Il primo tips per Mac che vorrei trattare riguarda un elemento base di ogni portatile: come configurare una connessione ADSL Alice Wifi. Come noto, le ADSL Alice se usate con modem Telecom Italia, hanno la caratteristica di avere una connessione con protocollo di tipo PPPoE, ovvero, una volta connessi alla rete Ethernet o Wi-Fi (in quest’ultimo caso occorre inserire anche una chiave WPA2 per l’autenticazione) è necessario accedere alla rete ADSL attraverso l’autenticazione PPPoE, ovvero la classica schermata utente/password che si usava anche per le vecchie comunicazione via modem.
Ho deciso di scrivere questa breve guida perché, nonostante il sito di Assistenza Tecnica di Alice, preveda una utile guida passo-passo per la Configurazione PPPoE di tipo Wi-Fi, questa risale a Tiger e non sembra essere stata aggiornata per Leopard. Non che vi siano stravolgimenti nelle configurazioni, cambiano solo la posizione dei menu, ma forse ai nuovi mac user potrà risultare utile una guida riferita a Leopard.
Ho deciso quindi di descrivervi come ho configurato io la mia connessione PPPoE senza per questo voler affermare che è la soluzione migliore (data la mia ancora piccola esperienza nel mondo MAC) ma sicuramente darvi quella più funzionale. Se poi qualcuno, magari più esperto di me, ha da fare delle precisazioni o darmi altri suggerimenti, siete i benvenuti.
Tips Mac: Come configurare una connessione PPPoE ADSL Alice Wifi su Mac OS X Leopard
Windows Vista preoccupa i professionisti dell’It e il 44% sta considerando alternative e Mac OS X è la prima fra tutte
Questo è uno dei motivi per cui sono passato a Mac: volevo un sistema sicuro e stabile. E con grande sorpresa scopro che la maggior parte dei professionisti dell’Information Technology la pensano allo stesso modo. Infatti, Computerworld Uk riporta una ricerca commissionata da Kace e condotta negli USA da King Research sui professionisti dell’IT e i suoi risultati, sono decisamente lusinghieri per Apple (qui trovate il pdf scaricabile della ricerca commissionata da Kace).
Su 961 professionisti intervistati, infatti, ben il 90% ha dichiarato di essere preoccupati della migrazione a Vista e il 53% degli intervistati ha inoltre riferito che il passaggio a Vista non rientra nelle proprie prospettive.
Addirittura il 44% degli intervistati ha affermato di considerare la migrazione a un altro sistema operativo. Tra questi, il 28% pensa a Mac OS X, il 25 percento a Red Hat Linux, il 18% a Suse Linux e un altro 18% a Ubuntu Linux. Interessante l’affermazione di Mac OS X in un mondo, quello business, tradizionalmente refrattario sui grandi numeri alle proposte di Apple.
Diane Hagglund di King Research ha dichiarato:
Uno dei principali motivi di preoccupazione, è la stabilità del sistema. La stabilità in generale è citata frequentemente dagli intervistati, così come la compatibilità del software professionale che deve girare su Vista.
Anche il costo del sistema operativo è stato citato da alcuni intervistati come un problema.
Il costo di una copia Business di Vista, raggiunge i 299$, a cui vanno aggiunti 269$ dollari per ogni licenza addizionale.
Probabilmente anche per questo motivo Mac OSX Leopard (disponibile volendo anche in versione server con infinite licenze client a 999$) è la principale alternativa indicata dagli intervistati intenzionati a non installare assolutamente il nuovo sistema di Bill Gates, seguito a poca distanza percentuale da Red Hat Linux e da altre distribuzioni del pinguino open-source.
La virtualizzazione di altri sistemi operativi è un altro punto chiave che ha fatto guadagnare punti a Mac OS X fra gli intervistati, mentre le difficoltà maggiori per chi decidesse di eseguire il fatidico switching, sono principalmente legate alle abitudini di utilizzo e di gestione da parte degli utenti e dei manager, che, provenendo da un ambiente Windows, temono di dover re-imparare troppe procedure.
