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In seguito all’articolo che ho pubblicato ieri sulle “Riflessioni sul web 2.0 che ha creato una nuova umanità 2.0 in grado di modellare e reinventare la rete” sono scaturite alcune interessanti riflessioni, come quella di Gianmario che affermava come un indice di coinvolgimento del web 2.0 potrebbe stare nel rapporto Numero letture di un post/Numero di commenti al post e notava, prendendo spunto dalle statistiche di alcuni miei articoli, che, p.es., su 264 letture vi erano stati solo 10 commenti all’articolo (di cui 4 miei): e gli altri 258 lettori che facevano? Dove è finito il coinvolgimento di cui tanto si parla nell’era del web 2.0? Da un primo approccio era evidente che la differenza tra lettura/partecipazione era ancora molto netta.
Io di tutta risposta ho così scritto:
Credo che la forza vitale di un blog stia nelle idee che propone e nei commenti che lo animano.
Ci sono blog che con quattro righe riescono a coinvolgere decine se non centinaia di persone che si prodigano a dire la loro. Altri che magari, anche con centinaia di righe, non riescono che a raccogliere pochi commenti, ma io credo che bisogna anche dare il giusto peso alle cose. Nel primo caso spesso i commenti sono dati su blog o post un po’ generalisti che parlano del vivere comune etc. Quando poi ci si addentra in post tecnici, non molti riescono a dare il proprio contributo… (anche se un commento tipo “bell’articolo” da sempre grande soddisfazione)… e quei pochi commenti a volte riescono ad essere più esaudienti e gratificanti di centinaia di altri. Penso che anche questo sia il web 2.0! […]
Altri lettori, poi, hanno notato anche che “per ora gli utenti che veramente utilizzano tutti gli strumenti del web 2.0 sono molto pochi” e spesso si annoverano più tra i giovanissimi. In effetti avevano ragione: il fenomeno è conosciuto con il nome di “ineguaglianza partecipativa” e vuole che il 95% degli utenti non contribuisca in alcun modo (i cosiddetti lurkers, al massimo leggono e passano oltre), il 5% lo fa di tanto in tanto e solo lo 0,1% lo fa spesso. Nonostante i tanti strumenti ormai a disposizione, solo pochi utenti partecipano attivamente al web sociale. Il che in parte è naturale a tutti i fenomeni sociali (l’attenzione è una risorsa limitata), ma in parte è dovuto anche a tool di interazione ancora troppo primitivi e macchinosi (per maggiori informazioni potete leggere il mio articolo “Esiste l’intelligenza collettiva del web 2.0 o solo una intelligenza dei pochi? La regola dell’1:10:89“).
Proposta di calcolo dell’indice di partecipazione
In seguito a queste riflessioni ho allora pensato che, per avere un quadro della situazione, potevo integrare allo script che conta il numero di letture di un articolo, anche un valore che desse l’idea dell’indice di partecipazione, come la differenza tra commenti e numero di letture. Poi ho pensato che bisognerebbe anche tenere conto dei trackback, forse la vera anima dei blog: se un mio post ha dato l’idea a qualcun altro di scrivere sull’argomento, forse ha un valore anche maggiore (con un rapporto che dipende dall’influenza del blog che ne parla e dal numero di visitatori che ha) perché ha esportato un mio pensiero e una mia idea e mi ha fatto conoscere ad un nuovo nucleo di lettori. Secondo me, però, non si dovrebbe assegnare un valore unitario al trackback, equiparandolo ad un commento. Mi piacerebbe sapere la vostra su questo argomento: avrebbe senso considerare questi fattori per valutare l’indice di partecipazione di un blog e, se sommati a quelli dell’intera blogosfera (o almeno di una sua buona parte), capire come si sta evolvendo il web 2.0? Certo il web 2.0 non è fatto solo di blog, ma questa sarebbe un’analisi che tutti noi potremmo fare, senza troppe complicazioni.
Popularity Contest per calcolare l’indice di popolarità
A ben pensarci, però, un concetto simile si ritrova anche nel plugin Popularity Contest (qui in italiano) che controlla l’attività di un blog e calcola una percentuale di autorità di un post o di una pagina, relativamente alle altre pagine del blog. Come leggo sul sito di Davidonzo, l’indice di popolarità viene espresso in percentuale e i criteri utilizzati sono relativi alla visualizzazione del contenuto via permalink, dalla home page, dal feed, oltre a tenere contro anche del numero di commenti, pingback e trackback ricevuti dal contenuto.
Dato che il conteggio delle visualizzazioni di una pagina e gli altri criteri di calcolo sono cumulativi, i post e le pagine più recenti hanno, ovviamente, un livello di popolarità inferiore.
La cosa interessante, però, è che dal pannello di amministrazione è possibile modificare i pesi relativi di ogni criterio. Così, se nel vostro blog per scelta disabilitate i trackback, darete zero a questo parametro. Oppure, se la discussione per voi è fondamentale, darete un peso più alto ai commenti rispetto a quello dato alle visualizzazioni varie. In parole povere, il plugin non calcola un ranking tout court, ma mette a disposizione del blogger uno strumento di misurazione del successo dei propri post, con la possibilità di livellare i criteri di calcolo sulle esigenze operative dell’editore.
