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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Lug 3 2008

Il punto della situazione sulle droghe virtuali nei file audio e spiegazione sull’origine del software I-Doser e dei file DRG

Posted by Antonio Troise
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Twilight Zone Ricordo un episodio della serie di fantascienza “Ai Confini della Realtà” in cui gli alieni riescono a trasmettere per radio un segnale subliminale in grado di condizionare il genere umano, tanto da riuscire a modificare il suo DNA e trasformarlo, nel giro di pochi giorni, in una sorta di armadillo pseudo-umano. Lo scopo, si scopre alla fine dell’episodio, è quello di rendere l’umanità in grado di resistere alla radiazioni nucleari di una prossima Terza Guerra Mondiale, garantendo così la sopravvivenza della civiltà sulla Terra. Curiosamente è stato proprio a questo episodio che ho pensato quando il 1 Luglio, ho sentito al TGCOM, la notizia del I-Doser, la droga virtuale che si aggira nei file mp3.
Devo dire, però che, oltre a credere di stare vivendo in un racconto di fantascienza (nel cinema troviamo anche altri esempi, da Morte a 33 giri a Nirvana, in cui il protagonista Jimi Dini è un programmatore che per sbarcare i lunario spaccia anche programmi droghe), ho subodorato il solito allarmismo tipico dei giornalisti nei confronti di internet.

Se siete soliti andare nelle librerie, ogni tanto forse vi sarà potuto capitare di imbattervi in qualche CD New Age che è in grado di farvi rilassare in pochi minuti sfruttando qualche particolare frequenza sonora (battiti binaurali) che interagisce direttamente col nostro cervello, per favorire la meditazione, il sonno o curare il mal di testa. Ma non pensavo che l’ingegneria del suono fosse giunta al punto di creare addirittura delle droghe virtuali. Ma sarà tutta verità o forse è stata condita con troppi elementi creativi?

Le prime notizie

Il TGCOM asserisce che:

Il fenomeno si chiama I-Doser ed è nato negli Stati Uniti e sta sbancando in Europa, dove ha attecchito soprattutto in Spagna, per poi diffondersi in modo rapido anche negli altri paesi. Italia compresa.

Il problema è che nessuno dei miei amici e conoscenti era a conoscenza di questa particolare droga virtuale. Ma neanche i cibernauti della blogosfera, sempre informata di tutto, ne era al corrente. E ciò risulta strano, perché, di solito, se una cosa funziona, sul web ci mette 5 minuti a fare il giro del mondo, anche grazie a canali P2P. Ma anche se nel canali di file sharing è possibile trovare i file per i-Doser, perché nessuno ne ha mai parlato prima? E se era un fenomeno nascosto nei bassifondi di internet, perché parlarne su un telegiornale a diffusione nazionale, tanto da contribuire a diffondere la notizia in pochi giorni? Se il fenomeno è reale ma ancora relegato a pochi, perché parlarne così apertamente mettendo in pericolo i giovani che, si sa, sono curiosi e sicuramente saranno andati a scaricarsi qualche demo di dose?

Le prime apparizioni di I-Doser

Dalle mie ricerche ho scoperto che per esempio, su Yahoo! Answers se ne è parlato circa 3 mesi fa, ma il fenomeno si era fermato li. Su Youtube compare qualche video, presumo tutti frutto di messe in scena, e nel frattempo qualche sito di riferimento era nato, a partire da quello ufficiale in inglese I-Doser.com fino ad arrivare ai nostrani TarantoHipHop e NonApriteQuelPortale, che hanno tentato di spiegare il meccanismo dell’I-Doser.
Ma diciamoci la verità, se non si conosceva il termine, era quasi impossibile venirne a conoscenza!

Oggi, invece, tutti i maggiori quotidiani nazionali ne parlano apertamente, ovviamente copiandosi l’un l’altro, Il Messaggero, Il Tempo, il Corriere della Sera, Panorama e La Stampa.
E questi sono solo alcuni giornali, per non parlare poi della Blogosfera che ha fatto rimbalzare la notizia su più fronti e, più saggiamente della controparte mediatica, è molto più scettica delle conclusioni dei media!

Il principio di funzionamento di I-Doser

Tutti segnalano che l’allarme è stato lanciato dal GAT il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che ha scoperto la novità nei blog e nei forum dove i giovani si scambiano informazioni (forse è stata colpa di quel tizio che su Yahoo! Answers ha chiesto informazioni?)

Le nuove cyber droghe, infatti, sono normali file in mp3 (in realtà sono file GDR). “Agiscono sulle onde a bassa frequenza – ci spiega il colonnello del GAT Umberto Rapetto – soprattutto quelle che vanno dai 3 ai 30 hertz, ossia le frequenze della fascia di lavoro del cervello.
L’orecchio assorbe questi suoni che non riesce a distinguere e che, nella maggior parte dei casi, sono mescolati a musiche psichedeliche“.
Proprio perchè gioca con diverse lunghezze d’onda e perchè fatto di suoni impercettibili, se ascoltati da un solo orecchio, i file non producono alcun effetto. Di qui la necessità delle cuffie.

