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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Mag 23 2008

Ulteo Virtual Desktop: usare i programmi Linux sotto Windows senza partizioni o virtualizzazioni

Posted by Antonio Troise
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Ulteo Virtual Desktop Ieri ho provato Ulteo Virtual Desktop, una interessante applicazione open source di una giovane società francese (co-fondata da Gael Duval, creatore della celebre distribuzione Mandrake Linux, ora nota come Mandriva) che consente di far girare su Windows molte delle applicazioni scritte per Linux, utilizzando la tecnologia Cooperative Linux (una patch del kernel Linux particolare chiamata anche “coLinux“), che permette di far funzionare il kernel di Linux come un vero e proprio processo di Windows.

Le prestazioni

Tutto ciò, in pratica, rende possibile avere grandi performance, vicine a quelle di un’installazione nativa sul PC, poiché avendo pieno accesso all’hardware, sarà possibile avviare applicazioni con una velocità del tutto paragonabile a quella offerta nativamente sui sistemi Linux.

Questo almeno in teoria. In realtà l’applicazione è molto onerosa in termini di prestazioni, in quanto richiede molta memoria RAM e un buon processore: con un Pentium IV e 512 MB di RAM ci ha messo un paio di minuti ad avviarsi, mentre lo switch delle varie applicazioni, a volte, si freezava. Gli autori, comunque, raccomandano, se si vuole godere di una esperienza migliore, di avere una CPU DualCore e almeno 1GB di RAM. Ulteo Virtual Desktop è stato testato con successo sotto Windows XP e Windows Vista (solo 32-bit, per ora).

Le applicazioni disponibili

Ulteo Virtual Desktop In ogni caso, ho avuto modo di apprezzare gli sforzi degli sviluppatori, nel realizzare un software davvero alla portata di tutti. Infatti, Ulteo Virtual Desktop è una vera e propria distribuzione di Linux, ma invece che far girare su Windows un desktop Linux, non farà altro che installare, nella parta alta del desktop, solamente una toolbar che permetterà l’avvio delle applicazioni Linux come se fosse un componente di Windows.

Tra le applicazioni già incluse (altre applicazioni si possono tranquillamente scaricare dal web), troviamo:

  • Il web browser Firefox con Flash & Java abilitati
  • La suite completa OpenOffice.org con la quale si possono gestire i propri documenti MS Office
  • KPdf per gestire i propri documenti PDF
  • Kopete, il software multi-Instant Messaging che supporta sia il protocollo MSN che altri
  • Skype
  • Thunderbird + Enigmail (in modo da poter criptare le proprie email)
  • Gimp e Digikam per gestire le proprie immagini
  • Inkscape e Scribus per creare grafici e giornali accattivanti

L’utente può anche avvalersi dell’aggiornamento automatico delle applicazioni e sincronizzare i documenti tra tutti i sistemi Ulteo utilizzati. Inoltre, dalla barra, si possono aggiungere nuove applicazioni, come programmi desktop aggiuntivi, giochi e, in futuro, anche programmi di sviluppo, il tutto lasciando sempre il sistema pulito.

Vantaggi e svantaggi

Ulteo Virtual Desktop Ciascuna applicazione Linux lanciata da Ulteo Virtual Desktop gira in una separata finestra di Windows, e come tale può essere ridimensionata, minimizzata o chiusa utilizzando i normali comandi del sistema operativo host. Le applicazioni possono accedere alla cartella Documenti di Windows, e sono inoltre in grado di supportare l’audio e la stampa.

Il vantaggio nell’usare questa applicazione, è indubbiamente enorme: sarà possibile avere due sistemi operativi funzionanti contemporaneamente sullo stesso desktop, che possono accedere agli stessi documenti (tra quelli disponibili in “My Documents” sotto Windows).
In realtà, dalla mia esperienza, Ulteo Virtual Desktop è utile se si usano pochi programmi magari specifici del mondo linux (uno fra tutti, l’ottimo media player Amarok), perché il rischio di avere due SO sullo stesso desktop è quello di trovare l’ambiente di lavoro un po’ confusionario (considerando anche il fatto che, nativamente, Windows non ha gli spaces che potrebbero dare una ordinata, magari assegnando un workspace a sistema operativo).

