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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Nov 17 2008

Calendario dello Switch-off del tv analogica in Italia. Tutti i piccoli problemi dei decoder per il digitale terrestre che nessuno dice e molti sottovalutano

Posted by Antonio Troise
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Secondo il calendario dello Switch-off del TV analogica in Italia, entro il 2010 il 70% degli italiani vedrà la televisione esclusivamente con il nuovo segnale digitale terrestre: saranno circa 14 i milioni di cittadini coinvolti nel 2009 e ben 23 nel 2010 per un totale di circa 35 milioni.
La transizione al digitale terrestre, però, avverrà progressivamente interessando, ogni 6 mesi, varie regioni italiane divise in 16 aree a partire dal secondo semestre del 2009 fino al secondo semestre del 2012. Infatti, a differenza del governo precedente che aveva immaginato una scadenza unica per tutta l’Italia, fissata al 12 dicembre del 2012, il governo Berlusconi ha deciso di indicare un processo regione per regione (qui potete scaricare il relativo decreto legge, mentre qui e qui gli allegati).

Il calendario dello Switch-off del tv analogica in Italia

Il calendario di transizione al digitale è articolato in otto diversi archi semestrali per garantire una continuità radioelettrica tra le diverse aree (onde evitare problemi interferenziali con le regioni limitrofe o con le altre nazioni), considerando, tra le altre cose, anche il numero di emittenti locali presenti, la conformazione orografica del territorio e una ripartizione equilibrata tra Nord, Centro e Sud del Paese, nonché omogenea anche con riferimento alla presenza di famiglie economicamente o socialmente disagiate, al fine di consentire una erogazione di contributi statali bilanciata per ciascuno dei quattro anni del processo di transizione.

Ecco, quindi, nel dettaglio le date (aggiornate con le nuove date dello switch-over):

31 Ottobre 2008
Sardegna

1° Semestre 2009
Valle D’Aosta (tra il 14 e il 23 settembre 2009): switch over già operativo

2° Semestre 2009
Piemonte occidentale (province di Torino e Cuneo): tra il 24 settembre e il 9 ottobre 2009 (switch over dal 20 maggio 2009)
Trentino-Alto Adige: per la provincia di Trento (inclusi 12 comuni delle province limitrofe Bolzano:Aldino-Aldein, Cortina sulla strada del vino-Kurting an der Weinstrasse, Egna-Neumarkt, Montagna-Montan, Ora-Auer, Proves-Proveis, Senale San Felice-Unserelie Verona:Brenzone,Malcesine, Vicenza:Lastebasse, Pedemonte e Valdastico) tra il 15 e il 30 ottobre 2009 (switch over dal 15 febbraio 2009), per la provincia di Bolzano tra il 26 ottobre e il 13 novembre 2009 (non è previsto alcun switch over)
Lazio (esclusa la provincia di Viterbo): tra il 16 e il 30 novembre 2009 (switch over dal 16 giugno 2009)
Campania: tra l’1 e il 16 dicembre 2009 (switch over limitatamente a Napoli e Salerno e altre piccole parti delle province dal 10 settembre 2009)

1° Semestre 2010
Piemonte orientale
Lombardia (esclusa la provincia di Mantova, ma inclusa la provincia di Piacenza)
2° Semestre 2010
Emilia-Romagna
Veneto (inclusa la provincia di Mantova)
Friuli Venezia Giulia
Liguria (esclusa la provincia di La Spezia)

1° Semestre 2011
Marche
Abruzzo
Molise (inclusa la provincia di Foggia)
Basilicata
Puglia (incluse le province di Cosenza e Crotone)

1° Semestre 2012
Toscana
Umbria (incluse le province di La Spezia e Viterbo)

2° Semestre 2012
Sicilia
Calabria

Nota: Per “switch over” si intende l’inizio del passaggio al digitale. Questo avverrà con lo spostamento di Retequattro e Raidue dall’analogico al digitale

Disuguaglianza tra regioni ricche e regioni povere

Questa è la situazione ad oggi. Ora mi chiedo, al momento fatidico dello Switch-off del tv analogica, tutte le famiglie italiane potranno disporre di un decoder digitale terrestre ? Ovviamente la risposta alla mia domanda sarà no e, così, all’indomani del passaggio al digitale, molte famiglie si troveranno con un televisore praticamente inutilizzabile poiché non potrà più ricevere le trasmissioni analogiche via etere!

