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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Nov 11 2008

Su Flickr sono presenti 3 miliardi di fotografie: tra essere e apparire, la moda dell’iPhone mette in secondo piano l’ottica Zeiss e le risoluzioni maggiori dei Nokia

Posted by Antonio Troise
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3 billionth Flickr photo Flickr, con questa immagine, il 3 Novembre 2008 ha raggiunto i 3 miliardi di foto inserite nel suo enorme database fotografico, con oltre 7 milioni di utenti. Pensate che, solo un anno fa (proprio a Novembre 2007), aveva appena superato i 2 miliardi di foto, con un eccezionale crescita esponenziale e un tasso di crescita del 50% all’anno. Per fare un metro di paragone, si potrebbe dire che, visionando una fotografia al secondo, ci vorrebbe almeno un centinaio di anni di un individuo, senza bere, mangiare o dormire, per vedere tutto l’archivio disponibile sul popolare sito di foto-sharing (che nel frattempo, se ancora esistente, sarebbe cresciuto a dismisura).

In tutto ciò, comunque, il servizio nato in Canada nel 2004 (e poi acquisito da Yahoo!) si è visto strappare lo scettro di re del photo-sharing dai ben più popolari social network alla MySpace e Facebook. Quest’ultimo, in particolare, solo un mese fa aveva annunciato di aver raggiunto ben 10 miliardi di immagini condivise, con una media di 30 milioni di nuove foto pubblicate ogni giorno. Flickr, però, rimane, comunque, il social-network verticale preferito dagli appassionati della fotografia di qualità, in cui i fotografi professionisti trovano la loro vetrina preferita, mentre Facebook è sempre più “generalista”.

Essere o apparire

Resta comunque il fatto che queste cifre sono a dir poco impressionanti e danno l’esatta misura di quanto internet riesca a permeare la nostra società, che ha sempre più voglia di mostrarsi e di condividere scatti e filmati con parenti, amici e sconosciuti, a volte trascurando anche il naturale desiderio di riservatezza.

Qualcuno, però, fa una giusta osservazione e ci ricorda che in questi ultimi anni, con il web 2.0, con i blog, con Flickr e Facebook, sembra che la partecipazione a qualsiasi tipo di evento sia non solo la dimostrazione di esistere ma proprio il fine ultimo dell’esistenza, tanto da far passare in secondo piano l’essere mettendo in risalto solamente l’apparire. Non basta più infatti, esserci, l’essenziale è che anche gli altri lo sappiano e ancora meglio se a saperlo è tutto il pianeta!

L’iPhone re dei telefonini per la fotografia

A tastare però il polso della popolazione di Flickr ci sono le statistiche che rivelano come, la maggioranza delle foto e dei filmati presenti su Flickr, provengono dai videofonini: primo fra tutti, segnando un altro record invidiabile, l’iPhone di Apple, quindi seguito da Nokia e Sony Ericsson.
Il fatto che l’iPhone sia prima ha stupito molti perché, in un sito dedicato anche alla fotografia professionale, sembra che agli internauti che inviano foto web non interessi avere l’ottica Zeiss e la superiore risoluzione degli apparecchi finlandesi, ma solo la facilità di pubblicazione sul web.

Ma, forse, potrebbe anche essere la conferma che semplicemente l’iPhone è diventato un telefonino alla moda, e in una popolazione che tra apparire ed essere, fa prevalere l’apparire senza più guardare all’essenza delle cose, è obbligatorio far ricadere la scelta sul prodotto più trendy in assoluto (senza per questo voler denigrare l’iPhone che, a mio dire, è il miglior prodotto tecnologico degli ultimi anni)!

Tag:Apple, facebook, flickr, foto, fotografia, iPhone, nokia, Web 2.0
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Ago 7 2008

Come abilitare il geotagging delle foto con il GPS del HTC TyTN II e altri trucchi da attivare con Kaiser Tweaks

Posted by Antonio Troise
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La fotocamera dello smartphone HTC TyTN II dispone di un buon sensore CMOS da 3 Megapixel, è dotata di autofocus ed è corredata da un software con interfaccia simile alle moderne fotocamere digitali. Mentre il GPS incluso, nonostante non monti un sistema di tipo Sirfstar III (il più evoluto sul mercato), ma il chipset Qualcomm MSM7200, è caratterizzato da una velocità di fix notevole (anche grazie all’ausilio della applicazione “Gps Rapido”, una piccola utility che permette di scaricare i dati aggiornati delle effemeridi per un fix rapido della posizione satellitare) ed una notevole stabilità anche nei centri cittadini in presenza di palazzi o vegetazione fitta.

