Lo so, non è molto originale, la blogosfera oramai pullula di post che regalano inviti per la beta pubblica Google Wave. Ma, dopo la prima manciata di amici che ancora non avevano ricevuto un invito a provare Google Wave, ho ritenuto giusto regalare i restanti ai primi 23 affezionati lettori di Levysoft! Per cui affrettatevi: lasciate il vostro commento in calce a questo articolo e presto vi arriverà un invito 🙂
Per chi non lo sapesse ancora, Google Wave è l’innovativo strumento personale di comunicazione e collaborazione messo a punto dall’azienda di Mountain View e considerato, da molti, il futuro della comunicazione online:
Si tratta di una applicazione web, di una piattaforma e di un protocollo di comunicazione pensato per riunire email, messaggistica istantanea, wiki e social network. È fortemente orientato alla collaborazione real-time, supportato da estensioni che possono fornire, ad esempio, un solido controllo ortografico e grammaticale, la traduzione automatica tra 40 diverse lingue, e diverse altre estensioni. Basato sul protocollo XMPP, per far sì che chiunque possa costruire un client o un server, il suo obiettivo è quello integrare il flusso di informazione, che va a generarsi dalle nostre conversazioni, in un unica piattaforma.
Grazie a Google Wave è possibile permettere la comunicazione e collaborazione in tempo reale tra più persone (gli utenti potranno scambiarsi testi, immagini, video, musica e conversare, in real time) con la possibilità di “riavvolgere” la conversazione e vedere quello che è stato discusso nei giorni precedenti.
Per una sintesi delle 15 caratteristiche principali di Google Wave, vi rimando a questo filmato:
La cosa che forse non tutti sanno e che da appassionato di serie di fantascienza mi ha fatto davvero piacere, è che il curioso nome è ispirato alla serie televisiva Firefly dove il nome Wave indica una comunicazione elettronica (spesso riferita a una chiamata o a un messaggio video). Infatti, durante la fase di sviluppo sono stati numerosi i riferimenti a questa serie.
UPDATE: Inviti terminati il 15 dicembre 2009, ma non appena Google me ne concederà altri, sarò ben lieto di distribuirne un altro po’.
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