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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Apr 29 2009

Prime impressioni dopo la visione al cinema del film in 3D ‘Mostri contro Alieni’: una straordinaria esperienza visiva da consigliare ma con qualche piccolo svantaggio

Posted by Antonio Troise
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Ieri sono andato al cinema a vedere Mostri contro Alieni (Monsters vs. Aliens), un film d’animazione prodotto dalla DreamWorks proiettato in una sala che supportava la rinata tecnologia 3D (in Italia sono 107 gli schermi adattati alla visione tridimensionale poiché, con le tecniche utilizzate oggi, la sala deve disporre di due proiettori distinti). Conscio del fatto che è difficile descrivere a parole quello si può vedere con un paio di occhialetti stereoscopici e che a supporto non possono venirci in aiuto neanche i video sparsi per la rete, mi accingo a darvi le mie prime impressioni sincere e, ovviamente, del tutto soggettive ma che sono state comunque condivise anche da chi mi sedeva a fianco.

Mostri contro alieni
Vantaggi della visione 3D
  1. Bellissime le scene della mano che si allunga fino a quasi a toccare lo spettatore, o quelle delle antenne o del cannone laser, o della pallina che rimbalza; credo che si possano contare sulle dita di una mano tutte le scene in cui il 3D era così spinto; il resto erano piccole “fuoriscite dallo schermo” mentre tutto il film metteva in risalto la capacità della tecnica a dare maggiore corposità agli oggetti e una maggiore profondità di campo. Tanto per capirci: si capiva benissimo e nettamente quali oggetti erano dietro ad altri.
  2. I momenti più suggestivi del film sono stati quelli ambientati nello spazio in cui i vari pianeti e corpi celesti si stagliavano in profondità sulle nere vastità del cosmo.
  3. Molto belle anche le scene apparentemente secondarie in 3D: foglie mosse dal vento che sembravano quasi stare nella sala e il pulviscolo atmosferico illuminato dal sole che sembrava stare veramente davanti agli occhi.
  4. Siccome non capita molto spesso di vedere film 3D, la maggior parte del tempo ero intento a vedere cosa era in 3D e cosa no, tanto che per alcuni tratti la trama, per quanto semplice, è passata in secondo piano. Credo che per il momento i film di animazione siano la massima espressione per sviluppare questa tecnologia; ho visto, però, che presto trasmetteranno anche film d’horror in 3D (tra tutti “Piranha 3D”), e penso che sarà un bel passo avanti per gli amanti del brivido.
  5. Vedere oggetti 3D stagliarsi davanti agi occhi fino ad arrivare ad un palmo dal proprio naso, è una situazione inusuale, buffa, e fa tornare bambini: non facevamo altro che ridere, commentare, e fare versetti di approvazione, oltre che, ovviamente, allungare la mano per provare a toccare gli oggetti che si avvicinavano o magari scansarsi di colpo per evitare di essere colpiti.
  6. Ogni tanto toglievo gli occhiali per capire come si svolgevano le scene in assenza delle lenti polarizzate. Ebbene, in taluni episodi sembrava quasi di stare a vedere un normale film di animazione, ma poi, all’improvviso, un oggetto in primo piano si sdoppiava e ogni parte assumeva un colore diverso (il termine corretto è anaglifo) : rosso e verde. Poi, ogni tanto, la quasi totalità degli elementi si sdoppiava. E’ evidente che senza occhiali è impossibile vedere il film!
Svantaggi della visione 3D
  1. Il biglietto di ingresso è maggiorato: nel cinema dove sono stato (all’Andromeda a Roma) aveva un prezzo unico di 10 euro (in quel cinema i biglietti possono variare da 4,50€ a 7 €) e per usufruire degli occhiali occorreva consegnare la propria carta di identità e nel caso di smarrimento o rottura dei suddetti, andava corrisposta una penale di 50€.
  2. Se fosse stato proiettato su uno schermo più grande (nella sala dove ero io era di medie dimensioni) sarebbe stato meglio perché avrebbe potuto dare un maggiore continuità spaziale con il resto della sala: troppe scene che avevano lo scopo di far sembrare gli oggetti del film un tutt’uno con la sala erano confinati in quel riquadro nero davanti agli occhi e si perdeva la magia del momento. Se invece fosse stato proiettato in uno dei quei mega schermi, l’occhio non avrebbe percepito in un tutt’uno il bordo, e l’effetto sarebbe stato di maggior impatto.
  3. La parte più dolente, forse anche per via dello schermo cinematografico non troppo grande, era che quasi tutti gli oggetti alle estremità laterali della ripresa si vedevano sfocati, mentre per quelli al centro dello schermo era un tripudio di emozioni. Credo che il problema sia da imputarsi alla messa a fuoco di un oggetto (di solito quelli messi a fuoco sono sempre presenti nella parte centrale dello schermo)
  4. A volte si perdeva un po’ il fuoco degli oggetti in 3D che si muovevano velocemente tanto che talvolte era difficile seguire la scena. Stesso problema se si spostava lo sguardo su un oggetto fuori fuoco.
  5. In certi momenti, forse dovuto alla stanchezza, non riuscivo più a percepire la visione stereoscopica: forse mi stavo assuefando alla tecnica? Non saprei ma la sensazione durava una decina di angosciosi secondi e poi, dopo essermi sistemato le lenti, ho ripreso la visione 3D. Forse le lenti dovevano essere ben allineate?
  6. E’ faticoso vedere un intero film in 3D (questo durava 94 minuti) perché gli occhiali che danno in dotazione non sono molto comodi ed ergonomici: a fine film ti rimane il segno sul naso della stecchetta nonostante ogni tanto cadessero giù. Gli occhiali stereoscopici in dotazione, sono di plastica nera rigida con lenti polarizzate a specchio, in cui la lente di destra ha una leggera dominante cromatica verso il verde mentre quella sinistra verso il rosso.
    Ecco a voi un paio di foto scattate con un cellulare (perdonate la scarsa qualità ma non c’era molta luce) degli occhiali che ci hanno dato:

