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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Mar 16 2018

Debookee, lo sniffer evoluto per Mac OS, si aggiorna con la SSL/TLS decryption

Posted by Antonio Troise
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Avevo già recensito Debookee tempo fa per spiegarvi quanto fosse semplice analizzare i pacchetti di una rete con questo applicativo per Mac OS X.
Riprendo volentieri l’argomento per segnalarvi che finalmente, dopo qualche mese si attesa, è stato aggiunto il modulo per la decriptazione del traffico SSL/TLS.
Come si evince dalla guida il modulo SSL è una estensione del Modulo NA che permette la decriptazione del proprio traffico HTTPS e permette di intercettare i targets impostando un proxy HTTPS per il classico attacco man in the middle (MITM), che è un po’ il funzionamento su cui si basa Debookee.

Definizione della tecnica MITM

Come noto, HTTPS altro non è che un protocollo standard di protezione del traffico in internet che viene utilizzato per garantire trasferimenti riservati di dati nel web. Funziona aggiungendo un livello di crittografia (SSL, Secure Socket Layer) al normale traffico HTTP.
A differenza del traffico HTTP, che essendo in chiaro, può essere sia intercettato che letto e decodificato, il traffico HTTPS, in condizioni normali, può essere solo intercettato ma non decodificato perchè, per definizione, è cifrato.

L’attacco MITM è efficace con il protocollo HTTP perché, essendo il traffico basato tutto su caratteri standard ASCII in chiaro, è molto facile interagirvi, tanto che è semplicissimo, per esempio catturare i cookie di una sessione o leggere gli header http e quindi entrare su un sito web semplicemente sfruttando i cookie di altri utenti connessi alla nostra rete LAN.

Negli anni, data la debolezza intrinseca del protocollo HTTP, si è affermato il protocollo di comunicazione HTTPS che esegue un’autentificazione del server web in base al protocollo handshake SSL e sviluppa un canale di trasporto cifrato in base a tutte le chiavi simmetriche della sessione. Se è vero, quindi, che l’autenticazione del server avviene tramite un certificato SSL, e se è vero che questa autenticazione offre una protezione affidabile contro gli attacchi man in the middle (poiché l’attaccante avrebbe bisogno di un certificato SSL affidabile per spacciarsi come web server), in pratica questa protezione è collegata all’integrità del certificato in uso.
Quindi, con questi presupposti, un attacco MITM può essere anche effettuato su connessioni cifrate HTTPS ma perché abbia successo è necessario che vengano stabilite 2 sessioni SSL indipendenti, una per ogni connessione TCP: una del browser verso l’attaccante, e un’altra dall’attaccante verso il web server.
In genere, però, i browser moderni avvertono l’utente quando il certificato usato da un determinato sito non è valido, ma spesso l’utente è solito ignorare questo avviso ed è proprio questo il punto di rottura della sicurezza intrinseca del SSL. Certo anche per gli utenti più smaliziati è possibile incorrere in casi in cui il certificato del server stesso è stato compromesso oppure il certificato è rilasciato da compagnie fidate CA, CN, come fossero gli originali di quel sito web, ma sono casi più limite.
Infatti, forse una delle debolezze intrinseche del protocollo handshake SSL è che il browser verifica solo se il certificato presentato dal server è stato assegnato da un organismo di certificazione (Certification Authority, CA) affidabile. Il problema è in passato molti di questi CA sono stati compromessi negli anni passati cosicché gli hacker, i servizi segreti e i governi sono stati in grado di creare certificati apparentemente affidabili e approfittare di questi per eseguire attacchi man in the middle.

Il lavoro svolto dai ragazzi che hanno creato Debookee è stato eccezionale, in quanto hanno permesso di semplificare molto il lavoro dell’attaccante.

12 months of work for 1 single click.

1 click SSL/TLS/IMAPS decryption for iPhone/Android/TV/Fridge
No proxy to set anywhere, no bullshit.

-> Debookee v6.0.1 is now publicly available with 2 new modules: SSL & PROhttps://t.co/coP3T8qqiK pic.twitter.com/bCuO4btvrU

— Debookee (@debookee) 27 novembre 2017

Sul manuale c’è un intero esaustivo Capitolo 8 su “SSL/TLS Decryption Module” che spiega cosa accade quando si usano i certificati su Chrome che usa il pinning della chiave pubblica (più propriamente noto come Public Key Pinning Extension for HTTP o HPKP), ovvero un metodo progettato per offrire agli operatori dei siti Web un mezzo per specificare in modo tassativo le CA autorizzate a rilasciare i certificati i propri server. Il tutto viene definito tramite un’intestazione HTTP dal server al browser. L’opzione di intestazione può contenere, ad esempio, un algoritmo a chiave SHA-1 e/o SHA-256, la durata massima del pin, il supporto o meno dei sottodomini e la rigorosità del pinning.

Se un certificato per il dominio del proprietario del sito Web viene rilasciato da una CA non elencata (ossia, non “fissata”), un browser che supporti il pinning della chiave pubblica mostrerà un avviso di attendibilità. Il proprietario del sito Web può contare sul fatto che le CA prescelte non rilasceranno erroneamente un certificato per il proprio dominio. Spesso queste CA pongono restrizioni su chi può richiedere il rilascio di un certificato per i domini specifici del proprietario, fornendo così un livello aggiuntivo di sicurezza contro il rischio che i certificati vengano erroneamente rilasciati a soggetti non autorizzati.

Per bypassare tutto ciò è necessario installare il Debookee’s Certificate Authority sul nostro obiettivo target (e non sul computer Mac su cui gira Debookee) e seguire la semplice procedura che passa attraverso l’installazione di un mitmdump dal sito http://mitm.it:6969.

Test della decriptazione

Per abilitare Debookee al Modulo SSL è sufficiente andare nel Pannello SSL/TLS e dalla maschera di configurazione decidere se abilitare la decrittazione per tutti i target o anche per il proprio.

Siccome durante l’installazione dell’applicazione ho accettato l’installazione nel Keychain di Mac OS del certificato CA di Debookee, mi mostra con un led verde che la funzione di decriptazione del traffico per il proprio traffico (Own Traffic) era già abilitata e disponibile. Invece, per altri target, la funzione non lo era perché occorreva installare localmente il certificato Debookee (operazione fatta di volta in volta seguendo le brevi indicazioni).

A questo punto, quando si attiva lo sniffer del proprio traffico e si inizia a navigare su qualche sito, invece di avere il laconico messaggio “Can’t decrypt TLS yet” della versione analizzata nella precedente recensione (perché app come Netflix, Paypal e Eni Gas e Luce, almeno nella fase di autenticazione, usavano comunicazioni criptate)

Debookee NA 3

ora è possibile analizzare la url completa della richiesta GET/POST e anche il dettaglio di ogni connessione che transita nel canale cifrato di tutto il traffico locale

Durante la prova mi sono anche imbattuto in qualche sito che non accettava il certificato di Debookee in una chiara dimostrazione di quello che prima mi ero accinto a spiegare sul Public Key Pinning Extension for HTTP o HPKP, cosa che comunque non pregiudica i nostri scopi.

Licenze

Debookee è un programma che offre una trial gratuita ma limitata nelle visualizzazioni in real time dei pacchetti del modulo di Network Analysis, mentre non è disponibile quello di WiFi Monitoring. Data la natura della applicativo, che non può funzionare in una sandbox e quindi non può rispettare le politiche restrittive di Apple, non è presente nell’App Store per cui è necessario scaricarlo e comprare le licenze direttamente dal sito del produttore.
La sola licenza “NA Module” costa 29,90$, quella sola “WM Module” costa 49,90$ mentre la nuova “SSL Module” costa 39,90$.

Tag:Apple, https, Mac os x, sniffer, ssl, tls, wi-fi, wireless
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Lug 7 2016

Debookee: il più semplice analizzatore di traffico di dispositivi mobili per Mac OS X

Posted by Antonio Troise
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Uno sniffer è un dispositivo che permette di catturare il traffico di una rete e quindi le informazioni ivi presenti. Questo perchè si sfrutta il funzionamento di una rete dove tutti i pacchetti vengono inviati a tutti i terminali di rete, ma solo quello a cui sono destinati non li ignora e li legge. Quindi su una qualsiasi interfaccia di rete è teoricamente possibile ascoltare il traffico passante verso qualsiasi dispositivo presente sulla stessa rete.
Se lo sniffer è spesso usato da amministratori di rete per studiare e analizzare il traffico e diagnosticare eventuali problemi, è anche vero che lo sniffer può servire anche ad una persona malintenzionata che abbia un accesso fisico alla rete (fisica o wireless) per raccogliere delle informazioni. Questo ultimo caso è amplificato dal fatto che è possibile analizzare anche reti wireless che si possono estendere con facilità oltre le mure di casa o del proprio ufficio. Inoltre, dato che molti protocolli usati su internet fanno transitare le informazioni in chiaro, cioè in maniera non cifrata, è facile capire come sia facile intercettare informazioni sensibili come username e password.

Quello che mi sono sempre chiesto è che tipo di informazioni transitano nella mia rete wireless di casa quando uso le app del mio smartphone o dal mio tablet. Il problema, infatti, è che esistono protocolli come https per cifrare tutte le comunicazioni e renderle inintelligibili ad un eventuale attaccante esterno, ma a volte capita che qualche app dei nostri dispositivi mobili, non le usano e lasciano transitare in chiaro anche informazioni il cui contenuto possiedono un livello di confidenzialità elevato.

Ecco perché è bene sapere cosa circola nella propria rete ma spesso il primo scoglio che un utente con poca esperienza deve affrontare è la complessità dei programmi di sniffer. Questa difficoltà, però, può essere abbattuta se usiamo un software disponibile solo per Mac OS X: Debookee. Già dal disclaimer viene evidenziato che si tratta del più semplice e potente analizzatore di rete per Mac OS X e, dopo averlo provato per molti giorni, devo dire che le promesse sono state ampiamente mantenute.

