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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Giu 17 2009

Cosa succede quando un blog viene abbandonato? Quanto è effimera l’informazione che i blogger riversano nella blogosfera? Come risolvere il problema dell’oblio?

Posted by Antonio Troise
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Vi siete mai chiesti cosa accade quando un blog, per varie motivazioni, viene abbandonato? Il blog, è per sua natura, una entità della sfera di internet che richiede un aggiornamento più o meno periodico. Se questa caratteristica viene meno, per un periodo di tempo considerevolmente lungo, allora si può a ragione dire che il blog, in quanto tale, “è morto”. Infatti, esso vive quando al suo interno iniziano a circolare pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni e commenti. Se questi elementi sono assenti non si può più parlare di blog ma di sito web nella sua versione più statica.

Fase 1. Blog dimenticato

E’ anche vero, però, che post scritti anche anni prima, ma intrinsecamente senza tempo, possono essere sempre validi tanto che, anche quando un blog cessa di essere aggiornato questi stessi articoli possono continuare ad essere citati nella blogosfera, grazie alla potenza di motori di ricerca come Google in grado di scandagliare tutti gli anfratti dei siti web.

Ma il problema principale di un blog “morto” è che gli utenti, nonostante i feed reader dei lettore più affezionato possano resuscitarlo piuttosto velocemente, iniziano, nel corso dei mesi, a dimenticarsi di lui, e ciò comporta una riduzione del numero di lettori abituali ma anche di quelli occasionali provenienti dai motori di ricerca, in quanto, il suo pagerank potrebbe anche inevitabilmente scendere rispetto ad altri blog più aggiornati in grado di tessere una più fitta ragnatela di link inbound/outbound.

Fase 2. Cadere nell’oblio

Infine, il rischio maggiore che potrebbe correre un blog non più aggiornato è quello di cadere nell’oblio nel momento in cui, il suo autore, stanco di dover mantenere un sito non più vivo, decida di non provvedere più al pagamento annuale, più o meno esoso, dello spazio web messogli a disposizione da un servizio di hosting/housing. Questo problema potrebbe essere meno pressante, se il blogger si era affidato a piattaforme o spazi web gratuiti. Purtroppo, però, questa ultima eventualità potrebbe comunque mettere a repentaglio il blog, “vivo” o “morto” che sia, in quanto come qualsiasi servizio gratuito, potrebbe venire chiuso a discrezione del gestore. Proprio recentemente abbiamo avuto gli esempi della chiusura dello storico Geocities da parte di Yahoo e lo scampato pericolo del servizio di webhosting Tripod di Lycos Europe (in cui tenni il mio primissimo esperimento di blog sconosciuto ai più), che doveva chiudere i battenti il 15 febbraio 2009 ma che, proprio negli ultimi giorni è stato salvato in estremis da Multimania per la felicità dei suoi 6 millioni di utenti (al momento però il sito Multimania.it e Multimania.fr non sono raggiungibili, il che non mi fa ben pensare sulla sorte dei suoi siti).

Insomma, nel caso peggiore ma non per questo meno realistico, dopo qualche anno, il blog potrebbe essere anche rimosso dai database di Google e di lui, non rimarrebbe altro che un sorta di fantasma di sito che fu, che godette di una popolarità riflessa nella blogosfera, ma di cui ora non rimane altro che un flebile ricordo nella persone che aveva incontrato e in qualche decina di link, trackback e pingback orfani, come una sorta di appendici verso il passato non più ritrovato.

Io credo che questa sia la parte più triste di tutta la faccenda: per quanto un blog possa essere attivo, il fine ultimo della maggior parte di essi, potrebbe proprio essere l’oblio. Se già un blog non più aggiornato è triste, vedere un blog sparire lo è ancora di più. Spesso si dice che Internet è senza memoria, ma questo è parzialmente vero, perché una idea valida esisterà per sempre (magari citata da decine di altri blog e siti che tenderanno a preservarne, indirettamente, la sua memoria) ma la vita di un blogger può velocemente sparire.

L’esempio del blog di Onino

A questo proposito posso farvi l’esempio di un blogger famoso fino a qualche anno fa: il suo sito era OninO.it e, insieme a pochi altri, fu uno dei primi blog che conobbi e lui mi aiutò con i primi passi su WordPress e con l’affascinante quanto complesso mondo dei servizi di hosting dei siti web. Ad oggi il suo sito, nonostante il dominio sia ancora attivo e registrato a suo nome, non contiene più alcun post ne alcuna traccia che prima era stato uno dei blog più visitati della blogosfera!
Scandagliando la rete, però, sono riuscito a trovare il riferimento alla sua tesi “Weblog: prove di intelligenza collettiva?” sul sito di Sergio Maistrello che nel Dicembre del 2004, nel suo blog di presentazione del libro “Come si fa un blog” scriveva:

Da oggi è online, disponibile a tutti in formato Pdf e sotto licenza Creative Commons, la tesi di laurea di Cristiano Siri, alias OninO. La tesi è stata discussa a marzo 2004 alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Genova e si intitola Weblog: prove di intelligenza collettiva?. Il lavoro è molto interessante e approfondito, uno dei primi studi teorici sui blog affrontati dai laureandi italiani. La scelta di condividerla liberamente in Rete fa onore all’autore.

