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Secondo il calendario dello Switch-off del TV analogica in Italia, entro il 2010 il 70% degli italiani vedrà la televisione esclusivamente con il nuovo segnale digitale terrestre: saranno circa 14 i milioni di cittadini coinvolti nel 2009 e ben 23 nel 2010 per un totale di circa 35 milioni.
La transizione al digitale terrestre, però, avverrà progressivamente interessando, ogni 6 mesi, varie regioni italiane divise in 16 aree a partire dal secondo semestre del 2009 fino al secondo semestre del 2012. Infatti, a differenza del governo precedente che aveva immaginato una scadenza unica per tutta l’Italia, fissata al 12 dicembre del 2012, il governo Berlusconi ha deciso di indicare un processo regione per regione (qui potete scaricare il relativo decreto legge, mentre qui e qui gli allegati).
Il calendario dello Switch-off del tv analogica in Italia
Il calendario di transizione al digitale è articolato in otto diversi archi semestrali per garantire una continuità radioelettrica tra le diverse aree (onde evitare problemi interferenziali con le regioni limitrofe o con le altre nazioni), considerando, tra le altre cose, anche il numero di emittenti locali presenti, la conformazione orografica del territorio e una ripartizione equilibrata tra Nord, Centro e Sud del Paese, nonché omogenea anche con riferimento alla presenza di famiglie economicamente o socialmente disagiate, al fine di consentire una erogazione di contributi statali bilanciata per ciascuno dei quattro anni del processo di transizione.
Ecco, quindi, nel dettaglio le date (aggiornate con le nuove date dello switch-over):
31 Ottobre 2008
Sardegna
1° Semestre 2009
Valle D’Aosta (tra il 14 e il 23 settembre 2009): switch over già operativo
2° Semestre 2009
Piemonte occidentale (province di Torino e Cuneo): tra il 24 settembre e il 9 ottobre 2009 (switch over dal 20 maggio 2009)
Trentino-Alto Adige: per la provincia di Trento (inclusi 12 comuni delle province limitrofe Bolzano:Aldino-Aldein, Cortina sulla strada del vino-Kurting an der Weinstrasse, Egna-Neumarkt, Montagna-Montan, Ora-Auer, Proves-Proveis, Senale San Felice-Unserelie Verona:Brenzone,Malcesine, Vicenza:Lastebasse, Pedemonte e Valdastico) tra il 15 e il 30 ottobre 2009 (switch over dal 15 febbraio 2009), per la provincia di Bolzano tra il 26 ottobre e il 13 novembre 2009 (non è previsto alcun switch over)
Lazio (esclusa la provincia di Viterbo): tra il 16 e il 30 novembre 2009 (switch over dal 16 giugno 2009)
Campania: tra l’1 e il 16 dicembre 2009 (switch over limitatamente a Napoli e Salerno e altre piccole parti delle province dal 10 settembre 2009)
1° Semestre 2010
Piemonte orientale
Lombardia (esclusa la provincia di Mantova, ma inclusa la provincia di Piacenza)
2° Semestre 2010
Emilia-Romagna
Veneto (inclusa la provincia di Mantova)
Friuli Venezia Giulia
Liguria (esclusa la provincia di La Spezia)
1° Semestre 2011
Marche
Abruzzo
Molise (inclusa la provincia di Foggia)
Basilicata
Puglia (incluse le province di Cosenza e Crotone)
1° Semestre 2012
Toscana
Umbria (incluse le province di La Spezia e Viterbo)
2° Semestre 2012
Sicilia
Calabria
Nota: Per “switch over” si intende l’inizio del passaggio al digitale. Questo avverrà con lo spostamento di Retequattro e Raidue dall’analogico al digitale
Disuguaglianza tra regioni ricche e regioni povere
Questa è la situazione ad oggi. Ora mi chiedo, al momento fatidico dello Switch-off del tv analogica, tutte le famiglie italiane potranno disporre di un decoder digitale terrestre ? Ovviamente la risposta alla mia domanda sarà no e, così, all’indomani del passaggio al digitale, molte famiglie si troveranno con un televisore praticamente inutilizzabile poiché non potrà più ricevere le trasmissioni analogiche via etere!