    Occhiali 3D Dolby
    Occhiali 3D Dolby
  7. E’ faticoso vedere un intero film in 3D, non solo per la scomodità degli occhiali, ma anche per la vista poiché, secondo la mia esperienza, tende a stancarsi molto facilmente. Se, durante la visione, provavo a chiudere gli occhi (su suggerimento di mia moglie) notavo che le pupille tendevano a convergere verso la parte interna dell’occhio. A fine film ho constatato una certa stanchezza visiva, quasi un affaticamento della vista che si concentrava al centro della fronte, comunque passata dopo dieci minuti di passeggiata al sole.
Conclusioni

In definitiva posso dire che la visione dei film in 3D è da consigliare a chiunque perché è una esperienza da vivere ogni tanto, visto che la sensazione che gli oggetti emergano dallo schermo è molto realistica, a tratti iper-realistica. C’è chi ha osato spingersi oltre, dichiarando che il 3D nelle sale cinematografiche (e molto presto anche nei nostri salotti, magari con i videogame), “sarà come l’avvento del sonoro o del colore“.

Ma quello che nessuno dice, nelle varie recensioni che si leggono, è che c’è anche un piccolo svantaggio: a lungo andare, durante questa coinvolgente immersione in un ambiente tridimensionale, la vista si stanca, poiché probabilmente la visione stereoscopica è forzata e innaturale.

A questo punto, credo, che, perché possa emergere definitivamente, questa tecnologia debba essere ancora un po’ perfezionata per evitare lo stress visivo a cui sono stato sottoposto. Ho letto di tecniche che darebbero lo stesso risultato senza occhialetti (abbandonando di fatto il sistema duo color) o di nuovi occhiali elettronici con lenti LCD oscurate in sincronia con le immagini dello schermo che dovrebbero essere esenti da stanchezza visiva: forse questa potrebbe essere la strada giusta!

Certo è che se ci si affida al 3D per strappare gli spettatori più giovani dalla distribuzione illegale di film appena usciti nei cinema, la strada potrebbe essere quella corretta, anche se bisogna fare i conti con i gusti dei consumatori, che alla lunga potrebbero perdere interesse nella novità.

Trailer e alcune immagini stereoscopiche tratte dal film

Per chi fosse curioso di sapere di cosa parla il film, ecco un bel trailer, ovviamente in rigorosa visione bidimensionale:

Se invece volete avere un assaggio della visione stereoscopica di alcune scene del film (dovete però avere gli occhiali Dolby3D) o semplicemente vedere come si vedrebbe il film senza occhialetti, ecco 3 immagini di alcuni personaggi del film tratte da MyMovies.

Il gelatinoso B.O.B.:

B.O.B

Anello Mancante (The Missing Link: metà scimmia e metà pesce):

Anello Mancante

Dottor Professor Scarafaggio (doppiato da Hugh Laurie di Dr. House):

Dottor Professor Scarafaggio
Tag:3d, cinema, Film, occhiali, occhio, stereo, stereoscopia, Video
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Feb 4 2009

Addio al formato 16:9, in arrivo il 21:9 super widescreen sul nuovo Philips Cinema 21:9 HDTV. Niente più bande nere durante la visione dei film in DVD

Posted by Antonio Troise
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La notizia devo ammettere mi ha un po’ spiazzato: pare, infatti, che i televisori 16:9 siano diventati oramai obsoleti se confrontati col nuovo formato proposto da Philips: il 21:9. Il vantaggio? Niente più bande nere durante la visione dei film in DVD e Bluray.
In effetti, quello che maggiormente angustia i possessori di televisori in formato panoramico standard 16:9 è la possibilità di non potersi godere appieno la visione di un film in DVD poiché la parte superiore e inferiore viene quasi sempre riempita dalle quantomai fastidiose bande nere, a causa del famoso effetto letterbox (per i formati 2.35:1).