[…]

Per ora non è stato accertato quali danni possa arrecare la cyber-droga, nè se dia dipendenza. “Il fenomeno è agli albori”, afferma Rapetto. “Chi diffonde i file sostiene che non ci siano effetti collaterali, che le dosi provocano delle semplici sbornie, ma è bene che a stabilirlo siano i medici.

Ma come funzionano queste droghe virtuali? Una spiegazione semplice ci arriva dal solito sempre informato Paolo Attivissimo che ci spiega che:

Si tratta di binaural beat: due suoni, a frequenze udibili e riproducibili dalle cuffie normali, e leggermente differenti l’uno dall’altro come frequenza: per esempio, uno è a 300 Hz e l’altro è a 307. Ascoltati in cuffia, in modo che uno solo dei due suoni raggiunga ciascun orecchio, producono un terzo suono per battimento.
Per fare un paragone stiracchiato, è come se vi arrivasse un MI in un orecchio e un FA nell’altro e il vostro cervello generasse una nota che è la differenza fra il MI e il FA.

Secondo un’altra fonte sembra che:

Il sistema funziona sulla base dei cosiddetti ‘battiti binaurali‘ (dall’inglese: binaural beats) sperimentati sul cervello negli anni Settanta dal dr. Gerald Oster alla clinica newyorkese Mount Sinai, e che consistono nell’applicare frequenze herziane diverse ai due orecchi per stimolare il cervello a seconda della loro intensita‘. Le frequenze cerebrali vanno da 1 a 4 Hz per il livello Delta, quello del sonno profondo, fino ad un massimo di 30Hz allo stato vigile che corrisponde alla frequenza Beta, passando per Theta e Alfa, uno stato quest’ultimo di semiveglia usato nei sistemi di Controllo Mentale perche’ consente di sincronizzare i due emisferi potenziando l’attivita’ cerebrale.
Le ‘dosi’ proposte da I-Doser si ottengono applicando, con auricolari, alte frequenze asincrone ai due orecchi, per esempio 500 e 510 Hz rispettivamente, causando nel cervello un tono di 10 Hz cioe’ in pieno livello Alfa e favorendo cosi’ gli effetti di alterazione della percezione.

L’origine del software I-Doser e cosa sono i file DRG?

Tutti hanno parlato del I-Doser fino allo sfinimento ma non tutti conoscono bene quale sia la sua origine. Dovete infatti sapere che I-Doser altro non è che un rip di un programma Open Source (GNU GPL v2) chiamato Sbagen in grado di generare onde sonore per il cervello (Brain-Wave generating) capace di rilassare l’individuo che le ascolta. Questa applicazione usa dei preset file con estensione .SBG che possono essere suonati e registrati come file WAV.
Ovviamente dire che sono file MP3 è errato perché, proprio per la natura stessa del formato di compressione audio, usare dei file MP3 significherebbe tagliare la banda di frequenza usata per generare quei fantomatici effetti di cui tutti parlano.

Quello che dovete sapere, quindi, è che la società che ha creato I-Doser altro non ha fatto che rifarsi al modello del software Sbagen e, per evitare che chiunque potesse ascoltare più volte la stessa “droga”, hanno creato un preset file di tipo DRG, che altro non è che un file .SBG criptato e contenente anche uno screenshot e le informazioni sul contenuto della dose! Questo file, di solito, viene venduto ad un prezzo di 5-10 euro, dura circa 45 minuti e, nelle intenzioni dei suo creatori, si può ascoltare una sola volta (appunto come una droga), costringendovi, per ripetere l’esperienza, a ricomprare più volte le dosi.

In realtà, come spesso accade per tutto ciò che ha lucchetti digitali, prima o poi, qualcuno è riuscito a sbloccare le limitazioni dei software e, per questo, è facile trovare versioni craccate di I-Doser e delle dosi ascoltabili senza limitazioni, grazie anche all’ausilio del software open source Sbagen.

E’ solo suggestione come nei placebo?

Con questo articolo non invito nessuno a provare questa “esperienza” perché, oltre a non credere ai fantomatici effetti psicotropi, ho dei seri dubbi sulla effettiva non pericolosità di un ascolto cacofonico di lunga durata (una sessione, ricordiamo, dura circa 45 minuti) sia sull’udito che sul cervello umano.

Comunque, la maggior parte di chi li ha scaricati e ascoltati in cuffia, non ha percepito alcun effetto psicotropo, se non quello di una notevole irritazione (in gergo tecnico, orchiclastia), perché non è musica ma solo rumore fastidiosissimo.

