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La notizia di ieri che ha spopolato tra gli internauti è che un docente di marketing, Philip M. Parker, ha pubblicato oltre 85.000 libri in poco più di cinque anni, grazie ad un software di sua invenzione in grado di comporre libri in automatico e a costi ridottissimi. La media giornaliera è spaventosa: circa 46 libri al giorno e su Amazon.com potrete trovare tutte le sue 85.759 opere!
Probabilmente sarà anche entrato nel Guinness dei Primati, ma quel che sarebbe interessante sapere è come funziona questo fantomatico programma. Quel che è certo è che il software si basa su un ricco archivio di dati e di un programma in grado di selezionarli e trasformarli in un libro. Il software di sua invenzione pesca informazioni su un argomento a scelta in un database e poi, con una serie di procedimenti, realizza direttamente il testo. Il costo finale dell’operazione, stima Parker, è di circa 0,12 sterline (16 centesimi di euro). Anche le spese per il magazzino sono quasi inesistenti: il volume viene composto e stampato esclusivamente quando qualcuno lo richiede, altrimenti, se non vi è alucn ordine di quel libro esisterà solo la copertina sul sito di Amazon.
Ovviamente, per come è costruito il programma, questo metodo non è applicabile a tutti i generi letterari, e, quindi, non è in grado di scrivere romanzi ma può solamente realizzare libri come dizionari, libri di cruciverba in varie lingue, testi di medicina e moltissime analisi economiche; questo comporta, quindi, che molti dei suoi testi sono destinati ad un pubblico estremamente ristretto perché il suo programma gli consente di moltiplicare le pubblicazioni “sezionando” un argomento e trattandolo nei minimi dettagli. Esempi particolari sono: un libro di 32 pagine sull’import-export dei guanti di gomma in Polonia nel 2007 (54,90 dollari) o addirittura 710 pagine sulle prospettive del mercato delle lenti a contatto negli Stati Uniti nel periodo 2007-2012 (495 dollari).
I prezzi, come potete constatare, sono molto alti e, probabilmente, ciò è dovuto al fatto che la stampa viene fatta singolarmente ad ogni ordine e, magari, anche perché l’argomento trattato è talmente settoriale che potrebbe interessare pochissime persone al mondo.
Opinioni personali
Ho però qualche dubbio a riguardo, in particolare sul funzionamento di questo fantomatico software. Io quotidianamente pubblico almeno un articolo al giorno e devo dire che, quando scrivo articoli del genere “How-To” faccio molta fatica a reperire informazioni, ordinarle per importanza e, per quanto possibile, verificarne la veridicità. E’ vero che, di solito, la mia unica finestra verso il mondo delle informazioni è Google, ma è anche vero che alla fine, trovate le informazioni che cercavo, le riscrivo in forma di articolo, cercando di far entrare quante più informazioni utili possibili, il tutto linkando le mie fonti, sia per dare la possibilità ai miei lettori di poter approfondire autonomamente l’argomento (avendo già una base di partenza di link) sia per dare la possibilità di verificare le fonti magari soppesando maggiormente l’attendibilità di talune mie affermazioni. Insomma, non faccio nulla di nuovo, poiché si tratta della normale netiquette della blogosfera.
Ora mi chiedo, quale è la finestra verso il mondo delle informazioni che usa Philip M. Parker? Usa Google, Wikipedia, Yahoo Answers? O forse è in grado di accedere ad una eventuale biblioteca digitalizzata magari di qualche libreria universitaria americana? O, ancora, forse è anche abbonato a decine di riviste specializzate e riceve ogni mese, in formato digitale, delle copie in pdf che poi da in pasto al suo programma (che magari dispone anche di un software di riconoscimento caratteri OCR)?
E, in ogni caso, cita le sue fonti (spero di si, basterebbe fare una semplice pagina di Bibliografia)?
E come realizza i suoi libri? Copia e incolla tutte le informazioni o il suo software è in grado di riorganizzarle e ristrutturarle correttamente?
