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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Set 12 2013

Eucalyptus: infrastruttura Open Source per creare il proprio Cloud personale AWS compatibile

Posted by Antonio Troise
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Eucalyptus è una infrastruttura software gratuita e Open Source che permette ti creare il proprio Cloud Personale con due o più computer, compatibile con le API AWS e ai servizi di EC2, S3, EBS, IAM, Auto Scaling, Elastic Load Balancing e CloudWatch, in modo da permettere alle aziende di integrare o estendere le proprie cloud con quelle di Amazon.

Nato come progetto di ricerca delll’Università californiana di Santa Barbara, Eucalyptus ha guadagnato molta visibilità dopo che Canonical lo ha incluso nel proprio sistema operativo Ubuntu 9.04 Server Edition.

Fornito di una comoda interfaccia web per la gestione delle cloud, è possibile scaricare FastStart (giunto alla versione 3.3.1), una immagine ISO che permette di creare con estrema velocità e semplicità un piccolo cloud sulle proprie macchine per avere subito sottomano (con una installazione automatica della durata di 30 minuti) una piccola distribuzione preconfigurata (CentOS e KVM) su cui creare mini aree cloud di Dev/Test. Per soluzioni più complesse occorre scaricare il codice sorgente sotto forma di pacchetti RPM.

Unici requisiti sono:

  • Almeno una macchina con 100GB di spazio disco
  • Un range di indirizzi IP liberi da assegnare alle istanze Eucalyptus

Tag:amazon, aws, cloud, ubuntu
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Apr 21 2009

Portable Ubuntu: come far girare Ubuntu su Windows senza installazioni, partizioni o virtualizzazioni

Posted by Antonio Troise
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Recentemente ho provato Portable Ubuntu, un’alternativa molto più performante e più semplice ad Ulteo Virtual Desktop, recensito su questo sito qualche tempo fa, che consente di far girare su Windows molte delle applicazioni scritte per Linux, utilizzando la tecnologia Cooperative Linux. Lo scopo principale di Portable Ubuntu è quello di far avvicinare a Linux anche gli utenti meno smaliziati che non sopportano una installazione ex novo di Ubuntu, con tutti i timori, ora meno giustificati di un tempo, di un partizionamento del disco fisso.

Ubuntu, grazie anche alla sua comunity, si è sempre contraddistinto, rispetto alle altre distribuzioni linux, per la estrema semplicità d’uso, sia durante il processo di installazione molto semplificato sia per il fatto di rendere la distribuzione avviabile direttamente da DVD senza passare per forza per una installazione (con tutti gli svantaggi dal punto di vista delle performance dato che la velocità in lettura di un dvd sono sicuramente inferiori a quelle di un hard disk) proprio per offrire a chiunque la possibilità di una valutazione del prodotto.
Ultimamente sono nate anche altre soluzioni, come Wubi Installer, uno speciale tipo di installazione per Windows (che si appoggia sempre alla ISO scaricabile da qui) che permette di trattare Ubuntu come un normale applicativo che si installa e si disinstalla (da Aggiungi/Rimuovi Programmi) e penserà tutto lui ad impostare il setup e a creare le partizioni. Oppure, grazie a Portable Qemu Persistent Ubuntu, che sfrutta la potenza della coppia di Qemu e di un’immagine ISO di Ubuntu (che potete anche personalizzare usando il l’Ubuntu Customization Kit), si può eseguire il sistema operativo virtualizzato su una macchina Windows che resterà intatta: è sufficiente scaricare il file qpubuntu.zip scompattarlo in un device USB e avviare il file batch ubuntu.bat (un altro esempio di uso di QEMU, trattato anche in un mio vecchio articolo, è la mini distribuzione Damn Small Linux).

Come far funzionare Portable Ubuntu

Portable Ubuntu è una applicazione portabile che non richiede alcuna installazione o virtualizzazione di sistema il che viene indubbiamente in soccorso agli utenti poco esperti.
La procedura è semplice (su HowToForge trovate anche una guida inglese passo passo):

  1. Scaricate il file Portable_Ubuntu.exe (che altro non è che un pacchetto autoestraente 7zSFX da 438 MB) e decomprimete l’archivio (che richiede in totale 1,85 GB di spazio libero su disco)
  2. Fate doppio clic sul file run_portable_ubuntu.bat che si trova nella cartella appena scompattata
  3. Si aprirà in alto una piccola barra che metterà a disposizione una versione di Ubuntu utilizzabile come un qualsiasi programma per Windows: infatti tutte le applicazioni linux appariranno come finestre sul desktop di windows (tanto che nella taskbar troverete i task di ogni applicativo aperto e da li potrete massimizzare, minimizzare o chiudere le finestre) e sarà anche possibile effettuare copia ed incolla fra i due diversi ambienti in entrambe le direzioni.
Portable Ubuntu 1