HTC TyTN II
Come attivare la funzione Photo GPS sull’HTC TyTN II

Ma allora perché non unire questi due aspetti, la fotocamera da 3 Megapixel con il chipset GPS, per attivare la funzione di georeferenziazione delle foto scattate con il vostro cellulare? In effetti, non tutti sanno che la la modalità “Photo GPS” è già presente nativamente sul vostro HTC TyTN II ma è stata disabilitata di default e nascosta per motivi legati alla giurisdizione di alcuni paesi, che non consentono il geotagging delle foto per problemi di privacy delle persone.
Per attivarlo, sarà sufficiente applicare una piccola modifica al registro di sistema di Windows Mobile 6 installato sul dispositivo in modo da abilitare la funzione di “Photo GPS” e poter così salvare, al momento dello scatto, le coordinate geografiche nei dati EXIF di una foto.

Geotagging

In generale la georeferenziazione, o geotagging in inglese, è quella tecnica che permette di associare ad un dato, in formato digitale, una coppia di coordinate che ne fissino la posizione sulla superficie terrestre. Ultimamente è molto diffusa, grazie alla onnipresenza del GPS su qualsiasi dispositivo mobile, la georeferenziazione delle foto grazie alla tecnica del geotagging che permette, di fatto, di collocare informazioni elettroniche nei luoghi fisici in modo da estendere e concretizzare il concetto di supranet, che descrive la fusione del mondo fisico con quello digitale.

Come leggere le coordinate GPS presenti nelle foto

Per poter leggere le coordinate GPS nei metadati EXIF dele foto è possibile usare software come PhotoShop Album o Picasa, oppure caricare le foto su Flickr o Panoramio (che, recentemente, è anche collegato a Google Maps).
Con qualche modifica è possibile anche far funzionare il geotagging su iPhoto per Mac OS X.

Attivare il GPS Photo e altri trucchetti per l’HTC TyTN II
  • Attivare la modalità GPS Photo : Con un programma come Resco Explorer accedete all’indirizzo [HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\HTC\Camera\] e nella cartella P9 cambiate il valore di “enabled” da 0 a 1.
  • Aumentare la sensibilità del TouchFLO: accedete all’indirizzo [HKLM/DRIVERS/TOUCHPANEL/PRESSURE THRESHOLD] e cambiate il valore da 200 a oltre secondo preferenza.
  • Risolvere il bug della fotocamera, che ruota di 90° le foto in automatico: accedete all’indirizzo [HKEY_LOCAL_MACHINE\Software\HTC\Camera\Image\Enabl eEncodePortrait] e cambiate il valore da 1 a 0.
  • Disattivare il TouchFLO: accedete all’indirizzo [HKLM\Software\OEM\TFLOSettings\EnableScroll] e cambiate il valore da 1 a 0.
  • Disattivare l’avviso di “sms inviato”: accedete all’indirizzo [HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Inbox], evidenziate “Inbox” e create una nuova chiave chiamata “Settings”; quindi evidenziate “Settings” e create una nuova stringa chiamata “SMSNoSentMsg” con valore impostato 1.
  • Disattivare lo spegnimento troppo rapido dello schermo, durante una chiamata: accedete all’indirizzo [\HKLM\Drivers\BuiltIn\RIL\EnableFastDormantDisplay DuringCall] e impostate il valore su 0.
  • Attivare/Disattivare visualizzazione dei contatti della sim: accedete all’indirizzo [HKEY_CURRENT_USER\Control Panel\Phone] e nel valore
    “ShowSIM”=dword:0000000(1) impostate 0 finale per disabilitare la visualizzazione, mentre 1 per
    riabilitarla. Attenzione: dopo il soft reset potrebbe perdere la modifica!
Kaiser Tweak

Per coloro che non sono soliti mettere mano al registro di configurazione di Windows, dovete sapere che esiste un programma freeware per Windows Mobile e specificatamente creato per i modelli TyTN, che permette di eseguire in automatico tutte le modifiche elencate sopra (e molte altre) per personalizzare a proprio piacimento e con un semplice click il proprio PDA Phone. Si chiama Kaiser Tweak (qui il link diretto per il download) e grazie all’adozione di un formato XML è possibile implementare nuovi tweaks.

Kaiser Tweak

Ecco cosa è in grado di fare Kaiser Tweaks:

Call
– Fast Sleep
– Sleep
– Show Battery Icon
– HTC or Windows Mobile Dialer
– Volume Change Beeps
– Ringtone

Text Messages
– Sent Notification

Data (GPRS/EDGE/HSDPA/WIFI)
– Disconnect After
– Always On
– Enabled
– HSDPA
– Wifi standby mode
– Wifi Certificate Message

Bluetooth
– BitPool
– SampleRate
– UseJointStereo

TCP/IP
– TCP Connect Resends
– TCP Data Resends
– TCP Window Size

Security
– Not-certified Warning

Keyboard
– Backlight Timeout
– Slide Wake

Camera
– Save Location
– GPS Photo
– Rotate Bug
– 3MP Panorma Shot (ie. 6MP Camera)

