PHP Obfuscator è un progetto di Craig Spitzkoff, ed è corredato non solo dal codice sorgente, ma anche da un installer MSI.
Il progetto, come quasi tutti i prodotti Open Source, è nato da una esigenza personale di Craig Spitzkoff quando, dovendo redistribuire una versione demo, si accorse che tutti i compilatori di bytecode richiedevano la redistribuzione di moduli addizionali da caricare a run time, o addirittura di estensioni per il Web server, come nel caso del Zend Guard.
Per i prodotti Open Source, invece, si accorse che essi provocavano qualche problema al codice offuscato tale da richiedere dei cambiamenti.
Per utilizzare l’offuscatore, dovete semplicemente avere cura di usare gli array $_REQUEST, $_POST e $_GET per tutte le variabili di input HTML (un refactoring che non potrà che fare bene al vostro codice). Il codice sorgente (meno di 400 KB) comprende la GUI, un tool a linea di comando utile per lo scripting, e soprattutto la classe Obfuscator, basata sul potente MD5CryptoServiceProvider del .NET Framework 2.0.
Offuscatore di codice PHP scritto in C# 2.0
Open Source non solo nel software ma anche nella Coca Cola, nei film, nell’hardware e nei replicatori di oggetti del futuro
L’Open Source sta facendo proseliti in tutto il mondo e non solo nell’ambiente informatico, dove è questa idea rivoluzionaria è nata e si è ben consolidata, ma sta facendo ammiratori anche in altri settori dove non ci si aspettava minimamente di incontrarla.
Qui ho raccolto alcuni grandi progetti, come la rinata Open Cola, l’hardware Open Source, un film completamente realizzato con prodotti Open Source e, dulcis in fundo, due replicatori di oggetti Open Source.
- Possiamo, quindi, cominciare il nostro viaggio dalla Coca Cola Open Source, ovvero la Open Cola, una cola dove le istruzioni per prepararla sono liberamente consultabili ed eventualmente modificabili. Chiunque può crearsi la bevanda, e tutti possono modificare o regolare la giusta quantità degli ingredienti, e possono inoltre regolare i loro cambiamenti basandosi sulla GNU General Public License.
Nata inizialmente come mezzo per trasmettere il significato e l’importanza del software Open Source, la bevanda iniziò ad avere un discreto successo – tanto da far vendere più di 150.000 lattine. L’azienda della OpenCola, situata a Toronto, è diventata famosa più per la sua bevanda, che per il software prodotto. Laird Brown, il responsabile marketing, ha affermato che il successo è scaturito da una graduale sfiducia nelle multinazionali e dalla possibilità di sapere cosa si stia veramente bevendo. Purtroppo però l’industria della OpenCola ha successivamente attuato un nuovo piano strategico preferendo non pubblicare più sul proprio sito informazioni riguardo la prima bibita Open Source.
L’azienda è poi fallita e ad oggi nessuno produce una bevanda con tale ricetta.
Recentemente, però, è stato avviato il progetto italiano OpenDrink fra i cui obiettivi c’è quello di riscrivere e migliorare la ricetta della OpenCola. - Anche l’hardware può essere Open Source ed essere sviluppato in modo collaborativo; addirittura la Tucson Amateur Packet Radio (TAPR), una delle più grandi associazioni americane di appassionati di elettronica che sta ultimando la definizione di una licenza Open Source specifica per l’hardware. La nuova licenza, che si chiama Open Hardware License (OHL) e di cui è possibile scaricare la bozza 0.9, è una licenza che adotta molti dei principi legali alla base delle equiparabili licenze software, quali il copyleft di GNU, e le applica alla documentazione e alle specifiche tecniche dei componenti hardware, come schemi di progetto, diagrammi, etc.
C’è però chi fa notare che, anche le tradizionali licenze Open Source, prima tra tutti la GPL, sono adatte anche all’hardware, senza dovendo quindi riscriverne di nuove: testimonianza ne sarebbero l’iniziativa OpenSPARC di Sun ed il progetto Arduino, che si avvale della licenza Creative Commons.
In tal senso, quindi, si stanno muovendo progetti come Chumby, Neuros OSD e Arduino.
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