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Ecco alcuni considerazioni su Google, la sua storia, la sua influenza sul mondo e il suo potere nascosto.
Se siete assidui navigatori vi sarete sicuramente accorti che Google ad ogni particolare festività od evento internazionale modifica il logo del proprio sito.
Ed è quello che è accaduto nei giorni in cui hanno avuto luogo le Olimpiadi di Atene 2004. Ogni giorno il logotipo di Google
cambiava e venivano inseriti, in maniera pulita e intelligente, dei personaggi
che richiamavano le varie discipline sportive.
Quando ho scritto questo articolo, per esempio, vi era disegnata una donna greca che faceva sollevamento peso con le due O di Google.
Devo dire che da me in ufficio era nata la gara a chi prima la mattina vedeva il nuovo logo di Google… 😉
E’ nata una vera mania in giro nella rete … la famosa Googlemania.
Se siete curiosi di sapere chi è il creatore dei disegni che Google allora andate qui, ma se vi siete persi qualche logotipo allora andare nella galleria di Google.
In questi ultimi tempi questo motore di ricerca
sta dettando un vero e proprio stile sul web (ho evitato apposta la parola moda poiché reputavo l’aggettivo negativo e indicante qualcosa di passeggero). Per citare solo le ultime cose, si pensi alla famosissima
GMail da 1 Gbyte (oggi tutti fanno a gara per ottenere i quanto mai fantomatici account di test) con il suo rivoluzionario metodo di ricerca della posta. Pensate che oggi tutti stanno iniziando a fornire account di posta da 250 Mb (Hotmail) in su (Libero, etc.).
Il bello è che tutto questo accade proprio nel momento in cui si pensava che Gratis sulla rete fosse una parola destinata a scomparire. E tutto questo solo perché
un leader votato dal popolo della rete ha deciso di fornire un servizio in più.
I servizi che offre sono molteplici e tutti hanno un certo Google-style (se dovessimo elencare quanti neologismi sono nati con la parola Google, ne troveremmo almeno due dozzine).
Alcuni anni fa Google aveva acquistato tutto l’archivio di Dejanews (il motore di ricerca di Usenet) e oggi, anche grazie alle migliorie introdotte rispetto alla precedente gestione di Deja, fare ricerche sui messaggi dei Newsgroup ormai è una cosa naturale per tutti (quante
messaggi ho ritrovato in quello che considero il più grande archivio umanitario del mondo: il fatto di trovare mail inviate
ad un newsgroup anni prima, fa sempre uno strano effetto).
Come lo è anche leggere le news in cui vengono raccolte le informazioni provenienti da 250 fonti selezionate a livello mondiale ed organizzate automaticamente in modo da presentare per prime le notizie più rilevanti. Una tecnologia automatica e semplice ma al contempo geniale.
Ovviamente tanta popolarità ha anche un risvolto negativo: ogni cosa che viene fuori dalle ricerche può essere manipolata secondo i propri scopi. Tutti ricorderete le accuse di censure sui siti cinesi (dando una mano al regime cinese nell’espletare le proprie attività di censura), oppure il filtro su certi siti che consentivano il download di Kazaa Lite (ricercando K-lite in fondo alla pagina si trova una dicitura che avverte come due risultati di ricerca sono stati omessi a causa di un ricorso al Digital Millennium Copyright Act. Fortunatamente Google mette a disposizione anche il link al ricorso di Sharman Networks, dove si possono trovare comunque i risultati di ricerca omessi).
E’ logico allora dedurre che se una cosa scompare da Google è praticamente scomparsa da tutta Internet.
E non saranno mai sufficienti i tam-tam dei blog o dei newsgroup a ristabilire una popolarità che Google aveva ingiustamente tolto.
Ma la creatività umana non ha limiti.
Infatti per liberarsi dalle maglie della censura cinese, alcuni geniali programmatori hanno ideato il mirror di Google: elgooG.
Mentre uno studente al primo anno della facolta’ di giurisprudenza ad Harvard, un certo Edelman, ha svolto un’accuratissima ricerca nel corso della quale sono state testate 2,5 miliardi di pagine web e sono state confrontate con le versioni di diversa lingua di Google. Il programma da lui ideato confronta le URL presenti in rete con gli indici di Google e ha scoperto che Google ha eliminato riferimenti a 113 siti web dal discutibile contenuto. Le modifiche hanno riguardato solo due versioni del famoso searcher: quella tedesca e quella francese. I siti proibiti si riferiscono a materiali anti-semiti, filonazisti e simili, oltre a siti di fondamentalisti cristiani.
Il problema si pone nel momento in cui questi search engines sono gestiti da “semplici” societa’ e non da agenzie governative: da
dove sorge il fondamento giuridico di eliminare certi siti piuttosto che altri? E’ necessario forse che i motori di ricerca studino particolari sistemi per evitare l’indicizzazione di siti dal contenuto controverso ottemperando a tutte le norme vigenti nei vari paesi del mondo.
Ma se Google toglie popolarità, Google è in grado anche di ridarla,
grazie ad un nuovo concetto: il Googlebombing (ideato da Adam Mathes, che l’ha concepita e battezzata nel 2001). Questa tecnica consiste nell’usare mezzi leciti per indurre Google a restituire risultati inattesi e sorprendenti, preferibilmente con valenza politica satirica. Sfruttando il fatto che Google ordina i propri risultati in base a quante pagine web linkano una determinata pagina che contengono le parole cercate. Se una pagina viene linkata da molte pagine differenti usando le medesime parole, vuol dire probabilmente che si tratta di una pagina utile o importante per chi sta cercando quelle parole. Per effettuare un Googlebombing è sufficiente creare un discreto numero di pagine distinte, sparse su più siti, tutte contenenti l’esatto medesimo link.
