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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Apr 20 2015

Usare i servizi di streaming musicali come Deezer o Spotify per insegnare l’inglese ai bambini

Posted by Antonio Troise
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Insegnare l'inglese ai bambini con la musica

Quest’oggi vi voglio spiegare come ho utilizzato, in una maniera diversa, i servizi di streaming musicali come Spotify, Deezer o Rdio. Lo scopo era usare la rapidità di ricerca che offre la musica liquida per abituare mia figlia a sentire e riconoscere le parole inglesi.
Il gioco era il seguente: data una parola, per esempio “Sun” oppure “Hello”, lei doveva ascoltare la canzone inglese e avvisarmi quando la sentiva nel testo della canzone. In questo modo la aiutavo a concentrarsi su una intera canzone e quindi focalizzarsi su una parola sola da ricercare: il vantaggio era che lei doveva comunque provare a riconoscere tutte le parole, abituando quindi il suo orecchio a riconoscere la lingua straniera. Ovviamente il grado di complessità può variare a seconda della bravura della bambina nel riconoscere le parole.

Deezer

I primi esperimenti sono partiti quando usavo Deezer e ho creato per questo scopo una playlist: English Words

Playlist English Words in Deezer

La ricerca delle parole, ovviamente, dato che il motore di ricerca non era all’epoca molto evoluto, ricadeva solamente sul titolo della canzone: questo ha l’indubbio vantaggio di riuscire a ricordare subito, anche a distanza di tempo, quale parola doveva essere riconosciuta, ma anche lo svantaggio (almeno per le sessioni più complesse di riconoscimento) di avere le parola che si posizionano quasi sempre all’inizio del brano (come “Hello”) o nel ritornello (“Colours”), semplificando di fatto la fase di ascolto che poteva concentrarsi solo su alcuni frammenti di brano ben riconoscibili. In ogni caso, per una fase iniziale, il gioco era molto divertente per entrambi, perché si riusciva ad unire la fase di apprendimento a quello ludico dell’ascolto musicale. Così canzoni come “True Colors” di Phil Collins o quelle più moderne di “Hello” o “Good Morning” di will.i.am sono entrati facilmente nel bagaglio musicale di mia figlia.

Spotify

La fase successiva è iniziata, invece, quando Spotify ha introdotto in maniera nativa, senza passare per la app di musiXmatch, la visualizzazione e la ricerca del testo dei brani musicali. Infatti, una funzione davvero utile è quella di poter ricercare un brano, oltre che dal titolo, anche dal testo ivi contenuto.

Ricerca testo in Spotify

E’ evidente quindi che così il gioco si fa più difficile ma anche più divertente perché la stessa parola “Colors” può essere contenuta in brani come la romantica “A Thousand Years” di Christina Perri (dopo appena 24 secondi) o nella scatenata “Firework” di Katy Perry (dopo ben 1′ 12”).

Nulla vieta ovviamente di usare altri servizi di streaming musicali o la propria musica o altre metodologie. Il vantaggio della musica in streaming è quella di avere un catalogo potenzialmente infinito, cosa che rende il gioco molto più avvincente.

Spero che la proposta di questo gioco musicale, semplice e divertente, da fare insieme ai vostri bambini possa farvi divertire come è accaduto a me con mia figlia. Buon Ascolto!!!

Tag:deezer, inglese, Musica, spotify, streaming
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Dic 1 2014

Da Linn un brano Lossless al giorno gratis fino a Natale, il test di Tidal e il corso della Philips

Posted by Antonio Troise
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Se siete alla ricerca di qualcosa in più durante l’ascolto di musica, se non siete i tipi da gradire la musica liquida per via della sua relativa bassa qualità, se vi piace chiamarvi audiofili e amate ascoltare la musica non di fretta, come sottofondo mentre fate altro, ma bensì, alla vecchia materia, seduti sul divano magari sorseggiando qualche bevanda e ascoltando la musica su un impianto hi-fi da qualche migliaio di euro, allora la musica Loseless fa per voi.

E’ per questo che vi consiglio alcune risorse online che faranno piacere ai cultori della musica “senza perdite”:

  • In occasione delle feste natalizie Linn Records, una nota etichetta scozzese, regala dal suo sito, previa registrazione, un brano musicale al giorno, tratto dal proprio catalogo e disponibili in vari formati: dl semplice MP3 al formato Flac o Alac da 44kHz/16bit, quindi dal Flac/Alac in versione Studio Master Quality a 96 kHz/24bit fino ad arrivare al massimo della qualità con lo Studio Master 192 che comprende brani Flac e Alac a 192 kHz/24bit, cioè lo stesso master usato da Linn per produrre i suoi dischi e SACD (pensate che un solo brano di questo ultimo formato può raggiungere tranquillamente i 200MB).

    Linn

  • Se non siete sicuri che la musica Loseless faccia per voi e se avete qualche dubbio sulla reale utilità di questi formati, vi consiglio di provare il Test di Tidal (Tidal è uno dei pochi servizi di streaming musicale che propone solo audio in formato lossless) in cui potrete dimostrare di essere in grado di distinguere la differenza tra audio compresso con perdita e lossless. Vi verranno proposti 5 brani ciascuno in due versioni diversi, e dovrete indovinare quale delle due è effettivamente lossless.
    L’impresa è ardua poiché oltre a dover avere un orecchio allenato, dovreste anche dotarvi di un impianto Hi-Fi all’altezza che valorizzi l’incisione: per cui dite addio alle casse del vostro computer o alle cuffiette del vostro smartphone. Io l’ho provato con un paio di Beats Studio e spesso non riuscivo a percepire la differenza tra un formato e l’altro, tanto che su 5 brani, ne ho indovinati solo 2.

    Tidal Test

  • Infine, per tutti quelli che come me, hanno difficoltà a percepire chiaramente la differenza tra audio compresso con perdita e audio Lossless, vi consiglio un sito della Philips che vi insegnerà passo passo a saper ascoltare, un vero e proprio training che vi insegnerà a sapere distinguere i colore timbrici, il rumore, le distorsioni, la spazialità dello stereo, la quantità di bassi e il livello sonoro.

    Philips Training

Tag:flac, hi-fi, loseless, Musica
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Set 2 2010

Un viaggio virtuale tra le vie della nostra infanzia in un videoclip interattivo in HTML 5 degli Arcade Fire

Posted by Antonio Troise
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Finalmente qualcosa di nuovo e a proporcelo è la creatività di rock band indie canadese, gli Arcade Fire, Google Maps e Street View di Google e la potenza di HTML 5, coniugando arte e geoweb in un videoclip su misura per ciascun utente, andando oltre la visione passiva per diventare un’esperienza personale dello spettatore.

In teoria per visualizzare questo piccolo capolavoro (curato dal filmaker Chris Milk) servirebbe Google Chrome ma io l’ho visualizzato senza alcun problema con Safari 5.0.1 per Mac (scordatevi di usare Explorer mentre funziona anche su Safari di iPad o iPhone, ma il tempo di caricamento è più lungo) ma, credetemi vale davvero la pena perché questa esperienza visiva ed emozionale vale ampiamente 5 minuti del vostro tempo!

Arca Fire - The Wilderness Downtown

Una volta che avrete deciso quale browser usare, mettetevi comodi, alzate il volume della casse, e collegatevi al sito del progetto The Wilderness Downtown nato per promuovere il nuovo singolo, “We used to wait“, dell’ultimo album degli Arcade Fire, The Suburbs. Qui vi verrà chiesto di inserire l’indirizzo della casa in cui siete cresciuti (mi raccomando inserite solo la via di dove siete cresciuti perché secondo me fa la differenza), e date l’OK. Dopo aver atteso qualche istante per dare il tempo al motore di caricare, cliccate su PLAY e lasciatevi andare ad una cavalcata emotiva indietro nel tempo, sulle ali di una nostalgia cullata dalle parole e dalla melodia di “We used to wait”.

