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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Ott 9 2008

Come fare il backup di un blog su Tumblr o fare una copia di qualsiasi blog Tumblr pubblico da consultare offline. Gelato CMS il clone installabile di Tumblr

Posted by Antonio Troise
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Tumblr Tumblr è la più famosa piattaforma di microblogging, una forma di pubblicazione costante di piccoli contenuti in Rete, o, più precisamente di tumblelog (o tlog), una variante del blog, che favorisce una forma abbreviata arricchita da multimedialità, rispetto a quelli che sono i lunghi editoriali frequentemente associati ai blog. La forma di comunicazione comunemente usata include collegamenti, fotografie, citazioni, dialoghi di chat e video. A differenza dei blog questo formato è frequentemente usato dall’autore per condividere creazioni, scoperte, esperienze senza la necessità di commentarle.

L’usabilità di un blog su Tumblr

Anche io ho un piccolo tumblr (Levysoft’s tumblelog) che aggiorno salturiamente e lo uso, come una sorta di contenitore di cose che trovo in giro per la rete, curiosità, news, foto o video, che non approfondisco o pubblico sul mio blog, ma che mi hanno comunque interessato. In tal modo, in qualche modo, riesco, almeno virtualmente, a preservare memoria di quello che trovo interessante.
Ma quando i micropost aumentano, a volte risulta davvero difficile la consultazione, perché bisogna andare alla ricerca di una determinata notizia tra le varie pagine del proprio tumblr. Certo, esiste la possibilità di ricercare una determinata parola dal relativo modulo di ricerca (oppure accodando alla url “http://yourname.tumblr.com/search/” la chiave di ricerca desiderata), ma è anche vero che non è possibile consultare il proprio tumblr in modalità offline. Inoltre, ammettiamolo, c’è sempre la remota possibilità che i propri dati vengano persi e, siccome, a differenza di WordPress o Blogger, non è ancora stato previsto ufficialmente alcuna funzione di esportazione e/o importazione del proprio tumblelog (anche semplicemente per spostarlo su una diversa piattaforma di blog), dedicare il proprio tempo per mesi a popolare un sito per poi vederselo sparire all’improvviso, è una eventualità che nessuno vorrebbe vivere, perché in quelle pagine, ognuno di noi ritrova una piccola parte di se stessi.

Backup dei feed rss di un blog Tumblr

Per sopperire a questo problema tempo fa risolsi questo problema, iscrivendo il mio lettore di feed reader al RSS del mio blog tumblr (del tipo feed://yourname.tumblr.com/rss). In tal modo, siccome gli articoli vengono pubblicati integralmente sul feed rss, in qualche modo riuscivo a fare una sorta di backup e di database degli articoli pubblicati.

Tumble-log Backup

Ma esiste anche una modo più semplice: usare Tumble-log Backup, un tool online gratuito, che consente di creare un backup dei post pubblicati su Tumblr in un unico file html. Sarà sufficiente inserire il nome del proprio blog (funziona anche se è ospitato su domini personalizzati), decidere il numero dei post da copiare (vengono suggeriti un numero non superiore a 500 ma credo non esista un limite di articoli), e Tumble-log Backup si occuperà di creare una singola pagina web che verrà caricata con tutti i testi, foto, audio e video del proprio blog, in ordine cronologico, dal più recente al più vecchio, con la possibilità di selezionare solo uno o più tipi di elementi.

Tumble-log Backup

Una volta terminato il caricamento della pagina (che impiegherà un tempo variabile a seconda delle dimensioni del tumblr da backuppare) sarà possibile salvare la pagina html appena creata con il proprio browser.

Certo, non stiamo parlando di uno strumento in grado di effettuare un vero e proprio backup tale da poter essere ripristinato su qualsiasi altra piattaforma, ma la cosa interessante è che possibile utilizzare questo tool online per salvare una copia virtuale offline, da leggere con calma, di qualsiasi tumblr pubblico.

Gelato CMS il clone installabile di Tumblr

Gelato CMS Se, però, volete avere il completo controllo del vostro microblog, senza però dovervi affidare a servizi di terzi parti (che, diciamoci la verità, possono chiudere da un giorno all’altro senza l’obbligo di fornirvi un backup) ma non volete rinunciare alla semplicità di Tumblr, allora potete installare sul vostro sito, Gelato CMS, un perfetto clone di Tumblr, sia nelle sue funzionalità che nei temi usati.
Gelato è un CMS Open Source, sviluppato in Messico, costruito attraverso l’utilizzo di codice Ajax, Php e MySQL, che sembra avere tutte le carte in regola per essere il corrispettivo di WordPress.org per quel che riguarda i tumblelog. Il vantaggio rispetto a Tumblr è quello di avere una community di sviluppo attiva in grado di apportare numerose novità e miglioramenti, grazie anche all’introduzione dei plugin.

