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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Set 7 2009

L’UFO di Google e il criptico messaggio alla Lost lanciato su Twitter. Trovata la soluzione nel 20° anniversario del videogioco Zero Wing

Posted by Antonio Troise
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Quest’anno sono andato in vacanza per una decina di giorni che ho passato rigorosamente senza internet. Nonostante molti alberghi, almeno nella loro hall, dispongano di accesso Wi-fi, il mio non aveva alcuna traccia di collegamento alla grande Rete (e molto spesso non guardavo neanche la televisione) e per me è stato un bene (una volta scrissi su come fosse passare 3 giorni senza internet). Io sono sempre stato dell’opinione che durante le vacanze bisogna staccare la spina e fare quello che non si fa durante l’anno: e così mi sono divertito con la mia bimba rigorosamente offline. Il problema, però, è che quando si ritorna connessi si è travolti da una tale quantità di informazioni che spesso si può rischiare di soccombere: dalla acquisizione da parte della Disney della Marvel, alla nuova Playstation 3 Lite, fino ad arrivare all’UFO nel logo di Google.

Google Doodle

Ed è stato quest’ultimo fatto ad aver acceso la mia curiosità: come può un semplice logo su Google, che ne cambia almeno uno al mese in occasione di varie ricorrenze (Google Doodles), far interrogare la Rete sul reale significato di quella immagine?

Il Google Doodle dedicato all’UFO

Ma andiamo per gradi: sabato 5 Settembre 2009 il logo di Google è cambiato per 24 ore e questa volta era stato, inspiegabilmente, dedicato agli UFO poiché era stata disegnata una navicella aliena mentre “rapiva” una delle “o” di Google (le famose abduction che la letteratura del genere ci insegna). Ma se quel giorno aveste passato il cursore del mouse sull’immagine, per la prima volta non avreste trovato alcuna spiegazione. Se poi aveste cliccato sul logo, il motore di ricerca vi avrebbe portato su una serie di pagine dedicate ai misteri inspiegabili ma senza alcun preciso riferimento al 5 settembre. Ed ecco che il mistero prende piede. Perché l’hanno fatto? A che cosa si voleva alludere?

La cosa comunque singolare è che il logo è stato cambiato solo in alcune localizzazioni di Google, ovvero in Italia, Argentina, Cile, Peru, Venezuela, Messico, Inghilterra e Germania.

Google e Twitter

Ma il mistero si infittisce di domande, quando qualcuno fa notare che il giorno prima, il 4 settembre 2009 alle ore 9.02 pm, sulla pagina Twitter di Google compare questo criptico messaggio, una sequenza numerica alla Lost, subito seguita dal link all’immagine della nuova homepage di Google:

1.12.12 25.15.21.18 15 1.18.5 2.5.12.15.14.7 20.15 21.19

Google Twitter Code

Ventuno numeri divisi in cinque sequenze puntate. Con una semplice sostituzione alfa-numerica, in cui 1 è sostituito con la A e così via, si ottiena la seguente criptica frase:

All your o are belong to us.

ovvero, traducendo approssimativamente in italiano,

“Tutte le tue “o” appartengono a noi”.

I più attenti avranno notato che il messaggio di Google su Twitter, sembra quasi una sfida verso quest’ultimo: Google si prepara forse ad una acquisizione di Twitter (peraltro già tentata nel Marzo del 2009)? Questa ipotesi sembrerebbe confermata da quanti fanno notare che, nonostante la parola Twitter non abbia alcuna O, ne ha invece due la società che nel marzo del 2006 creò il social network dove si “cinguetta”: la Obvious Corporation di San Francisco.

Il mistero della frase e Zero Wing

Ma se qualcuno di voi conosce bene l’inglese, avrà capito che prima ho scritto “traducendo approssimativamente in italiano” perché la frase in inglese: “All your o are belong to us.” non è grammaticalmente corretta poiché, in realtà, una sua traduzione letterale suonerebbe così:

tutte le tue/vostre “o” sono appartenere a noi!