Quando avete finito di guardare il videoclip interattivo, un vero e proprio, viaggio virtuale tra le vie dove si è nati e cresciuti, tornate qui a leggere… è una cosa che dovrete provare da soli, senza anticipazioni, ed è per questo che non ho voluto riprendere alcun video su Youtube di questo videoclip, perché non potrebbe mai rendere l’idea!

E’ poesia espressa in musica e video, ed è molto più efficace di tanta altri videoclip di registi famosi, perché è un videoclip personalizzabile, fatto su misura sui vostri ricordi, e che lo rende solo vostro! Quando vi ho detto che era importante inserire l’indirizzo di dove siete cresciuti e non del vostro lavoro o di dove attualmente vivete, c’era una ragione: l’aspetto emozionale è molto diverso perché non potrete altrimenti godere di un’esperienza interattiva e personale che mira a stimolare nostalgia e malinconia del passato (che è il tema della canzone). Se guardate il videoclip interattivo, quando vedrete la vostra vecchia casa o quella via in cui giocavate a pallone, piano piano affioreranno dal passato i ricordi della vostra infanzia, rincorrendo l’onda di sensazioni perdute e che per pochi minuti avete ritrovato.

Arca Fire - The Wilderness Downtown

Girato dal regista Chris Milk insieme al Google Creative Lab, sfruttando Google Street View e Google Maps, usa la tecnologia HTML5 (tanto amata da Steve Jobs che vorrebbe sostituirla al Flash), il video ha dato i risultati sperati perché la band indie è prima negli Stati Uniti (156.000 copie vendute in una settimana) e prima in Inghilterra (61.000 copie).
Ho apprezzato molto l’uso sapiente di un filtro seppia sulle immagini di Google Street per rendere uniforme le immagini visualizzate con il videoclip (qui trovate una pagina che descrive le tecniche usate per realizzare questo video interattivo) e molto bella la scena degli uccelli che volano dai rami del messaggio che avete scritto in una finestra ad un’altra (dando un senso di continuità al tutto, in modo da far sembrare un tutto l’uno l’ambiente creato a tempo di musica) con le immagini della via inserita in precedenza, e diventando, poi, alberi cresciuti sull’asfalto.

Vi lascio con la migliore descrizione del video che ho trovato:

Dopo aver inserito l’indirizzo della via dove abitavate da bambini parte un video con un ragazzino che corre, cappuccio della felpa calato. Si aprono altre finestre del browser, a tempo di musica: uno stormo di uccelli che reagisce al movimento del mouse, e soprattutto le immagini della via che avete inserito, inquadrata a volo d’uccello. Al centro della vostra via, lontano, il ragazzino che corre. Le finestre del browser continuano poi ad aprirsi e spostarsi: gli uccelli sorvolano la vostra casa, l’inquadratura si avvicina al portone quando il ragazzo smette di correre, e tutto inizia a girare intorno a lui. Gli uccelli volano via, noi ci allontaniamo di nuovo verso il cielo e sullo schermo appare un foglio bianco, in cui ci viene chiesto di scrivere o disegnare — con mouse e tastiera — un messaggio per il bambino che un tempo viveva lì, con un segno che si disperde poi in rami e rivoli. Lasciato il messaggio si torna nella vostra via, dove gli uccelli si lanciano in picchiata verso la strada, diventando alberi allo scontro con l’asfalto, e ricoprendo di verde la città.

Tag:chrome, Google Street, google_maps, html 5, Musica, Video
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Gen 2 2009

Zunebug: i lettori mp3 Zune da 30GB del 2006 non gestiscono l’anno bisestile e fanno sparire la musica. Ecco il dettaglio del bug nel codice sorgente

Posted by Antonio Troise
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Molti potrebbero notare che, ancora una volta, la Microsoft ha dimostrato che i suoi prodotti spesso risultano poco affidabili: da Windows con le sue schermate blu, alla Xbox 360 con il suo Red Ring of Death, fino ad arrivare ad alcuni modelli degli Zune che non gestiscono l’anno bisestile. Certo, di fronte alla precisione certosina di certi prodotti Apple, si potrebbe avere anche ragione, ma resta il fatto che, almeno una nota positiva c’è: anche in giorni festivi come questi, l’intervento del team Microsoft è stato tempestivo e in poche ore ha saputo dare una risposta a tutti gli utenti infuriati che, a partire dalla mattinata del 31 dicembre, si sono visti bloccati migliaia di lettori Zune da 30 gigabyte prodotti nel 2006: sullo schermo dell’apparecchio musicale appariva solo l’icona che contraddistingue il modello Zune e una barra di caricamento, ma era impossibile accendere e utilizzare l’apparecchio e, quindi, di fatto non hanno potuto ascoltare la propria musica (magari acquistata anche sullo store di musica online Zune Pass). Tanto tempestiva, che, forse, fa pensare che erano già al corrente del problema (tanto che sui modelli venduti più recentemente il problema non si è mai presentato): e, infatti, sembra che la Microsoft, sul suo forum ufficiale, aveva inviato una segnalazione del problema ma, come era facile prevedere, molti utenti non sapevano nulla del bug.

Certo, il problema, che comunque ha causato un non irrilevante imbarazzo per il gigante del software, poteva anche essere più grave del previsto, e la velocità di assistenza è stata dettata sicuramente dalla paura di perdere, in un colpo solo, migliaia di vecchi e nuovi utenti, che potevano migrare improvvisamente sui lettori di casa Apple. Resta, comunque, il fatto che, a poche ore dalla fine dell’anno il dispositivo dell’orologio interno del driver è andato in tilt!

Il dettagli del problema

Zune Blue Screen of DeathQuel che è certo è che la Microsoft non ha iniziato bene il 2009 visto che ha scoperto, a cose già fatte, come si legge in un comunicato stampa diffuso sul sito Zune, che tutti i suoi lettori mp3 Zune da 30GB dell’anno 2006, hanno un bug nel driver dell’orologio interno correlato al modo in cui il dispositivo gestisce un anno bisestile, tanto che il passaggio dal 2008 al 2009 ha creato, all’interno dei driver che gestisce l’ora e il calendario del lettore, una sorta di “millenium bug” (sul web non si fa altro che parlare di “Zunebug“). Sarebbe stato, dunque, quel giorno in più, il 366esimo dell’anno, a congelare le funzionalità dell’antagonista più celebre dell’iPod.

Ecco un video che mostra cosa è accaduto allo Zune il 31 Dicembre 2008:

In realtà, la prima, e sinora unica, soluzione consigliata caldamente dalla Microsoft, è stata unica per tutti gli utenti che si sono ritrovati spiazzati di fronte a questa affermazione: non fare nulla e lasciare passare la notte!. Microsoft ha assicurato, infatti, che in sole 24 ore, e precisamente con l’allineamento del driver con il nuovo anno, gli utenti colpiti dalla falla potranno rientrare in possesso della loro musica!
Infatti, secondo il team Zune, gli orologi interni dei lettori si sarebbero dovuti resettare automaticamente entro il 1 Gennaio 2009. Quindi, per rientrare in possesso della propria musica, gli utenti dovranno far scaricare completamente la batteria degli apparecchi, farli riavviare e poi caricarli nuovamente. Gli iscritti allo Zune Pass, il software che consente l’acquisto di musica online, dovranno sincronizzare nuovamente gli apparecchi con i proprio computer per poter aggiornare i diritti del materiale scaricato.

Alla ricerca del bug nel codice sorgente

La soluzione proposta ha lasciato tutti alquanto perplessi in quanto non risolve definitivamente il problema e molti si sono chiesti: “You’re probably wondering, what kind of bug fixes itself?“. Secondo Microsoft, infatti, è necessario attendere che la batteria si scarichi per poi ricaricarla e infine riaccendere lo Zune. Non esisterebbe un altro modo per azzerare la memoria interna dell’apparecchio e scavalcare il bug che causa il blocco e che, in assenza di futuri aggiornamenti software, si ripresenterà puntualmente a mezzanotte del 30 dlcembre 2012.

C’è anche chi è voluto andare più a fondo al problema, ed è riuscito a reperire il codice sorgente del driver del clock dello Zune (disponibile liberamente sul sito del processore Freescale).