Debookee

Debookee con le relative licenze si divide in due moduli: Network Analysis Module (NA) e WiFi Monitoring Module (WM)

Network Analysis Module (NA)

La parte che personalmente ho apprezzato di più è quella relativa al modulo di Network Analysis.
debookee-na-model

Una volta caricata l’interfaccia principale questa è la schemata che viene mostrata:

Debookee NA 1

Come si può vedere, nella sezione centrale, vengono elencate le interfacce di rete (nella maggior parte dei casi sarà sempre la sola en0) e l’ip address / mac address del proprio computer. Nella sidebar, invece, è presente un menu virtualmente separato in due sezioni, una relativa ad ogni modulo: #Network Analysis e #Wi-Fi Monitoring.

Cliccando sul tasto verde “Lan Scan” presente nella toolbar in pochi secondi verrano rilevati tutti i dispositivi presenti nella rete (nel mio caso Wifi) e verranno elencati con tanto di indirizzo ip, mac address, ruolo svolto e vendor (per una più facile identificazione del terminale mobile in mancanza dell’hostname). Come è possibile vedere viene rilevato il modem (con ip 192.168.1.1) con ruolo di Gateway e diversi dispositivi, evidentemente mobili come smartphone o tablet, con vendor Sony e Apple.
Nei miei test ho voluto tenere sotto controllo il traffico generato dal mio iPhone, per cui, in questo caso, è stato facile identificarlo (se aveste qualche dubbio basterà controllare direttamente sul dispositivo l’indirizzo ip assegnato, ovviamente dovrete sempre essere agganciati alla stessa rete Wi-Fi).
Uno dei grandi pregi di Debookee è che è possibile monitorare un solo dispositivo su tutti quelli presenti nella rete Wi-Fi e questo è veramente un grande vantaggio perché si riduce il rumore di fondo dei centinaia di pacchetti che transitano ogni istante.
Per monitorare un solo dispositivo, quindi, sarà sufficiente selezionare la riga corrispondente e cliccare sul tasto “Toggle Target” della toolbar (o fare doppio click col mouse sulla cella relativa al “Role”) e verrà assegnato il ruolo “Target” (Tgt).

Debookee NA 2

Ora che abbiamo assegnato il nostro target possiamo far partire la cattura dei pacchetti di quel dispositivo cliccando sul tasto verde della toolbar “Start NA” (che per evidenziare fase di cattura diventerà rosso) mentre nella sidebar diventeranno in grassetto, mano a mano che arriveranno dati, le voci HTTP, DNS e Other TCP sotto l’indirizzo ip del proprio target (se invece guardate sotto “Own Traffic” vedrete il traffico generato dal vostro computer).
Cliccando su HTTP, quindi, potremo vedere i pacchetti catturati. Se le app funzionano con ssl dovrebbero transitare solo pacchetti cifrati (il software lo evidenzia con la frase “Can’t decrypt TLS yet“)

Debookee NA 3

Come potete constatare, infatti, le app come Netflix, Paypal e anche Eni Gas e Luce (almeno nella fase di autenticazione) usano comunicazioni criptate. Interessante vedere come nel caso di Netflix, possiamo trovare la url completa delle immagine che risultano così visibili anche fuori dalla app (per esempio: http://art-1.nflximg.net/f9fd5/f35f9bd2c3a9f29fdf60541efa16ac17243f9fd5.jpg).
Personalmente trovo molto interessante analizzare come si comportano le app quando le apri e su quali siti si collegano: per esempio molte si collegano su https://graph.facebook.com/ se hanno una autenticazione Facebook, mentre altre si collegano su https://crashlytics.com/ per avere soluzioni di crash reporting dell’app. Insomma le potenzialità di analisi sono letteralmente infinite.

Nella sezione “DNS“, invece, vengono mostrati con il timestamp la lista dei domini dns risolti con il loro indirizzo ip:

Debookee NA 4

Mentre in “Other TCP” è possibile rilevare altri protocolli che non siano HTTP (come, per esempio, IMAP per la posta elettronica):

Debookee NA 5

WiFi Monitoring Module (WM)

Un altro aspetto davvero interessante di questa app è il modulo di Monitoring del Wi-Fi.

debookee-wifi-model

Infatti, con Debookee è possibile analizzare lo stato della propria rete Wi-Fi e quelli dei canali disponibili (Max Rate, Tx Rate, SNR, Data Rate, Bytes inviati ed errori FCS)

Debookee WM 8

Inoltre, premendo sul tasto “Start WM” è possibile scansionare tutte le reti Wi-Fi in zona e vedere quali dispositivi sono connessi a ciascuna rete.

Debookee WM 7

Se lo provate noterete che i software è di una semplicità davvero disarmante: se cliccate su un dispositivo rilevato vi verrà evidenziata la rete wireless a cui è agganciato, mentre se cliccate sulla riga della rete Wi-Fi vi verranno evidenziati tutti i dispositivi collegati.

Licenze

Debookee è un programma che offre una trial gratuita ma limitata nelle visualizzazioni in real time dei pacchetti del modulo di Network Analysis, mentre non è disponibile quello di WiFi Monitoring. Data la natura della applicativo, che non può funzionare in una sandbox e quindi non può rispettare le politiche restrittive di Apple, non è presente nell’App Store per cui è necessario scaricarlo e comprare le licenze direttamente dal sito del produttore.
La sola licenza “NA Module” costa 29,90$, quella sola “WM Module” costa 49,90$ mentre la Combo (NA+WM) costa 69,90$.

Tag:Apple, ipad, iPhone, Mac os x, smartphone, sniffer, Software, tablet, wi-fi, wireless
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Giu 24 2009

iPhone 3GS: come risolvere i problemi della scarsa durata della batteria del nuovo firmware 3.0

Posted by Antonio Troise
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Ebbene si, non ho resistito e, posso dire finalmente, di possedere il nuovo iPhone 3GS. Questo è il mio primo iPhone (in precedenza mi regalarono un iPod Touch 1G) e devo dire che sono rimasto piacevolmente soddisfatto dell’acquisto. Il cellulare, come mi aspettavo, è eccezionale e come prestazioni batte considerevolmente i suoi predecessori.

I problemi del mio HTC TyTN II

Oramai il mio vecchio e amato HTC TyTN II non reggeva più il confronto: la batteria dopo 2 anni doveva essere sostituita, inoltre, nonostante non avessi installato nulla di che, risultava impietosamente lento dopo una giornata di utilizzo (anche dopo aver chiuso tutti gli applicativi) tanto che era quasi impossibile scrivere un sms decentemente (programmi come CleanRam erano oramai all’ordine del giorno sul mio cellulare con Windows Mobile 6): mentre io procedevo spedito sul tastierino virtuale con il mio pennino, l’output a schermo era molto lento e, molte volte, perdeva dei caratteri tanto da costringermi a ripetute correzioni. Insomma, sarà che lo confrontavo troppo spesso con il mio iPod Touch, ma oramai non reggeva più il confronto. Inoltre, sebbene all’inizio avevo valutato come positiva la presenza della tastiera qwerty a slide, in realtà dopo alcuni mesi di utilizzo, mi sono accorto che non la usavo praticamente mai (forse per i tasti troppo piccoli e il loro scarso feedback di ritorno), tanto che per scrivere qualsiasi cosa usavo il pennino. Insomma tutto peso in più che mi portavo dietro!
Infine, forse anche a causa di qualche caduta accidentale, il microfono non funzionava più molto bene, tanto che, quando ero al telefono, riuscivo a far stressare chi era dall’altra parte del ricevitore!

Insomma, un nuovo acquisto era quasi d’obbligo e, ovviamente, dopo aver provato i vari iPhone di amici e parenti, e aver saggiato più volte le sue potenzialità e dopo essere entrato nel mondo della programmazioni con il potente SDK Apple, non potevo che scegliere il modello di Cupertino. Ho però voluto aspettare Giugno per l’acquisto (era Dicembre quando maturai l’idea) in modo da poter disporre del miglior modello disponibile (purtroppo anche ad un prezzo maggiorato), anche perché solo il 3GS, oltre ad ottime prestazioni (iPod Touch 2G vs. iPhone 3G S, iPhone 3G vs. iPhone 3G S, iPhone 3G S vs. Palm Pre, giochi 3D 4 volte più veloci, comparazione Open GL ES), ha la possibilità di registrare i video e ha una fotocamera migliorata con il tap focus.

L’unica cosa che mi ha stupito è stato che per usare l’iPhone occorre prima passare per la fase di attivazione online con iTunes installato su un PC/MAC altrimenti è possibile solo effettuare chiamate di emergenza: insomma, è vero che l’iPhone è un cellulare fuori dal comune, ma a differenza di tutti gli altri cellulari, non è possibile usarlo non appena lo si scarta dalla confezione (mi chiedo chi non ha un computer come si comporterà).

Attivazione iPhone
Problemi con la batteria

Batteria iPhone Io non sono un early adopter (solo con l’HTC ricaddi nell’errore di acquistarlo nella prima settimana di uscita) ma ho deciso di comprarlo nei primi giorni di uscita in Italia perché ero certo che, essendo la 3a generazione di iPhone, oramai la tecnologia fosse abbastanza stabile da potermi permettere un acquisto senza ulteriori attese. In realtà, sebbene l’hardware è indubbiamente sublime (qui trovate il manuale dell’iPhone 3GS in italiano), è stato il nuovo Firmware 3.0 a crearmi i primi problemi (e come me anche a quasi tutti quelli che lo hanno installato sui vecchi iPhone 3G). Pensate che il primo giorno, dopo aver lasciato caricare completamente il cellulare, dopo appena 5 ore di standby (ero in giro e non avevo modo di usarlo) aveva consumato l’80% della batteria ed inoltre, per tutto il tempo, avevo constatato, con sorpresa, che lo schermo era quasi sempre caldo (sintomo che c’era qualche applicativo in background in continua esecuzione)! A conferma di ciò, se andavo sotto Impostazioni > Generali > Utilizzo, l’applicativo mi segnalava che, dall’ultima ricarica il cellulare era stato utilizzato per 4 ore 55 minuti ed era stato in standby 5 ore e 10 minuti: era evidente che il cellulare, anche in standby, continuava a lavorare!