GPS
– Assisted GPS

Power Managment
– Memory Card
– AsyncMac1
– PPTP1
– L2TP1

Notifications
– AC Resume from Suspend
– Battery Resume from Suspend

User Interface
– Window Animation
– Menu Animation
– Vertical Scrollbar Width
– Vertical Scrollbar Button Height
– Horizontal Scrollbar Button Width
– Horizontal Scrollbar Height
– Startup Animation

ClearType
– Landscape
– PocketIE

PocketIE
– Max. Connections
– PIE User Agent CustomBase
– D-Pad Scroll Navigation

TouchFLO
– Sensitivity
– Scroller
– Sound

Today Screen
– Title Bar – Battery / Clock
– Title Bar – Clock Settings
– Date Display
– Wireless Today

HTC Application
– Music Tab
– Music Player for HTC Home Plugin
– Unlock HTC Home
– Scroll, Zoom and Rotate in HTC Album
– X Button in HTC Album
– HTC Home e-mail button

Contacts
– SIM Contacts

Call Log
– Log Clean Period

Locations
– PocketIE Downloads
– Saved Audio
– Saved Video
– Saved Images

Cache
– File System Cache
– File System Filter Cache
– GDI/Font Cache

Tools
– Empty Start Menu
– Default QuickGPS Settings

Tag:Apple, cellulare, flickr, foto, geotagging, gps, Htc, iphoto, Mac os x, Mobile, smartphone, Software, supranet, Tips, tytn-II, windows-mobile, Xml
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Giu 26 2008

Problemi nelle spedizioni internazionali e come stampare libri fotografici di iPhoto con Photocity.it risparmiando il 42% rispetto al servizio di stampa Apple

Posted by Antonio Troise
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iPhoto Book Chi ha un Mac sicuramente avrà apprezzato la semplicità con cui è possibile creare album fotografici accattivanti con iPhoto. Ma nonostante ciò non tutti sembrano essere soddisfatti del servizio di stampa offerto dalla Apple. Non che non produca album di ottima qualità, ma in molti, compreso il sottoscritto, si sono trovati dinanzi a tante piccole difficoltà.
Per esempio, c’è chi trova i costi un po’ troppo alti rispetto ad altrettanti servizi simili. Altri, invece, lamentano la mancanza di un servizio di tracking del prodotto richiesto che viene sempre inviato per posta ordinaria. Per farvi un esempio, io ho dovuto farmi spedire 3 volte nell’arco di 3 mesi un album fotografico e solo l’ultima volta mi è stato spedito, sotto mia richiesta, per corriere espresso (che comunque hanno pagato loro).
Devo dire, comunque, che quelli del Supporto Apple sono stati sempre gentilissimi e hanno acconsentito di rispedirmi più volte il prodotto sempre a loro spese, ma il bello è stato che dopo una settimana, ho ricevuto, insieme, gli altri due album fotografici spediti per posta ordinaria. Insomma era un vero prendi 3 e paghi 1 (ma in un arco temporale di 3 mesi) peccato che ciò era dovuto alla lentezza delle poste italiane che hanno accumulato i due pacchi provenienti dall’America prima di recapitarmeli.

I problemi delle Poste Italiane per le spedizioni internazionali

Poste Italiane In realtà questo è un problema che coinvolge i commercianti nel mondo ogniqualvolta la merce deve essere spedita in Italia e si entra in contatto con il nostro sistema postale nazionale. Addirittura su Ebay questa situazione sembra essere divenuta insostenibile per numerosi utenti stranieri, al punto da sfociare negli ultimi mesi in un boicottaggio degli offerenti italiani. Migliaia di venditori americani sono stanchi di vedere le proprie aste aggiudicate da italiani e la merce che, in questi casi, non arriva quasi mai a destinazione, o perchè rubata, o perchè smarrita o fermata in dogana, definendo l’Italia (o quantomeno il sistema postale nazionale), forse a ragione, come il peggiore Paese del mondo per le spedizioni ( “a very dangerous place to send” ovvero “un posto altamente rischioso per le spedizioni“)

Risolvere parzialmente il problema delle spedizioni dall’estero

Myus.com Certo, esistono anche servizi come Myus.com, che permettono di acquistare comunque il prodotto da siti che non effettuano spedizioni al di fuori del mercato americano, grazie ad una sorta di intermediazione, ma il problema è che le spese lievitano notevolmente (potete controllare voi stessi sul sito dove un apposito strumento di calcolo permette di sapere a priori la spesa necessaria per la spedizione). Infatti, la spedizione del prodotto viene effettuata presso un indirizzo di posta americano afferente a Myus.com, e successivamente la stessa società si occuperà di prendere il bene e spedirlo al nostro indirizzo italiano tramite corriere espresso.

Stampare libri fotografici risparmiando il 42% con Photocity

E’ per questo che, dopo tutto questo che vi ho narrato e dopo aver letto il post di pseudotecnico sul perché continua a preferire la serietà di Amazon (piuttosto che BOL o IBS), ho pensato di spiegarvi come trovare una alternativa alle stampe con iPhoto.

