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Dal 2004 il blog di Antonio Troise

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Mar 27 2021

MacUpdater 2.0: si rinnova l’app per controllare le app da aggiornare sul Mac

Posted by Antonio Troise
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Avevo già avuto modo di fare una recensione di MacUpdater, una utility per Mac che uso frequentemente per tenere sempre aggiornate le app del mio Mac, che non sono presenti sul Mac App Store, senza la necessità di dover verificare manualmente sui vari siti dei produttori o senza dover per forza aprirle tutte in cerca di notifiche di update. Infatti in poche decine di secondi, è in grado di analizzare tutte le app installate sul disco del Mac ed identificare l’eventuale presenza di aggiornamenti.

Da quest’anno, però, questa utility diventa ancora più potente con l’aggiornamento alla release 2. Infatti MacUpdater 2.0, oltre ad essere completamente compatibile con macOS Big Sur e Mac M1, è in grado di effettuare una scansione delle app molto più velocemente della release precedente.

Dopo una prima rapida scansione, è possibile di filtrare i risultati in vari modi, come per esempio nascondere gli aggiornamenti richiesti per le app del Mac App Store (che andrebbero comunque gestite dallo store Apple)

Ma è possibile anche indicare quali aggiornamenti ignorare per sempre o per un periodo di tempo predefinito di giorni, settimane o mesi.

Inoltre, ora è possibile indicare di aggiornare tutte le app con un solo click sul bottone in basso “Update Selected Apps”, e MacUpdater si occuperà automaticamente di scaricare e installare l’aggiornamento per tutte le app che lo necessitano.

L’aggiornamento partirà subito:

E sarà possibile, cliccando sulla freccia rivolta verso il basso, avere un dettaglio dell’avanzamento (in questo modo potete valutare quanto sia sicuro l’aggiornamento delle app perchè il programma verifica che il vendor sia verificato e che il download avvenga dalla location ufficiale e su connessione criptata):

Ad aggiornamento avvenuto, una comoda notifica segnalerà la fine dell’update.

Tra le novità presentate abbiamo la presenza della voce “Discover” dove è possibile scoprire nuove applicazioni indicando manualmente il nome o cercando nella lista per Categorie, per Top Apps o per Data di Aggiornamento e individuare così facilmente l’ultima versione facendo riferimento all’archivio di MacUpdater.

Molto comoda anche la possibilità di far partire gli aggiornamenti direttamente dalla barra dei menu di Mac OS, grazie alla rinnovata veste grafica della UI di Macupdater.

In occasione del rilascio della versione 2.0, lo sviluppatore propone un nuovo tipo di licenza. Oltre all’edizione standard a 14,99$ (che andrebbe comunque ripagata anche per coloro che avevano comprato la licenza della release 1.0), è possibile acquistare l’edizione Pro a 34,99$ che può essere installata fino a 7 Mac e include funzionalità aggiuntive, incluso il supporto per la Touch Bar, gestione di programmi che non sono app (screen saver, plug-in…), possibilità di effettuare fino a 6 scansioni al giorno (contro le 4 della standard, valore comunque più sufficiente per un uso normale) e, infine, comodi strumenti a riga di comando (quando si hanno più pc da aggiornare, come questa versione Pro prevede, la gestione da riga di comando è sicuramente indispensabile), grazie alla utility macupdater_client già presente nella app MacUpdater, a cui sarà possibile aggiungere argomenti come list/scan/update:

/Applications/MacUpdater.app/Contents/Resources/macupdater_client list/scan/update

È disponibile anche una versione gratuita che però permette solamente di effettuare al massimo 2 scansioni al giorno per un limitato numero di aggiornamenti.

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Ago 23 2018

OneCast per giocare in streaming con la Xbox One su Mac OS e iOS

Posted by Antonio Troise
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Descrizione

La funzione di streaming dei giochi dalla Xbox One è presente dal 2015 su tutti i PC con Windows 10 con la app Xbox installata. Purtroppo in tutti questi anni non è stata mai creata la controparte per il mondo Mac e per i dispositivi mobili con iOS.
Ed è per questa carenza che ci viene incontro OneCast, una applicazione, non ufficiale Microsoft, in grado di effettuare un efficiente streaming dei giochi per Xbox One sui sistemi operativi di Cupertino.

Configurazione per Mac OS

Per configurare correttamente la console Xbox One per lo streaming in modo da giocare in modalità remota con titoli Xbox One su qualsiasi Mac o dispositivo Apple (iPhone o iPad) presente nella stessa rete domestica, è analoga ai passaggi iniziale offerti dalla funziona nativa per Windows 10.

Per utilizzare lo streaming dei giochi Xbox, è necessario innanzitutto, dopo essersi collegato col proprio utente, abilitare lo streaming di gioco tramite la console Xbox One. Per eseguire questa operazione, premi il pulsante Xbox per aprire il Pannello, seleziona Impostazioni > Preferenze > Connettività dell’app Xbox ed esegui queste due operazioni:

  • In Questa Xbox, seleziona Consenti streaming di gioco verso altri dispositivi.
  • In Altri dispositivi, seleziona Consenti collegamenti da qualsiasi dispositivo oppure Solo da profili che hanno effettuato l’accesso.

Da questo momento in poi la configurazione è in discesa e sarà sufficiente aprire l’app per Mac e cliccare sul tasto “Register Xbox One”

Quindi, dopo una breve attesa in cui l’applicativo scansione la rete locale alla ricerca di una Xbox One attiva,

la console verrà riconosciuta e registrata.

Da questo momento in poi, ogni qualvolta apriremo l’app di OneCast, troveremo il profilo della nostra console Xbox One registrato comprensivo dell gamertag su cui si è abilitato in precedenza lo streaming dei giochi.

Cliccando sulla freccia è possibile, tra le altre cose, configurare in “Video Quality” la qualità di streaming in base anche alla condizione e velocità della vostra rete locale wireless (scegliere sempre connessioni a 5GHz più performanti di quelle a 2.4GHz) o connessione Ethernet cablata. Personalmente consiglio sempre di utilizzare l’impostazione di qualità di livello massimo (“Very High”), che garantisce una buona esperienza di gioco e, nel caso, ridurre la qualità del livello fino a individuare l’impostazione ottimale supportata dalla rete domestica.

A questo punto, cliccando sul tasto “Connect” in pochi secondi ci collegheremo alla nostra Xbox One.

OneCast per Mac OS supporta i controller Xbox One sia via USB che via Bluetooth. Per quelli USB è necessario però installare il driver di terze parti Xbox Controller Driver disponibile dal menu Controller.

A questo punto siamo pronti per provare qualche gioco e devo dire che anche con giochi di tipo First Person Shooter (FPS), che richiedono buone prestazioni e bassi lag, sono riuscito a giocare benissimo.