Se all’inizio ho temuto per un difetto del mio iPhone 3GS, dopo una rapida ricerca sul web, ho visto che quasi tutti i possessori del firmware 3.0 avevano i miei stessi problemi (e come si dice “mal comune, mezzo gaudio“).

Come risolvere i problemi della batteria

Dopo qualche prova, ero comunque riuscito a risolvere il problema della scarsa durata della batteria semplicemente disattivando le notifiche Push: infatti, dopo 3 ore di standby e qualche prova con la fotocamera, la batteria si attestava al 98% e lo schermo risultava sempre freddo, mentre una notte di 8 ore in standby consumava appena 3%/4% della carica della batteria, tornando finalmente a valori normali.

iPhone Disabilitare le Push Notifications

Sembra però, dalle segnalazioni di alcuni utenti, che l’applicativo gratuito Tap Tap Revenge, recentemente aggiornato per supportare le notifiche Push, sia in grado di bypassare (presumo per qualche anomalia del firmware) i controlli del sistema operativo e attivare comunque le notifiche Push. Per cui, se lo avete installato, vi consiglio per il momento di rimuoverlo dalla vostra lista di applicazioni.

Un altro generico suggerimento trovato su internet per aumentare la durata della batteria col Firmware 3.0, è quello di limitare la continua ricerca della rete telefonica da parte dell’iPhone anche nel caso sia stata già trovata e vi sia connesso: basta andare in Impostazioni > Gestore e selezionate manualmente il vostro operatore.

Operatore iPhone

L’unico inconveniente è che a volte si apre un popup che avvisa che la connessione “Nome operatore” è andata persa, ma basta premere su “Interrompi” per far scomparire il messaggio.

In queste ore, comunque, sembra che Apple abbia chiesto ad alcuni utenti USA di installare una apposita applicazione, in grado di monitorare (generando anche un log che verrà inviato alla Apple) la batteria dell’iPhone 3GS, che sembra soffrire di un consumo elevato, in modo da comprendere se il problema è causato dalla batteria, dai servizi usati o dal dispositivo. Almeno qualcosa si sta muovendo.

Altri suggerimenti

Ecco altri suggerimenti per preservare la carica del vostro iPhone e il credito della vostra scheda telefonica:

Disattivare la connessione dati cambiando APN

La prima cosa che vi suggerisco di fare quando comprate un nuovo iPhone o installate il nuovo firmware 3.0, è quello di disabilitare la connessione dati sull’iPhone. Infatti, di default è sempre attiva e non appena un applicativo richiederà l’accesso ad internet (come possono fare Mail, Safari, iTunes Store, App Store, Meteo, Mappe, Borsa, Youtube, etc…), se non si è sotto copertura di una rete wireless, verrà automaticamente attivata la connessione dati 3G/Edge molto onerosa dal punto di visto economico se non avete una contratto per una connessione dati flat! Siccome non esiste un modo semplice che consente di disattivare/attivare la connessione dati (conosco molti che eseguono il jailbreak sul proprio iPhone solo perché possono così installare applicativi come BossPrefs che consentono una migliore gestione delle reti dati), è necessario mettere mano alle impostazioni di configurazione della Rete dati cellulari andando su Impostazioni > Generali > Rete > Rete dati cellulare e modificando il nome dell’APN da ibox.tim.it ad uno di vostra fantasia (potete anche cancellarlo ma io ho preferito mettervi davanti il prefisso NOK in modo da poterlo riusare velocemente in caso di necessità)

iPhone APN

3G disabilitato

Non è necessario, ma molti dicono che, specie nelle zone non coperte dal segnale 3G, la disabilitazione dalle opzioni di Rete, permette di risparmiare la batteria. A confermarlo vi è anche la Apple, nelle linee guide delle batterie:

Disattivate il 3G. L’uso delle reti cellulari 3G permette di caricare i dati più rapidamente, ma può anche ridurre l’autonomia, specialmente in zone con copertura 3G limitata. Per disattivare il 3G, dalla schermata Home scegliete Impostazioni > Generale > Network e disattivate l’opzione 3G. Potrete comunque fare e ricevere telefonate e accedere alle reti cellulari per dati via EDGE o GPRS dove disponibili.

Ovviamente non si può stimare quanto si guadagna disattivando il 3G, poiché dipende da molti fattori come la rete cellulare, l’ubicazione, l’intensità del segnale, la connettività 3G, l’utilizzo e da molti altri fattori.

iPhone 3G

Disattivare il Bluetooth

Il Bluetooth, di default, è ad OFF e, a meno che non usiate spesso auricolari, kit vivavoce per auto Bluetooth, potete disattivare questa funzionalità lasciandola ad OFF.

iPhone Bluetooth

Disattivare il Push

Il problema principale della scarsa durata della batteria era l’impostazione “notifiche push in automatico”: auando le si settano a “manuale” tutto è tornato normale (ricordo che qualcuno ha dovuto cancellare Tap Tap Revenge per disabilitare definitivamente il Push)

iPhone Push

Ricordatevi che se avete un account .Mac, la modalità di aggiornamento della posta elettronica, è settata di default in Push.

iPhone .Mac

mentre se avete installato applicativi come IM+ 3.0 e Tap Tap Revenge 2.0, questi potrebbero richiedere la presenza delle Push Notification.

Disabilitare il servizio di localizzazione

Da Impostazioni > Generali è possibile disabilitare il servizio di localizzazione costituito dall’insieme insieme di caratteristiche Wi-Fi, cellulari e GPS per determinare la tua posizione (GPS, all’aperto, funziona in modo ottimale se non vi sono ostacoli verso l’alto, mentre le modalità Wi-Fi e cellulare funzionano bene al chiuso). In effetti, come scritto nella linee guida Apple sulle batterie dell’iPhone:

Minimizzate l’uso dei servizi di localizzazione. Le applicazioni che usano attivamente i servizi di localizzazione, come Mappe, possono ridurre l’autonomia. Scegliete Impostazioni > Generale > Servizi di localizzazione e disattivateli oppure utilizzateli solo quando serve.

iPhone GPS

Ricordatevi, però, che quando accedete ad applicativi che richiedono, per funzionare, una connessione GPS attiva per aggiornare la propria posizione (come il comodo iNeedFuel), invece della classica schermata di richiesta autorizzazione

iPhone autorizzazione GPS

vi comparirà un avviso che vi richiederà di attivare i servizi di localizzazione e verrà mostrato il pulsante “Impostazioni” per accedere direttamente alla pagine di setting dei servizi di localizzazione:

iPhone attivazione GPS

UPDATE: Sembra che, anche si disabilitano tutte le impostazioni relative al push e al download automatico delle email, l’applicazione Mail si apre da sola e gira continuamente in background. Se si prova a chiuderla forzatamente (premere il pulsante per lo spegnimento, attendere la schermata in cui appare lo slide rosso con la scritta “Spegni” e tenere premuto per circa 3-4 secondi il tasto Home), dopo poco Mail si riapre di nuovo. Il motivo è presto spiegato: se aprite i Contatti e selezionate un nome, senza chiamarlo, ma solo per vedere il suo numero di telefono, quando uscite dai Contatti potete constatare (con SBSettings) che Mail inizia girare in backgorund, senza che sia stata mai aperta.
Io posso confermare perché subito dopo aver consultato un numero di telefono, Mail mi ha avvisato di aver scaricato nuova posta. Inizio, però, a sospettare che ciò avvenga solo in presenza di contatti con un indirizzo email salvato nella rubrica. Si tratta indubbiamente di un altro bug del Firmware 3.0.

Tag:Apple, batteria, cellulare, firmware, Htc, iPhone, iphone-3g, itunes, tytn-II, wi-fi
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Mar 27 2009

YouTube Mobile Application: è uscito il client ufficiale per Symbian S60 e Windows Mobile! Ecco la guida passo passo su come installarlo su uno smartphone con Windows Mobile 6

Posted by Antonio Troise
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Finalmente Youtube ha rilasciato gratuitamente un client per Windows Mobile 6.x e Symbian S60 3rd Edition (qui la lista dei dispositivi Nokia supportati) per permettere di accedere a YouTube da quasi tutti i palmari e smartphone in commercio. Se fino a poco tempo fa era possibile farlo nativamente solo da un iPhone/iPod Touch o da un HTC Touch Diamond (tanto che su xda-developers erano riusciti ad estrarre dalla ROM HTC l’applicazione per metterla a disposizione, più o meno legalmente, su tutti i dispositivi con Windows Mobile) o attraverso qualche piccolo tip, ora la nuova versione 2.0.2 dell’applicativo ufficiale YouTube Mobile Application amplierà lo spettro di clienti rendendo fruibile il portale di video praticamente a quasi tutti i dispositivi mobili avanzati esistenti in commercio (con pieno supporto agli schermi ad alta risoluzione VGA e simili), offrendo una migliore qualità video, velocizzando lo streaming grazie alla ottimizzazione per le reti mobili Wi-Fi o 3G, rendendo di fatto meno complicato vedere i video di YouTube sul proprio telefonino.