Ora, la pagina da cui ho tratto questa piccola recensione, nonostante sia perfettamente indicizzata da Google, per qualche ragione si presenta vuota al browser e nel suo codice html si trovano solo i tag BODY e HTML aperti e chiusi e null’altro (probabilmente è il retaggio di un vecchio blog dell’autore dedicato al suo libro, mai pulito completamente dal sito, e rimasta come traccia su Google). Sono comunque riuscito a reperire queste informazioni grazie alla cache di Google! Infine, la cosa interessante, è che nonostante il sito di Onino, anche se funzionante, non presenta alcuna pagina di presentazione, il file PDF è ancora nascostamente raggiungibile!

Insomma questo esempio mi è servito per dimostrare quanto sia flebile ed effimera l’informazione che ogni blogger riversa ogni giorno nella blogosfera. Per trovare traccia di quella tesi sono dovuto passare prima per un blog defunto di cui ne era rimasta traccia solo nella Cache di Google (credo che temporalmente avrà ancora vita breve) e quindi ho scaricato il PDF da uno spazio web associato ad un dominio che non aveva alcuna homepage e nessun ricordo del blog che fu!

Come vedete, se ora il vecchio blog di Sergio Maistrello altro non è che un link orfano non più attivo su Google visibile solo attraverso l’immagine sbiadita della “Copia cache” di Google, in futuro Google potrebbe decidere di rimuoverlo definitivamente dai suoi database. Allora non ne rimarrà altro che il link su questo mio sito, che comunque non riuscirà mai ad esprimere la potenza espressiva che, magari, quell’articolo aveva la forza di infondere nei lettori.
A questo punto l’unica memoria vera memoria di internet, per quanto effimero e parziale possa essere questo servizio, è nei siti di Internet Archive come Wayback Machine in grado di fare uno screenshot di qualsiasi sito e preservarne così almeno una piccola memoria della sua presenza su internet. Per quanto riguarda il blog di Onino ho trovato solo l’arco temporale di esistenza che andava dal 2004 al 2006 e qualche salvataggio parziale della sua homepage. Ma tutto il suo contenuto, forse la parte più preziosa di un blog, è andato comunque perso!

Proposte di soluzioni al problema dell’oblio

Umberto Eco, un giorno, disse che “Internet è come un immenso magazzino di informazioni“. Il problema è che, però, questo magazzino dovrebbe avere una sorta di backup di se stesso. Sarebbe bello vedere, un giorno, un servizio che metta a disposizione dei blogger “stanchi” un sorta di repository del proprio blog, una sorta di backup sempre online del proprio sito web. Certo, nulla vieta che anche questo servizio di Full Internet Archive possa chiudere, ma essendo un servizio centralizzato forse potrebbe essere più facilmente recuperato, piuttosto che andare a recuperare milioni di piccoli siti web chiusi. E’ anche vero, inoltre, che tutti i link che puntavano al vecchio sito web non sarebbero comunque validi vanificando il concetto intrinseco in una blogosfera attiva.

Una possibile soluzione (se il dominio del blog non fosse stato riutilizzato) sarebbe quello di giocare sui DNS per reindirizzare i vari permalink verso il sito di repository. Immagino comunque che il carico di lavoro per l’intera infrastruttura di internet sarebbe enorme, ma forse in un futuro non troppo remoto questi problemi potrebbero essere risolti piuttosto agevolmente.
Forse una alternativa più realistica sarebbe l’IPV6 e l’assegnazione per ogni individuo di un singolo indirizzo IP univoco. In tal modo, grazie al suo ampio spazio di indirizzamento, sarebbe impossibile perdere le informazioni che ogni singolo individuo potrebbe immettere nella rete (con buona pace della privacy). Quando qualcuno apre un blog userà il proprio indirizzo IP univoco. Quando poi lo dovrà chiudere, sarebbe possibile portare tutto il suo contenuto su una sorta di sito repository e tutti i link ai suoi articoli verrebbero univocamente reindirizzati qui, perché nessun altro abitante del pianeta potrebbe mai avere il suo stesso indirizzo IP.

Ad oggi le moderne tecnologie della comunicazione hanno l’intrinseca capacità di memorizzare nel tempo fatti e dati che, se da un lato rafforzano il concetto di trasparenza, dall’altra ingenerano il pericolo di una diminuzione del diritto all’oblio, diventando così inesorabilmente memoria dell’uomo. Molto spesso noi facciamo affidamento su quello che troviamo su internet, specie se parliamo di Wikipedia, senza poi verificare la validità delle informazioni e l’origine delle fonti. E se è vero che pubblicazioni volutamente sbagliate su WIkipedia sono state tutte corrette in pochissimo tempo, a dimostrazione della validità dei processi di intelligenza collettiva che la animano, è anche vero che molte volte alcuni giornalisti poco accurati nel verificare le notizie hanno pubblicato notizie errate.