Come incentivare la partecipazione senza obbligare a commentare
Tutto questo per quanto riguarda l’indice di popolarità. Ma una volta compreso come funziona e come calcolarlo, non sarebbe utile semplificare le funzionalità di interazione al sito in modo da incentivare la partecipazione rendendola più coinvolgente?
A tal proposito è il caso quindi di citare ClickComments, un componente aggiuntivo per blog (per WordPress si può scaricare anche un comodo plugin: ClickComments_wpPlugin) che si situa a metà strada tra i commenti e i voti: non richiede lo stesso impegno dei primi, ma nemmeno è superficiale quanto i secondi.
Si tratta di una barra con otto icone di ipotetiche reazioni da collocare al termine di ogni post. Dopo la lettura l’utente può esprimere un rapido giudizio in un click: cool, mi ha ispirato, divertente, parlane ancora, creativo, insignificante, mi ha commosso, bella trovata.
Come nei sistemi di ranking, ogni reazione viene poi memorizzata e sommata, di modo che l’autore può disporre di un utile feedback. Inoltre, se ci si registra, tutti i post che ricevono un ClickComments sono poi aggregati sul sito di Postreach, ed essere visitati per reazione o per categoria.
Ad ogni modo, non si tratta di una funzionalità sostitutiva ai commenti, che possono benissimo continuare a convivere accanto.
Purtroppo, anche se molto interessante come servizio, la localizzazione in italiano dei voti da assegnare è parziale. Inoltre il widget, oltre ad essere un po’ troppo invasivo, anche se graficamente accattivante, risulta anche un po’ troppo lento nel caricamento (visto che carica javascript e css direttamente dal sito PostReach.com) cosa che rende un po’ fastidiosa l’attesa. Inoltre, il fatto di non avere localmente i dati da analizzare, lo rende adatto per quelle piattaforme di blogging chiuse come Blogger, WordPress.com e TypePad, ma per il mio sito, avrei preferito una soluzione locale.
La soluzione più semplice: dare il voto ad un articolo
A questo punto, quindi, per rendere più fruibile ai miei visitatori la possibilità di esprimere un giudizio su un articolo senza però dover per forza scrivere un commento, ho pensato di usare la classica votazione a stelline da 1 a 5.
Per WordPress esistono numerose soluzioni che sfruttano ajax, come WP-PostRatings 1.11 e Post Star Rating.
Nel mio caso ho scelto Post Star Rating per la sua semplicità di installazione e alla sua customizzazione nei rapporti. Una volta scaricato da qui, è sufficiente copiarlo nella directory dei plugin (di solito ‘wp-content/plugins/’) e attivarlo (avendo cura di tradurre qualche parola in spagnolo). Una nota: quando lo si attiva verranno create due nuove tabelle: wp_psr_post e wp_psr_user.
Dopodiché occorrerà aggiungere la seguente riga:
in un file del vostro tema. Nel mio caso l’ho inserita nel file theloop.php, subito dopo il titolo. La scelta della posizione è dovuta al fatto che, oltre ad essere sempre visibile anche dalla homepage, è facilmente raggiungibile anche senza doversi scorrere per forza tutto l’articolo.
Se si vogliono, poi, visualizzare le statistiche di popolarità, è sufficiente inserire nella posizione voluta del vostro tema, una delle seguenti chiamate di funzione: PSRbestsof_month(), PSRbestsof_month(month), PSRbestsof_month(month, limit), PSRbestsof_moment() e PSRbestsof_moment(limit).
Epilogo
Se una soluzione come ClickComments forse era più congeniale, dato che si può esprimere un giudizio di una certa complessità molto velocemente, la soluzione di lasciare su un altro sito i dati, non mi è piaciuta. Se esistesse una analoga funzionalità da installare come plugin per WordPress, forse la adotterei.
Per cui, al momento, ho preferito provare la funzionalità di voto degli articoli, nella speranza che il numero di persone votanti possa giustificare l’inserimento di questa nuova funzionalità e che possa servire a dare voce anche a coloro che magari non sono soliti esprimere giudizi attraverso i commenti.
Non avevo mai letto un post scritto così bene e in maniera così esplicativa. Uso già il plugin per la votazione degli articoli, anche se devo ammettere che non viene tanto usato, gli altri due invece non li conoscevo, li installo e magari ti faccio sapere se raggiungo qualche reazione in più da parte dei miei lettori.
Non pensavo che il mio commento diventasse fonte per post successivi 🙂 Comunque complimenti per la lucidita’ dei post, non e’ facile indicare in modo succinto e chiaro quali sono i punti di una discussione. Il mio dubbio sulla partecipazione dipende anche dal fatto che attualmente son proprio le persone piu’ “tecniche/tecnologiche” ad utilizzare di piu’ il web 2.0, quindi mi aspetterei piu’ coinvolgimento. D’altra parte forse e’ proprio chi non e’ coinvolto direttamente con aspetti tecnici ogni giorno che forse puo’ essere piu’ portato ad intervenire, e soprattutto nei prossimi anni le nuove generazioni nate con la possibilita’ di interagire in modo cosi’ semplice (anche sotto questo punto di vista vorrei confermare che la semplicita’ e’ tale solo per chi sa utilizzare gli strumenti messi a disposizione del web 2.0, che per alcune persone rimangono comunque ancora complessi).