Le caratteristiche del Philips Cinema 21:9

In realtà Philips è solo il primo grande nome che si affaccia nel nuovo formato dei grandi Televisori ad Alta Definizione, i famosi HDTV che raggiungono il rapporto di 21:9, ossia con un formato di 2.35:1 contro i 1.78:1 del precedente standard usato dalla maggior parte dei programmi satellitari o della Tv Digitale in HD trasmessa in formato 16:9.
Purtroppo, però, come è noto a tutti, molte opere cinematografiche sono girate nativamente nel rapporto 2.35:1 widescreen anamorfico visualizzabili perfettamente solo dai possessori di proiettori di fascia alta, ma in genere sui televisori si passa sempre attraverso un adattamento al formato 16:9, cosa che invece non avviene per il nuovo 56” della Philips poiché si adatterebbe perfettamente al pannello 21:9.

TV LCD Philips Cinema 21:9 HDTV Super Widescreen

Il modello di HDTV LCD in formato 21:9 proposto dalla Philips ha una diagonale di 56 pollici ed è tale che la sua lunghezza è più del doppio rispetto all’altezza, per una visione panoramica che sempre più si avvicina a quella del cinema. In matematica, semplificando il rapporto delle dimensioni delle tv, si otterrebbe un valore di 7:3, ma in questo caso valgono solo le leggi del marketing e lasciare un ratio di 21:9 rende maggiormente l’idea che è stata allargata la lunghezza e lasciata inalterata l’altezza dello schermo (per essere compatibile con l’attuale standard Full-HD), rendendo più facile il confronto.

Sebbene non siano state rilasciate informazioni riguardo alla risoluzione del pannello, si può provare ad immaginare che, facendo una proporzione con il formato Full-HD, possa facilmente raggiungere una risoluzione di 2560×1080 pixel. Techradar, secondo le sue fonti, afferma che sarà dotato del sistema proprietario Ambilight Spectra oltre al Pixel Perfect Engine, ma non sarà retroilluminato a LED e lo schermo avrà un refresh di appena 0,1 ms. Inoltre, sembra che disporrà di ben cinque porte HDMI, una Ethernet, Wi-Fi e compatibilità DLNA (Digital Living Network Alliance).

Il nuovo Philips Cinema 21:9 è atteso per questa Primavera, con un prezzo al momento sconosciuto, ma che si dovrebbe aggirare, considerando il costo degli ultimi LCD da 50″ Philips, intorno ai 3.000/4.000 euro.

Qui di seguito un confronto video tra il 16:9 tradizionale e il formato cinematografico 21:9.

Perché si tende ad allargare le dimensioni dei televisori?

Se vi state chiedendo, quindi, quale vantaggio si otterrebbe dall’allargare il campo in orizzontale, lasciando inalterato quello verticale, dovete sapere che questo è l’unico modo per rendere la visuale più simile al campo visivo di un essere umano che, nella vita quotidiana, normalmente usa la visione periferica destra/sinistra piuttosto che quella alto/basso. Come è facile intuire noi tutti viviamo in un mondo abbastanza piatto, in cui quello che ci circonda si sviluppa orizzontalmente. La stessa cosa accade nei film: se ci sono più attori su una scena è più facile che siano disposti orizzontalmente piuttosto che uno sopra all’altro!

TV LCD Philips Cinema 21:9 HDTV Super Widescreen

Gli svantaggi

Sebbene secondo l’azienda, la sua proposta non implica nessun problema di retro compatibilità, poiché tutti i contenuti 16:9 sono adattabili (tramite uno speciale algoritmo che schiaccerà solo le zone più esterne, senza evidenti problemi di visualizzazione, mantenendo quindi l’integrità nella parte centrale, mentre gli “obsoleti” 4:3 verranno invece convertiti in 16:9 con tanto di bande nere laterali), è logico immaginare che ci ritroveremmo con gli stessi problemi che prima avevamo solo con alcuni DVD girati nel formato 2.35:1 widescreen anamorfico, ma questa volta su tutti i film girati nel formato 16:9 (con aspect ratio di 1.78:1, e non sono pochi) e su tutte le normali trasmissioni televisive (i cui programmi nascono in 16:9, e oramai raramente in 4:3). Il risultato è che, per la maggior parte delle volte che dovremmo usare il nostro HDTV, dovremmo scegliere se guardare la televisione deformata o perdere una parte dello schermo, dato che i 5/9 dello schermo saranno inutilizzati (riempiti dagli antiestetici bordi neri) guardando la tv tradizionale.
Ovviamente questo discorso varrà fino a quando il formato 21:9 non diverrà lo standard de facto dei televisori e della trasmissioni televisive.

