Su Non Plus X potete trovare la cronologia di tutte le distribuzioni linux esistenti e non, e le varie correlazioni che esistono tra di loro. Un pò come vedere l’albero genealogico di Linux.
Un lavoro veramente sublime che parte dal 1992 fino ad arrivare ai giorni nostri. Interessante vedere come la lunga linea rossa di Debian, sia iniziata nel 1993 e da allora sono nate da questa moltissime altre distribuzioni come Ubuntu. Mi ha fatto, invece, un pò nostalgia vedere l’altra lunga linea rossa che indicava la distribuzione Red Hat (nata nel 1994), da cui poi sono scaturite, tra le tante, Fedora, e-smith e Mandrake: i miei primi passi nel mondo di linux li feci proprio con la distro del Cappello Rosso!
Linux Distro Timeline 7.5: l’albero genealogico di tutte le distribuzioni linux
Come testare un sito su differenti browser: installando diverse versioni sullo stesso PC oppure usando i servizi web Browsershots, Browsrcamp e IE Netrender
Per gli sviluppatori di siti spesso risulta utile comparare i propri progetti html su diversi browser visto che ognuno risponde in maniera diversa alle varie specifiche w3c.
Il problema è che, se anche si possono installare diversi browser tra Internet Explorer, Firefox e Opera, le difficoltà insorgono quando si devono testare diverse versioni dello stesso browser: per Firefox è più semplice, visto per sua natura è possibile creare varie versioni stand alone sullo stesso sistema operativo.
Per Internet Explorer, invece la questione si fa più ostica perché, di solito, questo sovrascrive le vecchie versioni del browser made in Microsoft. La soluzione più semplice che ho trovato è quella di scaricare le versioni stand alone dei vari Internet Explorer dal sito lambcutlet.org (il bello è che mentre mostra i link per i download di IE, in alto sulla pagina vi è un bel banner che invita a scaricare Firefox!):
- Internet Explorer 6.0 Eolas Edition [3.41 MB]
- Internet Explorer 5.5 SP2 [3.51 MB]
- Internet Explorer 5.01 SP2 [2.93 MB]
- Internet Explorer 4.01 [2.38 MB]
- Internet Explorer 3.0 [909.4 kB]
Ovviamente dovete stare attenti a navigare con versioni datate di Explorer (tipo la 3.0) su altri siti al di fuori del vostro che state testando: oltre a non gestire correttamente i vari stili CSS sarete anche soggetti ai vari bachi (e quindi worm e virus) che nel corso delle varie release sono stati risolti.
Il problema, però, è che a volte non è sufficiente avere diverse versioni dei browser solo su un sistema operativo ma è opportuno visualizzare il proprio sito anche con browser installati su sistemi operativi diversi, come Windows, Linux o Mac OS X. A questo punto le cose si fanno però più complicate!
Solo per Linux, senza considerare le versioni datate, avremmo ben 13 diversi browser da installare (Dillo 0.8, Epiphany 2.14, Firebird 0.7, Firefox 2.0, Flock 0.7, Galeon 2.0, Iceweasel 2.0, Konqueror 3.5, Mozilla 1.7, Navigator 4.8, Opera 9.10, Phoenix 0.5 e SeaMonkey 1.1); per Windows ne avremmo almeno tre (Firefox 2.0 e Internet Explorer 6.0 e 7.0), mentre per Mac solo due (Firefox 2.0 e Safari 2.0, qui è, però, possibile trovare una versione di IE 5.2.3 anche per Mac OS e addirittura per HP-UX).
Con l’emulazione offerta da Vmware la soluzione potrebbe essere a portata di mano ma attualmente installare un sistema Mac è quasi impossibile data l’estrema lentezza nella gestione del sistema operativo. A questo punto, però, rimane fuori dalla nostra analisi Safari: e allora a cosa serve installare 16 versioni diverse di Browser su Windows e su Linux emulato (o viceversa ovviamente) per poi ritrovarsi una analisi parziale se non si prevede anche il browser di default del mondo Mac? Attualmente è lo stesso problema che sto incontrando io: sto sviluppando delle pagine html che fanno uso pesante di javascript (per ajax) e css e ho da poco scoperto che risultano essere quasi illeggibili su Safari!
A questo punto l’unica via d’uscita è quella di utilizzare applicazioni online tipo IE NetRenderer, Browsershots e Browsrcamp.