Già qualche mese fa, YouTube aveva comunicato di aver reso disponibile all’indirizzo m.youtube.com/ il supporto ad Adobe Flash Lite 3 (supportato, al momento, solo dai cellulari più recenti), ma l’apertura del portale a due delle principali piattaforme mobili sul mercato, è un evento rivoluzionario sul fronte accessibilità e ci ricorda quanto Google abbia la volontà di offrire la migliore esperienza di fruizione di YouTube su qualsiasi dispositivo, computer, televisore o telefono cellulare. In quest’ottica rientra anche YouTube TV, il servizio che permette di visualizzare i video e gestire i comandi direttamente dal telecomando della nostra console WII o Playstation 3, simulabile dal proprio browser Safari (abilitando il menu Sviluppo -> User Agent -> Altro…) o Firefox (installando il plugin User Agent Switcher) impostando uno dei due seguenti User Agent:

Mozilla/5.0 (PLAYSTATION 3; 2.00)
oppure
Opera/9.23 (Nintendo Wii; U; ; 1038-58; Wii Internet Channel/1.0; en)

Tornando a YouTube Mobile Application, c’è però da dire che, purtroppo l’applicazione non è per ora disponibile per l’Italia ma soltanto per Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti; è comunque possibile scaricarla ugualmente collegandosi dal browser del proprio device mobile all’indirizzo http://m.youtube.com e cambiando la propria lingua predefinita in Inglese, in attesa di un rilascio in lingua italiana.

Come installare YouTube Mobile Application su Windows Mobile

Aprire dal browser del proprio smartphone la pagina: http://m.youtube.com

YouTube Mobile Application - 01

Verrà mostrata la versione di Youtube ottimizzata per i dispositivi mobili. Sotto al campo di ricerca troverete un link da cliccare: “Guarda Youtube sul tuo cellulare“:

YouTube Mobile Application - 2

Almeno finché non verrà rilasciato da Google una versione per l’Italia, al momento, dopo aver cliccato sul link sopra indicato verrà mostrata questa pagina che ci avverte che non è disponibile la versione per il nostro dispositivo.

YouTube Mobile Application - 3

In realtà questa schermata potrebbe trarre in inganno chiunque perché non si dice che non è disponibile una versione per la lingua italiana dell’applicativo (e ovviamente anche il conseguente supporto alla localizzazione italiana di YouTube.it) ma sembra quasi che la versione del nostro sistema operativo non sia supportata. Sarà, invece, sufficiente cliccare sul link in basso: “Cambia lingua” per accedere alla seguente schermata:

YouTube Mobile Application - 4

dove basterà cliccare sul link “English” per essere rediretti verso la seguente pagina per il download automatico dell’applicativo.

YouTube Mobile Application - 5

Dopo qualche secondo di attesa si aprirà a popup un messaggio che vi chiederà conferma del download in corso.

YouTube Mobile Application - 6

Cliccando sul tasto “Salva con nome…” potrete decidere dove salvare il file (che altro non è che un file .CAB installabile su tutti i terminali con Windows Mobile)

YouTube Mobile Application - 7

Essendo un file .CAB si aprirà automaticamente la schermata di istallazione dell’applicativo (altrimenti basterà posizionarsi sulla cartella in cui si è salvata l’installazione dell’applicativo e fare doppio click sul file .cab) che chiederà dove installarlo (sul Dispositivo o sulla Scheda di Memoria): a voi la scelta in base alle vostre esigenze e allo spazio libero a disposizione sulla periferica.

YouTube Mobile Application - 8

Dopo che ha effettuato la copia dei file nella directory di destinazione desiderata, l’installazione sarà portata a termine in pochi secondi.

YouTube Mobile Application - 9

Ora sarà sufficiente andare nella cartella Programmi del proprio dispositivo mobile, dove troverete l’icona dell’applicazione appena installata:

YouTube Mobile Application - 10

Quando si lancerà per la prima volta l’applicazione YouTube Mobile Application verrà chiesto di selezionare la propria regione di appartenenza: selezionate United Kingdom o United States

YouTube Mobile Application - 11

e vi verranno mostrati, in inglese, i termini e le condizioni da accettare prima di poter proseguire.

YouTube Mobile Application - 12

Infine, vi verrà mostrata una ultima schermata di avviso che vi avvertirà che se non accediamo con connessione wireless, dal momento che lo streaming consuma un gran quantità di dati, prima di usarlo è necessario avere un abbonamento flat per il proprio terminale mobile, altrimenti si rischia di spendere molte decine di euro per visionare qualche minuto di filmato.

YouTube Mobile Application - 13

Finalmente ora potrete accedere alla schermata principale dell’applicativo YouTube Mobile Application dove potrete trovare un campo per ricercare i video, con lo storico delle parole chiave già immesse, oppure potrete selezionare i contenuti più visti, quelli che hanno ricevuto maggior gradimento e gli ultimi caricati.

YouTube Mobile Application - 14

Simpatica la visualizzazione a scorrimento laterale delle anteprime dei video ricercati (a mo’ di CoverFlow semplificato). Una volta scelto il video, si accede alla pagina che lo descrive brevemente

YouTube Mobile Application - 15

e dal quale è possibile lanciare la visualizzazione, che va automaticamente a schermo intero e in modalità landscape, con prevenzione dello spegnimento del dispositivo durante il playback.

YouTube Mobile Application - 16

Come potete notare il player mostra la barra di scorrimento del video, permette la visione a pieno schermo con un doppio click ed assomiglia molto a quello che si visualizza dal browser del proprio pc.

Suggerimenti per migliorare l’applicazione

Al momento, le uniche pecche di YouTube Mobile Application sono, oltre al mancato supporto ufficiale per l’italiano (che ci costringe, per eseguire l’installazione sui nostri device, di accontentarsi della versione inglese del programma e di non poter accedere alla versione localizzata di Youtube.it), anche la mancanza della possibilità di loggarsi con il proprio account in modo da accedere ai servizi più avanzati del noto portale, e l’impossibilità di accedere ai Canali di Youtube. Si sente anche molto la mancanza di un link per scaricare i video in modo da poterli guardarli offline (qui trovate un modo alternativo per farlo con il sito MobyTube) e l’impossibilità di visualizzare i suggerimenti ai video simili.
Google, comunque, ha garantito che saranno a breve disponibili diversi aggiornamenti dell’applicativo, che saranno notificati automaticamente dal programma.

Tag:browser, cellulare, coverflow, firefox, flash, Google, Htc, Mobile, nokia, safari, smartphone, streaming, symbian, tv, Video, wi-fi, wireless, youtube
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Gen 29 2009

Quando le auto della Skyhook hanno girato l’Italia per memorizzare i MAC Address dei nostri Access Point per il loro sistema di localizzazione basato sul Wi-Fi presente anche sugli iPhone e iPod Touch. E la privacy?

Posted by Antonio Troise
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Ultimamente mi sono accorto come, nonostante il mio iPod Touch, non abbia una antenna GPS integrata, quando uso l’applicazione Mappe nella mia abitazione con un accesso Wi-Fi attivo, questa riesca comunque ad ottenere, con una precisione davvero certosina la mia posizione geografica. Incuriosito, ho fatto qualche ricerca e guardate cosa ho scoperto.

Come funziona la tecnologia Skyhook e i suoi vantaggi rispetto al GPS

Forse non tutti sanno che con il firmware 2.x per iPhone e iPod Touch, è stata aggiunta, tra gli altri software, anche una nuova applicazione per l’individuazione della nostra posizione e senza fare uso di GPS, ma solo della rete Wi-Fi.
Per fornire questo servizio, la Apple ha stretto un accordo con Skyhook Wireless, una società fondata nel 2003, che ha sviluppato una tecnologia proprietaria con lo scopo di sfruttare la crescita esplosiva dei dispositivi Wi-Fi e dei servizi basati sulla localizzazione.

Skyhook e l\'iPhone

Il principio è semplice: dato che il GPS basato sulla rete di satelliti geostazionari non funziona quando ci troviamo in interni (in un appartamento) o in esterni con una scarsa visibilità del cielo tale da rendere difficile “agganciare” i satelliti (come nelle strade di città circondate da alti palazzi o nelle gallerie), e che la triangolazione tramite le stazioni radio dei cellulari richiede un po’ di tempo e non è comunque molto precisa (anche se funziona meglio nelle aree urbane, dove l’elevato numero di antenne installate rende più preciso il calcolo della posizione, lo scarto in metri tra la posizione calcolata e quella reale aumenta in campagna e nelle zone rurali dove il numero delle antenne è inferiore), la Skyhook Wireless ha pensato bene di creare un enorme database di 23 milioni di punti di accesso (il sistema WPS dalle iniziali di Wi-Fi Positioning System) concentrati nelle maggiori città USA. Una operazione immane che ha richiesto oltre 5 anni di lavoro ma che alla fine ha dato i suoi frutti. Percorrendo in macchina ogni singola via pubblica, un sistema progettato e costruito ad hoc (in piccolo è possibile replicarlo con applicativi come WiFiFoFum per Windows Mobile) cattura ogni secondo il segnale emesso dai router che l’auto incontra sul suo cammino, memorizzandone il codice identificativo e la potenza del segnale in quella data posizione. In particolare, la localizzazione avviene mediante la scansione degli Access Point Wi-Fi (AP) presenti nell’area, ottenendone il MAC Address; mediante l’impiego di particolari algoritmi ed il confronto con il database degli AP esistenti, si determina la posizione relativa rispetto a tutti gli AP e di conseguenza la posizione assoluta. In questo modo, i sistemi di posizionamento WPS sviluppati da Skyhook Wireless, si sono dimostrati validi per determinare l’ubicazione geografica con approssimazioni di circa 20-30 metri!

Skyhook Confronto con GPS e Celle della Rete Mobile

Il vantaggio del sistema della Skyhook è che per effettuare la localizzazione il dispositivo mobile non necessita di hardware o antenne aggiuntive: il sistema ideato da Skyhook è solo software e per funzionare necessita della sola tecnologia Wi-Fi, ormai di serie su un numero sempre crescente di dispositivi, iPhone e iPod touch compresi. Quindi, quando apriamo Maps in una delle aree coperte dal servizio, Skyhook rileva i punti di accesso wireless presenti nella zona che vengono confrontati con il database più aggiornato disponibile per quella zona, una informazione fornita dai server Skyhook. Il calcolo della posizione e l’applicazione degli algoritmi proprietari determina la posizione del dispositivo e quindi quella del proprietario con una precisione sorprendente. In ambito urbano, sia outdoor che indoor, questa soluzione si è dimostrata vincente, soprattutto se si pensa all’enorme distribuzione degli AP presenti nelle grandi città USA.