Tag:alta definizione, cinema, dvd, hd, hdmi, hdtv, lcd, philips, televisione, tv
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Mag 13 2008

Da Iron Man a X-Men 3: quali sono i film che hanno delle scene segrete dopo i titoli di coda? Ecco la lista delle scene nascoste negli end credits con descrizione e video su Youtube

Posted by Antonio Troise
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Iron Man L’altro giorno sono andato a vedere il nuovo film tratto da un fumetto della Marvel: Iron Man. La visione è stata davvero piacevole ma lo è stato ancora di più quando mi sono accorto che, dopo tutti i titoli di coda, era stata nascosta una scena segreta del film che avrebbe avuto lo scopo di ricongiungere questo film con la saga dei Vendicatori. Infatti, gli autori hanno voluto regalare un bel cameo con Nick Fury interpretato da Samuel L. Jackson, dando la possibilità di introdurre questo nuovo personaggio e lanciando un vero e proprio plot del prossimo episodio.

Non è la prima volta che mi capita di aspettare la fine dei titoli di coda (di solito quando sono curioso di conoscere l’autore della colonna sonora) e scoprire che si nascondevano delle piccole chicche cinematografiche dedicate solo agli appassionati, visto che, di solito, sono quasi sempre solo loro rimangono in sala fino all’ultimo millimetro di pellicola.

L’incompresione dei gestori delle sale

Il problema, però, è che i gestori delle sale dei cinema, forse anche a causa dei tempi stretti tra una proiezione e l’altra, non favoriscono per nulla queste sorprese negli end credits, poiché appena iniziano a scorrere i titoli di coda, le luci vengono accese (per consentire ovviamente una corretta e sicura uscita) e iniziano ad entrare quelli delle pulizie che non hanno alcun rispetto per quei pochi temerari che ancora hanno l’ardire di aspettare la fine dei titoli di coda. A volte non ci si sente neanche a proprio agio perché si ha l’impressione che si sia d’intralcio alle pulizie. Se poi ci si mette che si rimane da soli in sala, si ha quasi l’impressione di essere nel torto, mentre, in ogni caso, il biglietto pagato prevede la visione completa del film, e quindi, anche dei titoli di coda.
Fortuna, comunque che, per chi non è solito restare in sala fino alla fine, esistono i DVD che (insieme agli Easter Eggs, ovvero ai contenuti speciali tra i menu del dvd e non segnalati tra le caratteristiche tecniche dei titoli) danno a tutti l’occasione di vedere le rare scene successive ai titoli di coda.

Il piacere dell’inattesa scoperta

X-Men 3 Queste, ovviamente, sono state le sensazioni che ho provato io, subito, però, sparite quando ho scoperto il regalo inatteso dei 30 secondi di fotogrammi dopo i titoli di coda, tanto da compensare tutte le spiacevoli sensazioni scatenatesi. E’ stato anche curioso vedere un gruppetto di ragazzi che erano rimasti con me sino alla fine, andare in giro a gridare ai quattro venti: “Te l’avevo detto io che era meglio restare sino alla fine!“.

Personalmente, tra tutti i finali nascosti, indimenticabile è stato quello del terzo e ultimo film della saga degli X-Men e che, quasi, sembrava lanciare un fantomatico X-Men 4 visto che dava una spiegazione sulla tragica fine di Xavier e apriva un nuovo filone. Praticamente nessuno dei miei amici e conoscenti lo aveva visto e sono stato una settimana a ripetere come finiva realmente il film e a passare il link di Youtube su cui era visibile!

Una piccola iniziativa

Ecco, perché, sarebbe stato bello se, da qualche parte, venissero raccolti tutti i finali segreti dei film, soprattutto di quelli in uscita nelle sale. In tal modo si avrebbe la certezza di dover restare per un valido motivo! E’ per questo che ho voluto dare il via ad una piccola iniziativa collaborativa: raccogliere i titoli di tutti quei film che a mia memoria e a memoria di internet, contengono una scena segreta dopo i titoli di coda. Ho voluto, inoltre, inserire anche la descrizione della scena mancante e, dove possibile, anche il relativo video presente su Youtube (o su altri servizi di video sharing), in modo di dare a tutti la possibilità di vedere le scene nascoste.