Tutti questi siti non fanno altro che realizzare uno screenshot di una pagina web come verrebbe visualizzata su un browser specificato. L’unico vincolo che dovete tenere in considerazione è che dovete pubblicare la pagina web che volete testare sul web!
Browsershots
Al momento il più completo di tutti è Browsershots, che, però, non realizza istantaneamente lo screenshot del sito a causa del peso che l’operazione comporta sul server. Ho notato che, molto spesso, durante la prima interrogazione, il server va in timeout.
Ecco la lista dei browser/SO disponibili:
Linux
Dillo 0.8
Epiphany 2.14
Firebird 0.6
Firebird 0.7
Firefox 1.0
Firefox 1.5
Firefox 2.0
Firefox 3.0
Flock 0.7
Galeon 2.0
Iceweasel 2.0
Konqueror 3.5
Mozilla 1.0
Mozilla 1.1
Mozilla 1.2
Mozilla 1.3
Mozilla 1.4
Mozilla 1.5
Mozilla 1.6
Mozilla 1.7
Navigator 4.8
Opera 9.10
Phoenix 0.1
Phoenix 0.2
Phoenix 0.3
Phoenix 0.4
Phoenix 0.5
SeaMonkey 1.0
SeaMonkey 1.1
AllWindows
Firefox 1.5
Firefox 2.0
MSIE 5.0
MSIE 5.5
MSIE 6.0
MSIE 7.0
AllMac
Firefox 2.0
Safari 2.0
Inoltre è possibile scegliere tra le seguenti risoluzioni video:
Tiny (640×480)
Small (800×600)
Medium (1024×768)
Large (1280×1024)
Huge (1600×1200)
Infine è possibile scegliere quale versione di Javascript abilitare (1.3, 1.4, 1.5 o 1.6), quale versione di Macromedia Flash supportare (Versione 4, 5, 6, 7, 8), quale profondità dei colori attivare (4 bit, 8 bit, 16 bits e 24 bit), che versione di Java abilitare (Blackdown, Kaffe, Sun Java) e quali Media plugins avere (Apple Quicktime, Windows Media Player, SVG e PDF).
Purtroppo il tempo di attesa può variare da 15 minuti sino ad un massimo di 4 ore ma penso che per avere tutte queste informazioni ne vale la pena!
Browsrcamp
BrowsrCamp è un servizio meno completo del precedente e permette di testare gratuitamente la propria pagina web solo sul browser per MacOSX Safari 2.0.4 ma a diverse risoluzioni (width a 800, 832, 1024, 1280, 1600); per tutti gli altri è prevista una versione a pagamento.
Anche se il sito offre molto di meno Browsershots, per me risulta l’ideale dato che su Windows dispongo già di Firefox e Internet Explorer e con Browsrcamp riesco ad ottenere senza tempi di attesa lo screenshot della mia pagina web vista da Safari 2.0.4.
Inoltre, lo screenshot viene effettuato ad un ottima risoluzione e non è limitato alla sola pagina web visibile alla risoluzione scelta, ma è completa visualizzando anche la parte nascosta del browser visibile solo scrollando la barra verticale. Qui potete vedere un esempio del mio sito visibile su Safari.
IE Netrender
IE Netrender è un servizio analogo ai due precedenti ma si focalizza esclusivamente su Explorer 5.5, 6 e 7. Una caratteristica davvero originale è quella che permette di confrontare, nello stesso screenshot, le differenze di resa tra IE6 e IE7 (IE7-IE6 Mixed e IE7-IE6 Difference).
Anche se è molto veloce IE Netrender ha un grosso svantaggio: lo screenshot visualizza solo il sito alla risoluzione 800×600 e non visualizza tutto il sito nella sua interezza ma si ferma alla prima schermata del browser.
In definitiva questo servizio è utile solo per appurare visivamente le differenze IE7-IE6.
UPDATE: Esiste da poco anche CSSVista un software freeware per Windows Xp, che vi permetterà di vedere contemporaneamente la visuale dei css sia in Firefox che in Internet Explorer 6. Per i più indecisi è possibile anche anche una demo video di CSSVista, mentre qui è possibile scaricarlo.
