo IP del PC su cui è installato il server VNC (analogamente è possibile usare le url afp://192.168.0.2 per i documenti condivisi col protocollo Apple Filing Protocol, oppure smb://192.168.0.2 per i documenti condivisi con il protocollo Server Message Block di SAMBA delle condivisioni Windows).

Una volta lanciato l’applicativo di “Condivisione Schermo“, verrà dapprima segnalato l’avviso che la connessione non è criptata:

Screen Sharing Mac OS X Leopard

e dopodiché, se impostata sul server, verrà mostrata una maschera su cui inserire una password

Screen Sharing Mac OS X Leopard

e, quindi, verrà aperta una finestra che mostrerà lo schermo condiviso.

Per i più esigenti è possibile aggiungere alcuni comandi evoluti per aggiungere ulteriori controlli alla vostra schermata di condivisione schermo. In particolare, se avviamo il Terminale e scriviamo:

defaults write com.apple.ScreenSharing ShowBonjourBrowser_Debug 1

avviando l’applicazione di Screen Sharing, avremo una nuova finestra, chiamata Bonjour Browser, che fornisce l’elenco di tutti i Mac in rete e permette di selezionare quello con cui avviare la sessione di controllo remoto.

Se invece scriviamo, sempre sul Terminale:

defaults write com.apple.ScreenSharing
‘NSToolbar Configuration ControlToolbar’ -dict-add ‘TB Item Identifiers’
‘(Scale,Control,Share,Curtain,Capture,FullScreen,GetClipboard,SendClipboard,Quality)’

si avranno alcuni controlli aggiuntivi, come la possibilità di passare velocemente dalla semplice osservazione remota al controllo, oppure inibire l’uso del mouse e della tastiera remota, e, infine, aumentare o ridurre dinamicamente la qualità della visualizzazione nel caso di reti lente o congestionate.

Devo dire che questa soluzione integrata in Leopard è nettamente più veloce e reattiva di tutte le soluzioni freeware installate in precedenza, con un tempo di ritardo di soli qualche frazione di secondo: un tempo più che accettabile!

Se questa applicazione vi risulta utile, è possibile spostarla direttamente nella cartella “Applicazioni” oppure fare un drag e drop sul Dock per creare un collegamento diretto.

VNC server integrato in Mac OS X

Per abilitare, invece, la condivisione schermo con VNC, senza dover installare prodotti di terzi parti, ma sfruttando invece la soluzione proposta da Apple nel suo sistema operativo Leopard, occorre andare in “System Preferences” (“Preferenze di Sistema” in italiano) e selezionare l’icona “Sharing” (“Condivisione” in italiano )

Screen Sharing Mac OS X Leopard

e, quindi, nella sezione “Service” (“Servizio”) abilitare “Screen Sharing” (“Condivisione Schermo”)

Screen Sharing Mac OS X Leopard

e, se necessario, cliccando sul pulsante “Computer Settings…” (Impostazioni computer…) è possibile impostare anche la password di VLC:

Screen Sharing Mac OS X Leopard
RDP anche su Windows XP Home

Il Desktop Remoto di Windows XP Professional è uno strumento di amministrazione remota che funziona con il protocollo proprietario Microsoft RDP (Remote Desktop Protocol) che usa la porta 3389. Uno dei vantaggi nell’usare RDP, oltre ad essere molto veloce anche in presenza di connessioni lente, è che il protocollo di comunicazione è crittografato, (anche se talune versioni di VNC Server prevedono la crittografia) cosa che renderà assai improbabile che qualcuno possa intercettare con uno sniffer di rete la propria password. Tra gli svantaggi, quello forse più fastidioso, è che è previsto un utente attivo per volta, ovvero non è possibile mantenere la sessione locale attiva mentre c’e’ un utente connesso via RDP (la console locale rimane bloccata e chiede l’inserimento della password per lo sblocco). Per questo motivo, probabilmente, VNC risulta superiore.

In ogni caso, se volete usare il protocollo RDP anche su sistemi con installato Windows XP Home (che non sono dotati di supporto al Desktop remoto o ai Terminal Services), è necessario bypassare il controllo del sistema operativo il quale permette l’installazione del Desktop Remoto solo sui sistemi Professional. Qui, trovate un ottima guida, anche se credo che, a meno di non avere particolari esigenze, convenga usare un server VNC.

VNC per iPhone e iPod Touch

Mocha VNC Un altro modo veloce per collegarsi ad un server VNC, solo se questo è anche in una rete wi-fi locale, consiste nell’usare un applicativo per iPhone e iPod Touch: Mocha VNC. Tramite questa app, è possibile effettuare delle connessioni remote ai vostri PC Windows o Mac Apple, con la possibilità di usare risoluzioni video fino ad un massimo di 1680×1200, colore a 8-32 bit e protocollo di connessione standard VNC protetto e criptato, il tutto con una intuitiva interfaccia touch.