UPDATE 2017: Un modo molto veloce per effettuare il backup di un blog Tumblr da riga di comando è scaricare Tumblr Utils e lanciando il seguente script in Python:

./tumblr_backup.py nome-blog

è possibile scaricare in pochi minuti articoli e media (foto e video) dal proprio blog.

Tag:articoli, backup, Blog, cms, export, feed, feedreader, microblogging, rss, tumblelog, tumblr, Wordpress
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Feb 20 2008

Memetracker: riflessioni su come tastare il polso della blogosfera italiana e sui meccanismi che la muovono alla ricerca di una blogosfera costruttiva

Posted by Antonio Troise
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Ogni tanto mi piace dare un’occhiata al memetracker di Blogbabel, tanto per tastare il polso della blogosfera italiana e vedere quali sono le ultime discussioni affrontate tra i blog.
Ebbene dopo qualche giorno ho capito alcune cose sul funzionamento delle discussioni:

  1. La maggior parte delle discussioni deriva da articoli del Corriere della Sera o di Repubblica
  2. Un’altra consistente fetta di discussioni sono incentrate su BlogBeer, AperitìBlog, BlogDinner, BarCamp e quant’altro
  3. La restante parte delle discussioni sono, infine, il frutto della diffusione di meme tra i blog che si linkano tra di loro
  4. Un altro aspetto, che probabilmente deriva dall’algoritmo usato da BlogBabel, è che molte discussioni, in realtà, sono il frutto di semplici e pure citazioni da parte della piattaforma di microblogging Tumblr, che, purtroppo, nulla apportano alla discussione stessa.
  5. Infine, ma questo non è un vero problema ma solo una constatazione, le discussioni sono di carattere squisitamente generalista e, difficilmente, trattano temi tecnologici che possano coinvolgere più di 2-3 blog.
Alla ricerca di una blogosfera costruttiva

Insomma, se all’inizio sembra interessante tastare il polso della blogosfera italiana per capire quali sono i temi caldi delle ultime 48 ore, alla fine mi sembra di rimanere più con un pugno di mosche perché, cliccando sui vari blog non vedo evolversi una vera discussione, un vero passaggio di idee ma semplicemente dei riferimenti amorfi e vuoti di significato.

Per farvi un esempio, prendo un articolo a caso tratto dal Corriere, e linkato da ben 8 blog.

Blogbabel Discussion

Di questi, però, 3 sono semplici citazioni tratte da Tumblr, 2 blog discutono sull’argomento, mentre altri 3 mettono un link con una frase di circostanza. Insomma, su 8 riferimenti, solo su 2 ho appreso nuove nozioni e cosa ne di pensa il blogger a riguardo. Da questa analisi sembra, quasi, che io sia alla ricerca di una blogosfera costruttiva da cui si debba sempre imparare… sbaglio forse?

A questo punto, forse, sono molto più interessanti i top post basati sulle votazioni e non sui link (e per questo non li considero dei veri memetracker), che forniscono servizi di social network e social bookmarks come Wikio o OKNOtizie, e che sono in grado di mettere in risalto le notizie più interessanti ma non di capire quali sono le discussioni della blogosfera a riguardo, al fine di ottenere uno scambio di idee costruttivo.

Forse sono troppo pessimista, ma questo punto mi domando: è un problema della nostra bogosfera o anche a livello internazionale accade lo stesso? Ora voglio dare un’occhiata al famoso Techmeme e ad altri Memetrackers per capire come si svolgono le cose oltreoceano. Sto valutando anche un altro interessante strumento online, Feedable, un reader RSS ajax in grado di trovare automaticamente i post più popolari della blogosfera divisi in 9 categorie principali (Politics, Technology, Blogosphere, Gadgets, Gaming, Gossip, Science, Autos, Fashion/Style), partendo da suoi feed o dalla propria lista di feed.