C’è chi asserisce che tutto dipende dalla sensibilità alle onde binaurali della singola persona ma io sospetto che, semplicemente, dipenda dal grado di suggestionabilità individuale. Come nell’effetto placebo, credo che chi ascolta questo rumore di fondo, vedendo il nome della droga, si autosuggestioni e, magari, un semplice cerchio alla testa o uno stato confusionario prodotto dal rumore cacofonico, viene facilmente attribuito al effetto specifico della droga virtuale!

UPDATE: Il programma Le Iene è tornato sulla faccenda con un test pratico condotto su un gruppo di studenti e con un’intervista a Michelangelo Iannone, ricercatore del CNR.
Il lavoro delle Iene lascia ben poco spazio a dubbi sulla natura di quest’allarme gonfiato acriticamente dai media. Se i giudizi di Iannone sono lapidari, quelli degli studenti sono tombali. Il servizio è consultabile su Internet. (via attivissimo)

Tag:blogosfera, compressione, drg, fantascienza, i-doser, mp3, Musica, opensource, p2p, Radio, scienza, Software
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Mag 28 2008

Le nuove frontiere di una internet a doppia faccia: quando le libertà di parola e di libero mercato sono precluse dalle istituzioni

Posted by Antonio Troise
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Internet Free Se da un lato internet è considerata l’ultima frontiera della libertà di parola e d’espressione in grado di garantire a tutti l’allargamento della democrazia (“Una porta aperta verso la democrazia“, come ha detto anche Al Gore), in realtà per molti non è così.
Infatti, se la libertà può piacere agli utenti, non lo è certamente per la maggior parte dei governi, sia per quelli totalitari (come Cina o Cuba) che controllano anche con il web la libertà dei propri cittadini, sia per quelli più aperti e democratici, poiché un web senza confini è anche un territorio impossibile da controllare, visto che può essere aperto ad ogni tipo di uso, come, per esempio, il terrorismo.

Ma se questo aspetto di una internet a doppia faccia, una democratica e l’altra repressiva, è sicuramente noto ai più, ve ne è anche un altro che spesso viene sottovalutato e che mostra come le politiche commerciali siano cambiate negli ultimi decenni: quello del mercato chiuso.
Infatti, nonostante possa sembrare un controsenso che nel XXI secolo il mercato non sia libero e aperto su internet, come lo è di fatto da anni sulle frontiere, in realtà per molti aspetti è proprio così. Ne è un esempio la commercializzazione dei prodotti multimediali, come la musica o il cinema, che possono essere liberamente acquistati online, da un paese all’altro, solo se si tratta di prodotti fisici come cd o dvd, ma se si vuole entrare in possesso di un file digitale, occorre acquistarlo solo nel paese in cui si risiede. E’ questo, per esempio, quello che accade con i negozi virtuali come Amazon e iTunes.

Un altro esempio eclatante è quello di Pandora, il famoso servizio di streaming musicale che ha rivoluzionato la musica con il concetto di genoma musicale, in grado di classificare i brani e trovarne le similarità tra due canzoni di gruppi differenti, senza seguire nessuna predeterminata classificazione. Ebbene, a causa di una nuova legge americana che costringeva le web radio a pagare in base al numero di ascoltatori, Pandora è stata costretta, per limitare i costi, a chiudere l’accesso al servizio di streaming a tutti gli utenti che non si colleghino dagli Stati Uniti (il controllo avviene in base all’indirizzo Ip dell’utente).

Ma di esempi di limitazione geografiche di servizi nati sul web ve ne sono a centinaia. Per citarne uno nostrano, possiamo ricordare Donwlovers.it, un servizio limitato alla sola Italia e che permette di scaricare brani musicali gratuitamente grazie alle presenza sul sito di spot pubblicitari.

Se Internet non conosce frontiere, le leggi tra una frontiera e l’altra, fanno si che possano nascere molti servizi limitati geograficamente e che sarebbe utile fruire anche altrove.

In definitiva la realtà di Internet è molto più complessa e ricca di scenari diversi, di quello che si possa immaginare. In un era in cui le frontiere in Europa sono state aperte da anni, tutte queste barriere su un mezzo come il web che, per sua natura, dovrebbe essere libero, senza confini e barrierie, suona stonato: purtroppo la dura realtà ci insegna che in un mondo senza regole le varie istituzioni tendono a ricostruire caparbiamente quegli stessi confini e barriere che esistevano nella vita reale, rendendo, quindi, difficile immaginare, se non utopico, che il web possa essere mai quella palestra di democrazia che tutto il mondo vorrebbe possa ancora essere.