Nel caso aveste ancora dubbi, ecco un filmato che vi spiegherà tutte le semplici e poche operazioni da seguire:

Prime impressioni

Devo però constatare che, a differenza di quanto venga affermato, su un sistema di non ultima generazione (parlo di un PC Pentium IV con appena 512 MB di RAM), l’avvio di Portable Ubuntu, richiede poco più di 1 minuto e l’apertura delle varie applicazioni non risulta molto veloce. Ma d’altronde è comprensibile: se ad occupare la memoria di sistema vi è Windows, con tutti i suoi memory leaks nativi, non è possibile beneficiare totalmente della agilità propria di un sistema operativo come Linux, almeno su sistemi datati.

In ogni caso è indubbiamente comodo avere, sul proprio sistema operativo principale, ahimè Windows, la possibilità di lanciare ma anche installare alcune potenti applicazioni solo per Linux (per non parlare del grande vantaggio di avere la potente shell unix su Windows)! Addirittura, per come è lo scopo del progetto e come si può intuire dal nome, se copiate la cartella di Portable Ubuntu su una pennetta USB o su un hard disk esterno USB (cosa consiglio per avere maggiori performance), avrete la vostra distribuzione Linux sempre con voi ed eseguibile da qualsiasi PC Windows a cui avrete accesso.

Portable Ubuntu 2
Come funziona

Se siete curiosi di sapere quale sia il segreto su che si nasconde dietro Portable Ubuntu, dovete sapere che alla base di questo idea vi è un progetto precedente: andLinux che, usando sempre Ubuntu, si appoggiava su XFCE Panel e KDE (qui la guida step-by-step per l’installazione). Entrambi i progetti, però, si appoggiano a 3 pacchetti software sapientemente combinati tra loro:

  • Xming è una versione dell’X Server per sistemi Windows;
  • Pulse Audio è un Server Audio per sistemi POSIX e Win32 che si “interpone” tra il sistema audio nativo di Windows e quello delle applicazioni;
  • coLinux Kernel è uno dei porting del Kernel Linux per Windows, che permette di far funzionare il kernel di Linux come un vero e proprio processo di Windows. in pratica utilizzando un driver particolare che rende possibile l’esecuzione dell’applicativo coLinux in “modalità Ring 0″ (la modalità privilegiata cui esegue parte del Windows Kernel) si rende funzionante il Kernel Linux all’interno di uno specifico spazio di indirizzamento (quello del processo coLinux). Intercettando gli interrupt hardware, e cooperando con alcune funzionalità del sistema di basso livello di Windows, l’applicativo coLinux rende il Kernel Linux pienamente funzionante. In questo modo il Kernel Linux si avvia ed è in grado di gestire gli esegubili in formato binario elf, ovvero quelli di una tradizionale distribuzione Linux.

Se volete approfondire l’argomento sul sito del progetto troverete tutta la documentazione necessaria, come le istruzioni su come ampliare lo spazio di archiviazione, su quale è la password (importante per installare applicazioni con synaptic) per l’utente predefinito pubuntu (di default è impostata a: 123456) e su come accedere ai file del vostro disco C: di Windows (sarà sufficiente andare nella cartella /mnt/C).

Tag:Linux, portableapps, qemu, ubuntu, usb, virtualizzazione, Windows
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Feb 12 2008

Quelli di Cupertino, Mountain View o Redmond. Ecco la lista delle principali società dell’Information Tecnology associate alle città dove risiedono le loro sedi

Posted by Antonio Troise
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Quando si leggono articoli riguardanti grandi società come Apple, Google, Microsoft o Yahoo, spesso ci imbatte in frasi come: “quelli di Cupertino“, “le geniali menti di Mountain View“, “l’azienda di Redmond” o “la società di Sunnyvale“. Di solito, per evitare di dover ripetere spesso, nello stesso articolo, il nome di una società, si preferisce associarla al nome della città in cui risiede la sua sede legale, in modo da rendere il discorso più fluido.
Ma, se per le grandi società, queste associazioni sono facili da ricordare, lo stesso non accade per quelle società, anche famose, con cui non si ha molto confidenza. E’ per venire incontro ai lettori, ma anche ai blogger che scrivono articoli su società dell’Information Tecnology, che ho deciso di redigere una lista, in ordine alfabetico, delle più importanti società che si occupano di internet e tecnologia, associandovi le città dove risiedono le loro sedi.

