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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Mag 23 2008

Ulteo Virtual Desktop: usare i programmi Linux sotto Windows senza partizioni o virtualizzazioni

Posted by Antonio Troise
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Ulteo Virtual Desktop Ieri ho provato Ulteo Virtual Desktop, una interessante applicazione open source di una giovane società francese (co-fondata da Gael Duval, creatore della celebre distribuzione Mandrake Linux, ora nota come Mandriva) che consente di far girare su Windows molte delle applicazioni scritte per Linux, utilizzando la tecnologia Cooperative Linux (una patch del kernel Linux particolare chiamata anche “coLinux“), che permette di far funzionare il kernel di Linux come un vero e proprio processo di Windows.

Le prestazioni

Tutto ciò, in pratica, rende possibile avere grandi performance, vicine a quelle di un’installazione nativa sul PC, poiché avendo pieno accesso all’hardware, sarà possibile avviare applicazioni con una velocità del tutto paragonabile a quella offerta nativamente sui sistemi Linux.

Questo almeno in teoria. In realtà l’applicazione è molto onerosa in termini di prestazioni, in quanto richiede molta memoria RAM e un buon processore: con un Pentium IV e 512 MB di RAM ci ha messo un paio di minuti ad avviarsi, mentre lo switch delle varie applicazioni, a volte, si freezava. Gli autori, comunque, raccomandano, se si vuole godere di una esperienza migliore, di avere una CPU DualCore e almeno 1GB di RAM. Ulteo Virtual Desktop è stato testato con successo sotto Windows XP e Windows Vista (solo 32-bit, per ora).

Le applicazioni disponibili

Ulteo Virtual Desktop In ogni caso, ho avuto modo di apprezzare gli sforzi degli sviluppatori, nel realizzare un software davvero alla portata di tutti. Infatti, Ulteo Virtual Desktop è una vera e propria distribuzione di Linux, ma invece che far girare su Windows un desktop Linux, non farà altro che installare, nella parta alta del desktop, solamente una toolbar che permetterà l’avvio delle applicazioni Linux come se fosse un componente di Windows.

Tra le applicazioni già incluse (altre applicazioni si possono tranquillamente scaricare dal web), troviamo:

  • Il web browser Firefox con Flash & Java abilitati
  • La suite completa OpenOffice.org con la quale si possono gestire i propri documenti MS Office
  • KPdf per gestire i propri documenti PDF
  • Kopete, il software multi-Instant Messaging che supporta sia il protocollo MSN che altri
  • Skype
  • Thunderbird + Enigmail (in modo da poter criptare le proprie email)
  • Gimp e Digikam per gestire le proprie immagini
  • Inkscape e Scribus per creare grafici e giornali accattivanti

L’utente può anche avvalersi dell’aggiornamento automatico delle applicazioni e sincronizzare i documenti tra tutti i sistemi Ulteo utilizzati. Inoltre, dalla barra, si possono aggiungere nuove applicazioni, come programmi desktop aggiuntivi, giochi e, in futuro, anche programmi di sviluppo, il tutto lasciando sempre il sistema pulito.

Vantaggi e svantaggi

Ulteo Virtual Desktop Ciascuna applicazione Linux lanciata da Ulteo Virtual Desktop gira in una separata finestra di Windows, e come tale può essere ridimensionata, minimizzata o chiusa utilizzando i normali comandi del sistema operativo host. Le applicazioni possono accedere alla cartella Documenti di Windows, e sono inoltre in grado di supportare l’audio e la stampa.

Il vantaggio nell’usare questa applicazione, è indubbiamente enorme: sarà possibile avere due sistemi operativi funzionanti contemporaneamente sullo stesso desktop, che possono accedere agli stessi documenti (tra quelli disponibili in “My Documents” sotto Windows).
In realtà, dalla mia esperienza, Ulteo Virtual Desktop è utile se si usano pochi programmi magari specifici del mondo linux (uno fra tutti, l’ottimo media player Amarok), perché il rischio di avere due SO sullo stesso desktop è quello di trovare l’ambiente di lavoro un po’ confusionario (considerando anche il fatto che, nativamente, Windows non ha gli spaces che potrebbero dare una ordinata, magari assegnando un workspace a sistema operativo).

Inoltre, per molti aspetti, non ha molto senso virtualizzare software Linux di cui esiste già una controparte per Windows (come per Firefox, Thunderbird, Gimp e Skype).

Rispetto ad una soluzione tipo VMware, Ulteo Virtual Desktop non ha il vantaggio di essere portabile (io di solito conservo sempre le immagini VMWare di Ubuntu e Windows 2000 su un hard disk esterno che monto all’occasione sui vari pc), ma ha certamente la prerogativa, lavorando nello stesso ambiente, di poter condividere gli stessi documenti in uso su Windows (senza dover condividere cartelle o memorizzarli su un supporto esterno di memoria).