E’ per questo che, una repository dei siti web, dovrebbe essere statica, non modificabile, congelando il contenuto del sito a quando è stato scritto, magari con il sapiente uso degli algoritmi di hash MD5 e SHA1, un po’ come fa Hashbot.com del grande Gianni Amato.

Il 95% dei blog sono stati abbandonati

Questo articolo era già nella mia testa da parecchio tempo ma ho voluto scriverlo solo dopo aver letto l’allarmante articolo di Zeus News che asseriva che il 95% dei blog giace abbandonato. Infatti, come testimoniano i dati di Technorati relativi al 2008, dei 133 milioni di blog tenuti sott’occhio dal motore di ricerca della blogosfera solo 7,4 milioni sono stati aggiornati negli ultimi 120 giorni. Anche se comunque è presto da dire (io credo che un tempo di attesa di almeno un anno sia più corretto), se in 4 mesi i loro autori non hanno avuto uno straccio di idea o un momento per scrivere qualcosa nel proprio spazio, quei blog sono virtualmente morti, ridotti a testimonianze del tempo che fu e dei sogni di gloria infranti. Sempre secondo Technorati, sembra però che del restante 5% di blog ancora ancora attivi, si ritiene che la maggior parte delle pageview sia generata da un numero ancora inferiore di blog, stimabile tra i 50.000 e i 100.000.

La causa di questa moria di blog? MySpace, Twitter e Facebook! Questi tre siti, infatti, oltre a rappresentare la nuova moda, hanno rapidamente imposto un modo di comunicare più rapido, immediato, a livello di Sms: nessuno – o quasi – ha più tempo e voglia di leggere lunghi post.

Insomma, sempre secondo Zeus News, caduta l’illusione di una facile notorietà e l’effimera attrattiva dei diari online, restano in attività quei pochi che hanno qualcosa di interessante da dire, che si sono conquistati un pubblico di affezionati grazie alla qualità dei propri interventi e hanno fatto del proprio blog non una vetrina personale ma uno spazio di riflessione e confronto.

Le mie statistiche sui blog non aggiornati

Dopo aver letto queste considerazioni sulla sorte del 95% dei blog, ho cominciato a scandagliare il mio feed reader alla ricerca di blog fermi da molto tempo. Io uso NetNewsWire per Mac OS X e questo programma ha un’ottima funzionalità “Dinosaurs” per cercare tutti i feed non aggiornati da un certo numero di giorni (menu Window -> Dinosaurs) in modo da poterli rimuovere. Ebbene negli ultimi 120 giorni, su un totale di circa 300 feed rss, avevo 50 feed che non venivano aggiornati, ovvero quasi il 17% del totale, con un range che andava dal Maggio 2007 fino ad arrivare a Febbraio 2009. Abbassando la soglia a 30 giorni, i feed non aggiornati sono saliti a 90, con una percentuale del 30%.

Devo dire che, di solito, non sono solito rimuovere i feed rss dei siti a meno che abbia perso interesse verso il blog o a meno che, a livello di dominio, blog non esista più. Talvolta anche quando il blogger ha avuto la gentilezza di comunicarci in anticipo della volontà di non continuare con il suo lavoro (come è il caso di gpessia) preferisco lasciare il suo feed rss nella speranza che prima o poi possa ritornare a scrivere in modo da essere tempestivamente avvisato (come è il caso di uncino, uno dei primi blog che ho conosciuto, che è sempre un piacere leggere).

Epilogo

Dopo aver scritto cosa ne pensavo sui blog e sulla loro caducità, e aver calcolato quale è la moria dei blogger nel mio feed reader personale, ora, nel pieno spirito di condivisione di idee che animano tutti i blog, passo a voi la parola. Cosa ne pensate?

Tag:backup, Blog, blog-power, blogger, blogosfera, condivisione, feed, intelligenza, intelligenza-collettiva, memoria, pagerank, permalink, rss, technorati, trackback, web, wikipedia
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Ott 9 2008

Come fare il backup di un blog su Tumblr o fare una copia di qualsiasi blog Tumblr pubblico da consultare offline. Gelato CMS il clone installabile di Tumblr

Posted by Antonio Troise
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Tumblr Tumblr è la più famosa piattaforma di microblogging, una forma di pubblicazione costante di piccoli contenuti in Rete, o, più precisamente di tumblelog (o tlog), una variante del blog, che favorisce una forma abbreviata arricchita da multimedialità, rispetto a quelli che sono i lunghi editoriali frequentemente associati ai blog. La forma di comunicazione comunemente usata include collegamenti, fotografie, citazioni, dialoghi di chat e video. A differenza dei blog questo formato è frequentemente usato dall’autore per condividere creazioni, scoperte, esperienze senza la necessità di commentarle.