Configurazione per iOS

Per iOS la configurazione sulla Xbox One è analoga a quella descritta sopra, come anche quella per aggiungere la propria console al dispositivo mobile perchè non si tratta altro di aprire l’app e cliccare sul tasto “Register Xbox One”

e attendere la scansione della rete locale alla ricerca della console.

Quindi dopo averla rilevata

sarà possibile customizzare alcun parametri come la qualità video

e quindi è possibile far partire lo streaming del gioco.

La differenza rispetto alla versione per Mac OS è che OneCast per iOS dispone dei controlli a video che tentano di replicare quelli del controller della Xbox One, dato che non è possibile collegare direttamente un controller fisico al proprio iPhone o iPad. Purtroppo, i controlli a video, per quanto funzionali e ben congegnati, non sono comunque comodi come un vero controller fisico e vi consiglio, nel caso siate nel raggio di azione del bluetooth della console, di usare comunque il controller direttamente collegato alla Xbox One.
Un caso d’uso comune che può prevedere questa soluzione è avere nel salone di casa la console Xbox One collegata alla TV principale di casa e, mentre i genitori o la moglie guardano la televisione, voi potrete comunque continuare a giocare sul divano remotizzando il video sul vostro iPad o iPhone e, dato che si è nella stessa stanza, usare il controller collegato direttamente alla console.

Troubleshooting

Durante i miei test ho fatto qualche prova di chiusura forzata dell’app per vedere come reagiva e in un caso su Mac OS mi ha dato la seguente schermata di errore:

impedendomi di fatto l’accesso reumatizzato alla Xbox One. Nonostante la schermata suggerisse di spegnere la console, disconnettere per 30 secondi il cavo di alimentazione e quindi riprovare, ho trovato una più rapida soluzione nella più semplice sconfigurazione dell’account dalla app e la seguente riconfigurazione (che richiede comunque pochi secondi) e a quel punto la remotizzazione ha ripreso a funzionare.

Conclusioni

Ho provato OneCast sia sul mio Macbook Pro 15′ che sul mio iPad Pro 10,5” e iPhone 7 Plus e devo dire che sul fronte prestazioni sono rimasto molto soddisfatto. Infatti nonostante supporti i 1080p anche a 60 fps (che è possibile provare su alcuni giochi di corsa), la latenza è quasi nulla e non ho riscontrato quasi nessun rallentamento e nessun blocco (solo qualche sporadicissimo rallentamento in wifi del tutto accettabile).

Certo è che l’esperienza d’uso su uno schermo 15” del Macbook Pro è sicuramente superiore ad un iPad e quella vissuta su un iPad è sicuramente migliore di quella di una visone su un iPhone, ma ciò non toglie che questa flessibilità rende OneCast davvero una scelta obbligata nel caso non si dispone di un PC Windows o se a casa si ha qualche dispositivo Apple. E per questi casi d’uso OneCast vale sicuramente l’acquisto.

Dove trovarla

OneCast

OneCast per Mac OS disponibile per l’acquisto direttamente sul sito del produttore a questo link, al prezzo di 21,51€.

 

OneCast

 

OneCast per iOS (compatibile sia per iPhone che per iPad) è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 12,99€.

Tag:Apple, ipad, iPhone, recensione, xbox, xbox one
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Lug 2 2018

UltraEdit: per i programmatori esigenti il miglior editor di testo per Windows, Mac OS e Linux

Posted by Antonio Troise
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Introduzione

Conosco UltraEdit dalla release 15 e già dieci anni fa su Windows era un must, l’editor per eccellenza per programmare, soprattutto quando dovevo editare in remoto via ftp. Ma ancora oggi, giunto alla release 25, il software risulta essere fresco, aggiornato e al passo con i tempi, oltre ad essere anche multipiattaforma perchè disponibile, con la stessa licenza, anche per i sistemi operativi Mac OS e Linux, risultando, di fatto, una delle scelte migliori anche rispetto a software commerciali o gratuiti.
Creato nel 1994 dal fondatore della IDM Computer Solutions, Ian D. Mead, negli anni ha vinto numerosi premi e riconoscimenti di riviste specialistiche.

Caratteristiche

UltraEdit è un editor basato sun una architettura nativa a 64 bit e, tra le sue caratteristiche, quello che ho sempre preferito e non ho mai ritrovato in nessun altro software commerciale o gratuito (come Notepad++, Visual Studio Code, Atom e Sublime Text) è la sua perfetta integrazione e accesso a sistemi remoti tramite i protocolli SSH, Telnet, FTP e SFTP, oltre ad una buona suite per la creazione e gestione di macro per automatizzare il lavoro. Infine con la stessa licenza di Ultraedit è inclusa in bundle anche la licenza per UltraCompare Professional, un programma (anch’esso multipiattaforma per Windows, Mac e Linux) che permette di analizzare e comparare le differenze file di testo alla volta (anche grandi file che altri programma si rifiutano di elaborare), intere directory ma anche pacchetti Zip, Rar e Jar oltre che a file Word, Excel, CSV e PDF, il tutto perfettamente integrato nella suite di UltraEdit.

Ultraedit permette, al primo avvio (ma anche in seguito) di scegliere tra diversi temi, tra cui una tipologia scura di default (Slate o Charcoal) e una tipologia chiara (Classic e Sterling), e di settore il proprio layout preferito (Balanced, Lean, Clean, Multi-window). Altri temi personalizzati sono disponibili su questa pagina

Su schermi grandi è certamente possibile adottare il complesso layout Multi-window che, oltre al consono editor di testo, permette di visualizzare diverse finestre nella stessa schermata, come la vista dei File, la minimappa del proprio file (funzione utilissima per i programmatori per spostarsi in file di grandi dimensioni, e ultimamente ripresa anche da altri editor come SublimeText e Atom) e una console in SSH/Telnet sempre in vista magari per testare subito il proprio script in Python.

Tra le tante caratteristiche avanzate troviamo:

  • la Multi-Selezione, che permette di selezionare parti multiple di testo ed agire su di esse modificandole simultaneamente, velocizzando di fatto l’editing

  • la Selezione per Colonne (non disponibile nel caso si abiliti il Ritorno a Capo), molto utile quando si devono modificare intere sezioni di codice simile poste su righe diverse ma presente nello stesso numero di colonne. Anche qui la possibilità di compiere questa operazione una sola volta velocizza di molto il flusso di lavoro.