Questo elenco non è esaustivo ma vuole solo dare un quadro delle delle principali società dell’IT (p.es ho escluso Philips, Sony, Nintendo o simili in quanto, a mio parere, non rientravano in quella categoria di società di cui spesso si sente parlare nel mondo di internet e della blogosfera): se pensate che ne abbia dimenticato qualcuna, fatemelo sapere nei commenti.

Società/Sede
Società Sede principale
3Com Marlborough (Massachusetts)
Adobe Systems San Jose (California)
AMD Sunnyvale (California)
Apple Cupertino (California)
ATI Markham (Ontario, Canada)
con una sede in Santa Clara (California)
Cisco Systems San Josè (California)
Electronic Arts Redwood City (California)
Google Mountain View (contea di Santa Clara, California,
nei pressi di San Jose, nel cosiddetto Googleplex)
Hewlett-Packard Santa Clara (California)
IBM Armonk (New York)
Intel Santa Clara (California)
Nvidia Santa Clara (California)
Oracle Redwood Shores (California)
Sun Microsystems Santa Clara (California)
Symantec Cupertino (California)
Yahoo! Sunnyvale (California)

Anche se non si tratta di una società, vorrei anche citare Ubuntu, a cui di solito ci si riferisce con la frase “quelli di Canonical“. In realtà, Canonical non è una città ma la società che presiede allo sviluppo della distribuzione linux Ubuntu e che ha sede legale nell’Isola di Man (ma ha i suoi uffici principali a Londra).

Come potete constatare anche voi stessi, quasi tutte le società importanti dell’IT risiedono in California e, in particolare, nella Silicon Valley che, sostanzialmente coincide con la Santa Clara County.
Ovviamente, quelle citate nella tabella sono solo 16 delle decine di società che affollano questa area. Se volete avere una idea, cliccate sull’immagine qua sotto:

ImageShack

Il termine Silicon Valley fu coniato nel 1971 dal giornalista Don C. Hoefler, per indicare la parte meridionale della San Francisco Bay Area: in particolare, fu chiamata “Silicon” per la fortissima concentrazione di industrie legate ai semiconduttori e ai computer, basati sul silicio, e “Valley” dal nome della Santa Clara Valley. Il capoluogo e città principale è San Jose, che è circondata da numerose cittadine, così da formare una metropoli di circa 4 milioni di abitanti.

Tag:Apple, Google, microsoft, silicon valley, ubuntu, yahoo
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Set 23 2007

Riviste per Linux: Topolinux e Full Circle Magazine. Ne conoscete altre?

Posted by Antonio Troise
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Ultimamente, dato che ho installato Ubuntu sul mio portatile, sono alla ricerca di nuove riviste online del mondo Linux. Tra le migliori non posso non citare TopoLinux, una ezine tutta italiana dedicata al mondo dell’Open Source, e quindi al mondo del pinguino ,e aperta alla partecipazione di tutti. Sono già arrivati al numero 10 e devo dire che gli articoli sono molto interessanti.

Per gli amanti, invece, della distribuzione Ubuntu, non posso che consigliare Full Circle Magazine, la rivista elettronica in formato pdf che raccoglie notizie, articoli e guide su Ubuntu. Inizialmente disponibile solo in inglese, ultimamente stanno uscendo anche le varie localizzazioni, tra cui la traduzione in italiano.

Personalmente ho trovato molto interessante la lettura del N.3 della rivista che fa una ottima recensione sul funzionamento del nuovo Macbook con Ubuntu.

Ovviamente l’e-zine è completamente realizzata usando software opensource: Scribus, OpenOffice e Gimp. Chiunque può contribuire ai successivi numeri inviando articoli alla mail articles@fullcirclemagazine.org o inserendoli direttamente nella pagina wiki della rivista.

Ora, però, mi rivolgo a voi: conoscete altri e-magazine del mondo Linux?