In pratica, la data sullo Zune, come su molti dispositivi e computer, viene memorizzata in termini di giorni e di secondi a partire dal 1° Gennaio 1980. Lo scopo del driver del clock è quello di convertire, quando richiesto (e la prima volta avviene dopo la prima sequenza di boot), il numero di giorni nel formato anno/mese/giorno e il numero di secondi in ore/minuti/secondi. Viceversa, quando il clock deve settare l’ora e la data, avviene l’opposto.
Questo è un frammento del codice coinvolto nel bug:

Come vedete, questa parte di codice, in circostanze normali, funziona egregiamente: la funzione sottrae 365 o 366 finché non si raggiunge l’anno corrente. Il problema si presenta l’ultimo giorno dell’anno bisestile, con 366 giorni, perché la funzione “if (days > 366)” attenderà prima di sottrarre 366 giorni ed entrerà in un loop che si sbloccherà solo il giorno seguente, quando l’anno non sarà più bisestile, dopo 24 ore di ciclo iterativo senza fine!

Qui, si propone una possibile soluzione, peraltro molto semplice:

Considerazioni

Purtroppo, per ora Microsoft ha dichiarato che non distribuirà alcuna patch per fixare il problema del driver che gestisce il clock dello Zune e quindi, fra altri 4 anni, a meno di ripensamenti da parte del produttore, si potrà presentare nuovamente il problema, sempre che i proprietari di questo dispositivi non siano passati ad un altro lettore multimediale immune al bug dell’anno bisestile! Si stima che, circa 1 milioni di possessori del primo modello da 30 Gigabyte sui tre milioni venduti in tutto negli Usa, hanno smesso di funzionare.

Secondo un analista, Matt Rosoff, dell’azienda di ricerca dedicata ai prodotti e alla performance della casa di Redmond, cioè “Directions on Microsoft”, “non si era mai sentito parlare in tutta la storia dell’informatica di un apparecchio per l’elettronica di massa che avesse un problema così radiacle su così ampia scala”.

Forse, a questo punto, si potrà comprendere come mai solo una piccola parte delle entrate della Microsoft provengono dalla vendita di apparecchi musicali (con appena il 3% del mercato in cui Apple la fa da padrona con gli iPod con un 70% di presenza, seguita da SanDisk, con la sua serie di lettori Sansa, con un rispettabile 10%). E pensare che il dispositivo Zune, da 30 GB, era stato messo sul mercato (forse troppo precipitosamente da non effettuare sufficienti debug) a Novembre 2006 proprio per contrastare la posizione dominante di Apple Inc sul mercato dei dispositivi portatili per l’ascolto di musica! Con questi presupposti e comportamenti, la sfida contro Apple sembra persa in partenza!

Tag:bug, clock, driver, iPod, microsoft, mp3, Musica, patch, zune
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Set 26 2008

iTunes 8 Modding: personalizzare le immagini dei generi musicali e dove poterle trovare, eliminare il link ad iTunes Store, disabilitare il backup automatico, creare un account iTunes senza carta di credito per usare Genius e altri trucchi per iPhone

Posted by Antonio Troise
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La nuova release di iTunes, la versione 8, oltre ad aver introdotto interessanti caratteristiche come il controverso, per questioni di privacy, Genius e i raggruppamenti per genere musicale, ha anche aggiunto alcune limitazioni che prima non erano presenti. Ecco, quindi, tutta una serie di trucchetti per Mac OS X e per Windows XP/Vista per aggirare alcune caratteristiche di iTunes 8 (e farlo funzionare come il vecchio iTunes 7.x) e per personalizzare le immagini dei generi musicali. Non mancheranno, inoltre, alcun tips per iPhone.

Personalizzare le immagini dei generi musicali su iTunes 8

Una delle novità più interessanti di iTunes 8 è quello di poter raggruppare i propri album musicali per genere musicale, in modo da visualizzare con una sola immagini tutte le canzoni appartenenti a quel genere. Nonostante, però, le immagini inserite di default su iTunes 8 siano ben fatte (anche se non rappresentano tutti i generi musicali esistenti) spesso nasce, in ognuno di noi, la necessità di poter personalizzare le varie icone. Ecco come fare su Mac OS X.

Con il vostro editor di immagini preferito realizzate una immagine del genere musicale da voi scelto nel formato JPG, grande 256×256 pixel e con risoluzione 72ppi.
In particolare:

Movie Genre Artwork: 171 x 256 pixels
Music Genre Artwork: 256 x 256 pixels

Quindi salvatela con un nome tipo genre-yourgenrename.jpg (esempio: genre-newwave.jpg) nel percorso “/Applications/iTunes/Contents/Resources“.

iTunes Resources

Infine, per far si che iTunes riconosca l’immagine e la associ al genere musicale scelto, è necessario editare il file genres.plist presente nella directory di iTunes 8 Resources (fare “Show Package Contents” sull’icona di iTunes e navigare fino alla cartella “/Applications/iTunes/Contents/Resources“) e aggiungere le seguente righe per ogni immagine:

Ovviamente, sostituite Newwave e genre-newwave.jpg con i nomi desiderati per classificare i generi musicali.

Ora, quando aprirete iTunes, andate nella Vista a Griglia e selezionate la vista per Generi e potete finalmente vedere le vostre artwork così come le avete realizzate.
Ecco un esempio di come da CMYK Thoughts ha personalizzato le sue categorie:

iTunes Resources - Example

Se non avete molta fantasia, o semplicemente non avete voglia di dover creare una immagine per ogni genere musicale, allora potete prendere spunto da questo gruppo di Flickr dove sono stati raggruppati, e disponibili anche per il download, tutte le immagini professionali usate per i generi di iTunes 8: Flickr: Pool di iTunes Genres e al momento ospita ben 369 membri con all’attivo 265 immagini!

Qui ho trovato anche i generi musicali e di filmati che iTunes riconosce di default con il relativo badge (tra parentesi sono indicati i generi equivalenti a cui fanno riferimento alcuni sottogeneri musicali):

MOVIES
======
action
adventure
classic
comedy
documentary
drama
family (kids)
fantasy (scifi)
holiday
horror
independent
kids
music
romance
sci fi (scifi)
science fiction (scifi)
scifi
short film
shorts (short film)
sports
thriller
western

MUSIC/PODCASTS/TV SHOWS
==================
alternativa (alternative)
alternative
alternrock (alternative)
altrock (alternative)
animation
audiobook (book)
bandas sonoras (soundtrack)
blues
book
children
christian
clasica (classical)
classic (TV show only)
classica (classical)
classical
classique (classical)
colonne sonore (soundtrack)
comedy
country
dance
dance hall (raggae)
drama
electronic
electronica (electronic)
electronica (electronic)
electronique (electronic)
elettronica (electronic)
family (kids)
fantasy (scifi)
filmmusik (soundtrack)
folk
gospel (christian)
hip hop
holiday
house (dance)
j pop (jpop)
jazz
jpop
Kayokyoku
kids
klassik (classical)
latin
latina (latin)
musica internacional (world)
musica latina (latin)
musica para ninos (childrens)
musica per bambini (childrens)
musical score (soundtrack)
musik fur kinder (childrens)
musique de films (soundtrack)
musique latino-americaine (latin)
musique pour enfants (childrens)
musiques du monde (world)
new age
nonfiction
pop
punk (alternative)
r b
rap (hip hop)
reality
reggae
religious (christian)
rhythm (r b)
rock
sci fi (scifi)
science fiction (scifi)
scifi
soul (r b)
soundtrack
spoken
sports
techno (dance)
teen
trance (dance)
vocal
weltmusik (world)
world

iTunes Store Link Deleter

Se la Genius Bar si può facilmente nascondere, evitando così quella sorta di pubblicità personalizzata che ci viene proposta, non altrettanto si può dire, in iTunes 8, per il simbolo della freccia che compare accanto ad ogni brano della libreria e costituisce un link all’album presente sullo Store online.

iTunes Link

Infatti, iTunes, oltre ad essere un ottimo applicativo per gestire i propri file multimediali, è anche un programma che si interfaccia direttamente con l’iTunes Store. A volte, però, può risultare troppo invadente l’affinità tra iTunes e iTunes Store, e trovare, per ogni ogni brano selezionato il link immediato del brano che indirizza l’utente direttamente all’album presente sullo Store di Apple, può risultare fastidioso.