Infatti, se non volete usare le soluzioni proprietarie (comunque non compatibili per Mac) di Lulu o Photocity (per i dettagli vedi il mio articolo: Editoria online fai-da-te: come realizzare e pubblicare il proprio libro con Lulu, The Boopen e Blurp) o quella tutta italiana (con client per Windows e Mac) di Myphotobook.it, ma preferite realizzare il vostro fotolibro con iPhoto, allora dovete sapere che è da poco disponibile una alternativa economica e di pari qualità al servizio di Stampa della Apple: ad offrirla è il famoso PhotoCity.it che ha sviluppato un’offerta mirata agli utenti della Mela che usano iPhoto per creare libri fotografici. Sarà, infatti, sufficiente completare la propria raccolta iPhoto e salvarla come file PDF, per poi inviarla (tramite upload) al servizio di stampa di PhotoCity.it.

Photocity Book

E il risparmio è garantito: secondo i prezzi di listino, un libro con copertina rigida e di grandi dimensioni (21,5 x 28 cm) costa 34,56 euro se stampato con Apple e 19,90 con PhotoCity.it (un risparmio di ben 42%). Sino al 26 Giugno è poi in atto una promozione che comporta un ulteriore sconto del 25% sui prezzi di listino. Purtroppo la spedizione avviene sempre per posta ordinaria, ma almeno spero che una spedizione Italia per l’Italia non soffra degli stessi ritardi delle spedizioni internazionali.

Le opzioni di stampa sono tre: formato grande (21,5 x 28 cm) con copertina rigida o copertina morbida, formato medio (15 x 20 cm) con copertina morbida.
In ogni caso la stampa è in fronte/retro su cartoncino patinato di 170 grammi. La copertina rigida è telata, con una sovracopertina stampata su carta fotografica satinata.

Per i fotografi professionisti, infine, sembra che a Settembre dovrebbe essere disponibile la compatibilità anche con Aperture.

Tag:Apple, ebay, fai-da-te, foto, iphoto, Libri, lulu, PDF, poste italiane, stampa, Windows
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Giu 23 2008

Cosa è la tecnica dello Skimming video?

Posted by Antonio Troise
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Il termine inglese Skimming può assumere diversi significati a seconda del contesto in cui si trova. La sua traduzione letterale è “scrematura” e viene solitamente utilizzato per indicare un metodo di lettura veloce di un testo con lo scopo di farsi un’idea del contenuto di un brano. Ma la parola Skimming è entrata nell’immaginario collettivo anche come sinonimo di “furto elettronico“, poiché può anche intendersi come la scrisciata del bancomat o della carta di credito nel POS o ATM.
In ultima analisi, la parola Skimming è recentemente entrata anche nel gergo informatico, dopo che la Apple lo ha adottato, come si legge anche nella Guida Utente di iMovie 08 per i sui prodotti di punta della suite iLife ’08: ovvero, iMovie e iPhoto.

Lo Skimming di iMovie ’08

Infatti, invece di usare il più comune e forse più adatto termine scrubbing, ovvero quella tecnica usata nel settore video che permette di scorrere un video fotogramma per fotogramma, spesso attraverso lo spostamento del mouse sulla timeline, per verificare in dettaglio i risultati del videoediting, ha preferito stravolgere le carte in tavola, imponendo un nuovo standard terminologico, forse perché convinta che il termine scrubbing sarebbe stata considerato troppo tecnico per il pubblico a cui si rivolge iMovie.

iMovie Skimming

In pratica, quindi, analogamente allo scrubbing, la tecnica dello skimming consente di visualizzare velocemente il contenuto di un clip, semplicemente scorrendo il cursore del mouse su di esso. Questa funzione, prevede, ovviamente una pre-analisi di tutti i clip video importati, che può richiedere anche diversi minuti, a seconda della lunghezza del filmato, ma indubbiamente la lunga attesa viene presto premiata perché è molto comodo poter scegliere rapidamente dalla libreria gli spezzoni di clip interessanti da utilizzare nel vostro progetto, semplicemente esplorando col mouse e riproducendo istantaneamente la parte di video che si vuole in qualunque momento, rendendo le operazioni di montaggio video davvero alla portata di tutti. Inoltre, la velocità di riproduzione si adatta alla velocità con cui muovete il cursore, consentendovi di sentire anche l’audio contenuto in esso.

Per avere una idea di questa tecnica, vi consiglio di vedere questo filmato di presentazione di iMovie ’08:

Lo Skimming di iPhoto ’08

Lo stesso effetto si ritrova anche su iPhoto: gli eventi sono rappresentati da un immagine del gruppo (che può essere modificata in qualsiasi momento premendo la barra spaziatrice sull’immagine desiderata), passando con il mouse su di essa si scorrono all’interno della stessa cornice, le altre foto appartenenti all’Evento con un effetto che Apple chiama “skim”: comodo per dare un’occhiata veloce al gruppo, ma sostanzialmente poco utile se questo è molto numeroso, dato che lo scorrimento diventerà troppo rapido.

iPhoto Skimming
Tag:Apple, clip, foto, ilife, imovie, iphoto, montaggio, mouse, skimming, Video
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Giu 16 2008

Le schede SD superiori a 2 GB si chiamano SDHC e non sono compatibili con tutti i dispositivi ma spesso i produttori non lo dichiarano. Ecco come identificarle facilmente!