Il sistema Skyhook funziona anche in Italia

Questa la teoria del funzionamento della tecnologia Skyhook. Il fatto strano è che quando è uscita la notizia dell’accordo tra questa società ed Apple, si sapeva che il sistema funzionava solo in America, perché fino ad allora erano state mappate solo le grandi città statunitensi. Ma in Italia non ci sperava nessuno, o almeno io non credevo che il sistema avesse mai funzionato. Infatti, ogni qualvolta un applicativo del mio iPod Touch mi chiedeva la posizione geografica, rifiutavo sempre di dargli l’autorizzazione. E’ stato solo usando l’applicazione Sky Way 24 (che rileva il traffico intorno alla tua posizione attuale) e in seguito con Maps, che mi sono accorto che aveva individuato perfettamente la mia posizione geografica.

iPhone Locate

Così incuriosito, ho fatto qualche ricerca su Google e, inaspettatamente ho trovato un annuncio su Vivastreet di Alice della stessa SkyHook (qui la trovate nella cache di Google perché l’annuncio è stato ritirato), risalente al 05 Agosto 2008 per la città di Messina e che annuncia:

Skyhook Wireless cerca piloti nella tua città – URGENTE!

Skyhookwireless è la compagnia leader nel settore della tecnologia Wi-Fi sostenuta da investitori importanti e che recentemente ha stipulato partnership con Apple per garantire i punti di accesso wi-fi con locazione per gli iPhone.

Stiamo aggiungendo piloti in molte aree Europee, Italia inclusa.
Il ruolo consiste nel raccogliere segnali wireless durante la guida delle strade nella tua città .
Noi provvediamo a fornire tutto il materiale necessario, mappe dettagliate e uno staff amichevole e disponibile che ti aiuterà a completare il lavoro.

Siamo flessibili su quando guidi sia in termini di ore che di giorni, non ci sono limiti a quante ore puoi guidare ma quello che richiediamo è un minimo di 35 ore a settimana per garantire un progresso costante.

Non devi fare soste, ma solo guidare rispettando i limiti di velocità, al resto penserà il dispositivo. Ai migliori piloti verrnno assegnate delle nuove aree costantemente.

Stiamo reclutando una ampia quantità di piloti percui non esitare a richiedere il posto o anche a raccomandare persone che ritieni possano essere in grado di completare il lavoro.

I piloti devono avere i seguenti requisiti:
*Una macchina assicurata
*Una patente di guida valida in Italia
*Accesso ad un punto Wi-Fi (Wireless) per inviare i dati registrati
*Buona conoscenza delle aree limitrofe
*Conoscenza base della lingua Inglese
*Conoscenza base informatica

Paga
Skyhook pagherà 11€ netti per ogni ora di lavoro nella area asegnata

Application
Perfavore completa questa sezione sul nostro sito cliccando questo link:

http://driver.skyhookwireless.com/dms/form.php

Assicurati di selezionare la corretta città e nazione e verrai contattato al più presto con delle informazioni dettagliate su questa affascinante posizione.

Cordiali Saluti e in bocca al lupo!
Skyhookwireless Personnel Team

Ecco, quindi, spiegato il mistero. Proprio come è avvenuto con Google Street View, sembrerebbe, quindi, che una macchina abbia girato nelle principali città italiane e abbia geolocalizzato tutti i segnali Wi-Fi (protetti e non protetti) emessi dai nostri Access Point, registrando la posizione geografica (latitudine e longitudine) e il relativo MAC Address del Router Wireless (visibile anche nel caso di reti wireless protette in WEP/WPA/WPA2) che, essendo, per sua natura, univoco farà da riferimento assoluto nel caso di geolocalizzazione.

Come inserire il proprio Access Point nel database Skyhook

Se, però, il vostro router Wi-Fi non è stato ancora mappato, perché magari la macchina della Skyhook Wireless non è passata nelle vostre vicinanze, o perché recentemente avete cambiato router, o, più semplicemente, perché quando è passato era temporaneamente spento, allora potete inserirlo voi stessi attraverso questo form, dove sarà sufficiente scrivere la via precisa della vostra abitazione per ricavare le vostre coordinate geografiche che, abbinate al MAC Address del vostro router (qui spiega come scovarlo con software come NetStumbler per Windows o iStumbler per Mac, ma è sufficiente installare sul vostro iPhone o iPod Touch, l’applicativo gratuito Wi-Fi Checker che rileverà in pochi secondi il MAC Address del vostro router wireless), per contribuire alla mappatura della vostra città anche in assenza di GPS.

Privacy

Skyhook Ora, però, sorge spontanea una domanda: siamo sicuri che gli unici dati che vengono memorizzati nei server della Skyhook Wireless, siano le coordinate georgrafiche e il Mac Address del Router? E se venisse salvato anche il SSID (service set identifier), ovvero il nome che voi avete dato alla vostra rete Wireless e che viene annunciato continuamente da una rete Wi-Fi per identificarsi ai suoi utenti? Ora, anche se sarebbe da incoscienti, qualcuno potrebbe mettere il proprio nome e cognome nel proprio SSID (e conosco chi lo fa). In realtà, credo che anche il solo fatto di sapere che in una tale via vi sono n access point privati accesi e quindi, al limite, n appartamenti abitati, potrebbe costituire un pericolo? Il problema, in definitiva è il seguente: perché non posso autorizzare la raccolta dei miei dati da parte di Skyhook che, invece, sembra quasi averli catturati, sniffati, alla stregua di un pirata informatico?

Ma ecco cosa risponde la Skyhook Wireless:

While you can protect your data, you can’t protect your base station’s identity. That’s part of the risk and part of the benefit of using a public band. The BSSID, or unique interface address of the base station, is put out there as public information because it’s part of the protocol: Wi-Fi adapters need BSSIDs to identify base stations uniquely. (Spoofing the BSSID is one of the ways that evil twins and other attacks work by fooling your computer into thinking it’s connecting to a known network.)

Il problema, quindi, è che il vostro MAC Address viene trasmesso continuamente sulle reti WiFi, anche se protetto con la crittografia sicura di WEP/WPA. Ma se noi nascondiamo il nostro SSID, disabilitando o nascondendo il broadcast del segnale di SSID beacon, ecco che ci saremmo protetti da una scansione non autorizzata della nostra rete Wi-Fi, almeno da parte dei casual users. La soluzione perfetta, in realtà, sarebbe:

If you don’t like it, you can turn down the signal strength in your router, paint your home’s interior with signal-blocking paint, or switch from Wi-Fi to powerline and Ethernet.

Come rimuovere il proprio Access Point dal database Skyhook

Credo che, un po’ a tutti faccia una certa impressione, sapere che ogni giorno per le vie della nostra città circolano automobili che scattano foto panoramiche a 360° ed effettuano una scansione degli Access Point Wi-Fi da geolocalizzare, per porre il tutto in enormi database pubblicamente consultabili. Certo, i vantaggi sono innegabili, ma secondo me, per risolvere i problemi di privacy più o meno legittimi, ma anche solo per una questione di trasparenza dei dati, credo che la Skyhook dovrebbe mettere a disposizione, oltre che un form per inserire nuovi AP, anche una pagina per la rimozione del proprio AP dal database (che attualmente non esiste).

Per cui, l’unica alternativa possibile, al momento, considerando che gli aggiornamenti della posizione degli access point non avviene con molta frequenza, una volta accertato che il proprio AP è stato mappato, sarebbe quello di cambiare il proprio router wireless con un altro nuovo e non ancora geolocalizzato (credo che, forse, sia possibile cambiare il MAC Address o perlomeno uffuscarlo, ma non sono esperto in questo campo).

In America, il problema della Privacy per una catalogazione massiva di tutti gli Access Point del paese è stato posto più volte e se ne parla qui, qui e qui. Ma in Italia nessuno ne ha mai parlato seriamente, se non ribattendo la semplice notizia dell’accordo fatto con Apple. Forse è il caso di approfondire un po’ il discorso anche perché la legislazione italiana/europea è diversa da quella statunitense.

Tag:access point, database, gps, iPhone, ipod-touch, privacy, wi-fi, wireless
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Gen 5 2009

HP Photosmart C4580 All-in-One: stampa ed esegue scansioni su rete WiFi ad un prezzo contenuto

Posted by Antonio Troise
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Ultimamente casa mia si sta popolando, come in una sorta di selezione naturale tecnologica, di dispositivi senza fili. L’ultimo mio acquisto, che consiglio a tutti coloro che, come me, hanno problemi di spazio, è una stampante multifunzione HP Photosmart C4580 All-in-One – WiFi. Infatti, fino ad ora, usavo una vecchia stampante a colori HP PSC 1300 Series, ottima per quello che deve fare, ma siccome non ho molto spazio da lasciare a questo tipo di oggetti ingombranti, l’avevo relegata in una posizione poco accessibile della stanza, ovviamente lontana dal mio iMac e da qualsiasi portatile. Ho provato, quindi, a metterla in rete con l’eccellente Base AirPort Express con AirTunes, ma i driver HP per la stampa (aggiornati anche all’ultima release compatibile con Leopard) funzionavano solo se la stampante era collegata via USB al mio Mac, mentre quando la collegavo via Wi-Fi, non la riconosceva. Ho provato, quindi ad installare gli ottimi driver OpenPrinting, e, se ora via wireless, la stampante veniva riconosciuta, le stampe a colori non venivano mai bene quanto una stampa via USB (quando venivano usati i driver HP). Inoltre, con AirTunes, non era possibile, forse giustamente, effettuare le scansioni via wireless, relegando, quindi, la base Airport ad un semplice riproduttore di musica senza fili della mia libreria iTunes. Probabilmente, questi problemi, erano dovuti al fatto che la mia stampante aveva qualche anno di età, e forse certe tecnologie, probabilmente di proposito in modo da favorire l’acquisto di nuovi prodotti, non le erano congeniali.