Il software ha due versioni: una lite freeware ed un’altra full a pagamento (al costo di $5.99), che in più ha il controllo del click del tasto destro del mouse, una tastiera modificata e migliorata e la possibilità di inviare la sequenza Ctrl+Alt+Canc per i sistemi Windows.

Mocha VNC

Io l’ho provato nelle sua versione lite e devo dire che, se si esclude il fatto che, date le ridotte dimensioni del display che costringe molto spesso a spostare le finestre da una parte all’altra dello schermo, è molto intuitivo e comodo, soprattutto per gestire velocemente un server VNC senza la necessità di accendere un pc/mac.

Tag:app, Apple, condivisione, firewall, freeware, iPhone, ipod-touch, leopard, Mac os x, NAT, password, protocollo, router, samba, TightVNC, Tips, Tips Mac, vnc, Windows
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Set 26 2008

iTunes 8 Modding: personalizzare le immagini dei generi musicali e dove poterle trovare, eliminare il link ad iTunes Store, disabilitare il backup automatico, creare un account iTunes senza carta di credito per usare Genius e altri trucchi per iPhone

Posted by Antonio Troise
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La nuova release di iTunes, la versione 8, oltre ad aver introdotto interessanti caratteristiche come il controverso, per questioni di privacy, Genius e i raggruppamenti per genere musicale, ha anche aggiunto alcune limitazioni che prima non erano presenti. Ecco, quindi, tutta una serie di trucchetti per Mac OS X e per Windows XP/Vista per aggirare alcune caratteristiche di iTunes 8 (e farlo funzionare come il vecchio iTunes 7.x) e per personalizzare le immagini dei generi musicali. Non mancheranno, inoltre, alcun tips per iPhone.

Personalizzare le immagini dei generi musicali su iTunes 8

Una delle novità più interessanti di iTunes 8 è quello di poter raggruppare i propri album musicali per genere musicale, in modo da visualizzare con una sola immagini tutte le canzoni appartenenti a quel genere. Nonostante, però, le immagini inserite di default su iTunes 8 siano ben fatte (anche se non rappresentano tutti i generi musicali esistenti) spesso nasce, in ognuno di noi, la necessità di poter personalizzare le varie icone. Ecco come fare su Mac OS X.

Con il vostro editor di immagini preferito realizzate una immagine del genere musicale da voi scelto nel formato JPG, grande 256×256 pixel e con risoluzione 72ppi.
In particolare:

Movie Genre Artwork: 171 x 256 pixels
Music Genre Artwork: 256 x 256 pixels

Quindi salvatela con un nome tipo genre-yourgenrename.jpg (esempio: genre-newwave.jpg) nel percorso “/Applications/iTunes/Contents/Resources“.

iTunes Resources

Infine, per far si che iTunes riconosca l’immagine e la associ al genere musicale scelto, è necessario editare il file genres.plist presente nella directory di iTunes 8 Resources (fare “Show Package Contents” sull’icona di iTunes e navigare fino alla cartella “/Applications/iTunes/Contents/Resources“) e aggiungere le seguente righe per ogni immagine:

Ovviamente, sostituite Newwave e genre-newwave.jpg con i nomi desiderati per classificare i generi musicali.

Ora, quando aprirete iTunes, andate nella Vista a Griglia e selezionate la vista per Generi e potete finalmente vedere le vostre artwork così come le avete realizzate.
Ecco un esempio di come da CMYK Thoughts ha personalizzato le sue categorie:

iTunes Resources - Example

Se non avete molta fantasia, o semplicemente non avete voglia di dover creare una immagine per ogni genere musicale, allora potete prendere spunto da questo gruppo di Flickr dove sono stati raggruppati, e disponibili anche per il download, tutte le immagini professionali usate per i generi di iTunes 8: Flickr: Pool di iTunes Genres e al momento ospita ben 369 membri con all’attivo 265 immagini!