Immagine tratta da davidemaggio.it
Anche se il Ministero, oltre ad una massiccia campagna di informazione e comunicazione su larga scala, ha già deciso di erogare un contributo alle famiglie con reddito inferiore a 15 mila euro (per un totale di 100 milioni annui), proprio per venire incontro alle famiglie meno abbienti, sono sicuro che molte non riusciranno ad usufruirne, con la conseguenza che ci troveremmo di fronte ad una inaccettabile disuguaglianza tecnologica tra regioni ricche e regioni povere, tra famiglie facoltose e famiglie meno ricche. Una disuguaglianza che dividerebbe drammaticamente la popolazione, ledendo, per i cittadini più in difficoltà, il diritto fondamentale all’informazione.
Contributi per un solo decoder: e chi ha 2 o più televisori?
Il problema, però, credo non sia solo per quelli che non hanno voluto comprare o non possono ancora permettersi un decoder digitale terrestre, ma anche per quelli che già ne hanno uno. Infatti, i contributi alle famiglie prevedono solo un solo sconto per famiglia per l’acquisto di un decoder. Ma, probabilmente, a casa di molti italiani, ci sarà più di un televisore e, quindi, ciò comporterà una indubbia spesa per coloro che vorranno renderli tutti funzionanti.
Faccio un esempio personale: io a casa ho due televisori LCD e un solo decoder digitale terrestre esterno. Quando l’anno prossimo avverrà lo switch off delle frequenze analogiche per la città di Roma, a casa mia solo un televisore potrà ricevere i canali televisivi, mentre per l’altro dovrò fare un ulteriore spesa (senza alcuno sconto) per renderlo compatibile.
Le dimensioni eccessive dei decoder DGTV
Un altro problema del tutto sottovalutato è anche di natura logistica oltre che economica, in particolare riguardo le dimensioni che attualmente hanno i decoder per il digitale terrestre: attualmente, a mio avviso, sono tutti troppo grandi! Sul mercato si trovano solamente decoder digitali grandi quanto una scatola di scarpe e anche i più piccoli e fini sono sempre molto ingombranti. Quello che mi piacerebbe trovare sul mercato è dei decoder DGTV tanto piccoli che si possono nascondere dietro al televisore senza per questo dover attrezzare una base apposita. Infatti, sempre facendo riferimento alla mia esperienza personale, il mio secondo televisore è situato in un posto che non ha altro spazio da dedicare ad un ulteriore apparecchiatura elettronica.
Sul mercato informatico, esistono da tempo, ricevitori digitali terrestri grandi quanto una pennetta USB: perché non fanno lo stesso anche per i televisori? Oppure, se proprio non riescono a ridurne le dimensioni (la scusa che non sia possibile ridurre le dimensioni perché sarebbe impossibile inserire le schede prepagate non regge in quanto non tutti sono interessati ai canali a pagamento), perché non mettono in dotazione anche un supporto VESA standard in modo da poterli installare in maniera invisibile e meno ingombrante dietro qualsiasi televisore LCD (magari prendendo spunto dall’Asus Eee Box)?
Consumi energetici
Per non parlare, poi, del maggiore consumo energetico annuale che ogni famiglia dovrà pagare di tasca propria solo per installare un altro apparecchio elettronico in casa propria, uno per ogni televisore. Secondo la rivista AFDigitale, il costo in euro per la corrente elettrica consumata dal decoder in un anno di utilizzo (stimando 4 ore giornaliere di funzionamento per 300 giorni/anno e il resto del tempo in stand-by) e considerando il costo del KWh pari a 0,16 euro, si può arrivare a spendere sino a 23€ in più all’anno per ogni decoder!
Inoltre, secondo i tecnici di AFDigitale, la grandissima maggioranza degli apparecchi DGTV esaminati, anche quando ufficialmente non lavorano, cioè nessuno guarda la Tv, continuano a sintonizzarsi sul canale dal quale ricevono gli eventuali aggiornamenti firmware (il sistema operativo interno dell’apparecchio). Se si moltiplicano i 6 Watt medi dello stand by di un decoder per i 5 milioni di decoder digitali terrestri attualmente attivi si arriva alla ragguardevole cifra di 30 megaWatt di potenza impegnata l’anno; nel 2012 quando i decoder saranno 35 milioni (calcolo per difetto perché si considera 1 decoder a famiglia) avremo 210 megaWatt di potenza l’anno letteralmente sprecata, solo per lasciarlo in standby, identificando un vero problema “macroecologico“!