HP Photosmart C4580 All-in-One – WiFi

A questo punto la scelta di una stampante con wireless nativo era quasi obbligatoria, e, per essere sicuro che funzionasse con il mio iMac e Macbook Pro, mi sono rivolto all’Apple Store di Roma Est per andare a chiedere ulteriori dettagli sulla stampante HP Photosmart C4580 All-in-One – WiFi. Su internet avevo trovato alcune informazioni (oltre che una demo video), ma se tutti asserivano che era possibile stampare documenti e foto tramite rete wireless, nessuno parlava della scansione di documenti via wireless. Il dubbio era che consentisse la scansione solo tramite porta USB, connessione comunque presente e necessaria per la prima configurazione della rete wifi. Così mi sono rivolto ad uno dei dipendenti dell’Apple Store che, oltre ad essere, come sempre gentile e disponibile, non ha saputo, purtroppo, darmi una informazione corretta. Infatti, secondo lui, nessuna stampante Wi-Fi, anche quelle di fascia alta, permetteva la scansione di documenti e foto via wireless. In realtà, io nutrivo qualche dubbio su quella affermazione ma, non avendo trovato nulla sul web, ho iniziato a credere che avesse ragione. Così, sfruttando anche il fatto che, entro 15 giorni, è possibile riportare un prodotto all’Apple Store se non soddisfa i propri requisiti (e il rimborso avviene in contanti o con un buono, a seconda delle proprie esigenze), ho comprato comunque la stampante (al costo, che non si discostava molto da altri modelli USB, di 119€).

HP Photosmart C4580 Wireless

Arrivato a casa, ho iniziato la fase di di installazione della periferica e, se si toglie il fatto che per installare 340 MB di applicativi ci mette una decina di minuti, la configurazione della rete Wireless e di settaggio della periferica, è molto veloce. Insomma, nel giro di un quarto d’ora avevo la mia bella stampante funzionante sulla rete Wi-Fi. E il bello è che, oltre a permettere la stampa di documenti e foto su rete senza fili, permetteva anche il funzionamento dello scanner! Una vera comodità. Ora da qualsiasi parte voglio acquisire un documento o stampare una fotografia, non ho bisogno di alcun collegamento fisico!

Poi, se ci mettete che sul mio iPod Touch ho installato HP Photo iPrint, una applicazione gratuita dell’HP che permette di stampare le foto contenute sull’iPhone/iPod Touch direttamente con la propria stampante di rete collegata alla propria LAN wireless, capirete bene che la stampa, a casa mia, ora è divenuta una cosa davvero semplice e immediata.

Considerazioni su come migliorare l’Apple Store

Una considerazione sull’Apple Store di Roma Est: il negozio è bello, tutti sono disponibili e gentili. Ma credo che manchi la presenza di un super esperto, di un guru che sappia dare risposte ai quesiti di gente che, come me, va oltre le specifiche stampate sulla scatola. Se non fosse stato per il mio spirito un po’ geek da sperimentatore (certo che il fatto che potevo riportare la stampante entro 15gg mi ha aiutato molto nella scelta), ma tanti altri, dopo le informazioni sbagliate che mi erano state date, potevano andarsene senza effettuare qualcun acquisto, specie se cercavano una soluzione All-In-One senza fili. Ora, io capisco che sapere tutto è impossibile, ma ho notato come quando si va un po’ oltre, pochissimi dell’Apple Store reggono il passo (anche sono comunque più preparati di tanti altri). Ne ho incontrati solo un paio, all’inaugurazione, che erano esperti… ma il bello era che non erano italiani! Certo, direte voi, c’è il Genius Bar che poteva fare al caso mio (ma non credo siano molto più esperti di tanti altri), ma quando mi rivolgo ad un commesso, mi piacerebbe vedere l’onestà intellettuale di dire “non saprei, aspetti che chiedo a qualcuno”. La fiducia un negozio deve guadagnarsela!
Comunque, devo dire che, in generale, mi sono sempre trovato bene all’Apple Store e quest’ultima esperienza mi fa solo capire che, quando si fa un acquisito, è sempre bene ragionare con la propria testa oltre che a documentarsi prima sul prodotto!

Tag:airport, Apple, apple-store, hp, stampanti, wi-fi, wireless
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Dic 20 2008

VLC Remote: spiegazione della configurazione avanzata per trasformare il vostro iPhone/iPod Touch in un telecomando wi-fi per controllare da remoto il lettore multimediale VLC

Posted by Antonio Troise
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Ieri ho installato sul mio iPod Touch, VLC Remote, una interessante applicazione distribuita sull’App Store Apple che permette di controllare da remoto il media player Open Source VLC utilizzando la rete WiFi di casa. Gli scopi sono molteplici, come poter usare il vostro pc come uno stereo per tutta la casa e selezionare direttamente dal vostro iPhone i brani musicali senza sedervi al PC (per questa caratteristica è necessaria, però, la versione a pagamento da 0,79 Euro), oppure potete stare comodamente seduti sul vostro divano a guardare il vostro film preferito mentre potete fermare la riproduzione o mandare avanti o indietro il filmato direttamente dal vostro iPhone o iPod Touch senza dovervi per forza alzare. Le funzionalità sono simili, anche se in misura ridotta per certi aspetti, dell’applicazione per iPhone/iPod Touch Remote della Apple che si interfaccia, però, solo con iTunes, ma in questo caso si ha il grande pregio di avere a disposizione un telecomando che gestisce il miglior player multimediale in circolazione: VLC!

VLC Remote
Configurazione avanzata

Per fare funzionare l’applicazione dovrete, però, oltre che disporre di una rete Wi-Fi e avere VLC installato sul vostro PC o Mac, anche avere la cura di impostare certe configurazioni sul vostro lettore multimediale. A chi non piace mettere mano ai file di sistema, è bene sapere che, è disponibile una piccola applicazione sul sito dello sviluppatore (rilasciata sia per PC che per Mac) che si occuperà di configurare automaticamente VLC per contro vostro. In realtà, questa applicazione si rivelerà molto utile sopratutto per gli utenti Mac, in quanto, ogniqualvolta dovrete aggiornare il vostro VLC all’ultima release stabile, una parte di questa configurazione, come vedremo, verrà irrimediabilmente persa, e avere sottomano un applicativo che lo autoriconfigurerà automaticamente, si dimostrerà essere una vera salvezza. Personalmente, io non sono solito lanciare applicativi senza sapere come funzionano e, per fortuna, sul sito del produttore, esiste il dettaglio delle modifiche da apportare manualmente alla configurazione di VLC, disponibile per Windows, Mac e Linux. Le procedure per Mac e Linux sono sostanzialmente le stesse (non per niente Mac ha un cuore Unix), mentre a quella per Windows deve essere aggiunto il passo di configurazione del firewall di sistema che deve aprire la porta 8080 per permettere il dialogo tra l’iPhone e il vostro VLC.

In questo articolo mi dedicherò solamente a spiegare, in italiano e con qualche mia personale aggiunta, la configurazione manuale per Mac, in quanto è quella che, in tutta probabilità, potrebbe essere riprodotta più volte se aggiornate spesso il vostro player multimediale e non volete affidarvi ad applicazioni di terze parti che mettano le mani sul vostro amato Mac (se non vi fidate potete benissimo creare voi stessi un file batch o Apple Script, seguendo i passi descritti in seguito).

1. Abilitare l’interfaccia HTTP

Le seguenti operazioni andranno a modificare un settaggio di VLC per abilitare l’interfaccia HTTP e, pertanto, almeno sui sistemi Mac, verrà modificato (da quanto ho appurato dalle mie prove) solo il file org.videolan.vlc.plist. Questo significa che quando installerete una nuova versione di VLC, questa configurazione dovrebbe rimanere impostata.

  1. Aprire le Preferenze di VLC dal menu: VLC/Preferenze
  2. Dalla finestre delle Preferenze appena aperta, cliccare su “All” in basso a sinistra. Ciò permetterà di abilitare la visualizzazione delle impostazioni avanzate di VLC
  3. Dalla lista di voci a sinistra che comparirà, selezionare Interfaccia/Interfacce principali
  4. Quindi, sulla destra, selezionare, per abilitarla, la voce: “Interfaccia di controllo a distanza HTTP“
  5. Quindi cliccare sul tasto “Registra” e restartare VLC
Preferenze di VLC
2. Assegnare i permessi di accesso a VLC

In teoria, la precedente configurazione atta ad abilitare l’interfaccia HTTP di VLC, dovrebbe essere sufficiente per tutte le vecchie versioni di VLC, ma dalle più recenti, è stato introdotto un controllo sui permessi di accesso, per non dare a tutti la possibilità di agire sul proprio VLC (pensate se siete in una biblioteca pubblica). E’ comunque possibile appurare questa eventualità perché, dopo avere eseguito il primo passo, quando aprirete VLC Remote sul vostro iPhone e questa eseguirà una scansione della rete, riuscirà ad individuare il vostro Mac/PC con VLC attivo (in quanto abbiamo abilitato, nel precedente step, l’interfaccia HTTP), ma vedrete la classica icona di VLC con una X rossa che starà ad indicare che non si hanno sufficienti privilegi per gestire da remoto il player multimediale.