Tag:Linux, opensource, PDF, topolinux, ubuntu
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Set 17 2007

Craccare il WEP in 60 secondi, perché i router Wi-Fi usano ancora il WEP nonostante sia insicuro e consigli su come proteggersi dal Wardriving che non sempre può essere considerato reato

Posted by Antonio Troise
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Wi-Fi La connessione wireless per uso domestico è ormai molto diffusa e sono già decine di migliaia gli italiani che hanno in casa una rete wi-fi per accedere ad internet. Ma, anche se il nuovo protocollo è molto diffuso, risulta meno diffusa la conoscenza sulla sicurezza del wireless. Infatti, spesso, chi compra un Access Point, si aspetta che il prodotto funzioni al primo avvio con le impostazioni di default: ma per farlo, il produttore deve settare l’accesso wi-fi con livello di sicurezza medio-basso (criptografia WEP o senza protezione) poiché sa che, basta avere un Windows XP SP1 o un Windows Mobile 4 per i dispositivi palmari, per non far funzionare la criptografia più evoluta e sicura di tipo WPA o WPA2. Ecco il perché della presenza di settaggi sul router wireless che possono compromettere la propria sicurezza e la propria privacy.
Si calcola che in Italia quasi due terzi delle connessioni wi-fi casalinghe siano accessibili senza dover forzare alcuna protezione.

Tag:Linux, palmare, ubuntu, wardriving, wep, wi-fi, windows-mobile, windows-xp, wireless, wpa
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Set 13 2007

Guida TV: online, per Windows, Mac e Linux. Alla ricerca del miglior programma per visualizzare i palinsesti delle emittenti televisive fino ad approdare al progetto Open Source per Gnome OnTV

Posted by Antonio Troise
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Ho cercato per anni un applicazione per Windows che mi desse una guida dei programmi televisivi, ma non ho mai trovato nulla che mi soddisfacesse. E’ per questo che sono alla ricerca per trovare il miglior programma per visualizzare i palinsesti delle emittenti televisive italiane, partendo dalle guide tv offerte gratuitamente su internet, sino ad arrivare ad applicazioni Open Source per Linux così potenti da sbaragliare qualsiasi avversario.

Guide TV online

Sul web, per contro, esistono molti siti che elencano in maniera chiara la lista dei programmi tv, come:

  • Programmitv.it (che troviamo anche con il dominio TeleGuida.it)
  • GuidaTV
  • Yahoo! TV
  • MSN Guida TV
  • Satellite.it – La guida TV
  • Zam Guida Tv (propone i programmi televisivi del giorno con particolare attenzione ai film tratti da libri e romanzi)
  • FilmUP TV
  • Tutteletv
  • Guida TV Simpsoniana

e la lista potrebbe continuare all’infinito.

Guida TV come feed RSS

Il problema è che, però, nessuno di questi servizi web offre un servizio di abbonamento RSS. Ma girando per il web ho scoperto che Instablog ha realizzato uno script che pesca i programmi del giorno dal televideo web rai (in solo testo) e lo ritrasforma in un feed rss. Peccato che in questi giorni non sembra funzionare correttamente.

Guida TV per Windows

In realtà, però, io ero alla ricerca di qualcosa di integrato col mio sistema operativo e disponibile anche offline. Come accennato prima, per Windows non ho trovato nulla di facilmente fruibile e freeware anche se un programma ben fatto esiste e si chiama, ovviamente GuidaTV. Questo supporta 171 palinsesti, tra reti tv terrestri e satellitari e ed emittenti radiofoniche e i palinsesti sono disponibili da sette a venti giorni antecedenti all’andata in onda delle trasmissioni. Il problema è che richiede un abbonamento annuale di 10 euro.

Guida TV per Mac OS X

Per Mac OS X, invece, esiste un comodo widget italiano: Guida TV, ma non avendo ancora un Mac, mi risultava poco utile.

OnTV per Linux

Ma è su Linux che ho trovato la risposta definitiva: infatti dopo aver installato Ubuntu sul mio portatile Acer ho scoperto, nelle mie ricerche, che esiste un programma che faceva proprio al caso mio: si chiama OnTV.

OnTV è un interessante applet (scritta in Python utilizzando PyGTK) per il pannello di GNOME, che, sfruttando XMLTV, è in grado di monitorare i programmi televisivi (sia quelli terrestri in chiaro che alcuni di quelli satellitari di Sky) che sono al momento in trasmissione e quelli che verranno subito dopo. Per ognuno è in grado di dire il nome del programma e il tempo rimanente alla fine dello stesso, con tanto di barra di avanzamento. Addirittura è possibile controllare, impostando il paese relativo, i programmi TV di altre nazioni.

onTV

Ma non è tutto: tra le sue caratteristiche è possibile effettuare una ricerca live del nome del programma interessato su uno o tutti i canali, e, inoltre, impostare un allarme in modo che compaia una notifica un certo numero di minuti prima (massimo 30) che inizi il programma che ci interessa.