VMware Player 2.0 Beta: ecco le novità ma mancano le Direct X proprie di VMware Fusion per MAC OS X
Dopo l’uscita di VMware Workstation 6, VMware ha da poco rilasciato anche la nuova versione beta del noto programma freeware per l’avvio di macchine virtuali: VMware Player 2.0 Beta
Tra le novità più attese, vi è anche il supporto completo per Windows Vista, sia per i sistemi host che per le macchine virtuali. Le altre novità di VMware Player 2.0 sono:
- Experimental Support for 2-way Virtual SMP – Sarà possibile assegnare più di una cpu ad ogni macchina virtuale per migliorarne le prestazioni.
- Sharing fra host e macchina virtuale – Sarà possibile condividere file fra la macchina host e la macchina virtuale, sia tramite le già conosciute “share folders”, sia tramite drag and drop.
- Supporto a Windows Vista – supportato sia come host sia come macchina virtuale.
- Supporto alle periferiche USB 2.0, come player mp3 e sistemi di storage esterni
- Virtual Appliances – da tempo VMware ha reso disponibili oltre 400 appliance, ovvero macchine virtuali già configurate per gli utilizzi più disparati, pronte per essere scaricate ed utilizzate. La versione 2.0 del player permette di aggiungere alle macchine virtuali preconfigurate una scheda con informazioni sull’utilizzo della VM.
- Aggiornamento OS supportati – sono ora oltre 60 i sistemi operativi supportati, guest e host, sia a 32, sia a 64 bit. In particolare, oltre a Windows Vista, abbiamo anche Red Hat Enterprise Linux 5, SUSE Linux Enterprise Server 10, SUSE Linux Enterprise Desktop 10, Ubuntu 6.10 e molti altri.
Francamente mi aspettavo una qualche gestione delle Direct X, che per il momento sembra solo prerogativa di VMware Fusion per MAC OS X, applicativo di virtualizzazione concorrente di Parallels in grado di gestire (anche se ancora in maniera sperimentale) l’accelerazione grafica 3D delle oramai datate Direct X 8.1
Dalla pagina di descrizione del prodotto è possibile scaricare, in formato pdf, sia la Release Notes che il Manuale Utente di VMware Player 2.0
La Build 44426 di VMware Player 2.0 per Windows, rilasciata il 19 Aprile 2007, è grande ben 144 MB ed è possibile scaricarla, saltando la pagina dei sondaggi, della EULA e di selezione del sistema operativo, da qui.
Le novità di Ubuntu 7.04 Feisty Fawn
Che Ubuntu sia una delle distribuzioni più famose del momento (vuoi per effettiva semplicità d’uso vuoi per semplice moda) lo si è capito il 19 Aprile quando migliaia di utenti tentavano di scaricare la nuova release stabile di questo innovativa distribuzione, mentre il sito Repubblica.it pubblica un articolo dedicato al rilascio del “cerbiatto esuberante”!
Tra le novità introdotte con questa nuova release, abbiamo:
- Ubuntu 7.04 si basa su GNOME 2.18, KDE 3.5.6 e il leggero XFCE 4.4
- Installazione semplificata dei codec multimediali: è sufficiente tentare di riprodurre un qualsiasi file multimediale (mp3, wmv, ram, fla, qt, etc) che il sistema tenterà di installare automaticamente i codec necessari.
- Installazione semplificata (con 1 click) dei driver per le schede di tipo nVidia
- Effetti Desktop 3D: sono presenti, però solo pochi effetti 3D rispetto a quell che ci può offrire Compiz e Beryl. In particolare, sono disponibili solo quelli relativi alle finestre gelatinose e alle aree di lavoro sul cubo rotante.
- Implementato i nuovi Gnome Control Center e NetworkManager
- Il kernel ora supporta nativamente la virtualizzazione
- Implementato il tool Migration Assistant, per migrare le utenze da altri sistemi operativi
- Supporto a NTFS-3G stabile, per montare in lettura/scrittura i dischi Windows
- I repository Universe e Multiverse abilitati automaticamente
- OpenOffice.org ha di default un tema di icone Tango
Per tutto quello che manca è già disponibile il tool Automatix per Ubuntu 7.04 in formato .deb che si installa con un click. Con Automatix potete installare altri software sia commerciali che non, come Wine, VMWare Player e Virtualbox, Google Earth e Google Picasa, Java.
Ubuntu 7.04 Feisty Fawn: l’assalto dei linuxiani. Usate Torrent!
Ieri 19 Aprile, ho provato per tutta la giornata a collegarmi sul sito internazionale ubuntu.com e su quello italiano ubuntu-it.org, ma non sono riuscito ad accedervi.