  • Gestione di file di grandi dimensioni (anche oltre i canonici 4GB), funzione molto comoda per modificare grandi database o file di log, senza alcun problema di performance e senza temere il crash dell’applicativo per mancanza di risorse di memoria.
  • supporto avanzato del Syntax Highlighting per i più comuni linguaggi di programmazione con la possibilità di customizzarli o crearne di nuovi attraverso gli ‘wordfile’ (disponibili anche qui)
  • supporto all’Auto-Closing dei tag XML e HTML
  • Smart Templates per l’auto completamento del codice per tutti i principali linguaggi di programmazione. Un database più completo è possibile scaricarlo qui.
  • Editing e Validazione di file Xml attraverso la possibilità di visualizzare una vista ad albero dei tag

  • Ordinamento dei dati contenuti nei file, molto comodo se si caricano file CSV/TSV con la possibilità di scegliere la colonna da ordinare e il tipo (testuale o numerico)

  • Creazione e gestione di Macro per automatizzare il lavoro attraverso il linguaggio di scripting Javascript 1.7. Le macro è possibile registrarle (un po’ come fa Excel) o programmarle in base alle proprie esigenze.

    In ogni caso qui è possibile trovare un breve tutorial e degli esempi di applicazione delle macro, tra cui un ottimo script che permette di inserire un header di template di intestazione per gli script

  • dizionari in diverse lingue per il controllo ortografico del testo inserito

Conclusioni

Tra tutte le funzioni di Ultraedit che personalmente preferisco mi piace citarne una: la modifica remota dei file via FTP/SFTP, forse forti dello sviluppo decennale di un altro loro client UltraFTP. In tutti gli editor di testo per Windows sopracitati non è mai disponibile di default e, anche se presente attraverso dei plugin, non è mai di facile implementazione e raggiungibile con un solo click. E’ vero che con l’abitudine tutto può sembrare semplice, ma avere sempre a disposizione un tasto per aprire la connessione FTP/SFTP verso il proprio server di sviluppo non è cosa da poco.

La versione da me analizzata è quella per Windows, ma devo dire che la versione per Mac anche se presente da meno anni risulta comunque completa quanto quella della sua controparte per PC.

Dove trovarla

UltraEdit

UltraEdit per Windows/Mac OS/Linux (comprensivo anche di UltraCompare Professional e di 3 licenze da usare in qualsiasi combinazione di piattaforme) è disponibile per l’acquisto direttamente sul sito del produttore a questo link, al prezzo di 99.95$ (è comunque possibile scaricare una versione valida 30 giorni per testare tutte le funzionalità prima di decidere per l’acquisto).

Per i più esigenti e per i professionisti esiste anche un vantaggioso abbonamento annuale All Access di 79.95$ l’anno per avere tutta la suite offerta da IDM (risparmiando, almeno per il primo anno, l’85% sull’acquisto delle singole licenze ) con software come, oltre al già noto Ultraedit e UltraComprare, anche UEStudio, UltraFTP e Suites.

Tag:editor, programmazione, recensione, Windows
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Giu 30 2018

MacUpdater: controllare in automatico che tutte le app siano aggiornate sul proprio Mac

Posted by Antonio Troise
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Introduzione

Nonostante nel 2011, con Mac OS X Snow Leopard, Apple introdusse il Mac App Store con lo scopo di centralizzare l’installazione e l’aggiornamento di tutte le app in una unica piattaforma, ancora oggi molte app, per via delle restringenti politiche di Apple e delle alte commissioni, non vi riescono a trovare posto. Quindi se lo scopo iniziale di Apple era degno di elogi, ad oggi purtroppo non risulta altro che l’ennesima piattaforma da controllare dato che molte app che richiedono privilegi particolari di sistema debbono essere installate manualmente dal sito del relativo produttore. Ed ecco che, con tutti questi store, una app come MacUpdater riesce a trovare ragione di esistere per mettere ordine in questo caos.

Funzionamento

MacUpdater è una utility che fa della sua semplicità e univocità il suo cavallo di battaglia. In poche decine di secondi, analizza tutte le app installate sul disco del Mac ed identifica l’eventuale presenza di aggiornamenti, senza la necessità di dover verificare manualmente sui vari siti dei produttori o senza dover per forza aprirle tutte in cerca di notifiche di update. Ovviamente oltre a scansionare le applicazioni di terze parti, il controllo è effettuato anche per le app scaricate dal Mac App Store (anche se qui Apple svolge un buon lavoro e ci ci avverte sempre tempestivamente). Vi potrà sembrare una banalità ma io dopo averlo installato la prima volta ho trovato oltre 60 app da aggiornare.

La prova

Il database di MacUpdater è sempre ben fornito e aggiornato con migliaia di applicazioni. Al primo avvio scansione tutte le app suggerendoci quelle da aggiornare:

Quando ci segnala le app da aggiornare possiamo trovare tre stati diversi.

  1. Update App: MacUpdater si occupa direttamente di scaricare e installare l’aggiornamento.

    Cosa molto comoda per app come Calibre che si aggiorna settimanalmente e ogni volta richiede il download del file di immagine .DMG e la relativa installazione manuale della app.

  2. Manuale Update: in questo caso per MacUpdater è impossibile eseguire l’aggiornamento automatico e quindi richiede di aprire l’app per effettuare l’aggiornamento (possibile grazie a framework come Sparkle o Homebrew) oppure di inserirla nella wishlist nella speranza che in futuro si riesca a prevedere un aggiornamento automatico.

  3. Open AppStore: infine tutte le app scaricate dal Mac App Store avranno questo pulsante. In pratica non farà altro che aprire lo store Apple sulla pagina della relativa app per effettuare il relativo aggiornamento.

Nella pagina della FAQ trovate molti dettagli tecnici come la tipologia di backup effettuato, come funziona l’aggiornamento delle release e la roadmap delle future versioni (che si preannuncia molto interessante).
Mentre per chi è molto attento alla propria sicurezza, in questo periodo in cui non si parla di altro che di GDPR, nella pagina della Privacy è possibile leggere cosa viene condiviso con il sito (che comunque garantisce che non colleziona alcun dato personale e non traccia alcun utente).

Conclusioni

MacUpdater è app che merita di essere almeno provata (sul sito è possibile scaricare una versione di prova con un limite di 10 app da aggiornare) per avere le proprie applicazioni sempre aggiornate con il minimo sforzo. Durante le mie prove ho notato qualche piccola imprecisione dovuta soprattuto alle app gestite dal Mac App Store che cambiano nome (in modo da riproporre un nuovo pagamento, uno dei problemi appunto dello store Apple), cosa che può essere prontamente segnalata via email ai gestori di MacUpdater. Nel mio caso veniva segnalato l’aggiornamento di Memory Clean 2 mentre era quello di Memory Clean 3 ma i gestori hanno tenuto comunque a precisare che era questa la feature che ci si aspettava dal programma: avvisare che c’era una nuova release di Memory Clean.
Oppure, nel caso se si voglia rimanere con la vecchia release di un app, magari per problemi di compatibilità o perchè la nuova è a pagamento (come nel caso di GarageBand 6.0.5 e il nuovissimo GarageBand 10.3.1 che Apple fa comunque convivere insieme), la si può inserire in una lista di esclusione sia del singolo aggiornamento che della app stessa.

