Ieri sono andato al cinema a vedere Mostri contro Alieni (Monsters vs. Aliens), un film d’animazione prodotto dalla DreamWorks proiettato in una sala che supportava la rinata tecnologia 3D (in Italia sono 107 gli schermi adattati alla visione tridimensionale poiché, con le tecniche utilizzate oggi, la sala deve disporre di due proiettori distinti). Conscio del fatto che è difficile descrivere a parole quello si può vedere con un paio di occhialetti stereoscopici e che a supporto non possono venirci in aiuto neanche i video sparsi per la rete, mi accingo a darvi le mie prime impressioni sincere e, ovviamente, del tutto soggettive ma che sono state comunque condivise anche da chi mi sedeva a fianco.
Vantaggi della visione 3D
- Bellissime le scene della mano che si allunga fino a quasi a toccare lo spettatore, o quelle delle antenne o del cannone laser, o della pallina che rimbalza; credo che si possano contare sulle dita di una mano tutte le scene in cui il 3D era così spinto; il resto erano piccole “fuoriscite dallo schermo” mentre tutto il film metteva in risalto la capacità della tecnica a dare maggiore corposità agli oggetti e una maggiore profondità di campo. Tanto per capirci: si capiva benissimo e nettamente quali oggetti erano dietro ad altri.
- I momenti più suggestivi del film sono stati quelli ambientati nello spazio in cui i vari pianeti e corpi celesti si stagliavano in profondità sulle nere vastità del cosmo.
- Molto belle anche le scene apparentemente secondarie in 3D: foglie mosse dal vento che sembravano quasi stare nella sala e il pulviscolo atmosferico illuminato dal sole che sembrava stare veramente davanti agli occhi.
- Siccome non capita molto spesso di vedere film 3D, la maggior parte del tempo ero intento a vedere cosa era in 3D e cosa no, tanto che per alcuni tratti la trama, per quanto semplice, è passata in secondo piano. Credo che per il momento i film di animazione siano la massima espressione per sviluppare questa tecnologia; ho visto, però, che presto trasmetteranno anche film d’horror in 3D (tra tutti “Piranha 3D”), e penso che sarà un bel passo avanti per gli amanti del brivido.
- Vedere oggetti 3D stagliarsi davanti agi occhi fino ad arrivare ad un palmo dal proprio naso, è una situazione inusuale, buffa, e fa tornare bambini: non facevamo altro che ridere, commentare, e fare versetti di approvazione, oltre che, ovviamente, allungare la mano per provare a toccare gli oggetti che si avvicinavano o magari scansarsi di colpo per evitare di essere colpiti.
- Ogni tanto toglievo gli occhiali per capire come si svolgevano le scene in assenza delle lenti polarizzate. Ebbene, in taluni episodi sembrava quasi di stare a vedere un normale film di animazione, ma poi, all’improvviso, un oggetto in primo piano si sdoppiava e ogni parte assumeva un colore diverso (il termine corretto è anaglifo) : rosso e verde. Poi, ogni tanto, la quasi totalità degli elementi si sdoppiava. E’ evidente che senza occhiali è impossibile vedere il film!
Svantaggi della visione 3D
- Il biglietto di ingresso è maggiorato: nel cinema dove sono stato (all’Andromeda a Roma) aveva un prezzo unico di 10 euro (in quel cinema i biglietti possono variare da 4,50€ a 7 €) e per usufruire degli occhiali occorreva consegnare la propria carta di identità e nel caso di smarrimento o rottura dei suddetti, andava corrisposta una penale di 50€.
- Se fosse stato proiettato su uno schermo più grande (nella sala dove ero io era di medie dimensioni) sarebbe stato meglio perché avrebbe potuto dare un maggiore continuità spaziale con il resto della sala: troppe scene che avevano lo scopo di far sembrare gli oggetti del film un tutt’uno con la sala erano confinati in quel riquadro nero davanti agli occhi e si perdeva la magia del momento. Se invece fosse stato proiettato in uno dei quei mega schermi, l’occhio non avrebbe percepito in un tutt’uno il bordo, e l’effetto sarebbe stato di maggior impatto.