Con iTunes 7, la sua visualizzazione o meno, poteva essere impostata direttamente dalle Preferenze del programma, mentre su iTunes 8 questa possibilità, inspiegabilmente, non è più presente. Ecco, quindi, che ci viene in aiuto una utility gratuita, per Mac OS X, che risolve egregiamente il problema, eliminando quella invadente piccola freccia che ci invita ad acquistare l’album in riproduzione: iTunes Store Link Deleter. Una volta lanciato, si potrà abilitare la possibilità di scegliere se mostrare o meno il link allo Store musicale, agendo direttamente sul file delle preferenze di iTunes 8 com.apple.iTunes.plist.

iTunes Store Link Deleter
iTunes Link

Ovviamente è possibile anche, per gli utenti Mac OS X, lanciare un comando da Terminale per non visualizzare i collegamenti all’iTunes Store:

Se siete, invece, utenti Windows, occorre modificare il file iTunesPrefs.xml (presente sotto “%appdata%\Apple Computer\iTunes“) inserendo subito dopo la scritta:

la seguente stringa per rimuovere i link a iTunes Music Store:

Disabilitare la colonna Genere della vista browser

Quando con iTunes 8 si sfoglia la propria collezione musicale utilizzando l’opzione Vista/Mostra browser, appare anche la colonna Genere che apparentemente non può essere disabilitata. Chi, però, desidera visualizzare solo le colonne Artista e Album può digitare la seguente stringa nel Terminale di Mac OS X (Applicazioni/Utility):

Per ripristinare l’opzione di default è sufficiente riscrivere la stringa avendo cura di sostituire FALSE con TRUE.

Se siete utenti Windows, occorre, invece, modificare il file iTunesPrefs.xml (presente sotto “%appdata%\Apple Computer\iTunes“) inserendo subito dopo la scritta:

la seguente stringa per nascondere il genere durante il browsing:

Disabilitare il backup automatico di iTunes per iPhone e iPod

Con l’introduzione dell’iPhone 3G e del tanto atteso firmware 2.0, Apple ha introdotto in iTunes il backup automatico dei dati ogni qual volta si effettui una sincronizzazione dell’iPhone o dell’iPod iTouch, rallentando inevitabilmente il processo di sincronizzazione. Il problema, infatti, è che, spesso, il backup può essere una operazione abbastanza lunga ed impiegare anche diversi minuti, a seconda della quantità di dati da salvare e delle applicazioni installate. Ecco, quindi, che ci viene in aiuto una utility freeware tutta italiana, iPhone/iTouch Backup Disabler (IBD), un programma per Mac OS X che, modificando un parametro di iTunes, permette di disattivare/riattivare il backup automatico lasciando tuttavia la possibilità di effettuarlo manualmente.

iPhone/iTouch Backup Disabler (IBD)

Un altra applicazione simile, sempre per Mac OS X, è BackupDisabler.

In pratica, però, per chi fosse interessato, questi programmi non fanno altro che lanciare questi comandi (e che potete eseguire anche voi dal Terminale):

Disabilitare Backup

Abilitare Backup

Se, invece, disponete di un PC Windows XP/Vista, potete modificare manualmente il file iTunesPrefs.xml (presente sotto “%appdata%\Apple Computer\iTunes“), andando nella sezione “User Preferences” e incollando il seguente testo subito dopo il primo :

Salvate il file e riavviate iTunes: da questo momento è disabilitato il backup automatico. Per riabilitarlo di nuovo eliminate il frammento XML dal file iTunesPrefs.xml.

Un altra alternativa, sicuramente più semplice, è quella di usare un applicativo per Windows, che esegue per noi tutte queste operazioni sul file di preferenze iTunesPrefs.xml. Si chiama iTunesBackupDisabler ed è stato realizzato da un altro sviluppatore italiano.

iTunesBackupDisabler

iTunesBackupDisabler è possibile scaricarlo gratuitamente da qui:
iTunesBackupDisabler – Sorgenti C e progetto VC6
iTunesBackupDisabler – Eseguibile stand-alone.

Creare un account iTunes senza carta di credito per usare la funzione Genius

Per usare la funzione Genius è necessario essere registrati su iTunes Music Store ma per farlo occorre avere una carta di credito. Il problema è che non tutti dispongono di una carta di credito (anche se è sufficiente inserire una carta prepagata come Paypal o una semplice iTunes Gift Card per comprare musica su iTunes Store Music). Quello che non tutti sanno, però, è che è possibile creare un account senza carta di credito, anche se sarebbe teoricamente fatto solo per le scaricare le applicazioni gratis dall’App Store per il proprio iPhone o iPod Touch. Basta collegarsi su questo sito: http://support.apple.com/kb/HT2534.

Gestire il nuovo effetto visivo Magnetosphere di iTunes 8

Per quanti desiderassero controllare il comportamento del nuovo effetto visivo Magnetosphere integrato in iTunes 8,

Magnetosphere

ecco la lista dei comandi che è possibile impartire attraverso la tastiera:

  • ?: abilita e disabilita la schermata di aiuto
  • M: modifica la modalità di visualizzazione
  • P: modifica la gamma
  • I: visualizza le informazioni sulla traccia in esecuzione
  • C: alterna il ciclo automatico
  • F: alterna la modalità di blocco
  • N: alterna la Modalità Nebulosa
  • L: attiva o disattiva il movimento della camera

Per entrare nell’effetto visivo e uscirne è sufficiente il comando Mela+t (o command+t, per chi ha le nuove tastiere). Gli affezionati dei vecchi effetti visivi, invece, possono reimpostarli seguendo il menu Vista, Effetti Visivi, ed abilitando Effetti Visivi iTunes Classic.

iPhone Configuration Utility

Per gestire l’iPhone in un ambiente aziendale (dove i dipendenti ricevono esemplari aziendali di iPhone) Apple ha rilasciato iPhone Configuration Utility 1.0.1 per Mac OS X e permette di modificare e creare profili di configurazione, settare la connessione Wi-Fi, l’APN, creare account Exchange, controllare le impostazioni di posta elettronica e impostare i permessi per lavorare con sistemi enterprise.

Alcuni trucchi per iPhone/iPod Touch

Ecco una breve lista di alcune funzioni più o meno nascoste dell’iPhone/iPod Touch:

  • Salvare le immagini in Safari: quanto troviamo un immagine navigando con Safari è sufficiente cliccarci sopra e tenere premuto per poi selezionare Salva Immagine perché venga salvata nel rullino fotografico.
  • Fare uno screenshot: per fare uno screenshot con l’iPhone firmware 2.0 o superiore basta cliccare contemporaneamente il tasto sleep e il tasto home. Lo screenshot verrò automaticamente salvato nel rullino fotografico.
  • Iniziare un periodo: quando scriviamo è sufficiente fare doppio click su Spazio perchè venga automaticamente digitato un “.” con relativo spazio (tale funzione può essere disabilitata dalle impostazioni dell’iPhone).
  • Caratteri alternativi: tenendo premuto su una lettera della tastiera, visualizzaremo dei caratteri alternativi o le vocali accentate.
  • Scegliere l’icona dei web-link: quando aggiungiamo una pagina sulla homa della springboard cliccando su “Aggiungi a Home”, è possibile scegliere l’icona da visualizzare semplicemente zoomando su una particolare porzione della pagina web, in modo da visualizzarla nell’icona che verrà creata.
  • Aumentare la durata della batteria: l’iPhone ha un sensore che rileva la luce ambientale. L’iPhone usa questo sensore soltanto una volta per sessione, non appena viene dato lo “sblocco”, per cui se si poggia un dito sul sensore mentre si fa lo “sblocco” del telefono, l’iPhone “crederà” di essere in una stanza buia e diminuirà la luminosità del display. Assicuratevi inoltre di aver disattivato wifi, ssh e bluettooth quando non vengono utilizzati.
  • Scrivere su una tastiera più grande: se stiamo usando Safari è possibile scrivere con una tastiera più grande semplicemente ruotando l’iPhone.
  • Riavviare l’iPhone: quando l’iPhone rimane bloccato è possibile forzarne il riavvio tenendo premuti i tasti sleep e home fin quando il dispositivo non si spegne e riaccende (logo mela).
  • Url Hints: tramite Safari, tenendo premuto su un link, apparirà l’URL ed il nome del sito relativo.
  • Scroll veloce: se stiamo usando un’applicazione, o Safari, e vogliamo ritornare all’inizio della pagina, è sufficiente tenere premuto per qualche secondo il dito sulla barra superiore.
Dove scaricare i firmware per iPod Touch

