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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Giu 30 2018

MacUpdater: controllare in automatico che tutte le app siano aggiornate sul proprio Mac

Posted by Antonio Troise
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Introduzione

Nonostante nel 2011, con Mac OS X Snow Leopard, Apple introdusse il Mac App Store con lo scopo di centralizzare l’installazione e l’aggiornamento di tutte le app in una unica piattaforma, ancora oggi molte app, per via delle restringenti politiche di Apple e delle alte commissioni, non vi riescono a trovare posto. Quindi se lo scopo iniziale di Apple era degno di elogi, ad oggi purtroppo non risulta altro che l’ennesima piattaforma da controllare dato che molte app che richiedono privilegi particolari di sistema debbono essere installate manualmente dal sito del relativo produttore. Ed ecco che, con tutti questi store, una app come MacUpdater riesce a trovare ragione di esistere per mettere ordine in questo caos.

Funzionamento

MacUpdater è una utility che fa della sua semplicità e univocità il suo cavallo di battaglia. In poche decine di secondi, analizza tutte le app installate sul disco del Mac ed identifica l’eventuale presenza di aggiornamenti, senza la necessità di dover verificare manualmente sui vari siti dei produttori o senza dover per forza aprirle tutte in cerca di notifiche di update. Ovviamente oltre a scansionare le applicazioni di terze parti, il controllo è effettuato anche per le app scaricate dal Mac App Store (anche se qui Apple svolge un buon lavoro e ci ci avverte sempre tempestivamente). Vi potrà sembrare una banalità ma io dopo averlo installato la prima volta ho trovato oltre 60 app da aggiornare.

La prova

Il database di MacUpdater è sempre ben fornito e aggiornato con migliaia di applicazioni. Al primo avvio scansione tutte le app suggerendoci quelle da aggiornare:

Quando ci segnala le app da aggiornare possiamo trovare tre stati diversi.

  1. Update App: MacUpdater si occupa direttamente di scaricare e installare l’aggiornamento.

    Cosa molto comoda per app come Calibre che si aggiorna settimanalmente e ogni volta richiede il download del file di immagine .DMG e la relativa installazione manuale della app.

  2. Manuale Update: in questo caso per MacUpdater è impossibile eseguire l’aggiornamento automatico e quindi richiede di aprire l’app per effettuare l’aggiornamento (possibile grazie a framework come Sparkle o Homebrew) oppure di inserirla nella wishlist nella speranza che in futuro si riesca a prevedere un aggiornamento automatico.

  3. Open AppStore: infine tutte le app scaricate dal Mac App Store avranno questo pulsante. In pratica non farà altro che aprire lo store Apple sulla pagina della relativa app per effettuare il relativo aggiornamento.

Nella pagina della FAQ trovate molti dettagli tecnici come la tipologia di backup effettuato, come funziona l’aggiornamento delle release e la roadmap delle future versioni (che si preannuncia molto interessante).
Mentre per chi è molto attento alla propria sicurezza, in questo periodo in cui non si parla di altro che di GDPR, nella pagina della Privacy è possibile leggere cosa viene condiviso con il sito (che comunque garantisce che non colleziona alcun dato personale e non traccia alcun utente).

Conclusioni

MacUpdater è app che merita di essere almeno provata (sul sito è possibile scaricare una versione di prova con un limite di 10 app da aggiornare) per avere le proprie applicazioni sempre aggiornate con il minimo sforzo. Durante le mie prove ho notato qualche piccola imprecisione dovuta soprattuto alle app gestite dal Mac App Store che cambiano nome (in modo da riproporre un nuovo pagamento, uno dei problemi appunto dello store Apple), cosa che può essere prontamente segnalata via email ai gestori di MacUpdater. Nel mio caso veniva segnalato l’aggiornamento di Memory Clean 2 mentre era quello di Memory Clean 3 ma i gestori hanno tenuto comunque a precisare che era questa la feature che ci si aspettava dal programma: avvisare che c’era una nuova release di Memory Clean.
Oppure, nel caso se si voglia rimanere con la vecchia release di un app, magari per problemi di compatibilità o perchè la nuova è a pagamento (come nel caso di GarageBand 6.0.5 e il nuovissimo GarageBand 10.3.1 che Apple fa comunque convivere insieme), la si può inserire in una lista di esclusione sia del singolo aggiornamento che della app stessa.

Queste app escluse è possibile trovarle tutte nella sezione Impostazioni e nel caso di ripensamenti è possibile reinserirle nuovamente nella scansione:

In ogni caso dalle Impostazioni della app è possibile trovare molte personalizzazioni della app, come la directory dove trovare le app installate (di default usa /Applications/ ma potrei aver installato altre app in altri percorsi), se far partire MacUpdater al login, la frequenza di aggiornamento del controllo delle app, e se tenere i backup delle app aggiornate in maniera automatica.

Dove trovarla

MacUpdater

MacUpdater per Mac OS X (richiede almeno macOS 10.11 El Capitan o superiore) è disponibile per l’acquisto direttamente sul sito dello sviluppatore a questo link, al prezzo di 9.99€.