Posted by Antonio Troise
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Ultimamente i prezzi delle schede di memoria SD stanno scendendo rapidamente tanto che è possibile trovare schede SD da 4GB a 19€ o da 8 GB a 35€. In realtà non tutti sanno che queste schede, che sono impropriamente chiamate SD, non sono compatibili con tutti i modelli di macchinette fotografiche. La ragione è che le SD superiori ai 2GB e con una velocità minima di lettura/scrittura di 2,2MB/s (Classe 2) vengono nominate col nuovo termine SDHC (Secure Digital High Capacity, Secure Digital ad alta capacità) o SD 2.0 e, normalmente, non sono compatibili con i vecchi lettori di schede SD.
Le SDHC sono classificate in classi, ovvero in base alla velocità minima di scrittura continua su una scheda vuota espressa in MB/s:

  1. Classe 2: 2 MB/s
  2. Classe 4: 4 MB/s
  3. Classe 6: 6 MB/s
Incompatibilità non sempre dichiarata

Questa informazione di incompatibilità non è, però, spesso dichiarata da tutti i costruttori. Per esempio, la serie SDHC della Secure Digital è molto onesta e stampiglia su tutte le confezione una avvertenza su sfondo giallo che avverte che il modello da 4GB e da 8GB sono SDHC e che solo i dispositivi usciti recentemente riescono a leggerle, consigliando quindi, prima dell’acquisto, di verificare la compatibilità sul libretto di istruzioni. Non dello stesso avviso, almeno nel negozio che ho visto io, sono le confezioni delle schede Lexar da 4GB che non citano alcun riferimento alla non compatibilità.

Ogni scheda SDHC ha l’obbligo di stampare il nuovo logo

Molto interessante anche l’avviso che si legge sul sito della SD Card Association che ci ricorda come tutte le schede SD superiori a 2GB debbano mettere il logo SDHC sulla scheda stessa, in modo da dare a tutti la possibilità di riconoscere facilmente che si tratta di un modello diverso dallo standard SD.

SDHC Avviso

A complicare maggiormente la situazione, però, all’inizio del 2007 sono comparse sul mercato SD non standard di capacità di 4GB e che non possono, a ragione, neanche essere denominate SDHC. Anche queste possono non essere lette da tutti i lettori SD o, più specificatamente, da tutte le macchinette fotografiche.

Casistiche di schede SD superiori ai 2GB

Infatti, se le schede SDHC hanno l’obbligo di avere questo logo:

SDHC Logo

vi possono essere sul mercato anche schede SDHC non dichiarate tali (ma che lo sono perché evidentemente hanno una capacità superiori ai 2GB):

SDHC Incorret Logo

o, ancora, schede SD superiori ai 2GB ma che non rispettano neanche gli standard SDHC dettati dalla SD Card Association:

SDHC Non Standard No Logo
Due regole semplici da tenere sempre a mente

Quindi riassumendo si puó dire che:

  • I dispositivi che non dichiarano il supporto SDHC non sono in grado di riconoscere le schede SDHC, ovvero le schede con capacità superiori ai 2GB.
  • Schede di 4GB non marcate come SDHC, non sono conformi né allo standard SD né a quello nuovo SD2.0/SDHC. Ciò significa che se anche un dispositivo è conforme allo standard SDHC non è detto che riesca a leggere correttamente quelle non marcate SDHC.
Un caso di incompatibilità: Canon Digital IXUS 60

Tutte queste ricerche le ho effettuate perché ero alla ricerca di una scheda superiore ai 2GB per la mia Canon Digital IXUS 60, un’ottima compatta da 6.0 Megapixel che uso molto spesso per fare velocemente dei filmini quando non ho a portata di mano la mia telecamera digitale, visto che è in grado di realizzare direttamente file MPEG2 alla stessa stregua, come qualità, di molte Camcorder su HDD. Capirete bene che lo spazio, quindi, è un elemento essenziale in questi casi. Purtroppo sembra che la compatibilità con la SDHC non sia supportata.

Se avete altre macchinette fotografiche Canon della serie IXUS, su Wikipedia, potete trovare una utilissima tabella comparativa tra i vari modelli della serie IXUS che vi indicherà, tra le altre caratteristiche, anche la compatibilità con le card SD o SDHC.
In sintesi, sembra che solo i modelli di macchinette fotografiche della serie Canon IXUS commercializzate da Settembre 2006 (non considerate quando le avete comprate voi perché uno stesso modello, specie se buono, può rimanere in circolazione anche per anni) sono compatibili con le schede SDHC. Infatti, a riprova, la IXUS 60, è del Marzo 2006!