Inoltre, per molti aspetti, non ha molto senso virtualizzare software Linux di cui esiste già una controparte per Windows (come per Firefox, Thunderbird, Gimp e Skype).

Rispetto ad una soluzione tipo VMware, Ulteo Virtual Desktop non ha il vantaggio di essere portabile (io di solito conservo sempre le immagini VMWare di Ubuntu e Windows 2000 su un hard disk esterno che monto all’occasione sui vari pc), ma ha certamente la prerogativa, lavorando nello stesso ambiente, di poter condividere gli stessi documenti in uso su Windows (senza dover condividere cartelle o memorizzarli su un supporto esterno di memoria).

Interessante l’implementazione del terminale da Linux (Konsole), anche se è ancora non è previsto una integrazione con l’ambiente Windows, in modo da poter aprire una shell che possa operare sia in ambiente Linux che Windows.

Conclusioni

Se Ulteo Virtual Desktop è stato pensato per gli utenti individuali e aziendali che desiderano utilizzare le applicazioni Linux e Windows sullo stesso desktop senza le complessità del dual booting (e il conseguente noioso riavvio del sistema) o della virtualizzazione (che generalmente vanno ad incidere negativamente sulle prestazioni), io, però, al momento mi sento di incoraggiarne l’uso solo a coloro che ancora non conoscono Linux e reputa i suoi programmi inferiori, sia di numero che di qualità, a quelli presenti su Windows.
Provatelo e se non vi piace vi basterà semplicemente disinstallarlo!

Tag:amarok, firefox, inkscape, Linux, openoffice, opensource, skype, Software, thunderbird, vmware, Windows
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Ago 3 2007

La virtualizzazione dei server cluster e il successo delle aziende

Posted by Antonio Troise
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Cluster Non tutti sono al corrente di come la virtualizzazione possa essere implementata anche in infrastrutture aziendali molto grandi, portando una evidente riduzione dei costi hardware e dei consumi energetici, tempi di implementazione estremamente ridotti e alla riduzione del downtime.

E’ noto, infatti, che una crescita in quantità delle applicazioni e dei server, porta inevitabilmente a problematiche come:

  • aumento dei costi in termini di spazio (unità di armadio RAC, spazio impegnato da cavi, ecc)
  • consumo di elettricità del nuovo server
  • connettività (costo delle connessioni, delle schede in fibra ottica per eventuali collegamenti in SAN, porte impegnate sugli switch)
  • consumo di elettricità dei condizionatori per raffreddare il calore prodotto dal nuovo server e di utilizzo delle risorse macchina.

Un vantaggio innegabile della struttura virtualizzata rispetto a quella “classica” è senz’altro la possibilità di fare un backup realmente completo della macchina, comprese quindi le impostazioni del sistema operativo, che tante volte sono la parte più critica da ripristinare su alcuni server.

Un ulteriore e non meno importante vantaggio sta anche nella grande semplicità con cui è ora possibile gestire l’evoluzione tecnologica. Se un sistema hardware diventa obsoleto è possibile migrare in maniera abbastanza facile i server su macchine di ultima generazione (tra l’altro guadagnando in performance) senza dover reinstallare tutto, ma solamente reinstallando lo strato emulato e ripristinando i file delle macchine virtuali. Senza contare la possibilità di eseguire test fuori linea in modo molto semplice, per rendere ancora più lineare la migrazione.

