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Oggi vi propongo una curiosa comparazione tra due riviste che sono uscite col loro primo numero quasi contemporaneamente: Wired Italia (19 Febbraio 2009) e BlogMagazine (23 Febbraio 2009). La prima, altro non è che la versione italiana della oramai famosa e blasonata Wired americana, la più nota rivista di tecnologia al mondo. La seconda, è, invece, stata partorita dalla fervida e ambiziosa mente di Giuliano Ambrosio autore di Julius Design. Se Wired Italia ha il gravoso compito di portare una voce nuova nel panorama IT italiano fornendo nuove chiavi di lettura nel mondo dell’innovazione e proponendo contenuti che ricalcano l’impostazione di quelli della testata madre americana, adattati comunque alla realtà italiana, BlogMagazine ha, invece, l’onorevole compito di dare voce a tutti gli autori della blogosfera italiana, famosi e non, senza distinzione di sorta se non per la qualità dei contenuti che offrono, candidandosi di fatto a divenire una rivista fatta dai blogger per i blogger!
Presentazione e versioni delle due riviste
Se la rivista di Wired Italia è stata presentata a Milano insieme ad altri blogger per sentire il loro punto di vista, anche BlogMagazine ha avuto il suo momento di celebrità con la presentazione alla FNAC di Torino.
Ma, mentre Wired Italia, è una rivista principalmente cartacea che, però, trova una suo corrispettivo virtuale sul suo sito ufficiale, BlogMagazine, essendo un esperimento di editoria virtuale, che nasce sul web e vive sul web, è principalmente una rivista elettronica fruibile in modalità sfogliabile (2 pagine per volta) in Flash e scaricabile in formato PDF per chi volesse consultarla offline o, magari, per i più arditi, stamparla.
Confronto tra le due copertine
Curioso come entrambe le riviste, per la loro copertina, abbiano optato, oltre ad una scelta di colori molto simile, principalmente in bianco e nero con qualche tocco e sfumatura di blu, anche due personaggi di spicco in base al target e agli obiettivi che si prefiggevano. Wired Italia ha scelto Rita Levi Montalcini: molti hanno criticato questa scelta, ma io credo che abbiano voluto mettere qualcuno che, a furor di popolo, fosse riconosciuta come una mente eccelsa ma con grande classe e stile, proprio quello che si prefigge la rivista che spera di ricalcare il successo editoriale della testata madre americana.
BlogMagazine, invece, ha scelto qualcuno che fosse noto a tutto il popolo della rete (giovanile e non), e quale personaggio geniale, forse un po’ geek nel suo ambito, ma che avesse carisma da vendere si poteva scegliere se non il Dottor House?
In entrambi i casi, però, la scelta è ricaduta su due geni, diversi tra loro ma complementari, proprio come lo sono le due riviste!
Il peso della pubblicità in rapporto al numero delle pagine
Wired Italia costa 4€ mentre BlogMagazine è del tutto gratuita. Ma la cosa più importante, è che la rivista di Wired Italia conta ben 240 pagine di cui ben 80 pagine di pura e fastidiosa pubblicità (le ho contate tutte, pagina più pagina meno, esclusa la pubblicità del copertine), che si infila tra gli articoli interrompendone la continuità visiva e facendo assomigliare la rivista ad una di quelle pubblicazioni da 4 soldi di cui spesso le edicole sono piene. Talvolta ho anche la sensazione che molti articoli altro non siano che pubblicità camuffate, come quella della CANON HF11 a pagina 217 o quello dell’Aspirina C a pagina 236. Gli articoli sono mediamente interessanti, nulla di eccezionale, ma, come al solito (ed è per questo che ho smesso da anni di comprare le riviste in edicola) trovo molto più interessanti e stimolanti le discussioni o gli articoli della blogosfera italiana e internazionale, che, oltre ad essere più aggiornata (come è ovvio che sia) sa anche essere, spesso, molto più profonda.
