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E’ notizia recente che la sperimentazione dei testi scolastici scaricabili da internet programmata per Settembre di questo anno, verrà rimandata, almeno fino al prossimo anno, nonstante le indicazioni del decreto legge 112 del 25 Giugno 2008. Il problema è che molti docenti non hanno ancora molta dimestichezza con le produzioni multimediali e con internet. Attualmente, inoltre, solo pochissime scuole hanno iniziato le sperimentazioni dei libri online.
Ma l’inconveniente, forse, più grande è che, ad oggi, la maggior parte dei contenuti online sono gestiti con il classico PDF, ossia, un formato statico che non permette di interagire e di usare tutte le potenzialità del mezzo multimediale.
Che vantaggi ne trarrebbero, quindi, gli studenti se avessero a disposizione, invece del pesante libro cartaceo, un agile libro virtuale in pdf? Dove potrebbero studiare: sul computer, su un palmare o sul proprio iPhone? La verità è che attualmente non esiste una cultura del libro elettronico e trovarsi un PDF o un Ebook non darebbe molti vantaggi (almeno finché non esisterà un dispositivo portatile e comodo per leggere questi formati: un fantascientifico Mac Tablet o il più realistico Kindle di Amazon?).
Al momento l’unico vantaggio che se ne trarrebbe dall’adozione dei formati PDF è la possibilità di scegliere se stamparlo o meno, ma, in questo caso, siamo di fronte ad un vero vantaggio economico? Secondo il Sole 24 Ore, no! Infatti, se prendiamo in considerazione un libro a colori di 300 pagine che si trova in vendita in media a 15 euro (anche se secondo me questi valori sono sottostimati e non valgono molto per i libri scolastici), se si dovesse stampare con una stampante Epson a colori (non capisco perché scegliere una Epson piuttosto che una HP o una Xerox), tra cartucce a colori e risme di carta (sulla questione del finto costo della carta che incide sul prezzo delle fotocopie vi rimando a questo mio articolo) si spenderebbero almeno 40 euro.
Insomma, se il libro online fosse scaricabile e stampabile sarebbe un autentico fallimento! Diverso sarebbe se fosse consultabile, ma allora bisognerebbe prevedere e consentire un accesso per tutti a casa (peccato che il 56% delle famiglie non accede a internet) o a scuola (che da anni si continua a tagliare il loro budget).
Comparazione dei servizi online per quantificare quanto costerebbe stampare un libro di testo in PDF
Vedendo il resoconto de Il Sole 24 Ore, ho pensato allora che, forse, per risparmiare sulla carta ci si potrebbe rivolgere ad internet. Ho stilato quindi una serie di preventivi tratti dai siti più famosi che permettono di farsi stampare e spedire a casa un file PDF. Nel caso specifico si tratta di Il mio libro, Lulu e Boopen.
Eccone un riassunto, basandosi sempre sulla stampa di un libro a colori (e nella sua versioni in bianco e nero) di un libro di 300 pagine, nei diversi formati proposti.
[Il mio libro]
Supporto: Copertina morbida (la più economica)
Formato: A4 (210x297mmm)
Pagine: 300
Contenuti: a colori/bianco e nero
Costo: Euro 32,55/Euro 11,75 (per la versione in bianco e nero)
Supporto: Copertina morbida (la più economica)
Contenuti: a colori/bianco e nero
Formato: Romanzo (145x225mm)
Pagine: 300
Costo: Euro 19,76/Euro 9,78 (per la versione in bianco e nero)
Supporto: Copertina morbida (la più economica)
Contenuti: a colori/bianco e nero
Formato: Tascabile (120x180mm)
Pagine: 300
Costo: Euro 18,82/Euro 11,75 (per la versione in bianco e nero)
[Lulu]
Supporto: Rilegatura termina (21.59cm x 27.94cm)
Contenuti: a colori/bianco e nero
Formato: Lettera US/A4
Pagine: 300
Costo: Euro 48.85/Euro 9.85 (per la versione in bianco e nero)
[Boopen]
Supporto: Carta patinata 90gr + copertina plastificata morbida
Contenuti: a colori/bianco e nero
Formato: 21×29,7 (A4)
Pagine: 300
Costo: Euro 52,07/Euro 11.57 (per la versione in bianco e nero)
Supporto: Carta patinata 90gr + copertina plastificata morbida
Contenuti: a colori/bianco e nero
Formato: 17,5×24,75
Pagine: 300
Costo: Euro 31.08/Euro 10.67 (per la versione in bianco e nero)
Come vedete, i prezzi sono abbastanza allineati (se ci si mette anche le spese di spedizione il prezzo di un libro a colori di 300 pagine si allieneano con quelli suggeriti dal Sole 24 Ore). L’unico vero vantaggio si avrebbe se si stampasse il libro in bianco e nero (si arriva sino a 10 euro) o a colori ma se riduciamo le dimensioni a quello di un libro grande come un romanzo.