Tag:backup, cluster, energia, risparmio, server, virtualizzazione, vmware, Windows
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Lug 21 2007

Damn Small Linux: mini distribuzione linux da 50 MB avviabile all’interno di Windows

Posted by Antonio Troise
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DSL Damn Small Linux (che tradotto letteralmente, significa “Linux Maledettamente Piccolo“, ma è conosciuto anche con l’acronimo DSL) è una distribuzione Linux per l’architettura x86. Nata come sistema live per CD a forma di carta di credito, può oggi essere installata ed eseguita su dischi rigidi, chiavette USB, schede CompactFlash, dispositivi ZIP od anche su Microsoft Windows o Linux come sistema emulato grazie all’uso del programma QEMU.

Come dice anche il suo nome, il concetto che sta alla base della distribuzione è la ridotta dimensione della distribuzione senza andare a scapito degli applicativi presenti. Pensate che all’inizio nacque come un esperimento per vedere quanti programmi grafici e facilmente usabili potessero stare in un CD di appena 50MB.
Tutti i programmi sono stati scelti perseguendo il migliore equilibrio tra funzionalità, formato e velocità.

Ad oggi, alla versione 3.4, in appena 50 MB, DSL include un browser, strumenti di produttività da ufficio, giochi e lettori multimediali ed il Desktop Environment Fluxbox. Inoltre ha la capacità di fungere da server SSH/FTP/HTTPD direttamente da Cd.

Il requisito minimo di sistema è un processore 486 con 16 MB di memoria RAM: ciò gli permette una esecuzione rapida in vecchi computer x86; è in grado, però, di dare il suo meglio con appena 128MB di Ram. Questa distribuzione linux è stata, inoltre, sviluppata in modo da essere modulare il che la rende facilmente espandibile.

Secondo me la peculiarità più interessante di questa applicazione è quella di potersi avviare all’interno di un altro sistema operativo (come Windows) grazie a QEMU, senza dover installare software di terze parti (come VmWare Player) il che rende questa distribuzione universale, visto che può essere avviata su qualsiasi PC.
Se volete provare questa funzionalità, basta scaricare da uno dei siti mirror il file che si chiama dsl-3.4-embedded.zip (per esempio questo). Una volta scaricato il file, basterà decomprimerlo in una cartella e lanciare, semplicemente, il file batch ‘dsl-base.bat‘ (N.B. Quando si apre il desktop linux per uscire da Qemu e passare a Windows, occorre premere la combinazione di tasti CTRL+ALT)

Dal file 1-readme_first.txt si evince che della distribuzione DSL esistono 4 tipi di versioni:

dsl-.iso: Versione isolinux standard, usate per le installazioni su liveCD o periferiche USB
dsl--syslinux.iso: Permette il boot della distribuzione usando syslinux (consigliata per i sistemi vecchi)
dsl--embedded.zip: Versione emulata da Qemu, in grado di girare dentro altri sistemi operativi come Windows o Linux.
dsl--vmx.zip: La virtual machine che gira solo sotto VMware o VMware player.

Damn Small Linux contiene una selezione di applicazioni grafiche quasi completa e molti programmi a linea di comando:

XMMS (MP3, Lettore CD e MPEG), clienti FTP, Dillo web browser, links web browser, FireFox, Foglio di calcolo, Sylpheed email, controllo ortografia (Inglese), un programma di videoscrittura (FLwriter), tre editor (Beaver, Vim e Nano [clone di Pico]), programmi di visione e manipolazione grafica (Xpaint, and xzgv), Xpdf (lettore PDF), emelFM (file manager), Naim (programma di chat per AIM, ICQ, IRC), VNCviewer, Rdesktop, clienti e server SSH/SCP , DHCP, PPP, PPPoE (ADSL), un web server, calcolatrice, supporto generico per stampante GhostScript , NFS, Fluxbox window manager, giochi, accessori per il monitoraggio del sistema, una valanga di programmi a linea di comando, supporto pieno per USB e pcmcia e supporto sperimentale per il wireless.

Tag:damn_small_linux, Linux, qemu, vmware
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Lug 10 2007

La virtualizzazione cambierà il nostro modo di lavorare: pensieri su un prossimo futuro in cui ci svincoleremo dall’hardware e porteremo con noi solo i dati

Posted by Antonio Troise
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Ecco quello che penso riguardo la virtualizzazione e portabilità dei sistemi operativi; il mio ragionamento si estende su 3 grandi fasi: software portabili, web os e virtual os.