L’usabilità di un blog su Tumblr

Anche io ho un piccolo tumblr (Levysoft’s tumblelog) che aggiorno salturiamente e lo uso, come una sorta di contenitore di cose che trovo in giro per la rete, curiosità, news, foto o video, che non approfondisco o pubblico sul mio blog, ma che mi hanno comunque interessato. In tal modo, in qualche modo, riesco, almeno virtualmente, a preservare memoria di quello che trovo interessante.
Ma quando i micropost aumentano, a volte risulta davvero difficile la consultazione, perché bisogna andare alla ricerca di una determinata notizia tra le varie pagine del proprio tumblr. Certo, esiste la possibilità di ricercare una determinata parola dal relativo modulo di ricerca (oppure accodando alla url “http://yourname.tumblr.com/search/” la chiave di ricerca desiderata), ma è anche vero che non è possibile consultare il proprio tumblr in modalità offline. Inoltre, ammettiamolo, c’è sempre la remota possibilità che i propri dati vengano persi e, siccome, a differenza di WordPress o Blogger, non è ancora stato previsto ufficialmente alcuna funzione di esportazione e/o importazione del proprio tumblelog (anche semplicemente per spostarlo su una diversa piattaforma di blog), dedicare il proprio tempo per mesi a popolare un sito per poi vederselo sparire all’improvviso, è una eventualità che nessuno vorrebbe vivere, perché in quelle pagine, ognuno di noi ritrova una piccola parte di se stessi.

Backup dei feed rss di un blog Tumblr

Per sopperire a questo problema tempo fa risolsi questo problema, iscrivendo il mio lettore di feed reader al RSS del mio blog tumblr (del tipo feed://yourname.tumblr.com/rss). In tal modo, siccome gli articoli vengono pubblicati integralmente sul feed rss, in qualche modo riuscivo a fare una sorta di backup e di database degli articoli pubblicati.

Tumble-log Backup

Ma esiste anche una modo più semplice: usare Tumble-log Backup, un tool online gratuito, che consente di creare un backup dei post pubblicati su Tumblr in un unico file html. Sarà sufficiente inserire il nome del proprio blog (funziona anche se è ospitato su domini personalizzati), decidere il numero dei post da copiare (vengono suggeriti un numero non superiore a 500 ma credo non esista un limite di articoli), e Tumble-log Backup si occuperà di creare una singola pagina web che verrà caricata con tutti i testi, foto, audio e video del proprio blog, in ordine cronologico, dal più recente al più vecchio, con la possibilità di selezionare solo uno o più tipi di elementi.

Tumble-log Backup

Una volta terminato il caricamento della pagina (che impiegherà un tempo variabile a seconda delle dimensioni del tumblr da backuppare) sarà possibile salvare la pagina html appena creata con il proprio browser.

Certo, non stiamo parlando di uno strumento in grado di effettuare un vero e proprio backup tale da poter essere ripristinato su qualsiasi altra piattaforma, ma la cosa interessante è che possibile utilizzare questo tool online per salvare una copia virtuale offline, da leggere con calma, di qualsiasi tumblr pubblico.

Gelato CMS il clone installabile di Tumblr

Gelato CMS Se, però, volete avere il completo controllo del vostro microblog, senza però dovervi affidare a servizi di terzi parti (che, diciamoci la verità, possono chiudere da un giorno all’altro senza l’obbligo di fornirvi un backup) ma non volete rinunciare alla semplicità di Tumblr, allora potete installare sul vostro sito, Gelato CMS, un perfetto clone di Tumblr, sia nelle sue funzionalità che nei temi usati.
Gelato è un CMS Open Source, sviluppato in Messico, costruito attraverso l’utilizzo di codice Ajax, Php e MySQL, che sembra avere tutte le carte in regola per essere il corrispettivo di WordPress.org per quel che riguarda i tumblelog. Il vantaggio rispetto a Tumblr è quello di avere una community di sviluppo attiva in grado di apportare numerose novità e miglioramenti, grazie anche all’introduzione dei plugin.

UPDATE 2017: Un modo molto veloce per effettuare il backup di un blog Tumblr da riga di comando è scaricare Tumblr Utils e lanciando il seguente script in Python:

./tumblr_backup.py nome-blog

è possibile scaricare in pochi minuti articoli e media (foto e video) dal proprio blog.

Tag:articoli, backup, Blog, cms, export, feed, feedreader, microblogging, rss, tumblelog, tumblr, Wordpress
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Feb 8 2008

Perché sono passato da Google Reader online al desktop aggregator NetNewsWire: supporto offline e consultazione rilassante dei feed

Posted by Antonio Troise
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Ho sempre apprezzato la flessibilità e potenza di Google Reader, il miglior feed reader online sin’ora esistente, e ho sempre evitato aggregatori di rss locali perché non trovavo le stesse caratteristiche di quelli online, tra cui, forse la più importante, la portabilità. Questo, almeno, fino a quando non mi sono comprato un Macbook Pro e non ho provato NetNewsWire, il client di NewsGator per piattaforma Mac, disponibile da qualche mese gratuitamente (in passato costava $30)!

ImageShack

L’arrivo sul mercato in versione gratuita degli aggregatori desktop è decisamente in forte controtendenza rispetto ad un’epoca in cui tutto si sta trasferendo sul web. Da Google Calendar a GMail, da Google Reader a Bloglines, sembra che le abitudini degli utenti siano quelle di preferire interfacce web based a quelle desktop. Probabilmente, però, è stato proprio per controbattere la concorrenza dei lettori RSS online, che NewsGator ha deciso di perfezionare il proprio software di punta e di offrirlo gratuitamente al pubblico.