OnTV Search

Tra le varie opzioni ho trovato anche la possibilità di impostare i loghi delle varie emittenti: se non avete voglia di andavi a cercare i loghi, vi consiglio di scaricare il pacchetto zip creato da Andrea Lazzarotto che ha raccolto i loghi in formato PNG delle principali 9 emittenti televisive nazionali in chiaro (Raiuno, Raidue, Raitre, Retequattro, Canale5, Italia1, La7, Mtv, All Music).

OnTV Channels

Per installare le icone, dopo aver scaricato l’archivio, potete seguire questa procedura:

Estraetelo l’archivio sul Desktop; dopodiché copiate le immagini dentro alla cartella ~/.gnome2/ontv/logos e aprite la lista dei canali di OnTV. Cliccate su un canale con il destro e scegliete Properties. Da qui potete inserire l’icona. Ricordatevi di puntare la barra in alto alla cartella corretta (c’è il comando Sfoglia) e infine scegliete l’icona.

Ripetete per tutti i canali (magari facendo copia incolla per il percorso della cartella visto che lo dovrete inserire ogni volta) ed è fatta.

Ovviamente per installarlo è sufficiente scrivere su terminale:

sudo apt-get install ontv

Una volta terminata l’installazione cliccando col tasto destro sul pannello in alto di Gnome e selezionate la voce dal menu a comparsa “Add to Panel..” Nella categoria “Accessories” troverete una icona a forma di televisore con la scritta “OnTV”; basterà trascinarla sul pannello di Gnome nella posizione desiderata ed il gioco è fatto!

gShowTV per Linux

Se, però, OnTV, non vi basta, allora non potete farvi sfuggire gShowTV: realizzato in Perl, permette di vedere, in una sola schermata, il palinsesto completo di tutti i principali canali italiani, compresi quelli satellitari di Sky, sfruttando, ancora una volta, il potente XMLTV. Inoltre, se disponete di una scheda TV, il programma è in grado di riconoscerla e permette di settare i programmi da registrare, divenendo un vero e proprio PVR.

Per installarlo:

Editiamo il sources.list (sudo gedit /etc/apt/sources.list) ed inseriamo il repository per le debian:

deb http://debian.vakevainen.fi/ unstable main

E autentichiamoli:

gpg –keyserver hkp://wwwkeys.eu.pgp.net –recv-keys 585DECB0 && gpg –armor –export 585DECB0 | sudo apt-key add –

Dopo questo aggiorniamo i repository e installiamo:

sudo apt-get update
apt-get install gshowtv

Da terminale (gshowtv) oppure dal menu Applicazioni–>Audio&Video fate partire il programma.

Insomma, anche se era prevedibile, i migliori risultati li ho trovati nel mondo Open Source!

Tag:gnome, gshowtv, Linux, ontv, tv, ubuntu, xmltv
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Set 8 2007

Inviare messaggi Twitter da riga di comando su linux e con i Client grafici per Gnome

Posted by Antonio Troise
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Il metodo più geek possibile per inviare messaggi su Twitter da un pc con linux installato consiste nell’aprire una finestra del terminale e iniziare a digitare. Potrà sembrare strano, ma a volte risulta anche il metodo più veloce, specie in ambiente server che non dispone di una grafica X. Per farlo ecco i requisiti:

  1. Avere disponibile una connessione internet
  2. Installare, se non disponibile, le librerie curl:
    sudo apt-get install curl
  3. Nella home del vostro utente creare (lanciando il comando vi twitter oppure gedit twitter) uno script di nome twitter che contenga le seguenti righe:

    #!/bin/bash
    curl –basic –user “username:password” –data-ascii “status=`echo $@|tr ‘ ‘ ‘+’`” “http://twitter.com/statuses/update.json”

    Come si nota la riga lancia il comando curl che tiene in considerazione la sintassi delle API di Twitter che richiedono una autenticazione dell’utente (via Basic Auth) e il richiamo alla url http://twitter.com/statuses/update.json a cui si passa il parametro “status”.
    Più genericamente la sintassi è:

    curl –basic –user “User:Password” –data-ascii “status=Twitter_status>” “http://twitter.com/statuses/update.json”

  4. Salvare il file e dargli i diritti di esecuzione:
    chmod 755 twitter
  5. Ora è possibile mandare messaggi su Twitter semplicemente digitando dal Terminale:
    twitter “Questo messaggio è stato inviato da riga di comando”

    E’ sempre consigliabile inserire il messaggio tra virgolette per evitare problemi di interpretazione con i metacaratteri.
    Ovviamente lo stesso metodo può essere usato anche da Windows, l’importante è munirsi del porting per windows delle librerie curl.