Di contro BlogMagazine, oltre ad essere del tutto gratuita, conta appena 44 pagine ma con solo 4 pagine di pubblicità (e sono tutti siti di servizi web gratuiti e quindi comunque utili segnalazioni) tutte con un loro spazio a pagina intera ma che non interrompono alcun articolo. Gli articoli sono, anche qui, mediamente interessanti. Nulla di troppo eccezionale, almeno secondo il mio punto di vista che è abituato a leggere e approfondire di tutto sul web, ma ho trovato degno di nota il fatto che sono tutti originali (e quindi richiedono uno sforzo ulteriore per i blogger che li scrivono),rilasciati con licenza Creative Commons e spaziano tra diverse rubriche come Tecnologia, Hi-Tec, SEO, Web, OS, Design, Cinema, Mobile, Console e, perché no, Gossip. Insomma un po’ quello che si ritrova quotidianamente se si gira nella blogosfera italiana!
Confronto tra la grafica delle due riviste
Per quando riguarda la grafica, nonostante BlogMagazine abbia un project design ancora in beta (l’impaginazione è stata fatta con Adobe inDesign), l’ho comunque trovata accattivante e interessante. La stessa cosa devo dire per la rivista cartacea Wired, ma credo che a rovinare la resa grafica sia la onniprensente pubblicità che rende lo stampo editoriale un pochino confuso. Spesso mi è capitato di domandarmi se la pagina seguente era il proseguimento dell’articolo o una pagina pubblicitaria, tanto erano simili nell’impaginazione, nei font, nei colori e nella grafica generale: so che tutto ciò è stato fatto apposta (un po’ come si usa con gli Adsense di Google) ma devo dire che alla lunga risulta fastidioso.
Conclusioni
Di queste comparazioni, sono rimasto davvero impressionato dai numeri sulla pubblicità: su Wired Italia, il 33% esatto delle pagine è costituito da pubblicità (80 su 240), mentre su BlogMagazine, solo il 9% delle pagine (4 su 44) è dedicato alle sponsorizzazione (francamente non so neanche se è pagante). E’ vero che Wired Italia deve assorbire tutti i numerosi costi della distribuzione capillare in Italia (il primo numero ha avuto una tiratura speciale di 250mila copie), pagare fior fiore di giornalisti e curare al dettaglio la grafica della rivista, è vero che il costo di 4€ non è tra i più alti, è anche vero che facendo un abbonamento biennale si risparmia oltre l’80% (24 numeri a 19€), ma è anche vero che ho fatto molta fatica a leggere l’ingombrante rivista.
In definitiva, sicuramente BlogMagazine continuerò a seguirlo: è gratuito, facilmente reperibile su internet (e magari consultabile anche dal mio iPod Touch) e spero che migliori sempre di più. Altrettanto non posso dire di Wired Italia: forse gli darò una seconda opportunità col secondo numero, anche se devo ammettere che trovo più facile leggere una pubblicazione in PDF, anche voluminosa, piuttosto che una cartacea (se si esclude il gusto di leggere un bel libro).
Cosa ne pensano i blogger di Wired Italia
Questo era il mio punto di vista. Ma ecco cosa ne pensano alcuni blogger italiani della rivista Wired Italia (BlogMagazine è stata annunciata al grande pubblico ieri 23 Febbraio e quindi non ho trovato molte testimonianze in rete).
[…] anche se non dice nulla di nuovo per coloro che bazzicano da queste parti da un po’.
Ma più di tutto mi ha fatto riflettere il fatto che sia il primo giornale di carta che compro da, boh, saranno 2 anni. Leggere riviste su carta è scomodo, sono troppo grosse per il letto e ormai il tempo in bagno lo uso per tenermi in pari con i feed. E poi mancano i link da cliccare.
Ma a parte questo, e a parte un certo fastidio per il richiamo a quel giornale più che mitico, Wired Italia non mi convince soprattutto perché dopo averlo sfogliato e letto mi si è materializzato un enorme punto di domanda sulla testa: e quindi? Che cosa mi vuoi dire?