Più è raro e insolito il testo usato come chiave del link, più è piccolo il numero di pagine distinte (e quindi di utenti) che è necessario coinvolgere.
I bersagli del Googlebombing sono ovviamente i politici come Bush (“miserable failure”) e Silvio Berlusconi (“miserabile fallimento” e “basso di statura”).
Per risolvere il problema, molti webmaster hanno dovuto fare in modo che Google non indicizasse più i propri siti in modo da non comparire più nei risultati di ricerca!!!
Il potere che detiene Google è enorme e qualsiasi politico e commerciante vorrebbe avere:
l’informazione su scala globale, oggi come oggi, appartiene solo a Google.
E’ diventato, in breve tempo, il nuovo concetto di Globalizzazione della Rete.
Quando faccio le mie ricerche, provo piacere a scrivere nella textbox e trovare, nel 99% dei casi, le notizie che cercavo. Questo non accadeva di certo nell’era PreGoogle! Se però avete dei dubbi e volete verificare le sue capacità di ricerca, potete comparare i risultati di ricerca di Google.com e Yahoo.com con un tool grafico di vera efficacia.
Ed è questa soddisfazione, provata da milioni di navigatori nel mondo, che lo ha reso così popolare.
A volte in auto sento dall’autoradio una musica di lingua inglese che mi piace ma di cui non conosco il titolo. Allora non faccio altro che memorizzare il ritornello e qualche altra strofa e quando arrivo a casa inserisco il testo seguito dalla magica parola “+ lyrics”. Non potete immaginare la soddisfazione che provo a trovare ogni volta il titolo e l’autore della canzone che mi era tanto piaciuta. Ho provato a replicare questa ricerca con altri motori ma nessuno mi da l’affidabilità di Google.
Oggi Google è quotato in borsa (Il simbolo sul Nasdaq è «Goog», chissà se nascerà una nuova Googlemania…o un Googlism)
e questo fatto ha d’un tratto risvegliato dal torpore il nipote di Edward Kasner (1878-1955: il matematico che per primo ha definito il Googol presso la Columbia University per scopi propri della teoria matematica, e con il proprio lavoro (non privo di sfumature umanistiche) riuscendo così a identificare per definizione il limite numerico dell’immaginazione umana più prossimo all’infinito)
che ora intende procedere per vie legali contro Google per far rispettare il lavoro portato avanti dal proprio predecessore.
Il termine “Google”, infatti, deriva dal termine “Googol”, ovvero indicazione matematica che va ad identificare il numero più alto immaginabile prima dell’infinito, e sul quale Larry Page & Sergey Brin hanno costruito un impero.
Chissà come andrà a finire…
Per terminare questo viaggio sul mondo di Google sono lieto di ammettere che questo articolo non sarebbe mai nato senza la memoria storica (specie per le date e per i riferimenti) che mi ha fornito questo potente motore di ricerca!
N.B. Per sapere le ultime novità che ci sta preparando Google visitate i Google Labs e vi renderete conto che il futuro sarà ancora più roseo. 🙂
N.B.B. Se volete invece essere tra gli eletti che potranno lavorare tra le schiere di programmatori geniali di Google, iscrivetevi al nuovo Contest Code Jam 2004.
Antonio Troise – www.levysoft.it
Ottimo articolo e molto competo… ma vorrei fare alcune considerazioni sul “googol”. Innanzitutto sono della personale opinione che il cervello umano sia realmente in grado di “essere consapevole” fino a numeri vicini al 10. Ma Edward Kasner parla di “immaginare”… L’origine prima del termine fu quando Kasner chiese a Milton Sirotta come poteva essere chiamato un numero così grande come lo è 10 alla 100-esima potenza (10 seguito da 100 zeri)… e Sirotta rispose con quella specie di esclamazione ormai celebre (http://whatis.techtarget.com/definition/0,,sid9_gci213798,00.html). Un googol è quindi 10^100 e, tanto per fare un po’ di nomenclatura, un googolplex è 10^googol ovvero 10^(10^100)… ovvero ancora un dieci seguito un numero di zeri pari a 10 seguito da 100 zeri. Ecco, ora con un bel po’ di vertigine mi vien da chiedere se un numero tipo un googol è veramente “immaginabile”, forse è immaginabile verderlo scritto in cifre, ma non come “concetto di numero”…. nel qual caso io ho battuto Kesner! Riesco a immaginare di veder scritto 1 googol + 1 :).
Detto questo: la matematica è un ottimo strumento, ma non è la realtà delle cose. In fisica un numero vale l’altro e dipende tutto dalle unità di misura: riuscite a immaginare tutto l’universo nel suo insieme con le sue particelle? allora siete già a 10^80! Ma se pensiamo alla massa? riuscite a immaginare 1 Kg? Allora state già immaginando 10^21 attogrammi. Infine: in fisica l’infinito è un sintomo di quelle che vengono chiamate “patologie di una teoria”… ovvero qualcosa che non va nel modo con cui descriviamo la realtà, un numero cattivo che spunta dalle equazioni. Eh già… purtroppo nella realtà l’infinito non esiste, perché, semplicemente, non si misura.
Ovviamente la mia era solo una semplificazione del concetto matematico…l’articolo mi pareva già abbastanza lungo così…
Riguardo il tuo commento sto quasi pensando di dedicarci un articolo a parte… 😛
Grazie per la pazienza che hai dimostrato per leggere il mio post.