Dato che l’inchiesta è stata condotta su un campione relativamente ristretto non può essere una indicazione insufficiente per poter parlare di inversioni di tendenza o cambiamenti decisivi. Tuttavia il dato non deve passare inosservato visto che proprio l’ambito professionale è il campo in cui Windows ha sempre giocato in casa. Anche una ricerca ristretta come questa mette quindi in luce alcuni indizi di un possibile cambiamento delle dinamiche all’interno delle grandi compagnie. Un cambiamento che fino a qualche anno fa (età dell’oro di Win XP SP2) non sarebbe stato minimamente ipotizzabile.
Attribution Image CC: Apple Mac OS X Leopard Wallpaper
Un piccolo gioiello a casa: è arrivato il mio Macbook Pro! Prime impressioni di un utente Windows
Ieri, nonostante la febbre che mi ha fatto stare a letto tutto il giorno, è stata una giornata molto bella visto che finalmente è arrivato a casa uno scintillante Macbook Pro Intel Core 2 Duo a 2,2GHz da 15” con schermo lucido. Un vero gioiellino! Leggerissimo e curato nei minimi dettagli, si capisce subito che si sta parlando di qualcosa di diverso solamente aprendo la confezione. Lo schermo luminoso e la tastiera retroilluminata danno quel tocco di classe in più.
Quello che non dice la campagna Get A Mac
Sul mio account Flickr ho messo qualche scatto che va dallo scarto della confezione sino alla installazione di Leopard. Ebbene si, nonostante la campagna Get A Mac affermi che quando si compra un Mac è sufficiente accenderlo per iniziare ad usarlo, non è stato così nel mio caso. Complice il fatto che Leopard è uscito da poco più di una settimana, i portatili della serie Pro, non erano ancora stati aggiornati con Leopard.
Fortuna che nella confezione ho trovato il disco di installazione Mac OS X Leopard – CPU Drop-in DVD che permette all’utente di installare il nuovo sistema operativo. Per farlo ho perso circa una oretta, anche perché all’inizio mi sono dovuto documentare su internet su come far partire il disco al boot (sul manuale non c’era scritto che è sufficiente premere C all’avvio della macchina). Quindi, una volta installato il nuovo sistema operativo inizializzando il disco (pensate che Tiger non l’ho neanche visto) ho dovuto reinstallare anche iLife ’08 dai dischi di ripristino di Tiger.
Insomma una operazione che in totale mi ha portato via un paio di ore!
Un altra cosa che la campagna Get A Mac asserisce ma io non credo sia del tutto vero è che i computer Mac non vengono imbottiti di software trial: che dire allora delle versioni demo di Office, iWork e Aperture? Il fatto, però, di aver inizializzato il disco e aver potuto scegliere cosa installare per quanto riguarda il software Bundled, mi ha permesso di risparmiare molto spazio.
Passare da Windows a Mac: le prime difficoltà
Per utente che come me ha passato molti anni su sistemi Windows, è stato facile trovarsi a delle difficoltà oggettive: per fare copia e incolla no esiste la combinazione CTRL+C e CTRL+V bensì MELA + C e MELA + V, nonostante il tasto CTRL esista sulla tastiera (cosa che trae, almeno all’inizio, in inganno). Inoltre quando devo andare alla fine di una riga (forse è una cosa relativa solo alle tastiere dei portatili) devo premere i tasti MELA + freccia a destra (END). Per finire la chiocciolina (@) è sempre ottenuta con la combinazione di tasti ALT + ò ma il tasto ALT è posizionato dalla parte opposta della tastiera.
Non posso non citare anche la mancanza del tasto CANC, rimpiazzato dalla combinazione di tasti FN + Backspace!
