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Nel terzo episodio di Jekyll, una miniserie britannica su una versione moderna di Dottor Jekyll e Mr. Hide, al minuto 21′ 33” uno dei personaggi se ne esce con questa affermazione che mi colpì molto:
Un superuomo… La specie umana ha smesso da tempo di evolversi… lo hai dimenticato? Cambiamo il mondo, non cambiamo più noi stessi! Ma a quale costo? I millenni passano e l’Homo Sapiens rimane immutato, inesplorato, secolo dopo secolo … ed ecco che un giorno il Dottor Jekyll beve una pozione. E sai cosa accade? La vita si riaccende in questo mondo!
Nello specifico si stava mettendo in luce il fatto che, da quando l’uomo ha iniziato a cambiare il mondo, l’evoluzione non aveva più la stessa importanza dei millenni passati. Questo perché non era l’uomo che si adattava al mondo, ma tutto il mondo che mutava intorno ad esso. L’ingresso nel mondo di un Mr.Hide, di un vero superuomo (nell’ottica della serie televisiva), altro non faceva che stravolgere l’ordine costituito provocando una vera e propria rivoluzione evoluzionistica.
L’evoluzione umana si è fermata
Ebbene, o voluto riportare questo stralcio, perché proprio in questi giorni sta uscendo la notizia shock che l’evoluzione della specie umana è finita! Infatti, secondo il professor Steve Jones dell’University College di Londra, negli ultimi decenni l’evoluzione della nostra specie starebbe rallentando a causa delle migliorate condizioni di vita (benessere, abbondanza di cibo, riscaldamento nei periodi freddi, etc) e dei progressi della medicina (vaccinazioni di massa preventive), fattori che non permettono più che i “meno adatti” soccombano, selezionando di conseguenza solo i più forti (o almeno è quello che avviene nei paesi industrializzati).
Inoltre, oggigiorno, non esistono più popolazioni isolate, e le razze si mescolano continuamente; un effetto indotto direttamente dalla globalizzazione che porta ad un conseguente ed inevitabile continuo rimescolamento dei geni, non permettendo quindi a eventuali mutazioni di rafforzarsi in gruppi chiusi.
Infine, visto che l’età media dei padri occidentali si attesta sui 29 anni, rispetto al passato, è diminuito il numero degli uomini che fanno figli in età avanzata e quindi, di conseguenza, vi sono anche meno “errori” genetici.
Insomma, da un certo punto in poi, dopo l’homo sapiens-sapiens, l’umanità ha smesso di evolversi fisicamente, per intraprendere il non meno difficile il cammino della conoscenza. In definitiva, quindi, sembrerebbe che gli esseri umani non siano più soggetti al principio della “sopravvivenza del più adatto”, perché le forze che sospingono l’evoluzione della specie, come la selezione naturale e la mutazione genetica, non giocano più un ruolo importante nelle nostre vite, e, in alcuni casi, sono del tutto scomparse.
Quale sarà il futuro dell’uomo?
E così, quando nei racconti di fantascienza, si immaginava un mondo futuristico di superuomini, ovvero di esseri umani più alti, più forti, più belli, più intelligenti e praticamente perfetti, forse ci si sbagliava. Secondo il genetista Steve Jones, un simile scenario è sbagliato: “L’evoluzione dell’uomo si è conclusa, è finita, terminata! Tra un milione di anni o più avremo lo stesso aspetto, le stesse caratteristiche, che abbiamo oggi“. Come a dire che quello che siamo ora, anche se stento a crederci, è il modello definitivo, il risultato finale, l’approdo ultimo di quattro miliardi di anni di tenace, paziente, incessante sforzo per migliorare gli organismi viventi!
E’ anche vero, però, che molti altri scienziati tendono a ricordare che l’evoluzione della specie dipende da fattori spesso imprevedibili, e poiché non sappiamo che cosa accadrà sulla terra nel prossimo milione di anni, o perfino nel prossimo anno, è impossibile affermare che la specie umana non subirà più mutazioni.
Citando una frase di Mohinder Suresh della serie tv Heroes:
L’evoluzione è un processo imperfetto e spesso violento. Una battaglia tra ciò che esiste e ciò che deve ancora nascere. Tra le doglie di questo parto, la morale perde significato. Il conflitto fra il bene e il male si riduce a una scelta elementare: sopravvivere o soccombere.
e
Quando l’evoluzione seleziona i suoi agenti non è indolore. L’unicità ha sempre un costo; si può essere costretti a compiere azioni contrarie alla propria natura… e all’improvviso, il cambiamento che si pronunciava esaltante si rivela un tradimento. Può sembrare crudele ma lo scopo non è altro che l’autoconservazione, la sopravvivenza…
Questa forza… l’evoluzione… non ha sentimenti, come la terra conosce solo i crudi fatti della lotta della vita con la morte. Si può solo sperare che alla fine dopo aver soddisfatto con fedeltà i suoi bisogni, rimanga qualche traccia di quella vita che un tempo coniscevano…
Insomma, il futuro dell’uomo sembra essere in bilico tra scenari come quelli proposti da film come X-Men o serie tv come Heroes, e, perché no di Jekyll, in cui l’evoluzione, del tutto inaspettatamente, prende il sopravvento con dei cambiamenti rivoluzionari, e quello proposto dal genetista britannico, accontentandoci di essere quello che siamo, per sempre!
Esiste il problema della evoluzione?