Ma su tutto: questa sensazione di eccesso. Troppe cose, troppo confuse, molto rumore e pochissimo segnale. Aspetto con simpatia il prossimo numero.
Mi aspetto poi tanto e di più dal sito web che in fin dei conti esteticamente non è malaccio ma deve proporre contenuti originali e validi […] Inoltre, negli articoli del sito non ci sono link verso l’esterno: Wired non può fare come Il Corriere e La Repubblica.
240 coloratissime patinatissime pagine imbottite di pubblicità; euro 4
Napolux (da un commento):
Comunque a me Wired Italia puzza di buco nell’acqua, e non da oggi. Come fai a lanciare una rivista tecnologica nel 2009 ancora su carta?
UPDATE: Ho letto una critica a Wired di un blogger di Fantascienza.com… gli ultimi numeri della rivista non li ho più comprati e comunque vedo che per molti è ancora una grande occasione fallita. Un altro punto di vista.
Pingback: Fast Link Collection - 24 Febbraio 2009 | MondoBlog 24 Febbraio 2009
[…] Wired Italia Vs BlogMagazine […]
Beh, sono una scommessa entrambi. Purtroppo non ho avuto il tempo di leggerli e sinceramente quando stavo per scaricare BlogMagazine mi son detto: ma non sarà una rilettura di quanto già letto tramite feed e siti d’informazione online (PI, HwUpgrade, etc…)?
Ciao,
Emanuele
cazzo! quoto appieno napolux e scusami il francesismo!
Io in teoria avrei dovuto ricevere le rivista una settimana fa, direttamente a casa, ma non mi si è presentato ancora nulla. Devo dire che mi hanno avvisato del ritardo, ma ad oggi 25 febbraio ancora nessuna notizia nella buca della posta.
Ho comunque avuto modo di sfogliarla, grazie ad un mio amico, che non ha comprato la rivista, ma che è andato alla festa wired e lì la davano gratis, parole sue: ‘che spendo 4€ per comprare una rivista e poi trovo tutto online?’. In tutti i modi la sensazione che mi ha suscitato wired è stata positiva per quanto riguarda la copertina, ehehe, per il resto un pò di perplessità generale, come dice Beggi mancano i link da cliccare 😉
blogMagazine invece penso sia una specie di svolta nel panorama della blogsfera italiana, ovvio esistono altre riviste online, ma non con questa impronta.
per ora wired 0 blogmagazine 1, ma c’è tutto il tempo, la sfida continua
Non so. Le riviste cartacee continuano ad esistere e del resto ogni tanto le si sfoglia con piacere, vuoi per togliere gli occhi dallo schermo per un pò, vuoi perchè coloro che oggi sono adulti hanno ormai consolidato tale abitudine o rituale.
Certo a nessuno oggi verrebbe in mente di cercare su di una rivista cartacea quelle anticipazioni o quegli aggiornamenti in cerca dei quali, con eccessiva frequenza, ricarichiamo 100 volte al giorno l’homepage di Engadget o MacRumors; ad ogni supporto i suoi contenuti.
Leggo spesso questo blog e colgo l’occasione per congratularmi con l’autore: i suoi interventi potrebbero trasformarsi in una rubrica di Wired o di BlogMagazine, sono curiosità, approfondimenti, informazioni iteressanti e bene esposte.
Credo sia questo quello che rende una testata un prodotto valido, al di là del supporto, la qualità dei contenuti, quindi il valore professionale di redazione e collaboratori, coloro che ci scrivono insomma, un pò come avviene per i quotidiani migliori, quelli detti d’opinione che non leggi per sapere semplicemente quello che è successo (puoi andare sul sito dell’Ansa per quello) ma per approfondire o per leggere il parere di firme autorevoli.
Un’ultima cosa: produrre carta inquina e spreca risorse tutt’altro che infinite, detto questo però non è che un pdf offra uno strumento più evoluto e neppure più “verde” visto il consumo (spesso inutile) dei computer di oggi.