Feedable

Apparentemente, nei memetracker internazionali, le cose li sembrano andare meglio, ma non vorrei giungere a conclusioni affrettate. Lo svantaggio, però, è che inevitabilmente questi mi portano lontano dalla blogosfera italiana che tanto avrebbe da dire ma che forse ancora non riesce ad esprimersi e a mettersi in mostra correttamente.
Voi che ne pensate? Usate i memetracker e li ritenete utili?

Tag:Blog, blog-power, blogbabel, meme, microblogging, tumblr
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Gen 21 2008

La sconfitta dei servizi web 2.0 come Twitter e CoverItLive per il live blogging. Racconto di come il Keynote ha mandato in crash la blogosfera

Posted by Antonio Troise
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Se vi annoverate tra gli appassionati di tecnologia, sicuramente non avrete potuto fare a meno di notare il riflesso mediatico che il Keynote del 15 Gennaio 2008 ha avuto sulla blogosfera e sui quotidiani di tutto il mondo. Che siate appassionati o meno dei prodotti della mela, sicuramente un occhio sul loro sito o su qualche articolo relativo all’evento lo avete buttato, anche solo per capire fino a che punto si fosse spinta la tecnologia.
Ebbene, in questa tempesta mediatica, di rumors e di commenti, in molti hanno organizzato dei live blogging per dare notizia in tempo reale su quello che si dicevano al Macworld Expo di San Francisco. I veri vincitori della diretta sono stati i tradizionalisti (come Engadget o il nostrano Melablog), che hanno optato per un aggiornamento live sulle pagine del proprio blog, creando una pagina apposita che veniva aggiornata ogni pochi minuti con immagini e testi.
Altri, invece, hanno tentato audacemente la strada dell’innovazione ma per farlo si sono dovuti appoggiare su servizi esterni web 2.0 come Twitter e CoverITLive che, per quanto siano gratuiti e diffusi, hanno tradito le loro aspettative.

Twitter Error
Il caso CoverItLive

Molti siti famosi si sono appoggiati su CoverItLive, come nel caso dell’italiano TheAppleLounge, che ha voluto testare sul campo CoverItLive, il nuovissimo servizio per fare blogging di event in tempo reale (liveblogging appunto), nato con lo scopo di eliminare servizi adattati per l’occasione come Twitter o gli update multipli di un post su un blog, quando si voglia raccontare di eventi, convegni, BarCamp, partite, seminari e, perché no, anche Keynote! L’indubbio vantaggio è quello di non allontanare i nostri lettori dalla pagina del nostro blog ma nemmeno costringerli a fare refresh della pagina di continuo per vedere se abbiamo inserito qualche aggiornamento, mostrando una finestra di liveblogging stile IM (ma senza pubblicità) in cui è possibile inserire anche audio, presentazioni, video e immagini

Purtroppo, forse perché ancora troppo giovane, CoverItLive non ha retto l’intenso traffico che da tutto il mondo transitava sui loro servers ed è venuta meno l’interessante diretta che stavano realizzando.

Altri blogger più o meno famosi hanno scelto la piattaforma CoverItLive non pensando minimamente che potesse essere così instabile: è il caso di GeekBrief.tv che ha rivisto funzionare il servizio solo al termine del Keynote! Lo stesso è accaduto a CrunchGear che verso le 10.00, dopo oltre mezz’ora di fermo, consigliava:

if you’re visiting here, hit crunchgear.com/index.html to view the live text

Sono stati talmente tanti blogger che si erano affidati a CoverItLive, che il suo presidente Keith McSpurren, il giorno dopo ha inviato una missiva di pubbliche scuse:

We would like to apologize to all of our users and their readers for the service outage that happened mid-day on January 15. CoveritLive was specifically designed to handle small and very VERY large live blog events like the Steve Jobs Keynote at MacWorld. Our issue appears to have been a very minor technical one on our end that was amplified dramatically by the extremely heavy traffic from around the world as many new users and hundreds of thousands of first time readers visited our customers who were hosting live blogs. We do not need to make any structural changes to handle this type of load in the future but we do need to make sure our Quality Assurance process is tighter. This was a case of one loose screw taking us down.
We very much appreciate your patience and understand any frustration you experienced. To our new users, we hope you see the benefit in our software and will give it another try. To our existing users, most of you have given us great feedback in the past and we have been very responsive. Please stick with us and have faith that we will adjust quickly to stop this kind of thing happening again.

