Quest’oggi vi voglio spiegare come ho utilizzato, in una maniera diversa, i servizi di streaming musicali come Spotify, Deezer o Rdio. Lo scopo era usare la rapidità di ricerca che offre la musica liquida per abituare mia figlia a sentire e riconoscere le parole inglesi.
Il gioco era il seguente: data una parola, per esempio “Sun” oppure “Hello”, lei doveva ascoltare la canzone inglese e avvisarmi quando la sentiva nel testo della canzone. In questo modo la aiutavo a concentrarsi su una intera canzone e quindi focalizzarsi su una parola sola da ricercare: il vantaggio era che lei doveva comunque provare a riconoscere tutte le parole, abituando quindi il suo orecchio a riconoscere la lingua straniera. Ovviamente il grado di complessità può variare a seconda della bravura della bambina nel riconoscere le parole.
Deezer
I primi esperimenti sono partiti quando usavo Deezer e ho creato per questo scopo una playlist: English Words
La ricerca delle parole, ovviamente, dato che il motore di ricerca non era all’epoca molto evoluto, ricadeva solamente sul titolo della canzone: questo ha l’indubbio vantaggio di riuscire a ricordare subito, anche a distanza di tempo, quale parola doveva essere riconosciuta, ma anche lo svantaggio (almeno per le sessioni più complesse di riconoscimento) di avere le parola che si posizionano quasi sempre all’inizio del brano (come “Hello”) o nel ritornello (“Colours”), semplificando di fatto la fase di ascolto che poteva concentrarsi solo su alcuni frammenti di brano ben riconoscibili. In ogni caso, per una fase iniziale, il gioco era molto divertente per entrambi, perché si riusciva ad unire la fase di apprendimento a quello ludico dell’ascolto musicale. Così canzoni come “True Colors” di Phil Collins o quelle più moderne di “Hello” o “Good Morning” di will.i.am sono entrati facilmente nel bagaglio musicale di mia figlia.
Spotify
La fase successiva è iniziata, invece, quando Spotify ha introdotto in maniera nativa, senza passare per la app di musiXmatch, la visualizzazione e la ricerca del testo dei brani musicali. Infatti, una funzione davvero utile è quella di poter ricercare un brano, oltre che dal titolo, anche dal testo ivi contenuto.
E’ evidente quindi che così il gioco si fa più difficile ma anche più divertente perché la stessa parola “Colors” può essere contenuta in brani come la romantica “A Thousand Years” di Christina Perri (dopo appena 24 secondi) o nella scatenata “Firework” di Katy Perry (dopo ben 1′ 12”).
Nulla vieta ovviamente di usare altri servizi di streaming musicali o la propria musica o altre metodologie. Il vantaggio della musica in streaming è quella di avere un catalogo potenzialmente infinito, cosa che rende il gioco molto più avvincente.
Spero che la proposta di questo gioco musicale, semplice e divertente, da fare insieme ai vostri bambini possa farvi divertire come è accaduto a me con mia figlia. Buon Ascolto!!!
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