Problemi con i telecomandi
Infine, sebbene siano stati finalmente immessi sul mercato, la quasi totalità dei televisori CRT/LCD in Italia, non dispone di un ricevitore DTT integrato, ma solamente esterno, quelli scatolotti ingombranti di cui parlavo prima. Ciò significa che, a meno di non lasciare sempre acceso il decoder digitale terrestre, con ingenti spese annuali, ogni qualvolta si accenderà il televisore, bisognerà anche accendere il decoder.
Ecco una scaletta delle tediose operazioni:
- Accendere televisore con il suo telecomando: comparirà una nebbiolina bianco nera perché le trasmissioni analogiche non esisteranno più
- Passare sul canale AV
- Accendere il digitale terrestre con il suo telecomando
Come capirete, questo sistema, però, comporta qualche scomodità: per esempio, il televisore deve essere impostato sull’ingresso esterno AV e per regolare il volume occorrerà impostare ad un livello medio-alto quello del televisore in modo da avere margine di intervento con quello fornito con il set-top-box.
Questo se si hanno due telecomandi. Se invece si usa un telecomando universale, il tutto risulterà più semplice, in quanto molti sono configurati per programmare le operazioni su più dispositivi con un solo pulsante (ovviamente si deve prevedere una ulteriore spesa che può andare dai 15 euro fino anche ai 100 euro a seconda delle caratteristiche e dai dispositivi gestiti di ogni singolo telecomando universale). Per cui se decido, sempre e solo con il telecomando universale, di accendere il televisore, di default verrà mandato un segnale di accensione anche al digitale terrestre, rendendo di fatto il meccanismo molto più trasparente e semplice. Il problema, però sorge quando il vostro digitale terrestre, come il mio Philips, non si accende con il tasto rosso del telecomando (dedicato di solito all’accensione/spegnimento) ma solo premendo il tasto di un canale (in pratica i tasto rosso serve solo per spegnere il decoder), rendendo di fatto inutilizzabile la procedura di programmazione delle operazioni!
E’ evidente, però, che spesso, nell’usare un telecomando universale, si incorre nel problema di non perfetta compatibilità dei tasti, per cui si può accedere solo alle funzioni di base lasciando ai telecomandi proprietari, quelle più avanzate.
Quanto costa lasciare sempre acceso il decoder?
Se, invece, decidessimo di lasciare sempre acceso il decoder digitale e lasciare sempre sul canale AV il nostro televisore, tutto risulterebbe più comodo e forse più semplice (almeno per coloro che hanno alcuni problemi con i telecomandi come sopra esposto). Ma quanto sarebbero i consumi? Grazie alla tabella di AFDigitale e a questa utility di Michelle Ferretti, si può calcolare che, lasciando il decoder digitale terrestre sempre accesso 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, si può arrivare a spendere sino a 37€ l’anno in più per ogni decoder digitale terrestre acceso.
Epilogo
Come vedete i problemi per uno switch-off sono molti, alcuni importanti, altri trascurabili, ma sicuramente esistono e non tutti ne sono al corrente.
A questo punto non mi resta che auspicare l’uscita sul mercato (anche se non so se saranno tecnicamente realizzabili) di schede integrate programmabili da inserire in tutte le TV per ricevere direttamente la televisione in digitale terrestre (magari disabilitando la televisione analogica), senza la necessità di avere un decoder esterno o un altro telecomando supplementare, un po’ come accadeva qualche decennio fa, quando si installavano le schede per ricevere il televideo sui televisori!
Dici che sia possibile aggiornare internamente qualsiasi televisore mediante scheda? Esistono degli standard? =\
Secondo te, da un punto di vista “tecnico”, sarebbe possibile creare una sorta di “convertitore” digitale=>analogico in modo che le televisioni “credano” di avere in ingresso un segnale analogico e gestiscano il tutto “alla vecchia”? O.o
Interessante articolo che dice tutto quello che pensavo anch’io su codesto argomento^^ Io penso che sia l’ennesimo modo per far soldi, non che non veda il miglioramento del passaggio al digitale,…però come al solito si procede “all’italiana” costringendo la gente a spendere e sorbirsi nuovi fastidiosi problemi (ehi, paghiamo già il canone mi sembra!!!).
Magari ho capito male, però vedo sempre più televisori con il decoder integrato e stanno spuntando i modelli con lo spazio per la scheda che decripta i programmi a pagamento (pagando ovviamente).