Switch Off
Immagine tratta da davidemaggio.it

Anche se il Ministero, oltre ad una massiccia campagna di informazione e comunicazione su larga scala, ha già deciso di erogare un contributo alle famiglie con reddito inferiore a 15 mila euro (per un totale di 100 milioni annui), proprio per venire incontro alle famiglie meno abbienti, sono sicuro che molte non riusciranno ad usufruirne, con la conseguenza che ci troveremmo di fronte ad una inaccettabile disuguaglianza tecnologica tra regioni ricche e regioni povere, tra famiglie facoltose e famiglie meno ricche. Una disuguaglianza che dividerebbe drammaticamente la popolazione, ledendo, per i cittadini più in difficoltà, il diritto fondamentale all’informazione.

Contributi per un solo decoder: e chi ha 2 o più televisori?

Il problema, però, credo non sia solo per quelli che non hanno voluto comprare o non possono ancora permettersi un decoder digitale terrestre, ma anche per quelli che già ne hanno uno. Infatti, i contributi alle famiglie prevedono solo un solo sconto per famiglia per l’acquisto di un decoder. Ma, probabilmente, a casa di molti italiani, ci sarà più di un televisore e, quindi, ciò comporterà una indubbia spesa per coloro che vorranno renderli tutti funzionanti.
Faccio un esempio personale: io a casa ho due televisori LCD e un solo decoder digitale terrestre esterno. Quando l’anno prossimo avverrà lo switch off delle frequenze analogiche per la città di Roma, a casa mia solo un televisore potrà ricevere i canali televisivi, mentre per l’altro dovrò fare un ulteriore spesa (senza alcuno sconto) per renderlo compatibile.

Le dimensioni eccessive dei decoder DGTV

Un altro problema del tutto sottovalutato è anche di natura logistica oltre che economica, in particolare riguardo le dimensioni che attualmente hanno i decoder per il digitale terrestre: attualmente, a mio avviso, sono tutti troppo grandi! Sul mercato si trovano solamente decoder digitali grandi quanto una scatola di scarpe e anche i più piccoli e fini sono sempre molto ingombranti. Quello che mi piacerebbe trovare sul mercato è dei decoder DGTV tanto piccoli che si possono nascondere dietro al televisore senza per questo dover attrezzare una base apposita. Infatti, sempre facendo riferimento alla mia esperienza personale, il mio secondo televisore è situato in un posto che non ha altro spazio da dedicare ad un ulteriore apparecchiatura elettronica.

Sul mercato informatico, esistono da tempo, ricevitori digitali terrestri grandi quanto una pennetta USB: perché non fanno lo stesso anche per i televisori? Oppure, se proprio non riescono a ridurne le dimensioni (la scusa che non sia possibile ridurre le dimensioni perché sarebbe impossibile inserire le schede prepagate non regge in quanto non tutti sono interessati ai canali a pagamento), perché non mettono in dotazione anche un supporto VESA standard in modo da poterli installare in maniera invisibile e meno ingombrante dietro qualsiasi televisore LCD (magari prendendo spunto dall’Asus Eee Box)?

Consumi energetici

Per non parlare, poi, del maggiore consumo energetico annuale che ogni famiglia dovrà pagare di tasca propria solo per installare un altro apparecchio elettronico in casa propria, uno per ogni televisore. Secondo la rivista AFDigitale, il costo in euro per la corrente elettrica consumata dal decoder in un anno di utilizzo (stimando 4 ore giornaliere di funzionamento per 300 giorni/anno e il resto del tempo in stand-by) e considerando il costo del KWh pari a 0,16 euro, si può arrivare a spendere sino a 23€ in più all’anno per ogni decoder!

Inoltre, secondo i tecnici di AFDigitale, la grandissima maggioranza degli apparecchi DGTV esaminati, anche quando ufficialmente non lavorano, cioè nessuno guarda la Tv, continuano a sintonizzarsi sul canale dal quale ricevono gli eventuali aggiornamenti firmware (il sistema operativo interno dell’apparecchio). Se si moltiplicano i 6 Watt medi dello stand by di un decoder per i 5 milioni di decoder digitali terrestri attualmente attivi si arriva alla ragguardevole cifra di 30 megaWatt di potenza impegnata l’anno; nel 2012 quando i decoder saranno 35 milioni (calcolo per difetto perché si considera 1 decoder a famiglia) avremo 210 megaWatt di potenza l’anno letteralmente sprecata, solo per lasciarlo in standby, identificando un vero problema “macroecologico“!

