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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Mar 13 2017

CloudTV: come guardare la tv sul Mac

Posted by Antonio Troise
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Se fino a qualche anno fa per guardare la televisione sul proprio computer occorreva dotarsi di un sintonizzatore tv usb e di una antenna, oggi è possibile farlo molto più velocemente con una semplice connessione internet, in quanto quasi tutta la totalità dei canali televisivi offre un servizio di streaming televisivo. Il vantaggio indubbio è, laddove non vi siano restrizioni geografiche (superabili attraverso la configurazione opportuna di una VPN gratuita), la possibilità di visualizzare anche canali televisivi di altre nazioni, altrimenti irraggiungibili via etere.

Se teoricamente, con un buon player video come VLC o Kodi e un po’ di pazienza, è possibile crearsi la propria playlist video, in commercio esistono ottime soluzioni di player iptv già configurati e continuamente aggiornati. Tra tutti, secondo me, spicca l’ottima app per MacOS: CloudTV.

Caratteristiche

CloudTV consente di vedere centinaia di canali televisivi da tutto il mondo (Regno Unito, Irlanda, USA, Francia, Italia, Belgio, etc) direttamente via internet sia a tutto schermo che all’interno di una finestra ridimensionatile che può restare sempre in primo piano.

L’indubbio vantaggio è che questa app presenta un aspetto grafico gradevole con la lista dei canali in una barra a scomparsa sulla destra. Oltre a disporre della possibilità di attivare i sottotitoli (se presenti) offre anche l’indubbio vantaggio di poter inviare il flusso su monitor o televisore collegati ad una Apple TV sfruttando AirPlay. In questo modo, per esempio, sarà possibile guardare canali stranieri sul proprio televisore di casa, in maniera davvero semplice ed intuitiva (sempre se per quei canali sono sono attivate le restrizioni geografiche che evitano le violazioni dei diritti televisivi).

Dalla Preferenze del programma è possibile scegliere se se avviare automaticamente l’ultimo canale aperto oppure indicare quali canali elencare nella playlist.

Molto comode le scorciatoie di tastiera per abbassare/alzare il volume o per cambiare canale.

Inoltre, devo dire, che gli sviluppatori, almeno al momento, tendono a rilasciare frequenti aggiornamenti della applicazione includendo sempre nuovi canali televisivi disponibili.

Dove comprarlo

L’applicazione può essere provata gratuitamente per una settimana scaricandola dal sito CloudTVApp e la si può comprare al prezzo di 9,99€. Gli unici requisiti minimi sono la presenza di OS X 10.10 e una connessione a Internet.

Tag:apple-tv, iptv, mac, streaming, tv
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Mag 26 2016

Mirror for Samsung TV: come trasmettere lo schermo del proprio Mac su un televisore Samsung con il DLNA

Posted by Antonio Troise
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Erano anni che cercavo una applicativo per Mac OS X semplice e funzionale che permettesse di utilizzare il protocollo DLNA di molti televisori smart moderni per usufruire di contenuti multimediali (foto, musica e video) trasmessi dal proprio computer o, addirittura, per effettuare direttamente il mirroring dello schermo.

Alternative

Alcune soluzioni per trasmettere solo il flusso video esistono da anni e sono Serviio o Plex Media Server: entrambe usano un motore di transcodifica che permette di riprodurre formati multimediali non supportati nitidamente ed entrambi sono multipiattaforma anche se Serviio, con la sua interfaccia in Java, sembra quello meno intuitivo.
Invece, per condividere lo schermo del PC o di un qualsiasi altro dispositivo come uno smartphone (su iOS ce ne sono parecchie come AllCast, iMediaShare o lo stesso SmartView di Samsung) con il protocollo DLNA, esistono alcune ottime soluzioni ma tutte necessitano di comprare un dispositivo dedicato da collegare alla porta HDMI. Tra queste spiccano sicuramente la nuova Apple TV, con il protocollo AirPlay, o Chromecast, la famosa chiavetta HDMI di Google low cost.

Mirror for Samsung TV

Mirror for Samsung TV

Da qualche giorno, invece, sul Mac App Store, è disponibile una app davvero facile da usare e, nonostante alcuni limiti, davvero funzionale. Si chiama Mirror for Samsung TV di AirBeamTV e permette, con un semplice clic, di attivare lo streaming del tuo Mac su qualsiasi Smart TV Samsung venduto dal 2012 ad oggi.
Il costo è di €9,99 ma se non volete subito affrontare questa spesa e magari non siete sicuri della compatibilità del vostro televisore, potete scaricare la app demo da http://bit.ly/1NsWgmF che farà funzionare, per soli 2 minuti, lo streaming verso il televisore.

Compatibilità

Per riconoscere i modelli di televisori Samsung compatibili, basterà seguire questa semplice legenda:

E = 2012
F = 2013
H = 2014
J = 2015
K = 2016

Io, per esempio, ho il televisore modello UE40F8000, un 40 pollici del 2013, ed è perfettamente compatibile.

Vantaggi e Svantaggi

Dopo aver installato l’app dal Mac App Store e aver ovviamente acceso il televisore Samsung (che dovrà essere configurato sulla stessa rete Wi-Fi o Ethernet del computer), quando si aprirà l’app si noterà che questa si posizionerà nel barra del menu in alto:

Mirror for Samsung TV - Menu su Mac OS X

Dopo qualche secondo di scansione della rete Wi-Fi, comparirà il nome del vostro televisore, nel mio caso “[TV]Samsung LED40”. A questo punto, basterà cliccare su quel nome e quasi immediatamente, lo schermo del vostro televisore verrà magicamente mirrorato sul televisore.

Una nota importante: in base alla qualità della vostra rete Wi-Fi, la latenza potrà variare da 1 a 3 secondi. Nulla di sconvolgente se si intende guardare un film o delle foto, ma si deve tenerlo presente qualora si volesse provare ad usare questa app per trasformare il vostro tv come secondo monitor: spostando una finestra sul vostro computer, sul televisore potrebbe avere qualche secondo di ritardo. La latenza può essere comunque parzialmente ridotta se si abbassa la qualità del streaming a “Poor or busy wireless” anche se, personalmente, non ho trovato particolare benefici rispetto alla opzione di default “Wireless”.

Una curiosità: quando parte lo streaming è possibile visualizzare per qualche secondo la scritta “ZappoTV“, probabilmente perché per realizzare questa app è stato usato l’SDK di Zappo TV.

Mirror for Samsung TV - ZappoTV

Audio

Una ultima considerazione, soprattuto nel caso volete usare “Mirror for Samsung TV” per guardare un film sul televisore. Di default, almeno nel mio caso, l’audio non viene trasmesso al televisore perché, se si clicca sulla voce “Enable Audio”, viene mostrato questo messaggio di errore:

Mirror for Samsung TV - Errore Audio

Sarà sufficiente cliccare sul tasto OK per iniziare l’installazione dei driver:

Mirror for Samsung TV - Installazione Driver Audio

Dove trovarla

Mirror for Samsung TV

 

Mirror for Samsung TV per Mac OS X è disponibile per l’acquisto direttamente su Mac Appstore a questo link, al prezzo di 44.99€.