Ma quali sono i vantaggi che ho riscontrato in questo evoluto desktop aggregator tanto fa convincermi ad abbandonare il blasonato Google Reader?

Vantaggi

Quello che devo premettere, però, è che, il mio passaggio a NetNewsWire è stato subordinato solo al fatto che ora ho con me, quasi sempre, un portatile e quindi non ho più necessità di usare un aggregatore online raggiungibile da qualsiasi PC per avere la portabilità, visto che posso consultare dal mio Macbook Pro le ultime news della blogosfera.

  • Uno dei grandi vantaggi di NetNewsWire è, sicuramente, il supporto offline! Anche se Google Gear ha esteso le potenzialità di una consultazione offline di Google Reader, si tratta, però, solo ed esclusivamente di una lettura offline e non di una vera interazione, visto che per queste operazioni è necessaria l’elaborazione da parte del server che per ovvie ragioni, non è raggiungibile.
    Il vantaggio, invece, di NetNewsWire e, più in generale, di qualsiasi altro desktop aggregator è la possibilità di poter consultare i vecchi articoli, magari tra quelli flaggati, in qualsiasi momento e anche in assenza di collegamento internet.
  • Inoltre, per natura stessa di una soluzione locale, effettuare ricerche su NetNewsWire è estremamente veloce. Per quanto Google Reader, sfruttando la pageless pagination, riesca a rendere la fruizione dei contenuti rss estremamente rapida e fluida, vi sono comunque, dei tempi di ritardo impossibili da eliminare: quante volte, dopo aver fatto una ricerca con molti risultati, ho dovuto attendere, durante il mio scrolling veloce, che le news venissero caricate. Questo, ovviamente, con NetNewsWire non accadrà mai.
  • Personalmente trovo molto comodo, poter ordinare per data (cronologica e non), per nome del sito o per titolo i miei feed, cosa che con Google Reader non è possibile! Inoltre, come molte applicazioni Mac, ha una interfaccia davvero chiara, ordinata e pulita.
  • Da quando uso NetNewsWire, che ha la possibilità di caricare le pagine web in comode thumbnails disposte in una colonna verticale, non uso quasi più browser a schede come Safari o Firefox, separando così logicamente l’attività di navigazione derivante dai feed da quella più tradizionale. I vantaggi sono indubbi perché mi permette di avere una area di lavoro “pro blog” tutta mia.
  • E’ possibile contrassegnare gli articoli con dei “flag” per poterli mantenere evidenziati in modo da ritrovarli e rileggerli in un secondo momento (un po’ come le star di Google Reader)
  • Molto comodo, per chi ama programmare, il supporto AppleScript e alle azioni per Automator.
  • Quello che, però, è insostituibile per me è il fatto di rilassarmi durante la lettura dei feed: infatti, Google Reader, con il suo update in tempo reale, ti costringe a leggere continuamente le notizie, nella speranza di azzerare il contatore dei feed non letti. Insomma è un continuo rincorrersi.
    Con NetNewsWire, invece, potendo essere usato anche in offline e potendo anche impostare un tempo di aggiornamento pari a 12 ore, posso davvero leggere con calma e nel tempo libero gli ultimi feed, riuscendo così a dedicarmi maggiormente ad altre attività.
    Molto utile anche la possibilità di aggiornare manualmente solo un solo feed in particolare o una sola cartella di feed oppure è possibile decidere per ogni feed il tempo di aggiornamento e di permanenza delle news, ma anche di disabilitarne l’aggiornamento per un certo periodo..
Svantaggi

Purtroppo, non sono tutte rose e fiori. Infatti, uno dei problemi più grandi dei desktop aggregator è che, a volte, possono perdere alcuni articoli. Infatti, di solito, un sito web mette a disposizione sul proprio feed rss gli ultimi 20 articoli pubblicati. Ora, se non ci si è collegati da molto tempo oppure un sito è molto prolifico, come p.es., Lifehacker o OKNotizie, la probabilità di perdere alcune notizie, anche dopo un giorno che non ci si collega, è molto alta.
Il problema dovrebbe risolversi, nel caso di NetNewsWire, se si sincronizzano i propri feed con quelli dell’aggregatore online NewsGator.

Conclusioni

Insomma, fino ad ora, sono molto contento della mia scelta e uso Google Reader solo come soluzione di backup e nel caso abbia qualche dubbio di essermi perso qualche feed. Se volete approfondire l’argomento, vi consiglio di leggere anche le comparazioni NetNewsWire vs. Vienna e The Web-Based vs. Desktop-Based Newsreader Showdown.

Se decidete di passare a NetNewsWire, allora vi consiglio anche di scaricarvi il PDF che vi elenca le più comuni scorciatoie da tastiera, per velocizzare le vostre attività: Keyboard shortcuts cheatsheet.

Tag:feed, Google, rss
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Ott 10 2007

Le statistiche dei blog hanno ancora un senso? Come alterare il numero di iscritti ai feed di Feedburner

Posted by Antonio Troise
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In questi giorni mi sono sorti alcuni dubbi sulla validità delle statistiche dei blog dopo aver letto interessanti post in giro per la blogosfera. Due in particolare mi hanno colpito: quello di TagliaBlog e quello di Tommaso Tessarolo.

