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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Apr 27 2008

Shortcuts per Mac utili da ricordare e come spostare cartelle su Mac OS X senza fare danni con il comando DITTO

Posted by Antonio Troise
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Devo ammettere che, essendo entrato da poco nel mondo Apple, mi risulta davvero difficile ricordare alcuni shortcuts, ovvero alcune scorciatoie da tastiera, che potrebbero risultare utili in molte occasioni. Una volta assodato che il tasto CANC non esiste (sostituito semplicemente dal tasto BACKSPACE per eliminare elementi o dalla combinazione di tasti MELA + BACKSPACE per spostare un file nel cestino) e che il copia, taglia incolla è pari alla combinazione di tasti MELA + C / MELA + X / MELA +V, e che il MELA + TAB svolge lo stesso ruolo del ALT +TAB del Windows, il resto è molto vago.

E’ per questo che ho voluto buttare giù una breve lista delle combinazioni da tastiera utili da ricordare.

  • MELA + ALT + ESC: è l’equivalente del Ctrl+Alt+Canc di Windows su Mac.
  • CTRL + ESPELLI: premendo questa combinazioni di tasti, Mac OS X mostra una finestra di dialogo con le scelte Riavvia/Stop/Annulla /Spegni (è possibile anche scegliere una qualsiasi azione di questa finestra di dialogo premendo rispettivamente R, S, C, o Invio).
  • MELA + ALT + ESPELLI: mette immediatamente il Mac in stop.
  • CTRL + MAIUSCOLO + ESPELLI mette in stop solo il display (o i display), senza chiedere conferma ,mentre il sistema operativo continua a lavorare senza interruzioni.
  • MELA + ALT + 3: screenshot dell’intero schermo
  • MELA + ALT + 4: il puntatore si trasforma in una crocetta che serve a delimitare un’area dello schermo da “catturare”
  • MELA + ALT + 4 e poi premere SPACEBAR: il puntatore si trasforma in una macchinetta fotografica che permetterà di catturare la finestra selezionata.
  • MELA + D: se digitato quando si deve aprire o salvare un file, vi porta nella directory della Scrivania

Queste sono solo alcuni shortcuts che ritengo utili; per una lista completa potete far riferimento alle Reference di Apple su Mac OS X keyboard shortcuts.

Spostare cartelle su Mac OS X senza fare danni

Tempo fa scrissi un post su come fosse pericoloso spostare una cartella su un percorso dove ne risiedeva un’altra con lo stesso nome, perché i dati di quest’ultima venivano irrimediabilmente persi (anche se il contenuto delle due directory era diverso), a differenza di Windows dove i dati vengono solo aggiunti e non cancellati! Nonostante il sistema avverti che esiste già un elemento con lo stesso nome e ci chiede se si intende sostituirlo con quello che si sta spostando, è facile intuire che molto nuovi mac users siano caduti nella trappola!

In realtà, però, ho scoperto che esiste un modo, non del tutto user friendly, per far comportare Mac OS X come Windows durante lo spostamento di una cartella: usare il comando da terminale ‘ditto‘. Lo scopo principale di questo comando è quello di creare un clone del sistema Mac OS X preservando tutti i diritti e risorse, ma se usato senza argomenti può funzionare davvero bene per i nostri scopi:

ditto nome_dir_origine nome_dir_destinazione

Purtroppo la procedura non è velocissima, ma in certi casi può risultare utile se si vuole fare un merge del contenuto di due cartelle uguali:

  1. Aprite il Terminale
  2. digitate “ditto” e lasciate uno spazio
  3. trascinate nel Terminale la cartella origine
  4. lasciate un altro spazio e trascinate anche la cartella destinazione
  5. premete invio e il comportamento sarà esattamente quello di Windows: la cartella destinazione conterrà tutti i file senza cancellarne nessuno!
Tag:Apple, keyboard, Mac os x, shortcuts, tastiera
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Mar 17 2008

Le ricerche diacritiche e case insensitive dei motori di ricerca: cosa sono i segni diacritici e come non vengono usati correttamente nella lingua italiana

Posted by Antonio Troise
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Non ci si pensa molto spesso ma, dovete sapere, che le ricerche che quotidianamente fate sui motori di ricerca, per ottenere dei buoni risultati, devono corrispondere a dei criteri ben precisi di universalità del contesto. Quindi, oltre ad essere case insensitive, ovvero insensibili alla differenza tra lettere minuscole e maiuscole (quando cerco “Antonio” verranno trovate anche le corrispondenze “antonio” e “ANTONIO“), lo sono anche ai segni diacritici, ovvero sono insensibili alle lettere accentate.
Ad esempio, se si digita “università” con accento finale o “universita” senza accento finale, si ottiene sempre lo stesso risultato. Ma il bello è che otterrei gli stessi risultati se cercassi anche la parola: ùnìvèrsita. Analogamente accade se viene cercato “Casa“, poiché troveremo anche i termini “casà” e “çàsà“.