Qui ho trovato anche i generi musicali e di filmati che iTunes riconosce di default con il relativo badge (tra parentesi sono indicati i generi equivalenti a cui fanno riferimento alcuni sottogeneri musicali):

MOVIES
======
action
adventure
classic
comedy
documentary
drama
family (kids)
fantasy (scifi)
holiday
horror
independent
kids
music
romance
sci fi (scifi)
science fiction (scifi)
scifi
short film
shorts (short film)
sports
thriller
western

MUSIC/PODCASTS/TV SHOWS
==================
alternativa (alternative)
alternative
alternrock (alternative)
altrock (alternative)
animation
audiobook (book)
bandas sonoras (soundtrack)
blues
book
children
christian
clasica (classical)
classic (TV show only)
classica (classical)
classical
classique (classical)
colonne sonore (soundtrack)
comedy
country
dance
dance hall (raggae)
drama
electronic
electronica (electronic)
electronica (electronic)
electronique (electronic)
elettronica (electronic)
family (kids)
fantasy (scifi)
filmmusik (soundtrack)
folk
gospel (christian)
hip hop
holiday
house (dance)
j pop (jpop)
jazz
jpop
Kayokyoku
kids
klassik (classical)
latin
latina (latin)
musica internacional (world)
musica latina (latin)
musica para ninos (childrens)
musica per bambini (childrens)
musical score (soundtrack)
musik fur kinder (childrens)
musique de films (soundtrack)
musique latino-americaine (latin)
musique pour enfants (childrens)
musiques du monde (world)
new age
nonfiction
pop
punk (alternative)
r b
rap (hip hop)
reality
reggae
religious (christian)
rhythm (r b)
rock
sci fi (scifi)
science fiction (scifi)
scifi
soul (r b)
soundtrack
spoken
sports
techno (dance)
teen
trance (dance)
vocal
weltmusik (world)
world

iTunes Store Link Deleter

Se la Genius Bar si può facilmente nascondere, evitando così quella sorta di pubblicità personalizzata che ci viene proposta, non altrettanto si può dire, in iTunes 8, per il simbolo della freccia che compare accanto ad ogni brano della libreria e costituisce un link all’album presente sullo Store online.

iTunes Link

Infatti, iTunes, oltre ad essere un ottimo applicativo per gestire i propri file multimediali, è anche un programma che si interfaccia direttamente con l’iTunes Store. A volte, però, può risultare troppo invadente l’affinità tra iTunes e iTunes Store, e trovare, per ogni ogni brano selezionato il link immediato del brano che indirizza l’utente direttamente all’album presente sullo Store di Apple, può risultare fastidioso.

Con iTunes 7, la sua visualizzazione o meno, poteva essere impostata direttamente dalle Preferenze del programma, mentre su iTunes 8 questa possibilità, inspiegabilmente, non è più presente. Ecco, quindi, che ci viene in aiuto una utility gratuita, per Mac OS X, che risolve egregiamente il problema, eliminando quella invadente piccola freccia che ci invita ad acquistare l’album in riproduzione: iTunes Store Link Deleter. Una volta lanciato, si potrà abilitare la possibilità di scegliere se mostrare o meno il link allo Store musicale, agendo direttamente sul file delle preferenze di iTunes 8 com.apple.iTunes.plist.

iTunes Store Link Deleter
iTunes Link

Ovviamente è possibile anche, per gli utenti Mac OS X, lanciare un comando da Terminale per non visualizzare i collegamenti all’iTunes Store:

Se siete, invece, utenti Windows, occorre modificare il file iTunesPrefs.xml (presente sotto “%appdata%\Apple Computer\iTunes“) inserendo subito dopo la scritta:

la seguente stringa per rimuovere i link a iTunes Music Store:

Disabilitare la colonna Genere della vista browser

Quando con iTunes 8 si sfoglia la propria collezione musicale utilizzando l’opzione Vista/Mostra browser, appare anche la colonna Genere che apparentemente non può essere disabilitata. Chi, però, desidera visualizzare solo le colonne Artista e Album può digitare la seguente stringa nel Terminale di Mac OS X (Applicazioni/Utility):

Per ripristinare l’opzione di default è sufficiente riscrivere la stringa avendo cura di sostituire FALSE con TRUE.

Se siete utenti Windows, occorre, invece, modificare il file iTunesPrefs.xml (presente sotto “%appdata%\Apple Computer\iTunes“) inserendo subito dopo la scritta:

la seguente stringa per nascondere il genere durante il browsing:

Disabilitare il backup automatico di iTunes per iPhone e iPod

Con l’introduzione dell’iPhone 3G e del tanto atteso firmware 2.0, Apple ha introdotto in iTunes il backup automatico dei dati ogni qual volta si effettui una sincronizzazione dell’iPhone o dell’iPod iTouch, rallentando inevitabilmente il processo di sincronizzazione. Il problema, infatti, è che, spesso, il backup può essere una operazione abbastanza lunga ed impiegare anche diversi minuti, a seconda della quantità di dati da salvare e delle applicazioni installate. Ecco, quindi, che ci viene in aiuto una utility freeware tutta italiana, iPhone/iTouch Backup Disabler (IBD), un programma per Mac OS X che, modificando un parametro di iTunes, permette di disattivare/riattivare il backup automatico lasciando tuttavia la possibilità di effettuarlo manualmente.

iPhone/iTouch Backup Disabler (IBD)

Un altra applicazione simile, sempre per Mac OS X, è BackupDisabler.