    ATTENZIONE: se lo script non lo si inserisce nelle directory presenti nel proprio PATH, occorre lanciare lo script come segue:
    ./twitter “Messaggio”

    Per verificare il PATH basta lanciare il seguente comando:

    echo $PATH
    che restituirà un risultato analogo a questo:

    /usr/local/sbin:/usr/local/bin:/usr/sbin:/usr/bin:/sbin:/bin:/usr/games

    Per cui, se si inserisce lo script in uno delle directory sopraelencate lo si potrà lanciare da qualsiasi directory del proprio pc, altrimenti se lo si vuole lasciare nella propria home directory (per una questione di pulizia e facilità nell’effettuare il backup io preferisco questa soluzione), ma avere sempre la possibilità di lanciarlo ovunque e senza la necessità di farlo precedere da “./”, è necessario inserire la seguente riga nel file .bashrc presente nella home dell’utente (nell’esempio username):

    PATH=$PATH:/home/username

    Quindi uscire e rientrare dal proprio utente o lanciare il comando:

    . ./.bashrc

    per far rileggere la nuova configurazione.

Ovviamente è possibile migliorare lo script con l’inserimento di un contatore dei caratteri (il limite è di 140) e magari visualizzando le ultime twitterate dei propri contatti, sempre tutto da terminale, ma non è lo scopo di questo articolo che vuole solo suggerire un metodo veloce di inserimento di messaggi su Twitter. Per chi vuole approfondire, esiste uno script in perl, BLT, in grado di integrarsi con la shell bash e di visualizzare cosa stanno dicendo i vostri twitters-friends.

Client Gnome per Twitter

Per concludere il discorso voglio fare anche un breve excursus sui migliori client grafici per Twitter su Linux che ho potuto testare.

Sino ad oggi il migliore che ho provato è stato Twitux, un client che si integra molto bene con il desktop Gnome: l’unico appunto che potrei muovere all’autore è la scomodità nello scrivere un nuovo messaggio (CTRL+T) e l’impossibilità nel ridimensionare la finestra. Per il resto ha veramente di tutto.

Un altro buon client per Gnome è gTwitter ma nonostante ho seguito tutte le guide per la corretta compilazione dei sorgenti e scaricato anche il pacchetto .deb compilato per Ubuntu Feisty 32 bits, non sono mai riuscito a far funzionare l’autenticazione username/password rendendo di fatto inutile il client!

Infine, molto interessante, l’integrazione con il widget gnome Deskbar che permette di avere dalla barra di ricerca anche la possibilità di postare su Twitter: è necessario però installare le Python Twitter library e lo script python (oltre all’immagine twitter.png) da copiare nella directory della applet Deskbar.

Tag:gnome, Linux, twitter, ubuntu, Web 2.0
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Set 4 2007

Come dare voce ad Ubuntu con eSpeak: installazione, risoluzione problemi e tips per attivarlo con AmaroK per fargli dire quale canzone stiamo ascoltando

Posted by Antonio Troise
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Per gli utenti Mac non sarà di certo una novità (che addirittura fanno cantare il proprio mac), ma non tutti sanno che su Ubuntu è preinstallato eSpeak, un programma di sintesi vocale a riga di comando per la lettura automatica di testo compatibile con varie lingue, tra cui l’italiano. Ma andiamo con ordine.

Installazione e sintassi

Nel caso non avete preinstallato eSpeak, è sufficiente aprire un terminale e digitare:

sudo apt-get install espeak

Ora è possibile provare subito eSpeak rispettando una delle seguenti sintassi:

espeak [opzioni] [-v linguaggio] testo
espeak [opzioni] [-v linguaggio] < testo espeak [opzioni] [-v linguaggio] -f file_testo.txt

Ovvero, è possibile fornire il testo come ultimo argomento, attraverso lo standard input, oppure con l’opzione -f, all’interno di un file ascii di tipo UTF-8, sintetizzandolo attraverso l’adattatore audio installato sul proprio sistema.
Per esempio:

espeak -v it “Buongiorno a tutti quanti!”