Queste app escluse è possibile trovarle tutte nella sezione Impostazioni e nel caso di ripensamenti è possibile reinserirle nuovamente nella scansione:

In ogni caso dalle Impostazioni della app è possibile trovare molte personalizzazioni della app, come la directory dove trovare le app installate (di default usa /Applications/ ma potrei aver installato altre app in altri percorsi), se far partire MacUpdater al login, la frequenza di aggiornamento del controllo delle app, e se tenere i backup delle app aggiornate in maniera automatica.

Dove trovarla

MacUpdater

MacUpdater per Mac OS X (richiede almeno macOS 10.11 El Capitan o superiore) è disponibile per l’acquisto direttamente sul sito dello sviluppatore a questo link, al prezzo di 9.99€.

Tag:app, mac app store, mac os, recensione
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Apr 16 2018

Plotagon: come produrre il proprio film animato in 3D

Posted by Antonio Troise
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Oggi produrre animazioni video in 3D per un concept di un film di cui magari si ha da tempo la sceneggiatura in un cassetto o anche semplicemente per divertirsi, è finalmente alla portata di tutti. Infatti per partire è sufficiente avere una buona idea trasposta in una buona sceneggiatura e un solo software gratuito per creare storie animate con effetti 3D: Plotagon.
Sviluppato da una startup svedese di sole 24 persone composte da disegnatori, animatori, programmatori, designer e un musicista con formazione classica, è disponibile sia per PC che per Mac e per iOS (iPhone e iPad).

Descrizione

Nonostante l’aspetto finale dei video non sia fotorealistico bensì un po’ cartoonesco (ricorda molto le animazioni del videogioco di The Sims) il grande e innegabile vantaggio è quello di poter scrivere direttamente le sceneggiature nel software che saranno interpretate dal programma come righe di codice di un vero e proprio linguaggio di programmazione a portata di clic del mouse.

Ma quello che invece mi ha convinto a scrivere questa recensione è stata la recente possibilità di far parlare i protagonisti con la voce sintetica in Italiano di Acapela Group. Infatti, uno dei grandi limiti di questo programma è che per anni le voci erano solo localizzate in inglese e, per i non amanti della lingua di albione, poteva costituire un problema, a meno che non ci si prodigava nell’arte del doppiaggio. Ora, anche se l’interfaccia risulta essere ancora completamente in inglese, è possibile disporre di una enorme varietà di voci sintetiche dall’inglese, all’italiano, al francese, tedesco, svedese, norvegese, australiano e messicano.

Proviamo a realizzare un filmato

Per mettere in mostra le potenzialità di Plotagon di creare filmati anche in lingua italiana vi mostrerò i passi principali per creare un proprio personaggio e quindi la propria sceneggiatura.

Una volta aperta la schermata principale basterà cliccare sul tasto in alto al centro a forma di ripresa e quindi nella sezione Characters premere il bottone “Create new character”

In questa schermata possiamo scegliere il sesso del personaggio (cliccando sopra alla nostra scelta verranno cambiate casualmente le caratteristiche del personaggio), mentre cliccando sul tasto “Random” verrà creato un personaggio in modo del tutto casuale sia per quanto riguarda le se caratteristiche fisiche (forma del viso, acconciature e colore dei capelli, colore occhi) che di abbigliamento, ma ovviamente il tutto si potrà anche scegliere puntualmente. Infine, prima di assegnare un nome al personaggio, è possibile scegliere la lingua che parlerà e la relativa intonazione (più o meno grave o acuta). In questo caso ho scelto la voce maschile italiana “Vittorio” ma se avessi scelto un personaggio femminile mi avrebbe mostrato anche la voce italiana “Chiara”.

Ora che abbiamo creato il nostro personaggio (ma possiamo crearne anche più di uno ovviamente) è possibile iniziare col “Plot“:

In questa schermata la nostra trama dovrà dipanarsi in una vera e propria sceneggiatura che altro non farà che programmare, letteralmente, i nostri personaggi.

Quindi, la prima cosa da fare è scegliere l’ambientazione “Scene” che farà da sfondo alla nostra storia. Se ne potrà scegliere una tra le decine gratis e a pagamento disponibili nello Store integrato in Plotagon.

Quindi verrà scritta la base della sceneggiatura che si dovrà completare scegliendo i vari personaggi e la relativa posizione del corpo dei personaggi nello spazio.

Quindi si potrà passare alla fase del dialogo scegliendo il personaggio, la frase che dovrà dire e il modo in cui dovrà esprimersi (per esempio: Accusing, Afraid, Angry, Cryng… Happy… Mind Blown… Sad… Whispering… Zombie) con la voce e con linguaggio del corpo come gesti, postura ed espressioni facciali.

Cliccando sul microfono è possibile registrare la propria voce in modo da rendere ancora più realistica l’interpretazione

mentre se si clicca sulla cinepresa

sarà possibile anche scegliere il tipo di ripresa della scena come Primo Piano, Campo Lungo etc.

Oltre a poter inserire nel filmato del testo descrittivo, dei suoni e delle musiche, la cosa più interessante di Plotagon sono, invece, le “Action“, ovvero la possibilità di far muovere e interagire i personaggi tra di loro

con azioni tipo carezza, bacio, stretta di mano, schiaffo, etc che saranno interpretate dal programma come righe di codice per cui, scegliendo ad esempio l’azione “Josè abbraccia Sara”, i due personaggi 3D verranno collegati tramite un movimento pre-sceneggiato. Attenzione perchè il programma è abbastanza intelligente da capire se i due personaggi sono nelle vicinanze spaziali per cui una azione non potrebbe avere senso. Quindi l’azione “Josè abbraccia Sara” non potrà essere renderizzata in quanto i due protagonisti sono troppo lontani tra di loro:

Una volta scritta la propria sceneggiatura più o meno complessa, sarà possibile renderizzare il filmato e, oltre a salvarlo in locale (con o senza sottotitoli integrati), sarà possibile anche caricarlo automaticamente su Youtube

Qualche esempio di video pubblicato potrete trovarlo qui.

Dove trovarla

Plotagon, nella sua versione essenziale Plotagon Story, è un app gratuita disponibile per Mac OS, Windows, iOS e Android. Se l’app è gratuita, sullo Store è però possibile acquistare pacchetti aggiuntivi di personaggi già caratterizzati, abbigliamento, scene oltre alle voci sintetiche italiane e di altri paesi.