Tag:Canon, foto, IXUS, macchinette fotografiche, megapixel, memoria, mpeg2, sdh, sdhc, velocità
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Dic 28 2007

PanImages: ricerca multilingua delle immagini

Posted by Antonio Troise
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Questo è un progetto davvero interessante nonostante la semplicità dell’idea e può essere utile a tutti coloro che devono cercare una particolare foto con Google Images o Flickr. Il concetto che sta alla base di PanImages, un nuovo strumento realizzato dall’Università di Washington, è che consente di cercare tra le immagini indicizzate da Google e quelle presenti su Flickr formulando le richieste nella propria lingua e ricevendo come risultati (attraverso OR logici) anche termini che corrispondono alla traduzione della parola in altre lingue come inglese, francese, giapponese, etc. (per alcune parole si arriva anche ad oltre 100 traduzioni)
Nel caso di termini che presentano molteplici significati, questi vengono raggruppati in gruppi, permettendo di scegliere tra un significato e l’altro.

Storm Per esempio, se inserite il termine: “bufera” nel campo di ricerca verranno restituiti i seguenti risultati: “bufera OR storm OR bourrasque OR orage OR remue-ménage OR tempête OR tourmente“. Come vedete è possibile trovare sia la traduzione che alcuni sinonimi, cosa che ai fini della ricerca per immagini è una cosa molto vantaggiosa!
E’ facile, quindi, dedurre che ora la ricerca per immagini risulterà sicuramente più fruttuosa, come potete vedere da questa ricerca.

In effetti, questo, non è altro che il metodo automatico che adottavo anche io quando ero alla ricerca di una immagine con con un certo contenuto: scrivevo la parola in italiano e poi in inglese. Ma con PanImages non occorre sapere le lingue ed è possibile spaziare fino ad un centinaio dio lingue disponibili.

Inoltre, come vuole qualsiasi servizio web 2.0 user generated content, ciascun termine inserito è stato inserito dall’utente: infatti, senza alcuna registrazione e, per ora, senza alcuna moderazione, è sufficiente introdurre le traduzioni mancanti delle parole.

Tag:flickr, foto, Google, Web 2.0
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Nov 4 2007

Cosa sono i Diorama e come simularli con la tecnica fotografica del Tilt-shift per far apparire un paesaggio come una macro di un modellino

Posted by Antonio Troise
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Un diorama è un’ambientazione in scala che ricrea scene di vario genere, dall’ambito modellistico è possibile riprodurre scenari reali o immaginari nei quali inserire ogni tipo di soggetto come le ferrovie (riprodotti dai fermodellisti), percorsi automobilistici, campi di battaglia e così via. Anche la classica rappresentazione presepiale può essere considerata a tutti gli effetti un diorama. Ma il diorama è possibile trovarlo anche nei wargame fantastici e nei giochi di ruolo (Warhammer) oltre che in scenari fantascientifici, come quelli realizzati dagli appassionati della saga cinematografica di Star Wars o di serie anime come Gundam.

Quel che è indubbio è che se i diorami richiedono un certo impegno e una certa manualità da parte di chi lo realizza, oltre ad una eccezionale dose di pazienza, dote evidentemente non comune a tutti. Non tutti sanno, però, che esiste una tecnica di ritocco fotografico che permette a tutti di creare dei veri e proprio diorami partendo da una semplice fotografia: il Tilt-shift.

Originariamente, la tecnica Tilt-shift permetteva, attraverso l’utilizzo di ottiche decentrabili, di effettuare scatti con solo alcune parti dell’inquadratura messe a fuoco. Si ottenevano così fotografie di paesaggi che sembravano macro di modellini: insomma un vero e proprio diorama! Lo svantaggio del metodo tradizionale è che gli obbiettivi di questo tipo sono molto costosi e quindi non alla portata di tutti i fotografi, specie se amatoriali.
Fortunatamente, con l’avvento del computer, è nata una nuova, possibilità di simulare il tilt shift utilizzando un buon programma di fotoritocco, come GIMP o Photoshop: sto parlando del Fake Tilt Shift e su Flickr troverete molti esempi.

Se volete cimentarvi in questa tecnica, che consente di riprendere un paesaggio reale e farlo sembrare come una miniatura in scala ripresa da un aereo, potete iniziare dal leggere qualche tutorial, come questo per GIMP, oppure quest’altro per Photoshop CS (se non avete Photoshop CS, sostituite il Lens Blur con il Gaussian Blur).

In poche parole il trucco per applicare un effetto Tilt-shift alla proprie fotografie, consiste nell’applicare alle foto un effetto Blur nella parte superiore e inferiore per dare l’impressione che siano delle macro. I risultati sono surreali e danno la possibilità di vedere la realtà da una prospettiva diversa. Un altro trucco che ho trovato su PocoBlog.it è quello di usare correttamente i livelli delle luci, dei contrasti e dei colori: aumentando la luminosità ed il contrasto, ma soprattutto agendo sul bilanciamento dei colori (curve, gamma) si riesce ad accentuare drasticamente l’effetto plastico.

