Negli scorsi giorni è partito 23andMe, una startup finanziata da Google con un investimento complessivo di dieci milioni di dollari, con lo scopo di vendere test del Dna fai-da-te a 999 dollari, ma con caratteristiche del tutto simili a una sorta di Facebook o MySpace del codice genetico.
Come funzione 23andme
A fondare la società è stata la moglie di Sergey Brin (uno dei creatori dell’impero Google), Anne Wojcicki, e permetterà per “soli” 999 dollari, di avere uno screening genetico completo del proprio DNA. Gli utenti che si iscrivono (il servizio è attualmente disponibile solo negli Stati Uniti) riceveranno per non costituisce un servizio di consulenza medica. In pratica vengono messe a disposizione tutte le informazioni possibili senza alcun tipo di filtro ne interpretazione da parte di personale specializzato. Sostanzialmente si ha a disposizione un enorme database scientifico, i propri dati, e bisogna documentarsi e trarre da soli delle conclusioni. Il problema è che ognuno potrebbe trarre conclusioni diverse dato che certi elementi sono di difficile interpretazione. Come ben dice Sonnoprofondo:
Come potrebbe reagire una persona alla notizia che ha ereditato la predisposizione a contrarre un certo tipo di malattia cardiovascolare da sua madre ? Come vi sentireste se il vostro DNA raccontasse che vostro padre ha geni tipicamente tedeschi e occhi azzurri, dopo aver vissuto una vita convinti del contrario ? Accettereste di buon grado l’idea che vostro figlio di 2 anni ha ereditato da voi la predisposizione alla particolare condizione x ?
Anche dal punto di vista etico ci sarebbe molto da discutere.
DNA 2.0: Google vuole mappare il DNA di tutti gli abitanti della Terra?
E’ naturale, quindi, che molte persone stiano pensando che Google, dopo essere oramai entrato in ogni servizio su internet e, più recentemente anche nella telefonia mobile con il progetto Android, voglia anche inizia una vera e propria mappatura del DNA di tutti gli abitanti della Terra.
A tentar di fugare ogni dubbio ci prova, un po’ ironicamente la stessa azienda, il cui nome deriva dalle 23 coppie di cromosomi che definiscono il DNA di ogni individuo, dichiarando nella sulla homepage: “Don’t panic. We’re here to help you”.
Sembra, infatti, che il loro lodevole impegno sia essenzialmente rivolto a portare la gente verso una maggiore consapevolezza dei propri tratti genetici attraverso le tecnologie più innovative ed Internet of course. Come si legge sempre sul sito sembra che uno degli obiettivi cardine (le operazioni inizieranno a fine anno) sia creare un social network basato non più e non solo su affinità di interessi o sulla posizione dei pianeti, ma su fondamenta scientifiche come i comuni tratti del DNA: altro che Web 2.0… qui potremmo parlare a ragione di DNA 2.0!
La Rete si configura dunque come punto di sintesi ideale per gestire in maniera rapida e razionale i dati che progressivamente verranno acquisiti da 23andMe sui propri clienti.
Ancora una volta Google cammina sul filo del rasoio per quanto riguarda la questione privacy, che comunque, secondo dichiarazioni ufficiali è una delle priorità sulla quale la società intende lavorare.
Intervistato, un rappresentante della Mohr Davidow (uno dei venture capitalist impegnati nell’iniziativa), ha posto particolare enfasi sulla privacy che il sito garantirà, e sul fatto che il proprio profilo genetico dev’essere una cosa con cui le persone prima o poi dovranno prendere familiarità: la cui conoscenza potrebbe garantire migliori cure specifiche, e che comunque non è una scatola nera di cui disinteressarsi.
Se volere approfondire l’argomento, Wired, il mensile sulla tecnologia più diffuso e influente negli States, propone qui un’anteprima del lungo articolo che dedicherà all’azienda nel prossimo numero di Dicembre 2007.
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