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Ecco una interessante proposta dell’associazione di difesa dei consumatore Adiconsum che, approfittando dell’attenzione che questa Finanziaria sta dedicando al digitale terrestre, richiede al parlamento di fare un passo in più e di aggiungere un emendamento che obblighi dal 1° Gennaio 2009 le emittenti a trasmettere in 16:9 (data propizia, perché da allora cesserà anche la vendita di Tv dotate di sintonizzatori analogici). Questo perché sembra che i normali programmi TV 4:3 rischiano di danneggiare i nuovi, costosi televisori “widescreen”, che ormai sono lo standard de facto.
Questa avvertenza è stata trovata, infatti, in un manuale di una Tv Samsung che cita:
“Su un Tv Lcd, l’uso del formato 4:3 per un periodo prolungato può lasciare traccia dei bordi sulla parte sinistra, destra e centrale del video a causa delle differenti emissioni luminose dello schermo”. Per di più, “Questo tipo di danni non è coperto da garanzia“.
Le fasce nere, insomma, tendono a restare impresse sui pixel. La cosa grave è che l’utente ha speso molti soldi per dotarsi di una nuova Tv e poi, se non vuole rischiare di danneggiarla, si ritrova a vedere i programmi Tv in modo peggiore che sui vecchi televisori.
Il problema è che in questi anni la tecnologia dei televisori ha fatto grandi passi avanti, gli schermi sono diventati piatti, ad alta definizione e “widescreen”, ma le emittenti italiane hanno continuato imperterrite a trasmettere nel vecchio formato 4:3. I programmi Tv su tutte le reti analogiche e in quasi tutti i canali di Sky sono infatti in un formato che è adatto alle vecchie Tv a scatola, a 4:3, dove lo schermo è un rettangolo quasi quadrato. Il widescreen invece è in formato 16:9, un rettangolo allungato ai lati. È una miglioria perché il widescreen meglio dei 4:3 riesce ad abbracciare l’arco visivo dell’utente, da sinistra a destra. Tutte le nuove Tv, infatti, sono così. I film in Dvd sono, ugualmente, in widescreen.
Che succede, invece, quando su una Tv widescreen si vedono programmi trasmessi in 4:3? Ci sono tre alternative, offerte dai menu della Tv: deformare l’immagine per adattarla ai 16:9, fare zoom, o trasmetterla così com’è al centro dello schermo. Tutte e tre le possibilità hanno inconvenienti. La prima rende le figure e le persone appiattite e un po’ tozze. La seconda che ingrandisce l’immagine a tutto schermo mantenendo le corrette proporzioni fa perdere alcune porzioni di immagini ai bordi. La terza conserva la fedeltà dell’immagine: la Tv utilizza l’artificio di creare ai bordi dello schermo due fasce nere, per tagliarlo e trasmettere nel mezzo il programma 4:3.
Il problema, però, è che se si usa quest’ultima alternativa, che dovrebbe essere la migliore per la visione, si rischia di rovinare il proprio televisore 16:9 e, addirittura, di invalidare la garanzia in caso di persistenza dei pixel. Assurdo!
Io, personalmente, non sopporto vedere sprecato 2/3 del televisore per vedermi la TV su un quadrato al centro dello schermo perché così, al posto di un 32 pollici mi ritroverei con un mero 20 pollici. Non sopporto neanche l’idea di tagliare le immagini con l’effetto zoom, così mi sono adattato e la televisione (per quanto ne possa vedere io) la guardo adattata a 16:9. Dopo un po’, si fa l’occhio anche alla deformazione delle immagini ma si rischia di vedere tutti i presentatori più grassi!
Per chi fosse interessato ai formati widescreen e anamorfici, vi consiglio la lettura di questo articolo che spiega nel dettaglio tutti i possibili formati Formati cinematografici e DVD esistenti.
Attribution Image: pinotti.eu
Ho letto di questo allarme su diversi siti Internet ma ho un dubbio che non è ancora stato chiarito: il problema è solo con i televisori LCD oppure anche sui televisori al Plasma??