Tag:3d, app, Film, mac os, recensione, Windows
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Apr 16 2018

iRingg – Creare suonerie per iPhone da Mac OS e Windows

Posted by Antonio Troise
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Da sempre il tema delle suonerie è sempre stato un tallone d’Achille per il mondo iOS. Sarà che forse lo scopo era vendere le suonerie da iTunes, ma il risultato era che creare delle suonerie per iPhone è sempre stato piuttosto complesso e articolato e con molte limitazioni (come il formato e la durata massima di 40 secondi), a differenza del mondo Android che permette le suonerie mp3 di durata anche di diversi minuti. A venire incontro agli utenti iPhone, negli anni sono venuti fuori diversi tutorial su come creare ringtone da iTunes o da GarageBand, ma quello che oggi vi vado a presentare è la soluzione definitiva per tutti gli utenti iPhone.

Caratteristiche

iRingg è una applicazione per Mac OS e Windows che permette di creare suonerie in maniera molto semplice perché oltre a poter creare una suoneria da un file mp3 che risiede sul nostro pc, è possibile cercare un brano direttamente da Youtube e Soundcloud (e implicitamente anche nella nostra personale librerie iTunes):

Dopo aver sentito l’anteprima del brano, il download del brano selezionato avviene in maniera del tutto automatica e trasparente

e da questo partire per creare la nostra personale suoneria, cercando il migliore inizio e riducendolo ai canonici 40 secondi per i ringtones dei dispositivi Apple

Dopodiché è possibile equalizzare il brano nei vari punti cercando, magari, di enfatizzare il suono di alcune parti del brano.

Una delle cose più originali di questa app è che permette di customizzare il brano inserendo, oltre alla registrazione della propria voce, anche le cosiddette SndMoji, degli effetti sonori da usare soprattutto in combinazione con la propria voce registrata come introduzione.

Infine è possibile esportare la suoneria appena creata o come file mp3 da salvare sul pc o, cosa molto utile da quando è stato rilasciato iTunes 12.7 che non permette di gestire comodamente le suonerie, di copiare direttamente su iPhone la suoneria appena creata.

Se la ricerca su Youtube e Soundcloud non vi soddisfa perché magari non sapete quale brano sia più adatto a voi, allora potete sempre mettere alla prova una tecnologia brevettata 6Sense, un vero e proprio algoritmo di machine learning che di volta in volta vi suggerirà, in base ai vostri gusti musicali (che determinerà scansionando la vostra libreria locale di iTunes), nuove tracce da convertire in ringtones. Così ogni qualvolta aprirete la app troverete 4 nuovi suggerimenti che si plasmeranno ai vostri gusti musicali.

Conclusione

Personalmente iRingg è risultato essere il software finale e definitivo per la creazione di suonerie personalizzate in quanto si avvale di un processo pulito e trasparente che rende questa fase, spesso noiosa, un vero divertimento, sia nella fase di ricerca del brano (con un intero database di Youtube e col fatto che il download del brano avviene in automatico) sia nella fase di editing.

Dove trovarla

iRingg è disponibile sul sito del produttore sia per sistemi operativi Mac OS che per Windows al prezzo di 20,95€.

Tag:app, mac os, recensione, ringtones
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Mar 16 2018

Debookee, lo sniffer evoluto per Mac OS, si aggiorna con la SSL/TLS decryption

Posted by Antonio Troise
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Avevo già recensito Debookee tempo fa per spiegarvi quanto fosse semplice analizzare i pacchetti di una rete con questo applicativo per Mac OS X.
Riprendo volentieri l’argomento per segnalarvi che finalmente, dopo qualche mese si attesa, è stato aggiunto il modulo per la decriptazione del traffico SSL/TLS.
Come si evince dalla guida il modulo SSL è una estensione del Modulo NA che permette la decriptazione del proprio traffico HTTPS e permette di intercettare i targets impostando un proxy HTTPS per il classico attacco man in the middle (MITM), che è un po’ il funzionamento su cui si basa Debookee.

Definizione della tecnica MITM

Come noto, HTTPS altro non è che un protocollo standard di protezione del traffico in internet che viene utilizzato per garantire trasferimenti riservati di dati nel web. Funziona aggiungendo un livello di crittografia (SSL, Secure Socket Layer) al normale traffico HTTP.
A differenza del traffico HTTP, che essendo in chiaro, può essere sia intercettato che letto e decodificato, il traffico HTTPS, in condizioni normali, può essere solo intercettato ma non decodificato perchè, per definizione, è cifrato.

L’attacco MITM è efficace con il protocollo HTTP perché, essendo il traffico basato tutto su caratteri standard ASCII in chiaro, è molto facile interagirvi, tanto che è semplicissimo, per esempio catturare i cookie di una sessione o leggere gli header http e quindi entrare su un sito web semplicemente sfruttando i cookie di altri utenti connessi alla nostra rete LAN.

Negli anni, data la debolezza intrinseca del protocollo HTTP, si è affermato il protocollo di comunicazione HTTPS che esegue un’autentificazione del server web in base al protocollo handshake SSL e sviluppa un canale di trasporto cifrato in base a tutte le chiavi simmetriche della sessione. Se è vero, quindi, che l’autenticazione del server avviene tramite un certificato SSL, e se è vero che questa autenticazione offre una protezione affidabile contro gli attacchi man in the middle (poiché l’attaccante avrebbe bisogno di un certificato SSL affidabile per spacciarsi come web server), in pratica questa protezione è collegata all’integrità del certificato in uso.
Quindi, con questi presupposti, un attacco MITM può essere anche effettuato su connessioni cifrate HTTPS ma perché abbia successo è necessario che vengano stabilite 2 sessioni SSL indipendenti, una per ogni connessione TCP: una del browser verso l’attaccante, e un’altra dall’attaccante verso il web server.
In genere, però, i browser moderni avvertono l’utente quando il certificato usato da un determinato sito non è valido, ma spesso l’utente è solito ignorare questo avviso ed è proprio questo il punto di rottura della sicurezza intrinseca del SSL. Certo anche per gli utenti più smaliziati è possibile incorrere in casi in cui il certificato del server stesso è stato compromesso oppure il certificato è rilasciato da compagnie fidate CA, CN, come fossero gli originali di quel sito web, ma sono casi più limite.
Infatti, forse una delle debolezze intrinseche del protocollo handshake SSL è che il browser verifica solo se il certificato presentato dal server è stato assegnato da un organismo di certificazione (Certification Authority, CA) affidabile. Il problema è in passato molti di questi CA sono stati compromessi negli anni passati cosicché gli hacker, i servizi segreti e i governi sono stati in grado di creare certificati apparentemente affidabili e approfittare di questi per eseguire attacchi man in the middle.