Tag:app, mac app store, mac os, recensione
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Apr 16 2018

Plotagon: come produrre il proprio film animato in 3D

Posted by Antonio Troise
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Oggi produrre animazioni video in 3D per un concept di un film di cui magari si ha da tempo la sceneggiatura in un cassetto o anche semplicemente per divertirsi, è finalmente alla portata di tutti. Infatti per partire è sufficiente avere una buona idea trasposta in una buona sceneggiatura e un solo software gratuito per creare storie animate con effetti 3D: Plotagon.
Sviluppato da una startup svedese di sole 24 persone composte da disegnatori, animatori, programmatori, designer e un musicista con formazione classica, è disponibile sia per PC che per Mac e per iOS (iPhone e iPad).

Descrizione

Nonostante l’aspetto finale dei video non sia fotorealistico bensì un po’ cartoonesco (ricorda molto le animazioni del videogioco di The Sims) il grande e innegabile vantaggio è quello di poter scrivere direttamente le sceneggiature nel software che saranno interpretate dal programma come righe di codice di un vero e proprio linguaggio di programmazione a portata di clic del mouse.

Ma quello che invece mi ha convinto a scrivere questa recensione è stata la recente possibilità di far parlare i protagonisti con la voce sintetica in Italiano di Acapela Group. Infatti, uno dei grandi limiti di questo programma è che per anni le voci erano solo localizzate in inglese e, per i non amanti della lingua di albione, poteva costituire un problema, a meno che non ci si prodigava nell’arte del doppiaggio. Ora, anche se l’interfaccia risulta essere ancora completamente in inglese, è possibile disporre di una enorme varietà di voci sintetiche dall’inglese, all’italiano, al francese, tedesco, svedese, norvegese, australiano e messicano.

Proviamo a realizzare un filmato

Per mettere in mostra le potenzialità di Plotagon di creare filmati anche in lingua italiana vi mostrerò i passi principali per creare un proprio personaggio e quindi la propria sceneggiatura.

Una volta aperta la schermata principale basterà cliccare sul tasto in alto al centro a forma di ripresa e quindi nella sezione Characters premere il bottone “Create new character”

In questa schermata possiamo scegliere il sesso del personaggio (cliccando sopra alla nostra scelta verranno cambiate casualmente le caratteristiche del personaggio), mentre cliccando sul tasto “Random” verrà creato un personaggio in modo del tutto casuale sia per quanto riguarda le se caratteristiche fisiche (forma del viso, acconciature e colore dei capelli, colore occhi) che di abbigliamento, ma ovviamente il tutto si potrà anche scegliere puntualmente. Infine, prima di assegnare un nome al personaggio, è possibile scegliere la lingua che parlerà e la relativa intonazione (più o meno grave o acuta). In questo caso ho scelto la voce maschile italiana “Vittorio” ma se avessi scelto un personaggio femminile mi avrebbe mostrato anche la voce italiana “Chiara”.

Ora che abbiamo creato il nostro personaggio (ma possiamo crearne anche più di uno ovviamente) è possibile iniziare col “Plot“:

In questa schermata la nostra trama dovrà dipanarsi in una vera e propria sceneggiatura che altro non farà che programmare, letteralmente, i nostri personaggi.

Quindi, la prima cosa da fare è scegliere l’ambientazione “Scene” che farà da sfondo alla nostra storia. Se ne potrà scegliere una tra le decine gratis e a pagamento disponibili nello Store integrato in Plotagon.

Quindi verrà scritta la base della sceneggiatura che si dovrà completare scegliendo i vari personaggi e la relativa posizione del corpo dei personaggi nello spazio.

Quindi si potrà passare alla fase del dialogo scegliendo il personaggio, la frase che dovrà dire e il modo in cui dovrà esprimersi (per esempio: Accusing, Afraid, Angry, Cryng… Happy… Mind Blown… Sad… Whispering… Zombie) con la voce e con linguaggio del corpo come gesti, postura ed espressioni facciali.

Cliccando sul microfono è possibile registrare la propria voce in modo da rendere ancora più realistica l’interpretazione

mentre se si clicca sulla cinepresa

sarà possibile anche scegliere il tipo di ripresa della scena come Primo Piano, Campo Lungo etc.

Oltre a poter inserire nel filmato del testo descrittivo, dei suoni e delle musiche, la cosa più interessante di Plotagon sono, invece, le “Action“, ovvero la possibilità di far muovere e interagire i personaggi tra di loro

con azioni tipo carezza, bacio, stretta di mano, schiaffo, etc che saranno interpretate dal programma come righe di codice per cui, scegliendo ad esempio l’azione “Josè abbraccia Sara”, i due personaggi 3D verranno collegati tramite un movimento pre-sceneggiato. Attenzione perchè il programma è abbastanza intelligente da capire se i due personaggi sono nelle vicinanze spaziali per cui una azione non potrebbe avere senso. Quindi l’azione “Josè abbraccia Sara” non potrà essere renderizzata in quanto i due protagonisti sono troppo lontani tra di loro:

Una volta scritta la propria sceneggiatura più o meno complessa, sarà possibile renderizzare il filmato e, oltre a salvarlo in locale (con o senza sottotitoli integrati), sarà possibile anche caricarlo automaticamente su Youtube

Qualche esempio di video pubblicato potrete trovarlo qui.