VLC Remote

Le ultime versioni di VLC, infatti, usano un file .hosts per definire quali dispositivi (in particolare indirizzi ip che possono identificare dei computer ma anche degli iPhone/iPod Touch) possono accedere al VLC Remote Player. Il file .hosts, però, è presente all’interno dell file VLC.app (che altro non è che l’applicazione vera e propria di VLC per il mondo Mac). E’ per questo che, ogniqualvolta installeremo una nuova versione aggiornata di VLC, il file .hosts dei permessi verrà sempre sovrascritto con la versione di default dell’applicativo (in quanto contenuto nel file VLC.app che viene anch’esso sostituito). In questo caso, ricordatevi, dopo un aggiornamento di VLC, di rieseguire la procedura sotto dettagliata.

  1. Aprire il Terminale
  2. Scrivere nella finestra del Terminale unix, la seguente riga di comando:
    open -e /Applications/VLC.app/Contents/MacOS/share/http/.hosts
    Attenzione al percorso di VLC: quello descritto sopra è quello di default, ma se avete installato VLC in un subdirectory di Applications, allora provvedete ad aggiornare il path, altrimenti il file .hosts non verrà trovato. Per esempio, se avete installato VLC sotto la cartella Video di Applicazioni, allora il comando da lanciare sarà il seguente:
    open -e /Applications/Video/VLC.app/Contents/MacOS/share/http/.hosts
  3. Il file .hosts, che altro non è che un classico file ascii, verrà aperto con Text Edit
  4. Di default, nel file .hosts, tutte le classi di indirizzo sono commentate ed è lasciato aperto solo il localhost (127.0.0.1), ovvero si può connettere all’interfaccia HTTP, solo un applicativo che risiede sullo stesso PC del player multimediale VLC.
    In particolare:

    Per dare l’accesso a tutti i dispositivi (quindi sia PC che iPhone e iPod Touch) che risiedono nella stessa newtork wi-fi, sarà sufficiente scommentare tutte le classi di indirizzi IP sotto la voce “private addresses“.
    In particolare:

    Se invece, si vuole lasciare completamente aperto (cosa peraltro che sconsiglio a meno di qualche particolare esigenza) l’accesso a VLC da qualsiasi classe di indirizzi IP, allora si dovranno scommentare le ultime 2 righe, sotto la voce “The world” (credo non sia neanche necessario scommentare le righe delle classi di indirizzi della rete locale, in quanto già incluse, ma per sicurezza verranno scommentate comunque).
    In particolare:

  5. Ora non vi resterà altro che restartare il vostro player VLC e finalmente potrete usare VLC Remote dal vostro iPhone/iPod Touch poichè avrete i permessi per accedere a VLC, come potrete constatare voi stessi:
    VLC Remote

In caso di problemi, il sito ufficiale di VLC Remote, mette a disposizione degli utenti due pagine: una di Basic Troubleshooting e un’altra di Advanced Troubleshooting, con la soluzione dei problemi più comuni.

Tag:app, app-store, Apple, iPhone, ipod-touch, itunes, telecomando, Tutorial, vlc, wi-fi
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Nov 7 2008

Come trasformare il proprio portatile in un Hotspot Wi-Fi per collegare il vostro iPod Touch o iPhone ad internet senza spese

Posted by Antonio Troise
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Uno dei problemi maggiori per chi possiede un iPod Touch (e in parte anche per chi ha un iPhone e non ha un abbonamento Flat per il 3G) è che, in mancanza di una rete Wi-Fi, è impossibile navigare e usare i vari applicativi che hanno bisogno di un accesso diretto alla rete. Inoltre, a differenza degli smartphone con Windows Mobile (e il suo Active Sync), anche se si collega il proprio iPod Touch, attraverso il suo cavo USB, al proprio Mac/PC connesso ad internet (via cavo se, evidentemente non si ha una connessione Wi-Fi) non è possibile sfruttare la condivisione delle rete ma si può solamente sincronizzarlo con iTunes. Inoltre, se non si ha una rete Wi-Fi, è anche impossibile inviare documenti, o foto al proprio iPod Touch/iPhone (per usarlo come un vero e proprio hard disk esterno) attraverso applicazioni come AirSharing, Discover o Files Lite.
In poche parole, senza Wi-Fi, il proprio iPod Touch risulta un prodotto menomato.

Scegliere un laptop hotspot o un router Wi-Fi

Oggi, quindi, vi voglio spiegare dettagliatamente come trasformare il proprio Mac o PC in un hotspot Wi-Fi senza dover spendere dei soldi per acquistare un router wireless. Ovviamente il proprio computer dovrà avere anche una scheda wireless (integrata o esterna): se dovesse mancare, dovete valutare se acquistarne una o, a questo punto, puntare direttamente sull’acquisto di un router wireless. Considerate, però, che se avete bisogno di di questa funzionalità, per esempio, solo a casa, allora mi sento di consigliarvi l’acquisto di un router Wi-Fi; se, invece, siete soliti portare con voi sempre il vostro fidato portatile e volete essere certi di poter navigare, scaricare aggiornamenti e applicativi da iTunes Store, e sfruttare al meglio le decine di applicazioni che avete installato sul vostro iPod Touch, allora la scelta migliore è quella di leggere questa guida e configurare un vero hotspot in 2 minuti sul vostro portatile.

Configurare il proprio Mac come Hotspot Wi-Fi

Aprire “Preferenze di Sistema” e cliccare sull’icona “Condivisione“.

Laptop Hotspot 1

Si aprirà la seguente schermata:

Laptop Hotspot 2

nella lista dei servizi da attivare, in fondo, troverete la voce “Condivisione Internet” che selezionerete. Quindi alla voce “Condividi la tua connessione da” selezionate, dal menu a tendina, l’interfaccia che volete condividere. Nel nostro caso “Ethernet“.
Infine, alla voce “Ai computer che usano” selezionate, dalla lista delle porte, la voce “Airport” (che altro non è che il Wi-Fi):

Laptop Hotspot 3

Ora non ci resta che configurare i parametri della connessione Wi-Fi, in particolare il nome della network (che coincide con il nome dell’hotspot che il vostro iPod, o qualunque altro dispositivo wireless, vedrà disponibile) e che tipo di cifratura usare.
In particolare, cliccate sul tasto “Opzioni Airport…” e, nella finestra che apparirà, inserite il “Nome network” (nel nostro caso “zen-wifi” ma è un esempio, potete scegliere, qualunque altro nome di vostra fantasia), lasciate il “Canale” in “Automatico” e abilitare la voce “Abilita criptatura (utilizzando WEP)“, altrimenti chiunque potrebbe accedere alla vostra rete wireless condivisa. Quindi inserite una password di vostra scelta, facendo attenzione che, per una chiave WEP a 40 bit, è sufficiente una password di 5 caratteri, mentre una chiave WEP a 128 bit, richiede una password di almeno 13 caratteri.

Laptop Hotspot 4

E’ noto che la protezione WEP è da tempo obsoleta poichè non offre il massimo della sicurezza sulla cifratura; se, però, impostate la chiave a 128 bit e la password non è troppo banale (su WEP Key Generator potrete trovare un generatore di chiavi WEP a diverse cifrature), allora sicuramente costituirà un primo ostacolo per i navigatori occasionali che si dilettano con il wardriving.

A questo punto non resta che abilitare la condivisione internet, spuntando la voce “Condivisione internet” dalla lista dei servizi del pannello delle “Condivisioni“.

Dopo aver confermato l’attivazione del servizio:

Laptop Hotspot 5

finalmente abbiamo attivato il nostro Hotspot Wi-Fi sul nostro Macbook!

Laptop Hotspot 6

Vi accorgerete dell’attivazione di un hostspot sul vostro portatile perchè, nella barra dei menu in alto, comparirà la seguente icona:

Laptop Hotspot 7

Ora ovunque siate (ovviamente solo laddove potete accedere ad una collegamento internet via cavo), potete attivare la vostra personale rete Wi-Fi, in modo da poter utilizzare il vostro iPod Touch o iPhone, ma anche il vostro smartphone Symbian o Windows Mobile, senza spendere soldi con una connessione 2G/3G o con un abbonamento Wi-Fi pubblico.

Configurare il proprio PC Windows come Hotspot Wi-Fi

Per Windows il ragionamento è analogo. Vi invito, però, a vedere un video creato da CNET TV dal titolo: “Make your laptop a hotspot” in cui verrà spiegato passo passo, come configurare un hotspot sul proprio portatile con Vista e con Mac OS X.

Purtroppo la spiegazione illustrata per i Mac, nella seconda parte del video, è solo per Mac OS X Tiger (anche se molto simile a quella per Leopard): è per questo che deciso di spiegarla, altrettanto dettagliatamente, in questo mio articolo.

Tag:condivisione, hotspot, iPhone, ipod-touch, itunes, mac, Mac os x, password, smartphone, symbian, Video, wep, wi-fi, Windows, windows-mobile, wireless
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Set 17 2008

Asus Eee Box B202: è nato il rivale low cost del Mac Mini? Piccolo come un libro, silenzioso ma non supporta i filmati HD e non ha drive ottico

Posted by Antonio Troise
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Dall’8 Settembre 2008 è iniziata la commercializzazione del nuovo Asus Eee Box B202 basato su piattaforma Intel Centrino Atom e mi sto interessando al prodotto per avere una soluzione low-cost di un PC piccolo e silenzioso da lasciare in salotto sotto al mio televisore LCD da 32” per attività di background. Avevo anche pensato all’acquisto di un Mac Mini, ma il costo dell’Asus Eee Box (il cui design, comunque, ricorda più un Apple TV che un Mac Mini) è nettamente inferiore (anche perché probabilmente lo sono anche le sue prestazioni rispetto al piccoletto della Apple): 249€ dell’Asus Eee Box contro i 499€ del Mac Mini.