Download firmware 2.1: iPod2,1_2.1.1_5F138_Restore.ipsw
Scarica firmware 2.0.1: iPod1,1_2.0.1_5B108_Restore.ipsw
Download firmware 2.0.0: iPod1,1_2.0_5A347_Restore.ipsw

Scarica firmware 1.1: iPod1,1_1.1_3A101a_Restore.ipsw

Download firmware 1.1.1: iPod1,1_1.1.1_3A110a_Restore.ipsw
Scarica firmware 1.1.2: iPod1,1_1.1.2_3B48b_Restore.ipsw
Download firmware 1.1.3: iPod1,1_1.1.3_4A93_Restore.ipsw
Scarica firmware 1.1.4: iPod1,1_1.1.4_4A102_Restore.ipsw
Download firmware 1.1.5: iPod1,1_1.1.5_4B1_Restore.ipsw

[via apple-blog.info]

Dove scaricare i firmware per iPhone 2G e 3G

Tra parentesi viene indicata la versione del baseband.

Firmware per l’iPhone prima generazione
Download firmware 1.0.0: iPhone1,1_1.0_1A543a_Restore.ipsw (03.11.02_G)
Scarica firmware 1.0.1: iPhone1,1_1.0.1_1C25_Restore.ipsw (03.12.08_G)
Download firmware 1.0.2: iPhone1,1_1.0.2_1C28_Restore.ipsw (03.14.08_G)

Scarica firmware 1.1.1: iPhone1,1_1.1.1_3A109a_Restore.ipsw (04.01.13_G)
Download firmware 1.1.2: iPhone1,1_1.1.2_3B48b_Restore.ipsw (04.02.13_G)

Scarica firmware 1.1.3: iPhone1,1_1.1.3_4A93_Restore.ipsw (04.03.13_G)
Download firmware 1.1.4: iPhone1,1_1.1.4_4A102_Restore.ipsw (04.04.05_G)
Scarica firmware 2.0.0: iPhone1,1_2.0_5A347_Restore.ipsw (04.05.04_G)

Download firmware 2.0.1: iPhone1,1_2.0.1_5B108_Restore.ipsw (04.05.04_G)
Scarica firmware 2.0.2: iPhone1,1_2.0.2_5C1_Restore.ipsw (04.05.04_G)
Download firmware 2.1: iPhone1,1_2.1_5F136_Restore.ipsw

Firmware per il modello 3G dell’iPhone

Download firmware 2.0.0 3G: iPhone1,2_2.0_5A347_Restore.ipsw (01.45.00)
Scarica firmware 2.0.1 3G: iPhone1,2_2.0.1_5B108_Restore.ipsw (01.48.02)
Download firmware 2.0.2 3G: iPhone1,2_2.0.2_5C1_Restore.ipsw (02.08.01)

Download firmware 2.1: iPhone1,2_2.1_5F136_Restore.ipsw

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Tag:backup, flickr, iPhone, ipod-touch, itunes, Mac os x, Musica, paypal, privacy, Tips, Tutorial, Windows
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Set 12 2008

Quando la musica copia se stessa: similitudine tra i brani dei Coldplay e di Alizee, e l’uso di GarageBand per comporre i brani di Usher, degli Oasis e di Max Pezzali

Posted by Antonio Troise
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Quando per la prima volta ascoltai alla radio l’ultima canzone dei Coldplay “Viva La Vida” venni colto da uno strano senso di déjà vu che mi tormentò per un paio di giorni finché non capii che il mio cervello stava inconsciamente associando quella canzone con una, forse meno famosa, di una cantante francese: “J’en ai marre” di Alizée del 2003.
Andai subito a verificare nella mia libreria musicale se il fatto aveva un qualche consistenza e trovai che avevo ragione. Non parlo di una cover ma di una consistente assonanza musicale: gli strumenti musicali e il tempo sono diversi, ma la melodia iniziale e qualche parte centrale dei brani si somigliano notevolmente. Cercando informazioni su Google ho scoperto di non essere stato l’unico a notare questa somiglianza e su Youtube ho trovato dapprima un confronto 1 a 1 dei due brani:

poi un merge dei due brani tanto simili che possono essere sovrapposti tanto da creare una terza melodia molto carina da ascoltare:

Usher e GarageBand

Se questo è un caso lampante di similitudine musicale, ve ne è un altro che mi ha stupito. Recentemente molti hanno criticato il cantante R&B statunitense Usher per il suo ultimo singolo “Love in This Club“. Il brano ha avuto un discreto successo e al suo debutto il singolo è subito giunto alla vetta della classifica Billboard Hot 100. Per quanto mi riguarda la parte della canzone che maggiormente mi colpisce è quella iniziale, elettronica, con una melodica molto orecchiabile e che si ripete per tutto il brano. Ebbene, sembra proprio che sia questa parte ad essere quella più criticata perché qualcuno è riuscito a scoprire che è possibile ricreare la stessa melodia usando Garage Band per Mac OS X (o con Logic Pro), con soli 4 campionamenti presenti nel pacchetto “Remix Tools Jam Pack” (al modico prezzo di 99 euro).

Il fatto particolare è che è strano vedere un cantante famoso usare strumenti così comuni per comporre musica e riuscire a vendere milioni di album con soli 99$ di spesa, se si esclude il costo del Mac. Ma forse, sarebbe più giusto ammettere, che oramai tutti noi abbiamo a disposizione potenti strumenti professionali. Certo è che ha un gusto particolare riuscire a ricreare un brano in quattro semplici passi. Ho sempre pensato che molte canzoni siano frutto della mente creativa del compositore che si mette sul pianoforte, abbassa la testa e con le dita prova e riprova a pigiare i tasti bianchi e neri fino a quando non trovo una melodia orecchiabile. Ma, forse, a conti fatti, quello che risulta essere più grave è che sia possibile copiare e incollare dei campionamenti per creare una melodia di successo. Dove è finita la creatività e l’ingegno umano?

Gli Oasis e GarageBand

Intanto, a confermare le mie preoccupazioni, è recente la notizia che dietro al nuovo album degli Oasis vi sarebbe GarageBand, anche se credo che questa volta si tratti solamente di una sapiente trovata pubblicitaria pro-Apple! Noel Gallagher ha, infatti, spiegato durante una intervista che per registrare le versioni demo del prossimo album del gruppo, Dig Out Your Soul, è bastato usare un Mac con GarageBand. Pur avendo in casa un piccolo studio di registrazione, i demo sono stati registrati con GarageBand nella stanza da letto.

Max Pezzali e GarageBand

Una volta, in una intervista a Max Pezzali lessi che lui di solito componeva manualmente le sue canzoni ma, talvolta, quando viaggiava in treno, accendeva il suo Macbook (ebbene si anche lui ha un Mac!), apriva GarageBand, e si metteva a giocare con le varie tracce e campionamenti ed ha ammesso che qualche volta gli hanno dato qualche spunto per qualche canzone nuova.

Nuove strade da percorrere

Insomma, io credo che il computer sia un ottimo strumento per ampliare le proprie percezioni e capacità, per velocizzare il proprio lavoro e, talvolta, per aumentare la propria creatività. Ma deve essere solo questo: un supporto per aiutare il compositore e non il mezzo esclusivo per il suo lavoro.

C’è addirittura chi arriva a pensare che, invece di insegnare nelle scuole medie, a suonare il flauto dolce, “dove non si capiva dove fossero le note e cosa fosse l’armonia“, forse sarebbe stato interessante sperimentare l’insegnamento di GarageBand direttamente nelle scuole “per insegnare ad ascoltare la musica in modo attivo, senza tabù, e stimolando la creatività che a 10-12 anni non dovrebbe essere stata ancora del tutto massacrata“. Idea interessante, sempre nella speranza che non diventino tutti dei piccoli Usher in erba!

Altre similitudini

Quando ho ordinato la mia libreria iTunes mi sono accorto che molte canzoni erano simili ad altre. Così ho iniziato a popolare una playlist dedicata a queste coincidenze sonore, che non ha certo l’ardire di essere esaustiva e completa.
E’ così che mi sono accorto che sono simili:

Maroon 5 – If You Only Knew

Yael Naim – New Soul

Regina Spektor – Fidelity

Mouline Rouge – Closing Credits – Bolero

Sixpence None the Richer – Kiss Me

The Ting Tings – Great DJ

Coldplay – Viva La Vida

Alizee – J’en ai marre

Questa è solo una selezione di una mia raccolta che non vuole colpevolizzare nessuno ma solo far notare che la musica, a volte, si ripete, in forme, tempi e strumenti diversi, ma le melodie orecchiabili che il cervello umano è in grado di apprezzare sono limitate. Per cui, se è già molto facile ricalcare le orme di altre canzoni quando si tenta di inventarne una nuova, pensate cosa succederebbe se tutti gli artisti utilizzassero gli stessi identici campionamenti per produrre musica!

Tag:cover, garageband, itunes, mp3, Musica, plagio, remix, Video, youtube
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Ago 6 2008

Da iTunes al Nokia Music Store: quando stringere accordi con gli operatori mobili può garantire il successo di un portale di musica digitale

Posted by Antonio Troise
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Nokia Music Store Se, ad oggi, iTunes, secondo la classifica pubblicata ieri dall’NPD Group, consolida il proprio primato nel mercato musicale americano per tutti i primi sei mesi del 2008 (proprio lo scorso 19 giugno Apple ha annunciato la vendita di cinque miliardi di brani attraverso iTunes Store), è anche vero che nei prossimi mesi vedranno la luce nuovi avversari a sfidare il gigante di Cupertino, anche nel settore degli operatori mobili italiani.

Wind e il TrackID

Tra questi spicca sicuramente Wind che con la sua classifica Summer Collection è in testa alla top ten dei cd, un catalogo di oltre 3 milioni di dischi e il recente lancio del cellulare Sony Ericsson W580im (imode) che include il servizio TrackID, con il quale se non si ricorda il titolo della canzone, la si può registrare per pochi secondi, per ricevere sul telefono il titolo, l’interprete e l’album, per poi decidere se acquistare le canzoni individuate dal telefono.

Nokia Music Store

Ma è noto che l’antagonista di Apple è Nokia che da poco ha aperto il suo Nokia Music Store, un portale accessibile sia da computer che da cellulare, che offre gli album di tutte le major e di molte etichette indipendenti, che permette di acquistare un album a 10 euro oppure di ascoltare i brani senza limiti a fronte di un canone di 10 euro al mese.

Forse, appunto per dare contro alla Apple, Nokia ha adottato il formato Windows Media Audio, per cui le canzoni scaricate non potranno essere ascoltate sugli iPod. Infine, un’altra grande limitazione, atta a favorire la Microsoft, è che il portale di musica attualmente supporta solo Windows XP o Vista ed è visibile solamente con Internet Explorer 6 e superiori.

L’importanza di stringere accordi con gli operatori mobili

Il problema, però, è che se si vuole scaricare una canzone dal proprio cellulare, oltre al costo del brano, si dovrà pagare anche i costi di banda al proprio operatore mobile. Ecco, perché, sono proprio questi ultimi a svolgere un ruolo chiave nella lotta al predominio della musica digitale. Infatti, Nokia, sta provando a stringere accordi con i principali operatori mobili italiani per consentire ai loro utenti di usare il Nokia Music Store senza alcuna spesa extra.

Apple, invece, non ha intenzione di stringere accordi con nessun operatore mobile per il business della musica e, se con l’iPhone è possibile collegarsi direttamente ad una versione light di iTunes, è anche vero che, al momento, è possibile farlo solo se si ha a disposizione una rete Wi-Fi e non attraverso la rete mobile. La domanda ora sorge spontanea: Apple, se vuole difendere il proprio impero di musica portatile, dovrà cedere agli accordi commerciali con gli operatori mobili o, come al solito, difenderà strenuamente le proprie strategia commerciali?

Quel che è certo è che, come confermano anche le ultime statistiche dell’NPD Group, sono in netto calo le vendite dei CD musicali nei negozi tradizionali, a dimostrazione del fatto che il consumatore sta passando gradualmente dal supporto fisico alla musica digitale, e ciò non farà altro che consolidare ulteriormente la posizione di testa della Apple!

Tag:Apple, banda, cellulare, iPhone, iPod, itunes, Mobile, mp3, Musica, nokia, wi-fi, Windows, wma
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Lug 18 2008

Le priorità sbagliate della Apple: perché le Playlist degli iPod e iPhone ancora non supportano la visualizzazione Cover Flow?

Posted by Antonio Troise
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Le priorità della Apple, spesso, non coincidono con quelle di migliaia di utilizzatori dei suoi prodotti. E’ recente la notizia, infatti, che secondo Greg Joswiak, uno dei responsabili dei prodotti Apple, la funziona copia/incolla nel iPhone 2G e 3G non è tra le priorità degli sviluppatori, nonostante, a gran voce, venga richiesto da molti clienti poiché considerato, a ragione, una grave mancanza per un terminale di fascia alta come l’iPhone. Purtroppo, però, questo non è l’unico caso in cui, nonostante certe funzioni siano basilari e molto richieste, non rientrano nella lista dei desideri stilata da Apple, che preferisce seguire la sua tabella di marcia.

Infatti, se avete un iPod Touch o un iPhone 2G/3G, forse vi sarete imbattuti in un difetto software quando è in modalità cover flow. Se provate ad entrare nella sessione “Musica” e selezionate, se le avete caricate da iTunes, una Playlist, questa viene visualizzata come una normale lista testuale di brani (senza visualizzare le copertine dei relativi album). Ora, se provate a ruotare in posizione orizzontale il vostro iPod Touch in modo che venga visualizzata la lista in modalità Cover Flow, con grande meraviglia, e andando contro alla semplicità e intuitività che contraddistinguono i prodotti Apple, scoprirete che verranno visualizzati tutti gli album presenti sul dispositivo, invece che filtrare solamente quella della Playlist selezionata (come funziona su iTunes per intenderci).

Coverflow

Il problema viene segnalato spesso sui forum sparsi per la rete, ma sinora la Apple a quasi due anni di distanza, non ha ancora ascoltato il feedback dei suoi utenti rimasti delusi da questa mancanza di funzionalità.
Questo problema è molto sentito da coloro che hanno copiato migliaia di brani sul proprio lettore mp3: il fatto di avere delle Playlist aiuta a filtrare rapidamente un certo genere di brani, e, come si può facilmente immaginare, scegliere un brano in modalità grafica rispetto a quella testuale risulta essere molto più intuitivo e veloce, anche perché, spesso, è più facile ricordare una canzone dalla copertina del suo album, piuttosto che dal suo titolo, a volte, poco mnemonico.

Coverflow iPod

Come, infatti, dice la stessa Apple:

Se un’immagine vale migliaia di parole, provate a pensare a tutto quello che potrebbero dire le illustrazioni della vostra collezione. Con Cover Flow, potete scorrere la vostra libreria di musica e video digitali proprio come fareste con i CD o i DVD.

Purtroppo, dato che la visualizzazione Cover Flow, mostra esclusivamente le copertine di tutti gli album che si hanno nel dispositivo (mettendo in primo piano la cover del brano che si sta ascoltando o dell’ultimo che si è ascoltato), ordinati solo per “Artista”, questa filosofia risulta essere, molto spesso, una grave limitazione del dispositivo. A cosa serve la visualizzazione Cover Flow se, per cercare un album devo scorrere con le dita centina di cover? Perché non è possibile ordinare le cover, per esempio, anche per data di inserimento o per classifica? In realtà, per risolvere quest’ultima mancanza, si ritorna al problema principale, perché basterebbe dare la possibilità al dispositivo di visualizzare la modalità Cover Flow anche sulle Playlist, dato che queste ultime possono essere create su iTunes con decine di parametri diversi.

E’ vero che spesso la Apple, ragionando di testa sua, è riuscita spesso a creare dei prodotti innovativi tali da stravolgere il mercato, imponendo uno nuovo standard, ma io credo che, ascoltare le richieste, ragionevoli a dir poco, dei suoi clienti, sia anche una cosa gradita, oltre che auspicabile, per una azienda che dice di mettere i propri utenti al centro delle proprio mondo e ha fatto del passaparola una ragione di vita.

Voi che ne pensate? Avete mai sentito la mancanza di questa funzionalità sul vostro dispositivo?

Tag:Apple, copertine, cover, coverflow, iPhone, iPod, itunes, mp3, Musica, Playlist
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Lug 3 2008

Il punto della situazione sulle droghe virtuali nei file audio e spiegazione sull’origine del software I-Doser e dei file DRG

Posted by Antonio Troise
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Twilight Zone Ricordo un episodio della serie di fantascienza “Ai Confini della Realtà” in cui gli alieni riescono a trasmettere per radio un segnale subliminale in grado di condizionare il genere umano, tanto da riuscire a modificare il suo DNA e trasformarlo, nel giro di pochi giorni, in una sorta di armadillo pseudo-umano. Lo scopo, si scopre alla fine dell’episodio, è quello di rendere l’umanità in grado di resistere alla radiazioni nucleari di una prossima Terza Guerra Mondiale, garantendo così la sopravvivenza della civiltà sulla Terra. Curiosamente è stato proprio a questo episodio che ho pensato quando il 1 Luglio, ho sentito al TGCOM, la notizia del I-Doser, la droga virtuale che si aggira nei file mp3.
Devo dire, però che, oltre a credere di stare vivendo in un racconto di fantascienza (nel cinema troviamo anche altri esempi, da Morte a 33 giri a Nirvana, in cui il protagonista Jimi Dini è un programmatore che per sbarcare i lunario spaccia anche programmi droghe), ho subodorato il solito allarmismo tipico dei giornalisti nei confronti di internet.

Se siete soliti andare nelle librerie, ogni tanto forse vi sarà potuto capitare di imbattervi in qualche CD New Age che è in grado di farvi rilassare in pochi minuti sfruttando qualche particolare frequenza sonora (battiti binaurali) che interagisce direttamente col nostro cervello, per favorire la meditazione, il sonno o curare il mal di testa. Ma non pensavo che l’ingegneria del suono fosse giunta al punto di creare addirittura delle droghe virtuali. Ma sarà tutta verità o forse è stata condita con troppi elementi creativi?

Le prime notizie

Il TGCOM asserisce che:

Il fenomeno si chiama I-Doser ed è nato negli Stati Uniti e sta sbancando in Europa, dove ha attecchito soprattutto in Spagna, per poi diffondersi in modo rapido anche negli altri paesi. Italia compresa.

Il problema è che nessuno dei miei amici e conoscenti era a conoscenza di questa particolare droga virtuale. Ma neanche i cibernauti della blogosfera, sempre informata di tutto, ne era al corrente. E ciò risulta strano, perché, di solito, se una cosa funziona, sul web ci mette 5 minuti a fare il giro del mondo, anche grazie a canali P2P. Ma anche se nel canali di file sharing è possibile trovare i file per i-Doser, perché nessuno ne ha mai parlato prima? E se era un fenomeno nascosto nei bassifondi di internet, perché parlarne su un telegiornale a diffusione nazionale, tanto da contribuire a diffondere la notizia in pochi giorni? Se il fenomeno è reale ma ancora relegato a pochi, perché parlarne così apertamente mettendo in pericolo i giovani che, si sa, sono curiosi e sicuramente saranno andati a scaricarsi qualche demo di dose?

Le prime apparizioni di I-Doser

Dalle mie ricerche ho scoperto che per esempio, su Yahoo! Answers se ne è parlato circa 3 mesi fa, ma il fenomeno si era fermato li. Su Youtube compare qualche video, presumo tutti frutto di messe in scena, e nel frattempo qualche sito di riferimento era nato, a partire da quello ufficiale in inglese I-Doser.com fino ad arrivare ai nostrani TarantoHipHop e NonApriteQuelPortale, che hanno tentato di spiegare il meccanismo dell’I-Doser.
Ma diciamoci la verità, se non si conosceva il termine, era quasi impossibile venirne a conoscenza!

Oggi, invece, tutti i maggiori quotidiani nazionali ne parlano apertamente, ovviamente copiandosi l’un l’altro, Il Messaggero, Il Tempo, il Corriere della Sera, Panorama e La Stampa.
E questi sono solo alcuni giornali, per non parlare poi della Blogosfera che ha fatto rimbalzare la notizia su più fronti e, più saggiamente della controparte mediatica, è molto più scettica delle conclusioni dei media!

Il principio di funzionamento di I-Doser

Tutti segnalano che l’allarme è stato lanciato dal GAT il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che ha scoperto la novità nei blog e nei forum dove i giovani si scambiano informazioni (forse è stata colpa di quel tizio che su Yahoo! Answers ha chiesto informazioni?)

Le nuove cyber droghe, infatti, sono normali file in mp3 (in realtà sono file GDR). “Agiscono sulle onde a bassa frequenza – ci spiega il colonnello del GAT Umberto Rapetto – soprattutto quelle che vanno dai 3 ai 30 hertz, ossia le frequenze della fascia di lavoro del cervello.
L’orecchio assorbe questi suoni che non riesce a distinguere e che, nella maggior parte dei casi, sono mescolati a musiche psichedeliche“.
Proprio perchè gioca con diverse lunghezze d’onda e perchè fatto di suoni impercettibili, se ascoltati da un solo orecchio, i file non producono alcun effetto. Di qui la necessità delle cuffie.

[…]

Per ora non è stato accertato quali danni possa arrecare la cyber-droga, nè se dia dipendenza. “Il fenomeno è agli albori”, afferma Rapetto. “Chi diffonde i file sostiene che non ci siano effetti collaterali, che le dosi provocano delle semplici sbornie, ma è bene che a stabilirlo siano i medici.

Ma come funzionano queste droghe virtuali? Una spiegazione semplice ci arriva dal solito sempre informato Paolo Attivissimo che ci spiega che:

Si tratta di binaural beat: due suoni, a frequenze udibili e riproducibili dalle cuffie normali, e leggermente differenti l’uno dall’altro come frequenza: per esempio, uno è a 300 Hz e l’altro è a 307. Ascoltati in cuffia, in modo che uno solo dei due suoni raggiunga ciascun orecchio, producono un terzo suono per battimento.
Per fare un paragone stiracchiato, è come se vi arrivasse un MI in un orecchio e un FA nell’altro e il vostro cervello generasse una nota che è la differenza fra il MI e il FA.