Interessante l’implementazione del terminale da Linux (Konsole), anche se è ancora non è previsto una integrazione con l’ambiente Windows, in modo da poter aprire una shell che possa operare sia in ambiente Linux che Windows.

Conclusioni

Se Ulteo Virtual Desktop è stato pensato per gli utenti individuali e aziendali che desiderano utilizzare le applicazioni Linux e Windows sullo stesso desktop senza le complessità del dual booting (e il conseguente noioso riavvio del sistema) o della virtualizzazione (che generalmente vanno ad incidere negativamente sulle prestazioni), io, però, al momento mi sento di incoraggiarne l’uso solo a coloro che ancora non conoscono Linux e reputa i suoi programmi inferiori, sia di numero che di qualità, a quelli presenti su Windows.
Provatelo e se non vi piace vi basterà semplicemente disinstallarlo!

Tag:amarok, firefox, inkscape, Linux, openoffice, opensource, skype, Software, thunderbird, vmware, Windows
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Set 19 2007

Procedura per sbloccare su Linux gli iPod di nuova generazione per sincronizzarli senza iTunes

Posted by Antonio Troise
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Su Tuxjournal è apparsa finalmente, riprendendo quella scritta sul blog degli sviluppatori di Amarok, la procedura per sbloccare gli iPod di ultima generazione rendendo nuovamente possibile utilizzare e sincronizzare il proprio iPod su GNU/Linux.

E’ bene ricordare, infatti, che la nuova generazione di player musicali di casa Apple (iPod Nano, iPod Classic e iPod Touch) sono totalmente incompatibili ad altre applicazioni che non siano iTunes.

Mentre, infatti, prima era possibile gestire iPod senza iTunes, con applicativi tipo Floola per Windows, Mac OS X e Linux (GTK), oppure gtkpod (con libgpod), Rhythmbox e Amarok per gestire la propria library musicale da Linux, ora non è più possibile usare queste altre alternative. Il motivo è da ricercarsi nella implementazione nel database, da parte di Apple, di una coppia di hash codificati con SHA1 che collegherebbero univocamente il file ad un particolare iPod e preverrebbero ogni modifica al database stesso (iTunesDB) da applicazioni di terze parti, penalizzando, di fatto, gli utenti del pinguino, sistema per cui non viene rilasciata alcuna versione di iTunes.

Ecco, quindi, i passi da seguire:

  1. Scaricare questi sorgenti
  2. Collegate il vostro nuovo iPod ed accertatevi che sia stato correttamente montato
  3. Per ricavare il firewireID dell’iPod (un numero esadecimale di 16 cifre) occorre lanciare da terminale il seguente comando:
    sudo lsusb -v | grep -i Serial
  4. Editare (con il vostro editor di testi preferito) il file “main.cpp” contenuto all’interno della directory hash_crack e seguite i commenti iniziali. A quel punto dovrete inserire il firewire ID dove richiesto dai commenti e poi lanciare il comando “make” per compilare il programma hash.
  5. A questo punto è possibile sincronizzare il vostro nuovo iPod con programmi tipo gtkpod, rhythmbox, banshee o Amarok.
  6. Una volta effettuata la sincronizzazione dovreste poter vedere il vostro iPod con delle canzoni all’interno. Rifiutate di visualizzare l’elenco. Per gestire effettivamente le canzoni bisogna infatti lanciare il programma appena compilato sul file iTunesDB.
    Utilizziamo allora la seguente direttiva:

    ./gethash /path/to/iPod/iPod_Control/iTunes/iTunesDB

    Questo comando dovrebbe stampare l’hash corretto dello stato corrente dell’iTunesDB.

  7. Come ultimo passo scrivere il nuovo valore di hash all’interno della giusta locazione nell’iTunesDB. Il valore di hash è memorizzato all’indirizzo 0×58 del file iTunesDB. E’ possibile effettuare quest’operazione servendosi di un qualsiasi editor di testo.

    Da notare che bisogna effettuare questa operazione ogni qual volta si ha il bisogno di cambiare il nome di una canzone oppure inserire nuova musica e nuovi file multimediali sul proprio dispositivo

Tag:amarok, Apple, iPod, itunes, Linux
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Set 4 2007

Come dare voce ad Ubuntu con eSpeak: installazione, risoluzione problemi e tips per attivarlo con AmaroK per fargli dire quale canzone stiamo ascoltando

Posted by Antonio Troise
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Per gli utenti Mac non sarà di certo una novità (che addirittura fanno cantare il proprio mac), ma non tutti sanno che su Ubuntu è preinstallato eSpeak, un programma di sintesi vocale a riga di comando per la lettura automatica di testo compatibile con varie lingue, tra cui l’italiano. Ma andiamo con ordine.