Il caso Twitter

Altri, invece, hanno provato ad usare la famosa e oramai consolidata piattaforma di microblogging, Twitter. Anche se questo servizio non è nato per effettuare un live blogging è facile poterlo adattare a tale scopo in quanto permette un aggiornamento reale a tutti i propri iscritti. Ma, nonostante, però, questo servizio permetta solo il semplice inserimento di testo (niente immagini e video che potrebbero appesantire i server) durante tutta la durata del keynote Twitter è rimasto completamente inutilizzabile e dal team di sviluppo non è trapelata alcuna informazione circa l’origine del problema, che comunque sembrava ovvia!

Twitter Fail

Infatti, se provate a vedere la sezione di Twitter di Macworld, alle 08:56 AM compare un gioioso:

Hello from Moscone West

e, dopo più di un’ora, alle ore 10.07 compare un laconico ed ultimo messaggio:

Apple has crashed Twitter, I think

La stessa cosa si evince da un messaggio del live blogging su Twitter di Ars Technica alle 11.43 (ma credo che ci sia un fuso orario di +1 ora):

Sorry guys hard to keep up here

Anche il famoso Fake Steve Jobs è stato coinvolto dal down di Twitter:

twitter is BROKEN!

La notizia del fallimento di Twitter è riportata anche da TechCrunch con il titolo: “Twitter Fails Macworld Keynote Test“.

Il crash della blogosfera e possibili alternative

E’ forse un po’ catastrofico come titolo, ma da quanto leggo su webware, ci è mancato davvero poco. Infatti, dopo il down di servizi come Twitter e CoverItLive sui cui anche i più famosi blog facevano affidamento anche per ridurre la banda di uso, molti siti sono andati offline perché non riuscivano a sopportare le continue richieste dei proprio lettori che, in media, ogni 5 secondi aggiornavano le pagine dei blog che erano costretti a fare il live blogging del Keynote sulle pagine del proprio sito. E’ il caso, per esempio, di Engadget,

Engadget

mentre Gizmodo è rimasto online ma era estremamente lento. Su MacDailyNews, invece, nel suo Live Coverage, si supplicava di:

Please DO NOT RELOAD this page manually to minimize server activity due to expected high traffic. Thank you

Diversa sorte è capitata, invece a MacRumors, che, forse più intelligentemente, ha approntato per l’occasione un sito live, Macrumorslive.com, che si aggiornava automaticamente con le tecniche Ajax (e quindi risultava molto più leggera). Sarà forse questo il futuro?

Oppure forse sarà il caso, come dice qualcuno, di trasformare i social network centralizzati in una più naturale rete di social network P2P, decentralizzati e, magari, fondati sul trust: in pratica si tratterebbe di creare un sistema ad eventi basato sul web e decentralizzato in cui Twitter sarebbe semplicemente uno dei tanti servizi presenti su questa infrastruttura.

In ogni caso, forse sarà il caso di cambiare qualcosa nelle regole della blogosfera e forse gli eventi passati possono far riflettere sulla debolezza di internet in occasione di eventi ad interesse mondiale.

Tag:Ajax, Apple, blog-power, keynote, liveblogging, macworld, microblogging, twitter, Web 2.0
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Ott 11 2007

Google compra Jaiku e Jaiku ora è più popolare di Twitter

Posted by Antonio Troise
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Google and Jaiku All’alba del microblogging, Twitter era la vera rivoluzione del settore e quando vi approdai era il must per chiunque volesse usare questo genere di strumenti, nonostante alcune evidenti limitazioni e filosofie a volte contradditorie.

Anche se non ne faccio un uso smodato, mi piace usare un servizio che funzioni sempre senza interruzioni improvvise e ripetute. Purtroppo la stabilità non è mai stato un punto forte di Twitter, e per questo che, dopo continui fermi di sistema, lanciai la proposta di passare tutti a Jaiku, il clone evoluto di Twitter: purtroppo, però la sua popolarità non riusciva a controbbattere quella del gigante Twitter. Questo fino al 9 Ottobre, quando nella twittersfera iniziò a circolare la notizia secondo cui Google aveva acquisito Jaiku; da quel momento tutti i twitteriani, forse perché convinti dalla forza delle scelte di Google oppure perché hanno iniziato ad apprezzare le reali qualità di Jaiku, hanno iniziato a cinguettare/parlare bene di Jaiku.

Alla conferma da parte di Google, il giorno dopo, della recente acquisizione (ancora non si conoscono i dettagli dell’operazione), la blogosfera si chiese: perchè Jaiku e non Twitter? Perché acquisire un servizio web 2.0 meno conosciuto del suo diretto concorrente?