L’evoluzione della nostra specie è da sempre considerata un argomento scottante in quanto l’uomo, difficilmente, riesce a riconoscere se stesso come animale. Ma in realtà lo è, e la sua evoluzione è alla stessa stregua di quella di altri organismi e non differisce minimamente da quella di specie come squali, formiche o batteri, poiché tutti sono il risultato di milioni di anni di evoluzione, che ha adottato strategie diverse ma con le stesse finalità: sopravvivere e tramandare nel tempo la propria specie!
La maggior parte delle persone, però, considera l’uomo come quell’essere vivente che ha saputo evolversi e migliorarsi, tanto da potersi elevare su tutto il regno animale e distinguersi a tal punto da sottomettere l’intero pianeta! Ma in realtà, se, invece, impariamo a vedere l’evoluzione come un semplice cambiamento, e non come ad un miglioramento della specie (anche se a volte può risultare la stessa cosa), allora forse impareremo a pensare che la nostra specie non è più evoluta di tante altre, e forse quesiti come quello che si è posto lo scienziato inglese, non avranno più modo di esistere.
I miei complimenti! Quest’articolo è veramente interessante e ben scritto! Offre inoltre molti spunti di riflessione:
Hai perfettamente ragione nel dire che la nostra evoluzione ha intrapreso il cammino della conoscenza! E non è forse questa la grande forza dell’uomo? E non è forse questa la sua più grande minaccia! Abbiamo già visto i frutti della nostra conoscenza che spesso, in modo vertiginosamente duale, possono rappresentare vie di sostentamento o di distruzione; si possono fare mille esempi a riguardo, dall’uso dell’energia nucleare alla combustione degli idrocarburi, tecnologie importanti per il nostro sostentamento ma che, in modo drastico o come uno stillicidio, possono compromettere seriamente la nostra sopravvivenza. Se l’evoluzione delle specie è stato un processo lento e graduale ed inconsapevole da parte degli individui interessati, i cambiamenti apportati dalla razza umana a se stessa negli ultimi millenni, seppur cosciente del loro manifestarsi, la pongono sul baratro dell’incertezza! E’ come se fossimo l’unica razza in grado di decidere il proprio futuro ma che è strutturalmente incapace di assicurarlo! E’ un po’ il dramma dell’uomo che non è mai in grado di sapere esattamente cosa desidera!
@bradipo: grazie per il tuo intervento davvero interessante… soprattutto l’ultima parte in cui dici:
Per rimanere in tema di fumetti e fantascienza… mi è subito venuto in mente la frase:
Ciao
Molto interessante l’articolo ma se Steve Jones dice veramente che “’età media dei padri occidentali si attesta sui 29 anni” allora mi sembra una fesseria visto che palesemente, aumentando la salute nei paesi occidentali, l’età media dei padri tende e tenderà sempre a salire, contraddicendo quindi la sua conclusione che “vi sono anche meno “errori” genetici.”. Teoria interessante, ma forse sono state portate a sostegno indizi un po’ troppo tirati per i capelli.
Con lo sviluppo della genetica, in futuro sarà l’uomo stesso ha modificare i propri geni e sarà di nuovo evoluzione ma molto più veloce e spietata (fino ad una nuova fase di stabilizzazione). Infatti chi avrà i mezzi progredirà rapidamente e dominirà i meno fortunati.
Complimenti per il bellissimo articolo. Ti induce a riflettere su un argomento affascinante quanto estremamente delicato.
Condivido appieno i dubbi sulla globalizzazione che, per quanto presenti aspetti enormemente positivi, porta a un inevitabile appiattimento della società con conseguente mancanza di differenze sostanziali tra i vari gruppi.
Particolarmente obsoleto è invece, a mio giudizio, il considerare l’evoluzione unicamente un processo genetico. Ritengo infatti tale processo ormai quasi completamente disgiunto dal concetto di miglioramento/cambiamento strettamente fisico. L’essere umano è finora l’unico esempio di entità in grado di premiare aspetti e comportamenti che vadano oltre la forza o l’aspetto. Bisognerebbe inquadrare l’evouzione stessa dal punto di vista delle facoltà mentali di un singolo elemento o ancora considerando l’intera società come soggetto facente parte di tale processo.
Fortunatamente la nostra idea di “adattamento” può oggi quasi completamente prescindere dalla fisicità degli esseri umani…
Come dire che abbiamo superato e reso completamente inapplicabili a noi stessi gli studi di Darwin, spero! 🙂
Ciao, Non ho nulla da commentare, dico unicamente che è stato un articolo molto piacevole da leggere!
Grazie tante!
@Ainu: grazie mille e ottime riflessioni le tue… davvero una interessante approfondimento e integrazione al mio articolo. E’ vero, l’evoluzione non è più solo un processo fisico, ma forse bisognerebbe guardare l’intera umanità nel suo complesso!
@Antonio: Grazie a te per essere passato da queste parti! 🙂
@luigi: Ipotesi allettante… credo che, prima o poi, ci arriveremo … speriamo, almeno, di sapere agire correttamente!
@Davide: Hai ragione, in effetti ho sempre pensato che, a causa anche del lavoro che impegna entrambi i partner (ma anche, perché no, all’inseminazione artificiale), l’età per avere figli si sia alzata… ma devo dire che sono rimasto colpito dalle coincidenze statistiche, perché proprio a 29 anni io sono diventato un papà!
Davvero interessante! Mi chiedevo infatti cosa ne fosse della nostra evoluzione! =)
PS
ti sei ripetuto sulla prima citazione di Heroes ;P
@Ciccio: oops un doppio ctrl-v 🙂 Thanks
Pingback: Il blog del sarkiapone » La via dell’estinzione.. 16 Ottobre 2008
[…] giorno leggevo questo interessante punto di vista sull’evoluzione umana, intesa come adattamento ai cambiamenti del mondo che ci circonda, ma […]