Problemi con i telecomandi

Infine, sebbene siano stati finalmente immessi sul mercato, la quasi totalità dei televisori CRT/LCD in Italia, non dispone di un ricevitore DTT integrato, ma solamente esterno, quelli scatolotti ingombranti di cui parlavo prima. Ciò significa che, a meno di non lasciare sempre acceso il decoder digitale terrestre, con ingenti spese annuali, ogni qualvolta si accenderà il televisore, bisognerà anche accendere il decoder.
Ecco una scaletta delle tediose operazioni:

  1. Accendere televisore con il suo telecomando: comparirà una nebbiolina bianco nera perché le trasmissioni analogiche non esisteranno più
  2. Passare sul canale AV
  3. Accendere il digitale terrestre con il suo telecomando

Come capirete, questo sistema, però, comporta qualche scomodità: per esempio, il televisore deve essere impostato sull’ingresso esterno AV e per regolare il volume occorrerà impostare ad un livello medio-alto quello del televisore in modo da avere margine di intervento con quello fornito con il set-top-box.

Questo se si hanno due telecomandi. Se invece si usa un telecomando universale, il tutto risulterà più semplice, in quanto molti sono configurati per programmare le operazioni su più dispositivi con un solo pulsante (ovviamente si deve prevedere una ulteriore spesa che può andare dai 15 euro fino anche ai 100 euro a seconda delle caratteristiche e dai dispositivi gestiti di ogni singolo telecomando universale). Per cui se decido, sempre e solo con il telecomando universale, di accendere il televisore, di default verrà mandato un segnale di accensione anche al digitale terrestre, rendendo di fatto il meccanismo molto più trasparente e semplice. Il problema, però sorge quando il vostro digitale terrestre, come il mio Philips, non si accende con il tasto rosso del telecomando (dedicato di solito all’accensione/spegnimento) ma solo premendo il tasto di un canale (in pratica i tasto rosso serve solo per spegnere il decoder), rendendo di fatto inutilizzabile la procedura di programmazione delle operazioni!

E’ evidente, però, che spesso, nell’usare un telecomando universale, si incorre nel problema di non perfetta compatibilità dei tasti, per cui si può accedere solo alle funzioni di base lasciando ai telecomandi proprietari, quelle più avanzate.

Quanto costa lasciare sempre acceso il decoder?

Se, invece, decidessimo di lasciare sempre acceso il decoder digitale e lasciare sempre sul canale AV il nostro televisore, tutto risulterebbe più comodo e forse più semplice (almeno per coloro che hanno alcuni problemi con i telecomandi come sopra esposto). Ma quanto sarebbero i consumi? Grazie alla tabella di AFDigitale e a questa utility di Michelle Ferretti, si può calcolare che, lasciando il decoder digitale terrestre sempre accesso 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, si può arrivare a spendere sino a 37€ l’anno in più per ogni decoder digitale terrestre acceso.

Epilogo

Come vedete i problemi per uno switch-off sono molti, alcuni importanti, altri trascurabili, ma sicuramente esistono e non tutti ne sono al corrente.
A questo punto non mi resta che auspicare l’uscita sul mercato (anche se non so se saranno tecnicamente realizzabili) di schede integrate programmabili da inserire in tutte le TV per ricevere direttamente la televisione in digitale terrestre (magari disabilitando la televisione analogica), senza la necessità di avere un decoder esterno o un altro telecomando supplementare, un po’ come accadeva qualche decennio fa, quando si installavano le schede per ricevere il televideo sui televisori!

Tag:decoder, dgtv, Digitale Terrestre, Kwh, lcd, switch-off, telecomando, televisione, televisore, tv
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Set 17 2008

Asus Eee Box B202: è nato il rivale low cost del Mac Mini? Piccolo come un libro, silenzioso ma non supporta i filmati HD e non ha drive ottico

Posted by Antonio Troise
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Dall’8 Settembre 2008 è iniziata la commercializzazione del nuovo Asus Eee Box B202 basato su piattaforma Intel Centrino Atom e mi sto interessando al prodotto per avere una soluzione low-cost di un PC piccolo e silenzioso da lasciare in salotto sotto al mio televisore LCD da 32” per attività di background. Avevo anche pensato all’acquisto di un Mac Mini, ma il costo dell’Asus Eee Box (il cui design, comunque, ricorda più un Apple TV che un Mac Mini) è nettamente inferiore (anche perché probabilmente lo sono anche le sue prestazioni rispetto al piccoletto della Apple): 249€ dell’Asus Eee Box contro i 499€ del Mac Mini.