Ma questo, evidentemente, è un errore voluto e solo i più attenti saranno riusciti ad arrivare fino al 1989 in cui uscì per il Sega Mega Drive la versione europea del videogioco Zero Wing (Toaplan 1989). Ebbene in questo gioco erano presenti alcuni errori di traduzioni nella versione in lingua inglese del videogioco giapponese veramente divertenti (tanto da far nascere il termine Engrish per indicare l’inglese scorretto scritto o parlato da giapponesi o altri asiatici) producendo frasi essenzialmente nonsense tra cui la famosa:

All your base are belong to us

che la si potrebbe tradurre in italiano come “tutta la vostra base sono appartenere a noi!“.

Ripetuta a scopo goliardico attraverso i media (talvolta abbreviata in “all your base” o “AYBABTU”), ne scaturì, imprevedibilmente, un fenomeno di Internet di immense proporzioni, tanto da essere ripresa anche da alcuni gruppi musicali nei loro album, da moltissimi videogiochi, in alcuni libri, in un episodio di Futurama, in una scena tagliata del film Waking Life, in un easter egg del videoregistratore TiVo e, nel 2006, anche su Youtube quando il sito era in manutenzione. Insomma il caso di della propagazione di “AYBABTU” nella cultura viene spesso preso come esempio per illustrare la possibile evoluzione di un meme.

20th Anniversary Zero Wing

Ebbene, indovinate in quale giorno cade il ventennale dell’anniversario della pubblicazione nel paese del Sol Levante del videogioco Zero Wing? Esattamente il 5 settembre 2009!

Alla faccia di tutti coloro che credevano fosse in corso una invasione aliena segreta (magari alla Orson Welles), o che si festeggiasse l’anniversario di qualche rapimento alieno famoso, o, infine, che si facesse un omaggio alla first lady del Giappone, la signora Miyuki, che in un suo libro la donna affermava di essere stata rapita dagli alieni. La spiegazione era in realtà meno fantasiosa ma al contempo meno intuibile per tutti e quindi più criptica.
In realtà, il fatto che il Google Doodle sia apparso solo in alcuni paesi tra cui l’Europa, potrebbe far riferimento proprio alla versione incriminata del videogioco Zero Wing scritto in Engrish, che era appunto quella europea.

E l’anniversario di Google?

Enigma risolto? Probabilmente si, anche se forse non molti hanno notato che, almeno stando alla pagina di Wikipedia relativa al 4 Settembre, questo è il giorno in cui Google è stato fondato da Larry Page and Sergey Brin.

1998 – Google is founded by Larry Page and Sergey Brin, two students at Stanford University.

Che sia quindi una sorta di doppio anniversario? Il 4 Settembre, anniversario di Google, su Twitter si lancia la prima criptica pietra. Il 5 Settembre, 20° anniversario del gioco Zero Wing e della frase tormentone dell’ultimo secolo (almeno per i paesi anglofoni), si lancia la seconda pietra, direttamente correlata alla prima!

Epilogo

Quel che è certo è che con una sola serie di numeri e con una semplice immagine, Google è stato in grado di creare in soli due giorni, un meme che ha fatto il giro del mondo (pensate che è stato già creato un sito internet con tutte le possibili ipotesi: www.googleunexplainedphenomenon.com).

La domanda nasce spontanea: è stato solo un gioco oppure è l’ennesima dimostrazione, in versione questa volta ludica, di quanto sia potente e influente nella vita di tutti i giorni questo motore di ricerca?

Tag:Google, logo, meme, twitter, ufo
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Feb 20 2008

Memetracker: riflessioni su come tastare il polso della blogosfera italiana e sui meccanismi che la muovono alla ricerca di una blogosfera costruttiva

Posted by Antonio Troise
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Ogni tanto mi piace dare un’occhiata al memetracker di Blogbabel, tanto per tastare il polso della blogosfera italiana e vedere quali sono le ultime discussioni affrontate tra i blog.
Ebbene dopo qualche giorno ho capito alcune cose sul funzionamento delle discussioni:

  1. La maggior parte delle discussioni deriva da articoli del Corriere della Sera o di Repubblica
  2. Un’altra consistente fetta di discussioni sono incentrate su BlogBeer, AperitìBlog, BlogDinner, BarCamp e quant’altro
  3. La restante parte delle discussioni sono, infine, il frutto della diffusione di meme tra i blog che si linkano tra di loro
  4. Un altro aspetto, che probabilmente deriva dall’algoritmo usato da BlogBabel, è che molte discussioni, in realtà, sono il frutto di semplici e pure citazioni da parte della piattaforma di microblogging Tumblr, che, purtroppo, nulla apportano alla discussione stessa.
  5. Infine, ma questo non è un vero problema ma solo una constatazione, le discussioni sono di carattere squisitamente generalista e, difficilmente, trattano temi tecnologici che possano coinvolgere più di 2-3 blog.
Alla ricerca di una blogosfera costruttiva