Ovviamente non ho l’ardire di voler raccogliere tutti i film e neanche tutte le descrizioni delle scene tagliate ma spero che, magari con il vostro aiuto, presto riesca a compilare le scene nascoste dei film più famosi. Infatti, al momento, molti film elencati perché hanno sicuramente una scena nascosta, sono senza descrizione poiché non sono riuscito a trovarla. Se poi la cosa dovesse piacere potrei anche aprire una pagina wiki su cui è possibile scrivere autonomamente.

Una nota per quanto i film commedia o i cartoni animati come quelli della Pixar: di solito durante o dopo i titoli di coda sono presenti non tanto scene nascoste o finali alternativi, bensì solo backstage che riprendono scene comiche accadute durante le riprese. Se anche, quindi, formalmente, non sono scene nascoste, ho voluto comunque inserile perché sono sempre scene che solitamente si perdono se ci si alza dalla sala appena iniziano i titoli di coda.

Attenzione: laddove ho inserito anche la descrizione della scena, queste potrebbero costituire motivi di SPOILER (soprattutto per i film ancora nelle sale cinematografiche). Per cui, se non volete rovinarvi la sorpresa, non proseguite nella lettura.
Se siete invece, come me, curiosi, vediamo di quanti film avevate visto il finale nascosto al cinema o in DVD.

Film con scene segrete dopo i titoli di coda
Titolo Film Descrizione Video
X-Men Le Origini: Wolverine Dopo i titoli di coda vi è una scena finale aggiuntiva ma sarà diversa (almeno negli USA) in base alla versione della pellicola in proiezione, costituendo dei veri e propri finali alternativi. In Italia pare che ci sia solo quella in cui Striker viene raggiunto e arrestato dai militari, mentre Wolverine sta in un bar in Giappone e “beve per ricordare”. –
Iron Man Si vede il capo dei Vendicatori (della serie Ultimate) Nick Fury, interpretato da Samuel L. Jackson, che introduce un vero e proprio plot del prossimo episodio Vedi il Video
Iron Man 2 Nella scena nascosta subito dopo i titoli di coda si vede l’agente Coulson dello S.H.I.E.L.D. in prossimità di un cratere nel deserto, dal quale spunta il martello di Thor, un altro supereroe Marvel di cui è in preparazione il film! Se ci fate caso, durante il film a un certo punto spunta lo scudo di Capitan America, che lui usa per livellare un tubo (qui altri easter eggs). Vedi il Video
X-Men 3 Conflitto finale Il Professor Charles Xavier non è morto disintegrato da Jean ma la sua psiche è riuscita ad inserirsi in un uomo che incosciente dalla nascita presentato ad inizio film. Vedi il Video
Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna La scimmietta ruba ancora un doblone d’oro –
Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma Il cane viene fatto capo dalla tribu’ d’indigeni –
Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo Keira Knightley aspetta con la figlia il ritorno di Orlando Bloom Vedi il Video
South Park il Film – –
I Simpson il Film Altre gag di Homer Simpson durante i titoli di coda, con il giovane addetto alle pulizie della sala cinematografica che si lamenta perché “quattro anni di scuola di cinema e poi questo?”. –
3ciento: Chi l’ha duro… la vince Vi sono scene comiche slegate dal contesto del film: la cosa curiosa è che nei titoli di coda appaiono i nomi degli attori che imitano i personaggi famosi (p.es Tom Cruise) che non sono mai comparsi durante il film ma che si vedono solo dopo i titoli di coda! –
Piramide di paura Si vede una carrozza che arriva a un hotel e il “cattivo” entra e si firma moriarty, il nemico giurato di sherlock holmes –
Io, me e Irene Si vede il gruppetto che cerca sul fondo del fiume il pollice mozzato a Jim Carrey, ma l’albino si accorge che se l’è mangiato un luccio –
K-Pax Si vede Jeff Bridges che scruta il cielo notturno e si aggira nel giardino, quasi sperando di contattare qualche altro “Robert Porter” –
Costantin Il ragazzino che muore nel tentativo di aiutare Constantin a salvare la ragazza, diventa un angelo –
Harry potter e la pietra filosofale – –
Lemony Snicket Non c’è un vero e proprio finale alternativo ma, durante i titoli di coda, sono presenti 10 minuti di motion graphics davvero interessanti. Vedi il Video
Il diario di Bridget Jones – –
Tutti pazzi per Mary – –
Dodgeball – –
Ogni maledetta domenica – –
Cars – –
Il destino di un cavaliere C’è una scena extra alla fine dei titoli di coda con qualche battuta dei protagonisti che scherzano tra di loro. –
Ghostbusters 1 e 2 – –
Scary Movie I, II, III – –
Cloverfield Al termine del film bisogna fare attenzione a due cose:
1) Si vede cadere qualcosa in acqua nell’ultima scena del film (video rimosso da Youtube): in questo finale si cela un indizio sulla provenienza del mostro. Si può infatti intravedere chiaramente una cosa molto strana che piomba in acqua. Lo stesso regista Matt Reeves lo ha confermato, indicando ai fan di guardare attentamente nell’acqua alla fine del film. Quello che bisogna capire, ora, è se si tratta di qualcosa che in acqua ci finisce o che già c’è: nel primo caso, vorrebbe dire che il mostro è un alieno.
Ma Reeves ha spiegato che il mostro, nel film, è un gigantesco bambino: più probabilmente, quindi, in quella scena il mostro è molto più piccolo e sta sguazzando nell’acqua, magari sta giocando nel porto: un mese più tardi ricomparirà a New York, estremamente cresciuto, spaventato e in cerca della sua mamma.
2) Al termine dei titoli di coda se sede una voce affermare “It’s still alive” (E’ ancora vivo), il che darebbe l’idea di un probabile, e quasi sicuramente certo, sequel in cui, magari, si vedono gli effetti del piano “Tabula Rasa”, la morte o l’arrivo del mostro.
Vedi il Video
Tag:cinema, dvd, easter eggs, end credits, Film, scene nascoste, titoli di coda
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Mar 19 2008