In pratica, però, per chi fosse interessato, questi programmi non fanno altro che lanciare questi comandi (e che potete eseguire anche voi dal Terminale):

Disabilitare Backup

Abilitare Backup

Se, invece, disponete di un PC Windows XP/Vista, potete modificare manualmente il file iTunesPrefs.xml (presente sotto “%appdata%\Apple Computer\iTunes“), andando nella sezione “User Preferences” e incollando il seguente testo subito dopo il primo :

Salvate il file e riavviate iTunes: da questo momento è disabilitato il backup automatico. Per riabilitarlo di nuovo eliminate il frammento XML dal file iTunesPrefs.xml.

Un altra alternativa, sicuramente più semplice, è quella di usare un applicativo per Windows, che esegue per noi tutte queste operazioni sul file di preferenze iTunesPrefs.xml. Si chiama iTunesBackupDisabler ed è stato realizzato da un altro sviluppatore italiano.

iTunesBackupDisabler

iTunesBackupDisabler è possibile scaricarlo gratuitamente da qui:
iTunesBackupDisabler – Sorgenti C e progetto VC6
iTunesBackupDisabler – Eseguibile stand-alone.

Creare un account iTunes senza carta di credito per usare la funzione Genius

Per usare la funzione Genius è necessario essere registrati su iTunes Music Store ma per farlo occorre avere una carta di credito. Il problema è che non tutti dispongono di una carta di credito (anche se è sufficiente inserire una carta prepagata come Paypal o una semplice iTunes Gift Card per comprare musica su iTunes Store Music). Quello che non tutti sanno, però, è che è possibile creare un account senza carta di credito, anche se sarebbe teoricamente fatto solo per le scaricare le applicazioni gratis dall’App Store per il proprio iPhone o iPod Touch. Basta collegarsi su questo sito: http://support.apple.com/kb/HT2534.

Gestire il nuovo effetto visivo Magnetosphere di iTunes 8

Per quanti desiderassero controllare il comportamento del nuovo effetto visivo Magnetosphere integrato in iTunes 8,

Magnetosphere

ecco la lista dei comandi che è possibile impartire attraverso la tastiera:

  • ?: abilita e disabilita la schermata di aiuto
  • M: modifica la modalità di visualizzazione
  • P: modifica la gamma
  • I: visualizza le informazioni sulla traccia in esecuzione
  • C: alterna il ciclo automatico
  • F: alterna la modalità di blocco
  • N: alterna la Modalità Nebulosa
  • L: attiva o disattiva il movimento della camera

Per entrare nell’effetto visivo e uscirne è sufficiente il comando Mela+t (o command+t, per chi ha le nuove tastiere). Gli affezionati dei vecchi effetti visivi, invece, possono reimpostarli seguendo il menu Vista, Effetti Visivi, ed abilitando Effetti Visivi iTunes Classic.

iPhone Configuration Utility

Per gestire l’iPhone in un ambiente aziendale (dove i dipendenti ricevono esemplari aziendali di iPhone) Apple ha rilasciato iPhone Configuration Utility 1.0.1 per Mac OS X e permette di modificare e creare profili di configurazione, settare la connessione Wi-Fi, l’APN, creare account Exchange, controllare le impostazioni di posta elettronica e impostare i permessi per lavorare con sistemi enterprise.

Alcuni trucchi per iPhone/iPod Touch

Ecco una breve lista di alcune funzioni più o meno nascoste dell’iPhone/iPod Touch:

  • Salvare le immagini in Safari: quanto troviamo un immagine navigando con Safari è sufficiente cliccarci sopra e tenere premuto per poi selezionare Salva Immagine perché venga salvata nel rullino fotografico.
  • Fare uno screenshot: per fare uno screenshot con l’iPhone firmware 2.0 o superiore basta cliccare contemporaneamente il tasto sleep e il tasto home. Lo screenshot verrò automaticamente salvato nel rullino fotografico.
  • Iniziare un periodo: quando scriviamo è sufficiente fare doppio click su Spazio perchè venga automaticamente digitato un “.” con relativo spazio (tale funzione può essere disabilitata dalle impostazioni dell’iPhone).
  • Caratteri alternativi: tenendo premuto su una lettera della tastiera, visualizzaremo dei caratteri alternativi o le vocali accentate.
  • Scegliere l’icona dei web-link: quando aggiungiamo una pagina sulla homa della springboard cliccando su “Aggiungi a Home”, è possibile scegliere l’icona da visualizzare semplicemente zoomando su una particolare porzione della pagina web, in modo da visualizzarla nell’icona che verrà creata.
  • Aumentare la durata della batteria: l’iPhone ha un sensore che rileva la luce ambientale. L’iPhone usa questo sensore soltanto una volta per sessione, non appena viene dato lo “sblocco”, per cui se si poggia un dito sul sensore mentre si fa lo “sblocco” del telefono, l’iPhone “crederà” di essere in una stanza buia e diminuirà la luminosità del display. Assicuratevi inoltre di aver disattivato wifi, ssh e bluettooth quando non vengono utilizzati.
  • Scrivere su una tastiera più grande: se stiamo usando Safari è possibile scrivere con una tastiera più grande semplicemente ruotando l’iPhone.
  • Riavviare l’iPhone: quando l’iPhone rimane bloccato è possibile forzarne il riavvio tenendo premuti i tasti sleep e home fin quando il dispositivo non si spegne e riaccende (logo mela).
  • Url Hints: tramite Safari, tenendo premuto su un link, apparirà l’URL ed il nome del sito relativo.
  • Scroll veloce: se stiamo usando un’applicazione, o Safari, e vogliamo ritornare all’inizio della pagina, è sufficiente tenere premuto per qualche secondo il dito sulla barra superiore.
Dove scaricare i firmware per iPod Touch

Download firmware 2.1: iPod2,1_2.1.1_5F138_Restore.ipsw
Scarica firmware 2.0.1: iPod1,1_2.0.1_5B108_Restore.ipsw
Download firmware 2.0.0: iPod1,1_2.0_5A347_Restore.ipsw

Scarica firmware 1.1: iPod1,1_1.1_3A101a_Restore.ipsw

Download firmware 1.1.1: iPod1,1_1.1.1_3A110a_Restore.ipsw
Scarica firmware 1.1.2: iPod1,1_1.1.2_3B48b_Restore.ipsw
Download firmware 1.1.3: iPod1,1_1.1.3_4A93_Restore.ipsw
Scarica firmware 1.1.4: iPod1,1_1.1.4_4A102_Restore.ipsw
Download firmware 1.1.5: iPod1,1_1.1.5_4B1_Restore.ipsw

[via apple-blog.info]

Dove scaricare i firmware per iPhone 2G e 3G

Tra parentesi viene indicata la versione del baseband.

Firmware per l’iPhone prima generazione
Download firmware 1.0.0: iPhone1,1_1.0_1A543a_Restore.ipsw (03.11.02_G)
Scarica firmware 1.0.1: iPhone1,1_1.0.1_1C25_Restore.ipsw (03.12.08_G)
Download firmware 1.0.2: iPhone1,1_1.0.2_1C28_Restore.ipsw (03.14.08_G)

Scarica firmware 1.1.1: iPhone1,1_1.1.1_3A109a_Restore.ipsw (04.01.13_G)
Download firmware 1.1.2: iPhone1,1_1.1.2_3B48b_Restore.ipsw (04.02.13_G)

Scarica firmware 1.1.3: iPhone1,1_1.1.3_4A93_Restore.ipsw (04.03.13_G)
Download firmware 1.1.4: iPhone1,1_1.1.4_4A102_Restore.ipsw (04.04.05_G)
Scarica firmware 2.0.0: iPhone1,1_2.0_5A347_Restore.ipsw (04.05.04_G)

Download firmware 2.0.1: iPhone1,1_2.0.1_5B108_Restore.ipsw (04.05.04_G)
Scarica firmware 2.0.2: iPhone1,1_2.0.2_5C1_Restore.ipsw (04.05.04_G)
Download firmware 2.1: iPhone1,1_2.1_5F136_Restore.ipsw

Firmware per il modello 3G dell’iPhone

Download firmware 2.0.0 3G: iPhone1,2_2.0_5A347_Restore.ipsw (01.45.00)
Scarica firmware 2.0.1 3G: iPhone1,2_2.0.1_5B108_Restore.ipsw (01.48.02)
Download firmware 2.0.2 3G: iPhone1,2_2.0.2_5C1_Restore.ipsw (02.08.01)

Download firmware 2.1: iPhone1,2_2.1_5F136_Restore.ipsw

[via apple-blog.info]

Tag:backup, flickr, iPhone, ipod-touch, itunes, Mac os x, Musica, paypal, privacy, Tips, Tutorial, Windows
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Set 17 2008

Asus Eee Box B202: è nato il rivale low cost del Mac Mini? Piccolo come un libro, silenzioso ma non supporta i filmati HD e non ha drive ottico

Posted by Antonio Troise
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Dall’8 Settembre 2008 è iniziata la commercializzazione del nuovo Asus Eee Box B202 basato su piattaforma Intel Centrino Atom e mi sto interessando al prodotto per avere una soluzione low-cost di un PC piccolo e silenzioso da lasciare in salotto sotto al mio televisore LCD da 32” per attività di background. Avevo anche pensato all’acquisto di un Mac Mini, ma il costo dell’Asus Eee Box (il cui design, comunque, ricorda più un Apple TV che un Mac Mini) è nettamente inferiore (anche perché probabilmente lo sono anche le sue prestazioni rispetto al piccoletto della Apple): 249€ dell’Asus Eee Box contro i 499€ del Mac Mini.

