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All’alba del microblogging, Twitter era la vera rivoluzione del settore e quando vi approdai era il must per chiunque volesse usare questo genere di strumenti, nonostante alcune evidenti limitazioni e filosofie a volte contradditorie.
Anche se non ne faccio un uso smodato, mi piace usare un servizio che funzioni sempre senza interruzioni improvvise e ripetute. Purtroppo la stabilità non è mai stato un punto forte di Twitter, e per questo che, dopo continui fermi di sistema, lanciai la proposta di passare tutti a Jaiku, il clone evoluto di Twitter: purtroppo, però la sua popolarità non riusciva a controbbattere quella del gigante Twitter. Questo fino al 9 Ottobre, quando nella twittersfera iniziò a circolare la notizia secondo cui Google aveva acquisito Jaiku; da quel momento tutti i twitteriani, forse perché convinti dalla forza delle scelte di Google oppure perché hanno iniziato ad apprezzare le reali qualità di Jaiku, hanno iniziato a cinguettare/parlare bene di Jaiku.
Alla conferma da parte di Google, il giorno dopo, della recente acquisizione (ancora non si conoscono i dettagli dell’operazione), la blogosfera si chiese: perchè Jaiku e non Twitter? Perché acquisire un servizio web 2.0 meno conosciuto del suo diretto concorrente?
Infatti, anche se rispetto a Twitter è sicuramente meno costoso, c’è anche da dire che un costo minore corrisponde ad un’altrettanto debole grado di penetrazione tra gli utenti della Rete, visto che allo stato attuale la comunità di Twitter è molto più attiva e prolifica, mentre Jaiku veniva di solito usato dagli stessi twitteriani come una soluzione di backup quando il loro server andava giù (cosa molto frequente a dire il vero). Insomma, in quei periodi, si assisteva ad una vera e propria migrazione di cinguettii da un sistema ad un altro, ma solo per il periodo necessario al ripristino del server twitter.
Occorre, però, ricordare che Jaiku è sicuramente più completo (e quindi tecnologicamente più avanzato) del suo diretto competitor Twitter: la possibilità di lasciare commenti diretti (in stile Pownce) e di creare canali di conversazioni dedicate sono stati sicuramente punti a favore che hanno fatto pendere l’ago della bilancia verso la piccola azienda finlandese di servizi “lifestreaming”. In effetti, su Twitter, da molte testimonianze, si notava una certa confusione nel seguire una conversazione o un flusso di informazione quando si avevano molti followers.
Insomma, oggi fa piacere vedere che le mie prime impressioni favoreli su Jaiku sono ora condivise con molti ex twitteriani, ma mi spiace constatare che l’unico motivo di tanto interesse sia derivato solo dalla sponsorizzazione di marchio blasonato come Google.
UPDATE: Visto che al momento non è possibile creare nuovi utenti, almeno finché Google non darà il via libera, se volete provare Jaiku, ho ancora 9 inviti disponibili.
condivido tutto… soprattutto le costatazioni finale … che vuoi farci il mondo va così
Mi potresti invitare?
Ora la creazione di nuovi account è bloccata.
Grazieeeeeeeee
@Flatlineato: invito spedito!
Ne ho altri 9: per chi vuole provare jaiku…
Grazie sei il migliore 😉
Se mi mandi l’invito ricondivido gli inviti 🙂
In ogni caso concordo in pieno con il tuo articolo, anche se ancora il micropublishing non mi convince (ma gli ultimi eventi mi smentiscono alla grande).
@Edgar: invito spedito … buona ricondivisione!!
Pingback: I link di Sabato 13 Ottobre 12 Ottobre 2007
[…] di Twitter All’alba del microblogging, Twitter era la vera rivoluzione del settore e quando (…Continua) […]
me lo manderesti un invito?
@Mr._GöRéFe$T: invito spedito!
grazie!
Ciao, mi potresti invitare?
un saluto a tutti