L’unico inconveniente resta Sky, che non permette l’utilizzo delle sue schede nelle tv che lo permettono.
Purtroppo la questione non è solo italiana.
In Svizzera (Grigioni) da alcuni anni la tv è solo in digitale satellitare.
Cioè una persona, per poter vedere la tv, oltre che pagare l’abbonamento deve comprarsi a spese sue decoder e parabola.
Per curiosità, in Svizzera pagavano il canone prima?
Per quanto riguarda un decoder di dimensioni ridotte consiglio l’Humax nano.
Il vantaggio principale è la liberazione delle frequenze usate dalla tv analogica, ovvero buona parte delle UHF e delle VHF.
La qualità dell’immagine oltertutto migliora sensibilmente.
@Nicola: Questa dell’Humax Nano apre nuove prospettive! Ti ringrazio per la segnalazione… veramente molto utile! 🙂
@Cheope: Non ero a conoscenza della situazione in Svizzera; probabilmente, però, penso che sono stati costretti ad accelerare la digitalizzazione, peraltro solo col satellite, a causa della conformazione geografica della nazione che, a causa delle catene montuose, non permetteva una perfetta ricezione per tutti.
Prego, è dotato di un sensore IR da posizionare dove si preferisce, in pratica l’ingombro è minimo e si può posizionare anche se il televisore è appeso al muro!
No, Antonio, non penso che abbiano messo le parabole per le montagne. All’inizio in Svizzera il passaggio al digitale è stato satellitare semplicemente perché quello terrestre non esisteva ancora. Poi, non contenti, sono partiti anche con il digitale terrestre, tanto che ad oggi la copertura è pressoché totale.
Il mio intervento era per sottolineare quanto gli svizzeri siano sbrigativi: sono 4 gatti e quando decidono una cosa, si fa e basta, senza se, senza ma e senza guardare ai consumatori e a quello che devono spendere.
Noi italiani invece, a parte il numero, siamo più garantisti, che è meglio (come dice Quattrocchi), ma dopo un certo punto questa cosa ci frega perché frena irrimediabilmente ogni cambiamento.
I contributi per il decoder delle famiglie meno abbienti mi fa ridere pensando a quanta gente in Italia guarda la tv senza nemmeno SAPERE cos’è (non dico pagare) il canone…
La schedina per poter pagare i programmi penso che sia una richiesta esplicita del presidente del consiglio il cui principale business, demandato a suo figlio, ricordiamolo, è proprio questo.
A me, oltre al fatto tecnico, preoccupa anche quello della concorrenza. Mediaset la sta facendo da padrone, la RAI è controllata dal propietario di Mediaset e con il fatto che è un ente statale no farà mai una concorrenza diretta a livello commerciale a Mediaset. Le altre chi sono? LA7? Non riuscirà mai a fare niente finché sarà vigente la normativa attuale sulla distribuzione delle risorse pubblicitarie. La stessa norma che bloccherà sul nascere lo sviluppo di nuove televisioni che invece, secondo Gasparri, che ha scritto la legge (a due mani con il Cavaliere), dovrebbe essere facilitata per via dell’aumentato numero di canali e della riassegnazione delle frequenze.
Nel frattempo si assiste allo scandalo, tipicamente italiano, di una televisione (Europa 7) che ha dovuto ricorrere alla corte europea per vedere riconosciuti i propri diritti perchè di fatto gli è stato impedito dalla legge Italiana l’accesso al “libero” mercato, e nonostante questo non vede ancora attuata una sentenza che ormai ha quasi un anno, che è giunta dopo 9 anni dai fatti, e che comunque non gli riconosce un risarcimento dei danni (come se in nove anni questa televisione, potendo trasmettere a livello nazionale invece di stare ferma, non avrebbe incassato nulla).
No, secondo me la dimensione della scatola del decoder o il pulsante di accensione sono decisamente dei problemi minori di tutta la faccenda.
Un commento leggermente OT nonostante l’articolo sia ottimo e come al solito con argomenti ben sviscerati, alla faccia di tutti quei blog copia e incolla di cui è pieno il panorama italiano. Complimenti davvero.