Come misurare la partecipazione penso sia un problema molto complesso, e probabilmente non esiste nemmeno un metodo unico per i diversi generi di blog. Comunque il web serve a questo, parlare per trovare soluzioni.
Ciao 🙂
@Luckytto: grazie per le belle parole!
@Gianmario: grazie anche a te! In effetti mi piacciono le idee che sono scaturite dai vostri interventi, a confermare la tesi per cui i commenti sono l’anima dei blog e sicuramente possono essere, come nel tuo caso, fonte di ispirazione per nuovi articoli.
In effetti, se un blogger scrivesse solo per se stesso non avrebbe alcun senso: è solo attraverso la vostra interazione che il suo scopo viene valorizzato!
Secondo me una grande difficoltà è quella di unire la comunità che si sta formando tramite il web 2 alla normale comunità. Spiego meglio, se notate i commenti dei blog sono quasi sempre di altri blogger, in pratica quelli che partecipano attivamente sono sempre gli stessi creando cosi un circolo vizioso.
I commenti sono un modo per poter rendere partecipi anche quelle persone che non vivono come noi nel web 2 e poter sentire anche la loro opinione! Essi però credo si sentano un po’ timorosi nel lasciare commenti in quanto esporre il proprio pensiero a gente che non si è mai vista non è facile se non si è pratici di internet e affini!
Credo quindi che si stia andando sempre più verso una divisione tra persone del web2 e persone del “web1!”.
spero di essermi spiegato altrimenti scusate ma ho una mentecontorta!!!
Io sposterei il sistema di voto dopo il post non all’inizio in modo che l’utente se lo trovi davanti quando ha finito di leggere l’articolo, inoltre devi renderlo più visibile io l’ho trovato solo perchè mi chiedevo dove lo avessi messo dopo questo bel post.
Occhio che PSR funziona solo con Firefox… fai una prova con IE e con Opera.
Ciao
Daniele
@mentecontorta: sei stato chiarissimo… è il classico problema dell’autoreferenziabilità dei blog… che creano una struttura talmente forte tra di loro che a volte chi non vi fa parte si sente effettivamente intimorito. Anche io, devo dire, che all’inizio alle volte lo ero. E’ per questo che, forse, strumenti come ClickComments, son i benvenuti perché permettono di dire la propria senza doversi esporre troppo (anche se si tratta di commenti già cablati e predefiniti).
@Flatlineato: grazie per il tuo feedback, ero convinto che trovandoselo all’inizio del post fosse piuttosto evidente, invece che farlo perdere in fondo al post.
Anch’io ti consiglio di spostarlo sotto… Ho letto il post, non ho trovato le stelline ed ho creduto che attualmente le avessi rimosse. Poi ho letto il commento e son risalito…
Comunque c’è anche da dire che spesso si può anche ritenere interessante l’argomento ma non avere nulla da aggiungere. E non significa essere semplicemente lurker… piuttosto essere “totalmente appagati” da quanto detto.
Ciao,
P|xeL
@Pixel: ok forse lurker è stato un aggettivo un pò troppo forte… ma ero per far comprendere meglio… in effetti sempre meglio nessun commento (perché totalmente appagati) che una valanga di commenti negativi 🙂
Credo che spostero il voto sotto all’articolo come da voi suggerito…
Pingback: Levysoft » L’Era dei Commenti 2.0: proposte per rivoluzionare il modo di commentare sui blog con l’inserimento dei commenti via feed reader con XForms e l’uso dei commenti vocali con Flash 5 Ottobre 2007
[…] aver scritto due articoli sull’umanità 2.0 e su come analizzare l’indice di partecipazione di un blog e incentivare l’uso dei commenti, Paso ha scritto un bel post sul dilemma dell’era 2.0: commentare o non commentare?. Devo […]
Ciao.
Sebbene di indole sia più un “passante” che un commentatore, desidero esprimerti le mie più vive congratulazioni, sia per quanto riguarda il post che hai scritto, secondo me addirittura in modo divino, sia per il link e la trattazione di questo nuovo modo di concepire il commento per i più pigri (mi riferisco a clickcomments) che non conoscevo ancora.
P.S: complimenti per la grafica del tuo blog. In particolare mi ha colpito la grafica dei commenti: un colore di sfondo delicato, una formattazione davvero intelligente, ben leggibile e distensiva.
Te la sei fatta da te?
Ciao,
Phebo
Phebo: grazie per i tuoi complimenti… troppo lusinghieri 🙂 Sono contento che l’articolo ti sia piaciuto!
Per quanto riguarda la grafica dei commenti l’ho personalizzata dopo aver fatto qualche prova, mentre per quella del blog è il merge di diversi stili diversi (vedi nel footer il ringraziamento ai temi che mi hanno ispirato)… in ogni caso il tema è stato riprogettato tutto da me.