Tempo di Lettura: 3 minuti
E’ accaduto spesso nella storia della scienza che le grandi scoperte siano state fatte per caso, mentre si stava cercando dell’altro. “Serendipity” la chiamano gli anglosassoni, un termine che non ha una traduzione italiana, ma che sembra adattarsi molto bene anche al caso in questione. Secondo quanto diffuso durante una conferenza stampa tenuta presso l’Università del Texas ad Austin, il telescopio spaziale Spitzer avrebbe rilevato una debole sorgente a infrarossi posizionata nel cosiddetto punto lagrangiano L5 del sistema Terra/Luna.
La scoperta è stata fatta nell’ambito di una ricerca sulle stelle in formazione all’interno di un nucleo di polveri nella costellazione del Cigno a circa 650 anni luce da noi, durante la quale gli scienziati si sono ritrovati nelle immagini degli strumenti IRAC e MIPS una sorgente a infrarossi cui non era possibile ricondurre alcun oggetto nello spettro visibile (ved. immagini a lato). Sulle prime il gruppo di scienziati del Caltech guidato dal professor Robert Haddock, ha ritenuto si trattasse effettivamente di una protostella in formazione, ma ulteriori misure spettrometriche del redshift dell’oggetto hanno potuto dimostrare senza ombra di dubbio che la sua distanza non corrispondeva a quella della nube di polvere dentro cui avrebbe dovuto trovarsi, ma era molto più vicina, addirittura a una distanza inferiore a un’Unità Astronomica. L’osservazione è stata ripetuta con i medesimi risultati sia dall’IRTF del Mauna Kea alle Hawaii, sia dal giapponese IRTS, togliendo così qualsiasi dubbio di interferenza o malfunzionamento dello Spitzer. Inoltre l’oggetto, denominato per ora L5016, è curiosamente risultato localizzato in uno dei due punti di equilibrio gravitazionale stabile del sistema Terra/Luna. In un sistema di due corpi legati tra loro da forze gravitazionali, esistono infatti cinque punti di equilibrio gravitazionale, tre dei quali instabili e due stabili, localizzati sul percorso dell’orbita del corpo celeste minore (in questo caso la Luna), ma con un angolo di 60° in anticipo (L4) e in ritardo (L5). La sorgente osservata è quindi posizionata proprio nel punto L5, quindi a una distanza media dalla Terra di poco inferiore ai 400.000 km. I punti di Lagrange sono considerati molto importanti in quanto un qualsiasi oggetto posizionato su quelle coordinate si trova in condizioni di equilibrio gravitazionale e questo li rende posizioni privilegiate per il posizionamento di sonde spaziali o veicoli per osservazione e analisi. La stessa sonda solare della NASA Soho è posizionata nel punto lagrangiano L1 del sistema Terra/Sole. Tuttavia secondo il database della NASA nessuna sonda terrestre dovrebbe trovarsi in quel punto. Senza contare che una sonda terrestre dovrebbe anche emettere onde elettromagnetiche a radiofrequenze, mentre secondo un’osservazione del radiotelescopio di Green Bank, pare che L5016 sia muto, per lo meno nella banda di radiofrequenze ascoltate. Tuttavia, nonostante la bizzarria dell’oggetto, per il quale le osservazioni stimerebbero un diametro interemedio tra i ventotto e quarantacinque metri, non ci sono ancora prove che si tratti di qualcosa di artificiale di origine non terrestre, né di qualcosa comparso da poco. Secondo gli scienziati, una sorgente così debole (si parla di meno di 20 watt di emissione) avrebbe potuto restare nascosta lì per molto tempo. Per questo la comunità scientifica è intenzionata a proseguire le indagini con i piedi di piombo. “L’episodio della scoperta delle pulsar (scambiate per comunicazioni di origine extraterrestre nel 1967, NdR),” ha sottolineato il professor Haddock in risposta a chi gli chiedeva se potremmo trovarci di fronta a un manufatto extraterrestre, “dovrebbe farci riflettere su quanto la natura possa prendersi gioco di noi e della nostra immaginazione. Quindi è meglio andarci cauti, prima di formulare ipotesi fantascientifiche”.
[via Fantascienza.com]
Ehm… quella notizia è del 1 aprile… che sia un pesciolino? 🙂
tra l’altro su google non esistono risultati con le parole LAGRANGE e L5016 se non quella pagina di Fantascienza.com
E’ un pesce 😀
Hmm credo che tu abbia ragione Gama: non sopporto quando i siti fanno i pesce d’aprile con un articolo e poi non lo smentiscono nella stessa pagina! Chiedo venia ai miei lettori per questa leggerezza! 🙁
Il fatto che non esistano risultati su google con LAGRANGE e L5016 a parte Fantascienza.com (tra parentesi in realtà nei risultati appare anche levysoft.it, che mi sembra un sito attendibile…) non significa che sia un pesce… ci sono tante pagine interne di siti che non vengono indicizzate seppur facilmente raggiungibili dall’homepage… un buon metodo è cercare su arxiv.org nel quale non esiste nessun articolo scientifico archiviato con la sigla L5016… o è un pesce o è il solito insabbiamento della CIA.
Ho cercato su internet ed ho scoperto che nei punti L4 e L5 ci sono effettivamente due nubi di polveri molto grandi ma molto difficili da osservare, ma nient’altro. E l’insabbiamento mi sembra esagerato, sarebbe una notizia che almeno su quei siti dedicati al mistero, ufo e cospirazioni sarebbe come minimo citata.
L’insabbiamento a cui mi riferisco non è l’insabbiamento della notizia di Fantascenza.com, ma l’insabbiamento del fatto che il mio commento era ironico… 😀
Ad ogni modo, è perfettamente normale che negli unici punti lagrangiani con una certa stabilità, si accumoli un certo quantitativo di polvere interplanetaria e materiali più grandi provenienti da impatti meteorici, e che queste nubi emettano una certa quantità di radiazione infrarossa, sia a causa dello stesso fenomeno che arrossa la luce attraverso le nebulose oscure, sia attraverso il calore generato dall’impatto fra i compontenti più grandi della nube stessa. Almeno questo è quello che mi viene da dire ripensando all’esame di Astronomia dell’anno scorso… spero che il mio prof. non venga a sbirciare per abbassarmi il voto 😀