EEE Box
Caratteristiche

Da come si legge sul sito del produttore, l’Asus Eee Box B202 pesa solamente un chilogrammo ed è piccolo come un comune libro (215.9 x 177.8 x 25.4 mm); è equipaggiato con un processore Intel® ATOM N270 1.6 GHz, 1GB di RAM DDR2, 80GB di HardDisk da 5400 RPM ed una scheda video integrata GMA950 con connettività garantita dal Wi-Fi 802.11n e 1 Gigabit LAN. Inoltre ha una uscita DVI-I, un’uscita audio S/PDIF e una per cuffia, un lettore di card 5 in 1, 4 porte USB 2.0 e sistema operativo Microsoft Windows XP Home (è compatibile comunque con Linux mentre il prezzo del prodotto comprende anche i 30 dollari della licenza di XP).

Asus Eee Box Fronte & Retro

Con la tecnologia ASUS Express Gate permette un tempo di avvio di soli 7 secondi; è estremamente silenzioso e rispettoso dell’ambiente, poiché genera al massimo 26 decibel di rumorosità e consuma fino al 90% in meno di energia rispetto ad un PC desktop tradizionale. Inoltre, utilizza uno speciale modulo di dissipazione del calore dotato di una ventola la cui velocità viene regolata automaticamente in base alla temperatura interna.

L’estrema attenzione per l’ambiente di Eee Box è poi ribadita anche dall’utilizzo di materiali eco-compatibili in conformità con gli standard RoHS e WEEE per la massima tutela ambientale. Con il supporto VESA standard 75/100 è facilmente installabile dietro qualsiasi display LCD ed è disponibile in due colori: bianco e nero.

Caratteristiche Asus Eee Box B202
OS Windows XP Home
Processore Intel Atom N270 (1.6 GHz, FSB 533, 512KB cache L2)
Memoria DDRII 1 GB
Hard Disk 80 GB
Chipset 945GSE + ICH7M
Scheda Video IGP Intel GMA 950 integrata, 1600 x 1200 risoluzione massima
Connettività 10/100/1000 Mbps LAN, WiFi 802.11a/b/g/n , Bluetooth opzionale
Card Reader SD, SDHC, Mini SD, (Micro SD con adattatore) ; MMC,
MMC plus, MMC4.x, RS MMC, RSMMC4.x (MMC mobile con adattatore);MS,MS PRO
Scheda Audio Azalia ALC888 Audio Chip
Porte Frontali 2 x USB 2.0
1 x Headphone-out jack (WO/SPDIF)
1 x MIC
1 x Card Reader; SD, SDHC, Mini SD, (Micro SD con adattatore) ; MMC, MMC plus, MMC4.x, RS MMC, RSMMC4.x (MMC con adattatore);MS,MS PRO]
Porte Posteriori 2 x USB 2.0
1 x Gigabit LAN RJ45
1 x DVI out
1 x Line-Out (L/R) con S/PDIF
antenna WiFi
Accessori alimentatore 19Vdc, 4.74A, 65W
Mouse (opzionale)
Keyboard (opzionale)
VESA mount (opzionale)
WiFi antenna
Dimensioni 215.9 x 177.8 x 25.4 mm
Peso Peso netto: 1 Kg
Peso lordo: 3 Kg

Ecco una video recensione di HotHardware:

ASUS Express Gate

Fedele alla filosofia ‘eee’ (Easy – Exciting – Excellent), Eee Box saprà conquistare il pubblico per la sua facilità ed immediatezza di utilizzo, grazie in particolare ad ASUS Express Gate, una tecnologia esclusiva di ASUS, che consente un accesso praticamente istantaneo (circa 7 secondi dall’accensione) ed estremamente semplice a web, posta elettronica, instant messanging, contenuti multimediali e molto altro ancora, senza dover attendere l’avvio del sistema operativo. In pratica, però, l’ASUS Express Gate altro non è che una speciale distribuzione Linux sviluppata da DeviceVM e chiamata Splashtop che utilizza il file system compresso SquashFS (lo stesso impiegato da quasi tutti i LiveCD).

Splashtop

I vantaggi principali di una soluzione di questo tipo sono quello di essere teoricamente immune da virus e quello che viene promosso come “instant-on“. Significa che il sistema viene caricato in modo quasi istantaneo, impiegando solo pochi secondi.