Nonostante il countdown e il piano di sviluppo segnalassero che il 19 Aprile fosse il giorno fatidico del rilascio ufficiale di Ubuntu Feisty Fawn, la homepage è stata aggiornata solo nel tardo pomeriggio, e fino ad allora non c’era alcun link al download ne alcuna news che annunciava il rilascio. Quando, poi, finalmente ho avuto la possibilità di scaricare la versione 7.04, l’effettivo download in http risultava estremamente lento.
Devo dire che è la prima volta che mi ritrovo a combattere per scaricare una ISO linux su un server intasato dall’eccessivo numero di utenti che hanno letteralmente preso d’assalto i siti ed è stato un impressionante termometro dell’attesa che si aveva su questa nuova distribuzione.
Per coloro che non volessero andare a frugare nel sito, l’immagine ISO per CD-ROM è possibile scaricarla qui, mentre quella per DVD qui.
Penso che al momento sia opportuno, però, procedere al download via bittorent (magari con utorrent), proprio per sfruttare il grandissimo numero di utenti che stanno accedendo alla pagina di download: attualmente è la soluzione più veloce per scaricare le ISO di Ubuntu Feisty Fawn perché, invece di incidere sulla banda del sito, si va ad influenzare quella dei singoli visitatori e permette di scaricare il file da molte fonti diverse, in modo che, mentre lo si scarica se ne condivide una parte con gli altri. Il risultato finale è che tutti scaricano molto più velocemente.
Con il protocollo Torrent è possibile scaricare sia il CD che il DVD di Ubuntu 7.04 Feisty Fawn.
Comunque su Linux Tracker è possibile trovare tutti i link ai Torrent relative alle varie versioni i386, CD, DVD, Desktop, Server di Ubuntu, Kubuntu, Xubuntu.
Libri e riviste su Ubuntu: tutto rigorosamente free!
Mentre la comunità internet è in trepidante attesa per l’uscita della versione 7.04 di Ubuntu (come ben campeggia sul sito ufficiale), vorrei presentarvi qualche guida di riferimento per questa popolare distribuzione Linux. In generale, a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo Linux consiglio sempre di dare un’occhiata ad Ubuntu; tra le decine di motivi uno fra tutti è anche l’enorme quantità di documentazione che si trova su questa distribuzione Linux sia per i neofiti che per gli esperti.
- La prima documentazione in italiano che chiunque dovrebbe consultare, è proprio quella ufficiale di ubuntu-it, in cui troviamo le Guide ufficiali e le Guide della comunità.
- Se la documentazione ufficiale non vi basta, allora vi consiglio Ubuntu Semplice, il primo libro collaborativo italiano su Linux Ubuntu 6.10. Qui è possibile scaricare anche la versione del libro in PDF che è stato distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Condividi, ovvero è possibile scaricarlo e stamparlo per uso personale senza incorrere in violazioni della legge.
- Per chi conosce l’inglese, allora voglio consigliare anche Ubuntu Linux Bible: il manuale, scritto da William von Hagen, copre tutte le fasi di installazione e di configurazione del sistema. Non solo, tratta anche numerosi argomenti sull’uso di tutti i giorni del sistema operativo, dalla grafica a ai programmi per scrivere e fare fogli di calcolo, dai giochi all’elaborazione delle immagini alla creazione di gruppi di lavoro. Nel caso preferiate leggerlo direttamente su carta, potete acquistarlo anche su Amazon a 29$.
- Infine, per chi vuole restare sempre aggiornato, consiglio anche la lettura della neonata rivista Full Circle, un nuovo e-magazine in formato PDF che parla (in inglese) di Ubuntu grazie ai preziosi contributi della comunità di utilizzatori della distro umana. Attualmente è uscito il numero “0”.
Chiunque potrà contribuire ai prossimi numeri inviando articoli alla mail articles@fullcirclemagazine.org o inserendoli direttamente nella pagina wiki della rivista. Ovviamente la rivista è completamente realizzata usando software opensource: Scribus, OpenOffice e Gimp.
Windows produce una pigrizia mentale al cambiamento che non si riscontra negli utenti Linux
Questa è una mia teoria basata su considerazioni personali suffragata, però, da molte ipotesi.