In questi giorni stiamo assistendo ad uno stravolgimento epico delle classifiche e dei criteri di ranking dei blog, e ad una svalutazione del potere, fin’ora indiscusso, di Feedburner, a tutto svantaggio per coloro che con questi numeri ci vivevano. Per la maggior parte della media e bassa blogosfera (un buon 90-95%) ciò non stravolgerà molto la loro vita ma è un evento che comunque ha una sua importanza e che, almeno parzialmente, vede protagonista la blogosfera italiana in un panorama internazionale. Stiamo vivendo un periodo di transizione dove si ridefiniscono le regole del gioco e mi è sembrato opportuno spiegare cosa stesse accadendo.

Tag:Blog, blog-power, blogbabel, feed, feedburner, rss, wikio
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Ott 5 2007

L’Era dei Commenti 2.0: proposte per rivoluzionare il modo di commentare sui blog con l’inserimento dei commenti via feed reader con XForms e l’uso dei commenti vocali con Flash

Posted by Antonio Troise
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Comment Dopo aver scritto due articoli sull’umanità 2.0 e su come analizzare l’indice di partecipazione di un blog e incentivare l’uso dei commenti, Paso ha scritto un bel post sul dilemma dell’era 2.0: commentare o non commentare?. Devo dire che alcune sue argomentazioni mi hanno fatto pensare e mi hanno dato qualche spunto interessante che volevo condividere con i miei lettori, da cui poi sono scaturite anche alcune proposte su un nuovo modo di commentare in modo da semplificarne e contemporaneamente incentivarne l’uso: l’uso delle specifiche XForms per inserire commenti via feed reader e la possibilità di inserire commenti vocali con flash.

Tag:Blog, blog-power, feed, rss, Web 2.0, xforms
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Set 11 2007

Google Reader migliora ancora: integrata la ricerca per feed, aumentato a 1000 il limite di elementi non letti e presenza di una sidebar a scomparsa

Posted by Antonio Troise
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Google reader diventa finalmente il miglior aggregatore di rss esistente, dopo l’introduzione di alcune migliorie che si attendevano da molto tempo.

Ricerca tra i feed

Innanzitutto è stato introdotto, nativamente, un sistema di ricerca tra i feed a cui si è abbonati. In effetti, sino ad ora, questa era una mancanza molto evidente: se si poteva tranquillamente ricercare sul web, nei video, nelle immagini, nelle news, nei gruppi di discussione, nelle proprie mail e nel calendario, l’unica web application di Google a cui mancava la funzione di ricerca era proprio in Google Reader. Chi aveva questa necessità, era costretto ad usare una funzionalità poco nota del motore di ricerca: il Custom Search Engine, che permette la creazione di un proprio motore di ricerca basato su quello di Google. Qui occorreva inserire nel campo “Sites to search” la url di Google Reader (http://www.google.it/reader/view/) e dal lettore rss occorreva esportare in formato OPML (Settings -> Import/Export -> Export) i feed e, successivamente, caricarli sul motore di ricerca precedentemente creato (My Search Engines->Control Panel->Advanced->Annotation file).
Insomma una operazione lunga e non standard, che risolveva parzialmente il problema, ma non permetteva una analisi puntuale delle ricerche. In effetti non era possibile effettuare ricerche per tag, o per elementi “Starred” o “Shared”. Tutte funzionalità previste nel nuovo motore di ricerca integrato in Google Reader, che tra le altre cose, permette di organizzare i risultati anche per lista o con testo esploso!

Google Reader conta fino a 1000

Un’altra nuova funzionalità, anche questa attesa a lungo dal sottoscritto, è la possibilità di contare i messaggi non letti (per feed, tag o totali) sino alla soglia di 1000. Prima, infatti, i feed o i tag contenenti più di 100 messaggi non letti mostravano una laconica e quantomai spiazzante dicitura di 100+. Ma come molti si erano accorti, era molti facile raggiungere, nell’arco di una giornata, questa soglia!
Ora, invece, l’indicatore conta fino a 1000 e oltre tale limite viene visualizzata la scritta 1000+.
Con rammarico ho scoperto, però, che, almeno sul riepilogo totale del mio aggregratore, raggiungo spesso anche i 1000+!

Arriva la sidebar a scomparsa

L’ultima funzionalità introdotta è stata la possibilità di nascondere la barra laterale sinistra che contiene l’elenco di tutti i feed: cliccando sulla freccetta grigia è possibile nascondere o mostrare tale barra. Quest’ultima funzione è comoda se si vogliono leggere a tutta pagina i feed, ma, personalmente, sento la mancanza di poter ridimensionare tale barra nei casi in cui alcuni titoli di feed siano troppo lunghi da non visualizzare il numero di feed da leggere (l’unico modo sarebbe quello di rinominarli ma spesso non è la soluzione più veloce).