- La parte più dolente, forse anche per via dello schermo cinematografico non troppo grande, era che quasi tutti gli oggetti alle estremità laterali della ripresa si vedevano sfocati, mentre per quelli al centro dello schermo era un tripudio di emozioni. Credo che il problema sia da imputarsi alla messa a fuoco di un oggetto (di solito quelli messi a fuoco sono sempre presenti nella parte centrale dello schermo)
- A volte si perdeva un po’ il fuoco degli oggetti in 3D che si muovevano velocemente tanto che talvolte era difficile seguire la scena. Stesso problema se si spostava lo sguardo su un oggetto fuori fuoco.
- In certi momenti, forse dovuto alla stanchezza, non riuscivo più a percepire la visione stereoscopica: forse mi stavo assuefando alla tecnica? Non saprei ma la sensazione durava una decina di angosciosi secondi e poi, dopo essermi sistemato le lenti, ho ripreso la visione 3D. Forse le lenti dovevano essere ben allineate?
- E’ faticoso vedere un intero film in 3D (questo durava 94 minuti) perché gli occhiali che danno in dotazione non sono molto comodi ed ergonomici: a fine film ti rimane il segno sul naso della stecchetta nonostante ogni tanto cadessero giù. Gli occhiali stereoscopici in dotazione, sono di plastica nera rigida con lenti polarizzate a specchio, in cui la lente di destra ha una leggera dominante cromatica verso il verde mentre quella sinistra verso il rosso.
Ecco a voi un paio di foto scattate con un cellulare (perdonate la scarsa qualità ma non c’era molta luce) degli occhiali che ci hanno dato: - E’ faticoso vedere un intero film in 3D, non solo per la scomodità degli occhiali, ma anche per la vista poiché, secondo la mia esperienza, tende a stancarsi molto facilmente. Se, durante la visione, provavo a chiudere gli occhi (su suggerimento di mia moglie) notavo che le pupille tendevano a convergere verso la parte interna dell’occhio. A fine film ho constatato una certa stanchezza visiva, quasi un affaticamento della vista che si concentrava al centro della fronte, comunque passata dopo dieci minuti di passeggiata al sole.
Conclusioni
In definitiva posso dire che la visione dei film in 3D è da consigliare a chiunque perché è una esperienza da vivere ogni tanto, visto che la sensazione che gli oggetti emergano dallo schermo è molto realistica, a tratti iper-realistica. C’è chi ha osato spingersi oltre, dichiarando che il 3D nelle sale cinematografiche (e molto presto anche nei nostri salotti, magari con i videogame), “sarà come l’avvento del sonoro o del colore“.
Ma quello che nessuno dice, nelle varie recensioni che si leggono, è che c’è anche un piccolo svantaggio: a lungo andare, durante questa coinvolgente immersione in un ambiente tridimensionale, la vista si stanca, poiché probabilmente la visione stereoscopica è forzata e innaturale.
A questo punto, credo, che, perché possa emergere definitivamente, questa tecnologia debba essere ancora un po’ perfezionata per evitare lo stress visivo a cui sono stato sottoposto. Ho letto di tecniche che darebbero lo stesso risultato senza occhialetti (abbandonando di fatto il sistema duo color) o di nuovi occhiali elettronici con lenti LCD oscurate in sincronia con le immagini dello schermo che dovrebbero essere esenti da stanchezza visiva: forse questa potrebbe essere la strada giusta!
Certo è che se ci si affida al 3D per strappare gli spettatori più giovani dalla distribuzione illegale di film appena usciti nei cinema, la strada potrebbe essere quella corretta, anche se bisogna fare i conti con i gusti dei consumatori, che alla lunga potrebbero perdere interesse nella novità.
Trailer e alcune immagini stereoscopiche tratte dal film
Per chi fosse curioso di sapere di cosa parla il film, ecco un bel trailer, ovviamente in rigorosa visione bidimensionale:
Se invece volete avere un assaggio della visione stereoscopica di alcune scene del film (dovete però avere gli occhiali Dolby3D) o semplicemente vedere come si vedrebbe il film senza occhialetti, ecco 3 immagini di alcuni personaggi del film tratte da MyMovies.
Il gelatinoso B.O.B.:
Anello Mancante (The Missing Link: metà scimmia e metà pesce):
Dottor Professor Scarafaggio (doppiato da Hugh Laurie di Dr. House):
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