L’altro giorno, un conoscente mi stava raccontando le sue ultime vicessitudini durante la recente installazione di Windows Vista Ultimate sul proprio PC Desktop casalingo. Premetto che lui è un appassionato di tecnologia, si diverte a provare software e a fare tuning su Windows; attualmente fa anche parte di uno dei tanti Gruppi di Beta Testing di Microsoft (che gli ha anche portato un piccolo sconto sull’aquisto di Windows Vista). Purtroppo questa sua passione lo ha anche portato a perdere, più volte, dati importanti per il suo lavoro che risiedevano sul suo computer.
Ebbene, lui mi narrava che nonostante Vista gli desse quella sensazione di stabilità propria di Windows 2000 (e che, a parer suo, Windows XP non è mai riuscito a dargli), il nuovo sistema operativo gli ha “bruciato” ben 2 chiavette USB. Non so se questo è un bug conosciuto, ma pare che dopo aver inserito due chiavette USB (di cui una era anche “Vista Ready”), queste hanno smesso di funzionare sia su Vista che su altri PC con installato XP/2000.
Un altro tedioso problema che incontrò, fu la mancanza totale dei driver per le periferiche, tanto da costringerlo ad usare una vecchia stampante in bianco e nero, poiché la sua bella stampante HP a colori non veniva riconosciuta e quindi non la installava, per il ben noto criterio di protezione che “se non lo conosci, evitalo!” (peccato che questo metodo funziona bene per chi non vuole imparare; sarebbe come dire che se non vuoi che il tuo PC si rompa è bene che tu lo tenga sempre spento!).
Infine, cosa che lo adirava non poco, non era ancora riuscito ad installare l’ultima versione, regolarmente acquistata, di ACD See (per la gestione delle immagini) che, a suo dire, non era ancora Vista Ready (peccato non conoscesse Picasa!). Insomma, il mondo che si era costruito con tanta fatica con XP, con le sue belle applicazioncine, era completamente svanito pochi minuti dopo l’installazione di Windows Vista. Perdippiù, ad amareggiarlo, ci si era messo anche la questione del prezzo: aver speso quasi 500€ (con lo sconto per i beta tester) per la versione Ultimate per poi ritrovarsi un sistema operativo parziale, lo aveva amareggiato non poco.
Ho, allora, avuto la tentazione di suggerirgli di passare ad un MAC poiché lì avrebbe sicuramente trovato tutto quello di cui avesse avuto bisogno senza problemi di compatibilità.
Ma poi ho pensato al fatto che lui aveva passato gli ultimi 10 anni a lavorare su Windows, diventando anche un beta tester Microsoft: fargli cambiare idea sarebbe stato veramente difficile.
Infatti, secondo la mia personalissima interpretazione psicologica, forse continuava ad usare Windows perché in lui vi era la necessità di risolvere i problemi, divertendosi a fare il tuning del sistema per farlo girare meglio, creando la migliore configurazione possibile per il suo PC, per poi, quando finalmente non vi era più nulla da modificare, ricominciare nuovamente daccapo con l’installazione di un nuovo Service Pack (ricordate il Service Pack 2 di XP?) o di un nuovo Windows Vista!
Ho così pensato che, forse, lavorare su un MAC che è stabile, performante e completo sarebbe stato maggiormente frustrante che non installare e disinstallare Vista anche 10 volte al giorno!
Forse il non sapere se il proprio pc ripartirà il giorno dopo o se, durante una navigazione su internet, ci si beccherà l’ultimo worm o virus in circolazione, avrebbe dato una sferzata di adrenalina alla sua vita.
Forse, lavorare su Windows e risolvere quotidianamente i problemi derivanti, installare le patch Microsoft (lui lo faceva fino a 2 volte al giorno!) o aggiornare l’ultimo antivirus in una quotidiana guerra contro i virus, lo faceva sentire da utonto quale era stato, un vero Deus ex machina, un guru del computer e dell’informatica, capace di risolvere gli arcani misteri di Windows.
Passare a MAC ed avere la sicurezza di non perdere il proprio lavoro sarebbe stato come ammettere di aver buttato anni e anni di vita davanti ad un sistema operativo che forse non se lo meritava poi tanto.
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