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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Giu 23 2008

Cosa è la tecnica dello Skimming video?

Posted by Antonio Troise
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Il termine inglese Skimming può assumere diversi significati a seconda del contesto in cui si trova. La sua traduzione letterale è “scrematura” e viene solitamente utilizzato per indicare un metodo di lettura veloce di un testo con lo scopo di farsi un’idea del contenuto di un brano. Ma la parola Skimming è entrata nell’immaginario collettivo anche come sinonimo di “furto elettronico“, poiché può anche intendersi come la scrisciata del bancomat o della carta di credito nel POS o ATM.
In ultima analisi, la parola Skimming è recentemente entrata anche nel gergo informatico, dopo che la Apple lo ha adottato, come si legge anche nella Guida Utente di iMovie 08 per i sui prodotti di punta della suite iLife ’08: ovvero, iMovie e iPhoto.

Lo Skimming di iMovie ’08

Infatti, invece di usare il più comune e forse più adatto termine scrubbing, ovvero quella tecnica usata nel settore video che permette di scorrere un video fotogramma per fotogramma, spesso attraverso lo spostamento del mouse sulla timeline, per verificare in dettaglio i risultati del videoediting, ha preferito stravolgere le carte in tavola, imponendo un nuovo standard terminologico, forse perché convinta che il termine scrubbing sarebbe stata considerato troppo tecnico per il pubblico a cui si rivolge iMovie.

iMovie Skimming

In pratica, quindi, analogamente allo scrubbing, la tecnica dello skimming consente di visualizzare velocemente il contenuto di un clip, semplicemente scorrendo il cursore del mouse su di esso. Questa funzione, prevede, ovviamente una pre-analisi di tutti i clip video importati, che può richiedere anche diversi minuti, a seconda della lunghezza del filmato, ma indubbiamente la lunga attesa viene presto premiata perché è molto comodo poter scegliere rapidamente dalla libreria gli spezzoni di clip interessanti da utilizzare nel vostro progetto, semplicemente esplorando col mouse e riproducendo istantaneamente la parte di video che si vuole in qualunque momento, rendendo le operazioni di montaggio video davvero alla portata di tutti. Inoltre, la velocità di riproduzione si adatta alla velocità con cui muovete il cursore, consentendovi di sentire anche l’audio contenuto in esso.

Per avere una idea di questa tecnica, vi consiglio di vedere questo filmato di presentazione di iMovie ’08:

Lo Skimming di iPhoto ’08

Lo stesso effetto si ritrova anche su iPhoto: gli eventi sono rappresentati da un immagine del gruppo (che può essere modificata in qualsiasi momento premendo la barra spaziatrice sull’immagine desiderata), passando con il mouse su di essa si scorrono all’interno della stessa cornice, le altre foto appartenenti all’Evento con un effetto che Apple chiama “skim”: comodo per dare un’occhiata veloce al gruppo, ma sostanzialmente poco utile se questo è molto numeroso, dato che lo scorrimento diventerà troppo rapido.

iPhoto Skimming
Tag:Apple, clip, foto, ilife, imovie, iphoto, montaggio, mouse, skimming, Video
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Mag 16 2008

Perché le 2 porte USB dei Macbook e Macbook Pro sono alimentate diversamente e quale scegliere per far funzionare correttamente alcuni hard disk portatili

Posted by Antonio Troise
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Non ci avevo mai fatto caso fino a quando non ho comprato un hard disk portatile da 2,5” USB 2.0 autoalimentato da 250 GB. Fino a quel momento avevo sempre collegato a una qualsiasi porta USB del mio Macbook Pro un hard disk da 160 GB e uno da 60 GB e non avevo avuto alcun problema: qualsiasi fosse stata la sua formattazione, riuscivo ad alimentare e a leggere/scrivere sull’hard disk portatile semplicemente collegandolo ad una qualsiasi delle due porte USB 2.0 del mio laptop (anche se non era collegato direttamente ad una presa di corrente).

Ma dopo l’acquisto di un hard disk da 250 GB le cose sono cambiate e ho iniziato ad avere qualche problema di funzionamento: se inizialmente pensavo ad un difetto di fabbricazione del dispositivo di memorizzazione, poi ho iniziato ad individuare una costante nel suo comportamento. Normalmente sono solito collegare un mouse USB sulla porta posizionata a destra del mio Macbook Pro, e quindi, tutti i dispositivi di archiviazione, se non sono firewire, li devo per forza di cose collegare alla porta USB posizionata alla sinistra del mio portatile. Ma quando ho iniziato a collegare a questa stessa porta, il nuovo hard disk da 250 GB, ho cominciato ad avere i primi problemi: il led di alimentazione si accendeva ma si udiva il caratteristico Clak-Clak tipico di una alimentazione insufficiente, come se la testina non riuscisse a spostarsi correttamente sul disco, e, ovviamente, la periferica non veniva montata da Mac OS X.

