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Davide in suo post, è andato un pò più a fondo sulla licenza (EULA) di Windows Vista che si deve leggere e approvare al momento dell’installazione: ebbene vi sono due punti abbastanza particolari. Mentre su The Inquirer, invece, ho trovato un terzo punto che deriva direttamente dalla primo:
1. Le versioni “Home” e “Home premium” vietano la virtualizzazione: “USO DI TECNOLOGIE DI VIRTUALIZZAZIONE. Non è possibile utilizzare il software installato in una sistema hardware virtuale (o emulato)”. Nelle versioni più avanzate invece la virtualizzazione di Vista è permessa, però non funzionerà nessun contenuto DRM.
2. Altro punto da tenere d’occhio: se si decide di utilizzare “Windows Defender” (anti spyware), bisogna accettare il fatto che esso potrebbe rimuovere o disabilitare qualsiasi altro software, senza chiedere il permesso all’utente.
3. Siccome le versioni meno care di Vista (Basic e Premium) non possono girare su macchine virtuali, gli utenti Apple saranno costretti a comprare almeno la versione business del software. In pratica, quindi, è come se gli utenti Apple siano costretti a pagare una tassa già ribattezzata “Tassa Vista“.
I giornali vicini a Apple sono infatti convinti che Microsoft voglia ingiustamente far pagare un extra di $ 100 semplicemente per essere utenti Mac. Mentre l’utenza di base guarda tutta l’operazione come una tassa contro Apple, arriva anche la brutta notizia che la politica di Microsoft contro le macchine virtuali colpirà anche utenti Linux e UNIX che vorranno far girare Vista sulle loro macchine.
The Inquirer fa anche notare che, come in risposta che gli utenti Mac sono irritati anche dalle notizie secondo cui Microsoft non realizzerà la nuova versione di MacOffice fino al 2008. Ma sembrano ignorare che anche Apple ha mancato di aggiornare iTunes per Vista in tempo utile, né è stata mai annunciata una data precisa per il suo rilascio.
Ovviamente ostacolare la virtualizzazione potrebbe essere una scusa ulteriore per non passare a Vista.