Dove trovarla

Plotagon, nella sua versione essenziale Plotagon Story, è un app gratuita disponibile per Mac OS, Windows, iOS e Android. Se l’app è gratuita, sullo Store è però possibile acquistare pacchetti aggiuntivi di personaggi già caratterizzati, abbigliamento, scene oltre alle voci sintetiche italiane e di altri paesi.

Tag:3d, app, Film, mac os, recensione, Windows
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Apr 16 2018

iRingg – Creare suonerie per iPhone da Mac OS e Windows

Posted by Antonio Troise
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Da sempre il tema delle suonerie è sempre stato un tallone d’Achille per il mondo iOS. Sarà che forse lo scopo era vendere le suonerie da iTunes, ma il risultato era che creare delle suonerie per iPhone è sempre stato piuttosto complesso e articolato e con molte limitazioni (come il formato e la durata massima di 40 secondi), a differenza del mondo Android che permette le suonerie mp3 di durata anche di diversi minuti. A venire incontro agli utenti iPhone, negli anni sono venuti fuori diversi tutorial su come creare ringtone da iTunes o da GarageBand, ma quello che oggi vi vado a presentare è la soluzione definitiva per tutti gli utenti iPhone.

Caratteristiche

iRingg è una applicazione per Mac OS e Windows che permette di creare suonerie in maniera molto semplice perché oltre a poter creare una suoneria da un file mp3 che risiede sul nostro pc, è possibile cercare un brano direttamente da Youtube e Soundcloud (e implicitamente anche nella nostra personale librerie iTunes):

Dopo aver sentito l’anteprima del brano, il download del brano selezionato avviene in maniera del tutto automatica e trasparente

e da questo partire per creare la nostra personale suoneria, cercando il migliore inizio e riducendolo ai canonici 40 secondi per i ringtones dei dispositivi Apple

Dopodiché è possibile equalizzare il brano nei vari punti cercando, magari, di enfatizzare il suono di alcune parti del brano.

Una delle cose più originali di questa app è che permette di customizzare il brano inserendo, oltre alla registrazione della propria voce, anche le cosiddette SndMoji, degli effetti sonori da usare soprattutto in combinazione con la propria voce registrata come introduzione.

Infine è possibile esportare la suoneria appena creata o come file mp3 da salvare sul pc o, cosa molto utile da quando è stato rilasciato iTunes 12.7 che non permette di gestire comodamente le suonerie, di copiare direttamente su iPhone la suoneria appena creata.

Se la ricerca su Youtube e Soundcloud non vi soddisfa perché magari non sapete quale brano sia più adatto a voi, allora potete sempre mettere alla prova una tecnologia brevettata 6Sense, un vero e proprio algoritmo di machine learning che di volta in volta vi suggerirà, in base ai vostri gusti musicali (che determinerà scansionando la vostra libreria locale di iTunes), nuove tracce da convertire in ringtones. Così ogni qualvolta aprirete la app troverete 4 nuovi suggerimenti che si plasmeranno ai vostri gusti musicali.

Conclusione

Personalmente iRingg è risultato essere il software finale e definitivo per la creazione di suonerie personalizzate in quanto si avvale di un processo pulito e trasparente che rende questa fase, spesso noiosa, un vero divertimento, sia nella fase di ricerca del brano (con un intero database di Youtube e col fatto che il download del brano avviene in automatico) sia nella fase di editing.

Dove trovarla

iRingg è disponibile sul sito del produttore sia per sistemi operativi Mac OS che per Windows al prezzo di 20,95€.

Tag:app, mac os, recensione, ringtones
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Dic 7 2017

Scrivener 3: una sofisticata app di videoscrittura per chi ama scrivere per Mac OS e iOS

Posted by Antonio Troise
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Descrizione

Tra le tante app di scrittura per Mac OS e iOS che ho recensito, Scrivener è la prima dedicata esclusivamente a chi fa dello scrivere un lavoro, una passione e una ragione di esistere, ponendo, quindi, una particolare attenzioni a romanzieri, poeti, sceneggiatori, saggisti e giornalisti o comunque a chiunque debba scrivere lunghi testi. Rispetto a quasi tutti gli editor di testo esistenti moderni, che pongono l’accento sul minimalismo estremo (eliminando qualsiasi forma di distrazione e focalizzandosi soltanto sul testo), Scrivener si pone un obiettivo nettamente diverso, mettendo a disposizione dell’utente una suite ricca di strumenti e un’interfaccia che faciliti il lavoro dello scrittore.

Caratteristiche

Scrivener, ideato da Keith Blount nel 2007 e giunto alla versione 3 nella sua versione per Mac OS (ora riscritta per 64 bit e supporta anche i MacBook Pro con TouchBar), ha un approccio completamente diverso, seguendo più uno schema logico a blocchi funzionali abbandonando il classico approccio lineare e dando la possibilità di intervenire sia sul singolo pezzo di scrittura che sulla struttura complessiva del lavoro.
Per chi viene dal mondo della programmazione, è come se si creassero diverse funzioni separate e poi in un unico main si riunisse il tutto compilando il codice nel formato voluto (Pdf, ePub 3, Docx e mob Kindle) e nella forma voluta (vi sono modelli per romanzi, saggi scientifici, poemi, raccolta ricette, sceneggiature, storie brevi, script comici, paper di ricerca, tesi, etc) con risultati di livello professionale sia per l’impaginazione che per la leggibilità.