Un altra cosa che un utente Windows come me fatica (almeno nel primo giorno di utilizzo) a ricordare è che il tasto destro del mouse si ottiene facendo CTRL + Click tasto touchpad. A venire in mio soccorso, però, è stato un comodo mouse USB a tre tasti con rotellina!
Per il resto tutto è andato liscio come l’olio e devo dire che sono molto soddisfatto dell’acquisto! Ovviamente intendo usare a fondo Leopard (per impararne il più possibile) ma non per questo intendo abbandonare Windows visto che ho ancora molti applicativi che girano solo su questo sistema operativo (e qui mi verranno in aiuto tutti quegli ambienti di virtualizzazione per Mac come Parallels e VMware Fusion).
N.B. Ovviamente questo post l’ho scritto sul mio Macbook Pro con Safari 3.0.4 (che devo dire è migliorato moltissimo rispetto alle versioni che ho testato per Windows).
Cosa scegliere per fare del proprio Macbook Pro una piattaforma videoludica di ultima generazione: una Nvidia GeForce 8600M GT con 256MB di sdram video GDDR3 o sono sufficienti solo 128MB?
E’ meglio comprare un Macbook Pro con una scheda video NVIDIA GeForce 8600M GT che monta 128MB di SDRAM video GDDR3 oppure una con 256MB? La domanda sembra avere una risposta scontata: più RAM video ha montata a bordo e maggiori sono le prestazioni per cui, ad un primo approccio, potrebbe sembrare evidente che la migliore configurazione sia quella con 256MB. Ma, nel fare questa analisi, ho voluto però guardare diversi aspetti.
A chi si rivolge questa analisi
C’è da dire, comunque, che queste considerazioni riguardano soprattutto coloro che fanno editing video/fotografico a livello professionale (il che riguarda pochi Mac User) oppure coloro che vogliono far girare i giochi di ultima generazioni (come Bioshock o Crysis) che sfruttano le DirectX 10, caratteristica non sfruttata in Mac OS X ma che può servire se si fa uso di Boot Camp per installare Windows Vista in dual boot (il che riguarda molti utenti Windows e Mac).
In effetti, secondo un test condotto da PC World, il Macbook Pro è attualmente il portatile più veloce per eseguire Windows Vista: i benchmark effettuati su un gran numero di computer portatili (Dell, Toshiba, Gateway, Alienware, Apple, e tanti altri) hanno infatti stabilito che quello che ha ottenuto un punteggio più alto è il Macbook Pro da 17″, classificandosi come il più performante del 2007. Inoltre c’è da considerare, che rispetto ai suoi concorrenti, il Macbook Pro 17” è il portatile più leggero (3,08 Kg) e con lo spessore minore (2,59 cm) della sua categoria.
Cosa è in grado di fare il fratello minore?
Ebbene, già tempo fa cercai di capire se era possibile giocare con i videogiochi di ultima generazione su un normale macbook, analisi che andrebbe rivalutata alla luce dell’ultimo speed bump effettuato il 1 Novembre 2007 e che ha visto introdurre, oltre ad un upgrade di CPU anche la più potente scheda video integrata Intel GMA X3100 con ben 144 MB DDR2 SDRAM condivisa con il sistema operativo. Anche se non si è di fronte ad una componente in grado di rivaleggiare con i chip più potenti della concorrenza si tratta comunque, nel giudizio di chi ha potuto testarla, della più potente scheda grafica integrata oggi sul mercato. Tra i suoi vantaggi più interessanti la buona risposta nel campo della compressione e decompressione video, specie quello ad alta definizione.
La potenza della NVIDIA GeForce 8600M GT
Quel che è certo, quindi, è che il Macbook Pro, in qualunque sua configurazione, non ha alcun problema nel fare girare i giochi di ultima generazione anche su Windows Vista, visto la NVIDIA GeForce 8600M GT è una scheda video altamente performante (che supporta anche le ultime DirectX 10), dotata di architettura a shader unificati con 32 stream processors “clockati” alla frequenza di 950 MHz, GPU con clock di 475 MHz e memoria video con clock di 700 MHz con bus da 128bit di ampiezza.