Design

Grazie al design particolarmente accattivante ed al contempo raffinato, Eee Box rappresenta, inoltre, un originale complemento d’arredo in grado di integrarsi armoniosamente in qualsiasi ambiente, non solo in un ufficio o in un negozio, ma anche a casa, in salotto, nello studio.

Asus Eee Box Fronte & Retro

Un punto a favore è la cura nel design soprattutto nella realizzazione del pulsante di accensione che è a sfioramento, poiché data l’estrema leggerezza del sistema, la pressione di dito sul pulsante di accensione meccanico, rischierebbe di spostare all’indietro l’Eee Box.

Prestazioni

Dai test di Silent PC si evince che le prestazioni dell’Asus Eee Box B202 non sono comunque paragonabili ad un media center di basso costo, specialmente se si vuole vedere filmati HD. Per diventare un media center servirebbe un Atom dual core (in arrivo) e un chipset con accelerazione video decente.

Ecco i Pro e i Contro di Silent PC (con qualche mia integrazione):

PRO

* Consumi energetici ridotti fino al 90%
* Molto silenzioso (26db con un massimo di 37db)
* Buone performance
* Wi-Fi integrato
* SPDIF out
* Design curato, piccolo ed è possibile montarlo dietro un monitor LCD con attacco VESA

CONTRO

* Non supporta la riproduzione dei video HD 1080P
* CPU leggermente lenta
* No HDMI
* No DVD / Blu-ray drive
* No Bluetooth (opzionale)

Conclusioni

Insomma ci troviamo di fronte ad un pc dal design accattivante, silenzioso e abbastanza potente, ma non tanto da poterlo usare come un vero e proprio Media Center, per riprodurre filmati in alta definizione, senza supporto (almeno non di default) del Bluetooth integrato (anche se si potrebbero usare una delle 4 porte USB 2.0 per collegarci una antenna wi-fi di quelle micro da 12€) e privo di lettore ottico integrato (si potrebbe rimediare acquistando un drive esterno, da collegare ad una delle 4 porte USB).
Insomma, in definitiva, si tratta di un vero e proprio nettop, secondo la visione di Asus, e che, sostanzialmente differisce dall’EeePC laptop principalmente per la mancanza della batteria e del drive allo stato solido SDD per lo storage.

Tag:alta definizione, asus, Asus Eee, blu-ray, bluetooth, ddr2, hdmi, intel, lcd, pc, sd, televisore, usb-2.0, ventola, wi-fi, Windows
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Giu 16 2008

La Rai trasmette gli Europei in Alta Definizione sul Digitale Terrestre ma nessuno in Italia ha il decoder DTT in HD. Dove è possibile comprare i Decoder in Alta Definizione?

Posted by Antonio Troise
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Ieri ho letto sul Messaggero un fatto curioso: sembra infatti che la Rai stia trasmettendo le partite degli Europei di calcio, che ne ha l’esclusiva dei diritti, anche in Alta Definizione solamente sulla piattaforma del Digitale Terrestre. Bene, direte voi, era ora che si iniziassero le trasmissioni in HD. Il problema, però, e che ha scatenato una interrogazione parlamentare, è che attualmente quasi nessuno in Italia dispone di un decoder digitale terrestre per l’Alta Definizione!
Infatti, sebbene in Italia gli utenti dotati di un televisore Full HD o HD Ready siano attualmente 4 milioni e nonostante molti italiani siano dotati di un decoder digitale per la piattaforma satellitare e IPTV, purtroppo, quasi nessun cittadino possiede, ad oggi, un decoder atto a ricevere l’Alta Definizione in digitale terrestre!

Praticamente la Rai sta dando un servizio che nessuno può effettivamente usufruire!

La Rai, però, si difende “confessando” di aver acquistato i diritti degli Europei “solo per il territorio italiano, mentre il satellite copre un’area ben più vasta!”.

Dove trovare i DTT in HD

DTT HD In realtà di Decoder Digitali Terrestri per l’Alta Definizione ve ne sono ancora pochi sul mercato italiano e ancora costano molto per le tasche di un cittadino medio.
E’ recente però la notizia che TELE System, in occasione degli Europei di Calcio (il primo evento trasmesso dalla Rai in alta definizione), ha presentato il ricevitore digitale terrestre Hd TS6510 dotato di uscita HDMI, per tutti i possessori di un televisore Full Hd o Hd Ready. Il ricevitore è disponibile sul sito online di MediaWorld al prezzo di 159 euro, mentre dal 3 Giugno 2008 dovrebbe essere acquistabile anche nelle catene Auchan, Carrefour, Mediaworld e Saturn.