Pingback: Blog Magazine » blogpocket 28 Febbraio 2009
[…] Italia han hecho lo propio y acaban de sacar a la luz Blog Magazine, una revista que segun Levysoft puede plantarle cara al mismísimo Wired: “Wired Italia Vs […]
@dominique: grazie per i complimenti… troppo buono 🙂 E ottimo commento… sono daccordo in tutti i suoi punti!
Allora, innanzitutto, non so: a me questo articolo sembra parecchio fazioso. Voglio dire: come diavolo si fa a confrontare BlogMagazine con Wired? Scusatemi, ma l’impostazione grafica di Wired mi piace moltissimo, ma forse perché conoscevo già la versione americana. Mentre nutro forti dubbi che chi ha scritto queste parole Wired USA lo conosca o lo abbia mai letto. Ciò posto: 240 pagine di cui 80 di pubblicità. Partiamo col fatto che a me la pubblicità NON ha dato fastidio, ho notato che si son ben tenuti dallo spezzare gli articoli più importanti, e questo è solo un bene. Comunque, dicevano: 240 – 80 = 160 pagine. E mi vieni a dire che BlogMagazine è migliore perchè su 44 ne ha solo 4 (che fanno 40 pagine, molte delle quali di rimandi a notizie conosciute e straconosciute)? Io credo che Wired, tesoro mio, abbia dei costi di realizzazione “leggermente” (è un eufemismo) diversi. Ci sono giornalisti professionisti che ci lavorano (e scusami, ma le marchette me le aspetto più da un blogger…) – che sono pagati -, ma soprattutto, ci sono costi di stampa. Vuoi vedere che abbiamo scoperto il perchè Wired costa 4 euro? ALtra cosa: dove hai visto l’impostazione in bianco e nero di Wired? La copia che ho ricevuto io in abbonamento è a colori: non è che ne hai acquistata una di fotocopiata? Altra cosa: scusami, ma a me sembra che buona parte di ciò di cui parla Wired non si trovi in rete. E’ ben vero che su Internet si parla di Arduino o di Echelon, ma un servizio come tale, con un’impostazione giornalistica e tanto di “visita” e interviste, mica le trovi. E questi sono servizi che si pagano per essere realizzati, che non fai con un copia e incolla di web-notizie. Ti potrei dire che BlogMagazine è un mirror di quanto trovi in rete, ma non lo farò, perchè mi piace pure BlogMagazine e va benissimo così. Ed evito confronti assolutamente fuori luogo e che rivelano una smaccata parzialità. A me a parlare bene di Wired non viene in tasca niente, se non che ho fatto l’abbonamento per due anni e ci terrei a ricevere tutte e 24 le copie prima che eventualmente lo chiudano. Quello che mi fa arrabbiare è un confronto fuori luogo come questo, che si rivela un bel boomerang e contribuisce a screditare l’opinione dei blogger (che per altro sono il primo a rispettare, almeno alcuni). Poi è chiaro che adesso scoppia il flame non tutti i bravi bloggettari pronti a difendersi, ma io ho solo voluto dare la mia opinione e, soprattutto, evidenziare l’infelice scelta di un confronto di questo tipo. Ciao!
Se mai ti venissero dubbi, di lavoro non faccio l’editore ma l’analista (informatico) e non ho un blog (spero non sia un fattore discriminante)
PS: sorvolo poi su alcuni aspetti, tipo che BlogMagazine NON è una rivista registrata (zero costi), che non paga chi si scrive (zero costi) e, dulcis in fundo, non so ho come la sensazione che perfino per l’immagine di copertina non siano stati pagati i diritti (e immagino tu sappia che su riviste come Wired si pagano i diritti su ogni minima foto e il compenso al fotografo).
@Antony: Non pensavo che questo post potesse scatenare tanto diverbio… comunque sono contento che hai scritto il tuo punto di vista… perché contribuisce ad arricchire il mio articolo che, sicuramente, è soggettivo e non mi aspetto venga preso come punto di riferimento.