Figurati che io sapevo che era SOLO con i televisori al plasma!
«Consumatori state attenti, guardare correttamente i programmi televisivi in 4/3 con i nuovi televisori LCD o Plasma a 16/9 può causare la rottura del televisore, rottura che non è coperta da garanzia».
“Adiconsum lancia l’allarme, manuale Samsung alla mano, e avverte che se i broadcaster non adotteranno al più presto lo standard 16/9, i consumatori potrebbero ritrovarsi con i nuovi televisori, pagati da 700 a oltre 3.000 euro, con lo schermo danneggiato e senza avere la possibilità di riparazione.”
Questa affermazione ha già in sé qualcosa di ridicolo, fortuna che è un’associazione a difesa dei consumatori, ma è stata ripresa da diversi giornali, tra cui la fantastica Repubblica, con un tenore di questo tipo: accidenti! Se quei porci delle televisioni non iniziano a trasmettere come devono ci rovinano anche i televisori.
Cara associazione, cari giornali, forse vi è sfuggito qualcosina:
1)in Italia il sistema di trasmissione è PAL, inequivocabilmente quattro terzi.
2)Il sintonizzatore incorporato in questi televisori da quando sono stati immessi sul mercato è nel 99% dei casi PAL
3)in ambito televisivo la maggior parte dei sistemi televisivi e’ quattro terzi
4)in ambito digitale il 90% dei formati è quattro terzi oppure tre mezzi.
5)Il perché di questi formati nasce per ottemperare sia ad una tradizione sia ad una motivazione tecnica. La prima ricorda i formati in pellicola e la seconda la questione che un obiettivo genera un cerchio di copertura.
In tutto questo caos esiste solo una manciata di formati, io ne conosco solo tre, che hanno una proporzione di 16:9.
Se gran parte della popolazione si è gettata a pesce nell’acquistare televisori in quattro terzi dotati però di un pannello dalle proporzioni diverse da utilizzare comunque in un ambito quattro terzi….Forse più che spingere su coloro che trasmettono i programmi nel cambiare addirittura un sistema televisivo sarebbe auspicabile spiegare qual’è il problema: si è sbagliato comprare il televisore. Alias Pane e volpe
Le scelte possibili per trasmettere in sedicinoni sono le seguenti:
trasmettere in anamorfico, perdendo la possibilità di utilizzare i televisori non previsti.
Utilizzare un nuovo sistema televisivo, costringendo poi gli incauti acquirenti 16quasi9 a cambiare ancora televisore o di dotarsi di un ennesimo sintonizzatore esterno e giustiziando tutti i televisori quattro terzi
trasmettere con le famigerate bande nere, un buon sistema per ottenere lo stesso problema sui televisori acquistati correttamente. Inoltre questo sistema avrebbe l’effetto collaterale di dimezzare la qualità di trasmissione.
Oltretutto sarebbe interessante capire se questa associazione, dopo ovviamente che tutti i media si siano adeguati alla richiesta, se ne esca con un grido di pericolo quando verranno trasmessi i film.
Già, per chi se ne fosse dimenticato i film sono girati oggi in cinemascope nella proporzione di 22:9……. ovvero due belle bande nere che danneggiano lo schermo né più né meno di quanto oggi facciano le trasmissioni normali sul formato bizzarro.
Ottimo articolo, non pensavo che si potessero addirittura rovinare, grazie per la segnalazione! 🙂
Io ho trovato un simile avvertimento in un recente manuale d’uso di un LCD Philips presente in pdf sul sito dell’azienda; nel capitolo “informazioni importanti” si parla di possibile “effetto memoria sullo schermo con fastidiose ombreggiature e zone scure, causate dall’usura dei fosfori” dovute alla persistenza di immagini statiche quali, per esempio, le striscie nere ai lati” (peraltro si riferiscono sia a lcd che plasma)