Se in questi ho parlato solo di effetto ricreati in post-elaborazione con strumenti come Photoshop o Gimp, bisogna ricordarsi che nel mondo esistono ottimi fotografi che lavorano ancora con lenti “Tilt-shift” che permettono di mettere a fuoco solo le aree che interessano lasciando sfuocate le altre. Tra questi non posso non citare Olivo Barbieri e Toni Hafkenscheid.
Altri ottimi esempi potete trovarli anche su questo blog giapponese nella categoria “lilliputian“.

Per chi fosse interessato alle applicazioni su video del Tilt-shift, vi consiglio la visione di un video musicale, tratto dall’album solista “The Eraser” di Thom Yorke dei Radiohead, (oppure qui sotto tratto da Youtube) con risultati davvero impressionanti.

Tag:diorama, foto, gimp, miniatura, modellini, paesaggi, Photoshop, tilt-shift, Video
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Lug 30 2007

I dilettanti della fotografia con i microstock mettono in crisi le grandi agenzie di stock photography come Corbis e Getty Images

Posted by Antonio Troise
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Stock Images Fotoamatori contro professionist: il popolo di internet fa tremare un altro mercato. E’ quello della stock photography, la linfa che alimenta il commercio d’immagini d’archivio, foto storiche e scatti generici al servizio di pubblicitari e case editrici, per un giro d’affari di oltre 2 miliardi di dollari l’anno.

Il successo delle comunità online per appassionati di fotografia digitale, prima fra tutte Flickr.com, controllata da Yahoo!, ha stimolato infatti la nascita di un nuovo tipo di siti, i cosiddetti portali del microstock, che fanno leva su dilettanti e semi professionisti per offrire concorrenza a prezzi stracciati. Il fenomeno cresce tanto rapidamente che ha già messo in allarme le più potenti agenzie fotografiche mondiali, perché il differenziale di prezzo è abissale: 200 dollari in media per un’immagine d’archivio tradizionale contro 1-2 dollari sui siti di microstock.

Il paradosso della situazione è che nel corso dell’ultimo decennio il settore della fotografia di stock è già passato attraverso una dolorosa rivoluzione: il consolidamento di centinaia di piccole agenzie in una manciata di colossi multinazionali. Getty Images, fondato da Mark Getty, uno dei rampolli della mitica famiglia di petrolieri americani, è il numero uno, con un fatturato di 807 milioni di dollari nel 2006. Corbis, di Bill Gates, nonostante un fatturato più modesto (251 milioni di dollari), vanta invece la collezione più vasta (oltre 100 milioni di immagini) ed è il marchio senza dubbio più celebre.

Questi golia, grazie alle risorse finanziarie, hanno messo il turbo alla conversione digitale del settore, trasformando i vecchi archivi in database elettronici, che possono essere setacciati con motori di ricerca specializzati, senza più bisogno di spedire avanti e indietro stampe e diapositive alla clientela.
All’efficienza dell’approccio tecnologico hanno poi unito grandi economie di scala. Corbis ha fatto incetta di immagini storiche, con un turbinio di acquisizioni che includono gli archivi americani Bettman, quelli della Sigma francese e della Zefa tedesca. Getty è cresciuta ancora più rapidamente, fino ad arrivare a controllare addirittura il 40% del mercato.

Eppure nonostante una realtà ai limiti dell’oligopolio, i risultati sono deludenti. Corbis, in 17 anni di attività, non ha generato un solo dollaro di profitto. Getty Images, società quotata in borsa, è invece in attivo, ma ha visto il valore del titolo crollare di oltre il 40% in un anno.

Ed è qui che entrano in gioco i David del microstock: società come Fotolia, Dreamstime, Shutterstock, più dozzine di concorrenti minori.
La strategia che hanno in comune è quella di non spendere un soldo per acquistare diritti esclusivi o creare foto ex novo, puntando invece a commercializzare un oceano di immagini fornite dal pubblico (foto che gli autori stessi caricano sui siti), grazie a sistemi di ricerca e compravendita online.

La reazione dei grandi la dice lunga: Getty Images ha comprato l’anno scorso iStockPhoto, assicurandosi una posizione di rilievo sul mercato del microstock. Corbis ha invece appena annunciato un avvicendamento al vertice: il nuovo amministratore Gary Shenk, in una dichiarazione, ha prontamente ammesso: “Sulle pagine internet di Flickr ci sono cose più innovative che alla Corbis o alla Getty!”