Installazione e sintassi

Nel caso non avete preinstallato eSpeak, è sufficiente aprire un terminale e digitare:

sudo apt-get install espeak

Ora è possibile provare subito eSpeak rispettando una delle seguenti sintassi:

espeak [opzioni] [-v linguaggio] testo
espeak [opzioni] [-v linguaggio] < testo espeak [opzioni] [-v linguaggio] -f file_testo.txt

Ovvero, è possibile fornire il testo come ultimo argomento, attraverso lo standard input, oppure con l’opzione -f, all’interno di un file ascii di tipo UTF-8, sintetizzandolo attraverso l’adattatore audio installato sul proprio sistema.
Per esempio:

espeak -v it “Buongiorno a tutti quanti!”

Un’altra opzione fondamentale è -v, con la quale si specifica il linguaggio secondo cui va sintetizzato il testo. Per verificare quanti linguaggi supporta eSpeak basterà digitare:

espeak –voices

che restituirà un’output simile:

Pty Language Age/Gender VoiceName     File       Other Langs
 5  af             M  afrikaans       af         
 5  cy             M  welsh-test      cy         
 5  de             M  german          de         
 5  el             M  greek_test      el         
 5  en-r           M  en-rhotic       en/en-r    (en 3)
 2  en-uk          M  english         en/en      (en 2)
 5  en-uk-north    M  lancashire      en/en-n    (en-uk 3)
 5  en-uk-rp       M  english_rp      en/en-rp   (en-uk 4)
 5  en-uk-wmids    M  english_wmids   en/en-wm   
 5  eo             M  esperanto       eo         
 5  es             M  spanish         es         
 5  fi             M  finnish         fi         
 5  fr             M  french-test     fr         
 5  hi             M  hindi-test      hi         
 5  hu             M  hungarian       hu         
 5  it             M  italian         it         
 5  nl             M  dutch-test      nl         
 5  no             M  norwegian-test  no         (nb 5)
 5  pl             M  polish_test     pl         
 5  pt             M  brazil          pt         (pt-br 5)
 5  ro             M  romanian        ro         
 5  ru             M  russian_test    ru         
 5  sv             M  swedish-test    sv         
 5  sw             M  swahihi-test    sw         
 5  vi             M  vietnam-test    vi    

A parte la scelta della lingua, ci sono diverse opzioni che possono servire per migliorare la comprensibilità del testo letto. La cosa forse, forse, più importante è la velocità di lettura (un pò come sull’ipod), che si controlla con l’opzione -s (speed):

espeak -s 120 -v it “Leggo questo testo lentamente”

L’argomento dell’opzione rappresenta la quantità di parole al minuto. Essendo il valore predefinito pari a 160, in questo esempio si ottiene una lettura leggermente più lenta del solito.

Oltre alla velocità di lettura, anche il tono di voce (l’intonazione) può essere regolato, questa volta con l’opzione -p (pitch), che attende un argomento composto da un numero che va da 0 a 99: più è grande, più acuto è il tono di voce. Il tono predefinito corrisponde al valore 50, pertanto, l’esempio seguente sintetizza il testo con il tono più acuto possibile:

espeak -p 99 -v it “Voce più acuta!”

Se di default eSpeak, legge solo i file di testo ascii, con l’opzione -m (markup), che si usa senza argomenti, è possibile fornire anche un file HTML, come si vede nell’esempio seguente:

espeak -v it -m -f testo.html

Infine, è anche possibile produrre un file WAV-RIFF, senza emettere alcun suono attraverso l’adattatore audio, con l’opzione -w (wave). Nell’esempio seguente il file testo.txt viene sintetizzato nel file testo.wav:

espeak -v it -f testo.txt -w testo.wav

oppure, immettendo direttamente il testo da riga di comando:

espeak -w testo.wav “leggi questo testo”

Per ascoltare il file wav appena generato basterà digitare:

play testo.wav

Risoluzione problemi

A volte, però può capitare che quando si lancia il comando eSpeak, può dare il seguente errore:

PaHost_OpenStream: could not open /dev/dsp for O_WRONLY

Questo capita quando la periferica audio è già utilizzato da un altro dispositivo. Nel mio caso avevo aperto con Firefox un file video in youtube che, nonostante fosse in pausa, non permetteva l’esecuzione del comando!

Attivare eSpeak con AmaroK per fargli dire quale canzone stiamo ascoltando

Per terminare, vi cito un tips di LuBlog in grado di interfacciare amaroK (un player multimediale) con eSpeak, con il risultato che AmaroK sarà in grado di dirci quale canzone stiamo ascoltando! In pratica, dopo aver installato eSpeak, basterà scaricare uno script di Pete Jewell (da qui) e installarlo su AmaroK andando sul menu Strumenti/Gestore script/Installa script e selezionando il file appena scaricato e confermare. Quindi, andare nella cartellina “Generale” amarokEspeak e abilitarlo con “Esegui”.

Dopo questa modifica, qualsiasi canzone ascolterete, sarà preceduta dal titolo della stessa, emulando un vero e proprio deejay!

Tag:amarok, espeak, sintesi-vocale, ubuntu
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