Quindi, se siamo in vena di scrivere una sceneggiatura, ad esempio, Scrivener ci mette a disposizione un modello ad hoc pensato appositamente per agevolare il nostro lavoro, come la divisione dei documenti e dei testi sulla base di personaggi, ambienti e dialoghi.

Ovviamente i modelli sono tutti personalizzabili, creandone uno nuovo o modificandone uno già esistente.

Se è vero che i puristi della scrittura sanno benissimo che per scrivere, per esempio, un romanzo è più che sufficiente carta e penna, è anche vero che se si avvale del meglio che la tecnologia ci può offrire, come un computer e una applicazione atta allo scopo, il lavoro dello scrittore potrebbe essere ancora più efficiente e veloce. E’ per questo che la capacità di Scrivener di organizzare all’interno di ogni singolo progetto tutti i materiali necessari al lavoro (appunti, foto, suoni, pdf o pagine web) e link interni per collegare tra loro le diverse parti, è quantomeno vincente.

Ovviamente dispone del classico e insostituibile contatore di parole con un indicatore che si colorerà di rosso man mano che ci si avvicina al limite impostato. Nonostante non punti al minimalismo, non per questo, però, viene a mancare la funzione full-screen che permette di eliminare tutte le distrazioni sullo schermo per consentire di concentrarsi solo sul proprio testo (lo sfondo diventa nero e il testo scorre sullo schermo, tipo macchina per scrivere).

Ho trovato interessante, inoltre, la funzione “Istantanee” sotto il menu Documenti che permette di salvare diverse versioni di uno stesso documento o parte di esso, in modo da avere un backup e ritornare rapidamente sui propri passi in caso di ripensamento.

Molto utile la presenza di un tutorial interattivo (in lingua inglese) e dei filmati che possono far prendere confidenza con ogni opzione dell’app in maniera più rapida.

Tutorial Video

Se volete capire meglio le potenzialità di Scrivener, vi invito a visionare questo interessante tutorial in italiano, che con un esempio di progetto, vi permetterò di capire anche le meccaniche più complesse. Non è relativo alla versione 3 ma le meccaniche di base sono le stesse.

Inoltre, potrete anche iscrivervi al canale video di Literature and Latte su Youtube dove troverete decine di mini tutorial sempre aggiornati, purtroppo solo in lingua inglese ma comunque comprensibilissimi.

Scrivener per iOS

Se la versione per Mac OS è la regina incontrastata del desktop, quella per iOS io la vedo come un suo immancabile complemento soprattutto nella sua versione per iPad Pro. E’ infatti solo disponendo di uno schermo dalle dimensioni generose e di una tastiera comoda e possibilmente fisica, che si può prendere in considerazione questa app per scrivere le proprie opere.

D’altra parte, grazie anche alla possibilità di sincronizzare i documenti tra dispositivi diversi grazie a Dropbox (al momento in cui scrivo non supporta iCloud in quanto l’app per Mac non era ancora venduta su Mac App Store), anche la versione per iPhone, nonostante lo schermo ridotto, può avere una ragione d’essere per piccole modifiche del testo in portabilità.

Conclusioni

Sono rimasto davvero piacevolmente colpito dalla profondità di questa app e sicuramente la consiglio a quanti hanno intenzioni di cimentarsi nell’avventura della scrittura in un modo un po’ più professionale.

Dove trovarla

Scrivener

Scrivener 3 per Mac OS X è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 49,99€.

 

Scrivener

 

Scrivener per iOS è compatibile per iPhone e iPad ed è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 21,99€.

Tag:app, ios, mac os, recensione
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Ott 27 2016

Magnet: il windows manager evoluto per Mac OS X

Posted by Antonio Troise
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Una delle funzionalità che ho sempre apprezzato a partire da Windows 7, è quella di Windows Snapping, ovvero spostando una finestra su un lato ed un’altra sull’altro lato dello schermo, queste si affiancano automaticamente. Con Windows 10, questa funzionalità è stata migliorata riuscendo a disporre 4 finestra ai 4 angoli dello schermo, in una griglia virtuale 4×4. Questa opzione è molto utile quando si deve lavorare contemporaneamente con più finestre.
Nonostante macOS Sierra abbia aggiunto una sorta di snap per le finestre, questo meccanismo è abbastanza limitato perché consente solamente di allinearle “magneticamente” avvicinando una finestra del Finder all’altra.

Quindi, se abbiamo bisogno di questa funzionalità o se vogliamo qualcosa di più avanzato rispetto al classico “Split View” introdotto con OS X 10.11 El Capitan, allora non posso fare altro che suggerirvi una semplice utility di soli 0,7MB e completamente localizzata in italiano, che in questi giorni è in offerta a 0,99€ sul Mac App Store: Magnet (con uno sconto dell’80%).

