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La genetica è una scienza sorprendente, in grado, a volte, di asserire che elefanti e toporagni sono geneticamente parenti. Questo perché specie di una stessa famiglia hanno dimensioni dei cromosomi simili. A parità del numero dei geni, gli animali originari dell’Africa (come i pachidermi) hanno un genoma molto più pesante rispetto alle altre specie, addirittura doppio se confrontato con cani, cavalli e delfini. Ma nulla ha a che vedere con le dimensioni e la forma del corpo dei mammiferi, oppure con l’ambiente (specie acquatiche, terrestri o volanti spesso appartengono a una stessa famiglia) e l’alimentazione. I genomi più grandi appartengono agli animali originari dell’Africa (gli Afrotheria). Man mano che si sale di latitudine e si passa alle famiglie degli Xenarthra, degli Euarchontoglites o dei Laurasiatheria, il nucleo delle cellule diventa più piccolo.
Questo è il famoso “enigma C”, dove C sta per contenuto. Se il numero dei geni è infatti sempre lo stesso, le ragioni di tanta eterogeneità vanno cercate in quello che un tempo veniva chiamato “Dna spazzatura“: quella parte del genoma che non produce alcuna proteina ma che ha il compito ancora in buona parte misterioso di regolare le attività della doppia elica. Nell’uomo il “Dna spazzatura” rappresenta il 98% del totale.
Qui, per esempio, è possibile vedere una immagine estratta dal cromosoma umano 20, che ha 63.644.868 paia di basi cromosomiche, rappresentato con le lettere A C G T, e con dei punti per le sezioni apparentemente inutilizzate.
Ma la genetica è anche in grado di dirci, analizzando i genomi di specie strettamente imparentate, che la velocità di speciazione (cioè del processo biologico attraverso il quale si formano nuove specie da quelle preesistenti) aumenta andando verso le alte latitudini e diminuisce verso i tropici.
In pratica, le nuove specie in realtà si evolvono sempre più velocemente via via che ci si sposta verso i poli. Per avere un’idea, nelle regioni tropicali occorrono da tre a quattro milioni di anni perché una specie evolva in due specie distinte, mentre in corrispondenza di 60 gradi di latitudine potrebbe occorrere solo un milione di anni.
Infine la genetica ci aiuta anche nelle gare automobilistiche: pare infatti che, alcuni studenti, abbiano creato una simulazione di guida automatica in grado, dato un qualsiasi percorso, di far muovere le automobili in modo “aggressivo”, in modo da sviluppare una vera e propria competizione tra le automobili (sia per i videogiochi che per le automobili reali). Il programma è stato sviluppato attraverso un algoritmo genetico in grado di far evolvere le reti neurali preposte al controllo del “motore” e dello “sterzo” delle automobili simulate.
Ma c’è anche chi tenta di creare un nuovo tipo di DNA… un DNA visivo delle persone che partecipano all’esperimento di Imagini, un sito che chiede all’utente di rispondere a delle domande selezionando, come risposta, un’immagine. Alla fine del test verrà elaborato poi un profilo caratteriale.
Image Attribution CC: ‘DNA-source-code‘
interessante.. sto studiando la genetica in questo periodo, farò un figurone citando questo articolo!
Ma dai… sono contento di averti dato una mano 🙂
Interessante.. però è un argomento così vasto 😀
Bravo Antonio 😉
Thanks Juspolo 🙂