Insomma i miei dubbi sono tanti e forse se potessi visionare uno dei suoi libri, potrei capire come opera il suo programma. Certo è che, comunque, il suo metodo è molto particolare e io credo che, se mettesse in vendita il suo software, guadagnerebbe più di quanto possa aver mai guadagnato sin’ora con la vendita dei suoi libri.
Un dubbio però mi attanaglia: e se avesse messo segretamente in pratica il Teorema della Scimmia instancabile? Ovvero e se avesse assoldato un esercito di un milione di scimmie che fossero in grado di battere a caso i tasti di un milione di macchine da scrivere per riuscire a tirare fuori, come insegna la statistica e la tecnica del brute-force, uno dei drammi di Shakespeare o magari, l’ultimo best seller amazoniano di Philip M. Parker?
Per quanto mi riguarda, invece, trovo molto più interessante se un autore riuscisse a scrivere 85.000 romanzi di 6 parole; è noto infatti, la leggenda vuole che fu una scommessa a portare Ernest Hemingway a dimostrare che è possibile comporre un romanzo ricco di pathos ma lungo solo 6 parole. La frase storica da lui coniata fu: “Vendesi: scarpine per neonato, mai indossate” (For sale: baby shoes, never worn l’originale) nella letteratura anglosassone è rimasta un vero capolavoro di ineguagliata intensità.
Sul forum del Corriere ho trovato qualche altra piccola opera:
L’ultimo uomo sulla terra, sentì bussare
non disse nulla.
con perfetta punteggiatura.
Pingback: diggita.it 7 Febbraio 2008
Levysoft » Software in grado di generare automaticamente 85.000 libri in 5 anni: come funziona
La notizia di ieri è che un docente di marketing, Philip M. Parker, ha pubblicato oltre 85.000 libri in poco più di cinque anni, grazie ad un software di sua invenzione in grado di comporre libri in automatico e a costi ridottissimi. La media giornal…
Mi sono posto le tue stesse domande leggendo ieri l’articolo su Repubblica.it. Ho la sensazione che neanche un “sistema esperto” operante su un ristretto dominio d’interesse potrebbe avere una così alta produttività. E penso che neppure se il web fosse già ora totalmente “semantico” si potrebbe creare una tale catena di montaggio.
saltando di palo in frasca (mai usato quest’espressione…) mi piacevano anche i riassunti lampo di romanzi famosi in voga qualche tempo fa. Tipo:
“Tre sorelle tentano di andare a Mosca. Non ci riescono” (L’opera mi sembra facilmente identificabile…)
Bello il teorema delle sei parole… filosoficamente, non è neanche tanto distante dagli haiku giapponesi di soli 3 versi.
Ciao,
Emanuele
Non è che più semplicemente ha assoldato un esercito di indiani e cinesi? 😉
Ho seri dubbi sulla validità di quanto aggregato e non revisionato dalla rete: in ogni caso sembra un progetto interessante, se vendesse i PDF a poco prezzo proverei a leggerne uno.
Ragazzi è una bufala!!! O meglio è un geniale articolo umoristico tratto da The Guardian (Improbable Research): (http://education.guardian.co.uk/higher/research/improbable/0,,1078493,00.html) che La Repubblica cita come dato di fatto! Mai prendere le notizie dalla rete come oro colato! Anche quelle di Repubblica 😛
@blizz: i dubbi in effetti ce li avevo… ma come si spiegano i suoi 85.759 risultati su Amazon.com quando si cerca “philip m parker”?
Ciao Antonio! Controlla bene i risultati di Amazon! Dopo qualche libro effettivamente scritto da Philip M Parker, troverai migliaia di VHS, libri vari e gadget che poco hanno a che fare col fantomatico superscrittore (ad es. “Cupid & Cate” con un certo Philip Bosco e Luis Parker)… avrai capito che tutto dipende dal motore di ricerca Amazon, e dal fatto che non hai messo le virgolette! Prova a mettere le virgolette, troverai 21 risultati: i soli libri scritti dall’ormai mitico economista Parker!
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sebbene sia una bufala, mi sono perso attraveros i link riguardanti il teorema delle scimmie instancabili…davvero interessante!!