Insomma, se all’inizio sembra interessante tastare il polso della blogosfera italiana per capire quali sono i temi caldi delle ultime 48 ore, alla fine mi sembra di rimanere più con un pugno di mosche perché, cliccando sui vari blog non vedo evolversi una vera discussione, un vero passaggio di idee ma semplicemente dei riferimenti amorfi e vuoti di significato.

Per farvi un esempio, prendo un articolo a caso tratto dal Corriere, e linkato da ben 8 blog.

Blogbabel Discussion

Di questi, però, 3 sono semplici citazioni tratte da Tumblr, 2 blog discutono sull’argomento, mentre altri 3 mettono un link con una frase di circostanza. Insomma, su 8 riferimenti, solo su 2 ho appreso nuove nozioni e cosa ne di pensa il blogger a riguardo. Da questa analisi sembra, quasi, che io sia alla ricerca di una blogosfera costruttiva da cui si debba sempre imparare… sbaglio forse?

A questo punto, forse, sono molto più interessanti i top post basati sulle votazioni e non sui link (e per questo non li considero dei veri memetracker), che forniscono servizi di social network e social bookmarks come Wikio o OKNOtizie, e che sono in grado di mettere in risalto le notizie più interessanti ma non di capire quali sono le discussioni della blogosfera a riguardo, al fine di ottenere uno scambio di idee costruttivo.

Forse sono troppo pessimista, ma questo punto mi domando: è un problema della nostra bogosfera o anche a livello internazionale accade lo stesso? Ora voglio dare un’occhiata al famoso Techmeme e ad altri Memetrackers per capire come si svolgono le cose oltreoceano. Sto valutando anche un altro interessante strumento online, Feedable, un reader RSS ajax in grado di trovare automaticamente i post più popolari della blogosfera divisi in 9 categorie principali (Politics, Technology, Blogosphere, Gadgets, Gaming, Gossip, Science, Autos, Fashion/Style), partendo da suoi feed o dalla propria lista di feed.

Feedable

Apparentemente, nei memetracker internazionali, le cose li sembrano andare meglio, ma non vorrei giungere a conclusioni affrettate. Lo svantaggio, però, è che inevitabilmente questi mi portano lontano dalla blogosfera italiana che tanto avrebbe da dire ma che forse ancora non riesce ad esprimersi e a mettersi in mostra correttamente.
Voi che ne pensate? Usate i memetracker e li ritenete utili?

Tag:Blog, blog-power, blogbabel, meme, microblogging, tumblr
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Nov 21 2007

Bloggo ergo sum: ecco come sono diventato blogger

Posted by Antonio Troise
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Sono stato chiamato in causa da Emanuele e Longinus, approfitto per parlare un po’ di me e raccontare come sono diventato blogger.

Come sei diventato blogger?

Penso di essere sempre stato un blogger o comunque penso di essere sempre stato attratto dallo scrivere le mie idee. Potrei fa iniziare questa passione alle scuole medie quando, per puro diletto personale, scrivevo “a mano” un piccolo giornalino dalla clamorosa testata “L’eco del mondo” a tiratura limitata alla mia classe (1-2 copie), dove traevo le notizie da fonti più disparate, anche dai giornali radio! Penso di essere stato ispirato da una gita ad un giornale locale dove spiegavano la carriera del giornalista.
Quindi ho scritto un ennesimo giornalino a mo’ di fanzine dallo spirito più scientifico, in cui descrivevo alcune mie teorie, talune assurde e altre curiose; tra queste ricordo l’articolo in cui spiegavo, per esempio, come percepiremmo i colori se potessimo vedere anche negli infrarossi o nell’ultravioletto. Il bello è che scrivevo queste cose pseudo-scientifiche con la sola forza della logica visto che ancora gli strumenti matematici in mio possesso non mi permettevano una pura dimostrazione matematica.
Quindi mi sono dilettato (diletto è proprio la parola giusta) nella teoria dei numeri: per qualche settimana mi sono spinto fino a tentare di dimostrare la teoria di Fermat con un articoletto di 15 pagine zeppo di calcoli astrusi di derivate, integrali, logaritmi e misure trigonometriche … che con gli occhi di oggi non può fare altro che farmi sorridere.