EEE Box
Caratteristiche

Da come si legge sul sito del produttore, l’Asus Eee Box B202 pesa solamente un chilogrammo ed è piccolo come un comune libro (215.9 x 177.8 x 25.4 mm); è equipaggiato con un processore Intel® ATOM N270 1.6 GHz, 1GB di RAM DDR2, 80GB di HardDisk da 5400 RPM ed una scheda video integrata GMA950 con connettività garantita dal Wi-Fi 802.11n e 1 Gigabit LAN. Inoltre ha una uscita DVI-I, un’uscita audio S/PDIF e una per cuffia, un lettore di card 5 in 1, 4 porte USB 2.0 e sistema operativo Microsoft Windows XP Home (è compatibile comunque con Linux mentre il prezzo del prodotto comprende anche i 30 dollari della licenza di XP).

Asus Eee Box Fronte & Retro

Con la tecnologia ASUS Express Gate permette un tempo di avvio di soli 7 secondi; è estremamente silenzioso e rispettoso dell’ambiente, poiché genera al massimo 26 decibel di rumorosità e consuma fino al 90% in meno di energia rispetto ad un PC desktop tradizionale. Inoltre, utilizza uno speciale modulo di dissipazione del calore dotato di una ventola la cui velocità viene regolata automaticamente in base alla temperatura interna.

L’estrema attenzione per l’ambiente di Eee Box è poi ribadita anche dall’utilizzo di materiali eco-compatibili in conformità con gli standard RoHS e WEEE per la massima tutela ambientale. Con il supporto VESA standard 75/100 è facilmente installabile dietro qualsiasi display LCD ed è disponibile in due colori: bianco e nero.

Caratteristiche Asus Eee Box B202
OS Windows XP Home
Processore Intel Atom N270 (1.6 GHz, FSB 533, 512KB cache L2)
Memoria DDRII 1 GB
Hard Disk 80 GB
Chipset 945GSE + ICH7M
Scheda Video IGP Intel GMA 950 integrata, 1600 x 1200 risoluzione massima
Connettività 10/100/1000 Mbps LAN, WiFi 802.11a/b/g/n , Bluetooth opzionale
Card Reader SD, SDHC, Mini SD, (Micro SD con adattatore) ; MMC,
MMC plus, MMC4.x, RS MMC, RSMMC4.x (MMC mobile con adattatore);MS,MS PRO
Scheda Audio Azalia ALC888 Audio Chip
Porte Frontali 2 x USB 2.0
1 x Headphone-out jack (WO/SPDIF)
1 x MIC
1 x Card Reader; SD, SDHC, Mini SD, (Micro SD con adattatore) ; MMC, MMC plus, MMC4.x, RS MMC, RSMMC4.x (MMC con adattatore);MS,MS PRO]
Porte Posteriori 2 x USB 2.0
1 x Gigabit LAN RJ45
1 x DVI out
1 x Line-Out (L/R) con S/PDIF
antenna WiFi
Accessori alimentatore 19Vdc, 4.74A, 65W
Mouse (opzionale)
Keyboard (opzionale)
VESA mount (opzionale)
WiFi antenna
Dimensioni 215.9 x 177.8 x 25.4 mm
Peso Peso netto: 1 Kg
Peso lordo: 3 Kg

Ecco una video recensione di HotHardware:

ASUS Express Gate

Fedele alla filosofia ‘eee’ (Easy – Exciting – Excellent), Eee Box saprà conquistare il pubblico per la sua facilità ed immediatezza di utilizzo, grazie in particolare ad ASUS Express Gate, una tecnologia esclusiva di ASUS, che consente un accesso praticamente istantaneo (circa 7 secondi dall’accensione) ed estremamente semplice a web, posta elettronica, instant messanging, contenuti multimediali e molto altro ancora, senza dover attendere l’avvio del sistema operativo. In pratica, però, l’ASUS Express Gate altro non è che una speciale distribuzione Linux sviluppata da DeviceVM e chiamata Splashtop che utilizza il file system compresso SquashFS (lo stesso impiegato da quasi tutti i LiveCD).

Splashtop

I vantaggi principali di una soluzione di questo tipo sono quello di essere teoricamente immune da virus e quello che viene promosso come “instant-on“. Significa che il sistema viene caricato in modo quasi istantaneo, impiegando solo pochi secondi.