Inoltre, il fatto di avere una SDRAM video DDR3 piuttosto che DDR2 come nei Macbook, garantisce alla versione Pro dei Macbook, di trasferire i dati su entrambi i fronti del segnale (salita e discesa) ottenendo così una duplicazione della velocità di trasferimento che nelle DDR3 dovrebbe variare, teoricamente, tra gli 800 Mbits/s e gli 1,5 GBits/s, il tutto unito ad una diminuzione del voltaggio di alimentazione in modo da poter contenere, del 25%, il consumo massimo e la conseguente dissipazione termica.
La Nvidia GeForce 8600M GT supporta anche la decodifica hardware dello standard H.264, utile se si possiede una unità ottica Blu-Ray o HD-DVD.
Meglio 128MB o 256MB di Ram Video?
Quando, però, si intende acquistare un Macbook Pro 15”, è possibile notare dal sito della Apple, che, oltre ad un ritocco sulle dimensioni dell’hard disk (da 120GB a 160GB) e sulla frequenza della CPU Intel Core 2 Duo (da 2,2 a 2,4 GHz), il modello base monta solo 128MB di GDDR3 SDRAM mentre quello di fascia più alta ne ha 256 MB, a fronte di una consistente differenza di prezzo di ben 500€!
Questa differenza è giustificata? Il dubbio mi è venuto perché la spesa di un Macbook Pro non è indifferente e spendere altri 500€ (420€ se si vuole portare l’hard disk a 160 Gb/5400rpm anche per la versione base) in più per avere sicuramente migliori caratteristiche ma non percebili sarebbe una spesa inutile.
Ad aiutarmi in questa valutazione mi è venuto in soccorso l’ottima analisi benchmark di Bare Feats che ha messo a confronto, tra gli altri, un Macbook Pro 15″ con 128 MB di VRAM DDR3 e uno con 256 MB, ottenendo dei risultati interessanti. Le prove sono state fatte calcolando i frame per secondo di giochi come Quake 4, Doom 3, Prey, UT2004, World of Warcraft e Halo: insomma il test ideale per chi vuole fare del proprio Macbook Pro una piattaforma videoludica di ultima generazione!
Un MacBook Pro 15″ 2.4GHz Core 2 Duo (256MB GDDR3 video SDRAM) in alcune prove è più veloce fino al 9% rispetto ad un MacBook Pro 15″ 2.2GHz Core 2 Duo (128MB GDDR3 video SDRAM). Se invece, si analizza la media di tutti i risultati, si arriva ad una differenza di velocità del 5%. Il sospetto che si pone l’autore del test è che il gap massimo raggiunto del 9% sia da imputarsi esclusivamente alla differenza di velocità del processore da 2,2 GHz a 2,4 Ghz. Sorprendentemente il modello da 17” (che ha la stessa scheda video di quello da 15” con 256 di VRAM) è addiritura 11% volte più veloce del modello intermedio: come se la Apple avesse overclockato la scheda per fargli raggiungere frequenze più elevate.
Conclusioni
In definitiva, la domanda da porsi sarebbe, quindi: spendere il 20% in più (a parità di capacità di hard disk) per avere solo picchi del 9% in più di performance grafiche (con una media del 5%) è vantaggioso (anche nei termini di longevità di macchina)? Da qui ad un anno, sicuramente saranno uscite nuove schede grafiche, e magari ii Macbook Pro saranno aggiornati, e forse questa ulteriore spesa non sarebbe giustificata.
Quel che è certo è che su certi giochi, Crysis fra tutti, avere solo 128MB non sono sufficienti per garantire prestazioni eccellenti (considerando anche il fatto che solo Windows Vista richiede almeno 64MB di VRAM), ma è anche vero che giochi in grado di sfruttare 256MB o più di texture packs non sono ancora tantissimi.