UPDATE: Con la versione 2.x è stato aggiunto il mirror dello streaming video direttamente sul televisore Samsung, senza dover per forza visualizzare tutto lo schermo del proprio Mac. Sarà sufficiente trascinare il file video sulla applicazione e partirà in automatico lo streaming del video via DLNA. Il vantaggio è che non si hanno più scatti e latenza durante la visione. Dalla rel. 2.1 viene aggiunto anche il supporto per i file video con codifica audio AC3.

Tag:airplay, chromecast, dlna, lcd, led, mirror, samsung, smart tv, tv
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Dic 21 2015

Mediaset Premium: il tuo multisala esclusivo

Posted by Antonio Troise
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Mediaset Premium, come noto, è la prima tv a pagamento tutta italiana offerta dal gruppo Mediaset. Nata nel 2005 si è sempre rinnovata sia nel palinsesto che nelle offerte, tanto che oggi è in grado di offrire eventi calcistici, migliaia di film in anteprima e centinaia di serie tv esclusive. Infatti, se il canale Premium Cinema, diventa di fatto, per gli amanti della settima arte, il proprio “multisala” esclusivo, dove poter trovare le prime TV più attese, dai grandi blockbuster al cinema d’autore, nei canali Premium Crime, Premium Stories, Premium Joi e Premium Action è possibile vedere le serie tv più attese e coinvolgenti.

Mediaset Premium
Tutto questo è reso disponibile sia sulla piattaforma del digitale terreste attraverso il classico decoder o il modulo CAM, sia in mobilità e e on-demand con Premium Play (che offre un catalogo on demand di oltre 6000 titoli anche in HD, più di 1500 episodi di serie TV con prime visioni esclusive e oltre 300 episodi di documentari direttamente da BBC e Discovery) e la Premium Smart Cam (che oltre a gestire la decodifica dei canali televisivi dalla tessera permette anche la fruizione di stream dal web tramite collegamento a smartphone e tablet, dando accesso tramite app per iOS e Android ai contenuti onDemand associati all’abbonamento Premium Play).

The Avengers: Age of Ultron
Tra i film non possiamo non ricordare il recentissimo “Avengers: Age of Ultron“: scritto e diretto da Joss Whedon, racconta le gesta eroiche di un gruppo di supereroi uniti sotto il nome di Avengers, tra cui troviamo Captain America, Iron Man e Thor e la nascita di Ultron.

Tra le serie tv non posso non annoverare la spassosissima sitcom The Big Bang Theory, giunta alla nona stagione, che tra postulati, paradigmi e corollari racconta la storia di due amici fisici la cui vita verrà parzialmente sconvolta da una ragazza molto attraente che si trasferisce nell’appartamento adiacente al loro.

Mr Robot
Ma se amate il genere informatico/nerd ma con un tocco più dark, allora non dovete fare altro che aspettare Marzo 2016, poiché su Premium Stories troverete in anteprima “Mr. Robot”, la serie-rivelazione dell’anno che racconta la solitudine di un giovane iperconnesso impiegato di giorno e hacker giustiziere di notte, che sta infiammando l’America (e i Golden Globes) mentre in Italia è stata premiata come migliore Serie TV “Young” al Roma Fiction Festival.


Tag:mediaset premium, ondemand, tv
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Mar 27 2009

YouTube Mobile Application: è uscito il client ufficiale per Symbian S60 e Windows Mobile! Ecco la guida passo passo su come installarlo su uno smartphone con Windows Mobile 6

Posted by Antonio Troise
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Finalmente Youtube ha rilasciato gratuitamente un client per Windows Mobile 6.x e Symbian S60 3rd Edition (qui la lista dei dispositivi Nokia supportati) per permettere di accedere a YouTube da quasi tutti i palmari e smartphone in commercio. Se fino a poco tempo fa era possibile farlo nativamente solo da un iPhone/iPod Touch o da un HTC Touch Diamond (tanto che su xda-developers erano riusciti ad estrarre dalla ROM HTC l’applicazione per metterla a disposizione, più o meno legalmente, su tutti i dispositivi con Windows Mobile) o attraverso qualche piccolo tip, ora la nuova versione 2.0.2 dell’applicativo ufficiale YouTube Mobile Application amplierà lo spettro di clienti rendendo fruibile il portale di video praticamente a quasi tutti i dispositivi mobili avanzati esistenti in commercio (con pieno supporto agli schermi ad alta risoluzione VGA e simili), offrendo una migliore qualità video, velocizzando lo streaming grazie alla ottimizzazione per le reti mobili Wi-Fi o 3G, rendendo di fatto meno complicato vedere i video di YouTube sul proprio telefonino.

Già qualche mese fa, YouTube aveva comunicato di aver reso disponibile all’indirizzo m.youtube.com/ il supporto ad Adobe Flash Lite 3 (supportato, al momento, solo dai cellulari più recenti), ma l’apertura del portale a due delle principali piattaforme mobili sul mercato, è un evento rivoluzionario sul fronte accessibilità e ci ricorda quanto Google abbia la volontà di offrire la migliore esperienza di fruizione di YouTube su qualsiasi dispositivo, computer, televisore o telefono cellulare. In quest’ottica rientra anche YouTube TV, il servizio che permette di visualizzare i video e gestire i comandi direttamente dal telecomando della nostra console WII o Playstation 3, simulabile dal proprio browser Safari (abilitando il menu Sviluppo -> User Agent -> Altro…) o Firefox (installando il plugin User Agent Switcher) impostando uno dei due seguenti User Agent:

Mozilla/5.0 (PLAYSTATION 3; 2.00)
oppure
Opera/9.23 (Nintendo Wii; U; ; 1038-58; Wii Internet Channel/1.0; en)

Tornando a YouTube Mobile Application, c’è però da dire che, purtroppo l’applicazione non è per ora disponibile per l’Italia ma soltanto per Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti; è comunque possibile scaricarla ugualmente collegandosi dal browser del proprio device mobile all’indirizzo http://m.youtube.com e cambiando la propria lingua predefinita in Inglese, in attesa di un rilascio in lingua italiana.

Come installare YouTube Mobile Application su Windows Mobile

Aprire dal browser del proprio smartphone la pagina: http://m.youtube.com

YouTube Mobile Application - 01

Verrà mostrata la versione di Youtube ottimizzata per i dispositivi mobili. Sotto al campo di ricerca troverete un link da cliccare: “Guarda Youtube sul tuo cellulare“:

YouTube Mobile Application - 2

Almeno finché non verrà rilasciato da Google una versione per l’Italia, al momento, dopo aver cliccato sul link sopra indicato verrà mostrata questa pagina che ci avverte che non è disponibile la versione per il nostro dispositivo.