Installazione

Una volta scaricata l’app dal Mac App Store, al primo avvio vi verrà richiesto il permesso per la gestione delle finestre.

magnet_1

Per fare ciò è sufficiente andare in “Preferenze di Sistema”, selezionare la voce “Sicurezza e Privacy”, fare click sulla sezione “Privacy”, selezionare nella colonna a sinistra “Accessibilità”, fare click sul lucchetto per abilitare le modifiche, indicare la password dell’utente amministratore e spuntare dall’elenco la voce “Magnet”.

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A questo punto l’app è pronta. Per lasciare sempre attiva l’app è possibile selezionare, dalla finestra che si presenta, l’opzione per l’avvio automatico al login.

magnet_4

Una piccola icona nera nella barra dei menu è in esecuzione.

Caratteristiche

Oltre alla già suddetta funzione di Windows Snapping, Magnet offre la possibilità di abilitare le scorciatoie di tastiera per allineare “al volo” la finestra di qualsiasi applicazione,

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mentre dal menu principale, raggiungibile dalla barra dei menu, è possibile specificare eventuali app per le quali ignorare gli allineamenti delle finestre.

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Quindi Magnet permette di avere tutte le finestre disposte in modo corretto in modo da facilitare la copia di un contenuto da un’app all’altra, il confronto dei file fianco a fianco e il multitasking in generale.
Con un solo trascinamento verso il bordo, agganci qualsiasi finestra alla metà sinistra, destra, superiore o inferiore del tuo schermo. E trascinando le finestre verso gli angoli, le agganci con la dimensione di un quarto. Sfruttando queste disposizioni si elimina il bisogno di passare da un’app all’altra e si migliora enormemente l’efficienza dello spazio di lavoro.
Perfino posizionare un’app a tutto schermo, da un bordo all’altro, è solo questione di un semplice trascinamento verso il lato superiore dello schermo. E se non ti piace trascinare, Magnet supporta, come detto, delle scorciatoie da tastiera.

Per vedere questa utility in azione, potete guardare questo video esplicativo:

Dove trovarla

Magnet per Mac OS X

Magnet per Mac OS X è disponibile per l’acquisto direttamente su Mac Appstore a questo link, al prezzo, in offerta, di 0.99€.

Tag:app, Mac os x, recensione
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Ago 23 2016

Come ricostruire il suono di un disco usurato o rotto a partire dalla sua fotografia in HD

Posted by Antonio Troise
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Disco di Vinile
Ascoltando la puntata del 17/06/2016 del podcast 2024, al minuto 10:25 si parla di alcune startup italiane intervistate allo Smau di Berlino. Tra queste spunta Audio Innova (spin-off dell’Università di Padova) una startup davvero innovativa nella tecnologia audio specializzata nel recupero della traccia audio da un vinile.
Quello che fa Audio Innova è davvero semplice ma al contempo geniale e permette di ricostruire il suono di un disco usurato o rotto a partire dalla sua fotografia. Infatti, effettuata la foto ad altissima risoluzione del supporto in vinile e attraverso tecniche di Computer Vision, è possibile riconoscere, in base ai solchi presenti sul vinile, quale sarebbe l’audio che ne scaturirebbe se fosse fatto il play tradizionale.

Audio Innova - Processo di Acquisizione del Vinile

Photo Ghost è il nome che è stata data a questa implementazione ed ha due grossi vantaggi:

  1. In termini di tempo di acquisizione dell’audio: se il vinile dura 30 minuti, non occorre ascoltarlo tutto, ma il tempo di una foto e di una elaborazione del computer e abbiamo già l’audio estratto. Parliamo di pochi secondi!
  2. L’altro vantaggio enorme è quello di poter lasciare i supporti negli archivi, senza doverli trasportare in laboratorio, con un notevole risparmio di costi di trasporto.

Quello che questa tecnologia può fare ha però del sorprendente se si pensa che è in grado di recuperare l’audio, oltre che da supporti integri, anche da quelli rotti. E’ infatti sufficiente unire, banalmente, i pezzi del vinile giusto il tempo per fare la foto ad alta risoluzione, e il computer si occuperà del processamento dell’immagine correggendo magari i punti di contatto tra i pezzi.
Inoltre, l’audio che ne viene estratto, essendo processato, è privo di tutte quelle impurità (polvere e graffi) tipico del feeling del supporto in vinile, tanto che così non si avrà più il tipico fruscio nell’audio. Ma se i cultori del vinile potranno scandalizzarsi, non dovranno temere, perché la qualità audio estratta finale sarà comunque altissima, molto più alta di quella del play diretto dal vinile, perché è esattamente quello che è inciso sul supporto (senza fruscii). Per fare un esempio, un mp3 alla qualità più alta è solo 1/10 della qualità che tale tecnologia tutta italiana riesce ad ottenere.

In futuro, però, Audio Innova, prevede di rilasciare anche una app per smartphone o tablet in cui anche l’utente domestico e non più i grandi archivi, potrà fare la foto al suo supporto in vinile ed ottenerne l’audio.

