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Ogni tanto mi piace dare un’occhiata al memetracker di Blogbabel, tanto per tastare il polso della blogosfera italiana e vedere quali sono le ultime discussioni affrontate tra i blog.
Ebbene dopo qualche giorno ho capito alcune cose sul funzionamento delle discussioni:
- La maggior parte delle discussioni deriva da articoli del Corriere della Sera o di Repubblica
- Un’altra consistente fetta di discussioni sono incentrate su BlogBeer, AperitìBlog, BlogDinner, BarCamp e quant’altro
- La restante parte delle discussioni sono, infine, il frutto della diffusione di meme tra i blog che si linkano tra di loro
- Un altro aspetto, che probabilmente deriva dall’algoritmo usato da BlogBabel, è che molte discussioni, in realtà, sono il frutto di semplici e pure citazioni da parte della piattaforma di microblogging Tumblr, che, purtroppo, nulla apportano alla discussione stessa.
- Infine, ma questo non è un vero problema ma solo una constatazione, le discussioni sono di carattere squisitamente generalista e, difficilmente, trattano temi tecnologici che possano coinvolgere più di 2-3 blog.
Alla ricerca di una blogosfera costruttiva
Insomma, se all’inizio sembra interessante tastare il polso della blogosfera italiana per capire quali sono i temi caldi delle ultime 48 ore, alla fine mi sembra di rimanere più con un pugno di mosche perché, cliccando sui vari blog non vedo evolversi una vera discussione, un vero passaggio di idee ma semplicemente dei riferimenti amorfi e vuoti di significato.
Per farvi un esempio, prendo un articolo a caso tratto dal Corriere, e linkato da ben 8 blog.
Di questi, però, 3 sono semplici citazioni tratte da Tumblr, 2 blog discutono sull’argomento, mentre altri 3 mettono un link con una frase di circostanza. Insomma, su 8 riferimenti, solo su 2 ho appreso nuove nozioni e cosa ne di pensa il blogger a riguardo. Da questa analisi sembra, quasi, che io sia alla ricerca di una blogosfera costruttiva da cui si debba sempre imparare… sbaglio forse?
A questo punto, forse, sono molto più interessanti i top post basati sulle votazioni e non sui link (e per questo non li considero dei veri memetracker), che forniscono servizi di social network e social bookmarks come Wikio o OKNOtizie, e che sono in grado di mettere in risalto le notizie più interessanti ma non di capire quali sono le discussioni della blogosfera a riguardo, al fine di ottenere uno scambio di idee costruttivo.
Forse sono troppo pessimista, ma questo punto mi domando: è un problema della nostra bogosfera o anche a livello internazionale accade lo stesso? Ora voglio dare un’occhiata al famoso Techmeme e ad altri Memetrackers per capire come si svolgono le cose oltreoceano. Sto valutando anche un altro interessante strumento online, Feedable, un reader RSS ajax in grado di trovare automaticamente i post più popolari della blogosfera divisi in 9 categorie principali (Politics, Technology, Blogosphere, Gadgets, Gaming, Gossip, Science, Autos, Fashion/Style), partendo da suoi feed o dalla propria lista di feed.
Apparentemente, nei memetracker internazionali, le cose li sembrano andare meglio, ma non vorrei giungere a conclusioni affrettate. Lo svantaggio, però, è che inevitabilmente questi mi portano lontano dalla blogosfera italiana che tanto avrebbe da dire ma che forse ancora non riesce ad esprimersi e a mettersi in mostra correttamente.
Voi che ne pensate? Usate i memetracker e li ritenete utili?
Ciao.
cos’è un memetracker ?
nei blog tanto alla fine è sempre il solito copia incolla, sopprattuto in italia.
Il vero problema è che la blogosfera italiana è ancora molto immatura e molto piccola benché se ne dica. Se ci si pensa, i “soliti noti” sono 4 gatti e così sono loro a “dettare le mode”… per questo motivo è difficile trovare *tante* voci differenti, ma un brusio di sottofondo a poche chiare voci.
Riguardo al copia-incolla, credo che non siamo l’unico paese combinato così… in fondo tutto il mondo è paese, e forse, data la vastità della blogosfera in lingua inglese, è probabile che i copia-incolla in quell’ambito rendano ancora di più.