Per cui mi chiedo se un gap prestazionale del 10% sul miglior FPS (ovvero su 30 FPS, un gioco girerebbe in 27 FPS) si nota molto?
Purtroppo a tal riguardo non ho esperienza e solo chi possiede un Macbook Pro potrà aiutarmi in questa analisi.
Comunque, come impressione personale, credo che tale differenza sia molto piccola e non giustifica una spesa addizionale di ben 500€, ovviamente tenendo a mente gli obiettivi videoludici che mi sono proposto in questo articolo.
Intanto per farvi un idea, ho trovato su Youtube due filmati che mostrano come gira Bioshock su un Macbook Pro.
Voi che ne pensate? Avete esperienze a riguardo?
Prima recensione italiana su Mac OS X 10.5 Leopard
Mentre in queste ore sta avvenendo in tutto il mondo il lancio di Mac OS X 10.5 “Leopard”, Davide ci ha preparato la prima recensione italiana di questo innovativo sistema operativo. Quindi, se siete curiosi di carpire i segreti di Leopard vi consiglio di leggere questa interessante prima parte che ci spiega nel dettaglio come installarlo.
Ciò che stupisce maggiormente sono le alte prestazioni di Leopard che, pur non girando sul disco interno, mostra una fluidità e una reattività inaspettata. La fluidità degli effetti grafici non è solo una gradevolezza estetica, ma soprattutto un mezzo per fruire senza limitazioni delle nuove funzionalità, come ad esempio gli utilissimi Stacks (o Pile) e i desktop virtuali di Spaces.
Sono molto curioso, però, di leggere anche il successivo articolo sulle principali novità di Mac OS X 10.5 “Leopard”, che dovrebbe illustrare tutte le funzionalità che balzano subito all’occhio e qualche caratteristica nascosta per personalizzare l’uso del nuovo straordinario sistema operativo Apple.
Ho chiamato l’Apple Store: non hanno le idee chiare e cercano di vendere i portatili con Tiger omettendo alcune informazioni
Ieri ho chiamato l’Apple Store italiano al numero verde 800/554533 per avere alcune delucidazioni sul nuovo sistema operativo Mac OS X Leopard. Purtroppo ho avuto solo risposte vacuee e per nulla esaurienti.
Ho iniziato affermando che desideravo comprare un macbook ma non sapevo quale periodo scegliere per l’acquisto, se prima o dopo l’uscita di Leopard:
IO: “Dal 26 Ottobre tutti i Macbook avranno preinstallato Leopard?”
Operatore (OP): “Si, certamente, ma le conviene comprarlo ora il macbook perché così avrà anche il dvd di installazione di Leopard”
IO: “Ma perché, in bundle con il macbook, non date anche i dischi di installazione o di ripristino del sistema operativo?”
OP: “Assolutamente no, se dovesse reinstallare il sistema operativo dovrà portarlo in assistenza da noi”
IO: “Cosa, se mi corrompe il sistema operativo devo portarvi il pc in assistenza? Non date alcun disco di ripristino?”
OP: “Esattamente, solo se lo compra prima avrà i dischi di Leopard. Altrimenti avrà solo il sistema operativo installato sul portatile.”
IO: “Strano, comunque, sapevo, che se compro un macbook prima del 26 Ottobre dovrò pagare 8,95 Euro per ricevere i dischi”
OP: “Esatto, ma per questa modica cifra avrà anche i dischi di installazione di Leopard! E’ per questo che è conveniente!”