Tag:amazon, democrazia, Internet, itunes, pandora, Radio, streaming
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Gen 13 2008

La radio più piccola del mondo costituita da un singolo nanotubo al carbonio 10.000 volte più sottile di un capello: come funziona, alcuni video e applicazioni future

Posted by Antonio Troise
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Nanotubo Un team di ricercatori delll’Università di Berkley ha costruito il radioricevitore più piccolo della storia a partire da un nanotubo di carbonio lungo 700 nanometri (milionesimi di millimetro) e 10.000 volte più sottile di un capello. Il nanotubo, situato tra due elettrodi, svolge le funzioni di tutte le principali componenti elettriche di una radio, comprese quelle di sintonizzatore e amplificatore. Agisce sulla sintonia attraverso un segnale radio e produce audio tramite una cassa esterna.

Tutto in uno

Nanotubo Il nanotubo radio, quindi, funziona in modo diverso rispetto a una radio tradizionale. Le radio tradizionali si compongono di quattro parti funzionali fondamentali: un’antenna, un sintonizzatore, un amplificatore e un demodulatore. Le onde radio che si riversano su un’antenna generano corrente elettrica a varie frequenze. Quando si seleziona una stazione, il sintonizzatore filtra tutte le frequenze tranne una. I transistor amplificano il segnale, mentre il demodulatore, generalmente un rettificatore o un diodo, separa i dati che sono stati codificati su un “trasmettitore” a onda elettromagnetica.

“Finora eravamo riusciti a costruire solo i singoli componenti della radio” dice Alex Zettl, fisico di Berkeley, “come diodi, transistor e rettificatori, ma non sapevamo come integrarli in un unico strumento. La soluzione trovata è semplice: un nanotubo è già una radio completa, perché può funzionare come antenna, sintonizzatore, amplificatore e demodulatore“.
Il team di Zettl ha usato un singolo nanotubo di carbonio per svolgere tutte queste funzioni. Scoprire che tutto poteva essere incorporato nello stesso nanotubo è stata una rivelazione”.

Come funziona

Una differenza di potenziale fra due elettrodi vicini al nanotubo carica la sua punta di elettricità negativa, rendendola sensibile a oscillazioni come le onde radio: in loro presenza il nanotubo vibra e si sintonizza con la radiofrequenza identica a quella delle sue vibrazioni, fungendo da sintonizzatore.
Il nanotubo viene ottenuto a partire da una superficie di tungsteno, che funge da elettrodo negativo. L’estremità del nanotubo al carbonio è caricata negativamente. Tra il nanotubo e l’elettrodo positivo di rame c’è un vuoto. I ricercatori usano una batteria esterna per applicare un voltaggio tra i due elettrodi. Gli elettroni saltano dall’estremità negativa del nanotubo all’elettrodo positivo, creando una cosiddetta corrente a emissione di campo.

Nanotubi

Il nanotubo non si comporta da antenna nel senso convenzionale del termine. Ciò vuol dire che, invece di catturare le onde elettromagnetiche elettricamente, le raccoglie in maniera meccanica. Ciò dipende dalla frequenza di risonanza naturale del nanotubo. Appena incontra delle onde radio che corrispondono a tale frequenza, il nanotubo inizia a vibrare all’unisono con le onde, sintonizzandosi su quel segnale radio. Le vibrazioni del nanotubo alterano la corrente a emissione di campo, e le vibrazioni meccaniche vengono convertite in un segnale elettrico. Una batteria esterna alimenta la corrente a emissione di campo e amplifica il segnale radio. L’emissione di campo è per sua natura asimmetrica e permette alla corrente di fluire in una sola direzione, allo stesso modo dei diodi e rettificatori impiegati nei demodulatori. Quindi il nanotubo funge anche da demodulatore e registra la musica codificata sull’onda trasmittente.

Per sintonizzare una stazione diversa, i ricercatori cambiano la frequenza di risonanza del nanotubo, variando il voltaggio applicato tra gli elettrodi. “È come accordare una chitarra”, spiega Zettl. “Il campo elettrico tende il nanotubo”. Con un singolo nanotubo, gli esperti riescono a coprire l’intera banda radio Fm: basta, quindi, agire sui due elettrodi per sottrarre cariche elettriche negative dalla punta del nanotubo, rendendolo capace di vibrare con varie frequenze e di captare più di una “stazione”.

Vediamo la radio in azione

Si ode qualche crepitio, ma la colonna sonora di Guerre stellari si distingue chiaramente nella registrazione effettuata dai ricercatori dell’Università della California. Se volete vedere la nanoradio in funzione, ecco qualche video realizzato dal team di ricerca:

  • Good Vibration dei Beach Boys
  • Largo dall’opera Xerxes di Handel (è il primo brano mai trasmesso via radio)
  • Layla di Eric Clapton
  • La musica dei titoli di testa di Star Wars

Su Youtube, invece, potete dare un’occhiata al laboratorio di ricerca e tutti i vari strumenti usati per una dimostrazione dal vivo della nanoradio:

Mentre qui possiamo vedere un breve servizio della TLN a riguardo:

Applicazioni future

Se qualcuno ancora non riesce ad immaginare le possibili utilità di una simile applicazione visto che il modulo è microscopico e quindi impossibile da maneggiare per i “noi comuni mortali”, c’è, invece, chi azzarda immaginando che, in un ipotetico futuro, qualcuno costruirà una nuova e rivoluzionaria versione di iPod, il Nanopod.

