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Lo scienziato americano Jef Raskin, da tempo ammalato di tumore, è morto sabato scorso nella sua casa di Pacifica (California). Aveva 62 anni.
Se adesso con un clic del mouse prendiamo una cartella e la spostiamo in un altra, se scorriamo questa pagina grazie alla barra laterale, lo dobbiamo a lui. A una sua intuizione.
Quando era alla Apple e la casa di Cupertino la conoscevano in pochi, fu proprio Raskin, esperto di interfacce uomo-computer, a raccontare a Steve Jobs e Steve Wozniak, che cosa aveva visto quando lavorava allo Xerox Parc, il centro di ricerca avanzata di Palo Alto. In quelle stanze si sperimentava l’interfaccia a finestre, icone e guidata dal mouse. E proprio da quella idea (si era nel 1979) nacque il progetto Machintosh, con la realizzazione dell’oggetto che avrebbe rivoluzionato il concetto stesso di personal computer. Lo battezzò “Mac” perché quello era il tipo di mela che preferiva. Semplicemente.
Raskin è stato stato senza ombra di dubbio uno dei massimi esperti rapporto tra uomo e computer. E il tutto partiva dalla una estrema capacità di essere interdisciplinare, considerando le profonde conoscenze che aveva nel campo della psicologia cognitiva e del web design. Uno dei libri “must” del settore è proprio il suo “Interfacce a misura d’uomo”.
Jef Raskin riteneva fermamente che i “computer dovrebbero semplificare la vita delle persone e non il contrario”.
Tra le sue frasi più note quella che, richiamandosi alle tre leggi della Robotica ideate dal grande scrittore Isaac Asimov, diceva: “Nessun sistema danneggerà i tuoi contenuti o, attraverso l’inazione, consentirà ai tuoi contenuti di arrivare a far danni”.
Tra le sue innovazioni viene ricordato anche il “click’n’drag”, una funzionalità del mouse che oggi viene data per scontata.
Notizia tratta da Repubblica.it e Punto Informatico