Ciao,
Emanuele
Per quello che posso vedere io troppi blog trattano argomenti in modo superficiale e sbrigativo, post da una decina di righe senza approfondire nulla, notizie buttate lì copiate e incollate da altri blog senza un minimo di ricerca, di riscontri, di prove effettuate in proprio.
Di blog che approfondiscono non ce ne sono molti, il tuo è uno dei pochi da questo punto di vista.
Quello che ancora non ho capito è il volume del ritorno economico, che evidentemente c’è altrimenti non ci sarebbero tutti questi pseudogiornalisti in giro per il web, non riesco a quantificare la cosa, a dare un ordine di grandezza al monetizzare di click e di link.
Che si cerchi di avere gente che “faccia click” è evidente, alcuni blog danno anche premi (iPod ad esempio con quello che costa) a coloro che mandano il commento prima degli altri.
Tutti si linkano con tutti, nei commenti si trovano 60% di risposte alla domandina finale del post (obbligatoria come nel caso di questo articolo, ma evidentemente è una delle tecniche per affezionare i visitatori e per fargli fare altri click) e 40% di gente che dice di aver linkato il post dal proprio blog in modo da essere contraccambiati in futuro. Evidentemente c’è convenienza a fare così, ma a me, da estraneo di queste cose, mi sfugge specialmente, ripeto, nella quantificazione del ritorno economico.
Non sto parlando di blog che postano una volta ogni tanto o come il tuo una volta al giorno, ma di quelli che sparano cinque, sei articoli al giorno (per far visitare la pagina molte volte evidentemente).
Per quanto buttate lì le cose richedono del tempo, e se uno sta davanti al computer a scrivere sul blog evidentemente non fa un altro lavoro, ergo, vive (vivacchia o se la gode) con il frutto del suo blog per quanto banale o superficiale sia il suo contenuto.
Posso capire che la mancanza di sostanza sia dovuta anche al fatto che molti blogger sono studenti o studentelli in cerca di arrotondamenti, ma per gli altri?
O hai un altro lavoro e allora il capo che ti alita sul collo ogni mezz’ora ti impedisce di approfondire gli argomenti e quindi li butti lì come capita oppure un altro lavoro non ce l’hai e vivi di quello che ti da il blog, in questo caso deve essere abbastanza e, per come sono fatti certi blog, forse anche troppo.
@Domi: Interessantissime le tue argomentazioni, le tue riflessioni e le tue domande più che lecite. Ci si potrebbe quasi fare un post nuovo!
In sintesi, posso dirti che scrivere sui blog, a meno di qualche raro caso, in Italia non rende molto e probabilmente la maggior parte delle persone lo fa perché è “di moda”. Devo ricordare che però i primi blog erano dei veri e propri “diari personali” e forse nella blogosfera italiana ha attecchito più questa tipologia piuttosto che quello nuovo e “più professionale” che tanto si vede in ambito internazionale.
Il fatto di trattare le cose in maniera “sbrigativa” è sintomo di una mentalità che risale ai primi blog nati in Italia: “questo è il mio spazio, il mio diario e ci butto dentro quello che voglio”.
Per quanto mi riguarda, uso questo blog per chiarire, prima di tutto, a me stesso le idee e poi, trasferendole sul web, spero sempre possano aiutare quelle persone che si sono imbattute negli stessi miei problemi o nei miei stessi dubbi.
Come l’articolo di oggi: ho notato questa incongruenza di fondo e ho buttato giù qualche riflessione ma, siccome ero certo di non avere completamente chiara la visione di un fenomeno che forse è più grande di quanto potessi mai immaginare, ho chiesto il vostro aiuto, non perché di moda o per portare maggiori visite/commenti, ma perché volevo sfruttare lo spirito di collaborazione del web 2.0 e, auspicabilmente, anche della blogosfera, per chiarire i miei dubbi e far insorgere nei miei lettori le stesse domande.
@Emanuele: Mi piace la metafora che hai usato:
[…]per questo motivo è difficile trovare *tante* voci differenti, ma un brusio di sottofondo a poche chiare voci.[…]
credo renda bene l’idea di una blogosfera che vorrebbe dire ma non riesce.