Il lavoro svolto dai ragazzi che hanno creato Debookee è stato eccezionale, in quanto hanno permesso di semplificare molto il lavoro dell’attaccante.

12 months of work for 1 single click.

1 click SSL/TLS/IMAPS decryption for iPhone/Android/TV/Fridge
No proxy to set anywhere, no bullshit.

-> Debookee v6.0.1 is now publicly available with 2 new modules: SSL & PROhttps://t.co/coP3T8qqiK pic.twitter.com/bCuO4btvrU

— Debookee (@debookee) 27 novembre 2017

Sul manuale c’è un intero esaustivo Capitolo 8 su “SSL/TLS Decryption Module” che spiega cosa accade quando si usano i certificati su Chrome che usa il pinning della chiave pubblica (più propriamente noto come Public Key Pinning Extension for HTTP o HPKP), ovvero un metodo progettato per offrire agli operatori dei siti Web un mezzo per specificare in modo tassativo le CA autorizzate a rilasciare i certificati i propri server. Il tutto viene definito tramite un’intestazione HTTP dal server al browser. L’opzione di intestazione può contenere, ad esempio, un algoritmo a chiave SHA-1 e/o SHA-256, la durata massima del pin, il supporto o meno dei sottodomini e la rigorosità del pinning.

Se un certificato per il dominio del proprietario del sito Web viene rilasciato da una CA non elencata (ossia, non “fissata”), un browser che supporti il pinning della chiave pubblica mostrerà un avviso di attendibilità. Il proprietario del sito Web può contare sul fatto che le CA prescelte non rilasceranno erroneamente un certificato per il proprio dominio. Spesso queste CA pongono restrizioni su chi può richiedere il rilascio di un certificato per i domini specifici del proprietario, fornendo così un livello aggiuntivo di sicurezza contro il rischio che i certificati vengano erroneamente rilasciati a soggetti non autorizzati.

Per bypassare tutto ciò è necessario installare il Debookee’s Certificate Authority sul nostro obiettivo target (e non sul computer Mac su cui gira Debookee) e seguire la semplice procedura che passa attraverso l’installazione di un mitmdump dal sito http://mitm.it:6969.

Test della decriptazione

Per abilitare Debookee al Modulo SSL è sufficiente andare nel Pannello SSL/TLS e dalla maschera di configurazione decidere se abilitare la decrittazione per tutti i target o anche per il proprio.

Siccome durante l’installazione dell’applicazione ho accettato l’installazione nel Keychain di Mac OS del certificato CA di Debookee, mi mostra con un led verde che la funzione di decriptazione del traffico per il proprio traffico (Own Traffic) era già abilitata e disponibile. Invece, per altri target, la funzione non lo era perché occorreva installare localmente il certificato Debookee (operazione fatta di volta in volta seguendo le brevi indicazioni).

A questo punto, quando si attiva lo sniffer del proprio traffico e si inizia a navigare su qualche sito, invece di avere il laconico messaggio “Can’t decrypt TLS yet” della versione analizzata nella precedente recensione (perché app come Netflix, Paypal e Eni Gas e Luce, almeno nella fase di autenticazione, usavano comunicazioni criptate)

Debookee NA 3

ora è possibile analizzare la url completa della richiesta GET/POST e anche il dettaglio di ogni connessione che transita nel canale cifrato di tutto il traffico locale

Durante la prova mi sono anche imbattuto in qualche sito che non accettava il certificato di Debookee in una chiara dimostrazione di quello che prima mi ero accinto a spiegare sul Public Key Pinning Extension for HTTP o HPKP, cosa che comunque non pregiudica i nostri scopi.

Licenze

Debookee è un programma che offre una trial gratuita ma limitata nelle visualizzazioni in real time dei pacchetti del modulo di Network Analysis, mentre non è disponibile quello di WiFi Monitoring. Data la natura della applicativo, che non può funzionare in una sandbox e quindi non può rispettare le politiche restrittive di Apple, non è presente nell’App Store per cui è necessario scaricarlo e comprare le licenze direttamente dal sito del produttore.
La sola licenza “NA Module” costa 29,90$, quella sola “WM Module” costa 49,90$ mentre la nuova “SSL Module” costa 39,90$.

Tag:Apple, https, Mac os x, sniffer, ssl, tls, wi-fi, wireless
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Mar 10 2018

Codeanywhere: editor online elegante e veloce con la creazione di macchine virtuali

Posted by Antonio Troise
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Codeanywhere più che un editor di codice online è un vero e proprio ambiente di sviluppo avanzato ed elegante, che vi permetterà di collegarvi a vostri server da qualsiasi postazione (essendo una Web App è sufficiente un browser) e da qualsiasi dispositivo mobile (con la relativa app per iOS e Android).
Io l’ho provato e sono rimasto piacevolmente meravigliato dall’estrema velocità e fluidità della interfaccia su browser che per molti aspetti non si differenzia dalle più blasonate applicazioni desktop.

Caratteristiche

CodeAnyWhere è un editor davvero semplice da comprendere (anche se l’interfaccia non è localizzata in italiano) e completo dato che supporta nativamente fino a 75 linguaggi di programmazione (gestendo agevolmente l’auto-completamento del codice) e consente le connessioni ai server di tipo FTP, SFTP e FTPS, oltre che a poter collegare il vostro account a servizi di file hosting come Dropbox, Google Drive, OneDrive, ma anche a repository di Github e BitBucket o a servizi di web hosting come Amazon S3 e Digital Ocean, tutti rapidamente configurabili da una comoda finestra di Connection Wizard.

Non è da sottovalutare neanche la possibilità di accedere via terminale in SSH per gestire il proprio server. Nonostante sia tutto gestito via browser devo dire che la latenza è davvero minima e trascurabile.

L’interfaccia di Codeanywhere offre tutte le caratteristiche di un classico editor, oltre a quelle più avanzate come la selezione verticale del testo, un tasto Beautify solo per JavaScript, HTML e CSS, e una anteprima di tutto il codice in una colonna verticale sulla destra come Sublime Text in modo da spostarsi molto rapidamente da una sezione all’altra del proprio programma nel caso questo, come capita spesso, sia molto lungo.

Ovviamente è possibile aprire i file in Tabs in modo da poter navigare nei files da noi aperti e di chiuderli con sul semplice click sulla x di fianco al nome.

Container

Ma la cosa che secondo me rende unico questo editor e che gli da un plus non indifferente per testare il proprio codice al volo su diverse piattaforme, è quello di poter creare ad hoc un container con preinstallato dei servizi. La tecnologia usata è quella di uno dei sistemi più famosi per la creazione di ambienti virtuali in Linux, OpenVZ, con un futuro supporto a Docker.