Tag:alta risoluzione, app, fotografia, startup, suono, vinile
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Lug 20 2016

Proud: la app più completa per la gestione delle attività per iOS e Mac OS X

Posted by Antonio Troise
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In questi giorni ho avuto modo di provare una app di produttività molto interessante sia per Mac OS X che per iOS. Il suo nome è Proud.
A conti fatti è una tipica app per prendere appunti e segnarsi attività e appuntamenti, un po’ alla Clear, ma rispetto a questa, anche se non è ancora stata localizzata nella nostra lingua, risulta molto più completa e sofisticata.

La sua controparte per Mac OS X è molto simile perché alla fine non fa altro che riportare l’interfaccia per dispositivi mobili su ambiente desktop, e grazie alla forza della sincronizzazione di iCloud (non velocissima a volte, ma questo dipende solo dai server Apple e, nel caso, si può utilizzare anche il sync Dropbox) è possibile gestire i propri appunti e le proprie liste dal proprio pc e con una tastiera ovviamente più grande e comoda.

Proud per Mac OS X

Per comodità, in questa recensione, vi mostrerò le funzionalità principali della versione per Mac OS X.

La app si divide in 3 parti: Lists, Reminders, History.

Proud - Home

Su Lists trovo l’elenco delle Liste create con tutti gli elementi e anche sottoelementi annidati. Ad ognuno di questi elementi posso assegnare un reminder con una modalità di personalizzazione molto complessa:

Proud - Reminder

Tutte gli elementi a cui si è assegnato un reminder verranno sposate nella sezione “Reminders”,

Proud - Reminders

mentre una volta completata una attività questa andrà a finire in “History”, rendendo di fatto più pulita l’interfaccia principale.

Proud - History

Come si può vedere su Mac OS X abbiamo un menu altrettanto completo che permette di avere, con pochi clic, tutto ciò che si desidera:

Proud - Menu

Proud per iOS

Oltre a quello indicato per la sua controparte Desktop, Proud per iOS ha il supporto per il TouchID (per celare da occhi indiscreti i propri appunti), è compatibile con iOS 9, watchOS 2, iPhone 6S e gestisce il Multitasking degli ultimi iPad. Infine, cosa da non sottovalutare, è possibile indicare a Siri di aggiungere un Reminder direttamente su questa app.

Proud - Siri

Una altra cosa che ho apprezzato è la possibilità di avere, sia per Mac che per iOS, fino a 24 temi per personalizzare come si vuole i colori della interfaccia.

Proud - Color Schemes

Dove trovarla

Proud per Mac OS X

Proud per Mac OS X è disponibile per l’acquisto direttamente su Mac Appstore a questo link, al prezzo di 9.99€.

 

Proud per iOS

 

Proud per iOS è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 4,99€.

Tag:app, ios, Mac os x, recensione
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Giu 15 2016

Ulysses: la app di scrittura Markdown universale per Mac OS X e iOS

Posted by Antonio Troise
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Ulysses è una app di scrittura distraction-free e dalla interfaccia elegante disponibile sia per MacOS X che per iOS che permette di gestire le proprie note o i propri appunti in maniera intelligente sia attraverso un editor di testo semplice e potente combinato ad ambiente di lavoro privo di distrazioni ma soprattutto attraverso una sincronizzazione affidabile basata su iCloud e su DropBox.

A conferma della sua eccellenti caratteristiche, il 14 Giugno 2016, Ulysses per Mac ha vinto l’ambito Apple Design Award.

Markdown

Ulysses oltre la non indifferente caratteristica di funzionare su tutti i dispositivi per Mac, iPad e iPhone (da iPhone 4s ad iPhone 6 Plus, da iPad Mini a iPad Pro), ha tra le sue anche una interfaccia pulita e libera da distrazioni comprensiva di un editor di testo che supporta i principali linguaggi di markup, che permette di inserire in maniera semplice titoli, elenchi, commenti, citazioni e passaggi importanti. Markdown è un linguaggio di markup minimale, e con una sintassi del testo semplice da leggere e progettata in modo che possa essere modificabile con un normale editor di testi e convertita in HTML o in molti altri formati. Il suo scopo è essere leggibile così com’è, senza che sembri marcato con tags o istruzioni di formattazione (come invece accade con l’HTML o l’RTF). Ulysses è in grado di esportare come PDF, DOC, TXT, Markdown, HTML e ePub oltre che pubblicare bozze di storie in Medium.

Per farvi un esempio, se vogliamo enfatizzare una porzione di testo, basterà selezionarla e premere `⌘I` e vedrai che, intorno alla parola, sono stati inseriti dei caratteri in più:

Ulysses: enfatizzare

Così facendo si è semplicemente detto a Ulysses, nel suo “linguaggio solo testo”, che questa parte deve essere enfatizzata. Quando si esporta il testo, ad esempio in formato PDF, Ulysses trasformerà questo passaggio enfatizzato in qualcosa che può essere interpretato e visualizzato dal formato PDF, in questo caso sarà formattato in corsivo.
Se invece si esporta in formato HTML, Ulysses tradurrà i passaggi enfatizzati in modo semanticamente corretto con ``.