Il Marketing Multichannel: come coinvolgere gli spettatori dalla Tv al Web

Posted by Antonio Troise
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Il marketing multichannel (pubblicità su più media) è un fenomeno consolidato da anni negli Stati Uniti ma negli ultimi mesi sta prendendo piede anche in Europa ed in particolare nel nostro Paese, dove le filiali europee stanno prendendo spunto dall’esperienza oltreoceano della casa madre. Ma cosa è il marketing multichannel? Avete presente gli ultimi spot televisivi della Coca-Cola, di Intimissimi o della Beck’s? Ebbene, se vi ricordate, queste campagne pubblicitarie sono molto particolari poiché, al termine del filmato, invitano lo spettatore a proseguire l’esperienza sul web.

Il caso Coca Cola

Coca Cola, recentemente, ha mandato in onda, su tutti i network televisivi, Happyness Factory, un breve trailer di animazione 3D che rimanda alla visione, in versione completa e ovviamente gratuita, di un cortometraggio animato sul sito aziendale, disponibile in nei formati hd, ipod, mobile e psp. Qui sotto trovate il video dello spot televisivo del microfilm:

Lo spot, oltre che in televisione, è stato anche proiettato al cinema, sponsorizzato sui giornali e, addirittura, e diffuso anche su Second Life. La versione digitale di Avril Lavigne è stata protagonista della premier del film e gli utenti hanno potuto così assistere con lei alla prima di Happyness Factory. Esiste anche una pagina di Mymovies, con tanto di template dedicato, sul microfilm in questione. Il cortometraggio è recensito come qualsiasi altro film in uscita al cinema.

Il caso Intimissimi

Analogamente si è comportata Intimissimi che, rivolgendosi alle giovani, ha lanciato uno spot trailer con protagonista Monica Bellucci, sia in televisione che al cinema e che rimanda alla visione integrale del cortometraggio “Heart tango” di quattro minuti su Internet. Qui sotto potete vedere il video dello spot:

Il Caso Beck’s

La Beck’s, invece, ha reso più partecipi gli spettatori e ha voluto sfruttare il fenomeno della user generated content propria della blogosfera e, più in generale, del Web 2.0 di Youtube e simili, permettendo a chiunque di esprimere la propria creatività. In pratica ha invitato i giovani ad inventare e a girare il finale dello spot “Aereo” della Beck’s, visibile in TV e sul sito Becks.com.
Lo spot, infatti, termina con una “finale aperto” che vede il protagonista alle prese con una difficile scelta: aprire la porta argento (del lusso) e concedersi un viaggio extra comfort o aprire la porta rossa (della passione) e provare a conquistare una splendida donna? Il vincitore, rispettando pienamente tutti i parametri previsti di originalità, sintesi e caratteristiche tecniche, aveva scelto di aprire la porta Lusso, realizzando un video 100% home-made, dal titolo “Insieme in prima classe”. Il finale è stato, ovviamente, visibile in coda allo spot Beck’s.

Cosa è il Marketing Multichannel?