Insomma dopo la possibilità di salvare in Offline, con Google Gears, i feed da leggere, queste ultime novità hanno fatto fare un balzo di qualità a Google Reader, anche se la perfezione è ancora lontana da venire.

Tag:feed, Google, google-reader, rss
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Lug 24 2007

Come creare un BLOOK ovvero un libro dal proprio blog usando WP2PDF, ContuttoPDF, LJ Book, BlogCollector o Blurp!

Posted by Antonio Troise
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Blook Dopo aver analizzato le caratteristiche dei migliori editori online per il print on demand per gli scrittori in erba come Lulu, The Boopen e Blurp, oggi vorrei puntualizzare il discorso su una nuovo modo, per i blogger, di essere creativi: stampare il proprio Blook!

Blook è un neologismo internazionale formato per contrazione dei termini inglesi blog e book. Sarebbe stato creato nel 2002 dal giornalista americano Jeff Jarvis, quando il blogger di Hollywood Tony Pierce indisse un concorso per dare il titolo al suo primo libro basato sui materiali del proprio blog.
Un blook può essere:

  • un libro (in particolare un romanzo) in forma di blog: i capitoli sono pubblicati come articoli di un blog, i lettori possono commentarli e seguirne lo sviluppo mediante la tecnologia dei feed RSS;
  • può trattarsi di un’opera originale ma anche di un classico che viene riproposto in versione digitale sotto forma di blog;
  • un libro a stampa realizzato con i contenuti di un blog.

Ed è su quest’ultimo aspetta che vorrei soffermarmi. Realizzare un libro con i contenuti di un blog potrebbe essere una nuova forma di espressione: magari un blogger potrebbe realizzare un libro con i migliori articoli che ha pubblicato e poi metterlo in vendita online. Sarebbe anche un nuovo modo di farsi conoscere da chi non sa cosa sia un blog e quindi non potrebbe mai venire a conoscenza delle vostre idee!

Ultimamente ho provato a creare, in automatico, un PDF da un mio blog realizzato in WordPress. Il primo programma in PHP che svolgeva egregiamente questo compito era WP2PDF , ma non so se sia ancora compatibile con WordPress 2.x, visto che l’ultima release risale al Marzo del 2005. Inoltre, le ultime volte che lo avevo provato PHP dava degli errori di timeout: probabilmente, siccome il mio sito contiene più di 1000 articoli, l’operazione di creazione PDF eseguiva un ciclo troppo lungo tanto da superare il maximum execution time del server (che di default è impostato a 30 secondi). Il problema, però, si risolve inserendo nel ciclo il comando set_time_limit(sec); (se lo si imposta a zero, si disabilita totalmente il limite).

Sempre per WordPress, esiste anche un plugin per generare PDF dai proprio articoli, ContuttoPDF, ma purtroppo non permette di creare un unico file per tutto il blog.
Un servizio online molto utile e che svolge lo stesso scopo è LJ Book, purtroppo, però, permette la creazione di un libro in PDF di tutti i post estratti solo da un blog su piattaforma LiveJournal, DeadJournal, o InsaneJournal.

Una soluzione universale, che non richiede la presenza di WordPress, potrebbe venire da BlogCollector; la release 2.0 supporta solo il nuovo Blogger/Blogspot, mentre la vecchia release 1.0, supporta anche MSN Spaces e tutti quei blog che hanno un feed RSS 2.0. Peccato che sia gratis solo la versione Lite ma che permette la creazione di un numero limitato di pagine.

Infine, un’altra soluzione, ce la propone, invece, Blurp che mette a disposizione un software di impaginazione multipiattaforma facile da usare e gratuito, chiamato BookSmart, che, tra le altre funzionalità, permette di trasformare un blog in un libro, prelevandone in automatico i contenuti ed ottenendo così un vero e proprio Blook! Peccato che supporti solo Blogger, LiveJournal, TypePad, o WordPress.com e non preveda altre piattaforme proprietarie.

Nonostante Simone si soffermi dettagliatamente, sui motivi per cui non non bisogna stamparsi un libro da soli, io vi consiglio di fare una prova e vedere se la cosa può piacere o meno.

Tag:Blog, blook, feed, Libri, PDF, Plugin, rss, Wordpress
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Lug 23 2007

Editoria online fai-da-te: come realizzare e pubblicare il proprio libro con Lulu, The Boopen e Blurb

Posted by Antonio Troise
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Print on demand Attualmente i migliori editori online per il print on demand per gli scrittori in erba sono Lulu, The Boopen e Blurb. Tra questi ero anche tentato di inserire Photocity, un servizio online tutto italiano per stampare le immagini digitali su carta fotografica di alta qualità e a prezzi concorrenziali, dove è inoltre possibile, scaricando un software proprietario abbastanza evoluto, di creare e far stampare libri fotografici. Ma, non rientrando propriamente nella categoria di editori online ho ritenuto non confondere i servizi, ma non per questo non ho voluto esimermi dal citarlo, per rendere un po’ più completo l’articolo.
Tornando a noi, ecco, quindi, i tre migliori servizi di print on demand: Lulu, The Boopen e Blurb.