Secondo un’altra fonte sembra che:

Il sistema funziona sulla base dei cosiddetti ‘battiti binaurali‘ (dall’inglese: binaural beats) sperimentati sul cervello negli anni Settanta dal dr. Gerald Oster alla clinica newyorkese Mount Sinai, e che consistono nell’applicare frequenze herziane diverse ai due orecchi per stimolare il cervello a seconda della loro intensita‘. Le frequenze cerebrali vanno da 1 a 4 Hz per il livello Delta, quello del sonno profondo, fino ad un massimo di 30Hz allo stato vigile che corrisponde alla frequenza Beta, passando per Theta e Alfa, uno stato quest’ultimo di semiveglia usato nei sistemi di Controllo Mentale perche’ consente di sincronizzare i due emisferi potenziando l’attivita’ cerebrale.
Le ‘dosi’ proposte da I-Doser si ottengono applicando, con auricolari, alte frequenze asincrone ai due orecchi, per esempio 500 e 510 Hz rispettivamente, causando nel cervello un tono di 10 Hz cioe’ in pieno livello Alfa e favorendo cosi’ gli effetti di alterazione della percezione.

L’origine del software I-Doser e cosa sono i file DRG?

Tutti hanno parlato del I-Doser fino allo sfinimento ma non tutti conoscono bene quale sia la sua origine. Dovete infatti sapere che I-Doser altro non è che un rip di un programma Open Source (GNU GPL v2) chiamato Sbagen in grado di generare onde sonore per il cervello (Brain-Wave generating) capace di rilassare l’individuo che le ascolta. Questa applicazione usa dei preset file con estensione .SBG che possono essere suonati e registrati come file WAV.
Ovviamente dire che sono file MP3 è errato perché, proprio per la natura stessa del formato di compressione audio, usare dei file MP3 significherebbe tagliare la banda di frequenza usata per generare quei fantomatici effetti di cui tutti parlano.

Quello che dovete sapere, quindi, è che la società che ha creato I-Doser altro non ha fatto che rifarsi al modello del software Sbagen e, per evitare che chiunque potesse ascoltare più volte la stessa “droga”, hanno creato un preset file di tipo DRG, che altro non è che un file .SBG criptato e contenente anche uno screenshot e le informazioni sul contenuto della dose! Questo file, di solito, viene venduto ad un prezzo di 5-10 euro, dura circa 45 minuti e, nelle intenzioni dei suo creatori, si può ascoltare una sola volta (appunto come una droga), costringendovi, per ripetere l’esperienza, a ricomprare più volte le dosi.

In realtà, come spesso accade per tutto ciò che ha lucchetti digitali, prima o poi, qualcuno è riuscito a sbloccare le limitazioni dei software e, per questo, è facile trovare versioni craccate di I-Doser e delle dosi ascoltabili senza limitazioni, grazie anche all’ausilio del software open source Sbagen.

E’ solo suggestione come nei placebo?

Con questo articolo non invito nessuno a provare questa “esperienza” perché, oltre a non credere ai fantomatici effetti psicotropi, ho dei seri dubbi sulla effettiva non pericolosità di un ascolto cacofonico di lunga durata (una sessione, ricordiamo, dura circa 45 minuti) sia sull’udito che sul cervello umano.

Comunque, la maggior parte di chi li ha scaricati e ascoltati in cuffia, non ha percepito alcun effetto psicotropo, se non quello di una notevole irritazione (in gergo tecnico, orchiclastia), perché non è musica ma solo rumore fastidiosissimo.

C’è chi asserisce che tutto dipende dalla sensibilità alle onde binaurali della singola persona ma io sospetto che, semplicemente, dipenda dal grado di suggestionabilità individuale. Come nell’effetto placebo, credo che chi ascolta questo rumore di fondo, vedendo il nome della droga, si autosuggestioni e, magari, un semplice cerchio alla testa o uno stato confusionario prodotto dal rumore cacofonico, viene facilmente attribuito al effetto specifico della droga virtuale!

UPDATE: Il programma Le Iene è tornato sulla faccenda con un test pratico condotto su un gruppo di studenti e con un’intervista a Michelangelo Iannone, ricercatore del CNR.
Il lavoro delle Iene lascia ben poco spazio a dubbi sulla natura di quest’allarme gonfiato acriticamente dai media. Se i giudizi di Iannone sono lapidari, quelli degli studenti sono tombali. Il servizio è consultabile su Internet. (via attivissimo)

Tag:blogosfera, compressione, drg, fantascienza, i-doser, mp3, Musica, opensource, p2p, Radio, scienza, Software
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Mag 25 2008

Djay 2.1: aggiunge il supporto al multi-touch per mixare e fare lo scratch dei brani con le dita sul trackpad

Posted by Antonio Troise
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Multi-Touch Scratching & Mixing Ieri ho provato la versione 2.1 di DJay, un applicativo per Mac OS X che consente di mixare due brani musicali tra di loro in maniera davvero intuitiva e funzionale trasformando chiunque in un esperto djay virtuale. Nella sua prima versione, come molti ricorderanno, l’opera di tre studenti poco più che ventenni dell’università di Monaco, era freeware, ma oggi, oramai giunto ad una matura e professionale seconda release, il software costa 50$.

Caratteristiche

DJay Supporta archivi audio di tipo mp3, aiff, wav, aac (non protetto), caf: potete mixare su due piatti virtuali interattivi (che caricano le copertine iTunes delle vostre tracce) e, oltre ad integrarsi con GarageBand, è possibile anche registrare e trasmettere l’audio risultante in tempo reale attraverso un network Bonjour ad altri DJay connessi in rete . Djay supporta il Time-Stretching, Pitch-Shifting, ha un equalizzatore a 5 bande e permette l’automazione del Crossfade e del Mixer (quest’ultimo attraverso AppleScript). E’ possibile, inoltre, inserire tre Cue points per beat-juggling e fare Beat Counting manuale oltre che ad uno slider magnetico per la sincronizzazione beat automatica.

Djay
Mixare con le dita

Il tutto è gestibile completamente sia con il mouse che con la tastiera attraverso comode Shortcuts (abbreviazioni da tastiera). La versione 2.1 di Djay ha, però, aggiunto qualcosa di estremamente interessante che lo porta alla maturità dei software professionale che, in parte, può giustificare il costo del programma: il supporto nativo al trackpad multi-touch dei Macbook, Macbook Pro e Macbook Air!
Infatti, ora, Djay è in grado di usare un nuovo set di gestures delle dita per controllare l’interfaccia, che vi permetterà di fare lo scratch delle tracce audio, applicare effetti ed eseguire dei virtuosi crossfade soltanto con due dita!

Ma per avere una idea più chiara, guardate questo video demo:

Sul sito della compagnia è presente una pagina dedicata alla nuova caratteristica di Djay 2.1 che illustra nel dettaglio la lista delle gestures disponibili.
Eccole nel dettaglio.

Two-finger scratching & mixing

Muovendo sul trackpad due dita orizzontalmente, verrà effettuato il crossfader tra due brani, mentre se si muovono verticalmente le dita, verrà effettuato il classico scratch, il tutto in maniera perfettamente sincrona con i movimenti delle dita.

Three-finger gestures

Per chi dispone, invece, dei nuovi Macbook Pro o un Macbook Air, sono anche disponibili le gestures a tre dita che vi permetteranno di effettuare transizioni (con il movimento orizzontale) e forwardspin/backspin (con il movimento verticale).

Controllo Multi-touch avanzato

Infine, per i veri professionisti, è disponibile anche la possibilità di aggiungere una combinazione di tasti insieme al controllo a due dita:

  • Tenendo premuto ⌘ (il tasto MELA) e muovendo verticalmente le dita (su e giù) è possibile spostarsi in avanti e indietro nel brano che si sta ascoltando.
  • Tenendo premuto ⌥ (il tasto ALT) e muovendo verticalmente le dita (su e giù) è possibile fare del pitch-bend
  • Tenendo premuto ⇧⌥ (il tasto MAIUSC+ALT) e muovendo verticalmente le dita (su e giù) è possibile fare del pitch-bend e aggiustare il master-speed
  • Tenendo premuto ⌥ (il tasto ALT) e muovendo orizzontalmente le dita (destra e sinistra) è possibile fare del pre-cueing crossfader

Insomma, con questa nuova versione sembra davvero di stare davanti a due piatti di un mixer!

Tag:Apple, djay, itunes, mac, Mac os x, macbook, mp3, Musica, shortcuts, Software, trackpad, Video
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