Sempre sul sito di Mediaworld è disponibile un altro decoder DTT in Alta Definizione: è l‘HANTAREX Aries 1000H ma ha un prezzo notevolmente superiore di 249€.

Tag:alta definizione, Europei, hd, high-definition, mediaworld, rai, ricevitore, televisore, tv
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Gen 10 2008

La vera alta definizione sta nella macchinette digitali perché i televisori Full HD arrivano a soli 2 Megapixel di risoluzione: il futuro è quindi riposto nell’SHD e UHDV

Posted by Antonio Troise
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High Definition Quello che non tutti sanno è che i televisori in alta definizione (HD e Full HD), anche se di ottima qualità, hanno una risoluzione che non è neanche lontanamente paragonabile a quelle delle macchinette fotografiche digitali moderne che, a conti fatti, sono la vera Alta Definizione!
Per spiegare questo concetto partiamo da alcune definizioni.

Come calcolare la risoluzione delle immagini digitali

Nella fotografia digitale il numero dei pixel è un parametro che sta ad indicare la risoluzione ed è uno dei fattori più importanti e distintivi che danno valore ad una fotocamera digitale ed alle fotografie da essa prodotte e ne determinano la nitidezza delle immagini (altri fattori importanti sono, ovviamente, un’ottica di qualità, un sensore che abbia un buon rapporto segnale rumore, una buona gamma dinamica, la fedeltà cromatica di ogni pixel, ed infine in funzione delle esigenze di stampa si sceglierà il numero di pixel del sensore).

In un’immagine digitale il numero di pixel viene calcolato semplicemente moltiplicando il numero di pixel della base dell’immagine per il numero di pixel dell’altezza. Ad esempio un’immagine di 1,92 Megapixel (equivalenti a 1.920.000 pixel) sono il risultato di un’immagine di 1600×1200 pixel.
Per avere un quadro completo delle risoluzioni, ecco una tabella molto esplicativa:

Risoluzioni Macchinette Digitali
Tipo fotocamera Risoluzione (in pixel)
0,3 Megapixel 640 x 480
0,8 Megapixel 1024 x 768
1,3 Megapixel 1280 x 960
1,6 Megapixel 1536 x 1024
2,1 Megapixel 1600 x 1200
2,3 Megapixel 1800 x 1200
3,3 Megapixel 2048 x 1536
4,1 Megapixel 2272 x 1704
5,1 Megapixel 2560 x 1920
6,0 Megapixel 2816 x 2112
6,3 Megapixel 3072 x 2048
8,0 Megapixel 3264 x 2448
La risoluzione dei televisori Full HD e HD Ready

Ora, se confrontiamo la definizione delle macchinette digitali con quella di un televisore Full HD 1080p a scansione progressiva (il top della categoria) otteniamo 1920 colonne per 1080 righe, per una risoluzione complessiva di 2.073.600 pixel (1920×1080), cioè circa 2 Megapixel!

Per non parlare, poi, del comune HD Ready (che indica quei televisori che supportano e rispettano i requisiti minimi dell’HD) che ha un formato di 720p e presenta una risoluzione complessiva di 921.600 pixel (1280×720), ovvero di solo 1 Megapixel!

Il futuro dell’Alta Definizione: SHD e UHDV

Non stupisce, quindi, che stanno iniziando ad uscire sul mercato televisori con risoluzione maggiore. Per esempio, al recente Japan Ceatec, la Sharp ha presentato un televisore LCD a 64” dalla risoluzione di 4096×2160, per un totale di 8.847.360 pixel, ovvero ben 8 Megapixel, quattro volte tanto la risoluzione 1080p HDTV!

Nel frattempo la Nhk (Nippon Hoso Kyokai, l’equivalente giapponese del centro ricerche della Rai), ha presentato uno schermo da 16 Megapixel come dimostrazione dei progressi verso un futuro a 32 Megapixel con risoluzione 7680×4320!

Ovviamente, non parliamo più di semplice HDTV, bensì entriamo nel campo, rispettivamente, dei sistemi SHD (Super High Definition), detto anche “4k”, con una risoluzione di 3840×2160 pixel (4 volte i dati di un sistema Full HD) e di UHDV (Ultra Alta Definizione), per il sistema tutt’ora in via sperimentale elaborato in Giappone, il quale prevede una risoluzione di 7680×4320 pixel (16 volte i dati di un sistema Full HD).