Tag:Blog, blogcollector, blogger, blogspot, blook, blurb, boopen, feed, Libri, lulu, PDF, Php, rss
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Lug 8 2007

Feedburner Pro Gratis grazie a Google fa nascere la domanda: come è possibile navigare in internet senza passare nella ragnatela di società acquistate da Google?

Posted by Antonio Troise
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Freeburner Pro Se alcuni servizi PRO di Feedburner fino a qualche giorno fa erano a pagamento, grazie alla recente acquisizione di Google, sono stati resi fruibili gratuitamente a qualunque utente di FeedBurner: FeedBurner Stats PRO e MyBrand.

Il primo servizio permette di visualizzare le statistiche dettagliate di accesso ai feed rss del proprio sito, mentre il secondo permette di personalizzare la url dei feed rss gestiti da Feedburner, in modo da visualizzare anche l’indirizzo del proprio sito (invece che http://feeds.feedburner.com/ilmiofeed potrebbe diventare http://feeds.ilmiosito.it/ilmiofeed).

Per attivare, però, il servizio di MyBrand, nato forse per incentivare il passaggio a Feedburner per quegli utenti che temevano di perdere il controllo del proprio feed o di non mantenerne, appunto, il proprio “brand”, è necessario creare un dominio di terzo livello per il proprio dominio e associarlo con i DNS (facendone un CNAME) a feeds.feedburner.com.

A questo punto c’è da chiedersi, come avvenne per Youtube, se localizzeranno in Italiano anche Feedburner.

Google Grande Fratello Interessante, inoltre, come se per tanti, ad ogni acquisizione di Google goiscono, ce ne sono altrettanti, che, preoccupati dalla lunga lista di società acquistate da Google, iniziano a pensare come riuscire a come è possibile navigare in internet senza passare nella sua ragnatela?:

Ecco una lista, sicuramente parziale, delle società acquistate o controllate da Google:

Australian Algorithm
@Last Software
2Web Technologies
Applied Semantics
Android
AdScape
AOL
Applied Semantics
Akwan Information Technologies
Blogger
Baidu
Current Communications Group
deja
dMarc Radio
DoubleClick
Dodgeball
Endoxon
FeedBurner
GrandCentral
GreenBorder
Genius labs
GTalkr
Hello
Ignite Logic
JotSpot
Kaltix
Keyhole
Marratech
Measure Map
Neven Vision
Neotonic Software
Outride
OCLC
Orion
Picasa
Panoramio
Photobucket
Pyra Labs
PeakStream
Phatbits
Reqwireless
Salesforce
Skia
Sprinks
SketchUp
Trendalyzer
Tonic Systems
Upstartle
Urchin
writely
Where2
Xunlei
YouTube
Zipdash
Zenter

La domanda che ho messo nel titolo di questo post rimarrà forse senza risposte per lungo tempo. Il problema è se c’è realmente da preoccuparsi oppure no! Avremo un giorno un vero grande fratello costituito da una unica società che controlla il mondo mediatico? Se è vero che il mondo migrerà sempre più nella virtualizzazione e nei media informatici, è anche vero che avere una società in grado di manipolare le decisioni del mondo è davvero preoccupante: un esempio su tutti potrebbe essere le elezioni presidenziali americane, che già da un bel pò si svolge parzialmente sul web, tra accuse e video shock, siti istituzionali e blog di repubblicani e democratici.
Staremo a vedere…

Tag:cname, feed, feedburner, Google, rss
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Mag 24 2007

I neologismi del Web 2.0: cosa significa il termine Mashup?

Posted by Antonio Troise
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MashupIeri, nell’articolo sui nuovi Mashup di Google Maps ho più volte usato il termine mashup, dando per scontato che tutti sapessero il suo significato. Purtroppo è un problema comune riproporre nuovi termini, neologismi, senza approfondirne il significato o l’origine, anche perché spesso è difficile trovarli.

Letteralmente, il termine “mashup” significa “poltiglia” e la sua origine deriva da un genere musicale che mescola varie tendenze in un’unica melodia. In pratica, aggregando frammenti di brani diversi e mixandoli si ottiene un nuovo prodotto.

In ambito tecnologico, un mashup è un’applicazione che usa contenuto da più sorgenti per creare un servizio completamente nuovo.
Il contenuto dei mashup è normalmente preso da terzi via API (Application Programming Interface), tramite feed (RSS o Atom) o Javascript.
Come i blog hanno rivoluzionato l’editoria online, i mashup stanno rivoluzionando lo sviluppo del web permettendo a chiunque di combinare dati da siti diversi in modi innovativi. L’abbondanza di semplici e leggere API hanno reso i mashup dei servizi relativamente semplici da progettare: richiedono minime conoscenze tecniche e quindi sono solitamente creati da innovatori inusuali.

C’è anche chi definisce il blog come il mashup per eccellenza: infatti, il mashup, può essere considerato anche la tendenza ad aggregare risorse e fonti dinamiche del web per riproporle attraverso il proprio filtro, la propria scelta. Appunto, come un blog!

Attribution Image CC: ‘Tad not drinking wine‘

Tag:api, Blog, dizionario, feed, google_maps, mashup, rss
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