Più realisticamente, però, è facile immaginare che la nanoradio, potrà magari essere inserita nel canale uditivo di una persona che sente poco per poter amplificare i suoni, oppure, all’interno di una cellula, agire da terminale di raccolta di informazioni coordinato da impulsi radio. Per fare ciò, però, il nanotubo radio dovrebbe agire anche da trasmittente. Al momento è configurato solo come ricevente ma, precisa Zettl, “la stessa struttura fisica può funzionare anche come trasmettitore”.

Ecco, quindi, una dimostrazione affascinante del fatto che dispositivi elementari possono essere impiegati nei nostri strumenti quotidiani!

Tag:iPod, nanotecnologia, Radio, scienza, Video, youtube
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Lug 18 2007

21 recensioni dei migliori siti di Social Music Online e di aggregatori radio e come scaricare gli mp3 delle radio online

Posted by Antonio Troise
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Ecco a voi la più ricca collezione esistente di recensioni dei migliori siti di Social Music Online e di aggregatori di radio online. Qui ne ho raccolte ben 21 per voi:

  1. Pandora
  2. Tun3R
  3. SoundPedia
  4. FineTune
  5. We7
  6. Jamendo
  7. Last.fm
  8. Radio.Blog.Club
  9. BlogMusik
  10. iJigg
  11. Imeem
  12. Mog
  13. MusiCovery
  14. iLike
  15. MyStrands
  16. MediaMaster
  17. Mp3Tunes
  18. Sideload
  19. Seeqpod Music
  20. Streampad
  21. Plurn

Per concludere, vi propongo anche una breve panoramica su Come scaricare gli mp3 delle radio online.

Tag:iLike, last.fm, mp3, Musica, pandora, Radio, Radio.Blog.Club, Tun3R, web-radio
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Lug 12 2007

Come ascoltare tutte le radio web che trasmettono le colonne sonore dei film e dove trovare informazioni sui titoli delle canzoni dei trailers

Posted by Antonio Troise
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Virgin Radio Italia Ieri sera mentre ero sintonizzato sulla stazione FM 98.7 (a Roma) mi accorgo che stanno trasmettendo solamente colonne sonore di film; dopo lo stupore iniziale faccio una ricerca su internet e scopro che la frequenza 98.7, prima occupata da RIN (1982-2005 ed ora ascoltabile solo in streaming su www.rin.it e via satellite in DVB-S Hot Bird 13° Est), quindi passata il 6 Ottobre 2005 a PlayRadio della RCS Broadcast, dal 1 Luglio 2007 è divenuta del Gruppo Finelco (già proprietario di Radio 105 e Radio Monte Carlo), per far posto alla nuova Virgin Radio, nata dalla partnership con l’emittente inglese di Virgin Radio UK. Il nuovo progetto editoriale inizierà le proprie trasmissioni in Italia oggi 12 Luglio 2007 alle ore 12:00.

Ma, quello di cui vorrei discutere in questa sede, è la peculiarità del tipo di trasmissione scelta nell’attesa che la nuova radio nascesse: una intera playlist 24 ore su 24 di Original Soundtrack di film famosi: una vera goduria per le orecchie, in una sorta di rilassante filodiffusione modernizzata.

Sono stato intere ore ad ascoltarla senza mai stancarmi. Io, questo genere, lo definisco la “Musica Classica Moderna” o “Musica Classica del XXI Secolo” (non me ne vogliano i puristi della musica per questa definizione…) perché a tutti gli effetti questo tipo di musica strumentale (BGM: background music) è riconducibile a quel genere musicale, ma ha con sè un carico evocativo ed emozionale unico che vi permette di entrare nel mondo del film. Certo molte OST sono in grado di farci ricordare le scene di un film, ma tante altre, magari anche sconosciute, sono realizzate in maniera tale da evocare immagini suggestive: e quindi, ecco partire l’OST di Superman Returns, quindi Jurassic Park, per poi arrivare al Gladiatore e ai Pirati dei Caraibi, e terminare con una musica che non conoscevo, ma di cui ho potuto apprezzarne appieno le qualità musicali dell’artista.

A questo punto, conscio del fatto che questi momenti sarebbero presto terminati il 12 Luglio 2007 alle ore 12, mi sono subito messo alla ricerca di Radio Online che trasmettessero in streaming i Soundtrack dei film.