Design

Grazie al design particolarmente accattivante ed al contempo raffinato, Eee Box rappresenta, inoltre, un originale complemento d’arredo in grado di integrarsi armoniosamente in qualsiasi ambiente, non solo in un ufficio o in un negozio, ma anche a casa, in salotto, nello studio.

Asus Eee Box Fronte & Retro

Un punto a favore è la cura nel design soprattutto nella realizzazione del pulsante di accensione che è a sfioramento, poiché data l’estrema leggerezza del sistema, la pressione di dito sul pulsante di accensione meccanico, rischierebbe di spostare all’indietro l’Eee Box.

Prestazioni

Dai test di Silent PC si evince che le prestazioni dell’Asus Eee Box B202 non sono comunque paragonabili ad un media center di basso costo, specialmente se si vuole vedere filmati HD. Per diventare un media center servirebbe un Atom dual core (in arrivo) e un chipset con accelerazione video decente.

Ecco i Pro e i Contro di Silent PC (con qualche mia integrazione):

PRO

* Consumi energetici ridotti fino al 90%
* Molto silenzioso (26db con un massimo di 37db)
* Buone performance
* Wi-Fi integrato
* SPDIF out
* Design curato, piccolo ed è possibile montarlo dietro un monitor LCD con attacco VESA

CONTRO

* Non supporta la riproduzione dei video HD 1080P
* CPU leggermente lenta
* No HDMI
* No DVD / Blu-ray drive
* No Bluetooth (opzionale)

Conclusioni

Insomma ci troviamo di fronte ad un pc dal design accattivante, silenzioso e abbastanza potente, ma non tanto da poterlo usare come un vero e proprio Media Center, per riprodurre filmati in alta definizione, senza supporto (almeno non di default) del Bluetooth integrato (anche se si potrebbero usare una delle 4 porte USB 2.0 per collegarci una antenna wi-fi di quelle micro da 12€) e privo di lettore ottico integrato (si potrebbe rimediare acquistando un drive esterno, da collegare ad una delle 4 porte USB).
Insomma, in definitiva, si tratta di un vero e proprio nettop, secondo la visione di Asus, e che, sostanzialmente differisce dall’EeePC laptop principalmente per la mancanza della batteria e del drive allo stato solido SDD per lo storage.

Tag:alta definizione, asus, Asus Eee, blu-ray, bluetooth, ddr2, hdmi, intel, lcd, pc, sd, televisore, usb-2.0, ventola, wi-fi, Windows
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Ago 25 2008

Quando i dettagli, spesso trascurati dai più, possono migliorare l’esperienza d’uso di un prodotto

Posted by Antonio Troise
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Vi è mai capitato di avere un appuntamento con i vostri amici e, per comunicargli del vostro ritardo, tutti trafelati, gli scrivete un breve e veloce sms per dirgli che state uscendo solo in quel momento? Ebbene io l’ho fatto qualche tempo fa e per avvertire che, contrariamente alle previsioni, stavo uscendo più tardi, avevo scritto, prima di entrare in auto, un sintetico ma efficace messaggio SMS:

Usciamo ora!

Per quanto breve lo scopo era quello di avvertire i miei amici che stavo uscendo solo in quel momento e, visto che di solito, impiegavo 20 minuti a raggiungere la destinazione, non sarei stato da loro prima di quel intervallo di tempo. Ebbene, il messaggio l’ho scritto con il T9 di un Samsung ed ecco che cosa è uscito fuori (potete provare anche voi stessi):

Uragano ora!

Potete capire lo sgomento di chi ha ricevuto l’SMS. Il bello era che quel giorno stava pure piovendo per cui quel sms sembrava una vera e propria conferma di un uragano in corso!

I dettagli

Tutto questo mi ha insegnato che non bisogna mai fidarsi ciecamente della tecnologia ma, anche, che bisogna guardare più spesso i dettagli di quanto normalmente non si fa mai.
Perché dico questo? Perché se il mio Samsung avesse avuto, come d’altronde hanno, per esempio, i cellulari Sony Ericsson, un menu a tendina che in base a quello che digito, mi suggerisce tutte le possibile alternative che il T9 può prevedere, forse avrei evitato questa gaffe! Certo, il problema principale è stato causato da una mia distrazione, ma il compito delle macchine non è anche quello di semplificarci la vita?

Ebbene, credo quindi se un produttore, si soffermasse di più su certi particolari che tutti gli altri invece sono soliti trascurare, si possono ottenere solamente buoni risultati. E’ proprio l’attenzione nei dettagli che, spesso, contraddistingue un buon software o un buon prodotto.