Per rendere l’idea ho creato una pagina di esempio di come viene interpretato il Markup su Ulysses: come vedete è veramente chiaro e leggibile.

Ulysses Markup

mentre questa è la stessa schermata se si attiva la Modalità Scura associato al Tema Scuro (altri temi sono disponibili su Ulysses Style):

Ulysses Markup - Dark

La lista completa delle definizioni disponibili è consultabile premendo ‘⌘9’.

Tra i vantaggi del Markdown (anche se molti potrebbero pensare che sia uno svantaggio) è che i link, le immagini, i video, le annotazioni e le note a piè di pagina, non sono visibili subito ma occorre effettuare un doppi click sul riquadro che le contraddistingue tutte per visualizzarne il contenuto. Questo, se da un lato rende la lettura del testo molto più rapida permettendoci di concentrarci appieno sulla sola scrittura, demandando poi l’impaginazione più adatta ad un secondo momento, dall’altro, per esempio, per certi scopi non vedere subito una immagine può essere fastidioso. Quel che è certo, però è che la impaginazione Markdown è molto efficace specie se abbinata alla “Modalità tutto schermo” (Vista › Attiva modalità tutto schermo) poiché ci permette di non perdere la concentrazione dal processo creativo della scrittura, sia che siate un blogger, un giornalista o anche uno scrittore.
Se siete d’accordo con la seguente affermazione, allora amerete Ulysses:

Siamo convinti che chi scrive non debba essere infastidito da questioni di layout. E soprattutto che queste non dovrebbero mai interferire con il processo di scrittura. Chiamalo come vuoi: privo di distrazioni, zen, pura semantica, mini-minimale, neo-rétro. Il fatto è questo: è meglio separare la creazione dei contenuti dalla loro presentazione, altrimenti s’intralceranno a vicenda. O è comunque molto probabile che ciò accada, perché è un problema intrinseco al processo creativo.

Obiettivi di scrittura

Tra le caratteristiche che ho amato di più è la gradevole rappresentazione grafica dell’obiettivo di scrittura nelle statistiche del testo, dove è possibile il numero i caratteri da scrivere per singola pagina o per gruppo di fogli.

Ulysses Obiettivi

Come vedete è possibile anche decidere di contare i caratteri senza spazi, le parole, le frasi, i paragrafi, le righe e le pagine. Inoltre si può decidere l’approssimazione nel raggiungimento dell’obiettivo: “circa” (il numero potrà essere anche leggermente inferiore o superiore), “almeno” (se anche supero di molto l’obiettivo mi da sempre il raggiungimento dello stesso), “massimo” (non posso superare il numero indicato).

I Fogli

Non è una app modulare ma ha una singola libreria per tutti i testi, per cui il concetto di di “Apri“ o “Salva“, non ha senso perché non c’è un vero accesso al Finder, anche se è possibile, da “Preferenze” impostare la visualizzazione di cartelle esterne e del contenuto locale sul proprio Mac.

Ulysses App

Per impostazione predefinita i testi verranno salvati su iCloud e saranno così disponibili su tutti i dispositivi su cui è installato Ulysses. Ovviamente è possibile anche decidere di archiviarli localmente o di spostarli liberamente: dal cloud all’archivio locale e viceversa.

In Ulysses tutto il procedimento di scrittura si basa sui fogli. I fogli sono in un certo senso l’equivalente dei classici documenti, tuttavia non hanno bisogno di un “titolo” o di un “nome file”.
Puoi anche selezionare più fogli e unirli (`⌘J`). In questo modo, nell’editor si comporteranno come un unico foglio, cosa molto comoda se preferisci avere molti frammenti invece di un testo monolitico.
Puoi anche dividere il foglio in due parti nella posizione attuale del cursore (Composizione › Dividi dalla selezione), e unire due o più fogli per formarne uno (File › Unisci fogli).

Un altro aspetto che ho gradito è la possibilità di inserire nei fogli dei blocchi di testo con il markup “Titolo” e quindi trovarsi indicizzata la pagina nel menu navigazione.

Ulysses Capitoli

Cliccando su uno dei due titoli è possibili spostarsi rapidamente al paragrafo desiderato. Funzione ovviamente molto comoda nel caso di testi molto lunghi.

Differenze con Note di MacOS X

Ho avuto modo di provare Ulysses per più di una settimana, in alternativa alla app nativa Note che mi ha accompagnato per anni nel mondo Apple e devo dire che, nonostante questa ultima sia migliorata tantissimo, con l’introduzione del formattazione grafica, Ulysses ha dalla sua una pulizia del design inarrivabile, una tipografia curata, una organizzazione delle pagine molto funzionale e una universalità che spesso Note non riesce a raggiungere.
Infatti aggiornare Note all’ultima release la rende di fatto incompatibile con le vecchie versioni presenti su dispositivi più datati che quindi verrebbero a mancare della sincronizzazione via iCloud tanto decantata e che invece Ulysses riesce a mantenere anche con la compatibilità con Dropbox che, in più di una occasione si è dimostrato più affidabile della controparte Apple.

Dove trovarla

Ulysses per Mac OS X

Ulysses per Mac OS X è disponibile per l’acquisto direttamente su Mac Appstore a questo link, al prezzo di 44.99€.