Ho scritto questo post quando mi sono accorto che a distanza di pochi giorni, erano nate due riviste, una molto più pubblicizzata e famosa, l’altra appena nata nella speranza che possa mai avere una versione stampata. Ho quindi preso alcuni parametri di giudizio, opinabili senz’altro, ma che ho ritenuto personalmente importanti. Tra tutti credo che sfogliare una rivista di cui 1/3 delle pagine sono pubblicità sia un fattore rilevante.
Per quanto riguarda il bianco e nero di Wired, mi riferivo solo alla veste grafica della copertina (come si capisce dal titolo del paragrafo… ho comunque reso più chiaro il concetto nel testo).
Infine, non ho screditato la rivista anzi, nel mio piccolo, ho anche avuto la remota speranza che questo mio articolo potesse capitare sotto gli occhi degli editori di Wired Italia, in modo da rendere la rivista sempre migliore.
Ciao,
Antonio
Ma scusami, Antonio, abbi pazienza. Il “problema” del tuo post in realtà è molteplice. A parte la marea di (oggettive) obiezioni poste nel mio commento precedente, l’idea di base di un confronto tra un webzine e una rivista stampata, con due stili e modalità completamente differenti, è sbagliata. E anche volendolo portare avanti, hai palesemente sollevato gli eventuali difetti dell’uno (Wired) “scordandoti” che anche l’altro (BlogMagazine). Arrivi a scrivere frasi del tipo (riferito a BlogMagazine) “ma ho trovato degno di nota il fatto che sono tutti originali [gli articoli] (e quindi richiedono uno sforzo ulteriore per i blogger che li scrivono)”. Ah, perchè secondo te quelli di Wired, invece, sono copincollati? Vogliamo parlare degli articoli di copertina tanto per cominciare? Stiamo paragonando un’intervista ORIGINALE a una certa Levi Montalcini, con pagine (perdonami) di fuffa su Dottor House. Nemmeno se BlogMagazine avesse avuto un’intervista esclusiva a Hugh Laurie avrebbe avuto la stessa credibilità, lo stesso spessore (tralasciando il fatto che l’intervista alla Montalcini è stata fatta da un “certo” Giordano, che sono sicuro conoscerai). E arrivi a dire che, a modo loro sono entrambi dei geni. All’anima, quindi deduco che per te Ghandi e Alien sono entrambi dei benefattori per la loro specie e meritevoli entrambi della stessa stima. Non fa una piega. Tornando al discorso costi ti sei ben guardato da controbattere ai miei dubbi (credo legittimi) su:
1) rispetto dei diritti sulle immagini utilizzate: gliela facciamo una telefonata alla Fox per chiedere se qualcuno li ha mai richiesti per quelle immagini (il dubbio nasce dal fatto che non c’è il riferimento ad alcun permesso accordato, nelle pagine)? Vedi, il fotografo che ha scattato le foto della Montalcini (presumo) si è fatto (lautamente) pagare. E in genere non si paga solo lo scatto, ma pure i diritti. E questo costo si paga.
2) Registrazione: il fatto che BlogMagazine non si configuri come rivista registrata gli porta notevoli benefici. Per esempio, non è tenuto a pagare le persone che ci scrivono, ne a pagare le tasse, ne ad avere una sede legale (che si paga). Insomma, credo non sia un’implicazione da poco. Io credo, a spanne, che i 4 euro di Wired (che nel mio caso sono molti di meno perché ho fatto l’abbonamento) siano sufficienti a malapena a sostenere i costi di realizzazione “materiale” della rivista, e il profitto arrivi dalla pubblicità. E scusa se ti disilludo ricordandoti che anche l’editoria è un’industria e come tale deve portare profitto. Se poi non devi pagare stampa, giornalisti, viaggi per i reportage, fotografie e tasse… oh bè allora sicuramente puoi fare una rivista gratuita. Sicuro.