Con un paio di click è possibile creare una macchina virtuale portabile pronta all’uso (disponibile ovunque e su qualunque dispositivo), con ambienti di sviluppo pre-costruiti come PHP, WordPress, Node.JS, Ruby e tanti altri. Sarà, infatti, sufficiente selezionare il linguaggio con cui si intende sviluppare ed il Sistema Operativo preferito (a scelta tra Ubuntu 11.04 o CentOS 6.5), cliccare su “Create” e attendere 15 secondi ed il gioco è fatto!

Appena il container desiderato è stato creato verrà aperto immediatamente un terminale con accesso SSH all’istanza virtuale appena generata e un file Readme con i dati principali del container, come l’indirizzo web a cui l’istanza è disponibile, lo spazio disco disponibile e la RAM. Questi ultimi variano in base al pacchetto che sia ha a disposizione. La versione Free permette, per esempio, la creazione di una sola istanza virtuale con 256 MB di RAM e 2 GB di HDD, ma non permette, per esempio, l’opzione Always ON, ovvero la possibilità di lasciare sempre accesa l’istanza virtuale invece che chiuderla ogni volta che smettiamo di lavorare, disponibile solo dal pacchetto Freelancer in poi.

Come si intuisce dal menu visibile cliccando col tasto desto sul Container, si hanno a disposizione molte possibilità di azione, come il suo restart o spegnimento, l’accesso via SSH, la sua configurazione o la possibilità di creare un Custom Stack. Avendo a disposizione più Containers in un singolo Progetto è possibile avere la Container Orchestration, ovvero la possibilità di far colloquiare tra loro i vari server virtuali.
Infine, tra i comandi, disponibili anche per l’accesso ai propri server FTP privati, troviamo anche l’Upload e il Download di file, tutto questo sempre da Browser o da App.

Revisioni

Anche senza avere un sistema di versioning nativo, Codeanywhere offre le Revisions, ovvero la possibilità di avere una sorta di cronologia dei vari salvataggi effettuate sui vostri files nel corso del tempo (un po’ come funziona il sistema di revisioni di WordPress). Infatti ogni volta che salvate un file, il sistema creerà automaticamente una revision, di modo che potrete sempre tornare alla versione precedente del file senza aver mai più paura di perdere il proprio lavoro.

La versione Free offre una sola revisione, ma già la versione Freelancer ne offre ben 150 fino ad arrivare alla Business che offre 1000 revisioni.

Conclusioni

In rete esistono tante soluzioni di Editor Online, più o meno performanti, ma nessuna così completa come Codeanywhere: oltre alla interfaccia reattiva che quasi non ci si accorge di non essere in un ambiente locale, la possibilità di creare e distruggere ad hoc istanze virtuale pre-builted anche Always ON, rendono Codeanywhere una piattaforma davvero sublime che ogni programmatore non potrà che adorarla. E così è stato per me. In una unica interfaccia ho tutti i mie siti (con accesso SSH) e i miei progetti ancora in fase di sviluppo sempre a portata di mano su qualsiasi dispositivo mi trovo a dover usare.

Io vi consiglio di dargli una possibilità attivando la versione Free (sarà sempre gratis ma con alcune limitazioni come 1 sola revisione, 1 sola connessione remota e 1 solo Container base e 1 dominio personalizzato) e poi valutare se fare l’upgrade all’abbonamento Starter (2€ al mese, con in più 20 revisioni, 5 connessioni remote, 2 domini personalizzati, ben 10 Container anche Always ON con 512MB di RAM e 5GB di Hard Disk), Freelancer (7$ al mese con 150 revisioni, 50 connessioni remote) fino ad arrivare a quelle Professional (20$ al mese) o Business (40$ al mese) per sviluppi più intensivi magari più adatte per un Team di lavoro.
Vedrete, una volta che provate Codeanywhere, non potete più farne a meno!

Tag:editor, programmazione, recensione, virtual-machine
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Dic 7 2017

Scrivener 3: una sofisticata app di videoscrittura per chi ama scrivere per Mac OS e iOS

Posted by Antonio Troise
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Descrizione

Tra le tante app di scrittura per Mac OS e iOS che ho recensito, Scrivener è la prima dedicata esclusivamente a chi fa dello scrivere un lavoro, una passione e una ragione di esistere, ponendo, quindi, una particolare attenzioni a romanzieri, poeti, sceneggiatori, saggisti e giornalisti o comunque a chiunque debba scrivere lunghi testi. Rispetto a quasi tutti gli editor di testo esistenti moderni, che pongono l’accento sul minimalismo estremo (eliminando qualsiasi forma di distrazione e focalizzandosi soltanto sul testo), Scrivener si pone un obiettivo nettamente diverso, mettendo a disposizione dell’utente una suite ricca di strumenti e un’interfaccia che faciliti il lavoro dello scrittore.

Caratteristiche

Scrivener, ideato da Keith Blount nel 2007 e giunto alla versione 3 nella sua versione per Mac OS (ora riscritta per 64 bit e supporta anche i MacBook Pro con TouchBar), ha un approccio completamente diverso, seguendo più uno schema logico a blocchi funzionali abbandonando il classico approccio lineare e dando la possibilità di intervenire sia sul singolo pezzo di scrittura che sulla struttura complessiva del lavoro.
Per chi viene dal mondo della programmazione, è come se si creassero diverse funzioni separate e poi in un unico main si riunisse il tutto compilando il codice nel formato voluto (Pdf, ePub 3, Docx e mob Kindle) e nella forma voluta (vi sono modelli per romanzi, saggi scientifici, poemi, raccolta ricette, sceneggiature, storie brevi, script comici, paper di ricerca, tesi, etc) con risultati di livello professionale sia per l’impaginazione che per la leggibilità.

Quindi, se siamo in vena di scrivere una sceneggiatura, ad esempio, Scrivener ci mette a disposizione un modello ad hoc pensato appositamente per agevolare il nostro lavoro, come la divisione dei documenti e dei testi sulla base di personaggi, ambienti e dialoghi.

Ovviamente i modelli sono tutti personalizzabili, creandone uno nuovo o modificandone uno già esistente.

Se è vero che i puristi della scrittura sanno benissimo che per scrivere, per esempio, un romanzo è più che sufficiente carta e penna, è anche vero che se si avvale del meglio che la tecnologia ci può offrire, come un computer e una applicazione atta allo scopo, il lavoro dello scrittore potrebbe essere ancora più efficiente e veloce. E’ per questo che la capacità di Scrivener di organizzare all’interno di ogni singolo progetto tutti i materiali necessari al lavoro (appunti, foto, suoni, pdf o pagine web) e link interni per collegare tra loro le diverse parti, è quantomeno vincente.

