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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Nov 20 2009

Get Lyrical: scaricare automaticamente i testi delle canzoni della vostra libreria iTunes su Mac OS X

Posted by Antonio Troise
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Questa estate, uno dei migliori widget per la Dashboard di Mac OS X, Harmonic 2.3, per la ricerca e il salvataggio automatico dei testi delle canzoni che di volta in volta si ascoltava su iTunes, aveva smesso di funzionare perché il servizio su cui si appoggiava, LyricWiki, un efficiente archivio collaborativo di tipo wiki dei testi delle canzoni, non metteva più a disposizione le API per la ricerca delle lyrics in quanto non era stato più possibile rinnovare gli accordi di licenza con i più grandi editori dell’industria musicale. Insomma un’altra vittima della continua guerra delle major discografiche.

Purtroppo il mancato funzionamento di Harmonic, rendeva di fatto inutile la procedura che avevo scritto qualche tempo fa, su come automatizzare il processo di ricerca di tutti i testi delle canzoni della nostra libreria iTunes, sfruttando l’azione combinata del widget Harmonic e dell’applescript per iTunes, Needle Drop.

Get Lyrical

Nonostante il progetto di Harmonic, per cercare di farlo riprendere vita, sia stato recentemente reso Open Source e ospitato su GitHub, purtroppo, al momento in cui scrivo, ancora non risulta funzionante. E’ per questo che mi sono messo alla ricerca di una valida alternativa e sono approdato su un ottimo software per Mac OS X: Get Lyrical. Giunto recentemente alla versione 3.4 con la localizzazione in italiano, è una applicazione gratuita per Leopard e Snow Leopard de La Shullian Productions che, come Harmonic, permette di aggiungere i testi alle canzoni della vostra libreria iTunes (e salvandoli nel relativo tag dei vostri file mp3) prendendoli sempre dal sito LyricWiki, ma senza sfruttare le API bensì, semplicemente, con uno scraping dei dati dal sito (almeno è quello che presumo io dato che le API sono stati disabilitate).

Get Lyrical

Sicuramente Get Lyrical è una soluzione migliore di quella Harmonic + Needle Drop, in quanto è un semplice applicativo che si occupa tutto lui di scansionare i file. Infatti, è possibile scaricare i testi facendo riferimento ad una selezione di canzoni fatta su iTunes (quindi se volete far partire la scansione su tutti i brani della vostra libreria, non dovete far altro che selezionarli tutti) oppure semplicemente al brano corrente, mentre se si attiva la modalità “Active Tagging” il programma rimane sempre attivo per scaricare automaticamente tutti i testi delle canzoni in riproduzione su iTunes. Se poi, non è stato possibile scaricare i testi di alcune canzoni, premendo il pulsante Show Untagged vi verrà mostrata una playlist su iTunes che raccoglierà tutti i brani senza lyrics i cui testi potranno essere ricercati manualmente su Google (una funzione che forse mi manca di Harmonic, è un tasto per aprire direttamente il browser con la la chiave di ricerca impostata già su Google)

Ovviamente tutti i testi scaricati saranno visualizzati, dopo la sincronizzazione dei brani, anche sul nostro iPhone/iPod Touch.

Come accade per tutti i programmi di ricerca testi, Get Lyrical, lavora bene solo se i tag dei file mp3 relativi al titolo della canzone e all’autore sono corretti e completi. Dalle prove da me effettuate, un buon 90% dei brani veniva riconosciuto, un po’ come su Harmonic (ed era logico dato che la fonte dei dati è la stessa), ma ha dalla sua una semplicità, un eleganza e una interfaccia minimale senza eguali che lo rendono di diritto uno dei programmi migliori, per il mondo Mac, nella ricerca automatica delle lyrics importate su iTunes.

Tag:iPhone, ipod-touch, itunes, lyric, lyricwiki, mac, Mac os x, mp3
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Ago 4 2009

LyricWiki si piega alle Major delle case discografiche e disattiva le API per scaricare in automatico i testi delle canzoni

Posted by Antonio Troise
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Tempo fa scrissi un articolo su come automatizzare il processo di download dei testi delle canzoni presenti nella propria libreria iTunes sfruttando il widget per Dashboard Harmonic 2.3 e uno applescript per iTunes, Needle Drop, in grado di riprodurre una canzone per qualche secondo, in modo da dare il tempo al widget di trovare la lyrics, e quindi passare al brano successivo, tutto in maniera automatica. Addirittura, lasciando sempre il widget attivo, ogniqualvolta veniva inserita una nuova canzone nella propria libreria iTunes, in pochi secondi veniva compilato tag Lyrics con il testo della canzone, il tutto grazie alle API del servizio gratuito messo a disposizione da LyricWiki, un efficiente archivio collaborativo wiki dei testi delle canzoni di tutto il mondo. Questo fino a l’altro ieri. Da ieri, invece, ecco cosa viene visualizzato all’interno del widget:

Lyrics Harmonic

e, analogamente, viene salvato lo stesso messaggio nei tag dell’mp3 (cosa abbastanza sgradita se non me ne fossi accorto subito) su iTunes:

Lyrics iTunes

La stessa cosa accade per tutti quegli applicativi (come anche Amarok per Linux) che scaricavano in automatico il testo delle canzoni sfruttando le fin troppo comode API dell’efficiente LyricWiki (mentre è ancora possibile inserire e ricercare i testi direttamente dal sito).

Ecco il testo completo:

Unfortunately, due to licensing restrictions from some of the major music publishers we can no longer return lyrics through the LyricWiki API (where this application gets some or all of its lyrics).

The lyrics for this song can be found at the following URL:
http://lyricwiki.org/

(Please note: this is not the fault of the developer who created this application, but is a restriction imposed by the music publishers themselves.)

Anche il sito dell’autore del widget Harmonic segnala il problema, al momento senza soluzione, con un post dal titolo inequivocabile: Harmonic is Dead. Infatti, sul Gruppo di supporto agli sviluppatori, il LyricWiki API Developers, il 3 Agosto è comparso un messaggio che avvertiva non era più possibile rinnovare gli accordi di licenza con i più grandi editori dell’industria musicale:

[…]
Unfortunately, licensing agreements with the biggest publishers in the music industry require us to no longer offer the ability for programmatic access to LyricWiki’s collection of lyrics.

We tried to arrange some way to let API Developers license through us, but this was not possible.

While this is not something we are happy about, it is a necessity in order to finally secure licensing for LyricWiki from the major publishers which will allow the project to survive indefinitely.
[…]

A questo punto, consiglio, di disattivare dalla Dashboard il widget Harmonic, in modo da non ritrovarsi su tutti i nuovi brani inseriti nella libreria iTunes questo fastidioso messaggio di warning nel tag delle Lyrics, almeno finché non verrà trovato un altro servizio di testi online abbastanza affidabile come LyricWiki e che abbia il coraggio di sfidare le Major delle case discografiche mettendo a disposizione le API per gli sviluppatori.

Tag:dashboard, iPod, itunes, lyrics, lyricwiki, Mac os x, mp3, widget
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Gen 2 2009

Zunebug: i lettori mp3 Zune da 30GB del 2006 non gestiscono l’anno bisestile e fanno sparire la musica. Ecco il dettaglio del bug nel codice sorgente

Posted by Antonio Troise
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Molti potrebbero notare che, ancora una volta, la Microsoft ha dimostrato che i suoi prodotti spesso risultano poco affidabili: da Windows con le sue schermate blu, alla Xbox 360 con il suo Red Ring of Death, fino ad arrivare ad alcuni modelli degli Zune che non gestiscono l’anno bisestile. Certo, di fronte alla precisione certosina di certi prodotti Apple, si potrebbe avere anche ragione, ma resta il fatto che, almeno una nota positiva c’è: anche in giorni festivi come questi, l’intervento del team Microsoft è stato tempestivo e in poche ore ha saputo dare una risposta a tutti gli utenti infuriati che, a partire dalla mattinata del 31 dicembre, si sono visti bloccati migliaia di lettori Zune da 30 gigabyte prodotti nel 2006: sullo schermo dell’apparecchio musicale appariva solo l’icona che contraddistingue il modello Zune e una barra di caricamento, ma era impossibile accendere e utilizzare l’apparecchio e, quindi, di fatto non hanno potuto ascoltare la propria musica (magari acquistata anche sullo store di musica online Zune Pass). Tanto tempestiva, che, forse, fa pensare che erano già al corrente del problema (tanto che sui modelli venduti più recentemente il problema non si è mai presentato): e, infatti, sembra che la Microsoft, sul suo forum ufficiale, aveva inviato una segnalazione del problema ma, come era facile prevedere, molti utenti non sapevano nulla del bug.

Certo, il problema, che comunque ha causato un non irrilevante imbarazzo per il gigante del software, poteva anche essere più grave del previsto, e la velocità di assistenza è stata dettata sicuramente dalla paura di perdere, in un colpo solo, migliaia di vecchi e nuovi utenti, che potevano migrare improvvisamente sui lettori di casa Apple. Resta, comunque, il fatto che, a poche ore dalla fine dell’anno il dispositivo dell’orologio interno del driver è andato in tilt!

Il dettagli del problema

Zune Blue Screen of DeathQuel che è certo è che la Microsoft non ha iniziato bene il 2009 visto che ha scoperto, a cose già fatte, come si legge in un comunicato stampa diffuso sul sito Zune, che tutti i suoi lettori mp3 Zune da 30GB dell’anno 2006, hanno un bug nel driver dell’orologio interno correlato al modo in cui il dispositivo gestisce un anno bisestile, tanto che il passaggio dal 2008 al 2009 ha creato, all’interno dei driver che gestisce l’ora e il calendario del lettore, una sorta di “millenium bug” (sul web non si fa altro che parlare di “Zunebug“). Sarebbe stato, dunque, quel giorno in più, il 366esimo dell’anno, a congelare le funzionalità dell’antagonista più celebre dell’iPod.

Ecco un video che mostra cosa è accaduto allo Zune il 31 Dicembre 2008:

In realtà, la prima, e sinora unica, soluzione consigliata caldamente dalla Microsoft, è stata unica per tutti gli utenti che si sono ritrovati spiazzati di fronte a questa affermazione: non fare nulla e lasciare passare la notte!. Microsoft ha assicurato, infatti, che in sole 24 ore, e precisamente con l’allineamento del driver con il nuovo anno, gli utenti colpiti dalla falla potranno rientrare in possesso della loro musica!
Infatti, secondo il team Zune, gli orologi interni dei lettori si sarebbero dovuti resettare automaticamente entro il 1 Gennaio 2009. Quindi, per rientrare in possesso della propria musica, gli utenti dovranno far scaricare completamente la batteria degli apparecchi, farli riavviare e poi caricarli nuovamente. Gli iscritti allo Zune Pass, il software che consente l’acquisto di musica online, dovranno sincronizzare nuovamente gli apparecchi con i proprio computer per poter aggiornare i diritti del materiale scaricato.

Alla ricerca del bug nel codice sorgente

La soluzione proposta ha lasciato tutti alquanto perplessi in quanto non risolve definitivamente il problema e molti si sono chiesti: “You’re probably wondering, what kind of bug fixes itself?“. Secondo Microsoft, infatti, è necessario attendere che la batteria si scarichi per poi ricaricarla e infine riaccendere lo Zune. Non esisterebbe un altro modo per azzerare la memoria interna dell’apparecchio e scavalcare il bug che causa il blocco e che, in assenza di futuri aggiornamenti software, si ripresenterà puntualmente a mezzanotte del 30 dlcembre 2012.

C’è anche chi è voluto andare più a fondo al problema, ed è riuscito a reperire il codice sorgente del driver del clock dello Zune (disponibile liberamente sul sito del processore Freescale).

In pratica, la data sullo Zune, come su molti dispositivi e computer, viene memorizzata in termini di giorni e di secondi a partire dal 1° Gennaio 1980. Lo scopo del driver del clock è quello di convertire, quando richiesto (e la prima volta avviene dopo la prima sequenza di boot), il numero di giorni nel formato anno/mese/giorno e il numero di secondi in ore/minuti/secondi. Viceversa, quando il clock deve settare l’ora e la data, avviene l’opposto.
Questo è un frammento del codice coinvolto nel bug:

Come vedete, questa parte di codice, in circostanze normali, funziona egregiamente: la funzione sottrae 365 o 366 finché non si raggiunge l’anno corrente. Il problema si presenta l’ultimo giorno dell’anno bisestile, con 366 giorni, perché la funzione “if (days > 366)” attenderà prima di sottrarre 366 giorni ed entrerà in un loop che si sbloccherà solo il giorno seguente, quando l’anno non sarà più bisestile, dopo 24 ore di ciclo iterativo senza fine!

Qui, si propone una possibile soluzione, peraltro molto semplice:

Considerazioni

Purtroppo, per ora Microsoft ha dichiarato che non distribuirà alcuna patch per fixare il problema del driver che gestisce il clock dello Zune e quindi, fra altri 4 anni, a meno di ripensamenti da parte del produttore, si potrà presentare nuovamente il problema, sempre che i proprietari di questo dispositivi non siano passati ad un altro lettore multimediale immune al bug dell’anno bisestile! Si stima che, circa 1 milioni di possessori del primo modello da 30 Gigabyte sui tre milioni venduti in tutto negli Usa, hanno smesso di funzionare.

Secondo un analista, Matt Rosoff, dell’azienda di ricerca dedicata ai prodotti e alla performance della casa di Redmond, cioè “Directions on Microsoft”, “non si era mai sentito parlare in tutta la storia dell’informatica di un apparecchio per l’elettronica di massa che avesse un problema così radiacle su così ampia scala”.

Forse, a questo punto, si potrà comprendere come mai solo una piccola parte delle entrate della Microsoft provengono dalla vendita di apparecchi musicali (con appena il 3% del mercato in cui Apple la fa da padrona con gli iPod con un 70% di presenza, seguita da SanDisk, con la sua serie di lettori Sansa, con un rispettabile 10%). E pensare che il dispositivo Zune, da 30 GB, era stato messo sul mercato (forse troppo precipitosamente da non effettuare sufficienti debug) a Novembre 2006 proprio per contrastare la posizione dominante di Apple Inc sul mercato dei dispositivi portatili per l’ascolto di musica! Con questi presupposti e comportamenti, la sfida contro Apple sembra persa in partenza!

Tag:bug, clock, driver, iPod, microsoft, mp3, Musica, patch, zune
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Set 12 2008

Quando la musica copia se stessa: similitudine tra i brani dei Coldplay e di Alizee, e l’uso di GarageBand per comporre i brani di Usher, degli Oasis e di Max Pezzali

Posted by Antonio Troise
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Quando per la prima volta ascoltai alla radio l’ultima canzone dei Coldplay “Viva La Vida” venni colto da uno strano senso di déjà vu che mi tormentò per un paio di giorni finché non capii che il mio cervello stava inconsciamente associando quella canzone con una, forse meno famosa, di una cantante francese: “J’en ai marre” di Alizée del 2003.
Andai subito a verificare nella mia libreria musicale se il fatto aveva un qualche consistenza e trovai che avevo ragione. Non parlo di una cover ma di una consistente assonanza musicale: gli strumenti musicali e il tempo sono diversi, ma la melodia iniziale e qualche parte centrale dei brani si somigliano notevolmente. Cercando informazioni su Google ho scoperto di non essere stato l’unico a notare questa somiglianza e su Youtube ho trovato dapprima un confronto 1 a 1 dei due brani:

poi un merge dei due brani tanto simili che possono essere sovrapposti tanto da creare una terza melodia molto carina da ascoltare:

Usher e GarageBand

Se questo è un caso lampante di similitudine musicale, ve ne è un altro che mi ha stupito. Recentemente molti hanno criticato il cantante R&B statunitense Usher per il suo ultimo singolo “Love in This Club“. Il brano ha avuto un discreto successo e al suo debutto il singolo è subito giunto alla vetta della classifica Billboard Hot 100. Per quanto mi riguarda la parte della canzone che maggiormente mi colpisce è quella iniziale, elettronica, con una melodica molto orecchiabile e che si ripete per tutto il brano. Ebbene, sembra proprio che sia questa parte ad essere quella più criticata perché qualcuno è riuscito a scoprire che è possibile ricreare la stessa melodia usando Garage Band per Mac OS X (o con Logic Pro), con soli 4 campionamenti presenti nel pacchetto “Remix Tools Jam Pack” (al modico prezzo di 99 euro).

Il fatto particolare è che è strano vedere un cantante famoso usare strumenti così comuni per comporre musica e riuscire a vendere milioni di album con soli 99$ di spesa, se si esclude il costo del Mac. Ma forse, sarebbe più giusto ammettere, che oramai tutti noi abbiamo a disposizione potenti strumenti professionali. Certo è che ha un gusto particolare riuscire a ricreare un brano in quattro semplici passi. Ho sempre pensato che molte canzoni siano frutto della mente creativa del compositore che si mette sul pianoforte, abbassa la testa e con le dita prova e riprova a pigiare i tasti bianchi e neri fino a quando non trovo una melodia orecchiabile. Ma, forse, a conti fatti, quello che risulta essere più grave è che sia possibile copiare e incollare dei campionamenti per creare una melodia di successo. Dove è finita la creatività e l’ingegno umano?

Gli Oasis e GarageBand

Intanto, a confermare le mie preoccupazioni, è recente la notizia che dietro al nuovo album degli Oasis vi sarebbe GarageBand, anche se credo che questa volta si tratti solamente di una sapiente trovata pubblicitaria pro-Apple! Noel Gallagher ha, infatti, spiegato durante una intervista che per registrare le versioni demo del prossimo album del gruppo, Dig Out Your Soul, è bastato usare un Mac con GarageBand. Pur avendo in casa un piccolo studio di registrazione, i demo sono stati registrati con GarageBand nella stanza da letto.

Max Pezzali e GarageBand

Una volta, in una intervista a Max Pezzali lessi che lui di solito componeva manualmente le sue canzoni ma, talvolta, quando viaggiava in treno, accendeva il suo Macbook (ebbene si anche lui ha un Mac!), apriva GarageBand, e si metteva a giocare con le varie tracce e campionamenti ed ha ammesso che qualche volta gli hanno dato qualche spunto per qualche canzone nuova.

Nuove strade da percorrere

Insomma, io credo che il computer sia un ottimo strumento per ampliare le proprie percezioni e capacità, per velocizzare il proprio lavoro e, talvolta, per aumentare la propria creatività. Ma deve essere solo questo: un supporto per aiutare il compositore e non il mezzo esclusivo per il suo lavoro.

C’è addirittura chi arriva a pensare che, invece di insegnare nelle scuole medie, a suonare il flauto dolce, “dove non si capiva dove fossero le note e cosa fosse l’armonia“, forse sarebbe stato interessante sperimentare l’insegnamento di GarageBand direttamente nelle scuole “per insegnare ad ascoltare la musica in modo attivo, senza tabù, e stimolando la creatività che a 10-12 anni non dovrebbe essere stata ancora del tutto massacrata“. Idea interessante, sempre nella speranza che non diventino tutti dei piccoli Usher in erba!

Altre similitudini

Quando ho ordinato la mia libreria iTunes mi sono accorto che molte canzoni erano simili ad altre. Così ho iniziato a popolare una playlist dedicata a queste coincidenze sonore, che non ha certo l’ardire di essere esaustiva e completa.
E’ così che mi sono accorto che sono simili:

Maroon 5 – If You Only Knew

Yael Naim – New Soul

Regina Spektor – Fidelity

Mouline Rouge – Closing Credits – Bolero

Sixpence None the Richer – Kiss Me

The Ting Tings – Great DJ

Coldplay – Viva La Vida

Alizee – J’en ai marre

Questa è solo una selezione di una mia raccolta che non vuole colpevolizzare nessuno ma solo far notare che la musica, a volte, si ripete, in forme, tempi e strumenti diversi, ma le melodie orecchiabili che il cervello umano è in grado di apprezzare sono limitate. Per cui, se è già molto facile ricalcare le orme di altre canzoni quando si tenta di inventarne una nuova, pensate cosa succederebbe se tutti gli artisti utilizzassero gli stessi identici campionamenti per produrre musica!

Tag:cover, garageband, itunes, mp3, Musica, plagio, remix, Video, youtube
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Ago 6 2008

Da iTunes al Nokia Music Store: quando stringere accordi con gli operatori mobili può garantire il successo di un portale di musica digitale

Posted by Antonio Troise
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Nokia Music Store Se, ad oggi, iTunes, secondo la classifica pubblicata ieri dall’NPD Group, consolida il proprio primato nel mercato musicale americano per tutti i primi sei mesi del 2008 (proprio lo scorso 19 giugno Apple ha annunciato la vendita di cinque miliardi di brani attraverso iTunes Store), è anche vero che nei prossimi mesi vedranno la luce nuovi avversari a sfidare il gigante di Cupertino, anche nel settore degli operatori mobili italiani.

Wind e il TrackID

Tra questi spicca sicuramente Wind che con la sua classifica Summer Collection è in testa alla top ten dei cd, un catalogo di oltre 3 milioni di dischi e il recente lancio del cellulare Sony Ericsson W580im (imode) che include il servizio TrackID, con il quale se non si ricorda il titolo della canzone, la si può registrare per pochi secondi, per ricevere sul telefono il titolo, l’interprete e l’album, per poi decidere se acquistare le canzoni individuate dal telefono.

Nokia Music Store

Ma è noto che l’antagonista di Apple è Nokia che da poco ha aperto il suo Nokia Music Store, un portale accessibile sia da computer che da cellulare, che offre gli album di tutte le major e di molte etichette indipendenti, che permette di acquistare un album a 10 euro oppure di ascoltare i brani senza limiti a fronte di un canone di 10 euro al mese.

Forse, appunto per dare contro alla Apple, Nokia ha adottato il formato Windows Media Audio, per cui le canzoni scaricate non potranno essere ascoltate sugli iPod. Infine, un’altra grande limitazione, atta a favorire la Microsoft, è che il portale di musica attualmente supporta solo Windows XP o Vista ed è visibile solamente con Internet Explorer 6 e superiori.

L’importanza di stringere accordi con gli operatori mobili

Il problema, però, è che se si vuole scaricare una canzone dal proprio cellulare, oltre al costo del brano, si dovrà pagare anche i costi di banda al proprio operatore mobile. Ecco, perché, sono proprio questi ultimi a svolgere un ruolo chiave nella lotta al predominio della musica digitale. Infatti, Nokia, sta provando a stringere accordi con i principali operatori mobili italiani per consentire ai loro utenti di usare il Nokia Music Store senza alcuna spesa extra.

Apple, invece, non ha intenzione di stringere accordi con nessun operatore mobile per il business della musica e, se con l’iPhone è possibile collegarsi direttamente ad una versione light di iTunes, è anche vero che, al momento, è possibile farlo solo se si ha a disposizione una rete Wi-Fi e non attraverso la rete mobile. La domanda ora sorge spontanea: Apple, se vuole difendere il proprio impero di musica portatile, dovrà cedere agli accordi commerciali con gli operatori mobili o, come al solito, difenderà strenuamente le proprie strategia commerciali?

Quel che è certo è che, come confermano anche le ultime statistiche dell’NPD Group, sono in netto calo le vendite dei CD musicali nei negozi tradizionali, a dimostrazione del fatto che il consumatore sta passando gradualmente dal supporto fisico alla musica digitale, e ciò non farà altro che consolidare ulteriormente la posizione di testa della Apple!

Tag:Apple, banda, cellulare, iPhone, iPod, itunes, Mobile, mp3, Musica, nokia, wi-fi, Windows, wma
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Lug 18 2008

Le priorità sbagliate della Apple: perché le Playlist degli iPod e iPhone ancora non supportano la visualizzazione Cover Flow?

Posted by Antonio Troise
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Le priorità della Apple, spesso, non coincidono con quelle di migliaia di utilizzatori dei suoi prodotti. E’ recente la notizia, infatti, che secondo Greg Joswiak, uno dei responsabili dei prodotti Apple, la funziona copia/incolla nel iPhone 2G e 3G non è tra le priorità degli sviluppatori, nonostante, a gran voce, venga richiesto da molti clienti poiché considerato, a ragione, una grave mancanza per un terminale di fascia alta come l’iPhone. Purtroppo, però, questo non è l’unico caso in cui, nonostante certe funzioni siano basilari e molto richieste, non rientrano nella lista dei desideri stilata da Apple, che preferisce seguire la sua tabella di marcia.

Infatti, se avete un iPod Touch o un iPhone 2G/3G, forse vi sarete imbattuti in un difetto software quando è in modalità cover flow. Se provate ad entrare nella sessione “Musica” e selezionate, se le avete caricate da iTunes, una Playlist, questa viene visualizzata come una normale lista testuale di brani (senza visualizzare le copertine dei relativi album). Ora, se provate a ruotare in posizione orizzontale il vostro iPod Touch in modo che venga visualizzata la lista in modalità Cover Flow, con grande meraviglia, e andando contro alla semplicità e intuitività che contraddistinguono i prodotti Apple, scoprirete che verranno visualizzati tutti gli album presenti sul dispositivo, invece che filtrare solamente quella della Playlist selezionata (come funziona su iTunes per intenderci).

Coverflow

Il problema viene segnalato spesso sui forum sparsi per la rete, ma sinora la Apple a quasi due anni di distanza, non ha ancora ascoltato il feedback dei suoi utenti rimasti delusi da questa mancanza di funzionalità.
Questo problema è molto sentito da coloro che hanno copiato migliaia di brani sul proprio lettore mp3: il fatto di avere delle Playlist aiuta a filtrare rapidamente un certo genere di brani, e, come si può facilmente immaginare, scegliere un brano in modalità grafica rispetto a quella testuale risulta essere molto più intuitivo e veloce, anche perché, spesso, è più facile ricordare una canzone dalla copertina del suo album, piuttosto che dal suo titolo, a volte, poco mnemonico.

Coverflow iPod

Come, infatti, dice la stessa Apple:

Se un’immagine vale migliaia di parole, provate a pensare a tutto quello che potrebbero dire le illustrazioni della vostra collezione. Con Cover Flow, potete scorrere la vostra libreria di musica e video digitali proprio come fareste con i CD o i DVD.

Purtroppo, dato che la visualizzazione Cover Flow, mostra esclusivamente le copertine di tutti gli album che si hanno nel dispositivo (mettendo in primo piano la cover del brano che si sta ascoltando o dell’ultimo che si è ascoltato), ordinati solo per “Artista”, questa filosofia risulta essere, molto spesso, una grave limitazione del dispositivo. A cosa serve la visualizzazione Cover Flow se, per cercare un album devo scorrere con le dita centina di cover? Perché non è possibile ordinare le cover, per esempio, anche per data di inserimento o per classifica? In realtà, per risolvere quest’ultima mancanza, si ritorna al problema principale, perché basterebbe dare la possibilità al dispositivo di visualizzare la modalità Cover Flow anche sulle Playlist, dato che queste ultime possono essere create su iTunes con decine di parametri diversi.

E’ vero che spesso la Apple, ragionando di testa sua, è riuscita spesso a creare dei prodotti innovativi tali da stravolgere il mercato, imponendo uno nuovo standard, ma io credo che, ascoltare le richieste, ragionevoli a dir poco, dei suoi clienti, sia anche una cosa gradita, oltre che auspicabile, per una azienda che dice di mettere i propri utenti al centro delle proprio mondo e ha fatto del passaparola una ragione di vita.

Voi che ne pensate? Avete mai sentito la mancanza di questa funzionalità sul vostro dispositivo?

Tag:Apple, copertine, cover, coverflow, iPhone, iPod, itunes, mp3, Musica, Playlist
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Lug 3 2008

Il punto della situazione sulle droghe virtuali nei file audio e spiegazione sull’origine del software I-Doser e dei file DRG

Posted by Antonio Troise
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Twilight Zone Ricordo un episodio della serie di fantascienza “Ai Confini della Realtà” in cui gli alieni riescono a trasmettere per radio un segnale subliminale in grado di condizionare il genere umano, tanto da riuscire a modificare il suo DNA e trasformarlo, nel giro di pochi giorni, in una sorta di armadillo pseudo-umano. Lo scopo, si scopre alla fine dell’episodio, è quello di rendere l’umanità in grado di resistere alla radiazioni nucleari di una prossima Terza Guerra Mondiale, garantendo così la sopravvivenza della civiltà sulla Terra. Curiosamente è stato proprio a questo episodio che ho pensato quando il 1 Luglio, ho sentito al TGCOM, la notizia del I-Doser, la droga virtuale che si aggira nei file mp3.
Devo dire, però che, oltre a credere di stare vivendo in un racconto di fantascienza (nel cinema troviamo anche altri esempi, da Morte a 33 giri a Nirvana, in cui il protagonista Jimi Dini è un programmatore che per sbarcare i lunario spaccia anche programmi droghe), ho subodorato il solito allarmismo tipico dei giornalisti nei confronti di internet.

Se siete soliti andare nelle librerie, ogni tanto forse vi sarà potuto capitare di imbattervi in qualche CD New Age che è in grado di farvi rilassare in pochi minuti sfruttando qualche particolare frequenza sonora (battiti binaurali) che interagisce direttamente col nostro cervello, per favorire la meditazione, il sonno o curare il mal di testa. Ma non pensavo che l’ingegneria del suono fosse giunta al punto di creare addirittura delle droghe virtuali. Ma sarà tutta verità o forse è stata condita con troppi elementi creativi?

Le prime notizie

Il TGCOM asserisce che:

Il fenomeno si chiama I-Doser ed è nato negli Stati Uniti e sta sbancando in Europa, dove ha attecchito soprattutto in Spagna, per poi diffondersi in modo rapido anche negli altri paesi. Italia compresa.

Il problema è che nessuno dei miei amici e conoscenti era a conoscenza di questa particolare droga virtuale. Ma neanche i cibernauti della blogosfera, sempre informata di tutto, ne era al corrente. E ciò risulta strano, perché, di solito, se una cosa funziona, sul web ci mette 5 minuti a fare il giro del mondo, anche grazie a canali P2P. Ma anche se nel canali di file sharing è possibile trovare i file per i-Doser, perché nessuno ne ha mai parlato prima? E se era un fenomeno nascosto nei bassifondi di internet, perché parlarne su un telegiornale a diffusione nazionale, tanto da contribuire a diffondere la notizia in pochi giorni? Se il fenomeno è reale ma ancora relegato a pochi, perché parlarne così apertamente mettendo in pericolo i giovani che, si sa, sono curiosi e sicuramente saranno andati a scaricarsi qualche demo di dose?

Le prime apparizioni di I-Doser

Dalle mie ricerche ho scoperto che per esempio, su Yahoo! Answers se ne è parlato circa 3 mesi fa, ma il fenomeno si era fermato li. Su Youtube compare qualche video, presumo tutti frutto di messe in scena, e nel frattempo qualche sito di riferimento era nato, a partire da quello ufficiale in inglese I-Doser.com fino ad arrivare ai nostrani TarantoHipHop e NonApriteQuelPortale, che hanno tentato di spiegare il meccanismo dell’I-Doser.
Ma diciamoci la verità, se non si conosceva il termine, era quasi impossibile venirne a conoscenza!

Oggi, invece, tutti i maggiori quotidiani nazionali ne parlano apertamente, ovviamente copiandosi l’un l’altro, Il Messaggero, Il Tempo, il Corriere della Sera, Panorama e La Stampa.
E questi sono solo alcuni giornali, per non parlare poi della Blogosfera che ha fatto rimbalzare la notizia su più fronti e, più saggiamente della controparte mediatica, è molto più scettica delle conclusioni dei media!

Il principio di funzionamento di I-Doser

Tutti segnalano che l’allarme è stato lanciato dal GAT il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che ha scoperto la novità nei blog e nei forum dove i giovani si scambiano informazioni (forse è stata colpa di quel tizio che su Yahoo! Answers ha chiesto informazioni?)

Le nuove cyber droghe, infatti, sono normali file in mp3 (in realtà sono file GDR). “Agiscono sulle onde a bassa frequenza – ci spiega il colonnello del GAT Umberto Rapetto – soprattutto quelle che vanno dai 3 ai 30 hertz, ossia le frequenze della fascia di lavoro del cervello.
L’orecchio assorbe questi suoni che non riesce a distinguere e che, nella maggior parte dei casi, sono mescolati a musiche psichedeliche“.
Proprio perchè gioca con diverse lunghezze d’onda e perchè fatto di suoni impercettibili, se ascoltati da un solo orecchio, i file non producono alcun effetto. Di qui la necessità delle cuffie.

[…]

Per ora non è stato accertato quali danni possa arrecare la cyber-droga, nè se dia dipendenza. “Il fenomeno è agli albori”, afferma Rapetto. “Chi diffonde i file sostiene che non ci siano effetti collaterali, che le dosi provocano delle semplici sbornie, ma è bene che a stabilirlo siano i medici.

Ma come funzionano queste droghe virtuali? Una spiegazione semplice ci arriva dal solito sempre informato Paolo Attivissimo che ci spiega che:

Si tratta di binaural beat: due suoni, a frequenze udibili e riproducibili dalle cuffie normali, e leggermente differenti l’uno dall’altro come frequenza: per esempio, uno è a 300 Hz e l’altro è a 307. Ascoltati in cuffia, in modo che uno solo dei due suoni raggiunga ciascun orecchio, producono un terzo suono per battimento.
Per fare un paragone stiracchiato, è come se vi arrivasse un MI in un orecchio e un FA nell’altro e il vostro cervello generasse una nota che è la differenza fra il MI e il FA.

Secondo un’altra fonte sembra che:

Il sistema funziona sulla base dei cosiddetti ‘battiti binaurali‘ (dall’inglese: binaural beats) sperimentati sul cervello negli anni Settanta dal dr. Gerald Oster alla clinica newyorkese Mount Sinai, e che consistono nell’applicare frequenze herziane diverse ai due orecchi per stimolare il cervello a seconda della loro intensita‘. Le frequenze cerebrali vanno da 1 a 4 Hz per il livello Delta, quello del sonno profondo, fino ad un massimo di 30Hz allo stato vigile che corrisponde alla frequenza Beta, passando per Theta e Alfa, uno stato quest’ultimo di semiveglia usato nei sistemi di Controllo Mentale perche’ consente di sincronizzare i due emisferi potenziando l’attivita’ cerebrale.
Le ‘dosi’ proposte da I-Doser si ottengono applicando, con auricolari, alte frequenze asincrone ai due orecchi, per esempio 500 e 510 Hz rispettivamente, causando nel cervello un tono di 10 Hz cioe’ in pieno livello Alfa e favorendo cosi’ gli effetti di alterazione della percezione.

L’origine del software I-Doser e cosa sono i file DRG?

Tutti hanno parlato del I-Doser fino allo sfinimento ma non tutti conoscono bene quale sia la sua origine. Dovete infatti sapere che I-Doser altro non è che un rip di un programma Open Source (GNU GPL v2) chiamato Sbagen in grado di generare onde sonore per il cervello (Brain-Wave generating) capace di rilassare l’individuo che le ascolta. Questa applicazione usa dei preset file con estensione .SBG che possono essere suonati e registrati come file WAV.
Ovviamente dire che sono file MP3 è errato perché, proprio per la natura stessa del formato di compressione audio, usare dei file MP3 significherebbe tagliare la banda di frequenza usata per generare quei fantomatici effetti di cui tutti parlano.

Quello che dovete sapere, quindi, è che la società che ha creato I-Doser altro non ha fatto che rifarsi al modello del software Sbagen e, per evitare che chiunque potesse ascoltare più volte la stessa “droga”, hanno creato un preset file di tipo DRG, che altro non è che un file .SBG criptato e contenente anche uno screenshot e le informazioni sul contenuto della dose! Questo file, di solito, viene venduto ad un prezzo di 5-10 euro, dura circa 45 minuti e, nelle intenzioni dei suo creatori, si può ascoltare una sola volta (appunto come una droga), costringendovi, per ripetere l’esperienza, a ricomprare più volte le dosi.

In realtà, come spesso accade per tutto ciò che ha lucchetti digitali, prima o poi, qualcuno è riuscito a sbloccare le limitazioni dei software e, per questo, è facile trovare versioni craccate di I-Doser e delle dosi ascoltabili senza limitazioni, grazie anche all’ausilio del software open source Sbagen.

E’ solo suggestione come nei placebo?

Con questo articolo non invito nessuno a provare questa “esperienza” perché, oltre a non credere ai fantomatici effetti psicotropi, ho dei seri dubbi sulla effettiva non pericolosità di un ascolto cacofonico di lunga durata (una sessione, ricordiamo, dura circa 45 minuti) sia sull’udito che sul cervello umano.

Comunque, la maggior parte di chi li ha scaricati e ascoltati in cuffia, non ha percepito alcun effetto psicotropo, se non quello di una notevole irritazione (in gergo tecnico, orchiclastia), perché non è musica ma solo rumore fastidiosissimo.

C’è chi asserisce che tutto dipende dalla sensibilità alle onde binaurali della singola persona ma io sospetto che, semplicemente, dipenda dal grado di suggestionabilità individuale. Come nell’effetto placebo, credo che chi ascolta questo rumore di fondo, vedendo il nome della droga, si autosuggestioni e, magari, un semplice cerchio alla testa o uno stato confusionario prodotto dal rumore cacofonico, viene facilmente attribuito al effetto specifico della droga virtuale!

UPDATE: Il programma Le Iene è tornato sulla faccenda con un test pratico condotto su un gruppo di studenti e con un’intervista a Michelangelo Iannone, ricercatore del CNR.
Il lavoro delle Iene lascia ben poco spazio a dubbi sulla natura di quest’allarme gonfiato acriticamente dai media. Se i giudizi di Iannone sono lapidari, quelli degli studenti sono tombali. Il servizio è consultabile su Internet. (via attivissimo)

Tag:blogosfera, compressione, drg, fantascienza, i-doser, mp3, Musica, opensource, p2p, Radio, scienza, Software
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Giu 13 2008

Nintendo e Apple: due aziende innovative in grado di rischiare per proporre prodotti rivoluzionari. Come integrare la Wii con il Mac!

Posted by Antonio Troise
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Apple e Nintendo In molti ritengono che la nuova console Nintendo Wii è l’equivalente nel mondo dei videogiochi di quello che può essere un Mac nel mondo dell’informatica. Ed i motivi sono tanti, dal blasonato colore bianco della Wii e del DS (anche se ora Apple sta rivedendo lo storico colore con un più professionale grigio chiaro) alle idee innovative che stanno alla base delle tue aziende fino ad arrivare alla spregiudicatezza e al coraggio nel proporle in un mondo laddove nessuno si sognerebbe di stravolgere i successi del passato.

Per cui chi avrebbe mai pensato che un controller sensibile al movimento (Wii Remote Controller, Wiimote), che di per sé costituisce il maggiore distacco dagli ultimi venti anni di design di console, avrebbe avuto successo rispetto ai più tradizionali giochi con il joepad? O che una sorta di bianca pedana wireless con sensori di pressione (Balance Board) avrebbe fatto impazzire gli amanti del fitness?
Ugualmente, la Apple è leader nel settore dell’informatica laddove c’è da innovare, in un mondo tecnologico che da troppo tempo, contraddicendo forse se stesso, è stagnante dal punto di vista delle innovazioni software (Windows è rimasto presso a poco sempre lo stesso) e hardware (i computer, se non si considera l’aumento delle prestazioni dettato dalla inesorabile legge di Moore, sono rimasti sempre gli stessi casermoni con le stesse periferiche da anni).

A completare questa feeling che contraddistingue queste due aziende, è nato l’iPhone, che sembra quasi unire le filosofie di Apple e Nintendo, in un probabile e futuribile console portatile con sensori di movimento e grafica 3D!

iPhone Super Mario

Ed è da queste considerazioni che mi piace pensare che questa ipotetica alleanza per ciò che è bello e funzionale, per ciò che è rivoluzionario per la sua semplicità e immediatezza, possa far nascere qualcosa di nuovo.

DarwiinRemote

Pensate, per esempio, se poteste usare il controller remoto del Wii con il vostro Macbook. Ebbene, con DarwiinRemote tutto ciò è possibile perché, questo software open source, permette di integrare il controller della console con il sistema operativo OS X. Sebbene sia ancora in fase embrionale (originariamente inventato da un programmatore giapponese di nome Hiroaki nel Dicembre 2006, è giunto da poco alla versione 0.6), io l’ho provato con il mio Macbook Pro che l’ha subito riconosciuto e ha tracciato a video le coordinate che di volta in volta facevo assumere al controller wireless. In questo modo sono riuscito ad avviare le mie applicazioni preferite oppure ho potuto trasformare il Wiimote in un vero e proprio mouse senza fili ma che non si spostava solo su 2 dimensioni ma in 3 dimensioni!

Darwiin Remote

Una volta acceso il telecomando, attivato il bluetooth sul portatile e aperto il programma DarwiinRemote, l’applicazione vi mi ha chiesto di premere il pulsante 1 e 2 sul telecomando, e nel pannello principale si potevano vedere in un grafico xy tre righe (una verde, una blu e una rossa) che, indicando l’inclinazione del Wiimote, hanno iniziando a scorrere verso sinistra.

DarwiinRemote può essere usato in due modi diversi:

  • Mouse Mode On (Motion): permette di spostare il puntatore del mouse in base a come si inclina il telecomando. Attenzione, in questo caso non potrete semplicemente puntare sullo schermo ma dovrete ruotare a sinistra per far scorrere il puntatore in quella direzione.
  • Mouse Mode On (IR): in questo caso potrete semplicemente puntare sullo schermo per muovere il puntatore del mouse ma avrete bisogno di un oggetto che simuli la barra sensore da posizionare in prossimità del video

In pratica, il controller remoto della Wii può funzionare con e senza la barra sensore. Ovviamente per avere una più realistica simulazione di un mouse è necessario attivare la modalità Mouse Mode On (IR) che richiede la presenza della barra sensore o di qualcosa che in grado di imitarla, come una candela, insomma qualsiasi cosa che emetta radiazioni infrarossi. Il principio su cui si basa il funzionamento della barra sensore non mi era chiaro finché non ho letto questo articolo:

Chi possiede un Wii forse si chiederà se sia necessario collegare anche la barra sensore, la risposta è no. La barra sensore serve soltanto per la funzione di puntamento del Wiimote e inoltre è facilmente sostituibile da qualsiasi oggetto che emetta un certo tipo di infrarossi (come la fiamma di una candela).
E allora perché la barra sensore è collegata alla console Wii con un cavetto?
Quel cavo in realtà permette alla console di fornire elettricità alla barra sensore, tutto qua, infatti, la barra sensore non rileva la posizione del Wiimote. Essa si limita a irradiare un fascio di infrarossi, sarà poi il Wiimote a comprendere la direzione e il verso in cui sta puntando grazie a questa sorgente di infrarossi.
E’ un po’ come quando una nave (il Wiimote) vede in lontananza il faro (la barra sensore) e di conseguenza riesce a capire dove si sta dirigendo. Non è certo il faro a rilevare la posizione della nave.

Anche se il puntamento del mouse ancora non è molto preciso, DarwiinRemote potrebbe costituire una soluzione originale per effettuare delle presentazioni, oppure per risparmiare 19€ sull’acquisto del telecomando Apple Remote (visto che ora non è più incluso nei nuovi portatili in commercio).

Sofa Control

Se però non disponete di un controller Wii ma avete il piccolo telecomando di casa Apple, allora potete installarvi un simpatico software per Mac, Sofa Control (al prezzo di 15$) che vi permetterà di aprire programmi e muovere il cursore del mouse. L’uso del software è abbastanza semplice: tenendo premuto il tasto “play” del remote control potete entrare nella modalità mouse; se invece premete il tasto “menu” si aprirà la lista delle applicazioni che potete aprire.

Wii Transfer

A completare questa carrellata di integrazioni Wii-Mac, non posso che citare anche Wii Transfer 2.5.2 (al prezzo di 19$), che permette di sfruttare in maniera più efficiente tutte le funzionalità dell’originale console Nintendo. Una volta istallato, il programma sarà in grado di convertire filmati (la conversione della traccia audio non è supportata per formati MPEG-1 e MPEG-2 multiplexati), musica (accetta solo mp3) e foto nel formato compatibile con il Wii e trasferirli direttamente sulla SD card che verrà letta direttamente da Wii Photo Channel per visionare i filmati caricati.

Wii Transfer

Con l’ultima versione del programma è anche abilitata la possibilità di eseguire in streaming via Wi-Fi, dal Mac al Wii, file mp3, video e foto attraverso l’Internet Channel della console.

Tag:Apple, bluetooth, iPhone, legge-di-moore, mac, mp3, nintendo, wi-fi, wii_nintendo, wireless
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Mag 25 2008

Djay 2.1: aggiunge il supporto al multi-touch per mixare e fare lo scratch dei brani con le dita sul trackpad

Posted by Antonio Troise
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Multi-Touch Scratching & Mixing Ieri ho provato la versione 2.1 di DJay, un applicativo per Mac OS X che consente di mixare due brani musicali tra di loro in maniera davvero intuitiva e funzionale trasformando chiunque in un esperto djay virtuale. Nella sua prima versione, come molti ricorderanno, l’opera di tre studenti poco più che ventenni dell’università di Monaco, era freeware, ma oggi, oramai giunto ad una matura e professionale seconda release, il software costa 50$.

Caratteristiche

DJay Supporta archivi audio di tipo mp3, aiff, wav, aac (non protetto), caf: potete mixare su due piatti virtuali interattivi (che caricano le copertine iTunes delle vostre tracce) e, oltre ad integrarsi con GarageBand, è possibile anche registrare e trasmettere l’audio risultante in tempo reale attraverso un network Bonjour ad altri DJay connessi in rete . Djay supporta il Time-Stretching, Pitch-Shifting, ha un equalizzatore a 5 bande e permette l’automazione del Crossfade e del Mixer (quest’ultimo attraverso AppleScript). E’ possibile, inoltre, inserire tre Cue points per beat-juggling e fare Beat Counting manuale oltre che ad uno slider magnetico per la sincronizzazione beat automatica.

Djay
Mixare con le dita

Il tutto è gestibile completamente sia con il mouse che con la tastiera attraverso comode Shortcuts (abbreviazioni da tastiera). La versione 2.1 di Djay ha, però, aggiunto qualcosa di estremamente interessante che lo porta alla maturità dei software professionale che, in parte, può giustificare il costo del programma: il supporto nativo al trackpad multi-touch dei Macbook, Macbook Pro e Macbook Air!
Infatti, ora, Djay è in grado di usare un nuovo set di gestures delle dita per controllare l’interfaccia, che vi permetterà di fare lo scratch delle tracce audio, applicare effetti ed eseguire dei virtuosi crossfade soltanto con due dita!

Ma per avere una idea più chiara, guardate questo video demo:

Sul sito della compagnia è presente una pagina dedicata alla nuova caratteristica di Djay 2.1 che illustra nel dettaglio la lista delle gestures disponibili.
Eccole nel dettaglio.

Two-finger scratching & mixing

Muovendo sul trackpad due dita orizzontalmente, verrà effettuato il crossfader tra due brani, mentre se si muovono verticalmente le dita, verrà effettuato il classico scratch, il tutto in maniera perfettamente sincrona con i movimenti delle dita.

Three-finger gestures

Per chi dispone, invece, dei nuovi Macbook Pro o un Macbook Air, sono anche disponibili le gestures a tre dita che vi permetteranno di effettuare transizioni (con il movimento orizzontale) e forwardspin/backspin (con il movimento verticale).

Controllo Multi-touch avanzato

Infine, per i veri professionisti, è disponibile anche la possibilità di aggiungere una combinazione di tasti insieme al controllo a due dita:

  • Tenendo premuto ⌘ (il tasto MELA) e muovendo verticalmente le dita (su e giù) è possibile spostarsi in avanti e indietro nel brano che si sta ascoltando.
  • Tenendo premuto ⌥ (il tasto ALT) e muovendo verticalmente le dita (su e giù) è possibile fare del pitch-bend
  • Tenendo premuto ⇧⌥ (il tasto MAIUSC+ALT) e muovendo verticalmente le dita (su e giù) è possibile fare del pitch-bend e aggiustare il master-speed
  • Tenendo premuto ⌥ (il tasto ALT) e muovendo orizzontalmente le dita (destra e sinistra) è possibile fare del pre-cueing crossfader

Insomma, con questa nuova versione sembra davvero di stare davanti a due piatti di un mixer!

Tag:Apple, djay, itunes, mac, Mac os x, macbook, mp3, Musica, shortcuts, Software, trackpad, Video
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Mag 5 2008

Quando dalla blogosfera nasce una canzone dedicata all’addio di BlogBabel sulle note di A Te di Jovanotti

Posted by Antonio Troise
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Ritengo che uno dei modi migliori per esprimere i propri pensieri e sentimenti sia quello di farlo in musica. Certo, non tutti sono bravi: bisogna sapere suonare, essere intonati e mettere insieme qualche parola tanto da strappare via una lacrima o, magari, un sorriso. Una canzone che faccia sorridere, però, è difficile da fare e ancora di più se è rivolto a tutto quel mondo più o meno misterioso e più o meno famoso che è insito nella blogosfera.
Ma questa volta qualcuno ha creato un piccolo capolavoro… niente di eccezionale… ma è stato capace in pochi secondi di strappare un sorriso a me e a tutte le persone a cui l’ho proposto (s’intende blogger ovviamente). L’argomento è la ormai famosa dipartita di BlogBabel: su internet troverete decine di articoli che ne parlano ma nessuno lo ha fatto come Nemo perché, diciamoci la verità, che lo amavate oppure lo odiavate, faceva pur sempre parte della nostra vita di blogger e tutti i giorni ci ritrovavamo a parlarne. E l’autore del testo di questa canzone, sulle note di A te di Jovanotti, ci è riuscito in pieno, fino a trasformarla in uno scherzoso e ammiccante inno a BlogBabel, forte anche della potenza emotiva dell’ultimo successo di Lorenzo Cherubini.
E ora non mi resta che lasciarvi all’ascolto di questa canzone di Antonio Amato e poi magari ditemi cosa ne pensate:

Per chi è al lavoro e non può permettersi di ascoltare il brano, o per chi magari vuole seguire meglio la canzone, ho pensato di fare cosa gradita riportarvi il testo integrale della canzone.

A te che sei l’unica al web
L’unica ragione
Per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio post
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro

A te che mi hai trovato
In classifica con pochi link
Con il mio feed contro il muro
Pronto a difendermi
Con pochi post
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come grillo
E mi hai portato con te

A te io mando un trackback
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio blog
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro il web
Come aggregatori

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei

A te che sei la mia BlogBabel la mia BabelBlog
A te che hai preso il mio tumblr e ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al link senza misurarlo
A te che sei la mia BlogBabel la mia BabelBlog.

A te che io ti ho visto piangere nella tua homepage
Fragile che potevo ucciderti
Querelandoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano il tuo sito
E trascinarlo in salvo

A te che mi hai insegnato i meme
E l’arte della cordata
A te che credi nella classifica
E anche nella sua abiura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei

A te che non ci piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della blogosfera si concentrano in te
Che sei un tracker, una classifica, un aggregatore
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano

A te che sei l’unica classifica
Che io posso avere
l’unico elenco che vorrei
Se non ti avessi con me

A te che hai reso il mio sito bello da morire
Che riesci a rendere il bloggare un immenso piacere

A te che sei la mia BlogBabel la mia BabelBlog
A te che hai preso il mio tumblr e ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al link senza misurarlo
A te che sei la mia BlogBabel la mia BabelBlog.

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei

A te che sei
Semplicemente sei
Compagna dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei

Tag:Blog, blog-power, blogbabel, blogosfera, mp3, Musica
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