Dopo questi esempi è forse divenuto chiaro che lo scopo di questo nuovo genere di marketing è molteplice: se inizialmente si può pensare che è altro non è che un modo per far visitare un sito web che altrimenti rimarrebbe sconosciuto e inesplorato (con la visione dei filmati, i contatti decuplicano in poco tempo e il tempo di permanenza e navigazione sul sito si aumenta notevolmente e, di conseguenza, anche sul catalogo prodotti), in realtà, alla base di questa nuova concezione di pubblicità, detta in gergo campagna web-driven, ovvero che accompagnano lo spettatore della piattaforma televisiva verso quella online, vi è anche una nuova concezione di pubblicità integrata tv-web. Infatti, indirizzando il pubblico verso uno spazio web che fornisce l’opportunità di informare in maniera più completa il consumatore, in realtà è anche un modo per conoscere meglio i gusti e le caratteristiche del consumatore, per capire il proprio interlocutore e profilarlo e schedarlo di conseguenza.

Nelle strategie del marketing, quindi, non basta più coinvolgere lo spettatore nella comunicazione commerciale, ma ora si è interessati a creare un feedback con l’utente, stabilendo una interazione che rende molto più labile il confine tra pubblicità e ricerca di mercato.

Gli albori del Marketing Multichannel

In realtà, però, da sempre il marketing utilizza una pluralità di mezzi per veicolare le comunicazioni pubblicitarie: dai depliant, alle brochure, agli spazi sui periodici, fino alla radio e la televisione. Ma allora se il marketing è sempre stato, per sua natura multichannel , perché, dunque, scomodare un concetto dato per scontato da qualsiasi marketer?
Il motivo è presto spiegato: è solo grazie ad Internet che è oggi possibile rendere le esperienze di comunicazione omogenee, in grado cioè di dare al cliente quelle sensazioni e quelle esperienze che in passato i diversi mezzi (stampa, televisione, ecc) potevano dare solo separatamente. Ne è un esempio lampante il marketing della Kinder, che ebbe l’idea di far trovare la sorpresa dell’ovetto sia in termini fisici, sia su Internet, dove usando un piccolo codice trovato col giocattolo si può accedere ad un video-game a sorpresa.

Il declino dei media tradizionali

Molto probabilmente, però, il marketing multichannel è la diretta conseguenza della perdita di efficacia del canale televisivo che risulta sempre più inadeguato, tanto che le più grandi aziende stanno perdendo fiducia nell’influenza degli spot tv. Ecco, quindi, spiegato il perché di questa rinascita sul web: il marketing sta cambiando adeguandosi ai rapidi mutamenti della società e se, fino a poco tempo fa, il web, era patria di un marketing non convenzionale (come i viral marketing dei video diffusi sulla piattaforma Youtube) ora lo è anche di quello più convenzionale.
Ad avallare questa teoria vi è l’indagine Upa che ci conferma che gli investimenti pubblicitari online sono cresciuti nel 2007 del 35% mentre i mezzi di comunicazione tradizionali si trovano in una fase di stagnazione.

Il marketing fatto a misura dei più giovani

Ovviamente non bisogna scordarsi che il web, proprio per la sua natura selettiva, può parlare solo ad una piccola parte del proprio pubblico che deve essere perfettamente a suo agio nella rete ma che deve essere anche in grado di utilizzare di frequente canali tradizionali anche solo per acquisire informazioni: è questo l’identikit dei giovani di oggi! Ed ecco quindi che l’esigenza di approdare anche sul web è sentita molto da aziende che hanno un target di riferimento giovanile in grado di rispondere celermente agli stimoli e che non si pone in maniera passiva davanti al mezzo televisivo. In effetti, sono proprio i giovani il target di riferimento del marketing multichannel poiché hanno una capacità di interazione molto più grande e sono in grado di stabilire un dialogo biunivoco (e non più one way).

Spot multichannel ma anche virale

Quindi, casi come Happyness Factory della Coca Cola, sono classici esempi di come uno spot, che punta su più giovani, riesca ad essere multichannel e, al contempo, anche virale, poiché è in grado di dar vita ad un naturale passaparola (tipico anche della blogosfera) da parte di chi ha apprezzato il cortometraggio.
In effetti, a ben pensarci, il fatto che i blog possano parlare di questo spot, o per elogiarne la realizzazione tecnica o, semplicemente, per descrivere semplicemente un nuovo fenomeno di marketing, credo che rientri sempre negli obiettivi della campagna pubblicitaria!

Tag:3d, blog-power, cinema, Film, Internet, marketing, pubblicita, spot, trailer, tv, Video, web, youtube
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Mar 10 2008

Finale alternativo di Io sono Leggenda: come il Web è in grado di influenzare il cinema cambiando le regole classiche del marketing

Posted by Antonio Troise
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Se fino a qualche anno fa, per vedere un finale alternativo di un film, era necessario aspettare qualche anno o, in qualche caso, almeno l’uscita in DVD, ora grazie alla velocità del web è stato necessario aspettare solo qualche mese dall’uscita del film nelle sale.
Ricordate Blade Runner, il capolavoro di Ridley Scott? Ebbene per avere il Director’s Cut con il famoso monologo finale che, aggiunto alla voce narrante di tutto il film, stravolgeva l’idea del regista (e cioè che anche il cacciatore di replicanti Deckard è a sua volta un replicante), ci sono voluti ben 10 anni!