EEE Box
Caratteristiche

Da come si legge sul sito del produttore, l’Asus Eee Box B202 pesa solamente un chilogrammo ed è piccolo come un comune libro (215.9 x 177.8 x 25.4 mm); è equipaggiato con un processore Intel® ATOM N270 1.6 GHz, 1GB di RAM DDR2, 80GB di HardDisk da 5400 RPM ed una scheda video integrata GMA950 con connettività garantita dal Wi-Fi 802.11n e 1 Gigabit LAN. Inoltre ha una uscita DVI-I, un’uscita audio S/PDIF e una per cuffia, un lettore di card 5 in 1, 4 porte USB 2.0 e sistema operativo Microsoft Windows XP Home (è compatibile comunque con Linux mentre il prezzo del prodotto comprende anche i 30 dollari della licenza di XP).

Asus Eee Box Fronte & Retro

Con la tecnologia ASUS Express Gate permette un tempo di avvio di soli 7 secondi; è estremamente silenzioso e rispettoso dell’ambiente, poiché genera al massimo 26 decibel di rumorosità e consuma fino al 90% in meno di energia rispetto ad un PC desktop tradizionale. Inoltre, utilizza uno speciale modulo di dissipazione del calore dotato di una ventola la cui velocità viene regolata automaticamente in base alla temperatura interna.

L’estrema attenzione per l’ambiente di Eee Box è poi ribadita anche dall’utilizzo di materiali eco-compatibili in conformità con gli standard RoHS e WEEE per la massima tutela ambientale. Con il supporto VESA standard 75/100 è facilmente installabile dietro qualsiasi display LCD ed è disponibile in due colori: bianco e nero.

Caratteristiche Asus Eee Box B202
OS Windows XP Home
Processore Intel Atom N270 (1.6 GHz, FSB 533, 512KB cache L2)
Memoria DDRII 1 GB
Hard Disk 80 GB
Chipset 945GSE + ICH7M
Scheda Video IGP Intel GMA 950 integrata, 1600 x 1200 risoluzione massima
Connettività 10/100/1000 Mbps LAN, WiFi 802.11a/b/g/n , Bluetooth opzionale
Card Reader SD, SDHC, Mini SD, (Micro SD con adattatore) ; MMC,
MMC plus, MMC4.x, RS MMC, RSMMC4.x (MMC mobile con adattatore);MS,MS PRO
Scheda Audio Azalia ALC888 Audio Chip
Porte Frontali 2 x USB 2.0
1 x Headphone-out jack (WO/SPDIF)
1 x MIC
1 x Card Reader; SD, SDHC, Mini SD, (Micro SD con adattatore) ; MMC, MMC plus, MMC4.x, RS MMC, RSMMC4.x (MMC con adattatore);MS,MS PRO]
Porte Posteriori 2 x USB 2.0
1 x Gigabit LAN RJ45
1 x DVI out
1 x Line-Out (L/R) con S/PDIF
antenna WiFi
Accessori alimentatore 19Vdc, 4.74A, 65W
Mouse (opzionale)
Keyboard (opzionale)
VESA mount (opzionale)
WiFi antenna
Dimensioni 215.9 x 177.8 x 25.4 mm
Peso Peso netto: 1 Kg
Peso lordo: 3 Kg

Ecco una video recensione di HotHardware:

ASUS Express Gate

Fedele alla filosofia ‘eee’ (Easy – Exciting – Excellent), Eee Box saprà conquistare il pubblico per la sua facilità ed immediatezza di utilizzo, grazie in particolare ad ASUS Express Gate, una tecnologia esclusiva di ASUS, che consente un accesso praticamente istantaneo (circa 7 secondi dall’accensione) ed estremamente semplice a web, posta elettronica, instant messanging, contenuti multimediali e molto altro ancora, senza dover attendere l’avvio del sistema operativo. In pratica, però, l’ASUS Express Gate altro non è che una speciale distribuzione Linux sviluppata da DeviceVM e chiamata Splashtop che utilizza il file system compresso SquashFS (lo stesso impiegato da quasi tutti i LiveCD).

Splashtop

I vantaggi principali di una soluzione di questo tipo sono quello di essere teoricamente immune da virus e quello che viene promosso come “instant-on“. Significa che il sistema viene caricato in modo quasi istantaneo, impiegando solo pochi secondi.

Design

Grazie al design particolarmente accattivante ed al contempo raffinato, Eee Box rappresenta, inoltre, un originale complemento d’arredo in grado di integrarsi armoniosamente in qualsiasi ambiente, non solo in un ufficio o in un negozio, ma anche a casa, in salotto, nello studio.

Asus Eee Box Fronte & Retro

Un punto a favore è la cura nel design soprattutto nella realizzazione del pulsante di accensione che è a sfioramento, poiché data l’estrema leggerezza del sistema, la pressione di dito sul pulsante di accensione meccanico, rischierebbe di spostare all’indietro l’Eee Box.

Prestazioni

Dai test di Silent PC si evince che le prestazioni dell’Asus Eee Box B202 non sono comunque paragonabili ad un media center di basso costo, specialmente se si vuole vedere filmati HD. Per diventare un media center servirebbe un Atom dual core (in arrivo) e un chipset con accelerazione video decente.

Ecco i Pro e i Contro di Silent PC (con qualche mia integrazione):

PRO

* Consumi energetici ridotti fino al 90%
* Molto silenzioso (26db con un massimo di 37db)
* Buone performance
* Wi-Fi integrato
* SPDIF out
* Design curato, piccolo ed è possibile montarlo dietro un monitor LCD con attacco VESA

CONTRO

* Non supporta la riproduzione dei video HD 1080P
* CPU leggermente lenta
* No HDMI
* No DVD / Blu-ray drive
* No Bluetooth (opzionale)

Conclusioni

Insomma ci troviamo di fronte ad un pc dal design accattivante, silenzioso e abbastanza potente, ma non tanto da poterlo usare come un vero e proprio Media Center, per riprodurre filmati in alta definizione, senza supporto (almeno non di default) del Bluetooth integrato (anche se si potrebbero usare una delle 4 porte USB 2.0 per collegarci una antenna wi-fi di quelle micro da 12€) e privo di lettore ottico integrato (si potrebbe rimediare acquistando un drive esterno, da collegare ad una delle 4 porte USB).
Insomma, in definitiva, si tratta di un vero e proprio nettop, secondo la visione di Asus, e che, sostanzialmente differisce dall’EeePC laptop principalmente per la mancanza della batteria e del drive allo stato solido SDD per lo storage.

Tag:alta definizione, asus, Asus Eee, blu-ray, bluetooth, ddr2, hdmi, intel, lcd, pc, sd, televisore, usb-2.0, ventola, wi-fi, Windows
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Set 11 2008

Air Sharing per inviare e leggere i file PDF e altri documenti Office sul proprio iPod Touch e iPhone gratis fino al 21 Settembre 2008

Posted by Antonio Troise
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Uno dei grandi problemi dell’iPod Touch/iPhone è quello di non riuscire a gestire indipendentemente i file DOC, XLS e soprattutto PDF. Infatti, nonostante sia pienamente in grado di leggerli, per ora è possibile solo se si ricevono in allegato ad una mail. Inutile dire che per molti, compreso il sottoscritto, oltre che incomprensibile, è davvero un notevole disagio. Io ho un iPod Touch di prima generazione da 16 GB e devo dire che molto spazio l’avrei volentieri usato per portarmi qualche documento da consultare quando sono lontano dal mio pc. Fortuna che da quando è stato aperto l’App Store, l’inventiva di molte persone si è scatenata e hanno creato molte applicazioni indipendenti che permettono, a tutti gli effetti, di gestire il proprio iPod come un drive esterno wireless. Purtroppo, tutte le soluzioni adottate, come FileMagnet, Files, Mobile Finder e DataCase, anche se certamente ottime, sono a pagamento. L’altro giorno, però, navigando tra i gli APP free di iTunes ho scoperto un nuovo applicativo che rimarrà gratuito solo per le prime due settimane dal lancio: si chiama Air Sharing, prodotto dalla Avatron Software, il cui costo diventerà di 6,99$ (ovvero 5,49 €). Siccome, però, è stato pubblicato solamente l’8 Settembre del 2008, vorrà dire che potete approfittare di questa offerta fino al 21 Settembre 2008.

Air Sharing per iPod Touch e iPhone

Ho trovato una buona recensione di questo applicativo su Computime Blog, che nella descrizione del prodotto, ci fa notare che Air Sharing (come altre applicazioni simili ma a pagamento) permette di trasformare il vostro iPhone in una pen-drive wi-fi in modo da visualizzare i file memorizzati senza bisogno di un computer come invece accade per le comunissime pen-drive USB.

Air Sharing è compatibile con Mac OS X Tiger/Leopard, Windows XP/Vista e Linux (GNOME e KDE). Per chi usa Window Vista, come consiglia la guida (dettagliata ma purtroppo in inglese), è consigliabile scaricare una patch all’indirizzo: http://support.microsoft.com/kb/907306.

Air Sharing è in grado di visualizzare i seguenti formati: iWork (Pages, Numbers e Keynote), Microsoft Office (Word, Excel e PowerPoint), Web Archive, PDF, HTML, RTF, RTFD, TXT, Codici sorgente con formattazione colorata della sintassi (C/C++, Objective C/C++, C#, Java, Javascript, XML, shell script, Perl, Ruby, Python, e molto altro), Filmati (formati standard per iPhone: H.264, MPEG-4, 3GPP ed altro), Audio (formati standard per iPhone: MP3 VBR, AAC, Audible, Apple Lossless, AIFF, WAV, CAF ed altro) e Immagini (formati standard per iPhone: GIF, PNG, JPG, TIFF ed altri).

Nelle Impostazioni, tra le altre cose, è possibile inserire una password per l’accesso alle proprie cartelle (anche se è possibile lasciare l’accesso libero ad una cartella pubblica), e mostrare o meno l’estensione dei file.

Insomma credo che, almeno finché la Apple non si decide ad implementare una soluzione nativa per gestire meglio i documenti, sia un vero peccato non approfittare di questa offerta!

Tag:app, iPhone, ipod-touch, itunes, wi-fi, wireless
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