Infatti, anche se rispetto a Twitter è sicuramente meno costoso, c’è anche da dire che un costo minore corrisponde ad un’altrettanto debole grado di penetrazione tra gli utenti della Rete, visto che allo stato attuale la comunità di Twitter è molto più attiva e prolifica, mentre Jaiku veniva di solito usato dagli stessi twitteriani come una soluzione di backup quando il loro server andava giù (cosa molto frequente a dire il vero). Insomma, in quei periodi, si assisteva ad una vera e propria migrazione di cinguettii da un sistema ad un altro, ma solo per il periodo necessario al ripristino del server twitter.

Occorre, però, ricordare che Jaiku è sicuramente più completo (e quindi tecnologicamente più avanzato) del suo diretto competitor Twitter: la possibilità di lasciare commenti diretti (in stile Pownce) e di creare canali di conversazioni dedicate sono stati sicuramente punti a favore che hanno fatto pendere l’ago della bilancia verso la piccola azienda finlandese di servizi “lifestreaming”. In effetti, su Twitter, da molte testimonianze, si notava una certa confusione nel seguire una conversazione o un flusso di informazione quando si avevano molti followers.

Insomma, oggi fa piacere vedere che le mie prime impressioni favoreli su Jaiku sono ora condivise con molti ex twitteriani, ma mi spiace constatare che l’unico motivo di tanto interesse sia derivato solo dalla sponsorizzazione di marchio blasonato come Google.

UPDATE: Visto che al momento non è possibile creare nuovi utenti, almeno finché Google non darà il via libera, se volete provare Jaiku, ho ancora 9 inviti disponibili.

Tag:jaiku, microblogging, twitter, Web 2.0
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Mag 11 2007

Usi e costumi di Twitter: ecco perché non dovrebbe valere la regola della terza persona

Posted by Antonio Troise
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Uso Twitter da pochi giorni e per ora sto cercando capire come lo usano gli altri twitteriani veterani. In effetti, anche se lo strumento è di una semplicità disarmante, soffre, secondo me, di alcune ristrettezze e di alcune regole che sono altrettanto allarmanti e che ne potrebbero ben presto minare le fondamenta.

Fullo tempo fa scrisse le famose Twitter rules (e successivamente le relative spiegazioni) che includevano, tra gli altri, 2 assiomi che vorrei esaminare:
1 – “Su Twitter si parla in terza persona”.
2- “Su Twitter non si dialoga e non si risponde agli altri utenti, per quello ci sono gli IM o le mail”

Su Twitter si parla in terza persona
Il primo punto che vorrei esaminare è la famosa regola/convenzione sull’uso della terza persona quando si scrive su Twitter. Non è raro trovare twitteriani che scrivono in terza persona come: “sta pensando di andare a fare la spesa”. Secondo Fullo, sulla homepage e sui feed di Twitter compare la forma “nickname vostro testo”, per cui se si scrivesse in prima persona si avrebbero solo dei risultati osceni come:

“Antonio sto pensando di andare a fare la spesa”

Come vedete sembra che ci stia rivolgendo ad Antonio e non che è Antonio che parla.

In realtà questo format compare solo nella homepage di Twitter mentre nei feed compare il formato classico:

“Antonio: sto pensando di andare a fare la spesa”

La stessa cosa accade per molti client Windows ed estensioni per Firefox di Twitter.
Se anche non vengono inseriti i due punti per separare il soggetto dal testo, comunque vengono messi degli accapo o, in ogni caso, si usa una formattazione diversa, a mo’ di IM.
Ecco qualche esempio:

Teletwitter
Teletwitter

triQQR
triQQr

Twitterrific
Twitterrific

Il risultato di queste discrepanze di rappresentazioni produce anche evidenti confusioni tra le persone: così si trovano persone che seguono con costanza la regola aurea della terza persona e altre che passano da una forma in prima persona ad una in terza, probabilmente perché magari a volte scrivono dall’homepage di Twitter e a volte da qualche altro client.

Twitbin Il mio parere è che non si può fare una regola se poi i principi su cui si basa vacillano: è vero, l’homepage ha un format tale da permettere una scrittura in terza persona, ma quanti di voi usano solo l’homepage? Se vi è un proliferarsi di client che prediligono una scrittura in prima persona, allora forse è il caso di ripensare a questa regola.