YouTube Mobile Application - 3

In realtà questa schermata potrebbe trarre in inganno chiunque perché non si dice che non è disponibile una versione per la lingua italiana dell’applicativo (e ovviamente anche il conseguente supporto alla localizzazione italiana di YouTube.it) ma sembra quasi che la versione del nostro sistema operativo non sia supportata. Sarà, invece, sufficiente cliccare sul link in basso: “Cambia lingua” per accedere alla seguente schermata:

YouTube Mobile Application - 4

dove basterà cliccare sul link “English” per essere rediretti verso la seguente pagina per il download automatico dell’applicativo.

YouTube Mobile Application - 5

Dopo qualche secondo di attesa si aprirà a popup un messaggio che vi chiederà conferma del download in corso.

YouTube Mobile Application - 6

Cliccando sul tasto “Salva con nome…” potrete decidere dove salvare il file (che altro non è che un file .CAB installabile su tutti i terminali con Windows Mobile)

YouTube Mobile Application - 7

Essendo un file .CAB si aprirà automaticamente la schermata di istallazione dell’applicativo (altrimenti basterà posizionarsi sulla cartella in cui si è salvata l’installazione dell’applicativo e fare doppio click sul file .cab) che chiederà dove installarlo (sul Dispositivo o sulla Scheda di Memoria): a voi la scelta in base alle vostre esigenze e allo spazio libero a disposizione sulla periferica.

YouTube Mobile Application - 8

Dopo che ha effettuato la copia dei file nella directory di destinazione desiderata, l’installazione sarà portata a termine in pochi secondi.

YouTube Mobile Application - 9

Ora sarà sufficiente andare nella cartella Programmi del proprio dispositivo mobile, dove troverete l’icona dell’applicazione appena installata:

YouTube Mobile Application - 10

Quando si lancerà per la prima volta l’applicazione YouTube Mobile Application verrà chiesto di selezionare la propria regione di appartenenza: selezionate United Kingdom o United States

YouTube Mobile Application - 11

e vi verranno mostrati, in inglese, i termini e le condizioni da accettare prima di poter proseguire.

YouTube Mobile Application - 12

Infine, vi verrà mostrata una ultima schermata di avviso che vi avvertirà che se non accediamo con connessione wireless, dal momento che lo streaming consuma un gran quantità di dati, prima di usarlo è necessario avere un abbonamento flat per il proprio terminale mobile, altrimenti si rischia di spendere molte decine di euro per visionare qualche minuto di filmato.

YouTube Mobile Application - 13

Finalmente ora potrete accedere alla schermata principale dell’applicativo YouTube Mobile Application dove potrete trovare un campo per ricercare i video, con lo storico delle parole chiave già immesse, oppure potrete selezionare i contenuti più visti, quelli che hanno ricevuto maggior gradimento e gli ultimi caricati.

YouTube Mobile Application - 14

Simpatica la visualizzazione a scorrimento laterale delle anteprime dei video ricercati (a mo’ di CoverFlow semplificato). Una volta scelto il video, si accede alla pagina che lo descrive brevemente

YouTube Mobile Application - 15

e dal quale è possibile lanciare la visualizzazione, che va automaticamente a schermo intero e in modalità landscape, con prevenzione dello spegnimento del dispositivo durante il playback.

YouTube Mobile Application - 16

Come potete notare il player mostra la barra di scorrimento del video, permette la visione a pieno schermo con un doppio click ed assomiglia molto a quello che si visualizza dal browser del proprio pc.

Suggerimenti per migliorare l’applicazione

Al momento, le uniche pecche di YouTube Mobile Application sono, oltre al mancato supporto ufficiale per l’italiano (che ci costringe, per eseguire l’installazione sui nostri device, di accontentarsi della versione inglese del programma e di non poter accedere alla versione localizzata di Youtube.it), anche la mancanza della possibilità di loggarsi con il proprio account in modo da accedere ai servizi più avanzati del noto portale, e l’impossibilità di accedere ai Canali di Youtube. Si sente anche molto la mancanza di un link per scaricare i video in modo da poterli guardarli offline (qui trovate un modo alternativo per farlo con il sito MobyTube) e l’impossibilità di visualizzare i suggerimenti ai video simili.
Google, comunque, ha garantito che saranno a breve disponibili diversi aggiornamenti dell’applicativo, che saranno notificati automaticamente dal programma.

Tag:browser, cellulare, coverflow, firefox, flash, Google, Htc, Mobile, nokia, safari, smartphone, streaming, symbian, tv, Video, wi-fi, wireless, youtube
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Feb 4 2009

Addio al formato 16:9, in arrivo il 21:9 super widescreen sul nuovo Philips Cinema 21:9 HDTV. Niente più bande nere durante la visione dei film in DVD

Posted by Antonio Troise
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La notizia devo ammettere mi ha un po’ spiazzato: pare, infatti, che i televisori 16:9 siano diventati oramai obsoleti se confrontati col nuovo formato proposto da Philips: il 21:9. Il vantaggio? Niente più bande nere durante la visione dei film in DVD e Bluray.
In effetti, quello che maggiormente angustia i possessori di televisori in formato panoramico standard 16:9 è la possibilità di non potersi godere appieno la visione di un film in DVD poiché la parte superiore e inferiore viene quasi sempre riempita dalle quantomai fastidiose bande nere, a causa del famoso effetto letterbox (per i formati 2.35:1).

Le caratteristiche del Philips Cinema 21:9

In realtà Philips è solo il primo grande nome che si affaccia nel nuovo formato dei grandi Televisori ad Alta Definizione, i famosi HDTV che raggiungono il rapporto di 21:9, ossia con un formato di 2.35:1 contro i 1.78:1 del precedente standard usato dalla maggior parte dei programmi satellitari o della Tv Digitale in HD trasmessa in formato 16:9.
Purtroppo, però, come è noto a tutti, molte opere cinematografiche sono girate nativamente nel rapporto 2.35:1 widescreen anamorfico visualizzabili perfettamente solo dai possessori di proiettori di fascia alta, ma in genere sui televisori si passa sempre attraverso un adattamento al formato 16:9, cosa che invece non avviene per il nuovo 56” della Philips poiché si adatterebbe perfettamente al pannello 21:9.

TV LCD Philips Cinema 21:9 HDTV Super Widescreen

Il modello di HDTV LCD in formato 21:9 proposto dalla Philips ha una diagonale di 56 pollici ed è tale che la sua lunghezza è più del doppio rispetto all’altezza, per una visione panoramica che sempre più si avvicina a quella del cinema. In matematica, semplificando il rapporto delle dimensioni delle tv, si otterrebbe un valore di 7:3, ma in questo caso valgono solo le leggi del marketing e lasciare un ratio di 21:9 rende maggiormente l’idea che è stata allargata la lunghezza e lasciata inalterata l’altezza dello schermo (per essere compatibile con l’attuale standard Full-HD), rendendo più facile il confronto.