@Domi: grazie mille… ottimo il tuo commento per niente OT… in effetti il problema che hai evidenziato è reale! Pensa che nel mio articolo avevo anche intenzione di pormi la seguente domanda: “Che fine faranno tutte le piccole emittenti televisive?”. Per esempio, ultimamente mi sono posto dei quesiti su All Music. A Roma si vede solo sulla televisione analogica, mentre sul digitale terrestre è sparita da molti mesi per fare posto ad uno dei tanti canali a pagamento. Sono riuscito a recuperarlo solo su SKY. Questa cosa significa? Che per tornare a vedere tutta la multivariegata popolazione delle emittenti televisive bisognerà pagare un abbonamento SKY o uno dei tanti pacchetti del DTT?
Speriamo di no! Staremo a vedere.
@Domi
Grazie! Non avevo proprio pensato alla questione monopolio.
E’ anche vero però che il passaggio al digitale terrestre lo sta facendo tutta Europa (con l’Italia in coda perchè preferiamo ancora il satellitare) e diciamo che se sarà Piersilvio in primis ad avere i maggiori vantaggi dello switch, sarà una coincidenza quantomeno “fortuita”. Dubbi sul fatto che Berlusconi alimenti il suo business da una posizione privilegiata non ce ne sono più dal 1994, ed è proprio di questi giorni il putiferio sulla commissione di vigilanza Rai.
Per quanto riguarda le emittenti minori, è proprio un bel casino, bisognerebbe garantire la pluralità.
Sulla considerazione di Antonio che prima o poi per vedere la tv bisognerà pagare, non mi scandalizzo più di tanto, perchè di fatto è già così. Già oggi se vuoi vedere tv di qualità (film, documentari ecc…) devi pagare perchè, se non ti affidi alla pay-tv, vedi solo la De Filippi, Costanzo, la Perego, la Ventura e Giurato. Da quanto non si vede più in programmazione un bel film recente? O un programma interessante che non sia in seconda serata? I palinsesti in estate poi sono penosi…
La mia impressione è che stiano cercando di indirizzarci verso la pay-tv con una strategia sottile: la tv fa sempre più schifo quindi meglio pagare qualcosina per vedere programmi migliori e soprattutto quando lo dico io (l’on demand)…
“La mia impressione è che stiano cercando di indirizzarci verso la pay-tv con una strategia sottile: la tv fa sempre più schifo quindi meglio pagare qualcosina per vedere programmi migliori”
Vero! ma e’ in atto da anni e tutti ne sono contenti!
per quanto invece riguarda i sintonizzatori rimane sempre vera la cosa che un buon modulo RF sia grande quasi come un pacchetto di sigarette e costi circa una trentina di euro. Questa cosa fa sì che il sintonizzatore digitale terrestre non possa, se di qualità, essere troppo piccolo o Troppo economico (diciamo intorno a € 100)
le penne USB lasciamole nel campo del ridicolo visto che la connessione in sé non riesce ad avere una velocità CONTINUA sufficiente per un video pal di qualita’.
per quanto riguarda l’asset monopolistico in Italia le cose sono sempre andate molto strane fra le varie Raitre e rete quattro che dovevano sparire.
Nonostante ciò si opposero di anche alla realizzazione della rete della tv via cavo: Milano è una delle poche metropoli del mondo occidentale a non avere la tv via cavo.
In queste scelte si è dimostrato che le due metà del Parlamento sono divise esclusivamente da uno specchio ed il colore politico è uno solo.
tv digitale,secondo me grande fregatura,oltre tutti i problemi indicati su,c’e anche una scarsa pulizia del segnale,nel senso che spessissimo i programi sono disturbati e appaiono i quadrati del segnale interrotto,anche con impianto perfetto,poi continui cambi di frequenza delle emittenti che costringono a continue sintonizzazioni,costi elevati dei decoder ecc,ma io dico dal momento che la scadenza europea e’il 2012, non si poteva convivee con entrambi,cosi la sperimentazione era migliore,ci sarebbe stato il tempo di aggiornare il parco tv e non stressare ulteriomente l’utente a fare altre spese?.intanto,io ho smesso di pagare il canone rai,tanto la tv non la vedo piu’,non mi interessa cambiare tv e non mi interessa farmi fregare a comprare un decoder,che da problemi a manetta.
Penso anch’io che di fatto avremo meno di prima, dovendo sobbarcarci costi e fastidi, citati nei vari articoli.
Alcuni altri “contro” a cui non avevo pensato li ho scoperti su questo blog, ma nessuno parla dei VIDEOREGISTRATORI: diverranno INUTILI, soprattutto se vi capita di registrare un canale MENTRE ne vedete un altro: non si potra’ fare , a meno di acquistare altro decoder , o decoder MOLTO piu’ costosi a due sintonizzatori.