  1. Dopo l’avvento dei dispositivi Low Cost tipo drive USB da 1-2 Gbyte grandi quanto una penna, è nata la moda dei Software Portabili. Ovvero tutta quella serie di applicativi, di solito freeware, che per natura o adattati, riescono a funzionare su un dispositivo esterno come una drive USB senza installarsi sul sistema operativo ospite. In tal modo si può portare con se tutti i programmi che desideriamo, dal browser con i nostri preferiti al programma di fotoritocco, senza lasciare alcuna traccia sui pc dove andremo a lavorare. Diciamo che in questo modo si rende indipendente il software dalla piattaforma su cui lo si lancia svincolandolo dal limite fisico che si era venuto a creare negli ultimi anni. Si potrebbe dire che una pennetta usb potrebbe a tutti gli effetti costituire una valida sostituta al nostro portatile o palmare, fermo restando che ne costituisce solo una estensione al pc. Trovate una lista di software portatili su Wikipedia.
  2. Su Internet, poi, è in corso una decentralizzazione ulteriore: non serve più portarsi a presso un drive usb. Basta avere un account sul proprio desktop online e avremmo spazio e software a volontà da qualsiasi parte del mondo e rendendo indipendenti gli applicativi dalle risorse hardware. Tutto sarà remotizzato: dal software di videoscrittura al foglio elettronico. Attualmente questa rivoluzione è ancora in corso e ancora lontana dalla sua reale attuazione: dopo l’avvento di Ajax e del Web 2.0 il percorso sembra però più facile.
    Un esempio interessante è eyeOS 1.1.0, il vero e proprio leader dei sistemi operativi web based.
  3. Ma ecco che grazie a Vmware e PC sempre più potenti nasce un nuovo concetto di portabilità: non si vuole più rendere portabili gli applicativi, ma addirittura l’intero sistema operativo. A questo punto basterà una semplice pennetta USB 2.0 da 2 GB (il costo è oramai irrisorio e si aggira sui 30 euro) e si potrà portare in giro tutto il nostro pc una semplice immagine ISO montata sul gratuito Vmware Player (o altri software di emulazione). Su VMTN è possibile scaricarsi vari sistemi operativi freeware (come Linux), ma se si dispone di una licenza Microsoft si può avere anche il proprio Windows XP/2000: ci viene in aiuto EasyVMX, un sito in grado di generare via web il vmx di configurazione della macchina virtuale (ma potete anche generarlo a mano: leggete questo mio vecchio articolo): quest’applicazione online è capace di generare il file di configurazione richiesto dal VMplayer per far partire l’installazione di un qualsiasi sistema operativo da CD.
    Ma, recentemente, è nato anche VManager, un tool per Windows distribuito sotto licenza GPL, in grado di generare e modificare una virtual machine già creata, intervenendo su parametri come il sistema operativo da virtualizzare, occupazione di RAM, grandezza del disco rigido e configurazione di rete (rendendo superflui software come Vmware Workstation o Vmware Server )

Insomma ora non sarà più necessario portarsi in giro un portatile: sarà sufficiente lavorare sempre un sistema operativo emulato e caricato da un drive esterno. Questo sarà il futuro: mano a mano che le prestazioni dei pc aumenteranno, nessuno si accorgerà più di lavorare su un sistema emulato (ora se si dispone di meno di 1 GByte di RAM si accusa una certa lentezza).

Questo post è nato dalle riflessioni scaturite dalla lettura di un libro il cui protagonista andava in un Internet Point e, inserendo semplicemente il suo hard drive, aveva con se tutto il suo personal computer, dai dati personali al sistema operativo. Allora ho pensato: questo sarà il futuro. Tutti si svincoleremo dal supporto hardware e porteremo con noi solo i dati. Voi che ne pensate?