Sebbene non siano state rilasciate informazioni riguardo alla risoluzione del pannello, si può provare ad immaginare che, facendo una proporzione con il formato Full-HD, possa facilmente raggiungere una risoluzione di 2560×1080 pixel. Techradar, secondo le sue fonti, afferma che sarà dotato del sistema proprietario Ambilight Spectra oltre al Pixel Perfect Engine, ma non sarà retroilluminato a LED e lo schermo avrà un refresh di appena 0,1 ms. Inoltre, sembra che disporrà di ben cinque porte HDMI, una Ethernet, Wi-Fi e compatibilità DLNA (Digital Living Network Alliance).

Il nuovo Philips Cinema 21:9 è atteso per questa Primavera, con un prezzo al momento sconosciuto, ma che si dovrebbe aggirare, considerando il costo degli ultimi LCD da 50″ Philips, intorno ai 3.000/4.000 euro.

Qui di seguito un confronto video tra il 16:9 tradizionale e il formato cinematografico 21:9.

Perché si tende ad allargare le dimensioni dei televisori?

Se vi state chiedendo, quindi, quale vantaggio si otterrebbe dall’allargare il campo in orizzontale, lasciando inalterato quello verticale, dovete sapere che questo è l’unico modo per rendere la visuale più simile al campo visivo di un essere umano che, nella vita quotidiana, normalmente usa la visione periferica destra/sinistra piuttosto che quella alto/basso. Come è facile intuire noi tutti viviamo in un mondo abbastanza piatto, in cui quello che ci circonda si sviluppa orizzontalmente. La stessa cosa accade nei film: se ci sono più attori su una scena è più facile che siano disposti orizzontalmente piuttosto che uno sopra all’altro!

TV LCD Philips Cinema 21:9 HDTV Super Widescreen

Gli svantaggi

Sebbene secondo l’azienda, la sua proposta non implica nessun problema di retro compatibilità, poiché tutti i contenuti 16:9 sono adattabili (tramite uno speciale algoritmo che schiaccerà solo le zone più esterne, senza evidenti problemi di visualizzazione, mantenendo quindi l’integrità nella parte centrale, mentre gli “obsoleti” 4:3 verranno invece convertiti in 16:9 con tanto di bande nere laterali), è logico immaginare che ci ritroveremmo con gli stessi problemi che prima avevamo solo con alcuni DVD girati nel formato 2.35:1 widescreen anamorfico, ma questa volta su tutti i film girati nel formato 16:9 (con aspect ratio di 1.78:1, e non sono pochi) e su tutte le normali trasmissioni televisive (i cui programmi nascono in 16:9, e oramai raramente in 4:3). Il risultato è che, per la maggior parte delle volte che dovremmo usare il nostro HDTV, dovremmo scegliere se guardare la televisione deformata o perdere una parte dello schermo, dato che i 5/9 dello schermo saranno inutilizzati (riempiti dagli antiestetici bordi neri) guardando la tv tradizionale.
Ovviamente questo discorso varrà fino a quando il formato 21:9 non diverrà lo standard de facto dei televisori e della trasmissioni televisive.

Tag:alta definizione, cinema, dvd, hd, hdmi, hdtv, lcd, philips, televisione, tv
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Nov 17 2008

Calendario dello Switch-off del tv analogica in Italia. Tutti i piccoli problemi dei decoder per il digitale terrestre che nessuno dice e molti sottovalutano

Posted by Antonio Troise
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Secondo il calendario dello Switch-off del TV analogica in Italia, entro il 2010 il 70% degli italiani vedrà la televisione esclusivamente con il nuovo segnale digitale terrestre: saranno circa 14 i milioni di cittadini coinvolti nel 2009 e ben 23 nel 2010 per un totale di circa 35 milioni.
La transizione al digitale terrestre, però, avverrà progressivamente interessando, ogni 6 mesi, varie regioni italiane divise in 16 aree a partire dal secondo semestre del 2009 fino al secondo semestre del 2012. Infatti, a differenza del governo precedente che aveva immaginato una scadenza unica per tutta l’Italia, fissata al 12 dicembre del 2012, il governo Berlusconi ha deciso di indicare un processo regione per regione (qui potete scaricare il relativo decreto legge, mentre qui e qui gli allegati).

Il calendario dello Switch-off del tv analogica in Italia

Il calendario di transizione al digitale è articolato in otto diversi archi semestrali per garantire una continuità radioelettrica tra le diverse aree (onde evitare problemi interferenziali con le regioni limitrofe o con le altre nazioni), considerando, tra le altre cose, anche il numero di emittenti locali presenti, la conformazione orografica del territorio e una ripartizione equilibrata tra Nord, Centro e Sud del Paese, nonché omogenea anche con riferimento alla presenza di famiglie economicamente o socialmente disagiate, al fine di consentire una erogazione di contributi statali bilanciata per ciascuno dei quattro anni del processo di transizione.

Ecco, quindi, nel dettaglio le date (aggiornate con le nuove date dello switch-over):

31 Ottobre 2008
Sardegna

1° Semestre 2009
Valle D’Aosta (tra il 14 e il 23 settembre 2009): switch over già operativo

2° Semestre 2009
Piemonte occidentale (province di Torino e Cuneo): tra il 24 settembre e il 9 ottobre 2009 (switch over dal 20 maggio 2009)
Trentino-Alto Adige: per la provincia di Trento (inclusi 12 comuni delle province limitrofe Bolzano:Aldino-Aldein, Cortina sulla strada del vino-Kurting an der Weinstrasse, Egna-Neumarkt, Montagna-Montan, Ora-Auer, Proves-Proveis, Senale San Felice-Unserelie Verona:Brenzone,Malcesine, Vicenza:Lastebasse, Pedemonte e Valdastico) tra il 15 e il 30 ottobre 2009 (switch over dal 15 febbraio 2009), per la provincia di Bolzano tra il 26 ottobre e il 13 novembre 2009 (non è previsto alcun switch over)
Lazio (esclusa la provincia di Viterbo): tra il 16 e il 30 novembre 2009 (switch over dal 16 giugno 2009)
Campania: tra l’1 e il 16 dicembre 2009 (switch over limitatamente a Napoli e Salerno e altre piccole parti delle province dal 10 settembre 2009)

1° Semestre 2010
Piemonte orientale
Lombardia (esclusa la provincia di Mantova, ma inclusa la provincia di Piacenza)
2° Semestre 2010
Emilia-Romagna
Veneto (inclusa la provincia di Mantova)
Friuli Venezia Giulia
Liguria (esclusa la provincia di La Spezia)

1° Semestre 2011
Marche
Abruzzo
Molise (inclusa la provincia di Foggia)
Basilicata
Puglia (incluse le province di Cosenza e Crotone)

1° Semestre 2012
Toscana
Umbria (incluse le province di La Spezia e Viterbo)

2° Semestre 2012
Sicilia
Calabria

Nota: Per “switch over” si intende l’inizio del passaggio al digitale. Questo avverrà con lo spostamento di Retequattro e Raidue dall’analogico al digitale

Disuguaglianza tra regioni ricche e regioni povere

Questa è la situazione ad oggi. Ora mi chiedo, al momento fatidico dello Switch-off del tv analogica, tutte le famiglie italiane potranno disporre di un decoder digitale terrestre ? Ovviamente la risposta alla mia domanda sarà no e, così, all’indomani del passaggio al digitale, molte famiglie si troveranno con un televisore praticamente inutilizzabile poiché non potrà più ricevere le trasmissioni analogiche via etere!