Ed ecco cosa ho scoperto:

StreamingSoundtracks

StreamingSoundtracks StreamingSoundtracks è un sito che mette a disposizione in straming ore e ore di trasmissioni musicali con un solo genere musicale: le colonne sonore dei film! La radio può essere ascoltata in diversi formati (Mp3, mp3PRO, Wma, Ogg, aacPlus), con diversi bitrate (32k Dial-Up, 64k Medium, 128k Broadband ma solo a pagamento) e con diversi player audio (Winamp, VLC Media Player, Windows Media Player, iTunes, RealPlayer, Live365). Inoltre per ogni brano viene visualizzata la copertina dell’album e gli altri brani correlati.

MovieWeb – Listen to Movie Soundtracks Streaming 24/7

MovieWeb - Listen to Movie Soundtracks Streaming 24/7 Un’altra webradio da non sottovalutare è MovieWeb – Listen to Movie Soundtracks Streaming 24/7. La peculiarità di questa radio online dedicata al mondo delle colonne sonore, è di mettere a disposizione in streaming su Live365 3 stazioni radio per 3 generi musicali dei movie themes e dei film scores, per un totale di più di 200 ore di musica trasmessa.
1. The Epic – Action, Adventures, Heroe
2. The Creeps – Horror, Sci-Fi, Thrillers
3. The Lost Highway – Dramatic e Misc Scores

Radio Rivendell

Radio Rivendell Per chi invece è amante dei film fantasy e delle ambientazioni mistiche dei giochi di ruolo MORPG, non posso che suggerire Radio Rivendell, che fa streaming di musica a 64K e 128K, con Winamp e Windows Media Player. Interessante la possibilitò, se registrati di votare i brani. Adesso, per esempio, oggi su questa radio ho ascoltato, tra le altre, la suggestiva colonna sonora di Dune, quella di Lady Hawke e quella del gioco Fable!

Last.fm – Movie Music Group

Last.fm Su Last.fm è possibile, inoltre, entrare a far parte del gruppo Movie Music, per condividere i propri gusti musicali in fatto di colonne sonore.

Soundtrack.net

Soundtrack.net Infine, se siete appassionati di Soundtrack come me, allora potrete trovare utile anche quest’altro sito: Soundtrack.net, uno dei migliori siti per ricercare tutti i brani musicali contenuti nei film. Apprezzabile la sezione dedicata ai trailers: sapevate che spesso, le musiche presenti nei trailer sono diverse da quelle poi presenti nel film? Anzi, addirittura, vengono realizzate musiche appositamente per i trailer in modo da utilizzare canzoni o brani strumentali più riconoscibili e di maggiore impatto capaci di sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione per dare maggiore enfasi alle scene!

E’ per questo che esistono compositori che creano musiche da trailers e spesso, può capitare, di sentire la stessa musica su diversi trailer.

Sin City La prima volta che me ne sono accorto è stato il caso lampante del trailer del film Sin City, che conteneva la splendida versione strumentale rivisitata di Cells dei The Servant. Interi battage pubblicitari che scorrevano sulle note di questa canzone e, quando, poi si andava a vedere il film, non vi era traccia alcuna di questa musica, neanche nei titoli di coda (di solito ultimo approdo delle canzoni che devono essere inserite per forza in un film ma che magari non possono essere contestualizzate in qualche scena).

Insomma, con questa carrellata di siti e radio web che trasmettono movie music, spero di aver dato un piccolo contributo a soddisfare la curiosità degli amanti della musica e dei film.

Tag:bgm, Film, itunes, last.fm, mediaplayer, mp3, Musica, ogg, ost, Radio, real365, realplayer, soundtrack, trailer, winamp, wma
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Giu 26 2007

26 Giugno 2007: il giorno del silenzio delle radio statunitensi che, dopo Pandora, temono la scomparsa delle emittenti online

Posted by Antonio Troise
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Save Web Radio Oggi, negli Stati Uniti, è il giorno del silenzio, ovvero il giorno della protesta silenziosa di migliaia di webcasters e internet radio statunitensi che si spegneranno per l’intera giornata di oggi: alcune emittenti verranno spente totalmente, mentre altre trasmetteranno suoni della natura (come ad esempio il rumore delle onde del mare) intervallati dalle spiegazioni della protesta. Ovviamente, prima dello sciopero dell’etere, gli utenti saranno avvisati che quello che stanno per ascoltare (il silenzio) è quello che andrà in onda nei prossimi mesi se i nuovi balzelli saranno applicati!