E’ noto, infatti, che la diffusione capillare di prodotti Microsoft piratati, come Windows ed Office, ha introdotto uno standard ‘de facto’ e ha creato, nell’utilizzatore finale, quella sorta di abitudine che è difficile da togliere, e ciò si ripercuote nelle abitudini casalinghe e lavorative delle persone. Se a casa uso Windows piratato, poi, però pretenderò che anche al lavoro venga usato lo stesso sistema operativo, per avere una curva di apprendimento nulla a tutto favore di quella lavorativa (insomma non si perde tempo ad imparare qualcosa di nuovo). E, viceversa, se lo si usa al lavoro, a casa non voglio perdere tempo a reimparare un altro sistema operativo, un altro modo di pensare, e quindi installo Windows. Certo questo ragionamento non vale per tutti, ma sicuramente per una buona fetta di mercato su cui Microsoft vuole sicuramente mettere le mani.
Alzi la mano chi, avendo sempre usato Windows, non trova difficoltà, accompagnata da una certa ‘pigrizia mentale‘, ad usare altri sistemi operativi come Mac o Linux.
E’ un effetto che ho notato in molti utilizzatori Windows, ma che sembra essere completamente assente in quasi la totalità degli utilizzatori Linux, abituati a provare e riprovare le varie distribuzioni Linux. Questi ultimi sviluppano una sorta di elasticità mentale che gli utenti Windows non hanno più (per gli utenti MAC non posso fare paragoni perché, ahimè, non ne conosco direttamente).
Se poi, sentiamo, da Jeff Raikes (presidente del business group di Microsoft) che se qualcuno è costretto a piratare del software allora in casa Microsoft preferiscono che il software piratato sia proprio un loro prodotto, allora i conti tornano e si prospetta un futuro grigio da 1984. Una sorta di controllo delle menti che dagli anni ’80 va avanti senza che nessuno di noi se ne sia mai reso conto. Anche l’annuncio del presidente rumeno Traian Basescu, secondo cui la sua nazione non si sarebbe mai sviluppata e non avrebbe potuto far crescere l’industria IT senza la pirateria (che costituisce ben il 70% del software rumeno), fa parte di una strategia virale di evangelizzazione e di una non velata diffusione di un senso di gratitudine verso Microsoft.
Quando si sente dire che Windows ha alfabetizzato le persone (cosa vera, peraltro) non si può non pensare che magari l’industria che ha creato quel software presente in più del 90% dei personal computer di tutto il mondo, abbia ideato un metodo subdolo di propaganda: diffondere gratis lucchetti piratati, per poi incatenare tutto il mondo e legandoli con fili invisibili ad usare quella stessa tecnologia che loro stessi hanno piratato.
Negli ultimi anni Microsoft ha iniziato una campagna anti-pirateria volta a risollevare le vendite del suo sistema operativo, Windows XP/Vista, sia attraverso strumenti come l’attivazione di un prodotto Microsoft (MPA) e il Windows Genuine Advantage, sia con campagne di sensibilizzazione, come fumetti del genere comic strip dalle tinte bianco e nero (Genuine fact files), il tutto paventando innegabili vantaggi dal punto di vista della Sicurezza.
Certo, a sentire le statistiche, più di un terzo di tutti i software Microsoft istallati nel 2005 si è dimostrato piratato o senza licenza: ovviamente ciò porta ad una grande quantità di denaro non guadagnato.
Ma siamo sicuri che queste statistiche si possano interpretare come solo una mera perdita economica? Siamo certi che la propaganda anti-pirateria non sia altro che una operazione di mercato volta a ricordare che Windows è facilmente piratabile? D’altronde, loro stessi asseriscono che piratare software è illegale ma se proprio lo si vuole fare, piratare Microsoft è sicuramente meglio!
Voi che pensate, condividete le mie ipotesi?
WII supera PS3 ma il leader è ancora Xbox 360
Come era anche logico aspettarsi, la PS3 sta deludendo le aspettative di mercato, non tanto per i risvolti tecnologici del suo core ma per quanto riguarda le vendite. Passata del tutto inosservata nel duello Playstation 3 vs Xbox, la console Nintendo ha sbaragliato la concorrenza della nuova console della Sony, battendola per per due a uno, nonostante le specifiche meno brillanti rispetto alla rivale. Addirittura risulta essere, in termini di unità vendute, la vincitrice indiscussa della battaglia dello shopping natalizio.
Paul Jackson, analista di Forrester Research ha detto che la Wii si è aggiudicata una posizione di superiorità dal punto di vista della giocabilità e dell’intrattenimento.