Switch Off
Immagine tratta da davidemaggio.it

Anche se il Ministero, oltre ad una massiccia campagna di informazione e comunicazione su larga scala, ha già deciso di erogare un contributo alle famiglie con reddito inferiore a 15 mila euro (per un totale di 100 milioni annui), proprio per venire incontro alle famiglie meno abbienti, sono sicuro che molte non riusciranno ad usufruirne, con la conseguenza che ci troveremmo di fronte ad una inaccettabile disuguaglianza tecnologica tra regioni ricche e regioni povere, tra famiglie facoltose e famiglie meno ricche. Una disuguaglianza che dividerebbe drammaticamente la popolazione, ledendo, per i cittadini più in difficoltà, il diritto fondamentale all’informazione.

Contributi per un solo decoder: e chi ha 2 o più televisori?

Il problema, però, credo non sia solo per quelli che non hanno voluto comprare o non possono ancora permettersi un decoder digitale terrestre, ma anche per quelli che già ne hanno uno. Infatti, i contributi alle famiglie prevedono solo un solo sconto per famiglia per l’acquisto di un decoder. Ma, probabilmente, a casa di molti italiani, ci sarà più di un televisore e, quindi, ciò comporterà una indubbia spesa per coloro che vorranno renderli tutti funzionanti.
Faccio un esempio personale: io a casa ho due televisori LCD e un solo decoder digitale terrestre esterno. Quando l’anno prossimo avverrà lo switch off delle frequenze analogiche per la città di Roma, a casa mia solo un televisore potrà ricevere i canali televisivi, mentre per l’altro dovrò fare un ulteriore spesa (senza alcuno sconto) per renderlo compatibile.

Le dimensioni eccessive dei decoder DGTV

Un altro problema del tutto sottovalutato è anche di natura logistica oltre che economica, in particolare riguardo le dimensioni che attualmente hanno i decoder per il digitale terrestre: attualmente, a mio avviso, sono tutti troppo grandi! Sul mercato si trovano solamente decoder digitali grandi quanto una scatola di scarpe e anche i più piccoli e fini sono sempre molto ingombranti. Quello che mi piacerebbe trovare sul mercato è dei decoder DGTV tanto piccoli che si possono nascondere dietro al televisore senza per questo dover attrezzare una base apposita. Infatti, sempre facendo riferimento alla mia esperienza personale, il mio secondo televisore è situato in un posto che non ha altro spazio da dedicare ad un ulteriore apparecchiatura elettronica.

Sul mercato informatico, esistono da tempo, ricevitori digitali terrestri grandi quanto una pennetta USB: perché non fanno lo stesso anche per i televisori? Oppure, se proprio non riescono a ridurne le dimensioni (la scusa che non sia possibile ridurre le dimensioni perché sarebbe impossibile inserire le schede prepagate non regge in quanto non tutti sono interessati ai canali a pagamento), perché non mettono in dotazione anche un supporto VESA standard in modo da poterli installare in maniera invisibile e meno ingombrante dietro qualsiasi televisore LCD (magari prendendo spunto dall’Asus Eee Box)?

Consumi energetici

Per non parlare, poi, del maggiore consumo energetico annuale che ogni famiglia dovrà pagare di tasca propria solo per installare un altro apparecchio elettronico in casa propria, uno per ogni televisore. Secondo la rivista AFDigitale, il costo in euro per la corrente elettrica consumata dal decoder in un anno di utilizzo (stimando 4 ore giornaliere di funzionamento per 300 giorni/anno e il resto del tempo in stand-by) e considerando il costo del KWh pari a 0,16 euro, si può arrivare a spendere sino a 23€ in più all’anno per ogni decoder!

Inoltre, secondo i tecnici di AFDigitale, la grandissima maggioranza degli apparecchi DGTV esaminati, anche quando ufficialmente non lavorano, cioè nessuno guarda la Tv, continuano a sintonizzarsi sul canale dal quale ricevono gli eventuali aggiornamenti firmware (il sistema operativo interno dell’apparecchio). Se si moltiplicano i 6 Watt medi dello stand by di un decoder per i 5 milioni di decoder digitali terrestri attualmente attivi si arriva alla ragguardevole cifra di 30 megaWatt di potenza impegnata l’anno; nel 2012 quando i decoder saranno 35 milioni (calcolo per difetto perché si considera 1 decoder a famiglia) avremo 210 megaWatt di potenza l’anno letteralmente sprecata, solo per lasciarlo in standby, identificando un vero problema “macroecologico“!

Problemi con i telecomandi

Infine, sebbene siano stati finalmente immessi sul mercato, la quasi totalità dei televisori CRT/LCD in Italia, non dispone di un ricevitore DTT integrato, ma solamente esterno, quelli scatolotti ingombranti di cui parlavo prima. Ciò significa che, a meno di non lasciare sempre acceso il decoder digitale terrestre, con ingenti spese annuali, ogni qualvolta si accenderà il televisore, bisognerà anche accendere il decoder.
Ecco una scaletta delle tediose operazioni:

  1. Accendere televisore con il suo telecomando: comparirà una nebbiolina bianco nera perché le trasmissioni analogiche non esisteranno più
  2. Passare sul canale AV
  3. Accendere il digitale terrestre con il suo telecomando

Come capirete, questo sistema, però, comporta qualche scomodità: per esempio, il televisore deve essere impostato sull’ingresso esterno AV e per regolare il volume occorrerà impostare ad un livello medio-alto quello del televisore in modo da avere margine di intervento con quello fornito con il set-top-box.

Questo se si hanno due telecomandi. Se invece si usa un telecomando universale, il tutto risulterà più semplice, in quanto molti sono configurati per programmare le operazioni su più dispositivi con un solo pulsante (ovviamente si deve prevedere una ulteriore spesa che può andare dai 15 euro fino anche ai 100 euro a seconda delle caratteristiche e dai dispositivi gestiti di ogni singolo telecomando universale). Per cui se decido, sempre e solo con il telecomando universale, di accendere il televisore, di default verrà mandato un segnale di accensione anche al digitale terrestre, rendendo di fatto il meccanismo molto più trasparente e semplice. Il problema, però sorge quando il vostro digitale terrestre, come il mio Philips, non si accende con il tasto rosso del telecomando (dedicato di solito all’accensione/spegnimento) ma solo premendo il tasto di un canale (in pratica i tasto rosso serve solo per spegnere il decoder), rendendo di fatto inutilizzabile la procedura di programmazione delle operazioni!