Il bello era che, quando spostavo il mio nuovo dispositivo di storage dalla porta USB 2.0 sinistra del mio Macbook Pro a quella di destra, non avevo alcun problema e l’hard disk riprendeva a funzionare correttamente.
La prova del nove l’ho avuta quando, spostandolo sulla porta sinistra, e collegandolo con un cavo con doppia USB (di quelli, cioè, che prendono l’alimentazione da due porte USB), l’hard disk riprendeva a funzionare anche sulla porta di sinistra: peccato che questa soluzione è alquanto scomoda poiché mi occupa entrambe le porte USB!

E’ stato così che ho capito che non tutte e due le porte USB 2 presenti sui MacBook sono uguali!

Devo dire che, di solito, i problemi di scarsa alimentazione si verificavano quando si usavano le vecchie porte USB 1.1 (che quindi avevano bisogno di utilizzare una fonte aggiuntiva) mentre con le porte USB 2.0 non mi era mai capitato.

A conferma delle mie ipotesi è venuto anche un articolo del giornalista del mondo Mac, Andy Ihnatko, che ha rivelato la scoperta della stranezza nella puntata 88 di MacBreak Weekly. Ma sono state molte le segnalazioni di utenti Mac con questo genere di problemi.

Da alcune prove fatte con il mio Macbook Pro e da quelle fatte da setteB su un Macbook, sembra, quindi, che Apple abbia creato una porta USB 2 “diretta” ed una USB 2 “condivisa”. Il risultato è che, finché i dispositivi USB collegati non hanno bisogno di una tensione troppo elevata, le porte sono perfettamente uguali e funzionanti. Ma nel momento in cui avrete bisogno di una tensione un po’ più superiore alla norma (e probabilmente gli hard disk portatili da 250 Gb e 320 GB rientrano in questa categoria), allora potrete usare una sola porta USB!

Ma ecco nel dettaglio (grazie all’ausilio del System Profiler) per il Macbook e il Macbook Pro, quali porte usare per dispositivi USB che richiedono tensioni di alimentazioni superiori alla norma.

Le differenti alimentazioni delle porte USB 2.0 del Macbook
Macbook

Se avete un Macbook e avete qualche accessorio USB non ben funzionante (hard disk, pen drive, microfoni USB o anche iPod) dovete avere cura di preferire sempre la porta B e non la A, visto che questo che potrebbe non fornire tutta l’alimentazione necessaria.

Macbook Ports

La cosa interessante è che sui laptop della generazione “precedente”, come il compatto PowerBook da 12 pollici, questo non accadeva, ed entrambe le porte USB 2 risultavano indipendenti.

Nel caso, quindi, avete un Macbook, è possibile verificare le affermazioni precedenti semplicemente collegando un mouse USB sulla porta A e aprire System Profiler per rendersi conto che il dispositivo condivide il bus USB con la tastiera e il trackpad

Macbook System Profiler A

mentre ciò non accade (ed il mouse risulta come dispositivo indipendente) se lo colleghiamo alla porta B.

Macbook System Profiler B
Le differenti alimentazioni delle porte USB 2.0 del Macbook Pro
Macbook Pro

Se avete un Macbook Pro e avete qualche accessorio USB non ben funzionante (hard disk, pen drive, microfoni USB o anche iPod) dovete avere cura di preferire sempre la porta B (ovvero quella posta ala vostra destra) e non la A (ovvero quella posta alla vostra sinistra), visto che questo potrebbe non fornire tutta l’alimentazione necessaria.

Macbook Pro Ports

Anche in questo caso, se avete un Macbook Pro, è possibile verificare le affermazioni precedenti semplicemente collegando un mouse USB sulla porta A e aprire System Profiler per rendersi conto che il dispositivo condivide il bus USB con il Bluetooth USB Host Controller (e non, come avveniva con il Macbook, con la tastiera e il trackpad).

Macbook Pro System Profiler A

mentre ciò non accade (ed il mouse risulta come dispositivo indipendente) se lo colleghiamo alla porta B.