3) Dal punto 2 arriviamo al 3. Il 30% di pubblicità è una percentuale normalissima per una rivista cartacea (lo sottolineo perchè poco fa ti ho spiegato perchè ci sono costi di gestione ben diversi). SI tratta di una pagina su 3. Vai in edicola a verificalo te stesso. Quello che devi valutare, semmai, è il “netto”. E ti tieni ben lontano dal farlo: 160 pagine “nette”, su carta (costano…) contro 40.
Insomma, Antonio ora non ho tempo di star qui a continuare (il boss mi lincia e ho almeno 8mila righe di codice da debuggare oggi), ma devi ammettere che un mezzo passo falso lo hai pur fatto. Nessuno ti vieta di esprimere la tua opinione (questa in fondo è casa tua e ci fai quel che vuoi), ma ti consiglio di farlo sempre con cognizione di causa. Perchè se alcune recensioni di Wired ti sembrano delle marchette (a me no), prova a immaginare cosa posso pensare io nel leggere e rileggere il tuo articolo…
Dai credo di aver approfittato fin troppo di questo spazio, un saluto!
ps. ciò posto, ti ringrazio molto per il tono civilissimo delle tue parole, davvero!
@Antony: secondo me dipende dai punti di vista. Potrei aver fatto un passo falso se avessi avuto l’ardire di sventolare ai quattro venti il mio articolo come “oro colato”. Queste sono solo alcune mie considerazioni personali e senza la volontà di voler creare dei precedenti, ma magari, solamente, dare qualche spunto di riflessione, tutto li. E puoi stare certo che nessuno, da julius ai vari blogger, mi hanno mai chiesto di scrivere dolci parole su BlogMagazine. Certo, essendo un blogger anche io, probabilmente il mio articolo poteva soffrire di una maggiore simpatia nei loro confronti, ma di sicuro non me ne faccio una colpa.
Ciao,
Antonio
Beh, leggendo il particolareggiato, interessante e molto ben argomentato post di Anthony e la disarmante replica (anzi, sarebbe meglio NON replica di Troise), si capisce bene perchè nel 2009 c’è ancora un certa differenza (in questo caso direi una distanza siderale) tra giornalisti e blogger. A svantaggio di questi ultimi, non si fosse capito.
@Ktg1973: La mia non vuole essere una recensione dettagliata tra le due riviste con una valutazione assoluta delle due, ma semplicemente un primo punto di vista, perlopiù a caldo. E’ quello che un lettore potrebbe pensare ma non ho mai pensato di assurgermi a giornalista o a critico. Infatti, ho comprato il secondo numero di Wired e devo dire che è migliorato parecchio soprattutto in alcune cose che avevo criticato: ora il numero di pagine è di 176 di cui solo 50 pagine (di cui ben 16 nelle prime pagine, lasciando gli articoli con un maggior respiro): la percentuale è del 28%, sicuramente minore del 33% del primo numero (80 su 240). La sensazione è che si ha in mano una rivista più snella, senza interruzioni pubblicitarie nel mezzo di una lettura di un articolo, ma ricca di notizie interessanti.
ragazzi ma come fate a giudicare una rivista che è uscita con un solo numero?? molti mi sembrano commenti fatti giusto per parlare…
aspettiamo il 2 numero di blogmagazine almeno! 🙂
Anche io in qualche misura ho fatto un confronto tra le due riviste. Concordo con l’intero post e anche con i commenti (compresi quelli di Anthony). Ci sono punti in comune. Uno in particolare, ovvero il target. Entrambe fanno riferimento ad un pubblico di persone interessate all’innovazione che vogliono l’anteprima sugli sviluppi tecnologici nel mondo e in Italia.
Vorrei solo fare due riferimenti a commenti precendenti.