Sony invece ha subito vendite limitate a causa della carenza di stock, dei prezzi alti e di recensioni non sempre lusinghiere nei confronti del nuovo prodotto.
A tal proposito potrebbe essere interessante, per coloro che hanno un blog con WordPress e hanno a casa la WII, installare il WordPress Wii Edition Plugin, un plugin installabile facilmente su qualsiasi blog creato con WordPress che consente un rendering ottimizzato per la versione di Opera funzionante sulla nuova console Nintendo.
Non è necessaria alcuna configurazione, basta installarlo e i Wii vengono automaticamente identificati fornendo delle pagine facilmente navigabili.
Comunque entrambe le console sono state sorpassate, come quota di mercato, dalla Xbox 360 di Microsoft, che è sul mercato da quasi un anno e ha una miriade di giochi dedicati. A quanto pare la sua rivale sarà la Wii e non la PS3, e per far fronte agli avversari, Microsoft sta già pensando di lanciare una versione più efficiente e più economica dell’Xbox360, inserendo un processore da 65 nanometri nel cuore della sua console per rimpiazzare il vecchio 90 nm che attualmente vi alloggia.
Un chip del genere sarebbe meno costoso da produrre e il vantaggio sarebbe in termini di energia consumata; inoltre permetterebbe a Microsoft di tagliare ancora di più il prezzo della sua console e di difendere la sua fetta di mercato dalle console Wii e PS3, entrate in gioco il mese scorso.
Tuttavia i chip non verranno alla luce prima della metà del 2007.
Intanto, per gli amanti della PS3, TerraSoft Solution ha rilasciato una versione gratuita di Yellow Dog Linux 5.0, una delle poche release Linux compatibile al 100% con la Playstation 3: senza troppi problemi chiunque potrà installare Gnu/Linux sulla nuova console Sony.
La ISO “yellowdog-5.0-phoenix-20061208-PS3” può essere scaricata da uno dei mirror e prossimamente anche via BitTorrent.
UPDATE: Dopo Yellow Dog e Fedora, l’ultima distribuzione del Pinguino ad essere stata adattata per PS3 è Debian Live, e come suggerisce il nome permette di avviare la celebre distribuzione Debian senza doverla necessariamente installare su hard disk.
In fase di boot il sistema operativo permette di scegliere la modalità video supportata dal proprio televisore, incluse quelle ad alta definizione. L’ambiente grafico è costituito da una versione “alleggerita” di GNOME, mentre la navigazione sul Web è affidata a Firefox.
Per il momento questo progetto non è ufficialmente supportato dalla comunità Debian, tuttavia esiste già un repository dedicato da cui è possibile scaricare un certo numero di programmi testati per PS3.
Il sito di Debian Live for PS3 contiene il link per il download dell’immagine ISO (di circa 220 MB) e alcune informazioni sulla distribuzione. L’assenza di istruzioni lascia supporre che la procedura d’installazione sia abbastanza semplice, almeno per chi ha già un’infarinatura di Linux. [via punto informatico]
[via The Inquirer, The Inquirer, OSSBlog e OSSBlog]
TU-40: un pc di 10 cm a 99$
Sì, avete capito bene, e non si tratta di un desktop obsoleto ma di una scatoletta di piccole dimensioni (11,5 x 11,5 x 3,5 centimetri), che viene venduta per la prima volta ad un prezzo veramente basso: 99 dollari. All’interno vi sono un processore senza ventola x86 compatibile da 200 MHz, con 128 MB di RAM, di cui 8 dedicati alla scheda grafica, un connettore VGA e una scheda ethernet 10/100, che può essere però sostituita con una di tipo 802.11b/g WiFi.
Completano il corredo un’interfaccia EIDE, uno slot CompactFlash, ben tre porte USB, di cui una sul retro, porte PS/2 e 6-pin mini-DIN rispettivamente per tastiera e mouse, codec audio AC-97 V2.1 conforme, microfono e linea in uscita, RTC e BIOS AMI. Temperatura di funzionamento 0-60°C.
A detta della e-Way Technology Systems, società Taiwanese che lo commercializza, questo dispositivo, chiamato TU-40, è conforme alla direttiva RoHS. La stessa azienda ha anche sviluppato una propria versione custom di Linux, la quale può funzionare sui propri dispositivi embedded e si avvia in soli 25 secondi.
Commenti Recenti