E’ evidente, però, che spesso, nell’usare un telecomando universale, si incorre nel problema di non perfetta compatibilità dei tasti, per cui si può accedere solo alle funzioni di base lasciando ai telecomandi proprietari, quelle più avanzate.

Quanto costa lasciare sempre acceso il decoder?

Se, invece, decidessimo di lasciare sempre acceso il decoder digitale e lasciare sempre sul canale AV il nostro televisore, tutto risulterebbe più comodo e forse più semplice (almeno per coloro che hanno alcuni problemi con i telecomandi come sopra esposto). Ma quanto sarebbero i consumi? Grazie alla tabella di AFDigitale e a questa utility di Michelle Ferretti, si può calcolare che, lasciando il decoder digitale terrestre sempre accesso 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, si può arrivare a spendere sino a 37€ l’anno in più per ogni decoder digitale terrestre acceso.

Epilogo

Come vedete i problemi per uno switch-off sono molti, alcuni importanti, altri trascurabili, ma sicuramente esistono e non tutti ne sono al corrente.
A questo punto non mi resta che auspicare l’uscita sul mercato (anche se non so se saranno tecnicamente realizzabili) di schede integrate programmabili da inserire in tutte le TV per ricevere direttamente la televisione in digitale terrestre (magari disabilitando la televisione analogica), senza la necessità di avere un decoder esterno o un altro telecomando supplementare, un po’ come accadeva qualche decennio fa, quando si installavano le schede per ricevere il televideo sui televisori!

Tag:decoder, dgtv, Digitale Terrestre, Kwh, lcd, switch-off, telecomando, televisione, televisore, tv
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Nov 6 2008

Per un presidente degli Stati Uniti 2.0 la CNN sfodera l’inviata virtuale 3D con un collegamento olografico

Posted by Antonio Troise
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Sarà stata colpa dell’influenza mediatica delle elezioni americane, o sarà stato a causa della nomina del primo vero presidente 2.0 della storia americana, perché presente in tutte le sue forme virtuali, dal suo sito ufficiale a Second Life, da Facebook ai blog, resta il fatto che la CNN non è stata a guardare è ha sfoderato un effetto speciale, tanto stupefacente quanto, probabilmente inutile, degno della saga di Guerre Stellari: gli ologrammi.

L’ologramma dell’inviata in 3D

In una maratona elettorale dove i media di tutto il mondo hanno messo in campo i migliori strumenti messi a disposizione dalla tecnologia (come, per esempio, gli schermi touchscreen) e da internet (con blog, messaggeria, twitter, mappe, contributi generati degli utenti), il conduttore Wolf Blitzer, della CNN, si è collegato con Chicago dallo studio virtuale per discutere con l’inviata Jessica Yellin delle reazioni alla vittoria di Barack Obama. Ma, a stupire i telespettatori, non c’era nessuno schermo in studio, bensì l’immagine tridimensionale della Yellin che è stata virtualmente teletrasportata nello studio centrale a pochi metri da Blitzer. La Yellin, come ha spiegato ai telespettatori, in quel momento veniva ripresa, al centro di uno studio semicircolare, da 44 telecamere in alta definizione con angoli diversi, e da 15 raggi infrarossi che ne hanno registrato i movimenti della corrispondente, le cui immagini poi venivano ricostruite, sincronizzate, trasmesse via satellite e, infine, rielaborate e “proiettate” nello studio centrale di Atlanta da ben 22 computer. Il video della novella Principessa Leila della CNN, ovviamente, ha fatto presto il giro del mondo. Eccolo qui:

Motivazioni e costi del collegamento olografico

Molti si chiedono l’utilità di questo collegamento 3D. Io sospetto che, forse, in un’America sgangherata e disorientata dalla crisi economica e da una guerra senza fine, l’elezione di un presidente diverso da tutti i suoi 43 predecessori doveva servire ad infondere nuovi vitalità alla nazione. E quale incoraggiamento potevano ricevere gli elettori, quegli stessi elettori di Barack Obama che guardavano al futuro con un occhio diverso e che guardavano al web come ad un efficace strumento con la capacità di aggregare masse disomogenee, se non una dimostrazione della potenza tecnologia degli Stati Uniti proiettata come non mai verso un ridente e prosperoso futuro?

Leila 3D CNN

Ma molti, però, come il Chicago Tribune, si chiedono quanto sia venuto a costare questo collegamento di pochi minuti con un ologramma in 3D. Il network della CNN non ha ancora voluto rivelare i costi per implementare questa tecnologia, ma Andrew Orloff, il creative director di Zoic Studios, una società specializzata in effetti speciale per la TV, film e videogames, ha dichiarato che il solo computer dedicato al rendering delle immagini e alla gestione dei 43 flussi multipli, costa non meno di 70.000$. Inoltre, per una nuova compagnia che dovesse comprare tutto l’hardware (come le telecamere) e il software dedicato, la spesa si avvicinerebbe ai vari milioni di dollari, ma dato che la CNN dispone già di una infrastruttura numerosa di telecamera, è probabile che il costo del collegamento olografico nella notte del primo presidente nero, si aggiri intorno i 300.000$-400.000$.

Conclusione

Per cui è parere umanime che, nonostante il collegamento olografico sia stato molto affascinante, per molti è stato anche perfettamente inutile, oltre che eccessivamente dispendioso; magari nel 2012 sarà normale vedere il TG1 che si collega con i propri inviati in tecnologia olografica dalle più remote località della Terra, ma al momento attuale, come già detto prima, risulta solo un tentativo, non troppo riuscito (anche se il fatto che tutti ne parlano, in parte ha sortito un effetto positivo), di sfoggiare la superpotenza tecnologica dell’America.

UPDATE: Secondo il professore di fisica teoretica e esperto di olografia, Hans Jürgen Kreuzer, non si tratterebbe di ologrammi ma di “tomogrammi“, poiché l’intervistatore non stava parlando realmente a un’immagine tridimensionale proiettata davanti a lui, ma a uno spazio vuoto, e solo gli spettatori in tv potevano vedere la corrispondente interagire e rispondere.
Un tomogramma è un’immagine che viene catturata da tutti i lati, ricostruita dal computer e quindi proiettata su uno schermo. L’ologramma, invece, viene proiettato nello spazio. Le immagini olografiche vengono generalmente realizzate usando luci come quelle del laser, ma per poter catturare l’immagine di una persona ci sarebbe stato bisogno di utilizzare un laser di grandissime dimensioni, la cui luce, però, avrebbe accecato l’intervistato.
Insomma era semplicemente un effetto speciale!

Tag:3d, CNN, Leila, Obama, ologramma, Tecnologia, telecamere, tomogramma, tv, Video, virtuale
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Ott 10 2008

Da Heroes a Jekyll, come l’evoluzione dell’uomo può fare salti enormi o fermarsi per sempre. Considerazioni sulla teoria shock di un genetista: l’evoluzione dell’umanità si è conclusa!