Lo scopo della iniziativa, guidata dall’associazione Save Net Radio, è quello di sensibilizzare le case discografiche, l’opinione pubblica e i membri del Congresso Usa in modo da impedire la “morte certa” di centinaia di stazioni radiofoniche sul web a partire dal 15 Luglio 2007.
Infatti, mentre sino ad ora le internet radio pagavano i diritti dei brani musicali in base a quante canzoni trasmettevano, da tale data, invece, saranno costrette a pagare in base al numero di ascoltatori. Gli aumenti saranno applicati al cosiddetto “aggregate tuning hour” (ATH) – ovvero in base al numero totale di ascoltatori online in un’ora. Ad esempio, se 10 PC si connettono simultaneamente al flusso per un’ora, l’ATH sarà di 10. Allo stesso modo, un PC connesso per 10 ore produce un ATH di 10.

Si passerà quindi dagli 0,0008 dollari del 2006 – per lo streaming di una traccia audio per singolo utente – agli 0,0011 dollari del 2007. Insomma, un aumento progressivo delle spese perché già nel 2008 si passerà a 0,0014 dollari; nel 2009 a 0,0018 dollari e nel 2010 a 0,0019 dollari.

L’iniziativa è già stata sottoscritta dalla maggior parte delle radio quali: Yahoo, Live365, Mtv, Pandora, Radioio, DigitallyImported, RadioParadise, 3WK, myMVY, Wizard Radio, Born Again Radio, Pearadio.com, Ear.fm.

Radio and Internet Newsletter (RAIN) ha calcolato che, considerando il traffico di una stazione media che trasmette 16 canzoni all’ora, rispetto al 2006, l’aumento sarà di circa 1,28 centesimi ad ascoltatore per ora. Un rincaro che secondo gli operatori renderà la radio online economicamente insostenibile – o comunque più dipendente dalla pubblicità di quanto non sia quella terrestre.

“Anche considerando le entrate pubblicitarie non si riuscirà a superare gli 1/1,2 centesimi per ascoltatore per ora. La matematica lascia intendere che le nuove royalty – senza contare quelle dei compositori! – sono in grado di mangiarsi tutto”, scrive Daniel Mcswain di RAIN.
Inevitabilmente le radio più piccole saranno costrette alla chiusura, mentre quelle più grandi dovranno limitare il numero di utenti o chiedere il pagamento di un canone.

Secondo BetaNews, però, se da una parte si tratta certamente di un aumento rispetto al 2005, è evidente che il metodo ATH sia più vantaggioso per le radioweb rispetto al vecchio sistema di calcolo “per-performance”. In base alle proiezioni, AOL, il più grande streamer online, dovrebbe pagare circa 946 mila dollari, contro i 23,6 milioni di dollari calcolati con la vecchia proposta di tariffazione.
Quindi, secondo CRB la loro decisione che eliminerà tutte le radio online – migliaia di piccoli webcaster, radio di college, servizi come Pandora – non è un esempio di ingiustizia.

PandoraSino ad oggi il caso più famoso di chiusura, anche se parziale, di webradio è quello di Pandora, il cui fondatore, Tim Westergren, ha già redatto da tempo una petizione per il Congresso che chiama alle armi non solo i broadcaster online, ma tutti gli utenti che sono convinti che si tratti di una violazione delle libertà digitali.
Infatti, sono almeno 2 mesi che Pandora ha chiuso l’accesso al servizio di streaming a tutti gli utenti che non si colleghino dagli Stati Uniti (il controllo avverrà in base all’indirizzo Ip dell’utente).Ovviamente la chiusura di Pandora agli utenti non statunitensi ha avuto l’effetto contrario a quello sperato, e in molti hanno cercato soluzioni per continuare ad ascoltare uno dei servizi web più apprezzati degli ultimi tempi. Tra queste soluzioni, apprezzabile il tutorial che spiega come aggirare il sistemache identifica, tramite il nostro indirizzo Ip, il luogo dove ci troviamo, attraverso l’uso di una vasta raccolta di servizi e proxies che permettono di navigare in maniera anonima.

[via pi, pi, downloadblog e downloadblog]

Tag:pandora, Radio, webradio
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Mag 30 2007

Meteor Forward Scatter: ascoltare le meteore come se fossero una stazione radio FM

Posted by Antonio Troise
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Sapevate che le meteore, oltre che visivamente si possono osservare anche con le onde radio, proprio come se si stesse ascoltando una stazione radio FM?
Ebbene è questo un aspetto non molto noto degli sciami meteoritici che attraversano la nostra atmosfera: possono essere ascoltati!
Eccone un esempio:

Quando un meteoroide transita nell’atmosfera terrestre, subisce un processo di ablazione con emissione di calore, di luce e con formazione di plasma. Quest’ultimo è uno stato della materia associato alla separazione di carica elettrica, dovuto all’aumento della temperatura, nell’ordine delle migliaia di gradi. Ciò comporta che gli atomi di un gas possano scindersi in cationi (l’atomo che perde elettroni) ed elettroni liberi, distribuendosi entrambi sulla traiettoria della meteora.
Infatti, anche se non noto a tutti, la radiazione emessa nella banda del visibile deriva quasi completamente dai processi di ablazione e solo una parte trascurabile deriva dal contributo atmosferico.