Per cui se vuole possiamo procedere all’acquisto, oppure se mi lascia i suoi contatti le invio via mail il mio telefono così quando ha deciso di comprare il macbook mi chiama”
IO: “No, per il momento volevo solo avere delle informazioni. Senta, mi conferma comunque che i dischi di Leopard non sono un semplice upgrade da Tiger ma il sistema operativo completo? Sa, non vorrei essere relegato a Tiger ad ogni nuova, eventuale, reinstallazione”
OP: “Non esistono i dischi di aggiornamento ma il sistema operativo completo che preserverà i dati utenti”
IO: “Ma se io volessi inizializzare (formattare) il disco senza preservare alcun dato utente e senza lasciare traccia del vecchio Tiger è possibile farlo?”
OP: “No, non credo proprio si possa fare o almeno non sono sicuro. Comunque se mi lascia una sua email le invio il mio numero di telefono a cui contattarmi quando deciderà di procedere all’acquisto”
IO: “No la ringrazio, buona giornata”
Insomma, per quanto si possa parlare bene della Apple come società e dei suoi prodotti, a me pare che questo venditore non aveva del tutto le idee chiare ed era solo orientato alla vendita. Da quello che so io, su tutti i nuovi macbook e imac, dal 26 ottobre, Leopard dovrebbe essere preinstallato; inoltre, a meno che non sono cambiate le politiche, nella confezione, oltre al portatile, devono essere presenti i dischi di installazione del sistema operativo, senza essere costretti a passare per l’assistenza tecnica.
Inoltre, da quello che so, è possibile inizializzare un disco senza preservare i dati utenti dell’installazione precedente.
Non mi è piaciuta neppure l’omissione sul balzello da pagare per ricevere Leopard a casa: si tratta di neanche 10 euro ma per correttezza doveva avvertirmi di tutte le spese accessorie.
In definitiva, da questa telefonata ho capito che, a quanto pare, i venditori Apple, stanno ricevendo l’input di vendere il prima possibile tutti i portatili con Tiger, in modo da poter quanto prima iniziare a diffondere portatili con Leopard. Quello che è sbagliato è dare false informazioni in proposito, creando una sorta di terrorismo psicologico nelle persone. Probabilmente sarà un caso sporadico, forse l’operatore era stato appena assunto e non era al corrente di tutte le politiche di Apple, o forse tirava l’acqua al suo mulino: chissà quante telefonate avrà ricevuto di persone che aspettavano il 26 Ottobre per comprarsi un prodotto Apple senza poter vendere nulla, con ricadute evidenti sul suo stipendio che, sicuramente, dipenderà parzialmente da quante vendite riesce a fare in un mese. Insomma, qualsiasi siano le cause di questa male informazione, spero che episodi così non si verifichino più.
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Mac OS X 10.5 Leopard sarà una vera e propria distribuzione Unix
Che il sistema operativo Mac OS della Apple si basasse sul core di BSD (a partire da Mac OS X) era ben noto da tempo: infatti già Tiger aveva una shell unix, la sua bella ksh, e poteva far girare molti programmi compilati per linux. La novità più interessante, però, è che con la versione 10.5 diverrà a tutti gli effetti una vera e propria distribuzione unix, ma a differenza di quelle linux, non sarà a codice aperto. Anche se quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare, il fatto, però, di avere tutti i requisiti per chiedere la certificazione “Open Brand UNIX 03 Registered Product”, significa che siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione.
Infatti, sembra che il grande lavoro fatto per Leopard sia stato da subito incentrato allo scopo di rispettare le specifiche SUSv3 e POSIX 1003.1 per le API C, le utility della shell, e i thread.
Quindi, sotto la sua interfaccia grafica accattivante, la semplicità, potenza e sicurezza di Mac OS X 10.5 Leopard deriva direttamente dalla sua solida base Unix!
Infine, nell’implementare tale nuovo pacchetto tecnologico, Apple ha varato Terminal 2, il nuovo terminale che, un’interfaccia rinnovata, permetterà di accedere ai programmi base Unix (senza dimenticare i comandi specifici di Darwin) e l’apertura di sessioni in tab (come nei browser).