Tutti questi nuovi standard prevedono, come aspect ratio, l’uso del 16:9. Mentre il progetto SHD si prevede che venga (almeno inizialmente) destinato alle sale cinematografiche, il progetto UHDV sarebbe destinato all’ambito domestico. Il progetto SHD dovrebbe essere introdotto nel giro di qualche anno mentre per il progetto UHDV si prevedono tempi molto lunghi, NTT DoCoMo prevede la commercializzazione nel 2025 circa.

Per ricapitolare ecco la situazione delle risoluzioni per l’Alta Definizione, comparate con una tradizionale risoluzione di un DVD:

Risoluzione dei Televisori ad Alta Definizione
Dispositivo Risoluzione Pixel Rapporto
DVD resolution 720×480 345.600 pixels –
HD 720p 1280×720 921.600 pixels 2,67 volte la risoluzione del DVD
HD 1080p/1080i 1920×1080 2.073.600 pixels 6 volte la risoluzione del DVD
SHD “4k” 2160p 3840×2160 8.294.400 pixels 24 volte la risoluzione del DVD e 4 volte HD 1080p
UHD 4320p 7680×4320 33.177.600 pixels 96 volte la risoluzione del DVD e 16 volte HD 1080p
Tag:hd, lcd, risoluzione, televisore, tv
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Gen 4 2008

Tutti i segreti della tecnologia OLED: schermi sottili, colori brillanti e bassi consumi ma sono costosi e durano 1/10 degli LCD

Posted by Antonio Troise
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OLED è l’acronimo di Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico ad emissione di luce. Questa tecnologia permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i display a cristalli liquidi vengono illuminati da una fonte di luce esterna), ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare.
A causa della natura monopolare degli strati di materiale organico, i display OLED conducono corrente solo in una direzione, comportandosi quindi in modo analogo a un diodo; di qui il nome di O-LED, per similitudine coi LED.

Vantaggi e svantaggi della tecnologia OLED

La tecnologia OLED ha grandi vantaggi, come la bassa tensione di alimentazione, l’ottimo contrasto, la brillantezza dei colori, un angolo di visuale di 180 gradi e la possibilità di essere pilotati alle frequenze necessarie per un video.. Possono essere pilotati sia in matrice attiva sia in matrice passiva; quest’ultima, semplice e di basso costo, è efficacemente utilizzabile in pannelli alfanumerici a basso contenuto di informazione.
Per avere qualche raffronto tecnico, basti pensare che a parità di diagonale, un televisore OLED è in grado di consumare circa il 40% in meno rispetto ad un LCD, mentre, per quanti riguarda l’ingombro, lo spessore scende del 50%, perché non necessitano di retroilluminazione come i display a cristalli liquidi. In teoria, inoltre, tutti i prossimi OLED saranno 1080p nativi con un rapporto di contrasto pari a 1.000.000:1.
Da ciò si può dedurre che questa tecnologia sarà, inevitabilmente, la naturale evoluzione degli schermi al plasma ed LCD.

Oled Cell

Se i pregi sono tanti, tuttavia la tecnologia OLED presenta ancora alcuni limiti. Primo fra tutti il costo ancora elevato del processo produttivo. In secondo luogo gli schermi OLED hanno una durata molto inferiore agli schermi a cristalli liquidi e agli schermi al plasma. Il materiale organico di cui sono composti, infatti, tende a perdere la capacità di emettere luce dopo poche migliaia di ore di esercizio.
Infatti, mentre la durata media di pannello LCD o PLASMA (riferito alla vita delle lampade) è di circa 60.000 ore, attualmente la vita media di un pannello OLED è stato al massimo di 5.000 ore.

I primi prodotti

Optimus Keyboard Per questioni di mercato e piccoli difetti ancora da risolvere, i settori che ha accolto gli schermi OLED con interesse sono solo quelli dei portable player, delle telecamere digitali e della telefonia mobile o delle tastiere evolute come la Optimus Keyboard della Art Lebedev (il cui prezzo varia da 371,40€ per un solo tasto OLED programmabile a 1256,86€ per tutti i 113 tasti OLED programmabili). Si sta parlando, quindi, di piccole unità che hanno reso particolarmente appariscenti ed accattivanti numerosi lettori MP3 della Sony e della Creative, nonché alcuni modelli di cellulari firmati Sony-Ericsson e Motorola, i cui mini-display OLED non possono far altro che colpire per l’incredibile luminosità e la cromia vivace. Ultimo nato è il piccolo lettore MP3 S10 della iRiver.