Quando ho iniziato ad appassionarmi al mondo dell’informatica a casa non avevo neanche un computer (lo potevo usare solo a scuola nell’ora di informatica) e, solo con la forza dell’immaginazione, mi dilettavo a programmare in pascal … righe e righe di codice… solamente su un quadernino a quadretti… provando ad immaginare l’output a video.

Ad internet mi avvicinai solo quando iniziai a lavorare (a casa usavo le famose connessioni flat gratis di 30 minuti al giorno per un mese che regalavano sulle riviste… e facevo a metà con mio fratello!) e il mio primo sito serio lo sviluppai con il mitico Phpnuke e si chiamava (questa è una chicca mai svelata) “Omicron: gli occhi della rete!“. Questo fu il mio primo abbozzo di blog… ma in realtà raccoglievo le news più interessanti che trovavo (e all’epoca le fonti erano solo repubblica.it, html.it e punto-informatico.it). Infatti, la mia necessità era quella di voler indicizzare i miei appunti, visto che fino a qualche mese prima ero solito salvare sul mio pc le pagine web degli articoli più interessanti: il problema era che dopo qualche tempo avevo accumulato così tante pagine che era difficile andare a reperire qualche informazione. Phpnuke fu il primo sistema di Content Management che semplificò non poco l’archivio delle mie notizie.

Levysoft, invece, nacque in un giorno di sciopero quando finalmente riuscii a trovare il tempo per buttar giù qualche idea per il mio blog. Scelsi la piattaforma WordPress che uso tutt’oggi (che in quel periodo era in competizione con Movable Type) ma all’epoca fu una lunga scelta ponderata, oggi però ben ricompensata.

I miei mentori e primi amici “virtuali” furono Desmm, Onino e Uncino e Qbic (perdonatemi se ho dimenticato qualcuno) che io considero i pionieri del blogging da cui ho tratto ispirazione durante i miei primi passi da blogger.

Il tuo primo post?

Su Levysoft lo trovate qui e si intitola, ovviamente, Presentazione. Fu scritto il 16 Luglio 2004 e trovate altre informazioni su di me.
Inizia così:

Benvenuti a tutti i miei visitatori.
Spero troviate interessante questo sito personale. In esso cercherò di riversare tutte le mie conoscenze e le mie esperienze sia informatiche che di vita.
Ora mi presento…

Il post di cui ti vergogni di più?

In genere sono quelli, per fortuna accade di rado, in cui do informazioni sbagliate. Ma quello che invece mi vergogno ad affermare è che il post che ha avuto più successo (a giudicare dal numero di commenti) a distanza di quasi 2 anni e mezzo è Xbox 360 vs PlayStation 3: ad oggi siamo a 844 commenti… è vero che lo usano a mo’ di forum ma sono comunque in parte contento di aver creato, del tutto involontariamente, un punto di riferimento nella guerra tra Xbox 360 e Playstation 3!

Il post di cui sei più fiero?

Devo dire che sono tanti, per il semplice fatto che quando scrivo un post, nella maggior parte dei casi, è perché mi piace l’argomento e cerco, quando possibile, di sviscerarne tutti gli aspetti. Di solito quelli del genere Scienza Spettacolare (anche perché sono pochi rispetto al genere trattato in questo sito) sono quelli che mi piacciono di più, ma anche quando scrivo tutorial del variegato mondo di WordPress e Php mi sento fiero di essere un blogger. Comunque, in generale, non saprei quale post scegliere tra tutti, anche perché su 1492 articoli pubblicati (escluso questo) è difficile scegliere!

E tu? Come sei diventato blogger?

Beh, oramai sono stati chiamati in causa un po’ tutti… per cui invito tutti coloro che ancora non hanno ricevuto un invito formale a partecipare a questo meme che aiuta a conoscersi un po’ meglio.

N.B. Perdonatemi se sono stato un po’ lungo quando dovevo scrivere di come sono diventato blogger… ma era tempo che volevo buttare giù quei ricordi e così ho approfittato dell’occasione. 🙂

Tag:Blog, Matematica, meme, Wordpress
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