Ed ecco, quindi, che quando penso ai dettagli, mi viene subito in mente il mio Macbook Pro che in quanto a dettagli è una vera manna.
Ne cito solo alcuni:

  • L’alimentatore MagSafe del mio portartile, in confronto agli alimentatori di tanti altri portatili, è davvero piccolo e maneggevole; inoltre il suo attacco magnetico (che si stacca quando qualcuno inciampa nel cavo, evitando che sia il portatile sia una persona possano cadere) e il suo led che segnala lo stato della batteria (in carica/caricato) è un concetto che non esiste sui normali portatili in commercio.
  • Durante un update di sistema, per prevenire eventuali perdite di dati, Mac OS X si accorge se il portatile è alimentato o meno e vi avvisa che è consigliabile collegare il vostro Mac ad una presa di corrente. Su Windows, invece, il sistema di update esegue indipendentemte gli aggiornamenti di sistema e sta a voi controllare il livello della batteria e accertarvi che non vada giù proprio durante una fase critica dell’aggiornamento.
  • Una cosa davvero interessante è il fatto che il volume degli altoparlanti stereo integrati del portatile è gestito differentemente da quello delle cuffie. In pratica i Mac memorizzano due volumi: altoparlanti e cuffie! Infatti, come spesso accade, sono solito lasciare il volume a ZERO in ufficio per non infastidire gli astanti. Ma se collego lo spinotto delle cuffiette ecco che il sistema riporta il volume in base al settaggio dell’ultimo utilizzo.
  • Quando si naviga con Safari e improvvisamente cade la connessione di rete, il browser si accorge del problema e non appena ritorna il collegamento ad internet, esegue il refresh automaticamente, senza costringere l’utente ad effettuare il refresh manuale di tutte le TAB aperte.

Come dire, tutte queste cose, sono solo piccoli dettagli, forse anche obbligatorie per portatili di fascia alta come un Macbook Pro, ma sono questi dettagli che fanno salire la qualità di un prodotto e semplificano la vita delle persone.
Cosa sarebbe accaduto, infatti, se queste qualità non fossero state presenti sul mio Macbook Pro? Niente di particolare: probabilmente questo portatile avrebbe avuto la stessa diffusione di adesso e forse sarebbe stato venduto anche allo stesso prezzo, e forse nessuno ne avrebbe sentito la necessità: d’altronde milioni di utilizzatori di portatili con Windows non ne hanno mai fatto richiesta! Ma ecco cosa sarebbe successo ad un ipotetico utilizzatore distratto e maldestro:

  • Se l’alimentatore non fosse stato magnetico, avrei potuto inciampare nel filo e portarmi appresso il mio portatile, col rischio di danneggiarlo irrimediabilmente.
  • Se non avessi controllato la carica della batteria del portatile, avrei potuto eseguire un aggiornamento di sistema e, magari, durante una frase critica dell’aggiornamento il mio portatile si sarebbe spento, corrompendo, magari il sistema operativo!
  • Avrei potuto vedere un film sul mio Mac la sera tardi con le mie cuffie ma, se accidentalmente le staccassi dal portatile, il volume degli altoparlanti integrati potrebbe svegliare i miei famigliari. Oppure, se invece, sono solito lasciare il volume alto (perché magari sono in un luogo aperto) mentre ascolto la musica con le casse del mio portatile, se mi dimentico di tale settaggio e collegassi le cuffiette al portatile, rischierei di assordarmi!
  • Se uso Safari con molte TAB aperte, al ripristino della connessione internet, dovrei aggiornare manualmente tutte le schede. Anche se usassi la comoda funzione “Aggiorna tutte le schede” dovrei comunque rendermi conto di quando la sessione risulta effettivamente attiva. Al lavoro, i server DNS che gestiscono il mio reparto hanno dei problemi e ogni tanto fanno cadere la connessione: con Safari, non devo fare altro che attendere che lui ritrovi la connessione internete attiva e poi ci penserà lui ad aggiornare le pagine web.

Come vedete, l’attenzione ai dettagli di un prodotto come il Macbook Pro ha fatto si che tante piccole quotidiane disattenzioni non abbiano prodotto situazioni imbarazzanti o pericolose. Probabilmente, anche con questi piccoli dettagli, i Macbook Pro saranno caduti lo stesso, avrei potuto aggiornare lo stesso il sistema operativo senza alimentazione o mi sarei assordato ugualmente con le cuffiette, perché, magari l’ultima volta ascoltavo una musica dal volume molto basso, ma è innegabile che mi trovo davvero bene a poter usufruire di questi caratteristiche che mi semplificano la vita.

Tag:alimentazione, cellulare, Mac os x, macbook pro, safari, sms, t9, Windows
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