Tag:drive_usb, sistema_operativo, virtual-machine, virtualizzazione, VManager, vmware
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Mag 4 2007

VMware Player 2.0 Beta: ecco le novità ma mancano le Direct X proprie di VMware Fusion per MAC OS X

Posted by Antonio Troise
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Dopo l’uscita di VMware Workstation 6, VMware ha da poco rilasciato anche la nuova versione beta del noto programma freeware per l’avvio di macchine virtuali: VMware Player 2.0 Beta
Tra le novità più attese, vi è anche il supporto completo per Windows Vista, sia per i sistemi host che per le macchine virtuali. Le altre novità di VMware Player 2.0 sono:

  • Experimental Support for 2-way Virtual SMP – Sarà possibile assegnare più di una cpu ad ogni macchina virtuale per migliorarne le prestazioni.
  • Sharing fra host e macchina virtuale – Sarà possibile condividere file fra la macchina host e la macchina virtuale, sia tramite le già conosciute “share folders”, sia tramite drag and drop.
  • Supporto a Windows Vista – supportato sia come host sia come macchina virtuale.
  • Supporto alle periferiche USB 2.0, come player mp3 e sistemi di storage esterni
  • Virtual Appliances – da tempo VMware ha reso disponibili oltre 400 appliance, ovvero macchine virtuali già configurate per gli utilizzi più disparati, pronte per essere scaricate ed utilizzate. La versione 2.0 del player permette di aggiungere alle macchine virtuali preconfigurate una scheda con informazioni sull’utilizzo della VM.
  • Aggiornamento OS supportati – sono ora oltre 60 i sistemi operativi supportati, guest e host, sia a 32, sia a 64 bit. In particolare, oltre a Windows Vista, abbiamo anche Red Hat Enterprise Linux 5, SUSE Linux Enterprise Server 10, SUSE Linux Enterprise Desktop 10, Ubuntu 6.10 e molti altri.

Francamente mi aspettavo una qualche gestione delle Direct X, che per il momento sembra solo prerogativa di VMware Fusion per MAC OS X, applicativo di virtualizzazione concorrente di Parallels in grado di gestire (anche se ancora in maniera sperimentale) l’accelerazione grafica 3D delle oramai datate Direct X 8.1

Dalla pagina di descrizione del prodotto è possibile scaricare, in formato pdf, sia la Release Notes che il Manuale Utente di VMware Player 2.0

La Build 44426 di VMware Player 2.0 per Windows, rilasciata il 19 Aprile 2007, è grande ben 144 MB ed è possibile scaricarla, saltando la pagina dei sondaggi, della EULA e di selezione del sistema operativo, da qui.

Tag:Apple, directx-8, Linux, mac, parallels, ubuntu, vmware, vmware-fusion, vmware-player, Windows, windows-vista
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Apr 25 2007

Le novità di Ubuntu 7.04 Feisty Fawn

Posted by Antonio Troise
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Che Ubuntu sia una delle distribuzioni più famose del momento (vuoi per effettiva semplicità d’uso vuoi per semplice moda) lo si è capito il 19 Aprile quando migliaia di utenti tentavano di scaricare la nuova release stabile di questo innovativa distribuzione, mentre il sito Repubblica.it pubblica un articolo dedicato al rilascio del “cerbiatto esuberante”!

Tra le novità introdotte con questa nuova release, abbiamo:

  • Ubuntu 7.04 si basa su GNOME 2.18, KDE 3.5.6 e il leggero XFCE 4.4
  • Installazione semplificata dei codec multimediali: è sufficiente tentare di riprodurre un qualsiasi file multimediale (mp3, wmv, ram, fla, qt, etc) che il sistema tenterà di installare automaticamente i codec necessari.
  • Installazione semplificata (con 1 click) dei driver per le schede di tipo nVidia
  • Effetti Desktop 3D: sono presenti, però solo pochi effetti 3D rispetto a quell che ci può offrire Compiz e Beryl. In particolare, sono disponibili solo quelli relativi alle finestre gelatinose e alle aree di lavoro sul cubo rotante.
  • Implementato i nuovi Gnome Control Center e NetworkManager
  • Il kernel ora supporta nativamente la virtualizzazione
  • Implementato il tool Migration Assistant, per migrare le utenze da altri sistemi operativi
  • Supporto a NTFS-3G stabile, per montare in lettura/scrittura i dischi Windows
  • I repository Universe e Multiverse abilitati automaticamente
  • OpenOffice.org ha di default un tema di icone Tango

