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Le origini del Sudoku sono antichissime. La matrice del gioco – il cui nome, in giapponese, significa ‘numeri unici’ (il termine è composto da due parole, «su» che significa numero e «doku» che vuol dire singolo) – deriva infatti dal ‘Quadrato magico latino’ ideato dal matematico svizzero Leohnard Euler (Eulero) nel diciottesimo secolo.
Apparso sulle pagine del Corriere online e di Repubblica, il gioco ha avuto un tale successo che sembra sia destinato a sbarcare anche in tv.
Pubblicato per la prima volta alla fine degli anni ’70 su una rivista newyorkese, il gioco, verso la metà degli anni ’80, è stato ‘lanciato’ in Giappone, dopo essere stato ribattezzato con il nome di Sudoku.
E’ stato Wayne Gould, amante dell’enigmistica e dei rompicapo, a riscoprire il gioco nel 1997, durante un viaggio in Giappone, e a proporlo immediatamente al quotidiano inglese The Times, che, nel novembre del 2004 ha deciso di ri-lanciarlo.
Il risultato è che oggi, soltanto in Giappone, sono un milione gli appassionati di Sudoku. Ma la ‘mania’ è dilagata ovunque: oltre all’Italia, sono 23 i Paesi che ne hanno decretato il successo.
Oggi alcuni scienziati ritengono questo Sudoku una vera e propria palestra per il cervello, in grado persino di ridurre di un terzo il rischio di Alzheimer, nei soggetti predisposti.
In Gran Bretagna esiste addirittura una versione che viene spedita sui cellulari, mentre sempre nel Regno Unito a Hinton 20 progettisti hanno realizzato un maxi schema di 80 metri quadrati sul dorso di una collina, per lanciare una trasmissione televisiva interamente dedicata al Sudoku e a ottobre si terranno i primi campionati nazionali inglesi .
Riccardo Albini esperto di giochi, commenta il gioco con la seguente frase “La vera grande differenza tra le parole crociate e il Sudoku sta nel fatto che le prime ti chiedono cosa sai, il secondo ti chiede come ragioni”, mentre il filosofo Gioriello: “E’ l’equivalente culturale di un gene, in grado di contagiare le menti superando le barriere politiche o culturali”.