Macbook Pro System Profiler B
Tag:alimentazione, Apple, drive_usb, hard-disk, iPod, laptop, mac, Mac os x, macbook, macbook pro, mouse, portatile, storage, trackpad, Tutorial, usb, usb-2.0
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Mag 15 2008

Tips Mac: Come configurare il doppio tap sui Macbook per attivare il tasto destro del mouse e visualizzare il menu contestuale

Posted by Antonio Troise
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Come tutti avrete notato, i portatili Apple sono provvisti di un solo lungo tasto sul trackpad, il che rende un po’ più macchinoso la visualizzazione dei menu contestuali: se, per chi possiede un normale mouse, è sufficiente cliccare con il tasto destro, per chi usa solamente il trackpad del proprio portatile Apple, occorrerebbe usare la combinazione CTRL+Click per ottenere il click secondario (cosa peraltro scomoda per i mancini visto che il tasto CTRL si trova sul lato opposto a quello della mano più comoda e sono privi di una corrispettivo tasto sul lato destro della keyboard).

Dalla versione 10.4.7 di Mac OS X è possibile sfruttare in tutte le sue potenzialità il trackpad dei Macbook, in particolare è possibile abilitare il secondo tasto virtuale facendo semplicemente sul trackpad un tap con due dita.

Purtroppo, non tutti sanno che questa funzione non è abilitata di default e perciò viene ignorata dai più: di solito, le impostazioni di base di tutti i portatili prevedono solo lo scrolling verticale o orizzontale delle pagine scorrendo le due dita sull’area del trackpad. Per attivare, invece, il clic secondario facendo tap con due dita, occorre andare in “Preferenze di Sistema > Tastiera e Mouse > Trackpad” e spuntare l’opzione “Premi il trackpad con due dita per ottenere un click secondario“.

Doppio Tap su un Macbook

A questo punto sarà possibile, semplicemente poggiando due dita sul trackpad attivare il “CTRL+Click” o ogni altra funzione abbinata al tasto destro delle applicazioni (ovvero facendo tap con indice e medio).

Bisogna però porre attenzione ad un piccolo dettaglio: occorre, infatti, sempre spuntare nella finestra di configurazione del trackpad, anche la voce “Fare clic per” altrimenti la voce “Premi il trackpad con due dita per ottenere un clic secondario” diventerà “Per i clic secondari, poggia due dita sul trackpad e poi fai clic sul tasto“.

Doppio Tap con Click su un Macbook Pro

Questo significherebbe, infatti, che per ottenere un clic secondario (l’equivalente del tasto destro del mouse) e quindi visualizzare i menu contestuali, sarebbe necessario, oltre che poggiare due dita sul trackpad, anche fare click sul tasto! Insomma, in quest’ultimo modo l’operazione sarebbe più scomoda, oltre che innaturale e anti-intuitiva rispetto a quella del doppio tap sul trackpad.

Tag:Apple, mac, macbook, macbook pro, mouse, tap, Tips, trackpad
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Feb 22 2008

KatMouse: fare lo scrolling delle finestre in secondo piano su Windows

Posted by Antonio Troise
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Ecco un programma freeware che consiglio a tutti i possessori di un PC con Windows e che, una volta installato, non potrete più farne a meno: si chiama KatMouse e tra le sue funzionalità, permette di eseguire lo scroll delle finestre in secondo piano. Sembra una cosa da nulla ma se lo provate, tra praticità e risparmio di tempo, troverete sicuramente degli indubbi benefici.

Ho scoperto il vantaggio di una simile utilità da quando ho iniziato ad usare Mac OS X 10.5 Leopard: infatti, da quest’ultima versione del sistema operativo di casa Apple, è stata abilitato il supporto alle finestre unfocused, ovvero non selezionate. In pratica, se il vostro cursore è su una finestra, è possibile scrollare a piacere con la rotellina centrale del mouse, anche sulle finestre non selezionate.
In questo modo potete leggere e scrollare una pagina web posta magari in secondo piano rispetto al vostro programma di messaggistica istantanea, oppure potete consultare un PDF in secondo piano mentre state scrivendo un articolo sul vostro blog oppure, ancora, potete scorrere un tutorial su Photoshop mentre lavorate con il programma di grafica senza per questo dover ogni volta spostare il focus delle finestre.

Le possibilità sono infinite e, quando per lavoro, mi sono ritrovato su una macchina Windows, ho sentito la mancanza, oltre che di Exposè (rimpiazzabile su Windows con il poco fluido graficamente iEx o il più bello ma poco preciso SmallWindows oppure con il solo per Vista My Exposé), anche dello scroll delle finestre in secondo piano.
Fortunatamente ho scoperto KatMouse, un programma freeware (in lingua inglese e funzionante con Windows 2000/XP/Vista) che permette lo scrolling con la rotellina centrale del mouse sulle pagine in background, senza passare da un documento all’altro.

