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La memoria SSD (solid-state disk) è tornata in voga da quando la Apple ha presentato il suo Macbook Air con hard disk SSD. Ma è già da qualche anno che si sta cercando di sostituire i tradizionali hard disk con quelli più performanti a stato solido.
Ricordo che già nel 2004 fu presentato il SAM-650, un supercomputer tra i primi ad usare la tecnologia SSD. Ma è da poco più di un anno che i drive a stato solido stanno diventando sempre più economici e, al contempo, sempre più capienti e performanti: ad inizio 2007 la Sandisk, aveva presentato un SSD da 1,8 pollici e da 2,5 pollici di ben da 32 Gb, promettendo una durata di vita di oltre 2 milioni di ore (parliamo dell’ordine dei 200 anni per un PC sempre acceso) prima di presentare problemi (tempo medio fra i guasti: MTBF), un risultato di circa sei volte superiore rispetto ad un notebook con hard disk. Non essendo composte da parti mobili, le memorie SSD di SanDisk sono inoltre molto meno soggette a rotture quando un computer portatile cade o viene esposto a temperature estreme.
Tra le altre caratteristiche salienti delle memoria SSD abbiamo una velocità di ben 100 volte quella degli hard disk (con un tempo di accesso ad un singolo file di soli 0,12 millisecondi) e un consumo di energia del 60% in meno (0,4 W contro 1,0 W degli hard disk tradizionali).
Per quanto riguarda la durata e l’affidabilità delle memoria SSD, nel caso delle prime di SanDisk si parlava già di una durata di oltre 2 milioni di ore (parliamo dell’ordine dei 200 anni per un PC sempre acceso) prima di presentare problemi (MTBF).
Su Wikipedia, inoltre, è possibile leggere che le schede SD (ma presumo che il discorso valga anche per gli SSD) sono molto resistenti agli urti: sono infatti in grado di resistere ad un impatto di 2.000 grammi, contro i 100-200 grammi di un comune hard disk!
Ad oggi, molte altre società, oltre la Sandisk, hanno annunciato la propria versione di HDD SSD in grado di raggiungere la capienza record di 128 GB in tecnologia NAND; tra queste vi sono la Samsung, Toshiba, Intel, Mtron e Seagate (con degli hard disk ibridi). Le prestazioni, ad oggi, raggiungono risultanti eccellenti, con velocità di lettura e di scrittura rispettivamente di 100 e 70 MB al secondo.
La domanda ora che verrebbe da porsi è quanto sono effettivamente veloci ed affidabili gli hard disk SSD rispetto a quelli tradizionali con la testina?
La risposta la fornisce un video preparato da Samsung che mette a confronto due computer portatili identici, tranne che su uno è presente un normale disco rigido (HDD) mentre sul secondo un disco allo stato solido (SSD). I risultati sono sorprendenti e fanno capire che il passo di una implementazione massiva dei dischi a stato solido è oramai prossimo, come già si era intuito con l’avvento del Macbook Air.
Nel filmato vengono messe in luce le differenze prestazionali misurate sui diversi tempi di avvio, spegnimento e lancio di applicazioni.
In particolare abbiamo che:
- Il peso dell’SSD è minore di quello dell’HDD di quasi il 22% (47 grammi contro 60 grammi).
- Per avviare un PC con Windows Vista Premium (bootstrap), un SSD impiega appena 36 secondi mentre HDD bene 63 secondi, quasi il doppio del tempo (certo nulla ha a che vedere con un Macbook Pro con Mac OS X 10.5: il mio, con disco hdd, impiega poco più di 20 secondi… ma questo penso dipenda dal sistema operativo usato).
- Per il caricamento di un file PDF da 25 MB (data read speed), SSD impiega solo 4 secondi mentre un HDD ben 12 secondi.
- Per il caricamento di un file Photoshop da 40 MB (data read speed), SSD impiega solo 13 secondi mentre un HDD ben 20 secondi.
- Per spegnere un PC con Windows Vista Premium (shutdown), una SSD impiega 9 secondi mentre un HDD 13 secondi.
- Questo è il test più interessante: quello della vibrazione. Presi due PC identici sui cui gira lo stesso filmato, se entrambi sono sottoposti ad una forte e continua vibrazione, quello con disco HDD produrrà un errore di sistema, e quindi il blocco del filmato, dopo 35 secondi (probabilmente a causa della testina), mentre quello con disco SSD dopo ben 73 secondi (che non ha alcuna testina meccanica).
Quello che non viene evidenziato nel filmato sono due aspetti noti a tutti: le memorie SSD sono meno rumorose rispetto ai dischi rigidi e consumano in termini energetici notevolmente di meno.
In definitiva, questi sono stati i risultati, del test eseguito da Samsung:
e questo il grafico relativo:
Ora però, non resta che dare un’occhiata al filmato:
Che ne pensate? Un prodotto del genere non vi fa gola?
Certo, il costo per bit è ancora eccessivamente alto (sull’Apple Store la differenza tra un HDD tradizionale e un SSD è di ben 899€), ma se questi sono i presupposti è possibile immaginare un prossimo futuro in cui, come avviene per qualsiasi altro prodotto tecnologico, i costi di produzione si abbatteranno e gli SSD diverranno il nuovo standard de facto sul fronte della conservazione dei dati nei notebook di prossima generazione.