Generalmente il meteoroide vaporizzato lascia dietro di se’, per una frazione di secondo o più, una colonna di plasma, con un’oscillazione propria, parametro importante per la riflessione della radiazione.
La scia di gas ionizzato che il meteoroide lascia dietro di sé può essere più o meno denso e persistente. Tale volume di spazio è in grado quindi di diffondere o riflettere le onde radio ad essa incidenti, anche su frequenze relativamente alte, fintantoché la densità di ionizzazione rimane su valori sufficientemente elevati.

A causa della ricombinazione tra ioni ed elettroni liberi (peraltro facilitata dall’azione dei venti ionosferici) infatti, la densità di ionizzazione della traccia meteorica permane solo per un certo intervallo di tempo ad un valore tale da garantire la riflessione su una certa frequenza.
Per un intervallo di tempo che può andare da frazioni di secondo ad alcuni minuti, la traccia ionizzata lasciata da una meteora è in grado quindi di creare le condizioni per la propagazione di onde radio a grande distanza, anche su frequenze VHF-UHF ove ciò normalmente non avviene.

La registrazione dei segnali radio dalle meteore sfrutta i segnali che, irradiati da una emittente radio-televisiva verso la ionosfera, vanno a intercettare quell’area nota col nome di piano dell’eco.
Qualsiasi oggetto (meteora inclusa), che si trova a transitare in prossimità di questo piano, riflette l’onda elettromagnetica, inviata dal trasmettitore. Ogni eco radio indica perciò il passaggio di qualcosa.
Non tutte le riflessioni avvengono, ma solo quelle in funzione della lunghezza d’onda scelta nell’ascolto.

Il radio-astrofilo, per operare in questa affascinante branca dell’Astronomia, deve disporre di un semplice scanner, operante tra gli 87.5 e i 108.0 MHz, collegato ad un’antenna, e capace di captare il segnale gratuito di un trasmettitore radiofonico, distante tra i 500 e i 2000 km.
Il termine scanner e’ impiegato per i ricevitori, che hanno la possibilità di settare (e quindi captare) una determinata frequenza e operare in un range di frequenze prestabilite. La classica radio dell’auto o dell’HiFi di casa sono degli scanner economici, operanti in FM.

Per analizzare le eco radio è necessario scegliere delle frequenze libere da emittenti, da disturbi, eccetera, caratterizzate dal classico rumore di fondo omogeneo e quindi sintonizzare lo scanner sulla radio frequenza scelta.
Le frequenze utili per il MFS (Meteor Forward Scatter, in pratica la tecnica per ascoltare le meteore) sono comprese tra i 40 e i 150 MHz. Le frequenze minori sono riflesse dalla ionosfera, mentre quelle maggiori non interagiscono a sufficienza con la meteora.
Come si vede, la banda FM è centrale rispetto all’intervallo utile per indagini di MFS.

Sintonizzando il ricevitore sulla frequenza di trasmissione di un emittente lontana, normalmente non ricevibile, siamo in grado di ricevere tale emittente per brevi intervalli di tempo.
Ciò avverrà ogni qualvolta il passaggio di una meteora crea una traccia ionizzata, ad altezza e direzione opportuna rispetto alla tratta tra le due stazioni.

Visto che la ricezione temporanea della stazione lontana segnala anche l’entrata in atmosfera di un meteoroide, questa tecnica può essere usata anche per il monitoraggio e l’osservazione delle meteore. In questo caso si parla di Forward Scatter Meteor Observations.

In casi estremi, tale fenomeno può essere utilizzato per effettuare collegamenti a grande distanza, con modalità opportune, su frequenze ove non sono disponibili altre forme propagative: qui si parla, invece, di Meteor Burst Communications.

Per il Forward Scatter Meteor Observations, di solito viene scelto un trasmettitore televisivo in VHF Banda I, sintonizzando la frequenza di Portante Video.
In tal caso gli “echi” ricevibili sono costituiti da note di tonalità costante, che compaiono randomicamente con durata e ampiezza variabile.
Una volta note le caratteristiche del sistema trasmittente e ricevente, le tipologie di echi e le loro caratteristiche dipendono solo da parametri legati al meteoroide che lo produce.

Esistono numerose stazioni radiofoniche in Italia e non (operanti nell’intervallo suddetto) da cui sfruttare il segnale.
Nel sito http://www.monitor-radiotv.com/guidartv.htm sono riportate le frequenze della radio presenti sul territorio nazionale.

[via Radio Meteors e Osservazione delle Meteore con tecniche Radio: Un’ introduzione]

Tag:astronomia, fm, meteore, Radio, scienza
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