Posted by Antonio Troise
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Nel terzo episodio di Jekyll, una miniserie britannica su una versione moderna di Dottor Jekyll e Mr. Hide, al minuto 21′ 33” uno dei personaggi se ne esce con questa affermazione che mi colpì molto:

Un superuomo… La specie umana ha smesso da tempo di evolversi… lo hai dimenticato? Cambiamo il mondo, non cambiamo più noi stessi! Ma a quale costo? I millenni passano e l’Homo Sapiens rimane immutato, inesplorato, secolo dopo secolo … ed ecco che un giorno il Dottor Jekyll beve una pozione. E sai cosa accade? La vita si riaccende in questo mondo!

Nello specifico si stava mettendo in luce il fatto che, da quando l’uomo ha iniziato a cambiare il mondo, l’evoluzione non aveva più la stessa importanza dei millenni passati. Questo perché non era l’uomo che si adattava al mondo, ma tutto il mondo che mutava intorno ad esso. L’ingresso nel mondo di un Mr.Hide, di un vero superuomo (nell’ottica della serie televisiva), altro non faceva che stravolgere l’ordine costituito provocando una vera e propria rivoluzione evoluzionistica.

L’evoluzione umana si è fermata

Ebbene, o voluto riportare questo stralcio, perché proprio in questi giorni sta uscendo la notizia shock che l’evoluzione della specie umana è finita! Infatti, secondo il professor Steve Jones dell’University College di Londra, negli ultimi decenni l’evoluzione della nostra specie starebbe rallentando a causa delle migliorate condizioni di vita (benessere, abbondanza di cibo, riscaldamento nei periodi freddi, etc) e dei progressi della medicina (vaccinazioni di massa preventive), fattori che non permettono più che i “meno adatti” soccombano, selezionando di conseguenza solo i più forti (o almeno è quello che avviene nei paesi industrializzati).

Evoluzione futuro uomo

Inoltre, oggigiorno, non esistono più popolazioni isolate, e le razze si mescolano continuamente; un effetto indotto direttamente dalla globalizzazione che porta ad un conseguente ed inevitabile continuo rimescolamento dei geni, non permettendo quindi a eventuali mutazioni di rafforzarsi in gruppi chiusi.

Infine, visto che l’età media dei padri occidentali si attesta sui 29 anni, rispetto al passato, è diminuito il numero degli uomini che fanno figli in età avanzata e quindi, di conseguenza, vi sono anche meno “errori” genetici.

Insomma, da un certo punto in poi, dopo l’homo sapiens-sapiens, l’umanità ha smesso di evolversi fisicamente, per intraprendere il non meno difficile il cammino della conoscenza. In definitiva, quindi, sembrerebbe che gli esseri umani non siano più soggetti al principio della “sopravvivenza del più adatto”, perché le forze che sospingono l’evoluzione della specie, come la selezione naturale e la mutazione genetica, non giocano più un ruolo importante nelle nostre vite, e, in alcuni casi, sono del tutto scomparse.

Quale sarà il futuro dell’uomo?

E così, quando nei racconti di fantascienza, si immaginava un mondo futuristico di superuomini, ovvero di esseri umani più alti, più forti, più belli, più intelligenti e praticamente perfetti, forse ci si sbagliava. Secondo il genetista Steve Jones, un simile scenario è sbagliato: “L’evoluzione dell’uomo si è conclusa, è finita, terminata! Tra un milione di anni o più avremo lo stesso aspetto, le stesse caratteristiche, che abbiamo oggi“. Come a dire che quello che siamo ora, anche se stento a crederci, è il modello definitivo, il risultato finale, l’approdo ultimo di quattro miliardi di anni di tenace, paziente, incessante sforzo per migliorare gli organismi viventi!

Origine della specie

E’ anche vero, però, che molti altri scienziati tendono a ricordare che l’evoluzione della specie dipende da fattori spesso imprevedibili, e poiché non sappiamo che cosa accadrà sulla terra nel prossimo milione di anni, o perfino nel prossimo anno, è impossibile affermare che la specie umana non subirà più mutazioni.
Citando una frase di Mohinder Suresh della serie tv Heroes:

L’evoluzione è un processo imperfetto e spesso violento. Una battaglia tra ciò che esiste e ciò che deve ancora nascere. Tra le doglie di questo parto, la morale perde significato. Il conflitto fra il bene e il male si riduce a una scelta elementare: sopravvivere o soccombere.

e

Quando l’evoluzione seleziona i suoi agenti non è indolore. L’unicità ha sempre un costo; si può essere costretti a compiere azioni contrarie alla propria natura… e all’improvviso, il cambiamento che si pronunciava esaltante si rivela un tradimento. Può sembrare crudele ma lo scopo non è altro che l’autoconservazione, la sopravvivenza…
Questa forza… l’evoluzione… non ha sentimenti, come la terra conosce solo i crudi fatti della lotta della vita con la morte. Si può solo sperare che alla fine dopo aver soddisfatto con fedeltà i suoi bisogni, rimanga qualche traccia di quella vita che un tempo coniscevano…

Insomma, il futuro dell’uomo sembra essere in bilico tra scenari come quelli proposti da film come X-Men o serie tv come Heroes, e, perché no di Jekyll, in cui l’evoluzione, del tutto inaspettatamente, prende il sopravvento con dei cambiamenti rivoluzionari, e quello proposto dal genetista britannico, accontentandoci di essere quello che siamo, per sempre!

Esiste il problema della evoluzione?

L’evoluzione della nostra specie è da sempre considerata un argomento scottante in quanto l’uomo, difficilmente, riesce a riconoscere se stesso come animale. Ma in realtà lo è, e la sua evoluzione è alla stessa stregua di quella di altri organismi e non differisce minimamente da quella di specie come squali, formiche o batteri, poiché tutti sono il risultato di milioni di anni di evoluzione, che ha adottato strategie diverse ma con le stesse finalità: sopravvivere e tramandare nel tempo la propria specie!

Origine della specie

La maggior parte delle persone, però, considera l’uomo come quell’essere vivente che ha saputo evolversi e migliorarsi, tanto da potersi elevare su tutto il regno animale e distinguersi a tal punto da sottomettere l’intero pianeta! Ma in realtà, se, invece, impariamo a vedere l’evoluzione come un semplice cambiamento, e non come ad un miglioramento della specie (anche se a volte può risultare la stessa cosa), allora forse impareremo a pensare che la nostra specie non è più evoluta di tante altre, e forse quesiti come quello che si è posto lo scienziato inglese, non avranno più modo di esistere.

Tag:evoluzione, fantascienza, Film, genetica, heroes, Jekyll, Mr.Hide, scienza, Steve Jones, superuomo, tv
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Ago 14 2008

Le Olimpiadi di Adobe Flash Vs Microsoft Silverlight. Tutti i siti per vedere le Olimpiadi divisi per tecnologia compreso il nuovo portale Eurovisionsports.tv per vedere 12 canali in streaming col veloce Flash

Posted by Antonio Troise
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Quest’anno credo passerà alla storia per aver dato ai navigatori di tutto il mondo la possibilità di assistere gratuitamente e in diretta alle Olimpiadi. Ma credo passerà alla storia anche come la prima battaglia tra due piattaforme tecnologiche: SilverLight della Microsoft (insieme a fratello maggiore Windows Media Video), scelta dai broadcaster Nbc e Rai Sport, e Adobe Flash utilizzata da Youtube, di Yalp di Alice Telecom Italia e dal nuovo servizio di streaming video che ho scoperto fa poco: Eurovisionsports.

