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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Lug 25 2008

Quando le idee buone falliscono perché troppo rivoluzionarie: il caso di OpenServing

Posted by Antonio Troise
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Oggi stavo cercando informazioni su OpenServing perché ero alla ricerca di un servizio dalle sue caratteristiche: un blog collaborativo che estendeva il modello di informazione Open source e dal contenuto Creative Commons al Social Media, facendo propri i concetti di network collaborativo e di autorevolezza dei post di Digg.

OpenServing, basato su una versione light di MediaWiki (la piattaforma Open-Source dietro Wikipedia), era nato il 12 Dicembre 2006 da una costola di Wikia, una compagnia fondata da Jimmy Wales, che offre gratuitamente hosting per ospitare wiki.

OpenServing

OpenServing era, in sintesi, un mix di diversi siti di social network, che cercava di trarre il meglio da tutti. Nello specifico, una volta creato il proprio wiki (del tipo tuonome.openserving.com) era possibile:

  1. creare, perfezionare e mantenere contenuti come in Wikipedia
  2. Votare per gradimento, come si fa in Digg. OpenServe si affida ad un sistema di voto: piuttosto che una selezione da parte del singolo autore, è la community a votare.
  3. Commentare, come si fa nei vari forum e nei blog
  4. Ogni commento viene a sua volta valutato e votato, come in OkNotizie. Mentre di solito è il webmaster ad essere responsabile del processo di filtro dello spam e dei commenti, qui il compito è nelle mani della community. Proprio come le ‘opinioni’, anche i commenti possono essere votati. In questo modo, i migliori commenti salgono e quelli meno interessanti scendono.
  5. Gli articoli più votati vengono mantenuti nella home page

Era questa miscela di combinazioni che mi aveva incuriosito per un mio progetto; se ci si mette, poi, che i guadagni pubblicitari pay-per-click attraverso gli Adsense Google andavano al 100% alla community e che i costi di banda e di spazio di storage, per creare e mantenere la community, erano totalmente gratis, si capisce bene perché questo progetto mi incuriosiva.

Probabilmente, però, questo modello di business era troppo filantropico, e a Gennaio 2008 OpenServing ha chiuso i battenti (tanto che, ad oggi, il sito non è più raggiungibile):

Openserving was a short-lived Web publishing project owned by Wikia, founded on December 12, 2006, and abandoned in January 2008.
It is assumed that Wikia’s professional management team members decided that they would not profit from Openserving’s laboring contributors, so there was no longer an incentive to maintain the space.

Quelli di Wikia suggeriscono di usare, al posto di OpenServing, MyWikiBiz.com, che, però, secondo me nulla ha a che vedere con il progetto originale.

E’ un vero peccato che i suoi creatori non abbiano creduto in questo servizio, che dire rivoluzionario è poco; probabilmente, forse, non è stato neanche riconosciuto come tale dai media e dagli internauti. Forse era qualcosa che anticipava i tempi di un web 2.0 che era ormai prossimo al web 3.0.
Sta di fatto che, secondo la mia personale opinione, è stata persa una occasione per fare e vedere qualcosa di nuovo.

Tag:Blog, blogosfera, creative-commons, opensource, Web 2.0, wiki, wikipedia
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Mar 9 2007

Foto con licenza Creative Commons: FlickrCC e Everystockphoto

Posted by Antonio Troise
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Creative Commons - Attribution: http://www.flickr.com/photos/96941606@N00/290630500 Quando i blog iniziarono a spuntare fuori, erano perloppiù diari personali e quindi il testo era il nucleo principale di ogni post giornaliero. Oggi i blog si sono evoluti e oltre a contenere un resoconto più o meno dettagliato di come sia andata la giornata, si parla anche di altro, a seconda della categoria a cui appartiene, andando dall’attualità alla tecnologia.
E’ quindi chiaro che un simile exploit di blog non più generici avessero bisogno di qualcos’altro oltre al puro semplice testo: le foto all’interno dei post è stata la risposta che i più hanno trovato. Ma, purtroppo, siccome la maggior parte dei blog non sono testate giornalistiche o aziende con fondi dedicati al pagamento dei diritti sulle foto, spesso e volentieri inserire una foto in un articolo voleva dire andare contro il copyright del proprietario dell’immagine.

Questo, almeno, fino all’avvento della licenza Creative Commons, che, secondo me, costituisce una vera e propria rivoluzione nel mondo informatico. Oramai tutti i blog sono pubblicati sotto questa licenza e ora è possibile inserirvi anche immagini con licenza Creative Commons, senza così infrangere nulla.

Così, se in un proprio post, si vuole inserire qualche bella immagine, senza sentirsi in colpa, abbiamo diversi raccoglitori di immagini in Creative Commons. Tra questi i più importanti sono:
FlickrCC e Everystockphoto.

  1. Su FlickrCC è possibile accedere ad un vasto archivio di foto degli utenti della comunità di Flickr pubblicate con licenza Creative Commons. Non necessita di alcuna registrazione anche se è necessario citare la fonte.
  2. Su Everystockphoto abbiamo, invece, un archivio enorme di oltre 700mila immagini, provenienti da diversi siti (imageafter, stock.xchng, Flickr, morgueFile, freerangestock) ma esclusivamente quelle rilasciate sotto licenza CC.
    A differenza del precedente, è necessario registrarsi gratuitamente per poter accedere all’enorme database in modalità Full Resolution.

    Per i più pigri è disponibile anche un plugin che aggiunge il motore di ricerca di Everystockphoto sia su Firefox che su IE.

[via motoricerca.net e 4mj]
Attribution Image CC: www.flickr.com/photos/96941606@N00/290630500

Tag:Blog, creative-commons, flickr, flickrcc, foto
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