EPPURE SI VENDONO ANCORA NORMALMENTE E NESSUNO AVVERTE, nemmeno le associazioni consumatori.
Per il resto….
Le TV minori, persino l’ottima La7, sooffriranno. Solo Mediaset faranno da padrone, c’e’ da aspettarsi che nel salto nel buio Mediaset scavalcherà la Rai. Quindi il contrario che la tanto sbandierata CONCORRENZA ecc.
In particolare vorrei precisare a Cheope due cose : (1)”Lo sta facendo tutta Europa (Italia in coda)” Invece ho letto che la Sardegna e’ il piu’ grande territorio Europeo in cui vige lo switch-off; e in ogni caso a fine 2009, con Lazio e Campania batteremo qualunque nazione come numero di abitanti sotto switch-off. C’era interessamento e si sono affrettati a fare piu’ in FRETTA di quanto volesse la direttiva europea. (2)”Contributi a famiglie meno abbienti fa ridere…..nemmeno pagare canone…” Infatti, invece TANTA altra gente paga il canone e (per fortuna) a quelli vanno e sono sacrosanti i contributi. Almeno questo.
Ma sara’ come per la social-card, li prendera’ qualche centinaio di migliaia di famiglie..
Secondo me il passaggio al digitale è un evento necessario. Tecnicamente stupido continuare con uno standard chiuso vecchio di 50 anni. In campo audio gli LP e le cassette sono andate scomparendo e nessuno si è mai lamentato del fatto di avere un giradischi inutilizzabile. Non vedo che problemi ci siano ad evolvere per migliorare anche in campo televisivo.
Oggi gli schermi sono almeno 32 pollici e guardarci la TV analogica fa schifo ( lo standard PAL con 520 righe interlacciate a 50Hz, ha una risoluzione bassissima, andava bene per le prime televisioni da 20-25 pollici, sembra di vedere le immagini attraverso un fondo di bottiglia senza contare la qualità del colore, le interferenze ). Inoltre il digitale permette di avere piu tracce audio ( sentire il film in lingua originale ). Poi finalmente ci sarà spazio per tutti quelli che dicono che le frequenze sono tutte occupate ( grande cavolata, basta pensare che le tv normalmente possono memorizzare almeno 99 canali ma in pratica si ricevono max 20 o 30 canali, tutti gli altri sono liberi )
@Raffaele: Che sia un evento necessario e’ un conto, che sia stato fatto in un certo modo, e che sia stato sbandierato SOLO come vantaggi, e’ tutta un’altra cosa. Alcune precisazioni: 1)le cassette e gli LP sono andati scomparendo, ma non per legge e in modo traumatico, bensi’ in modo naturale, con ben altri tempi, tanto che c’e’ perfino chi le usa tuttora, e i piatti non sono inutilizzabili (in vendita si rivedono moderni piatti per LP). 2) I problemi ci sono, come da tutti gli esempi presenti in questo blog. 3) Sui 32″ l’analogico non fa schifo, altrimenti perchè 5 anni fa c’era chi comprava i plasma da 40 e 50 pollici? Comunque oggi gli schermi non sono tutti da 32 pollici. Le case sono piene di 20 e 25 pollici, piu’ i milioni di 15” che stanno spesso in cucina (a proposito: metteremo anche il decoder in cucina? fra un po’ quanti milioni di “secondi televisori” dovremo smaltire?) – 4) A Roma i canali sono almeno una 40ina, ma gia’ si vede che sul digitale non ci sono affatto andati tutti (non so se ci sono anche problemi economici per le piccole emittenti). In Lombardia ancora di piu’.
Pare che, dato che chi “gia’ operava nel campo” ha avuto precedenza per l’assegnazione dei canali, e ha moltiplicato le bande occupate, sia nel Lazio che in Lombardia non ci sara’ spazio per tutti.
A meno che si intende che agli operatori “minori” si riconcede solo UNA frequenza, e si conta sul fatto che molti si ritireranno perche’ non possono concorrere e competere con chi ormai si e’ gia’ piazzato sul mercato con decine di frequenze libere e a pagamento. pagamento.
Ripeto, un conto e’ introdurre una novità tecnologica perche’ i cittadini ne abbiano dei vantaggi , un conto e’ gestire la cosa per interessi economici di qualcuno.