[via L’Espresso 21 Giugno 2007]

Tag:corbis, flickr, foto, microstock, stock-photography
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Mar 9 2007

Foto con licenza Creative Commons: FlickrCC e Everystockphoto

Posted by Antonio Troise
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Creative Commons - Attribution: http://www.flickr.com/photos/96941606@N00/290630500 Quando i blog iniziarono a spuntare fuori, erano perloppiù diari personali e quindi il testo era il nucleo principale di ogni post giornaliero. Oggi i blog si sono evoluti e oltre a contenere un resoconto più o meno dettagliato di come sia andata la giornata, si parla anche di altro, a seconda della categoria a cui appartiene, andando dall’attualità alla tecnologia.
E’ quindi chiaro che un simile exploit di blog non più generici avessero bisogno di qualcos’altro oltre al puro semplice testo: le foto all’interno dei post è stata la risposta che i più hanno trovato. Ma, purtroppo, siccome la maggior parte dei blog non sono testate giornalistiche o aziende con fondi dedicati al pagamento dei diritti sulle foto, spesso e volentieri inserire una foto in un articolo voleva dire andare contro il copyright del proprietario dell’immagine.

Questo, almeno, fino all’avvento della licenza Creative Commons, che, secondo me, costituisce una vera e propria rivoluzione nel mondo informatico. Oramai tutti i blog sono pubblicati sotto questa licenza e ora è possibile inserirvi anche immagini con licenza Creative Commons, senza così infrangere nulla.

Così, se in un proprio post, si vuole inserire qualche bella immagine, senza sentirsi in colpa, abbiamo diversi raccoglitori di immagini in Creative Commons. Tra questi i più importanti sono:
FlickrCC e Everystockphoto.

  1. Su FlickrCC è possibile accedere ad un vasto archivio di foto degli utenti della comunità di Flickr pubblicate con licenza Creative Commons. Non necessita di alcuna registrazione anche se è necessario citare la fonte.
  2. Su Everystockphoto abbiamo, invece, un archivio enorme di oltre 700mila immagini, provenienti da diversi siti (imageafter, stock.xchng, Flickr, morgueFile, freerangestock) ma esclusivamente quelle rilasciate sotto licenza CC.
    A differenza del precedente, è necessario registrarsi gratuitamente per poter accedere all’enorme database in modalità Full Resolution.

    Per i più pigri è disponibile anche un plugin che aggiunge il motore di ricerca di Everystockphoto sia su Firefox che su IE.

[via motoricerca.net e 4mj]
Attribution Image CC: www.flickr.com/photos/96941606@N00/290630500

Tag:Blog, creative-commons, flickr, flickrcc, foto
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Mar 8 2007

Le idee destinate a fallire: il rullino digitale

Posted by Antonio Troise
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Idee nel cestino - via http://www.cgitalia.it/2006/02/23/professione-creativo-il-cliente/ A volte le case produttrici adottano delle politiche commerciali completamente contro corrente e, nonostante il popolo della rete, cerchi invano di farle ravvedere, queste continuano imperterrite con le loro idee malsane.
Un esempio di queste idee è quella della memory card non riscrivibili, ovvero il nuovo rullino digitale:

Entro la fine dell’anno SanDisk lancerà sul mercato una memory card di nuova generazione, espressamente dedicata all’archiviazione delle foto e che, a differenza di quelle odierne, potrà essere scritta una sola volta, avrà costi paragonabili a quelli dei tradizionali rullini fotografici e preserverà i dati per almeno 100 anni.
l nuovo tipo di card permetteranno alcuna manomissione del contenuto: in altre parole, una volta immagazzinate nella memoria, le foto non potranno più essere cancellate né modificate. Non a caso queste memorie vengono chiamate “le nuove pellicole digitali“, e proprio come le pellicole di celluloide potranno essere “sviluppate” solo in negozi specializzati o per mezzo di appositi chioschi“

Ora mi domando: chi comprerà mai una scheda così limitante? Sarebbe come tornare indietro!
E’ vero che così ci si svincolerebbe dai PC (pare che ancora vi sia qualcuno che non ha un pc), ma perché non usare questi “appositi chioschi di stampa” anche per le normali SD riscrivibili?
Basterebbe mettere il LOCK alla scheda e otterremo lo stesso risultato! Per di più, è noto che con le macchinette fotografiche digitali si scattano molte più foto visto che ora non si ha alcun limite di archiviazione (con il rullino si potevano avere al massimo 24/36 foto) e la possibilità di scattare, controllare il risultato della foto dal comodo monitor LCD ed eventualmente cancellarla per far spazio ad altre foto più interessanti, è una comodità che non in molti vorranno perdere.
Certo, conservare le foto per più di 100 anni è un’ipotesi allettante ma chi è che vorrebbe conservare così a lungo una foto venuta male perché mossa o sottoesposta? E poi non dicevano lo stesso della durata dei cd/dvd? Non basterebbe archiviarle a questo punto su uno di questi supporti?
In definitiva, penso che questa idea sia per natura DESTINATA A FALLIRE.
Voi che ne pensate?

Tag:foto, memory_card, sandisk, sd
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