Questo articolo è nato da una riflessione che ho avuto ieri: in Italia si è soliti usare la terza persona, ma chi scrive in inglese che forma usa? Dando una letta veloce alla lista pubblica non mi pareva che venisse seguita molto questa regola.
Secondo, leggendo Dottorstranoweb, se ogni micropost si interpreta come una risposta alla domanda “cosa sto facendo” (“what am I doing”) proposta nel badge pubblico da inserire nel proprio sito o blog oppure a “cosa stai facendo?” (“what are you doing?”) che nella homepage di Twitter sovrasta il campo in cui inserire i propri messaggi, è consigliabile usare sempre la prima persona.

Ovviamente queste sono riflessioni personali, poi sta ad ognuno di noi decidere se rispettare o meno la particolare netiquette di Twitter! Io per il momento mi diverto a scrivere in terza persona perché è una cosa che, non facendo quasi mai nella vita normale, può risultare spassoso. Come dice pseudotecnico: posso finalmente scrivere in terza persona senza sembrare fuori di testa!

Luca Sartoni, invece, esprime un concetto che ha un che di schizofrenico, a proposito dell’uso della terza persona, con la seguente frase:
“Prima ero io adesso sono lui, mi laverò anche i denti in terza persona?”

Su Twitter non si dialoga e non si risponde agli altri utenti, per quello ci sono gli IM o le mail
Per finire, vorrei fare una breve constatazione sulla secondo regola che ho preso in esame: “Su Twitter non si dialoga e non si risponde agli altri utenti, per quello ci sono gli IM o le mail”.
In effetti il vantaggio di Twitter è di non doversi far vedere online come su un IM anzi potrebbe funzionare anche stando sempre offline, grazie all’ausilio degli SMS. Ma gli esseri umani sono animali sociali e non rivolgersi per nulla al prossimo è quasi contro natura (anche qui si vedono eccezioni alla regola e quando ci si vuole rivolgere a qualcuno si mette una chiocciolina davanti al nickname).
Per cui, anche qui, una regola val bene se è accettata da tutti e non stravolge la vita di tutti giorni: scrivere micropost di quel che si fa senza avere contatti con gli altri va contro il concetto stesso di collaborazione propria del web 2.0 riducendosi, infine, ad un mero e semplice voyerismo d’altri tempi.
Cosa che non darebbe giustizia a Twitter!

Tag:email, microblogging, netiquette, social-network, twitter, Web 2.0
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Mag 10 2007

Anche io sono approdato su Twitter

Posted by Antonio Troise
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Twitter Per “colpa” di Boliboop anche io, ieri, sono approdato su Twitter e questa è la mia pagina: http://twitter.com/levysoft. All’inizio ero un po’ scettico su questo servizio web 2.0 ma devo dire il primo giorno con Twitter non è andata male. Diciamo è un instant messagging con maggiori tempi di latenza, nel senso che non occorre rispondere subito a tutto vantaggio di chi lavora tanto e non può stare tutto il giorno a “chattare”.
Davide ha espresso bene il concetto con questa frase: “Twitter si colloca in una zona intermedia tra l’instant messaging e lo scambio di e-mail, non avendo l’assillo del primo e l’estrema limitazione sociale del secondo“.

Secondo me Twitter non serve a chattare ma a dire la propria, dire cosa si fa, che si pensa, cosa si sta progettando e a suggerire nuovi link e idee. Insomma un enorme calderone in cui far affluire ciò che si vuole. Quello che non volevo da Twitter è che mi impegnasse troppo durante l’arco della giornata, invece, almeno nel primo giorno, non è andata così. E’ stato uno strumento collaborativo da cui si poteva imparare dall’esperienza e dalle conoscenze degli altri.

Per semplificare l’accesso al servizio e non essere costretto ad accedervi sempre e solamente attraverso il browser, ho cercato un bel client Twitter per Windows. Dopo qualche ricerca sono approdato su Twitter Fan Wiki – Apps in cui sono elencati tutti i client per Windows, Mac, Linux, Multi Platform, Mobile apps, Web Apps, Browser Addons/Plugins e addirittura per Second Life.
Ho provato qualche client ma sinora nessuno, tra quelli per Windows, mi ha soddisfatto sono rimasto però colpito da quelli per Mac, come TwitterCamp e Twitterrific

E’ stata una bella esperienza e invito chi ancora non lo avesse provato ad iscriversi a questo servizio.

Tag:email, microblogging, social-network, twitter, Web 2.0
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