Per tutto quello che manca è già disponibile il tool Automatix per Ubuntu 7.04 in formato .deb che si installa con un click. Con Automatix potete installare altri software sia commerciali che non, come Wine, VMWare Player e Virtualbox, Google Earth e Google Picasa, Java.

[via pollycoke e ascrocco]

Tag:codec, desktop_3d, gnome_control_center, Linux, ubuntu, virtualbox, vmware, xfce
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Dic 1 2006

One laptop per child su Vmware

Posted by Antonio Troise
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OLPC E’ da poco disponibile l’immagine Vmware di One Laptop Per Child, la distribuzione basata su Fedora 6 e Gnome che verrà installata sui notebook per i paesi del terzo mondo voluto da Negroponte. La prima segnalazione è stata data qui, mentre è possibile scaricare dal sito di Alexander Web la OLPC image (mirror #1, mirror#2).
Anche se si tratta di un sistema Linux, questa la distribuzione è, come interfaccia, simile a quella di un palmare/smartphone. Infatti è possibile utilizzare una applicazione per volta (le altre passano in secondo piano) e funzionalità come il drag-n-drop sono disabilitate. Inoltre è disponibile una versione modificata di AbiWord, un gestore di immagini come f-spot, browser e feedreader e un instant messenger.

Tag:olpc, vmware
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Lug 25 2006

Qualche hack per VMware Player

Posted by Antonio Troise
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Molti di voi avranno probabilmente già provato l’utilità di VMware Player, il software di virtualizzazione gratuito rilasciato da VMware. La possibilità di provare sul proprio computer diversi sistemi operativi senza dover ripartizionare rischiando di perdere i propri dati è senz’altro allettante, ma quando si cominciano ad avere esigenze più specifiche, le macchine virtuali offerte da VMware per il download potrebbero non fare più al caso nostro.
Giusto per fare qualche esempio, lo spazio del disco fisso virtuale predeterminato potrebbe non essere sufficiente, oppure semplicemente potreste voler provare un sistema non molto conosciuto o delle versioni molto recenti di Linux e così via discorrendo.
Per aggirare questi inconvenienti, è possibile farsi dare una mano da chi è in possesso di una licenza di VMware Workstation, chiedendogli di realizzare per noi delle immagini personalizzate, oppure ancora ci si può arrangiare in vari modi.
Ovviamente, se avete intenzione di fare un uso professionale delle soluzioni di virtualizzazione offerte da VMware, è sempre consigliabile l’acquisto di una licenza, date le difficoltà che comporta la creazione a mano di immagini e la mancanza di alcune funzionalità in VMware Player, come ad esempio il Virtual SMP.
Ma torniamo alla creazione di immagini personalizzate. La modalità più diretta e semplice per raggiungere lo scopo è rappresentata dalla modifica di un’immagine già configurata, come se ne possono trovare in rete. Una volta decompressa, potete modificarne il file di configurazione (con estensione .vmx) con un qualsiasi editor di testo.
Ad esempio, se vogliamo fare in modo di impostare un’immagine ISO al posto del normale lettore CD-ROM, possiamo modificare le righe ide1:0.fileName e ide1:0.deviceType:

ide1:0.fileName = “/percorso/immagine/cd.iso”
ide1:0.deviceType = “cdrom-image”

Riavviando VMware Player sarà possibile vedere i risultati.