Un’altra opzione fondamentale è -v, con la quale si specifica il linguaggio secondo cui va sintetizzato il testo. Per verificare quanti linguaggi supporta eSpeak basterà digitare:

espeak –voices

che restituirà un’output simile:

Pty Language Age/Gender VoiceName     File       Other Langs
 5  af             M  afrikaans       af         
 5  cy             M  welsh-test      cy         
 5  de             M  german          de         
 5  el             M  greek_test      el         
 5  en-r           M  en-rhotic       en/en-r    (en 3)
 2  en-uk          M  english         en/en      (en 2)
 5  en-uk-north    M  lancashire      en/en-n    (en-uk 3)
 5  en-uk-rp       M  english_rp      en/en-rp   (en-uk 4)
 5  en-uk-wmids    M  english_wmids   en/en-wm   
 5  eo             M  esperanto       eo         
 5  es             M  spanish         es         
 5  fi             M  finnish         fi         
 5  fr             M  french-test     fr         
 5  hi             M  hindi-test      hi         
 5  hu             M  hungarian       hu         
 5  it             M  italian         it         
 5  nl             M  dutch-test      nl         
 5  no             M  norwegian-test  no         (nb 5)
 5  pl             M  polish_test     pl         
 5  pt             M  brazil          pt         (pt-br 5)
 5  ro             M  romanian        ro         
 5  ru             M  russian_test    ru         
 5  sv             M  swedish-test    sv         
 5  sw             M  swahihi-test    sw         
 5  vi             M  vietnam-test    vi    

A parte la scelta della lingua, ci sono diverse opzioni che possono servire per migliorare la comprensibilità del testo letto. La cosa forse, forse, più importante è la velocità di lettura (un pò come sull’ipod), che si controlla con l’opzione -s (speed):

espeak -s 120 -v it “Leggo questo testo lentamente”

L’argomento dell’opzione rappresenta la quantità di parole al minuto. Essendo il valore predefinito pari a 160, in questo esempio si ottiene una lettura leggermente più lenta del solito.

Oltre alla velocità di lettura, anche il tono di voce (l’intonazione) può essere regolato, questa volta con l’opzione -p (pitch), che attende un argomento composto da un numero che va da 0 a 99: più è grande, più acuto è il tono di voce. Il tono predefinito corrisponde al valore 50, pertanto, l’esempio seguente sintetizza il testo con il tono più acuto possibile:

espeak -p 99 -v it “Voce più acuta!”

Se di default eSpeak, legge solo i file di testo ascii, con l’opzione -m (markup), che si usa senza argomenti, è possibile fornire anche un file HTML, come si vede nell’esempio seguente:

espeak -v it -m -f testo.html

Infine, è anche possibile produrre un file WAV-RIFF, senza emettere alcun suono attraverso l’adattatore audio, con l’opzione -w (wave). Nell’esempio seguente il file testo.txt viene sintetizzato nel file testo.wav:

espeak -v it -f testo.txt -w testo.wav

oppure, immettendo direttamente il testo da riga di comando:

espeak -w testo.wav “leggi questo testo”

Per ascoltare il file wav appena generato basterà digitare:

play testo.wav

Risoluzione problemi

A volte, però può capitare che quando si lancia il comando eSpeak, può dare il seguente errore:

PaHost_OpenStream: could not open /dev/dsp for O_WRONLY

Questo capita quando la periferica audio è già utilizzato da un altro dispositivo. Nel mio caso avevo aperto con Firefox un file video in youtube che, nonostante fosse in pausa, non permetteva l’esecuzione del comando!

Attivare eSpeak con AmaroK per fargli dire quale canzone stiamo ascoltando

Per terminare, vi cito un tips di LuBlog in grado di interfacciare amaroK (un player multimediale) con eSpeak, con il risultato che AmaroK sarà in grado di dirci quale canzone stiamo ascoltando! In pratica, dopo aver installato eSpeak, basterà scaricare uno script di Pete Jewell (da qui) e installarlo su AmaroK andando sul menu Strumenti/Gestore script/Installa script e selezionando il file appena scaricato e confermare. Quindi, andare nella cartellina “Generale” amarokEspeak e abilitarlo con “Esegui”.

Dopo questa modifica, qualsiasi canzone ascolterete, sarà preceduta dal titolo della stessa, emulando un vero e proprio deejay!