KatMouse

Ma il leggerissimo KatMouse fa anche molto di più: è possibile, infatti, personalizzare il tasto centrale del mouse in modo da riordinare le vostre finestre, passando da un’applicazione all’altra, con la semplice pressione del tasto centrale. Inoltre è possibile personalizzare a piacimento il livello di scroll anche per singole applicazioni.

Tag:expose, Mac os x, mouse, Tips, Windows
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Dic 27 2007

Wireless Mighty Mouse: funziona su tutte le superfici ed è possibile scegliere se inserire una o due batterie!

Posted by Antonio Troise
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Wireless Mighty Mouse Da un paio di giorni sto usando il mouse wireless della Apple, il famoso Mighty Mouse, e devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso per un paio di sue caratteristiche.
La prima consiste nel fatto che è usabile su qualsiasi superficie lo appoggiate, omogenea e non: avendo un portatile ho sempre avuto l’esigenza di usare un mouse ottico perché il touchpad sono solito usarlo solo in condizioni estreme (come quando appoggio il notebook sulle ginocchia e su una sedia) dato che, per come lo uso io, non mi trovo molto comodo ad usare le dita per scorrere il cursore sullo schermo, anche se quello progettato dalla casa di Cupertino è geniale: per attivare i tasto destro basta fare un tap con due dita mentre per scorrere una pagina è sufficiente scorrere le due dita sull’area del touchpad (talmente comodo che ogni volta che uso portatili non Apple, rimpiango queste funzioni).
Ma tornando al mouse, devo dire che prima di usare il Mighty Mouse ne ho provati davvero tanti di mouse ottici con filo e su 7 modelli con filo che avevo a casa (non ne faccio una collezione) solo uno soddisfaceva le mie necessità: ovvero quello di funzionare su qualsiasi superficie, dalla tovaglia colorata, al piano in legno. Ho anche provato il mouse con cavo della Apple che forniscono in dotazione con l’iMac, ma anche questo su una superficie non omogenea aveva bisogno di un tapettino per scorrere sullo schermo correttamente. E questo è strano perché dovrebbe essere sempre della stessa famiglia dei Mighty Mouse.
Invece la versione wireless del Mighty Mouse è davvero eccezionale perché funziona davvero ovunque e su qualsiasi superficie lo poggiate. Provare per credere!

Mighty Mouse funziona indifferentemente con una o due batterie AA

La seconda caratteristica che mi ha sorpreso è stata una sua peculiare scelta tecnica. La prima volta che aprite la confezione vi troverete di fronte due batterie Energizer al litio di tipo AA non ricaricabili. Se le scartate e quindi provate ad inserirle nel apposito alloggiamento del mouse (dopo aver rimosso la copertura inferiore) noterete che le polarità non vengono invertite e le batterie andranno inserite entrambe con i poli + in alto! All’inizio ho pensato ad una scelta costruttiva che forse aveva lo scopo di semplificare l’inserimento delle pile: ci avrebbe pensato, poi, la circuteria interna ad invertire le polarità!

Mighty Mouse

Leggendo, però, il manuale ecco, invece, cosa scopro nella sezione “Informazioni sulle batterie”:

Mighty Mouse è fornito con due batterie AA al litio non ricaricabili. Le batterie al litio forniscono un’autonomia maggiore tuttavia puoi utilizzare anche batterie AA alcaline o ricaricabili. Il mouse funziona con una o due batterie installate. Per ridurre il peso del mouse, installa una sola batteria; per aumentare l’autonomia della batteria tra una sostituzione e l’altra, installane due.

Devo dire che non mi ero mai trovato dinanzi alla possibilità di poter scegliere se usare una o due batterie. Io ho scelto di lasciare entrambe le batterie nel mouse, dato che il mouse non mi sembra eccessivamente pesante e, inoltre, perché ritengo molto importante l’autonomia della batteria, autonomia che può essere tenuta sotto controllo verificando il livello della batteria da Preferenze di sistema -> Tastiera e Mouse -> Bluetooth.

Il minimalismo che si è fatto mouse

Mighty Mouse Inutile dire che il design di questo mouse completa il quadro di soddisfazione generale che ho avuto durante le prime prove; certo, sicuramente ne esisteranno di più ergonomici, ma direi che quelli di Cupertino hanno fatto del minimalismo una vera scelta di vita. La superficie del Mighty Mouse è bianca opaca con un logo apple impresso sul suo dorso. Possiede una pallina scorrevole che permette all’utente di navigare in tutte le direzioni, non come le comuni rotelline che scorrono soltanto in due direzioni. Infine possiede due pulsanti laterali che permettono di lanciare applicazioni oppure di eseguire funzioni proprie del software Apple, come Dashboard ed Exposé. Questi due bottoni non sono usabili separatamente e la Apple spiega che devono essere premuti contemporaneamente, o come dicono loro, semplicemente “spremendo” il vostro mouse!
Una particolarità dei mouse su Mac OS X è quello che di default il sistema operativo è configurato in modo da non riconoscere il click destro, per non confondere i principianti. Per farlo occorre abilitare la funzione da Preferenze di sistema -> Tastiera e Mouse -> Mouse.

Voi che mouse usate? Ho letto di gente che lo usa da mesi 8-10 ore al giorno e si ritrova ancora il livello batterie al massimo. Mi confermate? Quanto dura a voi il mouse wireless?

Tag:Apple, bluetooth, mac, mouse, wireless
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Giu 2 2007

Come usare il proprio cellulare come un mouse senza fili bluetooth

Posted by Antonio Troise
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Come usare il proprio cellulare come un mouse senza fili bluetooth Molti criticano i cellulari moderni perché fanno tutto tranne che quello per cui sono nati: ovvero telefonare! In effetti, si assiste sempre più spesso all’invasione di telefonini con 2-3 GB di Memoria magari espandibile, con fotocamere e videocamere evolute, supporto a giochi java j2me e symbian, navigatore gps incorporato, browser internet e quant’altro la vostra immaginazione può tirar fuori dal cappello a cilindro della tecnologia.

Questa volta, però, sono rimasto sorpreso dall’ingegno di un programmatore Java che ha realizzato qualcosa di talmente banale che nessuno sin’ora ci aveva mai pensato. Usare un normalissimo cellulare come un mouse senza fili, sfruttando la sua fotocamera come sensore ottico e la connessione bluetooth al posto del fastidioso filo. Addirittura è possibile personalizzare i tasti destro a sinistra del mouse con quelli della tastiera del telefonino.

Nel video di prova è stato usato un Nokia 6230i ma, essendo il programma realizzato in Java, è facilmente portabile su qualsiasi cellulare con fotocamera e bluetooth che supporti questo linguaggio (oramai requisiti standard per qualsiasi telefonino).

Il progetto è ancora in fase di sviluppo, peccato però che oltre a questo video, non è stato reso ancora disponibile alcun sorgente o eseguibile del programma!

Tag:bluetooth, cellulare, java, mouse, nokia
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Mag 2 2007

Accessori per Mac mini Apple: switch KVM per monitor, tastiera e mouse. Hub Usb 2 e Firewire. Hard Disk Iomega

Posted by Antonio Troise
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Switch KVM Apple In attesa degli oramai imminenti rilasci di nuovi hardware nel mondo Apple, sto valutando l’acquisto tra un Mac mini e un Macbook.
Attualmente il Mac mini sta avendo la meglio per il semplice fatto che è estremamente piccolo e compatto (l’ho visto in azione all’Apple Store e devo dire che è molto performante e silenzioso, nonostante però monti una scheda grafica inferiore a quella di un Macbook) e che lo potrei collegare direttamente in HDMI con il mio televisore LCD a 32 pollici a mo’ di monitor.

Il ridotto ingombro del Mac mini incoraggia, di fatto, gli utenti Mac e PC ad aggiungerlo alla propria dotazione invece che acquistarlo per una sostituzione. Inoltre la decisione di Apple di fornirlo in versione BYOKVM (con un acronimo inventato da Steve Jobs che significa sceglietevi da soli Tastiera, Video e Mouse), porta l’utente, ed è forse questo l’aspetto più interessante, a collegarlo ad un classico monitor di un PC, ad una tastiera e ad un mouse, riciclando così i componenti informatici che oramai in moltissime case sono presenti!

Il bello, però, è che si può anche usare contemporaneamente un PC e un Mac mini in una innovativa soluzione ibrida e multipiattaforma. Vi starete certamente come: ebbene la risposta è usando un commutatore KVM!
KVM è una sigla nel cui acronimo troviamo le iniziali delle periferiche più importanti per l’I/O o meglio per l’interfacciamento con il proprio Mac o PC: Keyboard (tastiera), Video e Mouse.

In pratica il KVM è uno “switch”, un commutatore che permette di effettuare il passaggio da un computer all’altro mantenendo un limitato set di periferiche di interfaccia: con una sola tastiera, mouse e video potete controllare di volta in volta due Mac diversi, un Mac ed un PC o molti di questi insieme.

Tag:Apple, commutatore, firewire, hard-disk, hub, iomega, kvm, mac, macmini, monitor, mouse, pc, switch, tastiera, usb, usb-2.0
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