Ovviamente dispone del classico e insostituibile contatore di parole con un indicatore che si colorerà di rosso man mano che ci si avvicina al limite impostato. Nonostante non punti al minimalismo, non per questo, però, viene a mancare la funzione full-screen che permette di eliminare tutte le distrazioni sullo schermo per consentire di concentrarsi solo sul proprio testo (lo sfondo diventa nero e il testo scorre sullo schermo, tipo macchina per scrivere).

Ho trovato interessante, inoltre, la funzione “Istantanee” sotto il menu Documenti che permette di salvare diverse versioni di uno stesso documento o parte di esso, in modo da avere un backup e ritornare rapidamente sui propri passi in caso di ripensamento.

Molto utile la presenza di un tutorial interattivo (in lingua inglese) e dei filmati che possono far prendere confidenza con ogni opzione dell’app in maniera più rapida.

Tutorial Video

Se volete capire meglio le potenzialità di Scrivener, vi invito a visionare questo interessante tutorial in italiano, che con un esempio di progetto, vi permetterò di capire anche le meccaniche più complesse. Non è relativo alla versione 3 ma le meccaniche di base sono le stesse.

Inoltre, potrete anche iscrivervi al canale video di Literature and Latte su Youtube dove troverete decine di mini tutorial sempre aggiornati, purtroppo solo in lingua inglese ma comunque comprensibilissimi.

Scrivener per iOS

Se la versione per Mac OS è la regina incontrastata del desktop, quella per iOS io la vedo come un suo immancabile complemento soprattutto nella sua versione per iPad Pro. E’ infatti solo disponendo di uno schermo dalle dimensioni generose e di una tastiera comoda e possibilmente fisica, che si può prendere in considerazione questa app per scrivere le proprie opere.

D’altra parte, grazie anche alla possibilità di sincronizzare i documenti tra dispositivi diversi grazie a Dropbox (al momento in cui scrivo non supporta iCloud in quanto l’app per Mac non era ancora venduta su Mac App Store), anche la versione per iPhone, nonostante lo schermo ridotto, può avere una ragione d’essere per piccole modifiche del testo in portabilità.

Conclusioni

Sono rimasto davvero piacevolmente colpito dalla profondità di questa app e sicuramente la consiglio a quanti hanno intenzioni di cimentarsi nell’avventura della scrittura in un modo un po’ più professionale.

Dove trovarla

Scrivener

Scrivener 3 per Mac OS X è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 49,99€.

 

Scrivener

 

Scrivener per iOS è compatibile per iPhone e iPad ed è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 21,99€.

Tag:app, ios, mac os, recensione
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Dic 7 2017

Voice Dream Reader per iOS: la sintesi vocale realistica

Posted by Antonio Troise
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Descrizione

Voice Dream Reader è un app per iOS progettata per leggere testo da diversi fonti, come libri elettronici e pagine web, usando la tecnologia TTS (Text To Speech). La cosa che rende unica questa app è l’estremo realismo della sintesi vocali delle voci con tecnologia Acapela e Ivona proposte per la lettura. Inoltre, rispetto a VoiceOver, già incluso in iOS da anni nella sezione Accessibilità, Voice Dream Reader presenta molte più funzioni ed è compatibile con numeri formati di file.

Funzionamento

Oltre a supportare tantissimi formati, questa app possiede numerose voci per tutte le lingue (186 voci per 30 linguaggi) e permette di scaricare, a pagamento, voci in alta a qualità. Per la lingua Italiana ne sono disponibili 5, anche se aperta per la prima volta l’app sarà possibile scegliere gratuitamente inizialmente solo una delle 3 voci italiane proposte, tutte di tecnologia Acapela: Chiara (Acapela), Fabiana (Acapela) e Vittorio (Acapela).

Per ogni voce è possibile ascoltare una breve demo in modo da decidere quale voce si preferisce installare.

Attenzione, però, perché solo la prima voce è gratuita. Una volta scelta, tutte le successive saranno a pagamento:

Si nota subito che le voci con tecnologia TTS (Text To Speech) Acapela hanno un prezzo inferiore di quella Ivona e a buon ragione: quelle di Ivona (ora IVONA Speech Cloud Beta è stato acquisito da Amazon ed è divenuto Amazon Polly), non proposte all’avvio, a mio parere hanno una inflessione e un calore tipicamente umano. A sentirle sembra quasi di capire l’età e il carattere della persona che sta parlando. Impressionante!

Per farvi capire la differenza ho registrato tutte le voci italiane disponibili all’acquisto sull’app facendogli leggere un piccolo pass tratto da un racconto di Edgar Allan Poe – Gli Assassinii della Rue Morgue (liberamente distribuibile da LiberLiber.it):

Test Voci Italiane


http://www.levysoft.it/wp-content/uploads/2017/12/Voice_Dream_Reader_Giorgio_480.mov

Personalmente, invece, delle 3 demo Acapela ho trovato molto realistica la voce di Fabiana (nonostante non fosse indicata come tra quelle Preferite).

Caratteristiche

Per cambiare voce, dalla Libreria è sufficiente toccare l’icona a forma di ingranaggio in basso a destra e scegliere l’opzione “Gestione Voci”.

Da qui è anche possibile regolare la velocità del parlato (che inaspettatamente è settato di default ad una velocità molto alta) e il volume.

Molto interessante ed originale è la possibilità di seguire un breve tutorial facendoselo leggere dalla voce selezionata.

Per importare i file nella Libreria della app, è sufficiente premere il tasto + nell’angolo in alto a sinistra dello schermo. Voice Dream Reader supporta tantissimi formati (PDF, ePub DRM free, TXT, RTF, ZIP, DOC, PPT, Pages) e si integra perfettamente con Dropbox, Google Drive, Pocket, Evernote, Instapaper, Bookshare e Gutenberg. Da non sottovalutare il fatto che l’app può leggere anche il testo contenuto nella Clipboard di iOS.

E’ possibile, inoltre, far leggere gli articoli su Safari premendo il pulsante Condividi e selezionando “Salva su Voice Dream”. Una volta selezionato, Voice Dream Reader potrà leggerlo anche in offline.

Conclusioni

Nonostante da anni su Mac OS e su iOS la sintesi vocale sia stata sempre presente, sia in Accessibilità che come opzione di Siri, il plus di Voice Dream Reader è sicuramente le numerose voci disponibili, 186 voci per 30 linguaggi, e il loro estremo realismo. Peccato solamente che, per il costo dell’app, non venga offerta gratuitamente una delle due voci Ivona nettamente superiori alle tre di Acapela.

Dove trovarla

Voice Dream Reader   Voice Dream Reader per iOS è compatibile per iPhone e iPad ed è disponibile per l’acquisto direttamente su iTunes Store a questo link, al prezzo di 16,99€.

Tag:recensione, tts
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