Nel mercato dei monitor e TV, fortemente caratterizzato dalla competizione tra la tecnologia LCD e Plasma, quella che, invece, rappresenterà la tecnologia del futuro nella visualizzazione delle immagini, è solo da poco più di un anno che è giunta ad equipaggiare schermi di dimensioni importanti, uscendo dalla nicchia di display per cellulari ed LCD TV portatili. I produttori, infatti, ora guardano ormai con piena fiducia ad OLED che sta acquisendo la maturità necessaria allo sbarco sul mercato, nonostante i costi siano ancora elevati.

l primo dispositivo TV basato su questa tecnologia è XEL-1 di Sony, un 11 pollici che viene venduto ad oltre 1700 dollari. Uscito ad Ottobre del 2007 è spesso appena 3 millimetri, ha una velocità di risposta superiore di 1.000 volte rispetto ai tradizionali Lcd e consumi inferiori del 40%. Pesa 2Kg, le sue dimensioni soo 287x253x140mm, risoluzione 960×540 pixel, una porta Host USB, una HDMI e una Ethernet Lan. Speaker da 2 Watt, sintonizzatore Tv analogico/digitale. Con un uso medio di 10 ore al giorno il monitor dovrebbe durare oltre 10 anni.

Sony Oled

Samsung ha, invece, annunciato di avere creato uno schermo ultrapiatto in tecnologia Oled da 31 pollici. La produzione deve ancora iniziare, ma nel mentre Samsung conta di commercializzare schermi Oled da 14 pollici a partire dal 2008.
Alcune indiscrezioni rivelano, però, che Samsung ha già pronto il display OLED da 40 pollici, che forse verrà tenuto per i prossimi mesi lasciando spazio al più piccolo 31 pollici perché “il più grande e più costoso potrebbe incontrare difficoltà nell’attrarre una fetta maggiore di consumatori”.
Ma la prima ad interessarsi seriamente del mondo OLED è stata la Sony che il mese scorso ha iniziato a vendere televisori Oled da undici pollici e aveva già mostrato un prototipo da 27”.

Samsung Oled

Per quanto concerne il 31′ Samsung, l’azienda coreana dichiara un consumo di corrente inferiore alla metà di quello di un 32 pollici LCD convenzionale, mentre lo schermo ha una durata stimata di 35000 ore, pari a 4 anni di funzionamento ininterrotto, il valore più alto finora dichiarato per un pannello OLED. Inoltre, afferma che il proprio schermo da 31” è spesso 4,3 millimetri, un decimo di un pannello Lcd tipico, e consuma meno di metà dell’elettricità richiesta da un Lcd da 32”.

Samsung, nel frattempo, ha già accelerato i suoi processi produttivi per soddisfare la futura domanda. iSupply ha stimato, infatti, che entro il 2012 le vendite raggiungeranno quota 24 miliardi di dollari. Un risultato notevole se si considera che nel 2007 difficilmente saranno superati i 7 miliardi di dollari. “Il prezzo di un display OLED è di 1,7 /1,8 volte superiore rispetto ad un LCD e non sarà competitivo fino a quando le cose non cambieranno”, ha dichiarato a Reuters Peter Chen, presidente di CMEL, azienda taiwanese leader nella produzione OLED.

Purtroppo, Sony, che ha ha iniziato in novembre a vendere televisori OLED da 11 pollici, non riesce a consegnare più di duemila televisori ogni mese e all’inizio di dicembre Toshiba ha annunciato di avere rinunciato alla messa in vendita di televisori Oled entro il 2009-2010 a causa degli alti costi di produzione, mentre tiene ferma l’intenzione di commercializzare piccoli schermi OLED per gli smartphone il prossimo anno.

Oltre a questi scenari, è ragionevole prevedere che i prossimi sviluppi possano aprire ulteriori mercati ora non quantificabili, ma che possono essere individuati in una nuova generazione di prodotti che utilizzano schermi sottili come pellicole che si possono `srotolare’, o trasparenti da inserire in una finestra, o stampati su tessuto per T-shirt `interattive’.

Sony Oled Flessibile
Tag:lcd, oled, plasma, televisore
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