In definitiva l’idea del libro online è ottima, forse un po’ prematura per i tempi e le teste delle persone, ma d’altronde, se mai si affronterà il problema mai si risolveranno gli inconvenienti e mai potrà avvenire la completa integrazione scolastica dei libri virtuali con quelli cartacei.
io aspetto con trepidazione l’avvento di ebook-reader pratici, flessibili e a basso costo.
ciò potrà avvenire solo quanto verranno sviluppati schermi flessibili a colori (mentre ora esistono solo prototipi in bianco e nero)
@MrGorefest: anche io.. in effetti un pratico e funzionale ebook reader manca ancora nel mercato tecnologico nonostante se ne parli da anni. Chissà quale produttore sarà in grado di sorprenderci… io punto una monetina sulla Apple perché secondo me è molto vicina a realizzare a qualcosa che sia davvero user friendly 🙂
E’ scandaloso. Come al solito abbiamo la mentalità indietro come le palle dei cani.
Che senso ha parlare di libri elettronici quando la gente comune non trova niente di meglio da fare che stamparli? Chiedendosi poi se per caso c’è un vantaggio economico?!?!?!
Roba da matti!
Se un’informazione è digitalizzata, perchè mai dovremmo riportarla su carta perdendo tutte le enormi potenzialità che abbiamo sul mezzo elettronico? Questo è l’abc dell’informatica e del buon senso. Se gli utonti non sono in grado di capire questo semplice concetto, tanto vale che spendano soldi in carta inutile. I libri virtuali non avranno mai futuro in un mondo di pecoroni.
Cosa si potrebbe fare per rimediare? Abituarli da piccoli. E toccarli sul vivo: il portafogli.
Come sarebbe a dire che non ci sono strumenti adatti per leggere i pdf? Ma che vadano a scuola quelli della Pubblica Istruzione! Mai sentito parlare di UMPC? Non sto parlando solo dell’Eee pc, ma del progetto One Laptop Per Child, un’idea tanto rivoluzionaria quanto balzana da proporre ai bimbi dell’Africa che senza mangiare nè acqua potabile da bere potranno però avere un computer. Pochi dollari (inizialmente meno di 100) per avere lo XO, un computerino ultraportatile con dentro tutti i libri che servono. Per giunta lo XO 2 sarà interamente touchscreen, con tastiera software (come quella di iPhone) e praticamente e-book reader.
Se la stessa idea venisse realizzata qui, altro che editori straricchi, foreste rase al suolo e zaini pesanti invicta da spedizione nordica… Gli e-book diventerebbero una pacchia! Uno che va alle medie o alle superiori, invece di spendere € 300 di libri ogni anno, compra il suo UMPC il primo anno e acquista via via i libri elettronici a costi irrisori rispetto alla versione cartacea. Prezzi e DRM diversificati per una macchina, per più macchine, per tot tempo… Chissà poi che qualche libro non capiti nei circuiti p2p… ^___________^
Poi se uno studente è particolarmente danaroso, può andare a comprarsi il fantomatico iTablet di Apple. Ma se si dà la possibilità alle famiglie di risparmiare in modo intelligente, tranquilli che la carta dei libri tradizionali la bruciano subito…
Se ogni studente avesse il proprio UMPC, non ci sarebbe più bisogno delle costose (da comprare e da gestire) aule di informatica, nè di corsi extrascolastici, perchè usare il computer diventerebbe normale tanto quanto sfogliare un libro di carta. Diminuirebbe il digital divide, diminuirebbe la scogliosi giovanile e forse, con studenti maggiormente stimolati, diminuirebbe anche il numero di ignoranti che la scuola italiana sforna ogni anno. Ci vuole davvero così tanto per realizzare un progetto del genere? Io non credo.