Tag:amarok, espeak, sintesi-vocale, ubuntu
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Ago 23 2007

Compiz-Fusion: grafica strabiliante che supera quella di Mac OS X e Vista

Posted by Antonio Troise
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Se avete dubbi su quale sistema operativo abbia la migliore grafica e magari state pensando a MAC OS X o Windows Vista, senza neanche pensare lontanamente a linux, allora vi consiglio di dare un’occhiata a questi video strabilianti.
Guardate come la potenza dell’Open Source e della collaborazione sta facendo passi da gigante: è vero che molti effetti è possibile ritrovarli anche in Aero di Windows Vista, ma in pochi mesi quelli di Compiz e Fusion, (ovvero la distribuzione di plugin aggiuntivi per Compiz) sono riusciti a fare quello che in casa Microsoft hanno impiegato anni.

Per chi non lo sapesse Compiz-Fusion è il risultato della fusione tra i plugin del fu “Compiz-Extras” e delle parti del defunto Beryl indipendenti dal “cuore del window manager“.
Infatti l’unione delle comunità che ruotavano attorno a Compiz e Beryl (a pochi mesi di distanza dal loro fork) è stata volta allo scopo di creare, anche sui sistemi operativi liberi, una user-experience in grado di rivaleggiare con quanto disponibile su altre piattaforme (Microsoft Vista ed Apple OS X 10.4 ).

E ora lustratevi gli occhi:

Compiz Fusion

Compiz skewer effect

Compiz-Fusion Airplane plugin

Compiz Fusion Feature Focus 0.5.2

Se vi è venuta voglia di installare Compiz Fusion sulla vostra distribuzione Ubuntu, allora potete seguire le istruzioni di ubuntubox che riporto qui per completezza:

1. Aggiungere i repo
Se non avete i repo di Treviño allora aggiungeteli con sudo gedit /etc/apt/sources.list

# Treviño’s Ubuntu feisty EyeCandy Repository (GPG key: 81836EBF – DD800CD9)
# Many eyecandy 3D apps like Beryl, compiz and kiba-dock snapshots
# built using latest available (working) sources from git/svn/cvs…
deb http://download.tuxfamily.org/3v1deb feisty eyecandy
deb-src http://download.tuxfamily.org/3v1deb feisty eyecandy

e assegnate la chiave d’ autenticazione lanciando i seguenti comandi:

sudo gpg –keyserver subkeys.pgp.net –recv-key 81836EBF
sudo gpg –fingerprint 81836EBF
sudo gpg –armor –export 81836EBF| sudo apt-key add –

e infine fare un update:
sudo apt-get update

2. Puliamo il sistema da ciò che resta del vecchio compiz (se c’ era)

sudo apt-get remove compiz-core desktop-effects
rm -rf ~/.compiz
gconftool-2 –shutdown
gconftool-2 –recursive-unset /apps/compiz

Se chiede di rimuovere Ubuntu-desktop date comunque si poiché non cambia nulla

3. Installiamo il core di compiz con plugin vari e configuratore

sudo apt-get install compiz-gnome compizconfig-settings-manager libcompizconfig-backend-gconf emerald compiz-fusion-*

4. Facciamo partire compiz all’ avvio della sessione

Andiamo in Sistema > Preferenze > Sessioni e aggiungiamo prima

compiz –replace &

e poi

emerald –replace &

Tag:beryl, compiz, compiz-fusion, Linux, Mac os x, Plugin, ubuntu, windows-vista
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Giu 27 2007

Tutti i tool per misurare la banda con Ubuntu

Posted by Antonio Troise
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Il monitoraggio della banda utilizzata può rivelarsi fondamentale su un web server per capire eventuali malfunzionamenti o attività “sospette” ma anche su un client è sempre meglio avere sotto controllo cosa accade sulle interfacce di rete. Ecco perché voglio segnalare Bandwidth Monitoring Tools for Ubuntu Users, una carrellata davvero esaustiva dei principali programmi di monitoraggio installabili su Ubuntu (ma anche su altre distribuzioni): bmon, bwbar, bwm, bwm-ng, iftop, iperf, ipfm, speedometer, cbm, ibmonitor, pktstat, mactrack, MRTG, Cacti.
Per tutti questi tool vengono descritte le principali caratteristiche oltre a screenshot e procedure di installazione che il più delle volte si risolvono in un semplice “sudo apt-get install nomeprogramma”.

[via ossblog]

Tag:bandwidth_monitoring, Linux, ubuntu
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