 

Ulysses per iOS

 

Ulysses per iOS è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 24.99€.

Tag:app, Mac os x, note
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Nov 15 2014

Yo, Ping e Coffee: quando la messaggistica diventa minimale

Posted by Antonio Troise
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Se pensavate che Twitter con i suoi 140 caratteri fossero già un invito alla concisione, oggi vi presenterò 3 app che portano il minimalismo allo stato estremo. Negli ultimi mesi, infatti, sta nascendo un nuovo trend minimalista tra le nuove applicazioni dell’App Store. Tra questi, quello che più mi ha colpito, è la moda, tutt’altro che passeggera, della messaggistica istantanea ultra semplificata e minimale, che permette di mandare solo semplici notifiche più che messaggi, avvisi che poi dall’altra parte ci si aspetta vengano correttamente interpretati. Insomma questo genere di app, a seconda di come le si prende, possono dire tutto o niente, e rappresentano qualunque cosa tu abbia intenzione di dire o, almeno, tutto quello che una persona immagini tu voglia dire.
L’indubbio vantaggio di queste applicazioni è di eliminare l’overload di informazione tipico della nostra generazione tecnologica, ridurre la coda di messaggi e di email da leggere e, infine, garantire che i propri dati personali non vengano regalati in giro, dato che molte app di questo genere di servizio non richiedono email, numeri di telefono o account Facebook.

Eccone tre tra i più esemplificativi:

Yo

Icona di Yo

Yo è uno strumento di comunicazione a singolo tocco e zero caratteri. Yo è qualsiasi cosa, dipende tutto da te, dal destinatario e dal momento dello Yo. Apri l’app e tocca il pulsante Yo. Fine. Non richiede una email né Facebook, non ci sono ricerche, niente di niente. Solo Yo.

Vuoi dire “Buongiorno”? Basta Yo.
Vuoi dire “Amore ti sto pensando”? – Yo.
“La riunione è finita, vieni in ufficio” – Yo.
“Sei sveglio?” – Yo.
Le possibilità sono infinite.

Schermata di Yo

Schermata di Yo

AGGIORNAMENTO: Sulla falsariga della popolare Yo, una sua variante è Yo, B*tch (o anche solo YB), l’app di Aaron Paul di Breaking Bad, utile se volete mandare agli amici un saluto in stile Jesse Pinkman con l’iconica frase letta da Aaron Paul in persona.

Ping App

Icona di Ping
Ping App è il modo più semplice di restare in contatto senza parole ma solamente inviando e ricevendo i ping. Non ci sono parole, ne emoticons, niente altro ma solo Ping. Potrai richiedere l’attenzione dei tuoi amici senza dire una parola e senza essere troppo invasivi.
Un Ping significa tutto e niente e solo tu sai cosa c’è dietro un tuo ping. Non viene richiesta alcuna email, ne numero di telefono o altri dati personali e potrai ricevere i ping solo dagli amici che autorizzerai.

Schermata di Ping

Schermata di Ping

 

 

 

Coffee?!

Icona di Coffee?!

Coffee?! è il modo più semplice per chiedere agli amici di andare a bere un caffè. Con questa app puoi mandare un singolo messaggio ai tuoi amici: “Caffè?”
Vuoi bere un caffè con un amico? Semplicemente invia il messaggio “Coffee ?!” con un solo tap.
Rispondi “Caffè ?!” per confermare.

Schermata di Coffee?!

Schermata di Coffee?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tag:app, app-store, instant_messaging, minimal
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Lug 14 2014

Web App: il futuro per la neutralità della rete secondo Tim Berners-Lee

Posted by Antonio Troise
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“Se hai le tue informazioni in una app, se metti il il tuo magazine in un app, non c’è un indirizzo web che possa mettere tra i preferiti, non posso mettere un Mi Piace/Non Mi Piace, non posso discutere di quello perché non lo posso twittare e non lo posso mettere nel mio blog. Se le cose sono sul Web allora hanno il loro indirizzo univoco e sono parte di una discussione universale, sono parte di una conversazione dell’umanità. Se non sono sul web sono informazioni perse. Le applicazioni web (WEB APP) sono l’unica strada da percorrere!”

Il concetto che Sir Timothy John Berners-Lee voleva esprimere era che, mentre il web è indipendente dal sistema operativo usato (è neutrale per usare un termine che va tanto in voga), perché lo stesso sito internet è raggiungibile da qualsiasi sistema operativo, per le App non è così in quanto sono strettamente legate al sistema operativo in uso (iOS, Android, Blackberry, Windows Phone, etc). Ciò comporta che, se cambiamo smartphone con un altro SO dobbiamo ricaricare nuovamente tutte le app, ammesso che siano presenti.
Se le App dipendono da regole decise da poche aziende e anche solo per mettere una App al pubblico spesso occorre passare per l’approvazione di un App Store, con il web siamo liberi di pubblicare quello che vogliamo e quando vogliamo.

Tratto da una intervista su 2024 a Sir Timothy John Berners-Lee

Tag:app, Internet, Tim Berners-Lee, web app
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