[via boliboop]
Tutte gli eventi del deludente Keynote Apple: l’unica vera novità è Safari per Windows. Raccolte le prime amareggiate reazioni della blogosfera sul dock 3D.
Devo dire che ci si aspettava di più da questo Keynote: certo non sono mancati i colpi di scena ma forse, dopo quello di Gennaio che presentò l’iPhone ci si aspettava qualche nuova rivoluzione in arrivo. La scaletta che era trapelata qualche ora prima, anche se un clamoroso fake, era indubbiamente più interessante.
Ho seguito l’evento principalmente su engadget e maccitynetLive. E’, però, ora possibile rivedere il video dell’intero keynote di Steve Jobs al Worldwide Developers Conference (WWDC 2007), la conferenza riservata agli sviluppatori.
Tre sono stati gli argomenti principali che sono stati svelati nel corso del keynote :
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Presentate 10 novità di Leopard sulle 300 introdotte. Tra queste abbiamo:
– Il dock ha un nuovo look 3D ed è dinamico. In pratica, ora le icone che costituiscono il dock sono in versione tridimensionale e poggiano su una barra trasparente e riflettente; una volta selezionata l’applicazione di interesse verrà visualizzata una pila che mostrerà l’intero “contenuto”, siano essi documenti, fotografie o applicazioni. E’ questo il concetto di Stack, una nuova funzione del dock che pulisce la Scrivania da icone inutili, impilando i file nel dock come file di documenti.
– Rinnovato il Finder che integra anche CoverFlow. Inoltr, ora per cercare i file si utilizzerà sempre Spotlight.
– Nuova sidebar con funzioni di ricerca, preferenze di ricerca e file condivisi.
– Presentato Quick Look che permette di avere le preview sempre disponibili dei file, senza aprirli.
– La cosa più interessante, però, è che Leopard è totalmente a 64 bit. Jobs confronta applicazioni a 32 e 64 bit, aprendo ad esempio grandi foto e mostrando la superiorità delle secondo. Per usare un filtro su una foto da 4Gb Jobs ci impiega 28 secondi a 64bit, 81 sul 32bit.
– Vengono mostrate le potenzialità di Core Animation renderizzando animazioni live.
– Boot Camp è finalmente integrato: Leopard offrirà la possibilità di lanciare ed utilizzare Windows XP e Vista sulla stessa macchina sarà quindi possibile usare applicazioni Xp e Vista a velocità nativa. Un processo guidato creerà la partizione sull’hard disk e inizierà il processo di installazione. Interessante la possibilità di passare da un sistema all’altro in maniera molto veloce, il tutto in nativo e senza quindi usufruire di virtual machines. Potrebbe essere un elemento chiave per chi ha bisogno di entrambi gli OS a velocità nativa ma non può permettersi di stare a lungo senza uno dei due!
– E’ possibile raggruppare facilmente applicazioni da uno Space all’altro, ad esempio avremo uno spazio per il gioco e uno per il lavoro. Se un gioco gira in uno spazio, l’audio si sentirà solo quando è attivo quello spazio. Le applicazioni si spostano con un drag&drop.
– La Dashboard è stata potenziata con le web clip, cioè le widget che si possono creare totalmente con con Safari. Con la funzione forbici è possibile trasformare una porzione di qualunque pagina in una widget.
– iChat migliora la qualità audio con il codec AAC low delay ed inoltre vengono introdotte le tab per le chat, effetti Photobooth e iChat Theatre con il quale è possibile condividere foto, video e le slide di keynote con tanto di transizioni.
– Confermata la presenza di Time Machine per il backup automatico.
– Nessuna notizia, invece, sulla presenza del filesystem ZFS.
– Per maggiori dettagli è possibile visitare la nuova pagina dedicata a Leopard che, grazie a dei filmati demo, illustra tutte le novità principali di Leopard.
- Dopo Quicktime e iTunes, ecco arrivare, del tutto inaspettatamente beta di Safari 3 per Windows.