Adobe Flash Vs Microsoft Silverlight

Se, infatti, la piattaforma messa a disposizione da Microsoft, consente di raggiungere una buona qualità video solo in presenza di connessioni a banda larga, quella Flash della Adobe, invece, si rivela molto efficace, con ottime immagini video, anche in presenza di una connessione internet lenta. Ma se il servizio offerto da Youtube, probabilmente a causa delle numerose dispute legali, si è rivelato, parziale, non in diretta e circoscritto solo a determinate aree del mondo che non hanno comprato i diritti delle Olimpiadi, e quello di Yalp di Alice Telecom Italia, offre solo un numero ristretto di eventi, il portale di Eurovisionsports.tv

Eurovisionsports.tv

Eurovisionsports Eurovisionsports.tv si è rivelato davvero eccezionale: 12 canali live, senza commentatori in italiano, ovviamente, e molto spesso anche senza commenti internazionali (insomma sembra di essere davvero Pechino a seguire le Olimpiadi), che grazie alla tecnologia Flash è molto più veloce di tanti altri servizi che spesso vengo subissati da richieste di connessioni tanto da farli collassare.
Le trasmissioni si vedono benissimo, peccato che non si possano mettere a tutto schermo. Peccato, inoltre, che dei 12 canali non mostri mai un anteprima di quello che sta trasmettendo (come invece accade per il portale di Rai Sport che è in grado di visualizzare anteprime live dei suoi 6 canali), costringendo l’utente, quindi, a cliccare su tutti i canali prima di trovare quello che si vuole guardare.
C’è una comoda guida EPG che, in base all’evento, ci dice in quale Channel andare a guardare, ma risulta un po’ complicato e poco intuitivo andarsi a scorrere tutti gli eventi, anche perché tutti gli orari di inizio trasmissione sono indicati in GMT: essendo noi, con l’ora legale, GMT+2, agli orari indicati dovremmo aggiungere 2 ore!

Una cosa particolare del servizio è che, come scritto, dopo 20 minuti lo streaming si interromperà automaticamente e, dopodicché, occorrerà ripremere Play. Purtroppo sembra che funzioni solo con Internet Explorer e con Macromedia Flash 7.0.25.

Tutti i siti dove vedere le Olimpiadi in streaming

Ricapitolando, quindi, ecco dove vedere le Olimpiadi in streaming su internet:

  • NBC Olympics on the Go
  • Yalp di Alice Telecom Italia
  • Eurovisionsports
  • Rai Sport (scarica la playlist per vedere in streaming i canali Rai con VLC o Windows Media Player)
Tag:adobe, flash, microsoft, olimpiadi, rai, silverlight, streaming, tv, vlc, windows media player, wmv, youtube
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Ago 13 2008

Come vedere in diretta le Olimpiadi di Pechino 2008 in streaming con VLC su Windows, Linux e Mac OS X grazie alla Playlist degli 8 canali Rai che potete scaricare

Posted by Antonio Troise
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Per vedere le Olimpiadi di Pechino 2008 esistono numerosi servizi online che danno questa opportunità del tutto gratuitamente: da NBC Olympics on the Go al canale di Yalp dedicato alle Olimpiadi 2008, fino al più completo di tutti, il multicanale internet di Pechino 2008 della Rai, dove è possibile seguire, con 6 flussi video, tutte le gare della rete olimpica Rai2 e anche quelle in onda su RaiSport Più.

Soluzione universale per vedere le Olimpiadi su Windows, Linux e Mac OS X

Il problema è che tutte queste soluzioni non sono spesso alla portata di tutti ma solo per chi usa un PC con Windows (dato che tutti questi flussi video funzionano solo con Windows Media Player o con SilverLight) o per chi ha un Mac con installato il plugin per WMV Flip4Mac. Ma non tutti sanno che esiste una soluzione universale per garantire la visione delle Olimpiadi su qualsiasi piattaforma, che sia Windows, Linux o Mac OS X. Il trucco è stato quello di estrapolare gli stessi flussi streaming del canale Pechino 2008 della Rai e vederli direttamente sul proprio player video, senza essere costretti a caricare il sito web della Rai per visualizzare i video dal proprio browser.

Olimpiadi in Streaming con VLC

In particolare per avere una soluzione multipiattaforma, oltre che per avere un player multimediale in grado di visualizzare nativamente (senza la necessità di codec aggiuntivi) filmati wmv in streaming, la scelta è ricaduta, spontaneamente, sull’adozione di VLC, un player gratuito disponibile per Windows, Linux e Mac OS X.

Una volta installato VLC sul proprio sistema basterà aprirlo e dal menu File > Apri Rete… inserire una delle seguenti URL per seguire le olimpiadi in streaming:

mms://212.162.68.201/olimpiadi1
mms://212.162.68.201/olimpiadi2
mms://212.162.68.201/olimpiadi3
mms://212.162.68.201/olimpiadi4
mms://212.162.68.201/olimpiadi5
mms://212.162.68.201/olimpiadi6
mms://212.162.68.201/olimpiadi7 (Rai2)
mms://212.162.68.201/olimpiadi8 (RaiSport Più)

Olimpiadi in Streaming con VLC 2

In particolare gli ultimi due permettono di vedere Rai2 e RaiSport Più dove è possibile vedere praticamente tutti gli eventi più importanti e decisivi delle Olimpiadi.

Se avete problemi di lentezza o squadrettamento delle immagini, allora potete usare uno dei seguenti indirizzi IP alternativi disponibili da sostituire con quelli elencati sopra:

212.162.68.13
212.162.68.42
212.162.68.102
212.162.68.162
212.162.68.163
212.162.68.203
212.162.68.213
212.162.68.231
212.162.68.242

Per i più pigri ho creato una playlist M3U con tutti gli 8 canali in streaming della Rai: sarà sufficiente scaricarla e aprirla con il vostro VLC (ma funziona bene anche con Windows Media Player di Windows).

Scarica Playlist Olimpiadi Streaming Rai.

Da quello che ho potuto appurare sul mio sistema Mac OS X, sembra che, se si vede il flusso video in streaming direttamente dal proprio player multimediale come VLC, vi sia un ritardo di poco più di 5 secondi rispetto a quello che si può vedere sul sito web della Rai.

Ora che sapete come guardare le Olimpiadi non vi resta che andare a consultare il Calendario Ufficiale delle Olimpiadi e decidere quali eventi sono da non perdere.

Tag:gratis, ip address, m3u, olimpiadi, Playlist, rai, silverlight, streaming, televisione, tv, videolan, vlc, windows media player, wmv
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