Allo stesso modo, possiamo aggiungere una seconda interfaccia di rete alla macchina virtuale, aggiungendo questa linea:

Ethernet1.present = “TRUE”

Potete anche aggiungere una terza o una quarta interfaccia, semplicemente variando il numero che segue la parola Ethernet. Smanettando un po’ sarà possibile fare anche altre modifiche.

Per quanto riguarda la creazione da zero di immagini personalizzare, le cose si fanno un po’ più complesse. D’ogni modo sappiate, che con un po’ di lavoro in più, si riesce a specificare lo spazio su disco oppure il tipo di interfaccia di quest’ultimo (IDE o SCSI).
Per far questo si può usare QEMU come programma di appoggio. In particolare, utilizzando qemu-img è possibile creare delle immagini in formato VMware:

qemu-img create -f vmdk nome.vmdk nG

Da notare che n va sostituito con il numero di GB da riservare. Successivamente avrete bisogno di creare un file di configurazione. Potete crearlo a mano, prendendo come base un file .vmx esistente, oppure potete avvalervi di EasyVMX, che permette di generare in maniera veloce i file di configurazione di VMware.

[via Programmazione.it]

Tag:vmware, vmx
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Mag 11 2006

VMware Player e Linux chiavi in mano

Posted by Antonio Troise
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VMWare Player Su edit di html.it trovo una bellissima guida su come usare Linux su Windows. Il metodo base è sempre lo stesso: non si tratta di usare un live-cd (troppo lento) o di usare una partizione del proprio hard disk (pericoloso per i neofiti e noioso perché occorre sempre riavviare il computer), bensì quello di emulare un pc con VMWARE. Fino a qua nulla di nuovo. La novità sta però nel fatto che da qualche tempo vmware distribuisce gratuitamente vmware Player. Questo software si occupa di emulare sotto Windows altre applicazioni e funziona più o meno come un normalissimo lettore. Installato il software potete dirgli di riprodurre una delle numerose applicazioni tra le quali figurano diverse distribuzioni di Linux, comprese l’apprezzata Ubuntu, la multifunzionale Suse, la piccola Minix, ma anche Debian, Fedora, per un totale di 66 sistemi!
Il sistema operativo verrà caricato ed eseguito nella finestra di vmware Player dandovi modo di poter conservare sul vostro computer anche 5 o 6 sistemi operativi da lanciare quando necessario. Il vantaggio rispetto al classico vmware? Oltre al fatto che è completamente gratuito (cosa da non sottovalutare), permette, però, di avere pronto ed avviato in meno di 3 minuti (previo download dell’immagine relativa compilativa per vmware con estensione .vmx), praticamente chiavi in mano, qualsiasi sistema operativo Linux, senza passare prima per la fase di installazione!
Una nota d’obbligo: prima di eseguire l’installazione del vmware Player, è sempre eseguire, se usate Windows XP, un punto di ripristino del sistema operativo, visto che crea delle periferiche virtuali sul quale il sistema emulato si appoggerà (di norma il setup è in grado di creare da solo un punto di ripristino, ma meglio non dare nulla per scontato, vista la natura particolarmente intrusiva dell’installazione).
Le mie prove: Ho fatto qualche prova con la virtual machine di Ubuntu e, nonostante abbia solo 512 MB di Ram il sistema gira abbastanza velocemente: ovviamente, più RAM si ha a disposizione e maggiori saranno le prestazioni del sistema operativo emulato! Comunque, per chi lo installasse, c’è da fare una nota su questa distribuzione Linux: in Ubuntu hanno disabilitato l’utente root per evitare che tutti si loggassero come root con tutti i privilegi relativi, vanificando il vantaggio di avere “normal user”. Per eseguire i comandi con privilegio occorrerà lanciarli con “sudo”. Su mondonerd.com trovate delle ottime FAQ di Ubuntu mentre sul forum di Ubuntu-it.org trovate la sintassi per impostare la password di root e abilitare, di fatto, questo utente per l’amministrazione del sistema operativo (come la configurazione della scheda di rete): sudo passwd root

Tag:Linux, ubuntu, vmware, vmx
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