Apple, oggi, ha infatti rilasciato la beta pubblica di Safari 3.0, sviluppato in Universal Binary, versione compatibile con Windows XP e Vista, oltre ovviamente che per la piattaforma Macintosh. Secondo il test iBench, Safari 3.0 è il browser che velocizza maggiormente java su Windows, battendo Firefox e Internet Explorer, rendendolo, in definitiva, il browser più veloce per Windows. - Sull’iPhone, il Ceo di Apple ha dichiarato che, pur essendo chiuso il Mac OS X incluso, ha comunque aperto iPhone agli sviluppatori tramite Ajax. Infatti sarà possibile far girare applicazioni del Web 2.0 che usano pesantemente Ajax. Jobs ha promesso che sarà possibile scrivere applicazioni per iPhone sfruttando gli standards Web.
Da segnalare il prezzo di Leopard: solo 129$ e l’ironia di Steve Jobs su Vista: “Sei versioni di Leopard: Basic version, $129. Premium version, $129. Business version, $129, Enterprise version $129. Ultimate version, $129.”
Molto interessante, invece, la notizia che i videogames tornano diffusamente anche su Macintosh. EA (con Command and Conquer 3, Battlefield 2142, Need for Speed Carbon e Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Madden e Tiger Woods ’08) e ID (con Tech 5 e Quake), due delle case produttrici di videogames più importanti, colgono il momento favorevole di Apple e molto probabilmente il passaggio ad Intel, per annunciare che presto vedremo i titoli dei loro videogiochi più famosi anche su Mac.
La strategia di Cupertino è semplice: prima ha attirato i Win-user con BootCamp e Safari per Windows, ora tenterà anche gli accaniti videogiocatori con i titoli più venduti.
Ma ecco che, finito il keynote di Steve Jobs, arriva una novità non annunciata. Dopo molti anni il sito di Apple (al momento non ancora quello italiano) e l’Apple Store hanno abbandonato lo stile Aqua per far posto ad una grafica totalmente rinnovata in sintonia il look di Mac OS X Leopard, dando addio alle storiche tab e proiettando il look in uno stile un pò più web 2.0, sopratutto nell’Apple Store.
Nella blogosfera il dock 3d non è ben visto perché considerato inutile e troppo somigliante al Looking Glass di Sun del 2003. C’è chi, sfogandosi, afferma che: “Vista é una copia di Tiger, e Leopard una copia di Vista” e che “questo OSX ha riportato in ambiente mac il peggio della grafica di windows“.
E, intanto, il malcontento si percepisce anche in borsa tanto che poco dopo la fine del Keynote, le azioni Apple hanno perso il 3%.
Leopard uscirà il 23 Marzo 2007?
Stanno iniziando a trapelare, da alcune fonti attendibili, alcune indiscrezioni sulla imminente uscita del nuovo sistema operativo Leopard: sembra infatti che sia prevista per il 23 Marzo 2007.
Restiamo in attesa.
[via telefono da Boliboop]
UPDATE:Intanto viene confermata, per il 31 marzo, l’apertura al pubblico del primo Apple Store italiano a Roma, collocato nel centro commerciale “Mall” di Roma Est. La struttura dedicata ai prodotti Apple si estenderà su una superficie di 500 metri quadri, pari a 1/6 di quella disponibile per lo store di Londra, il più grande del mondo.
UPDATE2: Sul sito di Apple Italia, è comparsa una pagina interamente dedicata allo store, con informazioni dettagliate su come raggiungerlo o sugli orari di apertura del negozio.
Si nota inoltre, nella stessa pagina di prima, un interessante nota che riporta scritto che ai primi mille che entreranno nel negozio il giorno dell’inaugurazione verrà regalata una maglietta celebrativa, come praticamente è avvenuto in tutti gli altri Apple Store fino ad ora aperti nel resto del mondo. [via macblog]
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