Uno (di Anthony) che diceva che per giudicare Wired Italia bisogna conoscere Wired (USA). Personalmente penso che il prodotto vada valutato per quello che è nel contesto in cui si trova. Forse quello che intendeva dire è che non si può paragonare perché è sbagliata la mia premessa iniziale sul target, e Wired non è fatto per innovatori, ma semplicemente per creare un figlio italiano del padre americano (anche se fa poco senso a livello commerciale). Che poi non si possano fare confronti a livello di contenuti è un altro paio di maniche, a mio avviso. Né in uno, né nell’altro ci sono articoli copia-incollati (almeno mi pare). Il fatto che in Blogmagazine ci siano articolisti amatoriali è semplicemente una scelta editoriale, come anche quella di pubblicare solo online per una questione di prezzo, probabilmente. Significa che nel bacino dei lettori, Wired punta al settore “lusso” mentre Blogmagazine è un po’ più “proletario”. Senza fare distinzioni morali che uno è meglio dell’altro. A me l’idea di un blog scritto da gente come me piace tantissimo, tant’è che appena sarò di buzzo buono penso che scriverò anch’io qualcosa a loro, col rischio che non venga pubblicato. Da Wired mi aspetto un passo in più. Visto che appunto ha un budget e punta in alto (se non mi aspettassi molto, non mi sarei abbonato) in qualche maniera dovrebbe andare a scovare le cose che ai semplici blogger sfuggono (interviste agli a.d. di Google, di Facebook, di Microsoft …). Il mio timore per Wired è che si appiattisca a diventare una copia di Focus o simili.
Il secondo commento al quale volevo riallacciarmi e poi chiudo, che ho già spammato abbastanza, è quello di Laura che dice che non si può giudicare Wired dal primo numero. Vero. Infatti, nel frattempo (io arrivo sempre tardi) ne è uscito un altro 🙂
Scherzi a parte, immagino intendesse che bisogna aspettare ancora un po’. Anche qui mi dissocio, perché la mia speranza, come dice Antonio (non voglio leccare a lui, perché è il padrone di casa. È la prima volta che finisco sul suo blog e manco lo conosco), è di poter dare dei consigli a quelli di Wired. Si sa che i blogger si sentono importanti e che pensano di essere sotto i riflettori di tutti anche se a volte sono delle caccole (come nel mio caso). Visto che comuqnue in molti ci tengono a Wired, sarebbe un peccato che per un banale errore di valutazione del pubblico, fallisca un così bel progetto.
@Daniel: grazie mille Daniel… il tuo commento è stato molto apprezzato perché equilibrato e ponderato. In effetti, come detto, il secondo numero di Wired è, secondo me, migliorato rispetto al primo. Curioso come il numero di pagine possa cambiare da un numero all’altro (ho visto che la stessa cosa accade con Wired USA): di solito le riviste hanno le loro 80/120 pagine fisse da riempire in tutti i modi. Forse questo è un indice di maturità e professionalità: se la rivista ha qualcosa da scrivere allora aumenta il numero di pagine altrimenti le riduce invece di riempirle di notiziole inutili!
Parlavo della vostra “rivista” proprio oggi con un amico. Siamo entrambi lettori storici di MC-Microcomputer, la famosa rivista di informatica che ha fatto scuola nel suo settore e scomparsa “prematuramente”.
Ho comperato wired incuriosito… mi ha deluso non poco. Erano 4 anni che non comperavo piu’ una rivista in edicola, anche perche’ Topolino non rientra in questa categoria (quello lo compero da quando avevo 5 anni…).
Il vostro magazine è molto interessante, comodo da leggere, perché digitale e soprattutto, non finisce nel marsupio di qualche postino scorretto.
Sono del parere che il “futuro” dell’editoria sia questo: uno stampa se proprio non resiste al “fascino” della carta sprecata per le riviste (io sono piu’ tollerante per la carta stampata dei libri…), altrimenti legge comodamente sul monitor.
certo, poter leggere una “rivista digitale” sul display del telefonino o sentirla “leggere” da una voce sintetica, magari mentre si guida e si viene annoiati dalle solite trasmissioni di gossip che vanno in onda alla radio, sarebbe molto comodo…
Pingback: Wired... pubblicit diversa? - Web Marketing Forum 17 Luglio 2009
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