Questa volta, però, la Rete ha accelerato i tempi visto che, per il blockbuster “Io sono leggenda“, da qualche giorno è stato pubblicato il finale originale girato dal regista Francis Lawrence, alimentando le discussioni dei fan, perché è stato sostituito (forse per volere dei produttori) da uno più spettacolare, ma forse più banale.

Nel finale alternativo di “Io sono leggenda” (che probabilmente potrà essere ammirato nel Dvd di imminente uscita negli Usa e in Italia), viene recuperato, almeno parzialmente, lo spirito originale del romanzo di Richard Matheson da cui è tratto il film. Se non avete visto i film o letto il libro, forse è meglio che non continuate a leggere, per tutti gli altri, basta ricordare che nel finale classico il punto di vista del lettore/spettatore viene ribaltato negli ultimi minuti quando si capisce chiaramente che è lo scienziato Robert Neville il diverso, l’estraneo, l’essere a suo modo leggendario. Nel finale alternativo (che non vi svelerò ma vi consiglio di guardare) invece l’argomento viene maggiormente approfondito, e il finale è anche qui un vero classico per il cinema degli eroi che si sacrificano (un po’ alla Armageddon), tanto da scatenare i fan che avrebbero preferito vedere al cinema la sequenza scartata e ora celebrata sul web.


I am Leged Alternate Ending
by fantascius

UPDATE: Qui è possibile guardare il video di 7 minuti del finale alternativo sottotitolato in italiano.

Che dire, finalmente il cinema sta apprezzando le doti di Internet: è bastato pubblicare il video del finale alternativo per scatenare un passaparola (in inglese WOM, “word of mouth) che sicuramente gli avrà portato non poca pubblicità; insomma finalmente qualcuno ha avuto l’ardire di ribaltare i canoni di marketing che dettano legge sul mercato dei DVD: è noto, infatti, che normalmente un film con finale alternativo viene venduto ad un prezzo superiore (a causa degli eccezionali extra) oppure ne viene creata una versione speciale a parte chiamata appunto Director’s Cut. I casi di Director’s Cut sono tanti, dal Signore degli Anelli, un must del genere (che, di contro, ha aumentato notevolmente il tempo di visione del film) al più leggero King Arthur (che offriva esclusivamente delle scene più cruente durante i combattimenti).

Il fatto è che non a tutti piacciono i Director’s Cut ed è bello sapere che è possibile visionarli, del tutto legalmente si intende, ancora prima dell’uscita del DVD. Certo, molti produttori sicuramente avranno paura di adottare questa tecnica: se non possono vendere l’esclusiva del Director’s Cut originale, le vendite dei DVD si potranno abbassare? Io mi auspico di no, anche se il vero avversario dei film DVD è la pirateria e non la pubblicazione di finali alternativi sul web.

Un nuovo concetto di fare cinema con il web: Heroes Origins e AfterWorld

Credo, infatti, che il business del cinema, grazie all’era del web 2.0, sta evolvendo verso il cliente, coinvolgendolo maggiormente, rendendolo parte attiva del processo di produzione. Interessante, a tal proposito, lo spin-off “Heroes: Origins“: una nuova serie di 6 episodi autoconclusivi su nuovi Eroi (e che spiegheranno molte cose lasciate in sospeso nella prima stagione) dove i fan potranno votare (anche sul web) i loro preferiti, che compariranno nella serie principale. Peccato che lo sciopero degli sceneggiatori ha annullato, almeno temporaneamente, il progetto, ma l’idea era davvero buona.

Una altra serie che deve molto al web è AfterWorld: composta da 130 episodi di circa 3 minuti l’uno, la serie ha debuttato negli Stati Uniti su YouTube e sul sito web Bud.tv nel febbraio 2007, per essere poi “rilanciata” su MySpace e sul canale cavo Sci-Fi Channel dall’agosto dello scorso anno. La serie combina un’ambientazione futuristica modellata un po’ sul cinema western, ed è realizzata in animazione “2,5-D”, tecnica utilizzata abitualmente per i videogame che dà effetti visivi a metà tra il 2-D ed il 3-D. Su Youtube, potete vedere il primio episodio: The Big Day.

Insomma, il Web è cambiato e con sè sta portando dietro molte cose che ci circondano e il cinema è solo una delle ultime che sta imparando a saper sfruttare questo nuovo media.

Tag:blade runner, cinema, Film, heroes, Internet, passaparola, Video, wom, youtube
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