@Sciamano: i Memetracker sono quei siti che aggregano le notizie più discusse relative ai vari temi che prendono vita nella blogosfera, riportando tutte le ultime novità e gli ultimi dibattiti. E’ un modo per tracciare i fili del discorso del web, per capire quali sono gli argomenti del momento, senza per questo doversi leggere tutti i feed rss di tutte le diverse fonti informative comprendenti blog e media (un esempio particolare è Google News, che in qualche modo si può vedere come il memetracker dei giornalisti)
Concordo sulla valutazione. E’ un circolo vizioso: Blogbabel e’ l’unica classifica riconosciuta dagli altri media, per scalarla e’ necessario essere linkati, per essere linkati e’ necessario linkare e parlare di argomenti mainstream. Quindi i blog diventano ripetitori di news erogate da media mainstream, o ripetitori di altri blog. I contributi originali sono pochissimi; e’ molto tempo che continuo ad affinare e selezionare le mie sottoscrizioni; tanto che della top 100 di blogbabel ne avro’ una decina, di sottoscritti.
Anche una valutazione “a’ la Digg”, o alla OKNOtizie, ha le sue controindicazioni. Nonostante sia basata sul bottom-up, fa emergere la punta dell’iceberg, i post piu’ linkati. Ma come l’auditel non misura la qualita’ di un programma tv, cosi’ gli OK tenderebbero a non misurare la qualita’ di quel post o di quel blog, ma la sua “esposizione” mediatica, e magari la sua “nazionalpopolarita’”.
D’altro canto in Italia ci sono bei blog che continuano a produrre contenuti; quello che manca (quello che a me sembra manchi, ecco) e’ uno strumento che li faccia emergere. Attualmente non c’e’.
Si dovrebbero combinare molte informazioni, la maggior parte delle quali non automatizzabili, per mappare un panorama come la blogosfera italiana; ad esempio io dovrei poter scegliere di visualizzare tutti i blog che parlano (anche) di politica nazionale; attualmente questo strumento non esiste. O che parlano di nightlife a Roma (argomento + geolocalizzazione): non esiste neanche questo.
Tutte le ipotesi su cui ho ragionato prevedono un investimento eccessivo per giustificarlo; alla fine, a chi interessa?
Sono curioso di conoscere i risultati della tua analisi sui memetracker esteri.
@Telemaco: che ci fosse una sorta di ricorsività in Blogbabel lo avevo intuito anche io e probabilmente, come giustamente affermi anche tu, manca uno strumento che faccia emergere i contenuti dei blog di qualità. Il difficile credo sia capire oggettivamente quando ci si trova dinanzi ad un prodotto di qualità piuttosto che ad uno meramente popolare. Credo che forse in Italia è ancora presto per investire sulle statistiche della Blogosfera e per questo sto cercando di capire se esiste qualcosa di valido in ambito internazionale. Non vorrei che, essendo molte informazioni utili alla valutazione di un blog, non automatizzabili (almeno con i mezzi attuali) non si debba ritornare, per assurdo e magari provocatoriamente, alla visione che aveva Yahoo! agli albori di internet, quando categorizzava manualmente i siti.
Ora che ci penso… l’idea di una ricerca manuale dei contenuti di qualità della blgosfera non è poi così tanto campata in aria. Basti pensare che è la stessa strategia che stanno adottando società del calibro di Google e Wikipedia. Google, con il suo Knol, vuole realizzare un sistema di conoscenza collettiva e collaborativa raccogliendo articolo autorevoli mettendo in evidenza gli “esperti” che creano questi contributi. L’intento è quello di affiancare le ricerche di Google con i Knol più votati dagli utenti.
Wikipedia, invece, sta sviluppando Wikia Search che, nelle intenzioni dei suoi creatori, è un vero e proprio motore di ricerca “umano” o comunque più aperto dei tradizionali search engine come Google. Anche qui, i risultati offerti da Wikia Search, possono essere votati dagli utenti combinando anche il concetto di articolo affidabile (denominato Mini Article) che appare in testa ai risultati stessi. Il tutto è collaborativo: gli utenti iscritti possono contribuire ai Mini Article o crearli direttamente. A differenza di Google, però, con Wikia Search si vuole rendere pubblico anche l’algoritmo che muove il motore di ricerca di Wikia, in modo da migliorarlo costantemente!
Link interessante Feedable.
Grazie! 😉
Pingback: Vittorio Pasteris » Strumenti adeguati 27 Febbraio 2008
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