Segni diacritici
Cosa sono i segni diacritici?

Per chi non lo sapesse, un segno diacritico, è un segno aggiunto ad una lettera per modificarne la pronuncia o per distinguere il significato di parole simili e compaiono generalmente al di sopra o al di sotto della lettera cui si riferiscono. Il principale uso dei segni diacritici è modificare il suono di una lettera, ma vi si fa ricorso anche in senso più generale per cambiare il valore grammaticale e il significato di una parola (ad esempio, in italiano l’articolo e pronome la rispetto all’avverbio là: la pronuncia è la stessa).
Tra i segni diacritici, troviamo quelli più comuni per la lingua italiana (à è é ì ò ù –) e quelli meno comuni (ç, §, ê, ï, ô, Ø). Fra i segni diacritici i più diffusi sono l’accento acuto ( ´ ), grave ( ` ) e circonflesso ( ˆ ); il segno di vocale lunga ( ¯ ); il segno di breve ( ˘ ); la dieresi o Umlaut ( ¨ ); la cediglia ( ¸ ); la ‘pipetta’ ( č ) e la tilde ( ˜ ).

Perché si escludono i segni diacritici?

Per impostazione predefinita, Google non riconosce accenti o altri segni diacritici. Questo, perché, oltre a permettere un numero di risultati nettamente superiore, permette anche di escludere la possibilità di avere risultati ambigui.
Infatti, è noto che, nella lingua scritta del web, è facile imbattersi nella sostituzione delle lettere accentate con il digramma ‘lettera+apice‘.

L’Accademia della Crusca spiega molto bene questo particolare comportamento, proprio degli utenti internet ma poi diffusosi un po’ in tutte le aree, e che va ricercato in due motivi:

  1. Tutte le lettere dotate di segni diacritici (accenti, dieresi, cediglia, ecc.) non rientrano nel set-base di caratteri alfanumerici, cioè nei 128 caratteri che, secondo il primo standard ASCII sono decodificati correttamente da ogni computer, indipendentemente dalla sua configurazione. Tutti i caratteri che non fanno parte di questo gruppo possono non venire riconosciuti da una macchina: in tale caso, l’utente non visualizzerà sul proprio PC il carattere diacritico (proprio come accade per WordPress con la codifica UTF-8).
    In seguito, la codifica fu ampliata a 8 bit, arrivando a 256 (2^8) posizioni. Le nuove 128 posizioni disponibili furono utilizzate (in maniera diversa da ogni paese) per una serie di lettere e simboli non compresi tra i primi 128 caratteri. Le lettere accentate dell’italiano fanno parte di questa codifica, definita ASCII estesa.
  2. Se ancora per le lettere minuscole ci sono eccezioni, le lettere maiuscole sono scritte nella grafia ‘lettera+apice’ nella quasi totalità dei casi. Il motivo di tale grafia è da ricercarsi dal fatto che normalmente le tastiere italiane non prevedono questo set di caratteri e la maggior parte degli utenti non conosce la combinazione di tasti per le maiuscole accentate (su Windows questi caratteri si ottengono tenendo premuto il tasto ALT e digitando il corrispondente codice ASCII).
    A tal proposito, se avete dubbi potete consultare queste mie guide su come digitare rapidamente la E maiuscola accentata su Windows, Linux, Mac OS X oppure quella su come scrivere la tilde e le parentesi graffe su Windows, Linux e Mac OS X.

Come vedete, la scelta di sostituire le lettere accentate con una combinazione di due caratteri semplici contigui ha delle solite basi storiche e, quindi, per non incorrere nei citati problemi di decodifica o di ricerca del codice ascii corrispondente, chi comunica abitualmente attraverso il computer evita quanto più possibile l’uso dei caratteri estesi: nel caso dell’italiano, le lettere accentate (come è, verità o perché) vengono sostituite dalla combinazione della lettera semplice corrispondente seguita da un apice (come e’, perche’, verita’).

Ma il bello è che, siccome il computer oramai si è esteso in qualsiasi altro settore lavorativo e non, è facile trovare questo peculiare costume linguistico anche in altri ambiti apparentemente lontani dal computer, sia per interferenza con le scritture informatiche che per pigrizia (visto che le minuscole accentate dell’italiano in realtà sono tutte presenti sulla tastiera): è il caso delle didascalie televisive, dei sottotitoli televisivi, di articoli di giornale e delle scritture burocratiche.

Quindi, sebbene nettamente errata come forma, è oramai universalmente accettata. Ed è, quindi, anche per questo motivo che Google, come tutti gli altri motori di ricerca, non considera, per impostazione predefinita, i segni diacritici.

Come forzare Google a cercare con i segni diacritici

Oltre ai segni diacritici, Google non fa distinzione anche tra lettere minuscole e maiuscole poiché considera tutte le lettere come minuscole. Ad esempio, digitando “google”, “GOOGLE” e “GoOgLE” si ottengono sempre gli stessi risultati.
Se, però, avete l’esigenza di cercare una certa parola in modo che si distinguano le maiuscole dalle minuscole, e le lettere accentate da quelle normali, non dovete fare altro che specificare al motore di ricerca di effettuare la ricerca in maniera diacritica e case sensitive. Per farlo è sufficiente ricercare il termine racchiuso tra apici: “ùnìvèrsita”.

Se, invece, come nel caso della ricerca di un nome di città straniera, si vogliano rispettare solamente i segni diacritici ma non si vogliano considerare le differenze tra maiuscole e minuscole, le linee guide di Google ci spiegano che, sarà sufficiente anteporre alla parola da ricercare il segno +.
In altre parole, se si digita Muenchen e München si ottengono sempre gli stessi risultati, mentre si ottengono risultati diversi nel caso si esegua una ricerca del tipo +Muenchen rispetto a +München.

Tag:accenti, ascii, caratteri, diacritico, Google, Linguaggi, pronuncia, tastiera, tilde, utf-8
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Ott 19 2007

La tastiera evoluta di Linux in grado di sommare i caratteri

Posted by Antonio Troise
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Dopo aver scritto alcuni articoli su come scrivere la tilde e la e maiuscola accentata su Windows, Mac e Linux, oggi vorrei porre la mia attenzione sulle funzionalità avanzate della tastiera Linux.
Sarà infatti oramai chiaro che l’interpretazione della tastiera da parte di un sistema operativo linux è molto più avanzata rispetto a quella operata da Windows, che sembra non considerare affatto le difficoltà che altre utenti non anglofoni possono incontrare durante la stesura di un testo.

In Linux, infatti, ad ogni tasto sono associate ben 4 lettere o caratteri (mentre su Windows di solito sono 2 e in qualche caso si arriva a 3 con il tasto Alt Gr) mediante le combinazioni di Shift e Alt Gr (Shift equivale all’italiano Maiusc). Ciò permette con estrema semplicità di scrivere ± (Alt Gr + Shift + 9) oppure «citare testi» senza doversi andare a scartabellare tutto la codifica Ascii. Per scrivere, infine, il carattere del copyright © è sufficiente premere i tasti Shift +Alt Gr+C.
Addirittura è possibile operare delle vere e proprie somme di caratteri digitando i caratteri uno di seguito all’altro come:

¨ + u = ü

La regola da seguire è molto semplice ce la spiega Pietro di Giorgio con questa immagine esplicativa:

Tastiera Linux

Tag:accenti, caratteri, Linux, tastiera, tilde, Windows
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Set 22 2007

Come scrivere rapidamente la E maiuscola accentata su Windows, Linux, Mac OS X, Firefox e Thunderbird e la ragione per cui le lettere accentate maiuscole sono così rare

Posted by Antonio Troise
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abcTajpu Dopo l’articolo sulla Combinazione di tasti per scrivere la tilde e le parentesi graffe su Windows, Linux e Mac OS X, ho preso spunto da un commento per estendere l’argomento su come scrivere rapidamente la E maiuscola accentata.

Come è noto per qualsiasi utente Windows, quando si deve scrivere una E maiuscola accentata (di solito la più usata è quella con accento grave), ma più in generale una qualsiasi vocale maiuscola accentata, diventa davvero una impresa, perché non esiste un metodo veloce.

Se su Linux è sufficiente tenere attivo il tasto BLOCK MAIUSC e premere la la lettera “è” (CAPS LOCK + è), per ottenere in automatico la lettera maiuscola corrispondente, mentre su Mac OS X, basta, invece, usare la combinazione di tasti “Alt Maiuscolo e“, e in codice html si può scrivere: È oppure È, per Windows il discorso si complica. Infatti l’unico modo è tenere in mente i corrispondenti codici ASCII e nel caso della È occorre premere ALT+0200 (del tastierino numerico).

Per chi, però, di solito usa Word, sa bene che se la la lettera accentata è preceduta da un punto, l’applicativo automaticamente converte la vocale in maiuscolo. Altrimenti, se dovete forzatamente convertire una lettera nella corrispondente maiuscola accentata, basta digitare la vocale minuscola e subito dopo premere contemporaneamente i tasti Shift + F3 (Maiusc + F3); il discorso funziona egualmente se si seleziona la lettera.

Ora, non tutti quando scriviamo usiamo Word, per cui queste soluzioni sono parziali e non accontentano di certo l’utilizzatore di PC più smaliziato. In particolare, per voi blogger, vorrei consigliare un’interessante estensione per Firefox e Thundirbird: abcTajpu.
Una volta installata, è possibile trovare, nel menu contestuale di qualsiasi campo di testo (quindi anche nell’area dove scrivete i vostri post quotidiani) la voce abcTajpu, da cui è possibile accedere ad una esauriente lista di lettere accentate, ma anche caratteri speciali, come lettere accentate o dieresi, caratteri ebraici, arabi o in sanscrito, ma anche tutti quei simboli grafici come ©, ≈, µ etc.
Interessante la funzionalità di conversione del testo selezionato in maiuscolo o minuscolo e nella codifica ROT13.
Inoltre, per i patiti delle shortcuts, dalle opzioni di configurazione è possibile configurare il comportamento dei tasti F1 fino all’F10 per avere a portata di mano gli accenti che usate più di frequente.

Maggiori spiegazioni le trovate sull’homepage dell’autore, ma di certo ora scrivere una lettera in tedesco o arabo, o scrivere in italiano corretto (magari anche con una tastiera inglese che di accenti non ne ha neanche l’ombra) sarà molto più semplice.

Per terminare il discorso vorrei riportare la spiegazione di Maurizio Pistone sul motivo del perché vi sia tutta questa incuria sulle lettere accentate maiuscole:

C’è un’altra ragione, di tipo estetico. La nostra scrittura – tanto a mano, quanto, e più, a stampa – ha una doppia origine. Le lettere minuscole nascono nel IX secolo dalla cosiddetta minuscola carolingia, subiscono varie trasformazioni, danno origine alla cosiddetta scrittura “gotica” (quella tutta a spigoli, che con i Goti non c’entra per nulla) per poi ridiventare arrotondate in età rinascimentale. Nel ‘500 da questa grafia a mano i primi tipografi, come il parigino Claude Garamond, trassero i caratteri minuscoli che, sostanzialmente, ancora adesso usiamo. Invece le lettere maiuscole riproducono quasi immutate le lettere dell’epigrafia monumentale romana. Naturalmente sono lettere nate senza accenti (e senza la W e la Y, ovviamente; ed anche senza la U, che si scriveva V); sono soprattutto lettere costruite secondo un ideale geometrico, che tende ad un’altezza uguale e ad una larghezza omogenea. L’uso di accenti (ma anche dell’apostrofo, e di tutti i segni di interpunzione) turba quest’armonia; e quindi è comprensibile se molti, per soddisfare l’occhio, tendano ad evitare i (pochi) accenti richiesti dalla lingua italiana.

UPDATE: Esiste un altro software freeware per Windows che permette di avere sempre sottomano e indipentemente dal browser o applicativo usato, la lista dei caratteri speciali. Si chiama Special Character Menus (scaricabile direttamente da qui) e non richiede alcuna installazione; quando è attivo, è sufficiente cliccare Windows+C per richiamare il menu di lettere speciali, che verranno inserite nei vostri testi mediante il semplice click del mouse.

UPDATE 2: Cicciokun in un suo post ci spiega come fare anche gli altri segni diacritici con le altre lettere che li supportano (À,É,Î,Õ,Ü…).

Tag:accenti, caratteri, firefox, Linux, Mac os x, tastiera, thunderbird, Windows
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Set 14 2007

Combinazione di tasti per scrivere la tilde e le parentesi graffe su Windows, Linux e Mac OS X

Posted by Antonio Troise
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Quando ho iniziato a fare i primi script unix mi capitava spesso di imbattermi su sistemi che non disponevano di una tastiera UK o US, essenziale per i sistemisti che devono digitare spesso caratteri come tilde (~) e parentesi graffe ({ }) . Per chi non lo sapesse il carattere tilde, nei sistemi tipo unix, è solitamente un alias per la cartella home dell’utente, mentre le parentesi graffe si ritrovano spesso flussi condizionali o iterativi di molti linguaggi di programmazione.

In Windows, inizialmente risolsi il problema grazie alla combinazione di tasti:

ALT+126 -> ~
ALT+123 -> {
ALT+125 -> }

Il problema è, però, che se si usa una tastiera italiana di un portatile non si ha a disposizione il comodo tastierino numerico e quindi di solito occorre aggiungere anche il tasto Fn (Function) per avere la seguente contorta combinazione:

ALT+Fn+126 -> ~
ALT+Fn+123 -> {
ALT+Fn+125 -> }

Il problema risulta leggermente più semplice se si usa una tastiera italiana su sistemi tipo unix (come quelli basati su Linux ad esempio) visto che per ottenere il carattere tilde, basta premere la combinazione di tasti: ALT gr + ì; su Mac OS X la tilde corrisponde, invece, alla combinazione ALT + 5.
Per chi usa, invece, un terminale su Linux (in particolare io l’ho provato su Ubuntu), sarà contento di sapere che basterà premere semplicemente il tasto Pag Giù per ottenere il carattere tilde.

Per le parentesi graffe, il problema permane, ma almeno si ha una uniformità nei sistemi operativi. Infatti, sia se si usa un sistema Windows, Linux e Mac OS X, la combinazione di tasti per la parentesi graffa aperta è Alt gr + shift + [ mentre per quella chiusa è Alt gr + shift + ] (per il mac esiste solo il tasto ALT).

Ovviamente avrete molti problemi in meno se, per il lavoro che svolgete, vi comprate una bella tastiera con il layout inglese o statunitense: in questo caso avrete già pronti i tasti per la tilde e le graffe!

Tag:caratteri, graffe, Mac os x, tastiera, tilde, Windows
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Giu 30 2007

Come pulire una tastiera… nella lavastoviglie

Posted by Antonio Troise
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Non pensavo che si potesse lavare una tastiera addirittura in una lavastoviglie senza, però, danneggiarla. Certo, molti di voi, potranno dire che si tratta di una keyboard per Mac!
I tasti, adeguatamente smontati, sono stati posti nei contenitori delle posate. Alla fine del lavaggio, la tastiera è tornata ad essere come nuova (peccato che, nel procedimento, si siano persi i tasti F10 e F11, “non li usavamo mai comunque”).

Il video dell’esperimento è disponibile a questo indirizzo.

La cosa, secondo me, più ingegnosa è stata quella di riprendere il lavaggio della tastiera all’interno della lavastoviglie usando semplicemente una telecamera dentro un barattolo di vetro insieme a due lampade accese!

Tag:keyboard, mac, tastiera
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Mag 2 2007

Accessori per Mac mini Apple: switch KVM per monitor, tastiera e mouse. Hub Usb 2 e Firewire. Hard Disk Iomega

Posted by Antonio Troise
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Switch KVM Apple In attesa degli oramai imminenti rilasci di nuovi hardware nel mondo Apple, sto valutando l’acquisto tra un Mac mini e un Macbook.
Attualmente il Mac mini sta avendo la meglio per il semplice fatto che è estremamente piccolo e compatto (l’ho visto in azione all’Apple Store e devo dire che è molto performante e silenzioso, nonostante però monti una scheda grafica inferiore a quella di un Macbook) e che lo potrei collegare direttamente in HDMI con il mio televisore LCD a 32 pollici a mo’ di monitor.

Il ridotto ingombro del Mac mini incoraggia, di fatto, gli utenti Mac e PC ad aggiungerlo alla propria dotazione invece che acquistarlo per una sostituzione. Inoltre la decisione di Apple di fornirlo in versione BYOKVM (con un acronimo inventato da Steve Jobs che significa sceglietevi da soli Tastiera, Video e Mouse), porta l’utente, ed è forse questo l’aspetto più interessante, a collegarlo ad un classico monitor di un PC, ad una tastiera e ad un mouse, riciclando così i componenti informatici che oramai in moltissime case sono presenti!

Il bello, però, è che si può anche usare contemporaneamente un PC e un Mac mini in una innovativa soluzione ibrida e multipiattaforma. Vi starete certamente come: ebbene la risposta è usando un commutatore KVM!
KVM è una sigla nel cui acronimo troviamo le iniziali delle periferiche più importanti per l’I/O o meglio per l’interfacciamento con il proprio Mac o PC: Keyboard (tastiera), Video e Mouse.

In pratica il KVM è uno “switch”, un commutatore che permette di effettuare il passaggio da un computer all’altro mantenendo un limitato set di periferiche di interfaccia: con una sola tastiera, mouse e video potete controllare di volta in volta due Mac diversi, un Mac ed un PC o molti di questi insieme.

Tag:Apple, commutatore, firewire, hard-disk, hub, iomega, kvm, mac, macmini, monitor, mouse, pc, switch, tastiera, usb, usb-2.0
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