Lo Stato dovrebbe crearsi il suo iTunes statale, dove far scaricare magari anche video o audio di lezioni per argomento.
La cosa potrebbe anche avere un aspetto social, con il voto dato dagli studenti ai materiali migliori.
Se gli editori non forniranno i libri in formato elettronico, verranno tagliati fuori dal mercato. Costa la digitalizzazione? Ma per favore! Per stampare i libri, cosa portano gli editori nelle tipografie? Dei manoscritti o i pdf (guardacaso!) creati con i software DTP come Xpress e InDesign?
Certo, servirebbe più connettività. Ma serve a tutto il mondo economico e produttivo, non solo alle scuole e quindi è un investimento che lo Stato sta già facendo in altri campi. E’ solo questione di tempo.
Spero vivamente che queste mie idee non restino solo visioni di una pazza scellerata informatica con manie di persecuzione…
@Antonio
Non sono d’accordo sul fatto che si parli del pdf come di un formato statico e limitato. Il pdf IMHO è una forza ed è protagonista di un’evoluzione incredibile in questi ultimi anni: permette la creazione e compilazione di form (nonchè della successiva raccolta dei dati), la firma digitale (riconosciuta dal CNIPA), il groupware, l’incorporamento di files multimediali, di disegni vettoriali e se non erro persino di modelli 3d nelle ultime versioni. Il pdf è (lo dice il nome stesso) portable, standard de facto, lo leggono cani e porci e addirittura i motori di ricerca sono in grado di indicizzarne il contenuto (visto che sostanzialmente un pdf è un testo con tag di demarcazione concettualmente molto simile all’HTML). Cosa porterà in futuro mamma Adobe nei suoi pdf? Ma che domande… Una ventata di AIR!!!
@Cheope: UAO ottime riflessioni! Sono daccordo su tutta la linea con le tue idee… certo non frutto di follia ma di ponderate riflessioni forte della tua esperienza informatica! 🙂
Per quanto riguarda il PDF … in parte è vero perché, non vorrei sbagliare, però, per esempio, la compilazione dei moduli funziona perfettamente solo se si usa il pesantissimo Acrobat Reader… certo basterebbe standardizzare il tutto perché tutti possano avere, a prescindere dal Sistema Operativo e dall’applicativo usato, la stessa esperienza d’uso.
So che il formato Adobe PDF 1.7 è diventato finalmente uno standard ISO, ma ancora ci vorrà un pò di tempo prima che tutti i prodotti siano compatibili con questo standard.
@Antonio
Hai ragione! Il pdf non è ancora uno standard codificato ma solo uno standard de facto. Ma la sua diffusione e semplicità d’uso sono ammirevoli e addirittura è spesso un formato molto più agevole da distribuire e gestire rispetto alle pagine web, che hanno i soliti problemi di standard non supportati e necessitano di grossi sforzi per una resa cross-browser. Con il pdf il problema non si pone.
Vero! La compilazione dei moduli si fa solo con Adobe Reader. Ma come dici te, da qui ad aggiungere la funzionalità a tutti i lettori in circolazione il passo è breve.
Certo, Reader è un mattone, ma è pur sempre un lettore gratuito, largamente diffuso e di qualità superiore. Con Foxit o anche con i lettori open che trovo su Linux, mi capitano dei rendering schifosi dei caratteri e quindi scarsa leggibilità, cosa che con l'”originale” non mi è mai successa…
Tornando al discorso UMPC, addirittura ci sono persone che con in mano un contratto co.co.co hanno usufruito del contributo statale di € 100 per comprare il computer, tra cui l’Eee pc.
Perchè lo Stato non potrebbe fare la stessa cosa per gli studenti? Per avere gli UMPC a prezzo, perchè non potrebbe ordinare qualche centinaio di migliaia di Eee pc ad Asus o a chi per Asus, tutti rigorosamente con Linux preinstallato, così facciamo risparmiare anche un po’ di soldi normalmente buttati in licenze Windows?
@cheope: ho citato il tuo commento
qui: